Recensioni per
Note sull'oceano
di PerseoeAndromeda

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
31/08/20, ore 22:08

Oddio che bella storia,triste e dolce allo stesso tempo,mi stava per scendere la lacrimuccia di commozione.
Scrivi molto bene.

Recensore Veterano
04/08/18, ore 01:14

Ciao, eccomi per lo scambio del Giardino (ad orari improbabili, ma vabbeh XD).
Ok, passiamo subito alla storia: mi piace tantissimo come scrivi. Bellissima storia, raccontata da due punti diversi, da due personaggi che apprezzo.
I loro sentimenti sono descritti perfettamente, mi sono praticamente immedesimata in entrambi, durante la lettura.
Non ho notato errori e la lettura è piacevolmente scorrevole.
Sono curiosa di leggere altri tuoi lavori.
Alla prossima! :)

Recensore Master
27/05/18, ore 15:39

Che dire...bellissima storia. Una lettura scorrevole e piacevole, è stato emozionante poterla leggere. Due personaggi magnifici che hanno molto da dire, pur nella loro difficoltà ad esprimersi. Hai descritto entrambi un maniera sublime, quasi li immaginavo nelle scene mentre leggevo. La malinconia di Siria, l'incertezza è la paura di Julian per qualcosa che sente di provare nel profondo ma che non riesce ad esternare, tutto descritto in una cornice ideale l'oceano.
Brava, no...bravissima. Ma sapevo che leggendo i tuoi lavori non sarei stata delusa. Hai una nuova ammiratrice, complimenti davvero, alla prossima.

Recensore Master
22/10/17, ore 20:57

Primo posto: Note sull'oceano di Perseo e Andromeda 48/50 punti

Grammatica: 9.5/10. La storia è stata scorrevolissima da leggere. Il tuo stile mi ha rapito, anzi mi ha conquistata. Unico, piccolo, banale errore che ho scovato è di un accento: “di ogni nota perchè” perché si scrive con l'accento rivolto verso destra.

Attinenza al prompt: 9.5/10. Lo strumento da te scelto era il flauto, presente in tutta la storia, anche se non viene nominato direttamente, ma si capisce in maniera evidente che Sorrento sta suonando il flauto. L'emozione da te scelta, invece, era la solitudine presente in maniera chiara nella prima parte della storia, dove emerge la solitudine che prova Sorrento, mentre nella seconda parte della storia è contrapposta alla tristezza che Sorrento trasmette a Julian.

Trama e caratterizzazione dei personaggi: 10/10. La storia inizia con Sorrento, cavaliere di Poseidone, che suona il suo flauto. E riflette. Riflette su come da bambino si sentisse abbandonato, riflette su come prima usasse la musica come strumento di morte e che, grazie ad Andromeda, cavaliere che lo ha sconfitto, lui abbia capito che stava sbagliando, che non doveva utilizzare la musica come strumento di morte, ma al contrario. Riflette, infine, su come non abbia abbandonato Julian, nonostante non sia più Nettuno. Riflette su quanto si senta solo, in realtà poiché non riesce a trasmettere i suoi sentimenti al suo padrone. Cambia il punto di vista: Julian cammina, sente le note della triste melodia del suo suddito, e riflette anche lui, mostrandosi pentito per le sue azioni, per avere fatto del male a Sorrento. Riflette anche sui sentimenti che prova verso il cavaliere, scoprendo che in realtà sono d'amore. E, quando arriva di fronte a Sorrento e lui finisce di suonare, gli promette che rimarranno insieme per sempre e Sorrento afferma che per lui sarebbe disposto a morire. I due personaggi sono molto IC: Sorrento devoto al suo padrone, al suo signore che per lui farebbe di tutto, persino morire. Julian pentito di quello che ha fatto sotto le vesti di Nettuno e che è pronto a redimersi, e che soprattutto conta sul suo cavaliere.

