Recensioni per
In the desert
di Ladyhawke83

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
30/09/18, ore 11:58

Heylà!

Eccomi qui per lo scambio libero. Allora, parto col dire che ho dovuto spulciare un po' nel tuo profilo e non ne sono rimasta pentita, il tuo stile è semplice ed elegante ed ammetto che vorrei anche io riuscire a scrivere in quel modo! Amo da impazzire gli scenari di guerra e morte, ci sarà pur un motivo se ho preso l'iniziativa di leggere proprio questa storia.

Non ho trovato errori e la lettura era molto scorrevole, le riflessioni del soldato toccano davvero molto, soprattutto alla fine in cui si rivela essere un burattino che segue gli ideali di qualcuno che sta in 'Alto' e che non si fa scrupoli nel mandare sul campo uomini che rischiano la vita e che, a loro malgrado, si corrodono l'anima uccidendo come nulla fosse. È difficile scrivere di questi scenari ma lo hai fatto in modo sublime, potevo quasi sentire l'odore mettalico del sanque, la stanchezza e la fatica, la sabbia che si infila ovunque e l'immagine di quell'uomo chiuso in una stanza a subire i tormenti delle anime dei nemici. Davvero bella e ti faccio i miei complimenti, la citazione all'inizio poi, stupenda! 

Non appena avró tempo passerò ancora!

Alla prossima.

-Daph


(Recensione modificata il 30/09/2018 - 12:00 pm)

Nuovo recensore
23/10/17, ore 14:54

Ciao, eccomi mi per lo scambio a catena e scusami davvero tanto per il ritardo. Onestamente tra una cosa e l'altra l'ho dimenticato, perciò scusami ancora.
​Ho scelto questa os perchè amo il genere introspettivo e per di più mi aveva colpito che qui il tema fosse la guerra. Mi è piaciuta molto la tua riflessione. Anzi quasi concordo.

"La verità è che non ci sono mai vincitori, né da un lato, né dall’altro. Una volta che gli scoppi e le grida saranno cessate resteranno al suolo solo lunghe file di cadaveri, dolore e tante ultime cose non dette. Parole che muoiono sulle labbra, fuggendo via silenti come fugge via l’ultimo respiro dal corpo.​
Chi ha visto, chi ha combattuto, può dire che ci vuol coraggio a stare in mezzo a tutto ciò, ma poi alla fine ci si fa l’abitudine e il cuore, a poco a poco, indurito dall’orrore e dall’istinto di sopravvivenza, si fa più insensibile, sordo ad ogni richiamo alla razionalità."
Questo passo della storia mi ha colpito, perchè secondo me è terribilmente vera.
L'uomo che arriva a perdere quasi tutta la sua umanità pur di sopravvivere e che non si riconosce quasi più.
​"Questo sono io, un numero, un soldato che esegue gli ordini, ho un ruolo ben preciso, ma non sono che l’ombra di qualcosa che non sono più. "

E' interessante il modo in cui hai descritto tutto ciò. Mi piace il tuo stile e sei stata sicuramente molto brava, perciò davvero complimenti e alla prossima :*
​Anzi, scusami ancora per tutto il tempo che ci ho messo a farti arrivare questa recensione.
 

Recensore Master
16/08/17, ore 11:08

Ciao, piacere di conoscerti.
Trovo molto interessante questa tua riflessione sulla guerra. Sul fatto che essa costringa ad abbandonare quella serie di convenzioni e regole che chiamiamo umanità, sul fatto che porti a regredire allo stato bestiale e ci renda creature nude, che divorano il proprio cuore. Non c'è posto per i sentimenti, nella guerra che descrivi, forse non c'è più nemmeno una mente abbastanza evoluta da concepirli: rimane solo un istinto atavico, primordiale, che porta a sopravvivere a dispetto di qualsiasi cosa.
I sentimenti, se ricompaiono, se tornano dopo essere stati scacciati, non portano consolazione ma solo dolore, costringono ad elaborare ogni uccisione, a rivederla infite volte, attraverso un processo che coinvolge ogni senso. Mi è piaciuto molto questo tuo insistere sul gusto e sull'olfatto, ovvero i sensi dell'esperienza "reale", quelli più immediati e primordiali, ma soprattutto quelli che compaiono solo nell'esperieza reale, e che nessun resconto o documentario portà mai ricreare.
Una breve istantanea molto coinvolgente e suggestiva, complimenti^^

Recensore Master
14/08/17, ore 16:45

Eccome infine per lo scambio e questa volta ho puntato un po' sul sicuro quest os, perchè ultimamente sono affamata di original.
Dunque, il genere introspettivo mi piace, fa anche parte del mio stile narrativo quindi a maggior ragione mi ha interessato leggere qualcosa di tuo che lo rispecchiasse. Come ho letto in qualcuno dei commenti che ti sono stati lasciati, spicca il fatto che si tratti del monologo di un soldato immerso in questa guerra nel deserto di cui sta parlando. E' un contesto molto vago in effetti, non si capisce se questa guerra l'abbia voluta, se sia lì per un motivo, dove effettivamente sia questo deserto e perché, ma immagino sia dovuto al fatto che il focus sia posto soprattutto sugli effetti della guerra in sé.
Un interessante punto di vista.

