Recensioni per
Diademi di Quetzal
di fervens_gelu_

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
31/10/17, ore 12:27

Ciao, caro!
Passo al volo da questa tua bellissima poesia, sulla quale non potrò - e mi spiace tantissimo - soffermarmi più di tanto, causa tempi ristretti e impegni che mi stanno soffocando.
Dunque, dunque... come iniziare?
Innanzitutto mi sei apparso molto coraggioso: si vede che in questo componimento risalta una nota che fino ad ora non avevamo mai visto prima. C'è dolore, c'è rammarico, c'è un grigio tepore che aleggia su tutte le parole e che me la fa piacere molto. Ma c'è molto altro dietro questi versi: ho letto di un magone, di un nodo scorsoio alla gola pronto a soffocare il protagonista. Ho letto di un dolce attaccamento al passato, di un tenero brulichio di memorie che non vogliono essere cancellate. Una nostalgia, ecco cosa, viva e scottante.

Ci sono tantissimi significati nascosti tra le parole di questo componimento: dalla bicicletta - simbolo per antonomasia di un mezzo che scorre a prescindere da ogni cambiamento meteorologico, e in questo caso incarnazione della viva memoria, saetta di un passato - la poltrona - probabilmente il simbolo del tempo, dell'ostilità degli anni, della vecchiaia - l'aquilone - il frammento di ricordo legato all'infanzia, infilzato tra i rami del tempo.
In modo molto intimistico, ci mostri l'immagine di un passato che in verità non passa mai, perché ha continue ripercussioni su quello che è il presente. Non solo, il passato è lo strascico dei giorni nostri, quel lungo velo che non può essere tagliato e che, in senso lato, ci portiamo dietro per tutta la vita. Non si può far finta di dimenticare qualcosa che ci batte dentro come un temporale, e non si può fuggire il dolore, anche il più forte, il più asfissiante. 

Il lessico che utilizzi è senza dubbio rappresentativo di tutto il senso di nostalgia e di dolore che permea all'interno delle strofe: inalberati, corroborante, irremovibile, dolore, infiammato, sputi, violente, bastarda, vendetta, fatica e spasmi. 
E spasmi, che appositamente voglio mettere in risalto, gli stessi che spesso ci causa il cavalcare una bicicletta, la forza impiegata nello spingere i suoi pedali e correre verso il mondo dei sogni. Quella bicicletta che altro non è che la nostra esistenza, e che richiede molta fatica, molto dolore, per farci procedere avanti, voltando sì le spalle alla strada che ci lasciamo dietro, ma senza mai costringerci a cambiare veramente percorso. Perché la vita è sacrificio, è dolore, è violenza, è fatica... ma è anche una bella pedalata, tutta in salita, verso le nostre passioni, verso i nostri amori, verso la felicità di memorie più liete.

Questo componimento mi ha quasi commosso: devo ammettere che ci ho trovato una bellezza veramente eccezionale. Scrivendo questo, adesso, mi viene da ridere: dico un po' le stesse cose, sempre, per tutte le tue poesie. Sappi che odio essere ripetitivo... ma di fronte a una bellezza simile non posso che contraddirmi. Complimenti, caro fervens... quanto prima lascerò un commento a tutto ciò che ho accumulato di tuo in questi giorni. Arrivo in ritardo, ma arrivo ;)
Makil_
(Recensione modificata il 31/10/2017 - 12:27 pm)
(Recensione modificata il 31/10/2017 - 12:29 pm)

Recensore Master
31/10/17, ore 11:19

Buongiorno.
Halloween è un'evento che, personalmente, non mi piace. Non l'ho mai festeggiato, forse non l'ho neppure mai sentito realmente mio.
Però devo dire che è affascinante. :)
Una poesia a tema, proprio scritta per questa giornata ^^
Continua a scrivere e ad impegnarti ^^
Buona giornata e a presto :)

