Recensioni per
Labyrinth
di AintAfraidToDie

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/11/17, ore 12:33
Cap. 1:

Ciao!
Con immenso ritardo, visto che Halloween è passato già da un bel pezzo. Meglio tardi che mai, no? xD
Mi ero tenuta la tua storia da parte per molto tempo per due semplici motivi:
- avevo paura;
- ogni volta che ritagliavo del tempo per leggerla... era notte!
Ieri ho potuto leggerla senza alcun problema con la luce accesa, tanta gente viva attorno e la tv sintonizzata su un canale che trasmetteva uno show abbastanza divertente. Quindi, niente incubi o sedute dallo psichiatra.
Adesso, chiudendo questa parentesi inutile, veniamo alla storia.
Mi è piaciuta, cavoli.
Okay, non era difficile che mi piacesse (anche se quando nella parte erotica c'era Moriarty invece di John sono rimasta abbastanza disorientata - non per una mancanza tua, ovviamente, ma perché non sono abituata a leggere Sheriarty xD), ma non era neanche tanto scontato che finisse nelle ricordate. Devo arrendermi alla consapevolezza che scrivi divinamente in questo fandom? Forse sì. Non mi hai ancora deluso, neanche una volta.

Andiamo per gradi.
Amo le death-fic (e finalmente sei tu a spezzare il mio cuore!), ma non è facile farmele piacere. Mi spiego meglio per non sembrare un'incoerente uscita da una clinica di igiene mentale: adoro le death-fic in generale, ma bisogna saperle scrivere.
Tu hai dato un taglio molto psicologico a questa shot, che di sentimentale ha tutto e allo stesso tempo niente: Sherlock è un ragazzo che ha sofferto molto, un ragazzo che non riesce a trovare nulla di interessante nelle persone che lo circondano. Tutto ovviamente è dovuto dal suo rapporto con la madre - Freud docet.
(Bellissima la parte in cui ci mostri i suoi pensieri, il suo desiderio di eseguire un'autopsia curata e dettagliata sulla madre. Macabro, ma anche comprensibile. Bellissima. In poche righe hai mostrato tutto il disagio e le cause scatenanti del suo presente. Brava!)
Poi arriva John Watson. Un docente. Un docente diverso dagli altri, perché sa dirgli le parole giuste senza alcun tornaconto. Un docente che non gli deve proprio un bel niente. Una persona genuina. Un conduttore di luce.
E, per la seconda volta in una tua storia, ho AMATO John Watson. Non mi capita spesso quando ti leggo - e ti prego di non offenderti, perché non voglio criticarti (anche perché non ho letto tutte le tue storie, quindi sarebbe un giudizio abbastanza fasullo). Intendo dire che nelle storie che ho letto - scritte di tuo pugno - John mi è sempre sembrato più... "cupo" dell'originale, del John della serie. Qui no.
Qui l'ho amato seriamente ed è raro che io ami John. (In tutte le salse, s'intende). Voglio anche io un docente come lui, uffa. Giuro che non lo strangolerei!
(Al massimo strangolo Mary (?))

Quindi, personaggi caratterizzati divinamente.
Ho adorato i dialoghi, le interazioni... ogni tua singola scelta.
Poi veniamo a Jim.
Che dirti... non ero pronta per una Sheriarty lemon ahahah, ma... l'ho apprezzato ugualmente. Direi che ti è riuscita veramente bene.
E poi, anche ogni singola mossa di Moriarty - a mio dire - è stata perfetta e IC. (Specie l'ultima).

Quando Sherlock strangola John... ci sono rimasta di sasso. Sul serio. Pensavo fosse un sogno o qualcosa di simile, e invece no. Io credo che lo abbia ucciso perché spinto dalla droga, ma come dice Sherlock non è così al 100%: inconsciamente, desiderava di ucciderlo perché lo voleva tutto per sé, quindi per effetto della droga o meno... il desiderio di ucciderlo c'era ed era reale.
(Almeno questa è stata la mia interpretazione).

