Recensioni per
Un'ultima cosa
di Losiliel

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
08/01/18, ore 20:28

Looos!
Oddio Los!
Oddio quanto mi è piaciuta questa storia, davvero, è la storia più bella che tu abbia mai scritto, ti sei assolutamente superata in tutto!
È incredibile: mi ha colpita e commossa enormemente!
Ok, mi calmo e do un senso a questa recensione.

Innanzitutto, l’espediente lettera!
Già solo questo mi ha mandata in brodo. La lettera è uno stile difficilissimo, è un entrare totale nei pensieri, nel sentire del personaggio, e tu ce l’hai fatta!
il flusso di questa lettera è coinvolgente e fa sentire Nelyo in maniera così vivida che... è lui, è lui e questo è ciò che sta scrivendo, in quel momento, che sta pensando.
È incredibile, sul serio.

Poi il modo in cui scrive: questo flusso inarrestabile di parole, racconti, pensieri, speranze, riflessioni, rassicurazioni, spiegazioni, che si susseguono libere, si intrecciano, con la tranquillità e la sincerità tipiche di qualcuno che parla a una persona di cui si fida totalmente e con cui è in profondissima confidenza.
Senza freni, senza misteri, senza formalismi, con un’intesa che passa attraverso la carta.

Anche io sono sicura che Nelyo avesse questa confidenza profonda con la madre, che fosse, per citare proprio lui, quasi più amico che figlio.
Era il figlio più grande, e la lunga vita di elfo unita ai caratteri simili avranno sicuramente fatto sì che lui e Nerdanel parlassero tanto e a lungo e si capissero in un modo particolare.
E questo modo particolare si sente tutto, e mi ha colpita e commossa tantissimo!

Come Nelyo sa prevedere cosa penserà la madre, cosa direbbe lei se fosse presente, come si sente libero di girare attorno ai problemi e trovare modi per rassicurare, ma anche raccontare ogni suo timore, ogni suo dubbio, ogni cosa che gli sta a cuore, e cercare di mettere su carta ogni sua speranza.
Si lascia veramente andare in questa lettera, in così tante cose che ogni volta che ci penso me ne viene in mente una nuova!


E proprio perché si lascia andare totalmente, in questa lettera sivede Nelyo in tutte le sfaccettature del suo carattere.
Cosa ancora più bella perché siamo in un periodo, e anche in un momento, particolarissimi!

Questo è il momento di apparente quiete prima che si scateni tutto, tra la minaccia di Feanaro a Nolofinwe con conseguente esilio e tutta la catena atroce di eventi che porterà alla fuga dei Noldor: quindi con una grandissima quantità di eventi importanti che o sono ancora freschissimi, o si stanno per verificare e già si sente la tensione.
Ma anche senza pensare ai grandi eventi, vedere Nelyo che qui è ancora giovane, ancora elfo di Aman, quindi non ancora guerriero, né stratega, né re, né tanto meno fratricida o sotto il peso del giuramento, eppure è già pronto a lasciare Aman e quindi a cambiare totalmente. Anzi, sta già cambiando, e vedere anche questo passaggio è stupendo!

La sua descrizione delle giornate a Formenos, per cominciare.
Come hai delineato attraverso due semplici episodi non solo come i feanorioni trascorrevano l’esilio, ma anche come lo vivevano le persone che avevano deciso di seguirli.
Ecco, per questo ti adoro sul serio, Los!
Adoro quando le storie si soffermano anche sui personaggi originali e riescono a dare uno spazio anche a loro, e tu qui ci sei riuscita!

La famiglia fedelissima a Feanaro e Nerdanel è fantastica, con quei due bimbi adorabili!
Il maschietto che è un “terremoto ambulante” e la femmina che si è attaccata a Huan, oddio li adoro!

E adoro la tenerezza e l’affetto con cui Nelyo parla dei bambini e dei loro genitori. si vede che li conosce da sempre, quanto si fida dei due servitori e quanto vuol bene ai loro bambini.

La seconda scena che racconta Nelyo, la scena del canto in coro è stata così dolce-amara… Da una parte dolce, tra Kano che insegna canto e i fratelli che si uniscono tutti desiderosi di fare confusione e poi di cantare, ma amara perché hanno tutti paura di perdersi in cose inutili, e hanno “paura” della disapprovazione di Nelyo… Non dovrebbe essere così, e si vede. Si vede che tutti erano abituati a perdersi eccome in momenti del genere, e che cambiare abitudini, per l’esilio e per la partenza futura, costa fatica a tutti.
Nelyo compreso, che ha la sensibilità per apprezzare e vivere questi momenti, tanto che non li blocca sul nascere come forse avrebbe fatto Feanaro, ma che allo stesso tempo già teme che siano seriamente perdite di tempo, e teme che il padre disapproverebbe se sapesse….
Oddio, mi fa davvero tristezza tutto questo!
E mi commuove che Nelyo, pur di vivere questi momenti a suo modo, abbia deciso non solo di non ostacolarli, ma anzi di apprezzare questo momento di canto, che ha radunato tutti e ha dato un po’ di gioia, e abbia anche voluto raccontarli a sua madre, per rallegrare lei e anche per sé stesso, mi viene da pensare.

