Recensioni per
Regina
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
16/10/21, ore 23:41
Cap. 1:

Complimenti Agrifoglio per questo dettagliato e struggente racconto sull'ultimo viaggio di Maria Antonietta. La tua abilità nei racconti corali di far spiccare il pensiero del protagonista è un raro talento. Complimenti e a presto.

Recensore Veterano
01/08/18, ore 19:43
Cap. 1:

Arrivo adesso a recensire questo tuo racconto così ricco di dettagli e di emozioni. Una donna, una regina a cui la vita ha dato molto, ma le ha tolto molto.

Ciò che scrivi è un continuo scavare nelle emozioni e nei pensieri di una persona condannata a morte, come dici una persona senza speranza, soprattutto per una come lei. Esplori tutto e non lasci niente dall'amore verso i figli, verso Fersen e verso quel marito con cui si scusa di non aver fatto abbastanza. Ma ormai le colpe, il passato non potranno cambiare ciò che la sta aspettando.

Molto bella l'immagine della carretta e di quel suo ultimo viaggio. Il corpo ormai delibitato, il taglio di quei capelli, una volta belli e invidiabili, i vestiti che non hanno niente di fasto, non più. Triste ma realistica la visione del suo tragitto verso il patibolo. Muore lei, muore la Regina di Francia di cui si è parlato molto e si continua a ricordare. Non muore la dignità con cui ha vissuto la sua vita e con cui ha affrontato il suo destino.

Recensore Veterano
02/03/18, ore 14:46
Cap. 1:

Complimenti per questo resoconto storico, è stato così ben dettagliato che sembrava davvero di essere lì; mi sono quasi messa a piangere ferso la fine, quante pene deve effettivamente aver provato Maria Antonietta e per un momento ho creduto di essere lei, seduta su quella carretta, ormai consapevole del suo appuntamento con la morte, le urla e gli insulti da parte del popolo, le vie di Parigi che hanno segnato la storia, fino al suo ultimo respiro.
Si vede proprio l'impegno che hai messo nel cercare e trascrivere il più dettagliatamente possibile sia i personaggi realmente esistiti che il contesto storico, non sempre è facile.
Davvero i miei complimenti mi è piaciuta davvero tanto, va dritta nelle preferite.
Spero davvero di leggere ancora racconti di questo tipo, sono un vero toccasana per l'umore in giorni di freddo, neve e pioggia come questi.
Un bacione e a presto!

Recensore Master
25/10/17, ore 02:59
Cap. 1:

Perdona il mio ritardo, ma, a parte i miei inconvenienti di salute di cui già ti ho accennato, ho preferito, come la Silvia lasciar posto alle riflessioni anziché commentare a caldo con il rischio di recensire in maniera banale e poco costruttiva.
Innanzitutto dico che nel complesso la tua fiction (anche se non è assolutamente una fiction) è assolutamente centrata,emotivamente forte, forse anche troppo tesa ad indugiare particolari macabri e visivamente agghiaccianti ma se l' obiettivo era quello , è certamente riuscito .
Ho letto tutte le risposte alle precedenti lettrici ciò in parte ha soddisfatto le mie curiosità,alcuni particolari, romanzati da te, tipo le colombe che volano nel cielo terso , tanto mi hanno ricordato la Oscar del 14 luglio quando venne colpita mortalmente, poi mi ha particolarmente coinvolto il lungo soliloquio di Maria Antonietta, nel tragitto che precedeva il patibolo: questa è l' ultima volta che mi alzo, questa è l'ultima volta che mi siedo, ormai non avrò più un tetto sulla testa, ormai non potrò più usare le mani....questa è l'ultima volta che faccio i gradini......cercò in tutti i modi di confortarsi in quei momenti sapendo che poi , finalmente non avrebbe sofferto più e avrebbe riabracciato il marito e i due bambini, morti precocemente.
La sua salute del resto era già molto malferma soffriva di dolori e sanguinamenti cause fibromi (o anche peggio?) all' utero ,Non so quanto la medicina fosse avanzata all' epoca per questi problemi di salute,tipicamente femminili..
Mi è piaciuto il gesto di conforto di quel sacerdote che, da lontano la benedice,anche se dubito possa esser stato un episodio veramente accaduto....(ce lo racconta Rosalie nel suo memoriale?)
Infine mi è piaciuto il senso di dignità, onore e compostezza di questa sovrana che, nonostante gli scherni e le nefandezze di un popolo odioso e impazzito,trasuda regalità e autocontrollo veramente stupefacenti.
Avevo già letto Pieces di Queen Jane in cui si delineava il drammatico epilogo di questa sovrana e noto con soddisfazione che le vostre versioni sono assolutamente sovrapponibili nei dati storici,sebbene giustamente, ognuna segue lo stile che le è più consono.
Scorrendo la lettura non ho potuto fare a meno di rammentare il film Maria Antonietta del 1938 che nulla ha a che vedere con la versione edulcorata proposta dalla Coppola nel 2006.
Quel film del 38 con protagonisti Norma Sherer e Tyrone Power rispetta e avvalora molto di più sia il contesto rivoluzionario che il profilo psicologico della Regina.
Una regina, come io ebbi modo già di commentare, che a pieno titolo avrebbe meritato gli onori degli altari.
La chiesa cattolica ha santificato e beatificato personaggi di ben dubbia fama e comportamenti umanamente iniqui, a maggior ragione avrebbero dovuto considerare la Antonietta martire del suo tempo. Pagò con morte inetta ed ingiuriosa cento volte più di quanto realmente fosse responsabile.
Una ragazzina viziata infantile ed anche superficiale e spendacciona.
Ma chi sono stati i mostri?
Chi le ha scagliato le pietre addosso?
Lei ha chiesto perdono per suoi peccati e persino scusa al boia dopo avergli inavertitamente calpestato un piede
Questa figura storica a mio avviso ancora oggi sarebbe da rivalutare è purtroppo strumentalizzata e vittima di cattiva reputazione.
Maria Antonietta non seppe fare la regina e nemmeno voleva farlo non le interessava. Fu un capro espiatorio, come il marito vittime entrambi di un contesto politico/ ideologico/ storico e sociale molto più grande di loro.
Un saluto e un in bocca al lupo per i prossimi lavori
(Recensione modificata il 25/10/2017 - 12:57 pm)

