Recensioni per
Mai fidarsi degli etero
di ImperialPair

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/09/20, ore 23:10

Buonasera cara, perdonami il ritardo ma il quotidiano mi sta letteralmente mangiando via l’anima. Oggi ho deciso di dedicarlo ad oltranza alle letture arretrate, e amo già il titolo che mi ha fatto davvero gola per poter leggere questa OS. Partecipa inoltre a delle attività inerenti allo slash, tipo di pairing che amo affrontare e riscontrare in altri autori. Eccomi qui dunque, si comincia! Caspita che caratterino il protagonista, lo ammetto: è uno che non le manda di certo a dire, sembra emotivo e facilmente coinvolgibile in storie d’amore che vanno a finire allo sfascio in poco o nulla. Ama l’amore e l’idea dell’amore, odia chi si è preso gioco di lui – questi benedetti ragazzi che infine sono stati con lui solamente per “provare”, per togliersi uno sfizio probabilmente. E come dargli torto? Batoste simili fanno male, omosessuali di nome ma dubito di fatto che si lasciano coinvolgere per poi riprendere altre direzioni. Lui ci soffre, tanto da abbandonare il soggiorno all’estero e tornarsene a casa. La madre ha mostrato sensibilità ma mi ha anche fatto capire come il ragazzo non sia ben capace di gestire le sue emozioni soprattutto con la famiglia, conscia comunque della situazione. La parte centrale e più importante è quella dedicata all’incontro con l’ex ormai, che fa comprendere quanto il protagonista sia ben lontano dal credergli ma infine disposto a dare una ultima possibilità.
infine ha ceduto dunque, ha dato retta a tutto quel insieme di sensazioni che ha caratterizzato la sua storia con lui, e chissà che ne sarà di loro? Sembra amore vero, di quello coinvolto e coinvolgente, amore che lascia speranza. Amore che potrebbe continuare. Hai dato un mix di emozioni, passando per la negatività, la delusione, il dolore e la rabbia, per poi arrivare a un loro risvolto positivo con finale aperto. Hai creato uno sfondo di trama che da un’ambientazione a tutto questo, cosicché i personaggi non girino in un vuoto bianco e anonimo; il coinvolgimento del quotidiano del ragazzo, il viaggio all’estero per passione da cui poi deriva un lavoro, mi piace.
La storia necessiterebbe di una revisione per certe parti, correzione di frasi con refusi e costruzione, ma nulla che non possa essere effettuato con una riletta rapida. La carta vincente? Il protagonista che non cede fino alla fine, non si perde in moine, non scappa di nuovo per raggiungere il famigerato ex ragazzo: tiene testardamente fede al suo pensiero, così da renderlo più umano e meno perfetto, esattamente come le persone vere.
È stato un piacere leggere questo tuo ultimo aggiornamento, alla prossima cara, buona notte e buona ispirazione! :3

Recensore Master
14/09/17, ore 21:40

Sesta classificata
Mai fidarsi degli etero
di AtobeTezuka











Grammatica: 4/10

Considerando che la storia, per quello che c’è scritto nelle note, è betata, tutti questi errori mi hanno sconvolto. A parte quelli di distrazione che si sarebbero potuti facilmente evitare con una buona lettura, ci sono gravi errori di sintassi: molti dei complementi sono introdotti dalla preposizione sbagliata, che ne cambia totalmente il significato e spezza il legame sintattico dei sintagmi; anche gli errori di punteggiatura presenti incidono sulla sintassi, poiché fai il gravissimo errore d’inserire la virgola tra soggetto e predicato. Infine ci sono gravi errori di tempo e modo verbale.
Come tu stessa puoi vedere, il punteggio in grammatica è proprio al limite di ciò che accettavo. Di seguito ti segno tutti gli errori che ho trovato.