Recensore Master
30/10/17, ore 16:17

Buon pomeriggio.
Un'altra poesia molto dolorosa.
Poi, l'ultima strofa l'ho trovata davvero molto disincantata.
L'importante è non abbattersi troppo e continuare a resistere e a crederci; la vita e l'amore, spesso, sono anche urti, e non solo tenere carezze.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
27/10/17, ore 15:55

Buon pomeriggio.
Come sempre, a fine lettura resto un attimo a riflettere, perché le tue poesie sono componimenti, almeno secondo me, ad impatto. Sul serio, usi sempre un lessico forte, avvinghiante, ed offri al lettore un sacco di immagini vivide ed interessanti da affrontare e immaginare.
Una poesia che sa d'addio... sbaglio? ^^
Fortissime le ultime strofe.
Buon fine settimana e a presto :)

Recensore Veterano
24/10/17, ore 19:02

Ciao, caro!
Eccomi... finalmente ci sono. Un'altra meravigliosa poesia che, nella sua ristretta brevità, si rivela come al solito un cimelio di importantissimo valore.
Cos'è che abbiamo qui? La descrizione, sempre e comunque fortemente legata alla natura animale, delle modalità di nascita di un amore, quindi delle sfere interiori che una "foresta di sguardi" colpisce nel momento in cui amante e amato/a si scorgono.

Sono schegge, come ben ci sottolinea il testo, le impressioni che ne scaturiscono a primo impatto. Schegge di vetro - un materiale che comunque è ritenuto pericoloso a contatto con la pelle, figuriamoci conficcatovi dentro - che vanno a ledere prima lo strato superficiale di ognuno di noi, poi quello interiore.

Azione di causa e conseguenza ci è presentata in tre differenti modi: la tigre - da sempre simbolo di guida spirituale e non (vedi il carro del dio greco Dioniso trainato da ben quattro felini del genere) - che viene strappata dal suo normale significato simbolico per essere inserita - non poi in forte contrasto col suo modo di esistere - nell'immagine di un predatore. E in questo caso, predatore è proprio l'amato/a per cui ci accingiamo a covare uno struzzo nel cranio.

Esatto: uno struzzo nel cranio. Un'immagine che mi è piaciuta davvero molto. Lo struzzo, che infatti è da sempre riconosciuto per la sua caratteristica dote dell'infilare il capo sotto la sabbia, mi ha dato l'impressione di poter assumere due duplici significati nel testo: da una parte, un po' la rappresentazione del "tarlo" - per rimanere in tema di animali - che si insinua nei meandri della mente, rosicchiando il cervello con un pensiero immoderato per l'amata. Dall'altro, lo struzzo come simbolo di colui che vede ma vorrebbe non farlo, nascondendo gli occhi lontano da una figura che già (con "una tigre prima di agguantare la sua preda") viene raffigurata come letale.

Il ghepardo, ultima "personificazione" del percorso di nascita di questo amore che prende vita dalla vista, corre invece le intemperie: si prospetta una relazione basata, ovviamente, sulla sua mortalità e sull'incessante, corrosivo e passionale pensiero, di cui il ghepardo è elemento conduttore.

E, quindi, eccoci giunti alla conclusione: diretta complicazione di una sorte segnata dalle sue interpretazioni animalesche, ecco che "la volontà e i pensieri che sfuggono ad ogni controllo", perché - come sostenevano gli stilnovisti - quando l'anima sensitiva (passione) si scontra con quella intellettiva (raziocinio), la razionalità dell'essere non può che soccombere e morire.

