Ciao, sono leggermente in ritardo nel recensire questa storia che già da qualche giorno era nella lista delle cose da leggere, ma alla fine sono arrivata (meglio tardi che mai).
Dunque, struttura narrativa particolare. Pericolosa da usare, perché cambiando "pov" e raccontando (quasi) sempre la stessa scena, si rischia di rallentare il ritmo e far annoiare il lettore. Tu non sei caduta nella trappola e questo perché sì, ci sono dei cambi di punto di vista ma la trama poi prosegue indipendentemente e, anzi, ogni "pov" sembra quasi voler incalzare quello precedente. Come dicevo, struttura ottima, ben fatta e particolare con uno stile che si adegua ai personaggi pur restando semplice.
La storia si apre con Rosie che introduce il racconto con il suo sguardo esterno rispetto ai Johnlock, e che è proprio per questo molto più oggettivo di quello di John e Sherlock. Credibile la sua maniera di raccontare, non è esageratamente intelligente ma è una bambina come ce ne sono molte altre. Che vive una situazione atipica, certamente. Che sa di aver avuto una madre che le viene nominata spesso. E in cui lei stessa non sa bene come chiamare "Lock", pur sapendo già quasi per certo che non è uno zio. Come dicevo, caratterizzazione della bambina molto verosimile. I bambini sono settoriali nei rapporti con gli altri. C'è zio e zia. C'è nonna. C'è papà... e poi c'è Lock, che qui è l'elemento per ora non classificabile nemmeno da lei, il quale però rientra in una categoria specifica. Il momento in cui lo chiama "papà Lock" l'ho trovato molto bello per la semplicità con cui è inserito nel testo e dentro a una situazione di pericolo. Il caso mi ha ricordato vagamente IT, non so se era una cosa voluta oppure no. Però ho apprezzato il fatto che Rosie abbia notato un qualcosa di diverso e abbia agito da sola, io in questo me la vedo molto come Mary, molto indipendente.
Per quel che riguarda la Johnlock, i cambi di punto di vista offrono uno specchio più ampio in quelli che sono i loro sentimenti. Non hanno mai parlato di quel che stavano diventando e lo fanno adesso che Rosie ha smosso le acque pur senza volerlo. Il loro avvicinarsi quasi timoroso e affrontando il mostro poco alla volta, mi è piaciuto parecchio. Così come il fatto che Sherlock si ritrovi a comparare ciò che l'essere chiamato papà gli ha fatto provare, con cose che gli sono già successe. Con emozioni che ha già provato prima. Tutte riguardano John e cose che John gli ha detto o ordinato di fare. Il che è un'implicita dichiarazione d'amore. E la cosa straordinaria è che Sherlock neanche se ne rende conto (ma questa è una mia sensazione), e si accorge forse soltanto dopo che John lo ha baciato.
Tirando le somme... la storia mi è piaciuta parecchio.
Koa |