Alla fine, ognuno di loro, non solo l’avevano lasciato, ma il fatto che più lo doleva; è che nessuno aveva tenuto fede a quelle parole. → -0.5 (Ti riporto la frase corretta: Alla fine, ognuno di loro non solo l’aveva lasciato, ma il fatto che più gli doleva era che nessuno aveva tenuto fede a quelle parole)
Loro erano etero ed erano ed era stato solo un passatempo → -0.2 (“ed erano” va tolto perché non ha senso)
per tutto il tempo si fossero preso (si fossero presi)
Il peggiore di tutti loro, poteva essere definito → -0.8 (questo errore lo commetti in tutto il testo, quindi lo segno con una penalità generale. Devi togliere la virgola tra soggetto e predicato)
il ragazzo che gli aveva fatto più male dei suoi ex. → -2 (penalità generale. Errore grave che commetti in tutto il testo. La frase corretta è: […] più male tra i suoi ex)
erano quelle due frasi con che aveva dato inizio alla loro storia → -0.2 (erano quelle due frasi che avevano dato…)
l’unica cosa che non avrebbe mai ferito il suo cuore, era il cibo. (togli la virgola)
era partito fino in l’Italia (in Italia)
era partito fino in l’Italia e ampliare i suoi orizzonti gastronomici (per ampliare i suoi…)
gli odori intrisi su quelle padelle erano capaci di cancellare tutta la sua sofferenza; i vari ingredienti amalgamati in quei tegami, ricucivano a ricucire tutti i cocci risanando il suo organo ferito. → -0.1 (togli la virgola prima di “riuscivano”; tra l’altro c’è un errore di battitura)
Non voleva rammentare al suo ex (il suo ex)
il ventitreenne che si era preso gioco da lui fin dal principio (di lui)
In quel momento il giovane cuoco non avrebbe mai immaginato cosa Simone avesse organizzato → -0.2 (aveva organizzato)
era essere disturbato, mentre era intento a preparare i suoi deliziosi manicaretti Italiani → -0.2 (togli la virgola, spezza il legame sintattico)
«Digli di aspettare!». urlò il ventunenne sperando che dalla sala, l’italiano potesse udire la sua voce. → -0.2 (il punto prima di “urlò” va tolto. Inoltre la virgola va messa anche dopo il “che”, per chiudere l’inciso)
No, va a sentire cos’ha da dirti, è venuto da Roma fino Tokyo solo per te (a Tokyo)
venendolo avrebbe lacerato → -0.1 (vedendolo)
Cos’avevano quegli occhi verdi dell’italiano? → -0.2 (o metti “cos’avevano quegli occhi verdi?” o metti “cos’avevano gli occhi verdi dell’intaliano” Io opterei per la prima)
Credo di essere Gay → -0.1 (“gay” va scritto in minuscolo)
lasciandolo per quel ragazza → -0.1 (quella)
man a mano → -0.1 (mano a mano)
Magari dirgli tutto quello che sentiva, avrebbe potuto aiutarlo. (togli la virgola)
Dicevi di amrmi → -0.1 (amarmi)
È stata lei a baciare non me, io non ero affatto → -0.2 (a baciarmi, io non…)
«Taci! Simone a me basta averti visto». → -0.2 (Simone, a me basta…)
L'italiano non meritava il suo perdono. → -0.1 (l’italiano)
I sentimenti che provava per Simone non dovevano prendere il benché minimo sopravvento, altrimenti sarebbe tutto finito e non voleva che l’italiano l’avesse vinta. → -0.2 (metti un punto-virgola dopo “finito”)
come potresti minimamente essere interessato a uomo (a un uomo)
se non avrebbe superato le sue aspettative, lo avrebbe rispedito a Roma con i propri calci → -0.2 (se non avesse superato…)
ma sperava con tutto il sé stesso (con tutto se stesso)


Stile: 4/10

È stato difficile dare un punteggio allo stile di questa storia, perché essenzialmente non ho trovato molti elementi che ne definissero uno ben specifico. Sicuramente una grande penalità è stata data dall’uso errato e smodato dei due punti e del punto-virgola, usati in modo casuale e laddove non erano necessari. Ti ricordo che entrambi vanno usati in casi molto specifici:

i due punti hanno la funzione di spiegare, chiarire, dimostrare quello che è stato affermato nelle frasi precedenti. Si trovano dunque a introdurre:
– una dimostrazione, la conseguenza logica di un fatto, l’effetto di una causa
– una frase con funzione di apposizione della precedente
– una battuta del discorso diretto
– un elenco di vario genere
Per gli elenchi si deve stare attenti: se l’elenco è formato dal soggetto o dal complemento oggetto della frase, i due punti non si devono usare; mentre vanno usati se la stessa frase è resa con un’apposizione