Recensore Master
24/10/17, ore 21:57
Cap. 1:

Tarderò un po' su Alain, ma rispettando l'impegno preso nella precedente recensione, ti lascio anche qui un breve commento. In realtà avevo letto quasi subito, ma confesso di aver fatto ''decantare'' un po' questa storia per scrivere una recensione più ragionata, che non risentisse solo della prima impressione.

Indubbiamente, scrivi bene: lo dimostri anche qui, sarebbe ripetitivo ribadirlo... però, sperando di non offenderti (e soprattutto sottolineando che si tratta di un mero gusto personale), devo ammettere che qualcosa qui non mi è arrivato. Mi spiego: è un ottimo pezzo biografico, ma soprattutto all'inizio, per quanto riporti particolari interessanti, drammatici e di sicuro impatto, non ho provato un particolare coinvolgimento emotivo o per lo meno non più di quello evocato leggendo cronache riguardanti lo stesso argomento.
Anche in seguito, quando intervalli gli insulti del popolo ai pensieri di Maria Antonietta espressi in forma diretta, sebbene trovi originale e più che lecita la tecnica usata, a tratti, specie quando si tratta di considerazioni più lunghe e articolate, l'insieme mi è sembrato artificioso(mi ha fatto lo stesso effetto di alcune parti del manga).
È invece nella seconda parte, a mio parere, che usando la forma indiretta riesci a far vibrare il cuore: in questo modo ricrei perfettamente (e in maniera più fluida e plausibile), il flusso disordinato dei pensieri, mostrandoci il passato che scorre velocemente, spezzoni di vita, rimpianti... e la Storia che si fonde con la storia che noi tutti amiamo.

Ovviamente, se il tuo intento era solo scrivere un buon pezzo storico ''oggettivo'', queste considerazioni sono assolutamente fuori luogo e quindi ignorale: senza esitazione ti dico che lo è. Se però, come penso, cercavi di ottenere altro, spero di non averti urtato e di averti dato un piccolo spunto in più.

Un abbraccio

Silvia
(Recensione modificata il 24/10/2017 - 10:01 pm)

Recensore Master
16/10/17, ore 21:32
Cap. 1:

