Recensioni per
So you gotta hang on 'til tomorrow — come what may!
di meiousetsuna
Oh mamma, ma come hai fatto a mischiare angst e fluff in questo modo? Come? Ho avuto il magone - per un motivo o per un altro - fino alla fine. |
Leggendo questo primo capitolo mi sembra davvero di leggere un racconto di Dickens, perciò complimenti per avermi fatto sentire questa empatia con un racconto ispirato a una favola per bambini. Oltretutto mi piace che sia "ricco di citazioni" come ad esempio Annie, Oliver Twist ecc. Purtroppo non ho mai visto il musical che ti ha ispirato il titolo, ma avendo da poco scoperto la mia nuova passione per i musical credo che lo recupererò presto. |
Ciao, eccomi al capitolo finale. Un capitolo pieno di sorprese, almeno per me. Ma sono successe tutta una serie di cose che non mi aspettavo davvero. Forse perché, come ti ho già detto, non conoscevo il film che ti ha ispirata e non ho volutamente cercato nulla in proposito. Forse se fossi andata a cercarmi la trama avrei associato (o tentato di farlo) i personaggi della serie, a quelli del film e avrei più o meno saputo cosa potermi aspettare. Così invece è stata una sorpresa continua. Su tutto non credevo sarebbe apparso Moriarty. Anche se era chiaro che Irene stava sotto al giogo di qualcuno di più potente di lei e di cui lei ha paura (esattamente come nella serie o in alcuni dei film come quello con Robert Downey Jr, per esempio, dove Irene è palesemente vittima di Moriarty e molto più che in altre trasposizioni. Almeno secondo me). Questa tua Irene mi ha ricordato un po' quella, furba e intelligente, molto bella e disposta a tutto pur di sopravvivere ma il cui esser vittima in un primo momento sfugge agli occhi del lettore, o dello spettatore nel caso del film. Qui è un po' lo stesso ragionamento. Come accennavo nella recensione al primo capitolo, non la giustifico affatto per ciò che ha commesso, per le punizioni corporali, eccetera (anche se è vero ciò che mi hai detto ovvero che erano praticamente nella normalità delle cose in quest'epoca), però anche qui ci ho visto molta più amarezza. E anche umanità. Specialmente in quest'ultima parte. Questo perché Moriarty è il peggio del peggio, è praticamente la pura incarnazione del male e ci sono stati dei passaggi in cui ho avuto letteralmente i brividi. Ero preparata a degli accenni di pedofilia, ma un conto è esserlo e un altro è trovarsi di fronte certe esternazioni. Eviterò di ripetere qual è il passaggio, ma voglio solamente dire che ho apprezzato la maniera in cui ne hai parlato. Viene detto con molta cattiveria e forse anche un po' di sadismo, ma è un tratto caratteriale del personaggio e quindi non è un qualcosa di gratuito, ma di contestualizzato all'interno del quadro generale. Io credo che non sia un qualcosa che tutti gli autori si possono permettere, perché occorre davvero molta sensibilità e delicatezza nel trattare l'argomento. Purtroppo invece, troppo spesso si vedono argomenti del genere buttati in storie mediocri e trattati come io credo (oggettivamente - e infatti è un discorso questo che non c'entra tanto con i gusti personali) una persona che scrive delle storie non dovrebbe mai fare. Tu invece hai avuto la sensibilità necessaria e al punto che sì, fa venire i brividi e sfiderei chiunque a non farseli venire, ma il tutto non pesa eccessivamente. |
Mi dispiace non poter fare una bella recensione lunga per mancanza di tempo, ho fatto giusto un salto sul sito ma vedendo l'ultimo capitolo pubblicato non potevo fare a meno di leggerlo. Sappi che la tua storia mi ha commosso, mi è piaciuta tanto. E dire che all'inizio non volevo nemmeno leggerla, vista l'assenza della ship Johnlock (e la presenza di qualche avvertimento), ma poi ho visto che l'autrice eri tu e non potevo lasciarmela sfuggire. E meno male! Sono grata per il finale, amo i riscatti degli oppressi e che i cattivi abbiano ciò che si meritano. Ti faccio ancora i miei complimenti, alla prossima! Torna presto! |