Il punto virgola, invece, va usato nei seguenti casi:
– Può separare tra di loro due o più proposizioni coordinate e per questo si rivela utile nei periodi lunghi e complessi
– Si usa, inoltre, nelle enumerazioni e negli elenchi di elementi costituiti da parole accompagnate da un’apposizione
– Il punto e virgola si usa, infine, al posto della virgola quando si vogliono evitare fraintendimenti o creare particolari effetti stilistici

Manca una narrazione. Praticamente, tolta una frase messa al passato remoto che indicava un’azione, l’intero testo è scritto usando il tempo imperfetto. Questo denota che non c’è intreccio né un bilanciamento tra le parti; ma che hai sfruttato solamente i pensieri del personaggio, che l’autore sbandiera in faccia al lettore in modo ossessivo. L’altro problema, infatti, è che l’intero testo è formato da un solo concetto ripetuto fino alla nausea: il tradimento di Simone e il malessere di Ryouta. Anche le descrizioni sono inesistenti, non ti soffermi mai a descrivere l’ambiente (e una cucina, un ristorante, va bene, ma questo non mi dice assolutamente niente) né – cosa peggiore secondo me – i personaggi. Persino i dialoghi sono ripetitivi e privi di caratterizzazione un po’ estremi.
Ti segno anche un problema di capoverso:

- «È stata lei a baciare non me, io non ero affatto…». Non voleva fargli lasciare finire la frase, non meritava nessuna forma di rispetto.
«Taci! Simone a me basta averti visto».
«Lasciami finire almeno di parlare». Non voleva sentire le sue scuse, L'italiano non meritava il suo perdono.

Dopo la battuta di Simone, tu metti i pensieri di Ryouta, ma è assolutamente sbagliato. Il modo corretto di procedere è questo:
- «È stata lei a baciare non me, io non ero affatto…».
Non voleva fargli lasciare finire la frase, non meritava nessuna forma di rispetto. «Taci! Simone a me basta averti visto».
«Lasciami finire almeno di parlare».
Non voleva sentire le sue scuse, L'italiano non meritava il suo perdono.

Inoltre usi in modo errato il “?!”. Quelle che seguono sono semplici domande, fatte con lo scopo di avere una risposta, oppure non averla, ma non hanno nessuno elemento esclamativo o di sorpresa o di sconvolgimento, quindi va usato il semplice punto interrogativo.

- «Perché sei venuto qui?!».
- «Per cosa? vuoi illudermi di nuovo?!».

Detto tutto questo, io credo di aver percepito comunque un’idea che volevi infondere in questa storia. Lo stile, ma più che altro il modo in cui hai gestito i personaggi, mi hanno ricordato un po’ l’enfatizzazione che viene resa in un anime. Infatti, negli anime i personaggi tendono a essere molto marcati, i dialoghi espressi in maniera semplice e a volte ripetitiva, ogni cosa risulta essere eclatante e mostrata con espressioni esuberanti e esagerate. Ecco, io ho intravvisto questi nei tuoi personaggi: ogni cosa è stata estremizzata per renderla in maniera “manga/anime”. Il problema però è stata la resa, che è risultata vuota e malamente strutturata.


Originalità e trama: 4/10

L’originalità, proprio per quell’idea che ti ho detto sul legame “anime/manga” c’è, in un certo senso hai voluto creare uno stile marcato, reso estremo da certe movenze o azioni, ma manca purtroppo tutto il resto. Proprio per quegli elementi che ti hanno penalizzato sullo stile, io ti dico che non c’è un intreccio in questa storia, ma, cosa peggiore, non c’è trama.
Non basta ripetere continuamente “mi tradiscono tutti” e “gli etero non sono affidabili e non cambiano mai” per creare una storia. Tu avevi un’idea, una specie di bozza, ma non l’hai sviluppata. Potevi usare diversi espedienti, invece ti sei limitata a ripeterti per tutto il tempo. Potevi usare dei flashback per mostrarci l’accaduto che ha sconvolto il personaggio; avresti potuto creare una panoramica degli ambienti, dei pensieri contrastanti nei personaggi; avresti potuto sfruttare più scene, uno sfondo, anche più POV per dare una chiarezza alle dinamiche. Ma non c’è nulla di tutto questo.
Hai iniziato con un discorso del passato, con il momento in cui Ryouta comunica a suo cugino di voler tornare in Giappone (come una voce fuori campo che scorre sullo sfondo del presente, proprio come accade negli anime). E questo andava bene, poi però ti sei presa nell’anonimato.
La tua storia offre solo un personaggio che soffre terribilmente per il tradimento, che è ritornato nel ristorante della sua famiglia, in Giappone e che si ritrova a dover rivedere Simone, il suo ex, quello che gli ha spezzato il cuore. Dopo non si sa quanto tempo di continui botta e risposta con la madre, sempre uguale a se stesso, si decide ad affrontarlo e inizia lo scontro tra i due, dove tutto si ripete esattamente con gli stessi concetti e le stesse parole che esprimi nell’introspezione costante e ripetitiva. La conclusione, molto leggera e “animata” anche questa, dà una visione molto generale di quello che doveva essere un momento da strappare il cuore per la sua tenerezza.
L’angst che tu hai annunciato è praticamente inesistente, talmente leggero e superficiale che io non lo considererei tale.