Originalità: 10/10. Allora... ho apprezzato il fatto che tu abbia scelto di scrivere su un personaggio poco trattato sul fandom di Saint Seiya quando ne potevi usare altri più “famosi”. Ma la cosa che ho trovato veramente originale è il fatto che tu hai sviluppato la storia su due punti di vista, dando spazio in maniera equa sia a chi suona, sia al personaggio che percepisce l'emozioni che il suonatore trasmette.

Gradimento personale: 9/10. I protagonisti della storia sono due personaggi che non suscitano il mio interesse, almeno Sorrento, Julian non mi è mai piaciuto. Ma ho apprezzato molto questa storia, sia per il tuo stile, che come ho detto al punto precedente, mi ha rapita, sia perché in questa storia emerge tutta la solitudine che questo povero personaggio prova, che mi fa venire voglia di abbracciarlo. Ho apprezzato pensa, lo sfondo slash di questa storia.

Recensore Master
14/10/17, ore 11:23

Awwwww questi due ....
*prende Julian e lo scuote* eddiglielooooo! Che lui è li che non aspetta altro, povero Sorrento ç___ç
Che fatica sti ragazzi ...
Ma shono bellisshimiiii
e basta, dopo questa esplosione di fangirlismo mi spengo

Recensore Master
12/10/17, ore 12:33

Il mare anche oggi mi ascolta, accompagna con il suo sciacquio le note del mio flauto. Lui c'è sempre stato e, un tempo, c'era solo lui.

Sono arrivata attratta ed incuriosita dall'accoppiata Julian/Sorrento. Più per Sorrento, che per Julian, devo essere sincera. Mi è piaciuto molto come hai descritto la psicologia del Marine. I musicisti sono quasi sempre dei personaggi malinconici; o, almeno, questo è il cliché che va per la maggiore, no, quello del musicista che, anche quando sorride, conserva un goccio di melanconia in fondo allo sguardo. Come se non si potesse cavare una nota da uno strumento senza patire il mal d'animo.
Ma a Sorrento calza a pennello questo ruolo. Il flauto è uno strumento che può andarsene da solo, sulle proprie gambe diciamo. Ma per andartene in giro da solo, sulle tue gambe, devi avere un certo spessore, una certa rotondità. devi produrre un suono pieno, completo. E per ottenerla, questa sonorità, devi studiare, provare, esercitarti, fino allo sfinimento. E chi è lì, che ti ascolta - anche quando sembra cvero il contrario, ossia che lui è lì a prescindere da te e dai tuoi solfeggi - ?
Il mare.
Il mare è un testimone silenzioso e discreto, anche se il suono della risacca ha un suo carattere che si riesce difficilmente a zittire. Ma ti fa da contrappunto, rimepie gli spazi, ti fa da auditorio. Un pubblico niente male, se mi è permesso di dire la mia.
E il mare, per me, è come il flauto di Sorrento nell'anime: non posso resistergli. Mi ipnotizza, mi porta lontano, mi sussurra storie e visioni che restano tra me e lui, e che, come nel caso di Sorrento, variano da persona a persona.
Mi è piaciuto vedere come lo stesso Sorrento sia caduto vittima delle sue stesse illusioni.
L'uomo ama e ricerca l'amore. Solo che questa cerca può farci finire fuori strada, se proseguiamo accecati dal sogno dell'amore, o farci cadere in un dirupo profondissimo, come quelli che inghiottono galeoni e vascelli, e quanto vuoi che ci mettano a fare di noi un boccone spumoso e freddo?

Non mi suona molto l'aggettivo sinuoso per definire Sorrento. Qualcosa di sinuoso è qualcosa delineato da curve e anse e ondulazioni. Il letto di un fiume; le curve di una strada o quelle di una donna. Ma Sorrento è un uomo, e non riesco a non trovare nulla di sinuoso, in lui, se non i suoi capelli. Ma per il resto, pollice recto su tutta la linea, a cominciare da quel sciacquio dal sapore così Dannunziano da catturarmi all'istante.
Come il flauto di Sorrento.