L'effetto suscitato in me è stato uno: orgoglio patriottico. Non per l'Italia, certo. Un forte senso di appartenenza. Come se noi, gufi notturni, che beviamo a grandi sorsi dall'eburnea coppa lunare, fossimo genti di un'altra, vanitosa bandiera. Nel silenzio del buio cosmico in cui fluttua questo terzo sasso, noi udiamo i nostri pensieri, le nostre dita che si agitano su di un foglio. Sentiamo di non essere soli, sotto l'infinito, vertiginoso sogno abissale. Un po' come Aster e Jim, i loro "occhi alle stelle".
Ricordo bene quando, tanti anni fa, iniziai a seguirti. Purtroppo è da molto tempo che non vengo travolto da quegli impeti di scrittura, che il fiume della creatività non mi investe. Volentieri mi lascerei annegare e scagliare contro i detriti. Sono alla continua ricerca del bambino che sono sicuro essere ancora nel tempio della mia mente. Ma questa è un'altra storia. Volevo ringraziarti per non aver mai mollato. All'epoca dissi di aver visto del talento nella tua scrittura. Ora rinnovo quella considerazione, il talento non ti ha mai abbandonata, Hope, né lo hai fatto fatto tu. Congratulazioni, posso dire di essere felice di aver riaperto questo piccolo covo di furfanti e sopravvissuti, solo per aver letto queste righe dedicate alla mia eterna prima moglie: la notte. Le dedicai un brano, When the Twilight Wanes. Non ha riscosso molto successo. Un po' come la notte: nessuno la ama quanto noi, pochi, che restiamo svegli per inalare fino all'ultimo ondeggiante filamento di raggio lunare. A presto! _ Hanck

Riflessione bellissima, mi è piaciuta tanto. È più negativa che affermativa nella descrizione di ciò che è tangibile e lo apprezzo molto, a maggior ragione per aver evitato ripetizioni. Sarà che io vivo per la notte, ma questo testo l'ho davvero adorato, complimenti!