Arriva Moriarty e tu lo fai giustamente accogliere con un pesante silenzio da parte dei piccoli ospiti dell’istituto: evidentemente la sua cattiveria aveva già avuto modo di presentarlo come soggetto assolutamente adeguato alla “cara” Irene. Naturalmente, ed anche qui c’è un chiaro collegamento IC, Sh, pur prevedendo guai, non riesce a stare lontano dalle sfide più pericolose e difficili, perciò decide di non osservare la consegna dello stare il più invisibile e silenzioso possibile.”…sei un angioletto, tu?...valutò se poteva sopravvivere, cadendo…”: mi sono ritrovata, di colpo sul tetto del Barts, in un’altra epoca ma con gli stessi elementi in gioco e cioè l’estrema e geniale cattiveria e l’estrema razionalità, votata alla caccia al male del mondo ed il vuoto sotto, terribilmente presente. Una scena molto efficace, una traduzione temporale davvero originale. Mentre le cose si stanno decisamente mettendo male per Sh e John, anche perché c’è il dubbio fondato che i vizi di Moriarty, nei confronti dei piccoli, siano molto particolari e ributtanti, fai arrivare, come una luce improvvisa, l’immancabile, caro Lestrade che conserva la sua generosa carica di umanità e la sua avversione ai crimini che l’hanno caratterizzato nelle Serie. E l’intervento di Redbeard mi è sembrato una tua trovata efficace. “…una specie di valanga bionda…”: sinceramente, qui, mi hai fatto scappare qualche lacrimuccia. La conclusione, poi, è stata proprio una sensazione fisica di benessere, dopo tante immagini e circostanze in cui dominava una malvagia e gratuita cattiveria. |
Ciao carissima! A me dispiace molto che ci saluti per un po', ma godersi l'estate è quasi un obbligo morale, per cui ti capisco! Apparte questa piccola parentesi, ti faccio i complimenti per questo ultimo capitolo molto dolce che ha terminato una ff molto pesa per i temi trattati, ma scandita da una sorta di leggerezza che solo il parlare di bambini ti poteva permettere di raggiungere. Sono contenta che ci sia stato un lieto fine, nonostante l'arrivo di Moriarty mi avesse quasi terrorizzato: ci sta molto, nella parte che gli hai fatto ricoprire. Un sadico bastardo, degno compagno della Adler. Comunque fantastica la parte del cane salvatore, e poi alla fine, adottati entrambi da Lestrade! Mi è piaciuto molto, questo lieto fine per i nostri dolci cuccioli. Spero di rivedere presto qualche tua pubblicazione, nel frangente ti saluto e ti mando un abbraccio. Ciao :) |
Ciao, eccomi finalmente a recensire il secondo capitolo. Fammi dire che non mi lamento per nulla del fatto che ci sarà anche un terzo capitolo. Quindi io apprezzo tantissimo il fatto che tu abbia deciso di dividere quella che mi pare di aver capito sia la parte finale di questa storia. Avendola letta tutta quanta di filato, domenica pomeriggio, più che tornare nelle atmosfere della storia, ci sono rimasta dentro, immergendomi ancora di più. |
Ciao, finalmente ieri sono riuscita a leggere questa storia, dopo un ritardo immondo causato da una serie di vicissitudini anche spiacevoli. L'avevo notata subito e segnata tra le cose da leggere, ma tra il dire e il fare... Anzitutto mi dispiace doverlo dire, ma non conosco il film al quale ti sei ispirata, quindi credo di essermi persa molti dei riferimenti e citazioni che certamente sono contenuti nel testo. Oltre al fatto che, non conoscendo la trama del film, all'inizio non avevo ben capito dove volessi andare a parare con questa storia e dove, effettivamente, la narrazione ti stesse portando. Forse anche per l'ambientazione così particolare, o magari per via dell'età insolita che hanno qui i protagonisti. Però posso dire che ho trovato questa storia molto affascinante. Certamente è originale. Perché questa è un'epoca che di solito viene sempre un po' messa da parte nei racconti, che si concentrano più sull'ultimo decennio