Nelyo sa trovare l’equilibrio tra lo sfogo che serve a lui, e le rassicurazioni e la spensieratezza, unite alle notizie precise e dettagliate, che servono a Nerdanel.
E da qui anche l’aggiunta, nella questione del combattimento, del racconto sulle scommesse di Moryo!
Altro dettaglio che mi ha fatta sorridere: Moryo, pure tu sei sempre stato lo stesso XD.
I sassolini colorati… ahahahahahahaha.
Mi ha colpita davvero come hai descritto la situazione a Formenos: da una parte ci sono tante cose da fare, ma dall’altra c’è la frustrazione e la noia di essere in esilio in una zona ben precisa, costretti tutti a vedersi ogni giorno, a fare le stesse cose sempre negli stessi luoghi e ambienti.
Per degli elfi, e per dei Noldor in particolare, deve essere stato a dir poco snervante.
E Nelyo come sempre sente la stessa frustrazione di tutti ma sa come dominarla, come tenersela e imparare a sopportarla. Si tiene impegnato, fa ciò che il padre gli chiede di fare e per sfogarsi si prende qualche momento per sé, come questo.

Si sente tantissimo qui quanto Nelyo fosse sempre pronto e realmente in grado di portare a termine ogni compito con successo, ma anche come sia a suo modo sotto pressione anche lui dalle richieste di Feanaro.
Feanaro che in questo particolare periodo immagino fosse esigentissimo, e ansioso di vedere tutto pronto, tutto che va nella maniera che vuole lui, perché una sola falla nel piano sarà fatale e poi non ci saranno altre occasioni. E Nelyo vuole essere all’altezza delle aspettative, ed è a sua volta trascinato da questa onda di ribellione che è Feanaro.

E questo secondo me da il perfetto ritratto di questo Nelyo ancora giovane! Il modo in cui Nelyo parla di tutte le speranze che ha per il viaggio imminente, di tutti i preparativi e di come stanno riuscendo bene, di tutte le persone che stanno piano piano decidendo di accompagnarli, me lo ha fatto vedere in tutta la sua giovinezza e lo volevo abbracciare!

Non può fare a meno di essere ansioso di mettersi alla prova, di avventurarsi in queste terre nuove di cui però ha sentito parlare per tutta la vita da suo nonno, di dimostrare anche lui come gli altri Noldor che ciò che ha imparato ad Aman lo saprà mettere in pratica per creare meraviglie ancora più grandi.

E poi l’ammirazione per ilpadre: se per Curvo l’ammirazione per Feanaro è sempre stata ai massimi livelli in ogni momento, per Nelyo ci sta che l’apice sia stato in questo momento!
Quando ha visto suo padre fronteggiare Melkor, quando lo sta vedendo preparare un viaggio che è una ribellione e farlo senza paura alcuna, per portare i Noldor alla grandezza.

L’episodio della porta sbattuta in faccia a Melkor è uno dei pochissimi episodi in cui stimo Feanaro senza riserve, e vederlo descritto da Nelyo è stato interessante!
La descrizione del momento dall’esterno, tutta la preoccupazione degli altri elfi presenti, e l’effetto che faceva Melkor… Davvero realisticissimo, Los!

Eppure accanto a tutto l’entusiasmo c’è anche altro, perché Nelyo è già adulto e più che lungimirante, e per quanto stimi il padre e sia pronto a seguirlo in ogni dove vede anche le pecche del suo piano, e ha anche la prudenza di valutare tanti altri dettagli che Feanaro o non considera proprio, o non abbastanza.

La questione delle navi, per esempio: Nelyo aveva già capito che era un rischio e poteva creare scontri pericolosi… Quanto ha avuto ragione…!
E la sua idea, dal punto di vista dei feanoriani, era un’idea che avrebbe anche potuto aiutare parecchio, dato che appoggiarsi solo a Finwe, anche fosse sopravvissuto, era comunque un azzardo.

