Recensioni per
So you gotta hang on 'til tomorrow — come what may!
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/09/17, ore 18:59
Cap. 3:

Oh mamma, ma come hai fatto a mischiare angst e fluff in questo modo? Come? Ho avuto il magone - per un motivo o per un altro - fino alla fine.

E' possibile odiare Charles più di Irene? Perché mi sa che per me è così, quel tizietto proprio non lo sopporto.

Redbeard è stato un tocco di classe, davvero. La fine con Sherlock che "sente" finalmente è stata magnifica. Per fortuna che John era davvero il più "adottabile", senza lui e Redbeard Sherlock sarebbe stato perduto, povero piccolo.

Grazie per il respiro di libertà alla fine, ho un rapporti di odi et amo con l'angst, ma non riesco proprio a sopportare quando finisce male. E' stata una fic davvero molto toccante, un sentito grazie per il finale da favola.

Nuovo recensore
07/07/17, ore 14:25

Leggendo questo primo capitolo mi sembra davvero di leggere un racconto di Dickens, perciò complimenti per avermi fatto sentire questa empatia con un racconto ispirato a una favola per bambini. Oltretutto mi piace che sia "ricco di citazioni" come ad esempio Annie, Oliver Twist ecc. Purtroppo non ho mai visto il musical che ti ha ispirato il titolo, ma avendo da poco scoperto la mia nuova passione per i musical credo che lo recupererò presto.
(ti ringrazio anche per questo, sto stillando una lista di musical che appena avrò un po' di tempo correrò a vedere)
Questo capitolo è intriso di tenerezza, a partire dal modo in cui i due si conoscono, al modo in cui si proteggono l'un l'altro e ho adorato quando John ha accarezzato i capelli a Sherlock e lui ha pensato a sua madre. Le relazioni sono ben strutturate, soprattutto riguardo i sentimenti nostalgia/amicizia/pseudo amore tra i due cucciolini.
Quando ho letto di Irene ho riso, perché ce la vedo molto come direttrice severa e piena di amanti.
Il tuo stile di scrittura è praticamente perfetto, ricco di aggettivi e riesco bene ad immedesimarmi nei due bambini, mi sembra davvero di ritrovarmi in questo orfanotrofio quasi totalmente buio e minimamente decente. Oltretutto non ho letto alcun errore ortografico o altro, quindi deduco che tu abbia riletto e corretto tutto, complimenti :)
Corro a leggere il secondo capitolo,
bacioni

Recensore Master
07/07/17, ore 09:25
Cap. 3:

Ciao, eccomi al capitolo finale. Un capitolo pieno di sorprese, almeno per me. Ma sono successe tutta una serie di cose che non mi aspettavo davvero. Forse perché, come ti ho già detto, non conoscevo il film che ti ha ispirata e non ho volutamente cercato nulla in proposito. Forse se fossi andata a cercarmi la trama avrei associato (o tentato di farlo) i personaggi della serie, a quelli del film e avrei più o meno saputo cosa potermi aspettare. Così invece è stata una sorpresa continua. Su tutto non credevo sarebbe apparso Moriarty. Anche se era chiaro che Irene stava sotto al giogo di qualcuno di più potente di lei e di cui lei ha paura (esattamente come nella serie o in alcuni dei film come quello con Robert Downey Jr, per esempio, dove Irene è palesemente vittima di Moriarty e molto più che in altre trasposizioni. Almeno secondo me). Questa tua Irene mi ha ricordato un po' quella, furba e intelligente, molto bella e disposta a tutto pur di sopravvivere ma il cui esser vittima in un primo momento sfugge agli occhi del lettore, o dello spettatore nel caso del film. Qui è un po' lo stesso ragionamento. Come accennavo nella recensione al primo capitolo, non la giustifico affatto per ciò che ha commesso, per le punizioni corporali, eccetera (anche se è vero ciò che mi hai detto ovvero che erano praticamente nella normalità delle cose in quest'epoca), però anche qui ci ho visto molta più amarezza. E anche umanità. Specialmente in quest'ultima parte. Questo perché Moriarty è il peggio del peggio, è praticamente la pura incarnazione del male e ci sono stati dei passaggi in cui ho avuto letteralmente i brividi. Ero preparata a degli accenni di pedofilia, ma un conto è esserlo e un altro è trovarsi di fronte certe esternazioni. Eviterò di ripetere qual è il passaggio, ma voglio solamente dire che ho apprezzato la maniera in cui ne hai parlato. Viene detto con molta cattiveria e forse anche un po' di sadismo, ma è un tratto caratteriale del personaggio e quindi non è un qualcosa di gratuito, ma di contestualizzato all'interno del quadro generale. Io credo che non sia un qualcosa che tutti gli autori si possono permettere, perché occorre davvero molta sensibilità e delicatezza nel trattare l'argomento. Purtroppo invece, troppo spesso si vedono argomenti del genere buttati in storie mediocri e trattati come io credo (oggettivamente - e infatti è un discorso questo che non c'entra tanto con i gusti personali) una persona che scrive delle storie non dovrebbe mai fare. Tu invece hai avuto la sensibilità necessaria e al punto che sì, fa venire i brividi e sfiderei chiunque a non farseli venire, ma il tutto non pesa eccessivamente.