Una storia insolita, fuori dagli schemi, perché nessuno ha mai pensato di ricordare la Regina nelle sue ultime drammatiche ore.
Leggere la sua ultima lettera, il suo testamento, chiarisce fin troppo bene il suo stato d'animo, i suoi sentimenti. Per fortuna il percorso fino al patibolo non fu così duro e umiliante, il silenzio prevalse. E ci fu una mamma coraggiosa che le mostrò il suo bambino il quale le mandò un bacio.
Hai sapientemente descritto anche David, un pittore servo del regime.
Rimpianti, dolore per la sorte dei suoi figli, una ridda di sentimenti le avranno sconvolto il cuore, il coraggio non l'abbandonò e fu più grande di tutte le altre regine che ebbero una sorte simile.
Hai saputo ben descrivere quelle ultime ore.
Se posso, mi permetto di chiarire alcuni dei dubbi espressi nelle tue note.
Le memorie del nipote di Sanson non sono attendibili perché ha scritto un mucchio di inesattezze confutare dagli altri testimoni oculari.
Il boia che ghigliottinò Luigi XVI era Charles Henri, a ghigliottinare Maria Antonietta fu suo figlio Henri, e fu proprio il boia Henri Sanson a tagliarle i capelli e legarle le mani nella sua cella. Fu Rosalie ad occuparsi di lei fino all'ultimo.
Jarjayes vide per l'ultima volta la regina al Tempio, lui è Toulan cercarono di farla evadere con i figli e la cognata ma il piano fallì. E di questo ci sono le prove, ovvero gli interrogatori a Toulan. Anche del complotto dEl garofano ideato da Rougeville ci sono le prove scritte.
Rosalie lavorava presso una ricca borghese prima di approdare alla Conciergerie e lo fece perché convinta dal figlio della sua vecchia padrona.
Rosalie non chiese nulla in cambio della sua testimonianza sugli ultimi giorni della regina, morì sola e in miseria in un ospedale per poveri. Usciva di giorno per aiutare i bisognosi, lei che era poverissimo. Rosalie, Jarjayes e Rougeville non mentirono come fecero altri per salvare la pelle o per interesse.
Spero di non averti infastidito con questi dettagli.
Complimenti per la storia.
Anna

Recensore Junior
16/10/17, ore 21:23
Cap. 1:

Mi è piaciuta tanto questa Os, è stato un bel gesto pubblicarla proprio oggi. Nell'anime la morte di Maria Antonietta è appena accennata, nel manga c'è un po' tutto invece (ovviamente romanzato, a me però piace molto l'impronta che la Ikeda da ai suoi personaggi) e, che l'abbia veramente detto oppure no, è morta davvero come la degna figlia di Maria Teresa... una figura controversa, una donna che ha sofferto molto e per molti motivi diversi, e che ha saputo brillare come madre nella pseudo semplicità del Trianon, e poi risplendere in tutta la sua maestosità sul patibolo (ma anche nella prigionia, e anche davanti alle disgustose accuse del processo). Versailles la soffocava e offuscava la sua luce, una volta spogliata di tutto il superfluo (e addirittura anche dell'essenziale) si è dimostrata la grande donna che era in realtà... Molto molto bella questa tua Os, triste e cruda e a tratti angosciante, ma davvero bella! 🙂

Recensore Veterano
16/10/17, ore 13:39
Cap. 1:

Innanzitutto, sei stata molto sensibile nel decidere di commemorare Maria Antonietta, nel giorno in cui ricorre l'anniversario della sua atroce morte.
Complimenti per le tue ricerche minuziose e per rendere noti al lettore particolari dei quali non vi è traccia nei testi scolastici.
Sono curiosa di sapere come tu abbia fatto a reperire il manuale del nipote del boia! in ogni caso, sei stata grande, io ne ignoravo, completamente, l'esistenza.
Dai tuoi scritti,emerge una vasta cultura e una volontà di approfondire gli aspetti storici.
Per quanto riguarda la sorte riservata alla Regina di Francia, non riesco a capacitarmi della disumana e atroce follia del popolo francese. La massa era,indubbiamente,stremata e prostrata dalla fame, ma ciò non giustifica la sorte cruenta, riservata a Maria Antonietta. Il popolo si è lasciato strumentalizzare da un manipolo di uomini scaltri, avidi di potere e senza scrupoli e ha mostrato il volto più spietato della violenza, calpestando quegli ideali,sui quali, in teoria, doveva reggersi la rivoluzione. Già dopo la presa della bastiglia, la folla, desiderosa di sangue, si è lasciata andare a comportamenti disumani e atroci. Per questo,non riesco a comprendere la scelta della Ikeda di far combattere Oscar al fianco dei rivoluzionari,senza esitazione alcuna.
Come te, anch'io credo che sarebbe stato più plausibile che Oscar mediasse tra le varie istanze.
I pensieri che Maria Antonietta dedica a Oscar e André trasudano dolcezza e senso dell'amicizia, la regina aveva perdonato la sua Oscar e ricordava, con dolce malinconia, i tempi in cui Oscar e André camminavano lungo i corridoi della reggia: la regina aveva capito, fin da subito, che Oscar e André erano avvinti da un legame unico e inestricabile e credo che lei non abbia mai trattato André come una persona di rango inferiore. Infatti, nei suoi ricordi, gli ha riservato lo stesso posto che ha riservato a Oscar. Anche perché André ha ricevuto la stessa educazione di Oscar e,quindi, al di là di qualsiasi titolo, era stato allevato in nome di nobili ideali, era elegante e raffinato.
Brava!