In più Nelyo sente anche quanto è terribile il pensiero di combattere contro esseri che potrebbero essere o essere stati suoi simili: vede contemporaneamente sia l’utilità degli allenamenti come sfogo, ma anche il peso di ciò che implicano, e questo è così assolutamente da Nelyo!
Si incominciano a vedere già le caratteristiche che in futuro faranno di lui uno stratega e un re.
Tornando un momento alla questione combattimenti, ho adorato questa tua idea. Ci sta benissimo che l’idea e la conseguente abilità dei Noldor con le spade già da subito sia sorta così, da un ragionamento di un nato in Endore: interessantissimo davvero!

Altro pensiero assolutamente da Nelyo, è come osserva con maggior saggezza il resto della famiglia: come si accorge dell’ansia di Finwe, come riflette sulle valutazioni potenzialmente sbagliate che ha Feanaro su Nolofinwe.
Il fatto che Nelyo già stimi Nolofinwe mi è piaciuto tantissimo!
Così come ho trovato interessante che Nelyo si chieda addirittura se suo padre non abbia organizzato tutto quanto per giungere alla ribellione, esilio compreso: la mente di Feanaro è così complessa che un’ipotesi del genere da uno dei suoi figli ci sta!

E il pensiero di Nelyo che manca Nerdanel a bilanciare la cosa è dolcissimo, e, di nuovo, verissimo.
I figli di Feanaro chi più chi meno o non vogliono contrastarlo o manco ci pensano, Finwe lo sappiamo come la pensa, qua manca davvero Nerdanel!

E questo mi porta a uno dei passaggi che davvero mi ha fatta piangere: Nelyo che torna figlio, totalmente figlio e supplica Nerdanel di tornare da loro e anche di seguirli, perché lei gli manca: è straziante e dolcissimo, sul serio!
Così come il desiderio di Nelyo di sottolineare che la sua scelta di seguire Feanaro in Endore non è una scelta tra un genitore e l’altro… Oddioooo!

Poi i pensieri di Nelyo verso i fratelli che è convinto non partiranno, e Kano in particolare: come evita di pensare al fatto che dovrà separarsi proprio da Kano è terribile!
E mi ha colpita come Kano da parte sua stia cercando di far capire a Nelyo che non deve per forza scappare via da Aman come se fosse tutto da buttare, ma che anche qui potrebbe avere un futuro di gioia: vedere loro due così le gati che ora hanno due visioni così diverse, e modi diversi di affrontarle...
Perché Nelyo non sta cercando di convincere Kano, sa che la cosa migliore per lui è restare in Aman, e sopprime l’egoismo che lo spingerebbe a convincere il fratello a seguirlo per averlo accanto.
Kano invece, pur sapendo che Nelyo non torna indietro sulle sue decisioni e non è utile a nessuno insistere, cerca comunque di farlo soffermare di più su quanti rischi inutili stanno correndo con questa ribellione.


E la parte finale, la vera parte finale. Quella per Finno.
Un’altra stilettata!
È tremendo sul serio!
Se solo Nelyo avesse trovato il coraggio di dirgli tutto quello che scrive a sua madre, apertamente, con quello stesso amore…
Se avesse trovato il coraggio di confessargli la sua paura, il suo affetto, e anche il suo amore prima che degenerasse tutto!
Perché ancora Nelyo non sa quante tragedie una dietro l’altra lo aspettano, però già intuisce che non andrà tutto liscio, e amaggior ragione viene da dire se solo avessero potuto parlare prima!


Grazie, Los, grazie davvero!
Non sono riuscita a dire la metà di quello che mi ha fatto pensare e sentire questa storia, è una storia troppo ricca, piena, profonda, e che mi commuove troppo!

È veramente stupenda, scritta in maniera perfetta e con così tanti dettagli, riflessioni e particolari che non ho veramente altre parole per dirti meglio quanto mi è piaciuta, e quanto ti ringrazio di averla scritta.

Tantissimi complimenti Los, da continuare a dirti complimenti per una pagina intera!

Un abbraccio!