Ma a parte questo, riprendo il discorso sulla caratterizzazione di Moriarty, perché è ciò che mi ha colpita di più. Ho apprezzato oltre alla maniera in cui parla e si muove (e io sono fervidamente convinta che buona parte della caratterizzazione di un personaggio la facciano i dialoghi e la gestualità all'interno del racconto), anche il come gli altri personaggi reagiscono alla sua presenza. Non deve essere una novità, ma un qualcosa di regolare. Visite a scadenza. Un qualcosa a cui i bambini sono abituati perché stanno in silenzio e tengono lo sguardo basso evitando il più possibile di incontrarlo. Credo che sia esperienza, forse non diretta, ma per sentito dire. E infatti gli altri ragazzini invitano Sherlock a stargli alla larga, perché è un uomo pericoloso, eccetera, eccetera... ovviamente Sherlock non lo fa. Credo che ciò che del piccolo Sherlock mi è arrivata sia la curiosità. Che è una sua caratteristica principe, e che nella quarta stagione (specie nei flaskback) viene fuori ancora meglio. Sherlock è curioso, ha fondamentalmente una mente scientifica e che tende ad analizzare. Qui, anche se in proporzioni e situazioni differenti, ho ritrovato le stesse sue caratteristiche. Come il coraggio, per esempio o la determinazione. Tutte sfumature che si intuiscono dalla scena con Moriarty e che ho apprezzato.

Infine hai inserito anche lo spazio per un po' di serenità e buoni sentimenti. Ti dirò, l'idea che Sherlock e John vengano adottati da Molly e Greg un po' mi ha fatta ridere. Perché a pensarci è davvero strano. Però io credo che sia la scelta migliore. Un po' perché io ho sempre detto che, canonicamente, Molly sarebbe stata perfetta per Lestrade. Ed è credo la sola coppia in cui lei riesco a tollerarla senza farmi venire istinti omicidi. Quindi ho apprezzato la scelta, sono credo la coppia ideale con cui due bambini come Sherlock e John possano crescere. C'è molta dolcezza in loro, specialmente in Lestrade. Io ne ho sempre vista tantissima in lui. Quindi sì, un bel finale felice era quello che ci voleva dopo tanta sofferenza.

Ecco, di questa storia ho apprezzato davvero l'idea anzitutto. Ma anche il coraggio, perché è un tema molto delicato. Un ambientazione storica che è particolare, inesplorata e che non apre a risvolti felici. Oltretutto, ci sono molti passaggi tosti da mandar giù. Ma sono contenta che tu l'abbia scritta e pubblicata.

Alla prossima.
Koa

Recensore Veterano
07/07/17, ore 02:16
Cap. 3:

Mi dispiace non poter fare una bella recensione lunga per mancanza di tempo, ho fatto giusto un salto sul sito ma vedendo l'ultimo capitolo pubblicato non potevo fare a meno di leggerlo. Sappi che la tua storia mi ha commosso, mi è piaciuta tanto. E dire che all'inizio non volevo nemmeno leggerla, vista l'assenza della ship Johnlock (e la presenza di qualche avvertimento), ma poi ho visto che l'autrice eri tu e non potevo lasciarmela sfuggire. E meno male! Sono grata per il finale, amo i riscatti degli oppressi e che i cattivi abbiano ciò che si meritano. Ti faccio ancora i miei complimenti, alla prossima! Torna presto!
(Recensione modificata il 07/07/2017 - 02:19 am)