Recensore Master
11/08/17, ore 21:39

eccomi per la catena....
mi sono concentrata pure con te su una storia a sfondo bellico..

bella, coinvolgente, con un punto di vista narrativo interessante...

è stata un ottima idea focalizzare su un soldato, un ragazzo che si trova suo malgrado coinvolto in quest'abominio.....

finalmente trovo uno spazio per le persone, e ben scritto, brava

Recensore Master
05/08/17, ore 16:16

Ciao!
Sono rimasta molto colpita da questa breve ma intensa storia che fa riflettere.
Si parla della guerra, che è una tematica che ci hanno servito in tutte le salse, ma non tutti riescono a parlare bene di qualcosa di così complicato. Tu invece sì.
Io mi ritrovo completamente d'accordo con quello che hai scritto, perché una guerra non é MAI giustificabile e non ci sono neanche vincitori. Al massimo ci sono sopravvissuti... Ma a che prezzo?
E sono pure d'accordo quando scrivi che la guerra rende in un certo senso meno umani. In fondo mi piace pensare che in principio l'essere umano sia stato creato per amare ma che poi qualcosa sia andato storto. Chissà se ho ragione o meno.
Perché poi avere degli ideali e seguirli è giusto, ma quando si sfocia in questo...bisognerebbe fermarsi un attimo e pensare.
Bella anche l'ultima parte del soldato, che si definisce solo un numero, in un certo senso una pedina in un gioco più grande di lui.
Veramente ben scritta, anche perché amo questo tipo di tematiche e tu l'hai resa benissimo.
Alla prossima ;)

Recensore Junior
31/07/17, ore 22:20

ciao, sono unannosenzapioggia, la ragazza dello scambio.
dunque, visto che mi hai dato libertà di scelta, ho scelto questa os perchè adoro il genere introspettivo e perchè mi ha incuriositò il titolo: non conoscendoti e non avendo letto altro di tuo, devo comunque ammettere che il tuo stile e la tua scrittura mi hanno rapito; l'argomento è importante, però non lo hai reso noioso e la lettura scorre davvero bene, senza intoppi ed in modo chiaro.
mi è piaciuta molto, complimenti davvero!!

ti saluto e spero di leggere di nuovo qualcosa di tuo in futuro!
un bacio,
Giulia

Recensore Master
25/07/17, ore 18:27

Ciao.
So bene che non dovevo recensire questa tua storia, però quando ho letto il titolo e l'introduzione, mi sono detta che era proprio un contesto crudo e amaro, mi sono un po' incuriosita e sono entrata a leggerla. Non mi sono per niente annoiata né ho trovato il testo troppo descrittivo. Mi sembra piuttosto una specie di monologo, dove qualcuno sta parlando e sta raccontando che cosa significa veramente combattere, ora non so se si riferisca alla guerra di un deserto quindi a un film o a una verità di un western, oppure una guerra in generale. Ad ogni modo, quello che hai detto è vero, purtroppo chi va in guerra non torna più se stesso. Né quando si tratta di militari, né quando si tratta di qualcosa che bisogna per forza fare come un tempo, perché io penso che la guerra sia uguale per tutti.
Che siano militari o poliziotti o carabinieri o gente normale a dover andare in guerra, io penso che partendo come un umano alla fine si torna come un animale. E ciò che dici, riguardo al fatto che per combattere bisogna mettere da parte tutti i sentimenti che si hanno avuto prima, così come il proprio cuore è vero. Sei riuscita a descrivere quello che potrebbe essere la guerra per te in questo caso per questa persona anonima, inserendo aggettivi e descrizioni molto crude e purtroppo realistiche, con uno stile molto complicato. Da un lato con frasi corte per andare direttamente al centro del contesto, e dall'altra parte hai utilizzato dei termini che sono molto tosti per appunto dare un quadro generale alla situazione che hai voluto inserire nella tua storia.

Penso che alla fine questo tuo scritto serva a tutti per ragionare su che cosa sia veramente andare in guerra, lasciando la famiglia e le persone che amiamo. E sono d'accordo con te che la guerra distrugge le convenzioni sociali creando cannibali assetati solo di dolore e di pensieri che uccidono gli altri.

Arriverò un po' in ritardo a recensire la tua storia, perché ci tengo a leggere qualche capitolo in più, non solo il 15 e il 16 o 17, mi piacerebbe andare avanti. Quindi per lo scambio sul gruppo, arriverò un po' più in là con i giorni.
Ti auguro una buona giornata per il resto, sperando che tu possa stare bene.
Au revoir

Recensore Junior
16/07/17, ore 23:49

Eccomi qui!
Come ti dicevo via Messenger, mi è piaciuta; è breve ma intensa, e penso che renda bene l'introspezione di un uomo abituato a fare la guerra, ma non per questo felice di farla.
Inoltre, mi sembra che descriva benissimo uno dei possibili sensi della poesia: l'abbrutimento, l'orrore di vedere in sé stessi una bestia e, al contempo, il senso di bisogno nel confrontarsi con il proprio cuore e con quello che lo rende così amaro.
Cercherò di fare un buon lavoro anche io!
Ci si rilegge presto (spero!),
Noruard.