Wow.
Vorrei davvero dirti di più, ma non trovo le parole.
Vorrei saperti spiegare quanto io abbia apprezzato questa storia, ma mi sembra di non saperlo fare. Help.

Io adoro i finali circolari, quindi ho apprezzato anche questa tua scelta - azzeccata, direi.
Ci sono state un paio di frasi che mi sono piaciute da morire (giusto per restare in tema), espressioni che ho gradito tantissimo e che a mio dire sono un po' la tua firma.

Ho notato solo un piccolo refuso: un anfora. (Perdonami, non ricordo in quale punto preciso del testo, ma mi sembrava giusto dirtelo).

Si vede che ti sei impegnata molto nella stesura di questa storia, e devo dire che il risultato parla da sé. Molto, molto bella.
Finisce nelle ricordate, of course.

Alla prossima!

Recensore Master
01/11/17, ore 16:13
Cap. 1:

Ciao!
Grazie davvero per avermi linkato la tua storia. Leggendo il tuo stile così curato e preciso, prendo la tua recensione alla mia storia ancora più seriamente.
Io amo Sherlock Holmes, la serie più che mai e la tua capacità di rendere questi personaggi parte di una AU così vicina alla storia originale è impressionante.
I personaggi sono IC ma quello che mi ha lasciato a bocca aperta più di tutti è Jim.
E' un pazzo psicopatico, pronto a tutto per raggiungere i suoi obiettivi, per ottenere quello che vuole e il suo bisogno morboso di averla vinta anche utilizzando metodi viscidi come quello di regalare la droga all'uomo di cui è ossessionato, chiude perfettamente il quadro di una doppia personalità a quanto pare irrecuperabile (o forse è lui che si piace così com'è. Mi ha ricordato un po' quel personaggio di un vecchio film con Cate Blanchett "The Gift").
Malgrado il rapporto tra John e Sherlock abbia un'evoluzione graduale e sicuramente positiva, Jim continua a fare da sfondo ad ogni loro piccola felicità. Leggendo si sente la sua presenza in ogni riga, in ogni dialogo tra i due, come se non fossero mai veramente soli.
Sherlock emana malinconia e forse, i momenti dove davvero non gli importa niente di niente, sono quelli passati con Jim, perché persino il tempo che passa con John sembra essere distorto, quasi come se non volesse cadere in una sorta di incantesimo lanciato dal dottore.
Come se lasciarsi andare con qualcuno di sano sia impensabile e pericoloso.
Le situazioni ingestibili non sono il suo forte.
Poi, ancora evolve e fattelo dire: in una One Shot hai creato un mondo intero. Hai reso tutto così preciso, persino le ambientazioni sembrano già conosciute, come se le avessimo già esplorate in passato.
mi piace questo tuo stile diretto che punta dritto al cuore e al cervello, pronto però a colpirti dietro l'angolo ed è quello che succede esattamente avvicinandosi al finale.
Non avrei mai immaginato un risvolto simile ed amo le death!fic a differenza tua ma sei stata imprevedibile, hai saputo colpire al momento giusto e lasciarmi a bocca aperta.
Alla fine dei giochi fino quasi alla fine ci hai fatto innamorare di Sherlock, ce lo hai mostrato nudo e crudo, persino incline a lasciarsi andare e infine, il vero protagonista non è altri che Jim, ed è qui che ricollego la sua presenza ovunque, in ogni dialogo, ogni situazione.
Fattelo dire: che meraviglia.
Sono molto felice di averti scoperta, sei davvero particolare, hai uno stile che rimane addosso. Mi viene voglia di leggerti per tutta la vita.
Complimenti davvero!
Miry

Recensore Master
01/11/17, ore 12:22
Cap. 1:

Ciao!
Anche io sono una lettrice esterna, purtroppo non sono riuscita a seguire la serie della BBC, anche se ho amiche che mi riportano giudizi entusiastici soprattutto sui protagonisti.
Mi sono messa nell'ottica di leggere il tuo racconto come una storia originale e devo dire che la cosa ha funzionato benissimo!