Tyel

Recensore Master
30/10/17, ore 20:45

Oddio, Los, non so assolutamente da dove cominciare.
Questa storia colpisce dritta al cuore, e più la rileggo più continua a farmi venire i brividi come alla prima lettura.
Già lo stile epistolare è qualcosa che mi manda letteralmente in brodo di giuggiole alla sola idea, ma qui... Oddio, qui si sente la voce di Nelyo con una potenza impressionante, tanto che avevo quella sensazione un po' colpevole da "non sta bene leggere la corrispondenza degli altri" XD.
Sul serio, Los, già scrivere in prima persona è arduo, una lettera lo è forse ancora di più, ma qui hai pienamente centrato l'obiettivo: questo è Nelyo. È Nelyo nelle parole che usa, nella compostezza delle frasi, nello stile insomma. Ed è soprattutto Nelyo, ovviamente, nei contenuti: ed è questo che fa venir le lacrime agli occhi. Perché questo è un Nelyo inedito e che non vedremo mai più: un Nelyo (dovrei dire Maitimo, per onor di correttezza) assolutamente privo di filtri, intimo, vulnerabile, ingenuo di un'ingenuità infantile (o Amanyar?) e insomma, meraviglioso. E io mi sciolgo in un mare di feels anche solo per il rapporto che traspare con Nerdanel, lo stesso rapporto che anche io immagino, tra l'altro: un rapporto sincero, paritario mi verrebbe da dire, privo delle aspettative e, forse, delle rigidità (non mi viene termine migliore) che questa spettative hanno creato nel rapporto, invece, con Feanaro.
Il legame con Nerdanel è limpido, un legame che può permettere a Nelyo di sentirsi pienamente se stesso, e anche, magari, di potersi permettere ogni tanto qualche infantilismo. E a me si spezza il cuore all'idea che in Endore un legame simile verrà meno e che anche per questo Nelyo diventerà la persona che conosciamo, dal carattere tanto duro e imperscrutabile.
Certo, ci saranno lutti e sofferenze a gravarlo, a cominciare dalla perdita del padre, non solo fisicamente, ma anche, per certi versi, forse spiritualmente: perché quella fiducia incrollabile, quell'amore e rispetto incondizionato che emergono da questa lettera assieme a un'ammirazione sconfinata nei confronti di Feanaro in Endore dovranno per forza venir meno, o comunque essere ridimensionati, e questo, secondo me, sarà decisivo per la costruzione della personalità del Nelyo di Endore. Intanto, però, leggere uno slancio d'ammirazione così intenso e ingenuo verso il padre per me è veramente una pugnalata al cuore. E ancora di più mi fa male l'idea che in fondo Nelyo si renda conto che ad amare troppo il fuoco non si può che rischiare di bruciarsi, e tuttavia non può farne a meno. Chi mai ci riuscirebbe, del resto?
Davvero, Los, non mi ero mai soffermata tanto a indagare i pensieri più intimi di Nelyo, e trovarci un simile affetto per il padre e un tale desiderio di seguirlo in capo al mondo mi hanno lasciata con la gola stretta, oltre a farmi dire: beh, certo, cosa ti aspettavi? Nelyo non è mica tutto raziocinio e capacità nel soppesare pro e contro!
Rimanendo poi in tema Feanaro, concordo sul fatto che già avesse programmato la partenza verso Endore, proprio per i motivi che citi in nota, e vedere Nelyo che pensa al distacco e ancor più i preparativi per la partenza è dolorosissimo. L'accenno alle navi (altro hc che abbiamo in comune) è una di quelle cose da stretta violenta allo stomaco, e fa il paio con quell'ingenuità con cui Nelyo comunica a Nerdanel che tanto ormai Melkor se ne è andato a nord e quindi non è più un pericolo. Benedetti, benedetti Amanyar! E voi sareste pronti per partire? A leggere queste righe sembra davvero di mandare i pulcini in pasto ai falchi, il che, per quanto siano ben armati ed equipaggiati, non è poi tanto lontano dal vero, sotto certi aspetti.
Tra l'altro, sempre per parlare di cose che fanno stringere lo stomaco, il maestro d'armi che allena i Feanarioni a combattere per uccidere... Lo trovo plausibilissimo, fosse solo perché magari a Cuivienen ogni tanto Melkor si divertiva a liberare qualche Elfo dopo averci un po' giocato... Il che magari non significa propriamente che conoscessero gli Orchi, ma non voglio pensare in quali e quanti altri modi era capace di tormentare e di conseguenza come gli Elfi ne uscivano e si comportavano con quelli che erano stati i loro compagni. Insomma, trovo che tutto questo abbia tremandamente senso e ora Nelyo è lì che ne parla quasi si trattasse di un gioco, quando a breve, tropo a breve, si ritroverà a massacrare Teleri, quegli stessi Teleri che era certo gli avrebbero prestato le navi con tanti saluti e benedizioni... Mamma mia, è tutto così tremendo e assolutamente verosimile!
Ah, e a proposito di Teleri, non posso che pensare a Finwe e chiedermi, in via deltutto ipotetica, se sarebbe davvero partito con Feanaro... Magari sì, raccontandosi storie sul fatto che sarebbe andato a raggiungere Elwe e che voleva rivedere i posti in cui era nato il suo amore con Miriel (tanto lo vediamo quanto contava Indis a quel punto, grrr) però da un lato mi verrebbe anche da pensare che lui, proprio perché nato a Cuivienen e conscio del pericolo, avrebbe evitato di partire... C'è una parte di me che vorrebbe sperare in qualcosa come: "figlio mio, ora segui la tua strada, io regnerò su Tirion" e fu così che Finwe si rese conto di avere altri quattro figli... Insomma, per quanto il rapporto Finwe-Feanaro sia meraviglioso l'idea di Indis e figli a far da tappezzeria mi è sempre più indigesta... Ma sto divagando pesantemente, sorry, torniamo a Nelyo e alla sua lettera.
Ecco, una cosa che adoro è la presenza dei servitori: mi piace un sacco quando membri del seguito vengono approfonditi. Qui sono solo accennati, ma mi piacerebbe saperne di più su tutti loro: Calwen resterà con Nerdanel? E il piccolo Norimo e la sorellina?
A proposito di bambini, la scena del coro improvvisato diretto da Kano è così malinconica e dolce... C'è quasi una ricerca disperata di allegria da parte di tutti, come se sapessero che poi non ne avranno più per parecchio, almeno così l'ho interpretata. E trovo anche io che Kano avrebbe davvero desiderato avere dei bambini... A questo proposito, sarei curiosissima di saperne di più sui tuoi hc sulla moglie di Kano, se ne hai. Forse ne avevamo già parlato, in realtà, se così fosse mi sa che la mia memoria perde colpi help XD.
Ah, tra l'altro vorrei proprio sentirla, questa famosa ballata (la versione Finno, ovviamente!) e a questo proposito, sappi che sono ancora in attesa dell'"ode alla stupidità" XD.
Ah, e certo che se si riesce a far cantare Moryo per una volta potrebbe anche cantare Curvo... No, temo che potrei venir fulminata anche solo per averlo pensato XD.
Tra l'altro, a proposito di Moryo e le sue scommesse, ora voglio leggere la storia dell'arco scambiato con i sassolini colorati, è meraviglioso! Ah, e dissento da Nelyo: secondo me è Moryo che ha un debole per la mamma, più ancora del contrario XD sosterrò sempre il suo lato tenero!
Aiuto, credo di essermi persa nel mare delle cose da dire, quindi tento, con fatica, di chiudere. Non prima, però, di essermi soffermata sul finale che Nelyo avrebbe voluto scrivere.
Ho parlato di magone, di strette allo stomaco. Ma è qui che ho davvero pianto, con quest'appello accorato, con questa confessione, con tutta la confusione di Nelyo e il suo terrore per sentimenti ben più che legittimi. Ho pianto qui più che nell'addio a Nerdanel, più che in quell'ultima supplica alla mamma di partire, più ancora che nel prendere coscienza di una cosa che già sapevo: e cioè che Nerdanel non leggerà mai questa lettera. Perché nel parlare di Finno Nelyo si mette realmente a nudo e questa è la cosa forse più dolce, e più triste, di tutte.
E a desso chiudo davvero, che ho scritto una cosa spaventosa e ho tralasciato metà delle cose che volevo dire.
Concludo dicendoti che questa, per me, tra le tue storie, è assolutamente quella meglio riuscita: la più potente a livello emotivo, la più bella stilisticamente... Insomma, una storia che non smaltirò tanto facilmente e credimi, è soltanto un bene.
Ti abbraccio forte e spero di leggerti presto!

