Ciao, allora ho letto molto volentieri questo racconto che mi hai segnalato!
Non posso dilungarmi più di tanto perché non conosco molto le biografie degli attori, specialmente quella di Carrie Fisher: mi piace vederli in azione sulla pellicola, ma poi non mi interesso mai molto alle loro vite private.
Tuttavia ho trovato davvero piacevole questa storia, che parte da un incontro casuale tra due colleghi di lavoro - e che colleghi! - per arrivare ad una serie di confessioni da parte di Carrie, che scopre in Harrison Ford una valvola di sfogo per poter esternare tutte le sue frustrazioni, dovute ad una vita piuttosto complicata, sotto il peso di genitori famosi e con quasi un’incapacità di reazione da parte della ragazza, crollata nell’abisso della droga per non essere stata in grado di affrontare le attenzioni mediatiche che la sua condizione prima di figlia e poi di star le ha imposto.
La vita è spesso dura e difficile: l’importante è non arrendersi e riuscire ad affrontarla senza farsi sopraffare da nulla. In questo senso, Carrie Fisher - che appare debole e insicura, al punto da dover ricorrere alla droga per sfuggire a queste sue insicurezze - può essere presa come esempio negativo, tutto ciò che non si deve fare quando si devono affrontare dei problemi. Mi pare che sia questo il messaggio più importante che emerge da questo tuo bel racconto.
Mi è piaciuto anche il modo scorrevole in cui hai raccontato tutto, con la precisione per i dettagli, come le dita di Carrie che scorrono lungo il bordo della tazzina. Brava!
Ti saluto e a presto |