L'introspezione psicologica del personaggio di Sherlock è fenomenale e agghiacciante, come nelle sue brillanti autopsie a volte contempla sé stesso dall'esterno, cercando una causa "scientifica" o almeno razionale alla sua totale mancanza di empatia verso i vivi e i morti.

Credo che nemmeno il Dottor Watson sia riuscito a toccare davvero gli strati più profondi del suo animo, però era quello che Sherlock desiderava disperatamente e alla fine si è aggrappato a quel desiderio, ad un'idea che gli desse l'illusione di sentirsi vivo.
Pertanto penso che la vera molla che ha fatto scattare l'omicidio-suicidio non sia stato tanto il trasferimento del Dottore, ma la colpa di non aver capito quanto fosse necessario al suo allievo.
Molto più necessario della droga di Moriarty.

Sarà il periodo, sarà che ho visto innumerevoli serie medical-legal-thriller, ma ho trovato molto bella nella sua crudezza asettica la descrizione dell'autopsia; procedure e termini tecnici mi fanno pensare ad una qualche esperienza medica nel tuo bagaglio di conoscenze, ma puoi smentirmi se sbaglio :)
(Recensione modificata il 01/11/2017 - 12:23 pm)

Recensore Master
26/10/17, ore 01:18
Cap. 1:

Sono tre volte che inizio a leggere questa tua fic e tre volte che me ne stacco con una reazione di sconcerto e di insoddisfazione allo stesso tempo. Ed è sempre la stessa scena e, soprattutto, le stesse parole che mi colpiscono troppo negativamente per concludere la mia lettura con obiettività. Si tratta di quello stare insieme che per Sh e Jim è un incontro di vuoto e di pulsioni che sfuggono alla luce del sentimento e deviano su percorsi contorti e dal nauseante sapore di perversione. Comunque, già nelle successive riletture, il turpiloquio che Jim usa per sapere da Sh se i suoi gesti "d'interesse" per lui sono di suo gradimento, sono riuscita a collocarlo nel giusto contesto di una depravazione che costituisce il tratto caratteristico della non affettività di Moriarty; per Sh è solo un modo per sfuggire alla noia e, per un attimo, sentire qualcosa che non sia solo solitudine ed un soffocante senso di vuoto.
Però la scena in sé, che ho immaginato lucidamente grazie alla tua capacità di descrivere le situazioni, anche le più particolari come questa, con lucidità ed il giusto distacco, mi rimane ancora indigesta, per la sua violenza espressiva. Ma sono arrivata alla quarta rilettura ed ora sono convinta che, quella visione ributtante, sia necessaria alla definizione dell'atmosfera ed alla caratterizzazione del contesto narrativo. Siamo al buio, nel fango o, meglio, in un labirinto da cui è impossibile sfuggire se non con la morte. Il luogo cui tu fai riferimento nel titolo, molto indovinato davvero, è la rappresentazione ideale del senso di oppressione e di angoscia in cui si trova Sh, deluso da chi gli sta intorno, prigioniero di se stesso e della sua superiorità. Superbo anche il modo in cui hai rappresentato Moriarty, nauseante nella sua malvagità.
La figura di John è sbiadita (“…Un ometto…”), dalle tinte sfumate, assolutamente insufficiente a dare veramente un senso alla vita di Sh. Ci comunichi chiaramente l’interesse che Holmes prova istintivamente per lui , anche per la benevola accoglienza che gli riserva durante il primo incontro nell’Aula magna ed in seguito. Sì, il dottor Watson è un personaggio positivo e trasmette a Sh un senso di sicurezza, di comprensione, e lo fa sentire quasi in un luogo in cui domina la pace, quella pace che non trova posto nella sua vita “gridata” di studente assolutamente diverso dai suoi coetanei ed incapace di sentirsi in mezzo a dei suoi simili.
Uno dei punti forti della fic è, a mio avviso, la nitida crudezza con cui “fotografi” l’esercitazione di Sh al tavolo anatomico, lui che si muove ed agisce come se stesse plasmando un’opera d’arte, tanta è la sicurezza e la perizia nell’occuparsi di quei corpi morti (“…l’organo gli scivola delicatamente dalla mano…”).
Ma John, qui, secondo me, è proprio un “ometto”, come ce lo presenti tu fin dall’inizio, perché non riesce a reggere, con la sua ordinaria normalità, la travolgente energia di uno come Sh, che gli dichiara il suo amore. Fugge, John (“…“Mi trasferisco, Sherlock…”), balbettando scuse e motivazioni che raffreddano crudelmente il “sangue bollente” che aveva iniziato a scorrere, benefico, nel corpo e nell’animo di Holmes.
Un Holmes, il tuo, dipinto a tinte nette, forti, con linee distorte che richiamano certe opere espressioniste che, al solo guardarle, mettono malinconia e provocano un certo disagio ma che comunicano sentimenti che travolgono e spazzano via ciò che tenta di spegnerli. Amore grande, trasformato dalla delusione in un odio feroce che, in “un mare di sangue, nebbia ed inchiostro nero”, distrugge il suo tesoro perché nessuno glielo porti via, dal momento che lui non potrà mai averlo. Terribile, ma quasi epica, quell’immagine di Sh che infierisce sugli occhi di John, nel tentativo di spegnere la sofferenza con la distruzione fisica dello sguardo che lo aveva incatenato a sé. E la conclusione è amara e soffocante, come quella nebbia che penetra nella mente e cancella la realtà. Un ultimo appunto sulla tua scrittura, ricca di termini appropriati ed adeguata alla drammaticità del contesto. Complimenti, davvero.