Recensore Master
06/07/17, ore 16:53
Cap. 3:

Arriva Moriarty e tu lo fai giustamente accogliere con un pesante silenzio da parte dei piccoli ospiti dell’istituto: evidentemente la sua cattiveria aveva già avuto modo di presentarlo come soggetto assolutamente adeguato alla “cara” Irene. Naturalmente, ed anche qui c’è un chiaro collegamento IC, Sh, pur prevedendo guai, non riesce a stare lontano dalle sfide più pericolose e difficili, perciò decide di non osservare la consegna dello stare il più invisibile e silenzioso possibile.”…sei un angioletto, tu?...valutò se poteva sopravvivere, cadendo…”: mi sono ritrovata, di colpo sul tetto del Barts, in un’altra epoca ma con gli stessi elementi in gioco e cioè l’estrema e geniale cattiveria e l’estrema razionalità, votata alla caccia al male del mondo ed il vuoto sotto, terribilmente presente. Una scena molto efficace, una traduzione temporale davvero originale. Mentre le cose si stanno decisamente mettendo male per Sh e John, anche perché c’è il dubbio fondato che i vizi di Moriarty, nei confronti dei piccoli, siano molto particolari e ributtanti, fai arrivare, come una luce improvvisa, l’immancabile, caro Lestrade che conserva la sua generosa carica di umanità e la sua avversione ai crimini che l’hanno caratterizzato nelle Serie. E l’intervento di Redbeard mi è sembrato una tua trovata efficace. “…una specie di valanga bionda…”: sinceramente, qui, mi hai fatto scappare qualche lacrimuccia. La conclusione, poi, è stata proprio una sensazione fisica di benessere, dopo tante immagini e circostanze in cui dominava una malvagia e gratuita cattiveria.
La tua breve storia, che hai “scritto d’istinto” come c’informi nell’introduzione a quest’ultimo capitolo, mi è piaciuta molto. Già ti ho precedentemente scritto che l’atmosfera dickensiana mi ha attirato, ed ho trovato originali sia la trama sia la trasposizione dei personaggi delle Serie BBC che, qui da te, hanno trovato una collocazione a loro congeniale. Oltre a questo ho apprezzato il tuo stile curato che sa indugiare nel rendere credibili anche gli ambienti in cui si svolgono le vicende. Quindi sì, la storia è riuscita, puoi goderti il meritato stop estivo. Ciao!

Recensore Veterano
06/07/17, ore 14:13
Cap. 3:

Ciao carissima! A me dispiace molto che ci saluti per un po', ma godersi l'estate è quasi un obbligo morale, per cui ti capisco! Apparte questa piccola parentesi, ti faccio i complimenti per questo ultimo capitolo molto dolce che ha terminato una ff molto pesa per i temi trattati, ma scandita da una sorta di leggerezza che solo il parlare di bambini ti poteva permettere di raggiungere. Sono contenta che ci sia stato un lieto fine, nonostante l'arrivo di Moriarty mi avesse quasi terrorizzato: ci sta molto, nella parte che gli hai fatto ricoprire. Un sadico bastardo, degno compagno della Adler. Comunque fantastica la parte del cane salvatore, e poi alla fine, adottati entrambi da Lestrade! Mi è piaciuto molto, questo lieto fine per i nostri dolci cuccioli. Spero di rivedere presto qualche tua pubblicazione, nel frangente ti saluto e ti mando un abbraccio. Ciao :)

Recensore Master

Ciao, eccomi finalmente a recensire il secondo capitolo. Fammi dire che non mi lamento per nulla del fatto che ci sarà anche un terzo capitolo. Quindi io apprezzo tantissimo il fatto che tu abbia deciso di dividere quella che mi pare di aver capito sia la parte finale di questa storia. Avendola letta tutta quanta di filato, domenica pomeriggio, più che tornare nelle atmosfere della storia, ci sono rimasta dentro, immergendomi ancora di più.