Titolo e impaginazione: 5/5

Il titolo è inerente con il testo. Ricalca molto bene quello che è il cruccio di Ryouta, il fulcro della sua rabbia e del suo dolore, ovvero innamorarsi di uomini etero che si rivelano a caccia solo di una storia/novità.
Inoltre possiede quella autoironica che si lega molto bene alla leggerezza/anime della storia.
L’impaginazione è semplice, ma possiede il testo giustificato, quindi risulta pulita e ordinata. La lettura scorre visivamente bene.


Caratterizzazione dei personaggi: 5/10

Tre personaggi, non contando Masayuki, del quale non si sa proprio niente se non che è il cugino del protagonista e che probabilmente vive in Italia ed è amico di Simone.
Tutti e tre i personaggi – Ryouta, la madre di questo e Simone – non presentano minimamente delle caratteristiche fisiche, e questo è un errore grave quando si deve creare una storia. È molto importante che il lettore possa figurarsi, anche a grandi linee, i personaggi del racconto che legge. A parte la loro età – che continui a ripetere ossessivamente – e il colore dei loro capelli, non sappiano niente; addirittura, neanche queste informazioni sappiamo della madre. Questo rende i personaggi mere figure di cartone da muovere come marionette, con la voce del burattinaio che in falsetto dà voce a tutti loro. E anche questo è il secondo problema.
I personaggi non hanno carattere né personalità. Sembra che l’estremizzazione e la disperazione di Ryouta colga pure gli altri due. Tutti parlano con lo stesso registro linguistico, non sono presenti elementi – modi di fare, di dire, gesti o quant’altro – che li distinguano; e questo ti costringe a ricorrere in continuazione al soggetto per identificarli, cosa che non sarebbe necessaria – potresti usare quello sottinteso – se potessi sfruttare una buona caratterizzazione.
La madre è la tipica madre, descritta come preoccupata per il figlio e intestardita a farlo parlare con l’italiano. Altro non si può dire: è un guscio vuoto di cui si vedono i fili.
Simone ha fatto la pazzia tipica degli innamorati: è volato dal suo amore per chiarire il malinteso. Di lui almeno dai alcuni connotati: gli occhi verdi e lo sguardo luminoso che, però, adesso è spento per il dolore che prova.
Ryouta riempie la scena, perché è il protagonista. La sua personalità risulta debole e infantile, esasperata dal suo autocommiserarsi, dai suoi pensieri sempre uguali e dal dolore enfatizzato che la rottura e il tradimento hanno provocato in lui. Avresti potuto condirlo in tutti i modi, sfruttare il suo essere cuoco per dare uno sfondo anche alla sua anima, che però risulta asciutta e priva di condimento. L’unica cosa che possiamo sapere di lui è l’amore che ha per la cucina e la meticolosità e venerazione con cui prepara i suoi piatti. Un elemento carino che, però, è stato lasciato solo a caratterizzare un personaggio troppo debole per attirare l’attenzione del lettore.


Gradimento personale: 2/5

Sinceramente ho faticato a trovare delle note positive. Il fatto poi cha la storia sia betata non aiuta, e non perché hai usato un beta (io accetto i beta) ma perché la storia si presenta un disastro anche se è stata “corretta” da una seconda persona. Tra le altre cose, però, è l’assenza di una trama coinvolgente e di personaggi in cui immedesimarmi che mi ha annoiato.
L’originalità che avresti dovuto sfruttare di più, secondo me, è proprio questo effetto anime (scusa, mi rendo conto che forse è solo nella mia testa e che te l’ho ripetuto fino alla nausea). Non ho mai letto una storia così, con una vena di sottofondo teatrale ed esagerata, che si discosta molto dall’effetto realismo, ma che porta note fresche a un tipo di narrazione predominante in Italia. Ecco perché mi è dispiaciuto ancora di più il fatto che non è stata sfruttata appieno.
Una storia simile, comunque, con una trama e una narrazione così limitata sarebbe andata bene per una flash; in una one-shot il tutto sembra esser stato annacquato, lungato con ripetizione per raggiungere un conteggio di parole sufficienti. Peccato davvero.