Mel
P.S.: quella certezza che Kano resterà... Dio, Dio quanto fa male. Qui sì, mi sono ritrovata a pensare: ecco, meno male che Nerdanel non leggerà!
P.P.S.: Nolofinwe un pavido tradizionalista? No, per Feanaro è molto di più, ma non diciamoglielo :P.
P.P.P.S.: ti prego dimmi che Nerdanel non andrà mai a Formenos a cercare cose come questa, perché non lo sopporterei... Tu sai che la mia anima è angst e invece già vedo scenari del genere, frenami per favore!

Recensore Veterano
22/10/17, ore 20:21

Oh, mamma, Lossyyyyyy, ma come puoi pugnalarmi in questo modo???

I MIEI FEEEEEELSSSSS!

Credo di molestare chiunque mi accenni a “sto scrivendo una lettera di Tizio a Caio” perché lo faccia, perché la forma epistolare mi affascina da matti come modalità di studio del personaggio (fai ciao ciao a Le relazioni pericolose che ha rovinato la mia vita ormai dieci anni fa ♥) e penso possa far emergere aspetti che non possono che renderlo più reale – la lettera di Gil-Galad a Meneldur ne La moglie del Marinaio mi ha confermato quest’impressione.
Perciò non so bene se riuscirò a descrivere come si deve le mie impressioni, perché mi sembrerebbe quasi di analizzare una mail ricevuta da un amico e la sensazione è strana.

