Ho aspettato così tanto per poter leggere questo capitolo, che non riesco a descrivere l’emozione provata solo ad averlo sotto gli occhi. Le mie aspettative erano altissime, non alte; quindi posso dire, con il cuore pieno, che questo capitolo non solo le ha superate, ma ha portato il mio entusiasmo a livelli tanto alti che adesso per poter fare meglio di così dobbiamo arrivare non solo fino alla luna, ma alle stelle.
Conoscendo il tuo tipo di scrittura, la tua immensa bravura e il tuo amore verso ciò che stai scrivendo, credo proprio che ci porterai in giro per diverse galassie. Questo è quello che spero e soprattutto sento dopo aver finito di leggere questo tredicesimo capitolo, già tre volte, in effetti.
È così intenso e pieno che è difficile staccarsene. Posso dire con certezza che questa tua storia è una vera e propria compagnia, proprio come mi capita con i miei libri preferiti, ed è magico tutto questo.
Ma bando ai sentimentalismi che non interessano a nessuno; passo a commentare tutto ciò un po’ più nello specifico e per quanto mi riesca possibile.
Già nell’intro, assistiamo ad uno dei momenti più significativi (anche se a dirla tutta, tutto il capitolo credo sia abbastanza significativo e pieno), adoro il dialogo tra Lucius e Piton.
Piton è pronto a tendergli sempre una mano ma anche a ricordargli i suoi doveri e quanto sia manchevole nei confronti di suo figlio Draco. Non ha tutti i torti, ma è ben evidente che Malfoy Sr. sia ormai un uomo frastornato, circondato da persone e ideali che sente sempre più lontani da lui, a volte sembra che ne abbia coscienza, altre volte meno.
Anteporre la vita di Hermione a quella del figlio è stato un gesto poco paterno, lo ammetto, ma istintivo. Credo che a mente fredda, anche lui sia scioccato da tale gesto e sarà costretto a fare i conti con se stesso. Stare vicino a Hermione potrebbe distruggerlo e Piton lo sa bene. E lo sa bene anche Lucius che bellamente se ne frega perché sta arrivando a comprendere qualcosa che prima sembrava così lontano e inverosimile, ma che adesso prende forme sempre più chiare e concrete.
“Cosa vedi?” chiede Lucius a Piton. “Una maschera che si sgretola”, non poteva essere più chiaro.
Poi, alla fine Lucius ammette “questa non è più casa mia.” Questa frase mi ha colpita moltissimo perché è davvero l’inizio di una presa di coscienza.
Mi è piaciuta la parte di Narcissa, (anche se è il personaggio che apprezzo di meno), vedere le tre sorelle Black a confronto è stato bello e spero che Andromeda salti fuori per confronti futuri.
Si capisce quanto Narcissa sia ancora legata ad Adromeda del resto è lei che salva Tonks da morte certa.
E più di tutto, si capisce quanto fragile e infelice sia Narcissa. Quando rivela a Hermione di essere incinta, per poi scoprire grazie a Lucius che è tutta una bugia, beh, mi ha fatto molta pena. “È una bugiarda sono anni che dice di esserlo. È malata.” Cosa c’è dietro tutto questo? Perché Narcissa è arrivata ad ammalarsi così?
Quando offre il suo aiuto a Hermione mostrandole il galeone falso è chiaro che anche lei come il marito, non sentano più Malfoy Manor come la loro casa, seppur per ragioni diverse, credo. Del resto nel “pacchetto famiglia” per la fuga, Lucius non era contemplato, il che è tutto dire. Questi due non si amano più o forse non si sono mai amati, non lo so.
Andando oltre, non voglio tediarti, ma questo capitolo è un continuo colpo al cuore e ho amato tutto, la parte del giardino è sublime, adoro vedere battibeccare quei due per poi farsi sempre più vicini e più sono vicini più il tono di voce diventa un sussurro come a voler condividere un segreto.
Le mani di Lucius che cercano Hermione… perché sotto sotto sta diventando il suo unico appiglio e un’ancora di salvezza, perché Lucius ha tutta l’aria di un uomo che vuole essere salvato. Ironia della sorte, l’unica in grado di farlo sembra proprio lei che dice di volerlo conoscere per poterlo distruggere. E forse non lo sa ma sta distruggendo il Mangiamorte per permettere a Lucius, all’uomo quindi, di vivere.