Punteggio: 24/50

Nuovo recensore
19/07/17, ore 21:42

Recensione per i "1st National Teen Slash Awards"

Titolo: 1.5/2

Un titolo piuttosto okay, non molto profondo. Voglio dire, tra i generi inseriti hai messo "Angst", però il titolo è molto ironico, scherzoso. Ho letto nelle note che si ispira a un romanzo, ma facendo alcune ricerche su Internet mi sembra un romanzo Harmony, tutt'altro che Angst. C’è da dire poi che è collegato alla trama e ne assume l’essenza, quindi fa il suo compito.
 
Grammatica: 2/6
A me dispiace anche, soprattutto perché da quel che ho capito è una storia betata, ma già dalle prime righe si notano alcuni problemi a livello di sintassi, stile e grammatica. Avevo inizialmente deciso di correggere l'intera storia, ma dopo la prima pagina ho contato circa 20 errori, alcuni più gravi di altri, ma che mi sono preso la briga di segnarti. Non voglio sembrare irrispettoso, ma la lettura rallenta proprio perché certe frasi non sono chiare e ho preferito cercare di ignorare gli errori e lo stile piuttosto acerbo e a tratti confuso per salvare il possibile, il che ha sicuramente influenzato il punteggio anche per quel che riguarda lo stile. Nel tuo caso, posso dire che è come se avessi unito i due parametri perché ho trovato problemi non indifferenti in entrambi. Nella prossima classe ti allego gli appunti da beta reader che ho fatto sulla prima pagina, ma mi sono rifiutato di spendere troppo tempo a correggerti tutta la storia perché mi sembrava anche scorretto rispetto ad altri partecipanti che hanno curato di più la forma della loro storia.
 
Stile: 3/6
"Alla fine, ognuno di loro, non solo l’avevano lasciato" - ognuno è singolare, inoltre c'è una virgola di troppo. (Correzione: “Alla fine, ognuno di loro non solo l’aveva lasciato, ma il fatto che...” o, ancora meglio, “Alla fine, tutti loro l’avevano lasciato, ma il fatto che...”)
 
",ma il fatto che più lo doleva; è che nessuno aveva tenuto fede a quelle parole." – togli il punto e virgola, dato che la frase continua sullo stesso argomento.
 
“Loro erano etero ed erano ed era stato solo un passatempo” – continuo a non capire questa frase anche rileggendola più volte. L’interpretazione più corretta che penso di avere è che, non essendo gay dichiarati, i suoi ex consideravano il protagonista un passatempo. E’ comunque una frase poco chiara e abbandonata a se stessa
 
“Credo di essere Gay” – gay va minuscolo
 
quelle frasi cosa volevano dimostrare se non che per tutto il tempo si fossero preso gioco di lui?” (correzione: “Cosa volevano dimostrare quelle frasi se non che per tutto il tempo di fossero prese (se ti riferisci alle frasi)/presi (se ti riferisci ai ragazzi) gioco di lui?”
 
il ragazzo che gli aveva fatto più male dei suoi ex.” – non l’ho contato errore, ma penso che “tra i suoi ex” suoni meglio, se non direttamente “l’ex che gli aveva fatto più male tra tutti”
 
erano quelle due frasi con che aveva dato inizio alla loro storia.” – che avevano dato (se ti riferisci alle frasi)/con cui aveva (se ti riferisci a Simone)
 
Si era voluto fidare di quelle parole, ma a nulla erano servite” – ”era servito”, dato che penso intendessi “non è servito a nulla fidarsi”. Inoltre, prima del “Si”, aggiungerei il nome del protagonista, perché il paragrafo prima si riferisce a un altro personaggio.
 
non poteva cambiare il suo orientamento sessuale nemmeno con il pensiero.” – grammaticalmente corretta, ma ti consiglio di cambiarla (se non rimuoverla direttamente). Sembra tu voglia dire che lui è l’eccezione alla regola e che chiunque altro possa cambiare orientamento sessuale con la mente. Sono sicuro che è stata una ingenuità, quindi non l’ho contato come errore.
 