Perché sì, da questa lettera emerge un Nelyo inedito, che non abbiamo mai visto neppure trovandoci nella sua mente, dove sembrano esserci ancora troppe barriere e non c’è il confronto con qualcuno esterno a cui vuole troppo bene per non renderlo partecipe dei suoi pensieri più intimi (e che forse non si permetterebbe nemmeno di riconoscere nel silenzio della sua mente).
Un Nelyo che emana una dolcezza e fa una tenerezza incredibile, il lato umano e senza filtri del figlio devoto che abbiamo sempre conosciuto. 

In quello che Nelyo racconto, ci sono vari spunti interessanti su cui mi vorrei soffermare, andrò in modo abbastanza schematico.

La descrizione che fa di Melkor in “visita” con tanto di Fëanáro che lo insulta (get thee gone from my lawn, diceva qualcuno su tumblr, il che è accuratissimo LOL) è davvero da brivido. Già avevo trovato molto suggestiva la descrizione di Melkor in TAM, qui ho adorato come Nelyo ammetta di aver trovato difficile resistergli, così come ho trovato dolcissima l’ammirazione che nutre per il padre.
Quest’ultima non è una cosa che emerge così esplicitamente nel suo punto di vista, quando ne scrivi in terza persona. Ma mentre Nelyo parla con sua madre, non c’è nessun filtro, i sentimenti verso sui padre sono così genuini ed espressi senza alcuna vergogna che è questo che mi fa dire che lui è più sincero con Nerdanel rispetto a quanto non lo sia con se stesso.

Gli accenni ai preparativi per il viaggio fanno emergere il Nelyo comandante che sarà, ma c’è una certa spensieratezza quasi… giocosa in tutto questo. Dopotutto non immagina di uccidere altri Elfi, né di perdere nonno e padre a stretto giro e di ritrovarsi a capo di un esercito, poi prigioniero e di nuovo comandante. Chiaramente immagina un’allegra scampagnata (perché mi sa che, giustamente, non si aspettano grande opposizione dai Valar, se non qualche monito come quelli a cui sono abituati) con padre e fratelli. Peccato che non sarà così, but i digress.
L’accenno ad Artanis che vuole partire e Arafinwë che le presta ascolto mi hanno fatto tanto felice, sono quei piccoli dettagli di cui vivo e che rendono le storie inserite nel contesto canonico, invece di camere stagne. 

Anche secondo me Fëanáro ha provveduto a “monetizzare” l’esilio in sostegno (chiediamoci da chi ha preso Moryo il suo gusto per le scommesse). Okay che era una testa calda, ma andare a puntare la spada contro suo fratello disarmato è troppo pure per una testa calda (e come ben sai non sono proprio fan della sua pazzia: anche le sue mosse più azzardate lo erano in maniera deliberata, non lasciamoci raccontare balle da quel recluso di Pengolodh :P).

Mi ha turbata non poco l’accenno al maestro d’armi che addestra i Fëanárioni a combattere con nemici armati, sarà che Nelyo stesso nel raccontarlo sembra perplesso dalla cosa e poco convinto (sembra proprio ripetere le spiegazioni di suo padre in modalità: non voglio riflettere più a fondo perché ho un terribile presagio). Mi sembra credibile, ma mi turba per principio, oltre che presagire il Fratricidio di Alqualonde – tanto che, unito al disinteresse di Fëanáro a patteggiare prima per le navi, fa sembrare quella tragedia premeditata. Probabilmente è solo un’impressione (non mi sorprenderei se Nerdanel avesse finito per supporlo, se solo avesse ricevuto questa lettera) e il Fratricidio, come tutto quello che è successo, è stato solo un concatenarsi di eventi sfortunati che hanno portato a un esito più drammatico di quanto previsto.
Ma ogni tanto mi chiedo se, sotto sotto, l’uomo dei record non avesse accarezzato l’idea di ottenere il record anche come primo Elfo a uccidere un altro Elfo. Pensiero molto dark e più adatto alla visione di Fëanáro completamente fuori di testa, rispetto a quello che cerca di orchestrare gli eventi e di rigirarli a suo favore quando non sono quelli previsti.

Gli accenni al giro di scommesse di Moryo mi ha fatto morire dal ridere, mentre gli accenni a Kano che ha abbandonato lo studio degli strumenti ma è stranamente portato per il combattimento mi hanno lasciato un sapore agrodolce. È probabilmente “preveggenza”, ma Nelyo stesso ne sembra turbato per quanto racconti la scena del coro tra Fëanárioni e mocciosi (LOOOL) con un affetto e una dolcezza che mi ha fatto partire l’impulso di avvolgere tutti nella copertina e portarli via. 
E il desiderio di Kano di ricongiungersi alla moglie in città e avere con lei una famiglia mi ha sciolta tantissimo (a proposito ho un’altra idea, ma alla fine parte dallo stesso concetto di base che emerge da quanto descrivi tu: Kano alla sua vita matrimoniale tiene parecchio, più di quanto sembri contare per Curvo e Moryo)