Lasciami dire che ho apprezzato l'inserimento di Redbeard, oltre a essere un fatto correlato all'infanzia di Sherlock (anche se in un modo che nella serie si rivela tutt'altro, credo sia comunque una scelta lecita il fatto che in molte ff, Redbeard sia rimasto un cane), permette di esplorare quella che è la sua profonda umanità. Fin dalle prime righe del capitolo primo, Sherlock viene decritto come un bambino profondamente pragmatico e molto razionale. Alla sua età spicca per acume e conoscenze, ma soprattutto si distingue per determinazione. Anche John sa già cosa vuol fare, ma Sherlock sembra avere già una certa consapevolezza di sé e dei propri mezzi. Questo suo sapere di dover preservare le mani perché in un futuro lui suonerà il violino, è un'immagine molto forte (specie considerando quello che gli succede) e che a mio avviso rende ancor più forte la sua caratterizzazione. Molto IC, come avevo già notato nel capitolo precedente. Ho avuto, lo confesso, un brivido a un certo punto perché all'inizio non avevo ben capito quale tipo di sostanza assumesse e il riferimento alla droga era davvero molto evidente, poi ho tirato un sospiro di sollievo quando ho capito che era zucchero. Anche se questo porta a risvolti terribili.

Comunque, il rapporto con John è sempre più forte e profondo. La differenza caratteriale che c'è tra i due è già sufficientemente netta, così come è già forte il loro legame. Ci sono cose che mi sfuggono e che non ho capito, tipo la ragione per cui John ha allontanato Sherlock. O meglio, ho una teoria... credo che a John sia stata promessa un'adozione. Questo giustificherebbe parte del suo comportamento e sarebbe in linea con il personaggio di Irene. Ma per ora sono solo teorie. Resto in attesa dell'ultimo capitolo.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
03/07/17, ore 10:55

Ciao, finalmente ieri sono riuscita a leggere questa storia, dopo un ritardo immondo causato da una serie di vicissitudini anche spiacevoli. L'avevo notata subito e segnata tra le cose da leggere, ma tra il dire e il fare... Anzitutto mi dispiace doverlo dire, ma non conosco il film al quale ti sei ispirata, quindi credo di essermi persa molti dei riferimenti e citazioni che certamente sono contenuti nel testo. Oltre al fatto che, non conoscendo la trama del film, all'inizio non avevo ben capito dove volessi andare a parare con questa storia e dove, effettivamente, la narrazione ti stesse portando. Forse anche per l'ambientazione così particolare, o magari per via dell'età insolita che hanno qui i protagonisti. Però posso dire che ho trovato questa storia molto affascinante. Certamente è originale. Perché questa è un'epoca che di solito viene sempre un po' messa da parte nei racconti, che si concentrano più sull'ultimo decennio dell'ottocento o negli anni a cavallo, ma mai così avanti nel novecento. Per quel che riguarda Sherlock Holmes, intendo. Credo proprio che sia la prima volta che leggo una storia in questo periodo storico e che racconta di due Holmes e Watson così poveri e malmessi. L'epoca e il contesto mi ricordano vagamente Oliver Twist, cosa che citi anche tu nel finale, così come anche l'idea che Sherlock e John siano, di fatto, due bambini in un orfanotrofio. Oliver Twist è uno di quei racconti ai quali si è sempre e comunque un po' legati, per questa ragione sono tornata un po' indietro nel tempo leggendo la tua storia e mi ha fatto davvero, davvero piacere.

Trovo che l'adattamento sia stato ben fatto. Pur non conoscendo l'opera originale a cui ti sei ispirata, il modo in cui hai inserito i personaggi di Sherlock, l'ho trovato in linea generale molto buono e tutto sommato coerente col personaggio. Non mi sarei potuta immaginare nessun altro, al posto di Irene Adler. Forse è un po' OOC, ecco, perché non credo mai che tratterebbe in questo modo dei bambini. Ma se devo pensare a un personaggio di Sherlock che trasuda disperazione, proprio come questa tua Irene, non riesco a pensare a nessun altro. La tua Irene ha molti tratti in comune con quella della serie, specialmente il fatto che sia prigioniera di se stessa, che è un concetto su cui Irene gioca molto. Qui lei ha sempre un velo di disperazione e amarezza che la circonda. Non la sto giustificando, ma hai inserito tu alcuni dettagli che mi fanno pensare che il suo non sia puro e semplice sadismo e che non lo faccia per mera cattiveria, ma che sia forse solo un modo di sfogarsi oppure una maniera eccessivamente rigida di tenerli in riga. Ecco, di certo non li ama. Ma forse ama anche molto poco se stessa. Non so, ma certi dettagli come le bottiglie di liquore tutte vuote mi hanno dato un senso di tristezza.

