Recensioni per
Friend or Fiend...?
di Child_of_the_Moon
Ciao, piacere di esere qui a leggere la tua storia! L'ho notata diversi giorni fa nella sezione e l'ho immediatamente inserita nella lista di quelle da recensire; questo perché ero assai incuriosita dal protagonista, il Pokémon Mimikyu, nonché dal tema trattato dell'amicizia. Inizio facendoti i complimenti per il titolo, il quale non è per nulla da sottovalutare: l'assonanza e il contrasto tra le due parole "Friend" e "Fiend" (rispettivamente, in italiano, "amico" e "mostro") permette di dar luce all'ambiguità e alle riflessioni della storia. L'ispirazione ad Undertale accennata nelle note, poi, ammetto che mi ha fatta apprezzare il tutto ancora di più! |
Ciao Typhlo, avevo letto la tua storia e mi ero rimpromesso di venirla a recensire... e quindi, anche se a distanza di due giorni, eccomi qua! Intanto vorrei dirti (non c'entra nulla con la storia in sè in realtà), ma in passato, quando non ero iscritto ad efp avevo letto un'altra tua storia ''così lontani eppure così vicini'' che ho riletto volentieri nuovamente appena scoperto il tuo profilo. Sono un vero e proprio Pokèshipper, decisamente incallito!... ma bando alle ciance, veniamo alla storia che hai scritto stavolta. Parto con il dirti che mi è piaciuto sia il titolo da te utilizzato sia l'immagine all'inizio del capitolo, molto azzeccata. In effetti, hai scelto il Pokémon che più di tutti si presta a questo tipo di narrazione riguardo l'importanza o, meglio, la necessità, di avere un amico al proprio fianco che come tu hai sapientamente descritto ci sorride, ci fa da albero maestro e ci sostiene, ci dà la sua spalla nei momenti di difficoltà, nei momenti in cui stiamo per barcollare o cedere. E così come nel nostro mondo anche nel mondo Pokèmon è fondamentale il legame profondo che si riesce ad instaurare tra allenatore e Pokèmon; purtroppo Mimikyu sente il bisogno di avere qualcuno al suo fianco per poter alleviare il suo dolore e i suoi travagli, ma non c'è nessuno accanto a lui ad alleviare le sue pene, non ha nessuno a cui poter donare il suo cuore. Insomma, la realtà è un'altra e questo è così tremendamente e tristemente vero. Hai usato parole calzanti, adatte alla situazione, un lessico semplice, vago, in alcuni punti, ma che riesce a coinvolgere il lettore a tal punto da far sì che questo si immedesimi nella sofferenza provata dal piccolo esserino. Espressioni come 'pianto disperato' o, ancora, 'canto distrutto dal dolore' mi sono molto piaciute e quindi desidero fartelo presente! Mi è piaciuta, inoltre, la scansione che hai saputo dare al racconto, i primi tre paragrafi che introducono l'importanza di avere un amico, riflessioni che sono significative e concrete, urgenti: in 'una richiesta d'aiuto tra le grida di chi schernisce, di chi deride, di chi odia' ho potuto percepire il dolore, la sofferenza, quasi condita da una vena autobiografica molto sentita. Le ultime due parti sono forse ancora più belle e più accorate, il sentimento viene spazzato via dalla mancanza di appigli e ci si ritrova soli, in un baratro, senza alcuna via d'uscita possibile. Non si riesce a dare una spiegazione alla disumana crudeltà e sembra quasi accettarla, rassegnato a vivere per sempre in un guscio, vuoto, arido. E il finale, anch'esso molto sentito, è sicuramente la degna conclusione per questa delicata, per la leggerezza con cui scorre, ma incisiva e significativa one shot, in cui si sente la speranza, di un cuore più volte frantumato, fatto a brandelli e portato via dal dolore, ma che comunque spera di essere colto con una carezza, con la dolcezza che fin ad ora non è riuscito a conoscere e, forse, non potrà mai avere il piacere di conoscere. Il grido è sicuramente forte, accorato e le ultime quattro semplicissime parole fanno da chiusa ad una shot davvero ben strutturata, calibrata in tutte le sue parti e che sicuramente porta con sè dei messaggi importanti, attuali. Inoltre, non ho trovato nè errori di ortografia nè di grammatica, la sintassi è buona e fluida, scorre. Buona la scelta anche se da me quasi mai condivisibile, di separare la storia quasi in delle strofe utilizzando, poeticamente parlando, una sorta di anafora. Apprezzabile inoltre la scelta di utilizzare il corsivo per alcune espressioni o vocaboli a cui hai voluto dare maggiore risalto. Prima, con un'epifora alla fine delle tre ''strofe'' e poi quello stacco netto, quasi perfido in cui riassumi che tutto ciò detto sopra è solo mera illusione, niente più che un'immagine illusoria a cui si può, nel caso del Pokèmon ma non solo, anelare. Anche se come dicevo prima, serpeggia nel finale una leggera e tenue speranza che spero non sia solo io a dipingere... si sente! Bene, quindi il lavoro mi è piaciuto e merita una bandierina verde, bandierina che non sono solito mettere! Ti saluto, alla prossima, |
Ciao Thyplo, sono Kira! Ma puoi chiamarmi Ki o come preferisci ^^ |
Ehilà! |