Molto interessante vedere cosa ne pensano i vari fratelli dell’idea di partire nella Terra di Mezzo e sappi che se non mi dai le motivazioni per cui Moryo vuole partire, vengo a trovarti a casa e ti lego alla sedia come l’Alfieri finché non me le scrivi. Ecco.
Direi che in linea generale i miei headcanon a riguardo corrispondono ai tuoi, escluso Nelyo, che se per te è molto partecipe alle idee del padre, io lo vedo più vicino alle idee della madre (e infatti questa frase traduce bene la posizione che lo immagino avere al momento del giuramento: "è il mio corpo quello che vedi partire, il mio spirito non ti abbandonerà mai”: mi diverte che l’abbia scritta tu con un Nelyo con idee opposte XD) in questo ma che tra il dovere (di erede di suo padre e fratello maggiore) e i suoi ideali, abbia sacrificato gli ultimi per il primo, che lui crede rappresentare la sua identità più di qualsiasi idea e fantasticheria privata – un effetto di quel “Conto su di te” che condivido su tutta linea. Ma comunque ho trovato le sue argomentazioni molto condivisibili e giuste, mettendomi nei suoi panni, e il modo pacato con cui si spiega ti fa quasi dire “ma cosa vuoi che ci sia di male”. Certo, poi propone a Nerdanel di rivalutare la sua posizione, ma si rende subito conto che lui dovrebbe fare lo stesso per correttezza :P Però la speranza che ha di avere la compagnia di sua madre, della sua migliore amica (dopotutto Finno non è proprio migliore amico, è l’uomo che ama :P) nel viaggio che sta per intraprendere rende impossibile non perdonargli questa sua insistenza un po’ infantile, come dice lui stesso. Mi ripeto: è dolcissimo. 
È affascinante come pur condividendo certi punti fermi abbiamo una visione diversa a riguardo, anche perché non avevo contemplato la possibilità che descrivi tu e sono felice di aver ampliato un po’ le mie vedute con un altro punto di vista ♥ 

Le idee che Nelyo crede suo padre abbia riguardo a Nolo mi fanno sorridere, sembrano davvero cose che penserebbe Fëanáro, ma non combaciano con questa sua speranza di pacificazione (e poi ricordo cosa ci siamo dette più o meno a riguardo).
Ovviamente questa frase: 
"Se c’è una cosa che mio padre non è mai riuscito a capire, è che se uno non ama far mostra dei propri sentimenti, ma preferisce dominarli e custodirli nel proprio cuore, non significa che non sia animato da grandi passioni."
è così vera e traduce alla perfezione il contrasto tra Fëanáro e Nolo, che fa quasi male (oltre a risuonare in me in maniera impressionante, anche se non si direbbe visto come interagisco :°D)

Infine, la Nerdanel che emerge da questa storia è davvero qualcosa oltre a una madre. Un’amica, come dice Nelyo, e probabilmente il loro rapporto non è così stretto solo perché Nerdanel ha una capacità di comprensione degli altri altissima, altrimenti avrebbe lo stesso rapporto con tutti i figli. Con Nelyo c’è qualcosa di speciale, un’affinità che permette a lui di aprirsi del tutto a lei e a lei di accettare serenamente anche quei silenzi che lui tiene, per quanto sono certa che riesca a indovinare di cosa si tratti. 
E i commenti che Nelyo immagina da parte di sua madre me la fanno adorare, è impossibile un’altra reazione XD Quanto vorrei poi vederla interagire con Fëanáro, uno di questi giorni. Vorrei assistere agli scambi tra la megalomania di lui e l’arguzia di lei, mi accontenterai uno di questi giorni? *fa gli occhi dolci*

Poi vabbè, immagino anch’io che i servitori abbiano seguito Fëanáro in esilio, proprio per la questione di come vedo funzionare la servitù in una società che non sembra avere classi sociali e disparità economiche (oltre che l’assenza di moneta? questo mi riporta alla mente alcuni discorsi che abbiamo avuto di recente). Automaticamente i servitori sono parte della famiglia, non per sangue ma in quanto il signore si prende cura di loro (vitto, alloggio e balle varie). Le varie parentesi su di loro che fa Nelyo trasmettono questo senso di familiarità e affetto che secondo me è molto diffuso nelle grandi case elfiche :) 
(ma Norimo che è più casinista di Tyelko? Oh signur XD)
A proposito, sono curiosa di che fine facciano i servitori che nomini: ricompariranno in altre storie? Immagino partiranno per la Terra di Mezzo, vero?