l’unica cosa che non avrebbe mai ferito il suo cuore, era il cibo.” – virgola di troppo
 
Essere cresciuto in un ristorante a conduzione familiare, al giapponese aveva fatto nascere fin da subito una passione per il mestiere dei genitori” – invertirei l’ordine, oltre a mettere il soggetto all’inizio (correzione: “Il giapponese, essendo cresciuto in un ristorante a conduzione familiare, nacque fin da subito con una passione per il mestiere dei genitori”)
 
Essere cresciuto in un ristorante a conduzione familiare, al giapponese aveva fatto nascere fin da subito una passione per il mestiere dei genitori, per questo all’età di diciannove anni era partito fino in l’Italia e ampliare i suoi orizzonti gastronomici, viaggio che lo aveva tenuto fuori dalla sua patria per due interi anni.
“ - questa è una frase intera. Sono quattro righe. La prima parte te l’ho già corretta sopra, metti un punto subito dopo. E aggiungi “A diciannove anni, Ryouta era partito per l’Italia/aveva viaggiato fino all’Italia per ampliare i suoi orizzonti gastronomici”. Poi un altro punto, per creare un ritmo e non lasciare il lettore col fiatone. “Un viaggio che lo aveva tenuto fuori dalla sua patria per due anni interi” – due interi anni mi suona strano, ma non penso sia un errore.
 
il suo cuore spezzato. gli odori intrisi” – o metti il punto e virgola o lasci il punto ma metti la maiuscola
 
ricucivano a ricucire” – penso intendessi “riuscivano a ricucire”
 
ricucivano a ricucire tutti i cocci risanando il suo organo ferito.” – cocci di cosa? Lasciato così non ha senso. Se ti riferisci al cuore, basta cambiare “risanando il” con un semplice “del” (correzione: “riuscivano a ricucire tutti i cocci del suo organo ferito”). Aggiungo inoltre che, invece di ricucire i cocci, sarebbe meglio usare un verbo più consono, come riunire o raccogliere.
 
La pugnalata di Simone non era ancora del tutto guarita, infatti, il dolore...” – (correzione: La ferita lasciata dalla pugnalata di Simone non era ancora del tutto guarita; infatti, il dolore...)
 
disse fra sé e sé il giovane cuoco impegnato a sminuzzare le cipolle che di lì a poco avrebbe soffritto nella padella al suo fianco.” – troppo lunga e confusa, non c’è neanche una virgola (correzione: “disse fra sé e sé il giovane cuoco, impegnato a sminuzzare delle cipolle”). Alla fine, i dettagli della ricetta sono secondari e facilmente sacrificabili per una frase più ordinata.
 
lacrima fuoriuscì” – fuoriuscire non è il miglior verbo per parlare di una lacrima che “attraversa il suo volto” o “scende per la sua gota”. Fuoriuscì non è molto consono, crea disarmonia nell’immagine che vuoi creare.
 
non perché fossero irritati per via del bulbo, ma erano i ricordi a fargli male” – correzione (“non perché fossero irritati per via del bulbo: erano i ricordi a fargli male”)
 
Simone lo aveva baciato la prima volta proprio mentre era intento ad asciugare una di quella gocce che non fu capace di trattenere per colpa di quell’ingrediente estremamente irritante” – troppo lunga, zero virgole (correzione: “La prima volta che Simone lo baciò era proprio mentre Ryouta era intento ad asciugarsi una lacrima, causata da quell’ingrediente estremamente irritante” o qualcosa del genere)
 
Non voleva rammentare al suo ex” – rammentare è la versione elegante e posh di “ricordare”, ma deve comunque seguire “il”, non “al”. Dato che “Ryouta non voleva ricordare IL suo ex”, non è che “Non volesse ricordare qualcosa AL suo ex.”
 
Sé stesso – se stesso, non te lo conto come errore perché c’è una guerra tra mondi sull’accettare la versione che hai usato o meno, ma ti assicuro che se usi “Se stesso” sei al sicuro.
 
“«Simone perché mi hai fatto questo?!».” – dici che vuole dimenticarlo e cose così, di quanto è furioso ecc. Questa frase, piazzata a caso in un momento introspettivo, spezza la magia.
 
