Di rado mi è capitato d'incappare in un testo con un tale significato allegorico e di rado (troppo di rado) mi è capitato d'incappare su efp in un testo la cui prosa sia a questi livelli. C'è una certa epicità biblica nella tua narrazione e, forse la mia passione per l'altisonante, forse la mia abitudine ad avervi a che fare in qualità di accanita lettrice di Tolkien e simili, mi ci fanno sguazzare con gioia.
Ho un solo consiglio concernente la prosa. No, consiglio non è corretto. Consiglio è troppo arrogante. E' solo una considerazione, una condivisione d'opinione riguardo all'ultimo paragrafo: "Fu quando Tutti stavano per cedere alla Disperazione che Speranza parlò. Li rassicurò dicendo loro di non preoccuparsi, che non se ne era andata, ma che era rinata: era entrata dentro ognuno di loro, dentro i loro cuori, così che non li avrebbe mai abbandonati, e che se mai un giorno avessero avuto bisogno di lei non avrebbero dovuto far altro che cercarla dentro di sé", in cui il trionfalismo che con tanta maestria hai gestito nel corso del testo sembra venire un po' meno a causa della ripetizione di svariati "che" e di frasi dalla composizione grammaticale meno ricercata. Questo è ciò che è balzato nella mente mentre riflettevo sulla frase: "Fu quando Tutti stavano per cedere alla Disperazione che Speranza parlò. Li rassicurò dicendo loro di non preoccuparsi, poiché non se ne era andata, ma/bensì era rinata: era entrata dentro ognuno di loro, dentro i loro cuori, così che non li avrebbe mai abbandonati, e se mai un giorno avessero avuto bisogno di lei non avrebbero dovuto far altro che cercarla dentro di sé".
Come ho già chiarificato, si tratta solo di una considerazione personale che espongo unicamente perché efp ne dà possibilità e un testo di questo stampo invoglia all'analisi e alla riflessione.
Detto questo, mi complimento con te e ti auguro buona fortuna per le future pubblicazioni. |