La serra, un posto (meraviglioso) che è molte cose, che quindi muta e si trasforma, si evolve, come il rapporto tra Lucius e Hermione. Con lui, addirittura, che le cede la bacchetta per insegnarle qualcosa e ci prova pure gusto nel farlo. Che a Hermione piaccia imparare cose nuove è risaputo, ma qui resta anche rapita dal modo in cui Lucius le insegna, la guida. È rapita da certi movimenti che non credeva potessero appartenere ad un uomo come lui: la scoperta. Ecco quindi la biblioteca. Il mondo perfetto per Hermione che addirittura si chiede se anche Lucius sia un un po’ come lei, vedendolo assorto nella lettura. La maschera che si sgretola non la vede solo Piton, ma anche Hermione che addirittura riesce anche a vedere cosa c’è sotto… un uomo, sicuramente fragile con un passato triste e un presente oscuro, che brama la luce però. Ed ecco la stanza del pianoforte: la rivelazione. Lucius e il suo passato, Lucius e la sua infanzia, sua madre Lenore, la sua perdita, il suo rapporto con il padre.
Lui si apre, forse più di quanto vorrebbe e allora si arrabbia e la ‘colpisce’, le fa male : “Quanto sostieni di sapere di me adesso, te lo porterai via il giorno che morirai”.
Ma non può farne a meno, sembra che abbia bisogno di starle accanto e farsi comprendere e allora nonostante tutto continua ad avvicinarsi a lei, lei che pur involontariamente lo mette di fronte ad un altro segreto, ritrovando la bacchetta della madre, che non doveva essere lì…
La scena al pianoforte è dolcissima e quando Lucius poggia la mano di Hermione nella parte giusta della tastiera per poter replicare la canzone del padre… che colpo.
“L’hai ascoltata!”
“Quella volta ero dietro la porta. Aspettavo solo che finissi di cantarla”
Qui si capisce che già Lucius era vicino a Hermione più di quanto potessimo immaginare.
E poi l’accompagna al pianoforte, è un momento così intimo e un continuo crescendo tra i due che pensavo fossimo arrivati all’apice dell’avvicinamento e invece poi c’è molto di più, non solo un bacio così dolce e delicato da far vibrare il cuore ma anche l’anima. “Le anime dissimili hanno un unico cuore”, credo che nella frase scritta dietro la fotografia di Lenore e Lucius ci sia molta lungimiranza.
Quello che si dicono prima del bacio è rivelatore per entrambi; lei non aveva pensato di fuggire, lui non glielo avrebbe permesso. Ma a questo punto Voldemort non c’entra più niente, i suoi motivi sono altri e adesso lo sanno. Anche se tenteranno di negarlo e classificarlo come una cosa che non sarebbe dovuta accadere.
Ho adorato la parte nella stanza di Hermione (ma cosa non ho adorato di questo capitolo in effetti?), il marchio di Lucius che continua a fare resistenza, il dolore che lui continua a provare ogni volta però non riesce a fermarlo, lui continua, resiste.
Le permette di avvicinarsi, di toccarle quella ferita che era destinata a portare lei. Errore? Beh, questo porta ad una reazione da parte del mago che è comprensibile e tu l’hai resa alla perfezione, il desiderio di Lucius però è bloccato dalla sua parte razionale, da qualche parte nella sua testa c’è una vocina che gli dice che non è una buona idea. La spaventerebbe e quindi scopriamo un Lucius attento a non ferirla in certi modi, molto delicato, tanto da lasciarla semplicemente con una carezza riprendendosi il mantello che le aveva prestato. Indossandolo! Cosa che solo poco tempo prima le aveva detto che non avrebbe potuto fare perché lei era una Mezzosangue e lui di certo non poteva più usare qualcosa che aveva indossato lei prima.
Tutto è cambiato… esattamente.
La scena che segue è magistralmente descritta e mi piace molto l’intrecciarsi dei due punti di vista. Entrambi persi… chi con la persona sbagliata, chi sola con se stessa, ma pensandosi. Che dire? In cuor mio avrei voluto vederli insieme ma la ragione mi dice che è ancora prematuro ed è giusto che passino del tempo a desiderarsi, capirsi e scoprirsi. Almeno è quello che mi auguro, che sarà questa la direzione che prenderanno. Voglio sognare.