Una poesia davvero stupenda, che spero di aver colto col significato insito da te desiderato. In caso contrario: be', ormai lo sappiamo... mi piace tantissimo interpretare a mio modo una poesia (è giusto così, secondo me). E so che a te la cosa non dispiace affatto... insomma, a nessuno dovrebbe ;)

Vedrò di essere alla prossima quanto prima. Per il momento - e solo per il momento - complimenti vivissimi e a presto, carissimo!
Makil_
(Recensione modificata il 24/10/2017 - 07:05 pm)
(Recensione modificata il 24/10/2017 - 07:05 pm)

Recensore Master
23/10/17, ore 15:37

Buon pomeriggio.
Ho trovato questa poesia molto complessa, ma anche molto personale!
Resta il fatto che l'ho apprezzata, e noto benissimo che stai un po' modificando la tua nobile arte.
Mi raccomando, non stancarti mai di scrivere ^^ le parole sono scrigni di vita!
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
20/10/17, ore 10:43

Buongiorno.
Una poesia forte ed eloquente!
Hai trasmesso immagini molto vivide, come sempre.
Bravo, sei sempre più consolidato in tutto.
Mi metto in attesa di leggere le prossime poesie, allora, e con tantissima curiosità ^^ :)
Come sempre, continua così ^^ :)
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Veterano

Rieccomi, caro!
Questa volta ci disegni qualcosa di triste, cupo e maledettamente infido. La fine di una relazione amorosa ora trasmutata in un mostro antico e cadaverico, una chimera greca.
Saprai meglio di me che la chimera era un mostro terribilmente spaventoso: fusioni di tre animali differenti e tutti e tre orrendi e famelici. La chimera era anche il prodotto della passione tra Tifone - padre dei mostri - ed Echidna, una donna serpente, per intenderci.
Ci vedo male, o la chimera, qui, si appresta ad assumere la connotazione del veleno di un amore finito e del pus che fuoriesce dalle sue memorie? Qui, chimera è frutto dell'unione di un Tifone e di un'Echidna, di un amore e di una rottura. Ed infatti è contenuta in uno scrigno, proprio perché essa è mortale e deve essere contenuta. Quello lì è senz'altro lo scrigno dei ricordi che noi tutti possediamo in cuor nostro, ma che abbiamo paura di mostrare agli altri e di aprire.

L'intera descrizione del dolore causato dall'amore, in effetti, è molto simbolica. Abbiamo rondini che deperiscono, altre che muoiono, abbiamo un uso immoderato di termini legati al dolore, al masochismo, alle ferite. Insomma, in uno scenario in cui l'amore ci ha distrutti, ogni cosa che ci circonda ci appare distrutta allo stesso modo. E' come quando si è arrabbiati e tutto ci appare informe e maldestro... così era lo stesso anche per Guido Cavalcanti, che nel suo "Voi che per li occhi mi passaste il core", descriveva il sentimento amoroso come lo svisceramento dell'animo debole, come la potenza che si trasmutava in atto e che lanciava dardi - a partire dagli occhi dell'amata - nel cuore dell'uomo, ferendolo mortalmente.
L'amore è da sempre una grande battaglia. E, si sa, nessuno guerra termina senza morti o feriti.

Anche questo un componimento bellissimo, da leggere e rileggere, specie nei momenti in cui tutto ci appare buio e senza speranza. L'amore, anche il più brutto, crudo e spietato, è sempre un sentimento lieto e pieno di spunti :)

Makil_

Recensore Veterano
17/10/17, ore 19:10

In effetti sì, caro fervens, ho notato che questo componimento presenta del critpico. Be', tanto meglio venga... no? Almeno possiamo ingegnarci tutti nel dare la nostra personale interpretazione alle tue meravigliose parole.
Questa poesia, mio caro, ha raggiunto livelli di lirismo astrali: l'ultimo verso, che ti riporto perché mi ha veramente ammaliato, è qualcosa di veramente disarmente: "inseguendo in un castello ricamato/ ariostei desideri in petali d’oro di tempera/ crisalidea".
Veramente, complimenti vivissimi per questa tua magnifica poesia. Lo stile che trasuda - parlando in sé lato di vera e propria altezzosa qualità dei versi - la rende un'opera d'arte a tutti gli effetti.