Recensore Master
22/10/17, ore 18:13
Cap. 1:

Ok. almeno non ho dolori e febbre... perché lo sconvolgimento non manca, sorella!
Quando si dice qualcosa di inatteso, qualcosa che scritto meno bene di così - anche pochissimo - non avrei letto?
Non posso arrivare al tuo segreto, quello che ti fa portare Sherlock ad uccidere John e io che sto qui e dico "in fondo è normale".
Perchè è un tipo di racconto non canonico, l'importante è dirlo, e va analizzato e assorbito in modo diverso, trasformandosi in lettori diversi, pronti a farsi portare per mano con fiducia pur avendo una benda sugli occhi.
John in fondo è quasi IC, appena appena remissivo, ma un filo. Un po' succube della bravura di Sherlock, più che solo ammirato, ma forse è una mia sensazione e mi piacerebbe sapere se era voluta, c'è, o la nebbia ha raggiunto la mia testa. Giuro che se è così non vado a passeggio lungotevere, ahahahha!
Sherlock è una follia. Una versione sconvolta di se stesso, non un personaggio OOC. Trasportato in una specie di mondo parallelo lontano solo un velo sottilissimo dal nostro. (Hai mai letto "Queste oscure materie?" così, eventualmente)
In parte esasperato da un background diverso (niente Mycroft o padre bonario - pappamolle, per me, ma bonario -) solo la mamma che vive di emozioni fasulle. Splendido. Mi pare quando tutti dicono "che bello nevica in città", e penso che i gattini randagi avranno freddissimo. Chi parla sta bene, e il problema finisce li.
In parte alterato da una droga che spinge all'omicidio-suicidio, quindi rispetto al dottor Jackil e Mr. Hyde ci sono due personaggi. Uno crea la droga, uno la usa. Bellissimo!
La scena erotica è quasi disturbante nella sua crudezza in fondo molto normale, ma sia come trovo che tu sia una prestigiatrice, in questo. Fai scivolare la cosa, non so come dire...
Moriarty è il mostro autentico che è, orribile. Il finale dispiace, ma non c'era un'altra via di uscita, no.
Ora ho bisogno di capire una cosa, perchè sono tonta. Mi vuoi bene lo stesso? Non capisco dov'è l'horror... :(((
Vedo il thriller psicologico, ma non capisco se Sherlock quando uccide ha davvero una specie di trasfarmazione. Devi avere pazienza, con me...
e scrivi di più. Più spesso. Anche molto più spesso, sarebbe gradito **
bacio, tua sconvolta
Setsuna

Recensore Veterano
21/10/17, ore 17:30
Cap. 1:

Bonjour, ma chèrie!