“cosa Simone avesse organizzato” – (correzione: “Cosa avesse organizzato Simone”
 
Mi fermo qui, ma ce ne sarebbero molti altri andando avanti con le pagine. Rispetto il tuo lavoro e la tua beta, ma mi permetto di mettere in dubbio le vostre abilità di correzione, perché alcuni sono propri refusi ed errori di distrazione. Si parla di un contest su EFP, okay, non è il premio Strega, ma devi pensare che io ho dovuto spendere un’ora solo per selezionare e correggere i tuoi errori nella prima pagina.
 
Trama e originalità: 3.5/8
Dialoghi finti, troppo dettagliati. Nella realtà il dialogo tra la madre e il figlio non sarebbe avvenuto così, idem per quello tra Simone e Ryouta. Anzi, non sarebbero proprio successi. La regola dello “Show, don’t tell” vale in particolar modo quando ci si trova a narrare conseguenze di azioni di per sé poco credibili (Tokyo – Roma per un ragazzo? Okay che si amano anche se Ryouta è stato cornuto, ma ti ricordo che per far capire al lettore la storia tra loro due hai impiegato una pagina: metà di essa spiegava come Ryouta ha un debole per gli etero e come Simone si sia rivelato “uno dei tanti”, quindi capisci che il tutto si rivela alquanto incoerente già dalla seconda pagina, partendo dall’azione folle di Simone alla reazione schizzata di Ryouta, che cambia idea e stato d’animo letteralmente ogni cinque righe).
Anche in questo caso, trama, originalità e personaggi rientreranno in una breve spiegazione qui e in un elenco di appunti nel parametro successivo.
La trama in sé è piuttosto banale: si amano, uno è etero e non vuole che la gente lo sappia, uno dei due viene cornuto e piange, litigano, il traditore torna e professa il suo amore infinito, tornano insieme, si amano. Se penso a tutti i film e libri LGBT (ma anche alcuni Young Adult alla John Green) che ho letto, moltissimi peccano di una trama simile, ma almeno provano a cambiare qualche dettaglio per rendere il tutto più credibile: c’è chi preferisce restare single anche quando l’ex torna, c’è chi è stato tradito per un altro ragazzo e non per una ragazza, c’è chi la mette sul ridere, chi pianifica una vendetta, chi torna dall’ex ma prova un che di agrodolce, ecc...
Come effetto sorpresa tu hai inserito un viaggio tra Roma e Tokyo, che rende la fiction surreale, quasi alla Christian de Sica: assolutamente fuori luogo, dato che conosciamo i personaggi da nemmeno 1000 parole.
I personaggi principali sono due tipiche macchiette da fanfiction: Simone non ha tratti particolari o unici che lo rendano riconoscibile, Ryouta si salva giusto per il background della cucina e la storia delle cipolle, che avresti comunque potuto trattare meglio.
Sarò più specifico qua sotto.
 
Caratterizzazione personaggi: 1.5/4
 
Dialogo madre-figlio:
L’intero dialogo, oltre 300 parole, è un controsenso, oltre che ripetitivo. “Devi smetterla di tenerti tutto dentro, devi parlarne a me e a tuo padre, però vai da Simone ora che cucino io per te”.
Ho capito che i punti salienti erano due: “Parla con Simone che è venuto fino a qua per parlarti” e “Devi sfogarti con noi per stare meglio”. Li hai ripetuti in tre modi diversi, ma sono comunque le stesse frasi e gli stessi concetti per mezza pagina.
 
Reazione Ryouta al ritorno di Simone:
Lui piange da secoli per questo ragazzo, lo ama, si chiede perché è stato trattato così male da lui... però lo manderebbe a quel paese senza sentire una giustificazione? Capisco quanto una rottura possa essere confusionaria, ma un minimo di spessore caratteriale (soprattutto in un racconto breve di 2000 parole, in cui è difficile legarsi ai personaggi) è necessario. Ryouta (e pure Simone) sembra un ragazzino viziato e infantile che si atteggia come sicuro dei propri mezzi ma che in realtà è completamente indeciso a livello psicologico.
 