Recensore Master
16/10/17, ore 11:23
Cap. 1:

Mi hai fatto commuovere: di tutte le vittime innocenti della seppur giusta Rivoluzione, la regina fu forse la più innocente e tragica. Gli unici veri colpevoli in tutto, che la Rivoluzione ha giustamente punito, sono i nobili (e non solo verso la Regina, ma anche verso la Storia stessa), e la loro disumana e cieca avidità.. ma soprattutto l'ancor più disumana secolare mentalità (se così la si può chiamare.. o non sarebbe meglio dire bestialità?) guerresca che ha seminato mali per tutta la Storia, dopo avere gettato l'umanità intera in un abisso di semi-animalità, strappandola al modus vivendi mutualistico a cui era stata originariamente creata!

Recensore Veterano
16/10/17, ore 09:27
Cap. 1:

Ho letto velocemente il tuo racconto, l'ho trovato abbastanza realistico, anzi, perfettamente concatenato da riflessioni sentimentali e aneddoti storici. Sembra quasi di vedere un film.
Noto anche che questo momento storico (decapitazione della Regina) non è stato forse mai trattato da nessuna autrice qui su questa piattaforma. E lo hai trattato con coraggio e in maniera determinata.
Hai espresso chiaramente quello che fu il contesto:
- gli insulti dei popolani, poveri illusi e ignari di quello che gli sarebbe aspettato dopo, con la salita di Robespierre;
- la paura della protagonista, durante il conto alla rovescia verso il patibolo, i pensieri che le tornano in mente, di tutte quelle persone che hanno fatto parte della sua vita.

Recensore Veterano
16/10/17, ore 08:25
Cap. 1:

È così cruda, spietata, macabra, dettagliata ed inevitabilmente commovente questa Os che narra gli ultimi momenti di
vita della regina, prima amata dal popolo e , successivamente, capro espiatorio dell' ingovernabilità del Paese.
Meraviglioso nel suo contesto, arricchito dalle note storiche .
Un bel lavoro complimenti.

Recensore Master
16/10/17, ore 03:55
Cap. 1:

Cara Agrifoglio,
Sono quasi le tre del mattino (o della notte?) e ho appena terminato di leggere questa tua nuova opera.
Mentre la leggevo, ti confesso, ero pervasa da una non indifferente dose di perplessità. E' mia profonda
convinzione, infatti, che al cospetto di certi eventi sia preferibile attenersi, qualora li si volesse narrare,
alla loro semplice cronaca, il più possibilmente sincera, nuda e distaccata. Tutto questo non certo per
indifferenza o odio verso chi è vittima degli stessi, bensì per profondo rispetto verso di lui o di loro.
Chi può sapere veramente cosa si agita nell' anima di chi sta per morire? Ogni creatura umana ragiona,
ama, odia e reagisce agli stimoli che l' esistenza le regala alla sua maniera. Soltanto Maria Antonietta,
ovunque ella ora si trovi, sa cosa provo' e sentì stando su quella terribile carretta. E il narratore, anche
il più abile, e magari onesto, del mondo e della Storia, dovrebbe timorosamente fermarsi al limitare di
quella soglia che fa da confine tra un' anima e l' altra e rimanere in religioso silenzio. Però, leggendo le
tue note finali, che ho trovato particolarmente accurate e mosse da genuina solerzia, mi è parso, poi,
di intuire altro, cioè che il tuo intento si sia mosso comunque su di un piano prettamente storico e che
tu, per essere ancora più sinceramente distaccata dall' evento trattato, abbia fatto ricorso, da abile sto-
rica, alle testimonianze, più o meno sincere, di chi a quel fatto era presente. In altre parole, io penso
che tu, con questo tuo scritto, ci abbia fatto un dono ragguardevole e prezioso. Da parte mia ti ringra-
zio e, prima di scappar via (che intanto si sono fatte le quattro), permettimi di segnalarti la presenza
di una data errata all' interno del testo.
Un affettuoso saluto