Perché è questo che io ci ho visto questa volta. 
Un quadro, un'operta d'arte che dipenge uno scenario adombrato, privo di figure umane, ma colmo di uno spirito vivo e vegeto. Un'opera d'arte contraddistinta da un messaggio, che in effetti - nell'essere letta - mi ha lasciato immaginare un po' il caldi colori presenti nelle opere più celebri di Van Gogh. Il caffè di notte, ad esempio, un dipinto che amo tantissimo per il senso di tepore che riesce a trasmettermi. 
Attraverso questa lampada ad olio che tu ci descrivi, questa flebile lucetta che attira e respinge i pensieri "di te" - che ho percepito come una possibile amata, dato i ricorrenti riferimenti all'Amore - questa poesia si presente come un'originalissima opera d'arte.
D'altronde, ha un suo messaggio, ha un suo stile... e ha un suo colore. Mi piace pensare che il titolo affidatole sia un rimando all'idea che me ne sono fatto.

Davvero bellissima, mio caro... continua così. Vedo di passare quanto prima alla successiva ;)
Makil_

Recensore Master

Buon pomeriggio.
Una poesia dalle immagini fortissime, sul serio!
Delle descrizioni mozzafiato.
Bene, scrivi molto e l'originalità non ti manca, quindi, come sempre, ti incoraggio; continua così ^^
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
14/10/17, ore 16:25

Buon pomeriggio.
Per me far poesia vuol anche dire lasciarsi andare; la poesia è qualcosa che viene da dentro, che rispecchia un istante della nostra vita.
Quindi, se magari sei un po' criptico non devi preoccuparti, è normale ^^
Anche in questa poesia hai utilizzato sequenze di parole molto chiuse, dietro le quali sembra nascondersi un mondo.
Va bene, a me piace così ^^
Buon proseguimento di giornata e buon fine settimana :) a presto!

Recensore Veterano
12/10/17, ore 23:45

Ciao fervens!
Andrò di fretta, e per questo mi dispiaccio: non posso che passare ora - a questo punto della giornata - essendo sommerso, se non massacrato dallo studio e da attività che mi impediscono seriamente di poter anche solo accendere il pc.
Purtroppo è un periodo molto caotico, e sto rischiando di perdermi pezzi di storie e/o raccolte che stavo seguendo con larghissimo interesse.

Passando a noi, questo è un altro componimento al limite del sublime.
Il messaggio non è mi molto chiaro, ma la radice che fa da sfondo alla solitudine che il componimento lascia passare è molto vivida. 
Questo temporale assente, che mi immagino come pioggia che si abbatte su un vetro attraverso cui si guarda il resto del mondo - e che ci separa, perciò, da esso - non si limita a scorrerci addosso, ma entra addirittura nelle nostre vene, nel nostro sangue.
E' come fosse acqua per un terreno umido in cui cresce un sentimento, un qualcosa che il nostro animo cova in silenzio e che potrebbe rivelarsi rintronante come un fulmine a ciel sereno. Qualcosa che solo un termine greco potrebbe indicare alla perfezione: μῆνις, che è ira, rancore, risentimento, rabbia impetuosa, furia implacabile. Insomma, è tutto quello che la pioggia non può lavare, pur scorrendovi sopra, riferendoci in particolare al nostro testo.
L'acqua è l'elemento che sta alla base di questa poesia, che in effetti si presenta in toni quasi "umidi", con una particolare composizione che lascia immaginare - anche per il ridondante (in senso più che positivo) utilizzo di termini collegabile alla sfera dell'acqua - uno scenario molto bagnato ed annacquato, passami i termini.
La cura che poni nel dettaglio è fine e calcolata: un esempio è l'airone del primo verso, a mio parere rappresentante dell'umido contesto piovoso in cui lo si inserisce.