Infine la parte di lettera mai scritta: SIGNUUUUUR.
Quanto avrei voluto che avesse finito di scrivere e inviato la lettera. Avrei voluto vedere la reazione di Nerdanel o meglio la sua azione, perché immagino che nulla di tutto questo fosse nuovo o sconvolgente per lei, e nella mia testa vedo scene melodrammatiche di Finno che corre verso Formenos, in una galoppata folle, con tanto di riunione commovente e melensa che aspetta che vado a bermi una limonata per ribilanciare gli umori.
Purtroppo così non è stato, ma ho gradito alla follia il bonus finale, potrei vivere per le note lunghe e i bonus a fine capitolo/storia, mi fanno sentire coccolata XD
(a parte che il warning per lo slash implicito mi sembra eccessivo ahahahah)

E a proposito, concludo con un commento anche alle note, perché sono molesta fino a questo punto:

1. Per i Noldor che si aspettavano l’aiuto dei Teleri, dal mio canto la immagino un’aspettativa più di Fëanáro e la sua fazione che dei Noldor in generale. Forse perché ingenuamente immagino che li avessero aiutati per il gusto di farlo e quindi anche in seguito, con il diffondersi delle menzogne di Melkor, solo chi era di persuasione feanoriana pensasse di avere un simile entitlement da reputare l’aiuto dei Teleri come ‘dovuto’… oltre al disprezzarli un po’ per la questione del loro supposto cuore Moriquendi: il razzismo elfico mi fa sorridere, ma nonostante la decisione dei Noldor-feanoriani di andare nella Terra di Mezzo penso che si sentissero comunque superiori ai Falmari e a chi era rimasto nella Terra di Mezzo (Nelyo stesso ne è una prova col discorso che fa a riguardo a Nerdanel).
Sono sempre molto interessata a come i vari gruppi di elfi si vedono tra di loro, per questo penso che i Noldor-feanoriani fossero più propensi a pensare ai Falmari come Moriquendi, rispetto a chi con questi pseudo-Moriquendi ci ha fatto pure figli (ciao Arafinwë!)

2. Sulla questione dell’allenamento a combattere altra gente, le mia idea era diversa: immaginavo sport e giochi di atletica che insegnavano loro non solo la usare le armi che erano abituata a usare per la caccia (lance e frecce), ma anche alla lotta corpo a corpo e con l’avvento delle armi, giochi che coinvolgevano le armi stesse (esempio la scherma). Per quanto pensi anch’io che ci fossero preparativi anzitempo per un’eventuale partenza (da cui, come ti avevo anticipato in CLT, penso, ho escluso a priori chi era nato nella Terra di Mezzo), non fatico a immaginare che l’orgoglio noldorin facesse credere loro di essere capaci ad affrontare qualsiasi cosa: erano cresciuti in una terra benedetta, avevano camminato tra grandi spiriti divini e imparato da loro, qualsiasi poraccio nella TdM non avrebbe presentato una minaccia. E così dimostrano anche le loro battaglie iniziali, quando brillano ancora della luce degli Alberi (non ricordo se ci fosse qualche lettera o approfondimento a riguardo), finché la “corruzione” della Terra di Mezzo non fa calare la loro bella cresta Amanyarin ;)
I miei due cents al volo, tanto possiamo continuare il discorso in altri lidi.

3. Penso anch’io che Fëanáro credesse di avere in pugno suo padre (ma non penso che Finwë sarebbe partito, per il discorso solito secondo cui chi era arrivato dalla TdM non voleva tornarci neanche morto e di cui Finwë non era l’eccezione. Magari se fosse rimasto in vita avrebbe moderato il tono della conversazione, ma non sarebbe partito né avrebbe convinto Fëanáro e co a non partire).
Per la risposta di Finwë mi chiedo quanto fosse una manipolazione della risposta reale, arrivata a Tirion per cementare il potere di Fëanáro su chi voleva sostenerlo e assestare un colpo a Nolo nel mentre (chiaro che anch’io immagino Fëanáro tramare anche a distanza, mica se ne sta in punizione con la coda tra le gambe lui :P)

La aspettavo da un po’, questa storia, e non sono affatto delusa. Anzi, provo una tenerezza immensa che non è affatto scalfita dalla conoscenza dei fatti che seguiranno, anzi, forse è accentuata dalla consapevolezza di cosa è andato perso. Tutta questa speranza, tutta questa dolcezza… è così tragico ♥ 

Se mi verrà in mente altro, non esiterò a fartelo sapere per altre vie (tanto sono molesta, si sa XD), che al momento mi sembra di aver scritto un commento estremamente autoreferenziale.

Un abbraccione pieno di gratitudine e affetto,

Kan