Il mare anche oggi mi ascolta, accompagna con il suo sciacquio le note del mio flauto. Lui c'è sempre stato e, un tempo, c'era solo lui.
Sono arrivata attratta ed incuriosita dall'accoppiata Julian/Sorrento. Più per Sorrento, che per Julian, devo essere sincera. Mi è piaciuto molto come hai descritto la psicologia del Marine. I musicisti sono quasi sempre dei personaggi malinconici; o, almeno, questo è il cliché che va per la maggiore, no, quello del musicista che, anche quando sorride, conserva un goccio di melanconia in fondo allo sguardo. Come se non si potesse cavare una nota da uno strumento senza patire il mal d'animo.
Ma a Sorrento calza a pennello questo ruolo. Il flauto è uno strumento che può andarsene da solo, sulle proprie gambe diciamo. Ma per andartene in giro da solo, sulle tue gambe, devi avere un certo spessore, una certa rotondità. devi produrre un suono pieno, completo. E per ottenerla, questa sonorità, devi studiare, provare, esercitarti, fino allo sfinimento. E chi è lì, che ti ascolta - anche quando sembra cvero il contrario, ossia che lui è lì a prescindere da te e dai tuoi solfeggi - ?
Il mare.
Il mare è un testimone silenzioso e discreto, anche se il suono della risacca ha un suo carattere che si riesce difficilmente a zittire. Ma ti fa da contrappunto, rimepie gli spazi, ti fa da auditorio. Un pubblico niente male, se mi è permesso di dire la mia.
E il mare, per me, è come il flauto di Sorrento nell'anime: non posso resistergli. Mi ipnotizza, mi porta lontano, mi sussurra storie e visioni che restano tra me e lui, e che, come nel caso di Sorrento, variano da persona a persona.
Mi è piaciuto vedere come lo stesso Sorrento sia caduto vittima delle sue stesse illusioni.
L'uomo ama e ricerca l'amore. Solo che questa cerca può farci finire fuori strada, se proseguiamo accecati dal sogno dell'amore, o farci cadere in un dirupo profondissimo, come quelli che inghiottono galeoni e vascelli, e quanto vuoi che ci mettano a fare di noi un boccone spumoso e freddo?
Non mi suona molto l'aggettivo sinuoso per definire Sorrento. Qualcosa di sinuoso è qualcosa delineato da curve e anse e ondulazioni. Il letto di un fiume; le curve di una strada o quelle di una donna. Ma Sorrento è un uomo, e non riesco a non trovare nulla di sinuoso, in lui, se non i suoi capelli. Ma per il resto, pollice recto su tutta la linea, a cominciare da quel sciacquio dal sapore così Dannunziano da catturarmi all'istante.
Come il flauto di Sorrento. |