Con un po' di ritardo, ma eccomi qui a recensire questa ff. Parto con una piccola premessa: normalmente l'horror non è molto nelle mie corde e ammetto di essermi dovuta fermare qualche istante durante la descrizione dell'autopsia, perché vedere scene con squartamenti e tagliuzzamenti vari, con ossa che escono e pelle che si taglia come se fosse una fetta di torta, mi ha sempre fatto effetto. Nei libri di solito no, normalmente ciò accade solo con film e serie con scene particolarmente realistiche, ma stavolta... Beh, hai descritto tutto in maniera talmente vivida da farmela immaginare in modo terribilmente preciso, potevo quasi sentire il suono della pelle che si staccava dalle ossa di sterno e gabbia toracica e... Okay, ho avuto bisogno di un attimo di pausa prima di proseguire. 
Tutto questo per dirti che dammit, man, that was awesome. Hai scritto tutto in modo così vivido e realistico, così preciso... Hai fatto un ottimo lavoro, davvero.
Devo ammettere che per un po' mi sono chiesta se non fosse proprio Jim il Mr. Hyde della situazione- e in un certo senso alla fine lo è stato. Diciamo che Jim è stato allo stesso tempo Jekyll e Hyde, usando coloro che gli avevano fatto un torto per sperimentare una droga pericolosa e letale e liberando in loro e in se stesso la bestia assetata di sangue e vendetta. Un adattamento incredibilmente azzeccato e originale, davvero ottimo. Jim è apparso relativamente poco, ma alla fine ho apprezzato moltissimo come hai costruito il suo personaggio: folle, geniale, pericoloso e vendicativo, perfetto.
E questo ci porta a Sherlock... Uno Sherlock che fino alla fine mi ha lasciato combattuta tra l'avere paura di lui, il temerlo, e l'esserne affascinata. Era distante, freddo e distaccato, quasi anaffettivo, sembrava davvero non provare niente. Mi è sembrato la versione "psycho" dello Sherlock della serie, privato del tutto dei sentimenti e delle emozioni e fatto solo di logica, meccanismi causa-effetto e perfezione quasi maniacale. Forse qui era per davvero un po' sociopatico, sai? E a suo modo, era davvero affascinante.
John era il solito, buon vecchio John e mi è dispiaciuto vederlo fare quella fine, lo ammetto. Ho letto quella parte molto alla "Oddio no, what the hell, SHERLOCK NO, METTI GIÙ LA PENNA- MA NO, CHE SCHIFO", ma alla fine ho anche apprezzato la componente vagamente splatter. Sono una donna piena di contraddizioni, che ci vuoi fare.
La mia parte preferita? Credo la fine. Davvero, non so perché, ma mi è piaciuta in particolar modo. E anche la parte sull'annegamento. Insomma, mi è piaciuta moltissimo tutta la storia, anche quelle scene per me un po' più difficili da gestire.
Un bacione, bravissima come sempre.
Alla prossima! 
Cami

Recensore Junior
21/10/17, ore 00:20
Cap. 1:

Carissima,
sono passata perché giustamente l'iniziativa merita anche recensori oltre che scrittori.
Sherlock mi piace molto (non ho visto l'ultima stagione) ma non ho ship in questo fandom, quindi non posso esprimermi sulle parti relative.
Come lettrice "esterna" sono rimasta piacevolmente sorpresa: sei molto brava. Mescoli termini tecnici, colloquiali e scurrili, parole e immagini ricche di lirismo; il risultato è una prosa viva, espressiva, densa di emozione e al contempo rigorosa: una prosa che trasforma Sherlock in parole, condividendo con lui la sua esattezza, la sua ossessività, la sua passione. Il macabro e il violento si fonde con il dolore, la follia, il degrado, eppure mantiene una sua geometrica poesia. Davvero un'ottimo lavoro!