Mi è piaciuta sotto tutti i punti di vista tranne uno, mi spiego. Innanzitutto si vede che ti sei ispirata a il fu mattia pascal, la narrazione in prima persona che si rivolge direttamente al lettore è molto simile, ed è bello il modo in cui l' hai sfruttata per creare del mistero intorno alla storia, per creare una curiosità nel lettore, che mi ha spinto ad arrivar3fino alla fine. È ingegnosa l' idea di fondo del racconto, questa sorta di 'the purge ' non violenta. Anche nel personaggio del vecchio ci ho ritrovato una forte somiglianza con un personaggio di Mattia pascal di cui ora non ricordo il nome, il vecchio che lo ospita a Roma insomma. E anche il suo monologo somiglia un po' a uno di quelli che faceva quel personaggio. L' unica cosa che non mi è piaciuta è il contenuto del monologo, più che altro perché la mia visione filosofica è differente credo, ma del resto questa non è la sede per fare filosofia. Mi è piaciuto anchebil modo in cui hai fatto quadrare tutti gli elementi del racconto, riprendendo anche lo psicologo e spiegando perché avesse deciso di portarlo lì. Il protagonista è molto credibile, fondamentalmente perché la sua voce era credibile, tanto che, essendo la tua prima cosa che leggo, non credevo fossi una ragazza, credevo assomigliassi veramente al tuo personaggio in qualche modo. Leggerò altre tue cose, ma se questa, come hai scritto, è il primo racconto di questo genere che scrivi, e ti è venuto così bene, è subito evidente che hai del talento! (scusa per i refusi e gli errori di sintassi ma ho scritto un po' di fretta, buon lavoro!)

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