dell'ottocento o negli anni a cavallo, ma mai così avanti nel novecento. Per quel che riguarda Sherlock Holmes, intendo. Credo proprio che sia la prima volta che leggo una storia in questo periodo storico e che racconta di due Holmes e Watson così poveri e malmessi. L'epoca e il contesto mi ricordano vagamente Oliver Twist, cosa che citi anche tu nel finale, così come anche l'idea che Sherlock e John siano, di fatto, due bambini in un orfanotrofio. Oliver Twist è uno di quei racconti ai quali si è sempre e comunque un po' legati, per questa ragione sono tornata un po' indietro nel tempo leggendo la tua storia e mi ha fatto davvero, davvero piacere. |
Ciao cara! Che triste questo capitolo.. la storia di questi due dolci bambini mi mette un'amarezza assurda, e direi che per sortirmi quest'effetto non può che essere stata scritta bene. Mi è piaciuto il modo in cui hai inserito il cane, Anderson e Stamford; sicuramente ognuno di essi è ben predisposto per la parte che hai dato loro. Anche la Adler, comunque, perché pure a me non sta molto simpatica e ce la vedo bene a fare la bastardo col suo frustino del cazzo. :P Ogni volta che leggo delle sevizie mi si stringe il cuore, ma mi piace che Sherlock riesca a farsele scivolare addosso se sa di avere John al suo fianco. Che carini! Beh, mi è piaciuto molto questo capitolo. Attendo il prossimo! Un bacio ;) |
In questo capitolo mi hanno colpito le tue riuscite operazioni d' "innesto" per cui ritrovo l'angosciosa scena della provocazione a John ( ma, soprattutto, a Sh) da parte di Magnussen ad Appledore vista in HLW, stesso personaggio disgustoso, stesso coraggioso, comportamento di Watson. Anche qui Sh interviene per difendere il suo prezioso amico, mettendo a rischio se stesso. Poi c'è Redbeard, quando ancora credevamo fosse un cane, che viene da te inserito nella storia con coerenza con il contenuto ed interessanti potenzialità future. Il ritratto, che vai completando di Irene, la caratterizza come una donna davvero rivoltante, tanto sei riuscita a trasmetterci la sua perfidia e la sua gratuita cattiveria; davvero è difficile raccontare e leggere tanta cattiveria soprattutto nei confronti di ragazzini sventurati. |
Dickens è un autore che mi ha sempre affascinato con la sua capacità di raccontare i sentimenti umani in particolareggiate rappresentazioni di una Londra a volte spietata ma vera, e ritrovo qui da te un’eco piacevole di quel mondo fatto di piccoli, grandi eroi. Mi è ritornata in mente anche una delle Serie da me preferite, “Ripper Street” ambientata, però, in un’epoca diversa. Mi è piaciuta la trasposizione, in tal senso, di “Sherlock” BBC, i cui personaggi me li ritrovo, almeno per ora, addirittura in un orfanatrofio, che mi richiama, nel nome, l’inquietante Barts. Nelle varie figure che interagiscono tra loro, trovo delle caratterizzazioni che sembrano veramente ricercare l’IC, con esiti piacevoli, anche se, ovviamente, in contesti diversi e lontani dal 221b dei nostri giorni. |
Ciao, bentornata. :) Allora ancora non ci hai abbandonata, ed io son proprio contenta di ciò! Che dire, ci hai regalato una storia abbastanza particolare, direi che non ho mai letto di universi alternativi di questo genere finora ma l'ho apprezzato e mi è piaciuto alquanto. Credo che me li immaginerei così anche io, da bambini, comunque subito amici, anzi, capaci di legarsi in maniera ancora più semplice e facile. Due anime connesse in ogni tempo ed in ogni luogo. L'orfanotrofio della cattivissima Adler mi ha colpito molto come ambientazione, e secondo me hai caratterizzato molto bene anche i due infanti, senza nulla togliere anche a quel bastardo di Charles M. Son proprio curiosa di sapere cosa succederà ma povero Sherlock, con quelle manine distrutte! Son temi difficili da trattare, ma tu ci sei riuscita molto bene. Quindi brava, aspetto il secondo capitolo per comprendere dove vuoi andare a parare. Ciao :) |