L'altra cosa che mi ha colpita è Charles. Che non avevo capito affatto che fosse Magnussen, non la prima volta che viene citato da John con questo nome. L'ho capito quando lo hai fatto comparire di persona, perché chi altri poteva essere? Nessuno se non lui. Nessun altro ha quel modo di fare odioso e viscido. Nessuno possiede quella sua "memoria formidabile". Ha un certo servilismo nei confronti di chi, al momento, ha più potere effettivo rispetto a lui. Insomma, sarà più piccolo e collocato in un'altra epoca, ma è altrettanto odioso. E mi è piaciuto il modo in cui interagisce con Sherlock e John.

E infine ci sono loro. Mi fanno una tenerezza infinita. Non so sarà l'età o la condizione sociale... Sherlock è un qualcosa che ti strappa sempre un po' il cuore, ma immaginarmelo qui e senza più nessuno, è un'immagine difficile da mandar giù e specialmente se si considera chi è e che carattere ha, quante difficoltà ha a relazionarsi con gli altri. Prenderlo e levarlo dalle cure di due genitori amorevoli, per metterlo tra le grinfie di una strega col frustino facile, è pura perfidia, ecco! Naturalmente lui è molto IC, ma non avevo dubbi che lui ti sarebbe venuto bene. Volevo vedere come te la cavavi con John e come lo avresti adattato. Mi fa sorridere questa immagine di lui da piccolo-grande cavaliere senza macchia e senza paura, pronto.a difendere i deboli e le ingiustizie. È un'immagine che secondo me gli calza molto. Oltre al fatto che è buono, generoso... Che sorride sempre a Sherlock e che va comunque a cercare quel pizzico di brivido, uscendo in segreto dall'edificio. Sì lui mi ha convinta molto. Così come le loro interazioni, la dolcezza che hanno nonostante l'epoca. Mi piace come riescano a stare insieme in quel modo fantastico e unico, pur essendo ancora due bambini.

Sorvolo solo sulle scene in cui c'è della violenza, ma mi limito solo a dire che nonostante sia un qualcosa difficile da accettare, è stato comunque tutto scritto in maniera molto delicata e in questi casi credo sia la cosa più importante.

Al prossimo capitolo.
Koa

Recensore Veterano

Ciao cara! Che triste questo capitolo.. la storia di questi due dolci bambini mi mette un'amarezza assurda, e direi che per sortirmi quest'effetto non può che essere stata scritta bene. Mi è piaciuto il modo in cui hai inserito il cane, Anderson e Stamford; sicuramente ognuno di essi è ben predisposto per la parte che hai dato loro. Anche la Adler, comunque, perché pure a me non sta molto simpatica e ce la vedo bene a fare la bastardo col suo frustino del cazzo. :P Ogni volta che leggo delle sevizie mi si stringe il cuore, ma mi piace che Sherlock riesca a farsele scivolare addosso se sa di avere John al suo fianco. Che carini! Beh, mi è piaciuto molto questo capitolo. Attendo il prossimo! Un bacio ;)

Recensore Master

In questo capitolo mi hanno colpito le tue riuscite operazioni d' "innesto" per cui ritrovo l'angosciosa scena della provocazione a John ( ma, soprattutto, a Sh) da parte di Magnussen ad Appledore vista in HLW, stesso personaggio disgustoso, stesso coraggioso, comportamento di Watson. Anche qui Sh interviene per difendere il suo prezioso amico, mettendo a rischio se stesso. Poi c'è Redbeard, quando ancora credevamo fosse un cane, che viene da te inserito nella storia con coerenza con il contenuto ed interessanti potenzialità future. Il ritratto, che vai completando di Irene, la caratterizza come una donna davvero rivoltante, tanto sei riuscita a trasmetterci la sua perfidia e la sua gratuita cattiveria; davvero è difficile raccontare e leggere tanta cattiveria soprattutto nei confronti di ragazzini sventurati.
Sh e John vengono da te rappresentati in modo coinvolgente, in quanto sei riuscita a comunicarci il legame speciale che li aiuta ad andare avanti in quella terribile realtà, dove le botte e le umiliazioni sono il pane quotidiano.
Per fortuna ci sono personaggi positivi e, se non erro, l’Ispettore Stamford è il primo che incontriamo , a parte John ed Angelo. Sicuramente nella tua testa di autrice egli ha le fattezze del buon Mike che, nelle Serie BBC, è stato un po’ il Cupìdo della situazione. A proposito del poliziotto che ho nominato, cito una frase che, nonostante rimandi ad una situazione penosa, e cioè allo stato fisico di Sh che rivela la sua vita di stenti, mi è piaciuta molto per l’attenzione ai dettagli che hai dimostrato: "...nel sentire le ossa che gli spuntavano sotto le mani...". In quelle parole, che danno i brividi, c’è tutto l’inferno in cui quegli orfani sono costretti a vivere. Se nel piccolo Holmes ci sono tutta la sua sensibilità e la sua fragilità emotiva (“… non poté fare altro che raggomitolarsi nel lettino…”), John è rappresentato nella sua solarità e nel suo coraggio, e metti in risalto il fatto che egli rappresenti davvero per Sh la salvezza. Si sta confermando, con questo capitolo, che questa tua ff è proprio una bella storia.