Andiamo oltre, passiamo alla scena successiva. Possiamo notare i loro interrogativi su ciò che è accaduto fra loro, il fatto è che sembra che ancora debbano realizzare. Si cercano, si scrutano, si studiano. Nulla più di questo, un ulteriore riavvicinamento sarebbe pericoloso forse.
E poi la situazione diventa pesante, i prigionieri nell’atrio, Hermione che continua a sfidare Draco, forte del suo Imperio… ma… c’è un ‘ma’, sembra che sia stato l’unico ad accorgersene e temo che presto arriveranno dei guai: Rodolphus che dice c’è qualcosa che non va.
Bellatrix è troppo presa dalla situazione per notare qualcosa e Lucius vorrebbe solo essere da un’altra parte. E di fronte ad una Hermione sofferente e con lo sguardo rotto, non ha nulla da dire, nulla che possa fare.
Pronunciare le parole del padre sono solo una scappatoia.
È ancora in apnea quando lo ritroviamo di fronte allo specchio a riflettere sulla sua esistenza. Lo vediamo combattere ma arrendersi a qualcosa di sconosciuto. A Hermione.
E quella luce che vede in fondo ai suoi occhi è un chiaro segnale che indica un’unica direzione.
Queste sue riflessioni le ho amate tantissimo, non ci sono parole che possa aggiungere, banalizzerebbero tutto.
Arriviamo al punto dolente. Dolente perché la prima volta che l’ho letto stavo letteralmente impazzendo, mi sono dovuta fermare per razionalizzare e comprendere che quella non era la vera Hermione. Il mio cuore ha sussultato parecchio, devo ammettere che questo tuo “scherzo” mi è costato caro!
Ho odiato Lucius. Mi sono dovuta fermare un attimo. Non riuscivo a credere che le avesse potuto fare qualcosa del genere non dopo tutto quello che era successo, tutto quello che aveva provato e sperava ancora di rivivere.
Ha fatto un passo indietro… ma ammetto amaramente che gli è servito. È arrivato finalmente a comprendere che se muore Hermione, la sua esistenza è vana. Morirebbe dentro anche lui e l’ha provato. Ha provato quella sensazione orribile di perdita e disperazione.
Adesso, caro il mio Lucius, non si torna indietro. Hai superato un confine sconosciuto perfino a te stesso, ma l’unica cosa che puoi fare è andare avanti. Altrimenti, come vedi, sei un morto che cammina.
La disperazione che lo annienta fisicamente quasi a farlo strisciare verso di lei è da brividi. Mi ha emozionata tantissimo la sua sofferenza e sarò sadica ma ho goduto un po’ nel vederlo così e per fortuna in suo soccorso arriva l’unica persona che davvero gli è amica e lo può comprendere. Evviva Severus Piton!
Quello a cui assistiamo dopo è una corsa contro il tempo, io sono ancora qui a sperare che Lucius faccia in tempo e voglio credere che sarà così. D’ora in avanti lui non permetterà a niente e nessuno di farle del male, che sia dannato quello psicopatico di Dolohov!
Lo so che Lucius arriverà. Anche se (come al solito) leggendo la prima volta sono rimasta sconvolta e piena di paura… poi razionalizzando, sono certa che Lucius sarà lì per lei a salvarla. Di nuovo. Definitivamente.
Lucius che fugge dalla stanza dopo essersi confrontato e scontrato con Piton, con il cuore in gola, perché deve andare da lei, perché è l’unico richiamo al quale può rispondere adesso. E credo anche in futuro: l’Amore.
Benix, cosa dire? L’ennesimo capolavoro, ti dico grazie con il cuore in mano e spero di leggere presto il capitolo 14. Non mollare, continua ad emozionare.
p.s.
Ampliamente apprezzato il gesto di Lucius che la tiene stretta sotto il suo mantello quando sono in giardino, per non farla bagnare dalla pioggia.
E anche il fatto che la stia chiamando ‘ragazza’ piuttosto che Mezzosangue. Adesso attendo l’upgrade con il nome vero e proprio… credo sarà un momento emozionante.
Un bacio.
E scusa se mi sono dilungata, ma mi dovevo sfogare ;) (Recensione modificata il 28/08/2020 - 12:00 pm) |