“Sgualdrina”:
Hai usato due volte questo termine, la prima volta in modo errato, la seconda in modo passabile.
1) “Frequentava sia lui sia quella sgualdrina  e questo lo rendeva un vero bastardo.”
Sei un narratore esterno, non puoi dare giudizi simili a personaggi che hai introdotto appena. Inoltre, perché sarebbe lei la sgualdrina e non lui? E’ sessista, soprattutto perché non sappiamo niente di lei se non che è una ragazza e che è l’ex di Simone (riguardo al fatto che sia stata lei a baciare Simone, cosa ne possiamo sapere? Magari Simone mente per pararsi il culo, e comunque quel termine l’hai usato molto prima che si sapesse che era l’ex dell’italiano e non una tizia qualunque, quindi “sgualdrina” e similari sono assolutamente da rimuovere quando parli da narratore esterno, almeno a mio parere).
2) «Dicevi di amrmi, ma al tempo stesso uscivi con quella sgualdrina: credi che io non ti abbia mai visto mentre la baciavi: quella è una prova più che ovvia!»
Lasciando perdere quel “amrmi”, qui l’uso di “sgualdrina” va bene perché Ryouta è ovviamente arrabbiato e ha il suo parere sulla ragazza. Un parere sbagliato, ma comprensibile e che dà qualche informazione sul profilo psicologico di Ryouta.
 
“Era solo la mia ex”
L’idea della ex di Simone non è affatto originale, è la tipica cosa da film americano che non succede quasi mai nella realtà. Inoltre, hai passato tutta la OS a dire come Simone fosse l’ex di Ryouta, quindi che senso ha dire “era SOLO la mia ex” se l’intera fic si basa sul ritorno di fiamma e sul perdono di un ex?
 
Etero?
Hai frequentato solo ragazze prima d’incontrare me, come potresti minimamente essere interessato a uomo?».
Avrei potuto chiudere un occhio se Ryouta fosse stato dipinto come un ragazzino ingenuo, ma da quel che dici è sempre stato con ragazzi “presunti etero”, quindi dovrebbe sapere benissimo che ci sono etero che vanno anche con gli uomini. Tant’è che poi dice “sono solo scuse”. In pratica, passa dalla sorpresa all’arroganza in letteralmente quattro righe.
 
Roma-Tokyo
L’hai ripetuto nei dialoghi almeno quattro volte. Non hai nemmeno provato a definire il viaggio attraverso i continenti o almeno le nazioni, no. Sempre e comunque “Roma-Tokyo”, fino a farlo diventare ridondante.
Stesso discorso per quel che riguarda “l’aveva ferito più di tutti i suoi ex.”, è una frase che ti sei portata dietro dall’inizio alla fine.
 
Flashback
“Il primo bacio mentre, a casa di Masayuki, preparava quella frittata con le cipolle; la loro prima volta, il giorno del compleanno di Simone con i mille dubbi del ventitreenne, incertezze che forse non aveva mai davvero nutrivo: era tutto un bluff!”
Bellissimi ricordi, ma noi lettori non ne siamo stati partecipi, quindi non possiamo legarci a loro. Erano ottimi ricordi che avresti potuto usare come flashback, giusto per creare una connessione più stabile tra il lettore e i personaggi, o togliere definitivamente per non lasciare l’amaro in bocca a chi sta leggendo.
 
 
Totale: 11.5/26
Giudizio finale: Mi dispiace molto doverti dare una batosta simile, ma non scherzo quando dico che ho avuto difficoltà a trovare elementi positivi da usare per creare una recensione bilanciata. Sfortunatamente, penso sia una one shot frettolosa, piena di errori ed ingenuità, personaggi vuoti, smielati e incoerenti e una generale assenza di originalità che mi han reso il lavoro di recensore particolarmente arduo. Spero tu possa apprezzare le mie correzioni e capire che sono stato il più oggettivo e obiettivo possibile, non è assolutamente niente di personale né tantomeno un modo per rovinarti l’umore.

Recensore Master
08/07/17, ore 15:53

Ciao^^
delicata e gradevole questa storia, complimenti! Mi piace molto il lieve tono ironico che hai conferito a tutta la faccenda.
Una storia di equivoci e forse anche tradimenti, tra gli esponenti di due etnie che più diverse non potrebbero essere: da una parte il giapponese, preciso, rigoroso e serio, dall'altra l'italiano, un po' cialtrone, un po' mascalzone ma capace di gesti estremi come andare da Roma a Tokio per recuperare l'innamorato perduto.
Ho letto che i personaggi apparterrebbero a un'idea per una long, ed effettivamente questa breve vicenda fa venire voglia di sapere di più su di loro.
Comlimenti!^^