Recensore Master
27/06/17, ore 22:48

Dickens è un autore che mi ha sempre affascinato con la sua capacità di raccontare i sentimenti umani in particolareggiate rappresentazioni di una Londra a volte spietata ma vera, e ritrovo qui da te un’eco piacevole di quel mondo fatto di piccoli, grandi eroi. Mi è ritornata in mente anche una delle Serie da me preferite, “Ripper Street” ambientata, però, in un’epoca diversa. Mi è piaciuta la trasposizione, in tal senso, di “Sherlock” BBC, i cui personaggi me li ritrovo, almeno per ora, addirittura in un orfanatrofio, che mi richiama, nel nome, l’inquietante Barts. Nelle varie figure che interagiscono tra loro, trovo delle caratterizzazioni che sembrano veramente ricercare l’IC, con esiti piacevoli, anche se, ovviamente, in contesti diversi e lontani dal 221b dei nostri giorni.
Ritrovo la particolare amicizia tra Sh e John, lo stupore di quest’ultimo di fronte alle espressioni d’intelligenza del suo speciale amico (“…,Come hai fatto? Sei un mago…”), il suo essere definito conduttore di luce, la zoppia evidentemente psicosomatica, la sinistra ed inquietante figura di quel Charles che penso proprio sia il nostro schifoso Magnussen, l’inclinazione di Sh per la musica. Ma è la figura di Irene, su cui hai lavorato come servendoti di una lente d’ingrandimento che ti è servita per mettere in risalto la sua inclinazione alla freddezza, alla cattiveria, all’approccio con gli altri costituito da un egoistico dominio, che ha attirato particolarmente la mia attenzione per la caratterizzazione originale che le hai costruito “su misura”. È una donna malefica, crudele anche di fronte a bambini sfortunati e sofferenti. E questo l’hai messo in risalto efficacemente, con il contrasto stridente tra la sua malvagia attitudine, a punire anche immotivatamente, in un modo sadico e disumano, chi osa discutere la sua autorità e l’oggetto di tanta cattiveria che, in questo capitolo, sono le mani delicate di Sh. Tanto più che egli le considera lo strumento prezioso anche per conquistare, attraverso la musica, l’affrancamento da una vita triste e piena di sofferenza. Mi hai saputo suscitare un sentimento di rabbia di fronte alla ripetuta ingiustizia nei confronti del piccolo Holmes ma anche riguardo a John ed alla sua zoppìa che Irene considera una caratteristica di cui vergognarsi. Sono convinta che svilupperai una bella storia.

Recensore Veterano
27/06/17, ore 09:14

Ciao, bentornata. :) Allora ancora non ci hai abbandonata, ed io son proprio contenta di ciò! Che dire, ci hai regalato una storia abbastanza particolare, direi che non ho mai letto di universi alternativi di questo genere finora ma l'ho apprezzato e mi è piaciuto alquanto. Credo che me li immaginerei così anche io, da bambini, comunque subito amici, anzi, capaci di legarsi in maniera ancora più semplice e facile. Due anime connesse in ogni tempo ed in ogni luogo. L'orfanotrofio della cattivissima Adler mi ha colpito molto come ambientazione, e secondo me hai caratterizzato molto bene anche i due infanti, senza nulla togliere anche a quel bastardo di Charles M. Son proprio curiosa di sapere cosa succederà ma povero Sherlock, con quelle manine distrutte! Son temi difficili da trattare, ma tu ci sei riuscita molto bene. Quindi brava, aspetto il secondo capitolo per comprendere dove vuoi andare a parare. Ciao :)