Talete di Mileto sosteneva che tutto provenisse dall'acqua e che tutto fosse destinato a ritornarvi alla fine. Nella tua opera, in effetti, tutto prende forma dall'acqua, dalla pioggia travolgente e caotica, dal temporale assente e dai fulmini folgoranti... ma si conclude dentro l'animo del protagonista, laddove i tuoni rimbombano e la pioggia casca senza fine.

Un componimento davvero interessante, che spinge ad una rilettura continua e ogni volta sempre sorprendente. Ribadisco come sempre i miei più sentiti complimenti, caro, e dei dovuti ringraziamenti per i meravigliosi commenti che lasci in risposta alle mie recensioni confusionarie. Mi fa molto piacere sapere che ti piacciono.
Per me significa molto... e per me è un piacere enorme commentarti ;)
A presto, carissimo!
Makil_

 
(Recensione modificata il 12/10/2017 - 11:45 pm)
(Recensione modificata il 12/10/2017 - 11:50 pm)

Recensore Veterano
09/10/17, ore 20:19

Ciao, caro!
Scusa il per il mio ritardo, ma questa settimana non ho avuto un momento di pace nella mia routine devastante e stancante.
Solo ora mi sono preso un pizzico ti tempo per correre a commentare la tua raccolta (ho visto che hai aggiornato per ben due volte, spero di passare da entrambe in tempo per non accumularne una terza ahah).

Dunque, questa poesia è veramente molto, molto bella. Ormai, ogni volta che faccio un complimento al tuo operato mi sembra sempre di essere scialbo nei contenuti. Sappi che sto adorando davvero questa raccolta, e - insieme a quella di un altro poeta in erba - credo sia una delle più belle e sofisticate che io abbia mai letto da queste parti.

In questo componimento prevale il lato focoso, caldo, bollente delle cose. Il caldo sospiro dell'amore sulle membra. Un amore fatto di morte e rigenerazione, come la fenice che rinasce dalle sue ceneri dopo essersi divorata con le fiamme da lei stessa prodotte.
E gioca tutto su un sistema basilare di sguardi fiammanti, vorticanti come tifoni - e penetranti e famelici come Tifone, direi, padre di tutti i mostri nella mitologia greca classica - [Che quel tifone di sguardi/ Ti ha salvato, sta per salvarti].

E io credo molto nelle metafore e nelle parole che questa poesia vuole comunicarci così ardentemente: perché come dice da Lentini nel suo "L'amor è un disio che ven da core", il frutto di questo sentimento vibra sì nel cuore, ma nasce tutto dalla vista.
Poiché è sempre bello farsi travolgere dalla fiammante visione della persona che amiamo, anche quando questa potrebbe rischiare di bruciarci. In due, un rogo di fiamme è meno doloroso che in uno.

Che meraviglioso, stupendo componimento.
Ribadisco tutti i miei più floridi complimenti. Sei una spanna sopra molti autori!
Makil_

Recensore Master
09/10/17, ore 14:47

Buon pomeriggio.
Il tuo puntare sull'utilizzo di immagini forti e suggestive sta diventando un tratto che caratterizza le tue opere. Ti stai ''fortificando'' nel tuo stile, pian piano, e questo mi piace.
Il fatto che ci sia anche ricercatezza, nei termini utilizzati, è un altro punto in tuo favore ^^
Una poesia travolgente, ho notato tantissima passione tra i suoi versi.
Complimenti anche qui, sperando di non annoiarti tutte le volte con i miei soliti piccoli pareri ^^ :)
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
06/10/17, ore 14:17

Buon pomeriggio.
Sei partito in quinta, con una prima strofa che mi ha particolarmente colpito, soprattutto per il suo aspetto deliziosamente melodico.
Un componimento che avvicina l'amore al tema di rinascita; citi addirittura una fenice.
Bene, a me è piaciuto anche questo ^^ :)
Ti auguro un sereno fine settimana :)
Buon proseguimento di giornata e a presto :)