Recensioni per
Cormorant 6
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/10/19, ore 15:46
Cap. 1:

Ehilà, carissimo!

(Premetto che sto scrivendo tutto ciò con la febbre, per cui forse la recensione sarà un tantinello sconclusionata).

Intanto il contesto della storia è molto interessante, anche perchè il tema dell'ambiente è attualissimo. Purtroppo molte cose sono vere, ma è anche vero che è un argomento molto controverso.

Mi chiedo se la storia si svolge in un ipotetico futuro.

Per certi versi mi ha ricordato "il Mondo dell'Amore", per altri ne differiva completamente.

I nostri protagonisti sono opposti: uno è un reduce di guerra con seri problemi di controllo della rabbia, l'altro è un ecoterrorista.
Alla fine si vengono a creare due situazioni speculari, nelle quali i due si incontrano più volte.
Entrambi anno uno scopo, e entrambi lo raggiungono, ma con effetti devastanti. Tom ferma i terroristi, Alpha distrugge la Cormorant, ma il primo muore, e il secondo causa un disastro ambientale senza precedenti.

Comunque sei riuscito, in una sola one-shot, a descrivere perfettamente i caratteri dei personaggi (persino della giornalista!). Per cui bravo come sempre.

Il finale è perfetto e spinge a riflettere.

Alla prossima!^^

Recensore Veterano
07/07/19, ore 18:30
Cap. 1:

Ho scelto questa storia perchè m' incuriosiva il titolo della piattaforma: Cormorant. Subito mi ha evocato quelle foto terribili degli uccelli coperti di petrolio dopo un disastro ecologico.
L' ho letta tutta d' un fiato e devo dire di averla apprezzata molto, non solo per le citazioni di Nietzesche e Schopenhauer che costituiscono la sua spina dorsale.

Ci poni due protagonisti molto complessi, che si scontrano ripetutamente in un crescendo di tensione fino all' esplosione finale.
Mi permetto di tirare in ballo Sant' Agostino: secondo il suo pensiero nessuno sceglie il male in quanto tale ma pensando di fare il bene.
Qui tu fai un passo ulteriore, ponendoci un interrogativo interessante: quanto male si è disposti a fare per ottenere il bene?

Nessuno dei tuoi due protagonisti vuole qualcosa di male: la maggior parte delle parole di Alpha corrispondono a verità, che lo si voglia ammettere o meno, e Tom vuole porre fine all' escalation di attentati terroristici. Ciascuno ha un obiettivo opposto a quello dell' altro, ed è disposto a sacrificare tutto in nome di esso.
Ma è davvero una buona azione quella che stanno facendo?

Il finale mi ha lasciato con più dubbi che risposte. E' paradossale: simultaneamente ottengono quello che volevano e lo distruggono.
Perchè Tom ferma i terroristi, ma questi uccidono gli ostaggi ed Alpha distrugge la Cormorant, causando però un disastro ecologico senza precedenti. Ho apprezzato molto i riferimenti a quelli storicamente accaduti, per altro.
E' una situazione particolarmente efficace per evidenziare un tema estremamente interessante, che in realtà credo tocchi tutti quotidianamente.

Per l'ennesima volta, ti porgo i complimenti per una storia bellissima, che mi ha suscitato non poche riflessioni.
Bravo, Vecchio mio, sei stato veramente bravo!

Recensore Veterano
05/09/18, ore 16:12
Cap. 1:

Recensione premio 2/3 per il contest "Leggende, Luoghi misteriosi e MIti"

Innanzi tutto, perdona il mio ritardo, prometto che arriverò presto anche con l'ultima recensione.
Questa tua storia sull'ecoterrorismo mi ha fatta stare male per quanto è dannatamente vera. 
La cosa che ho trovato più realistica, poi, sai qual'è stata? Che come nella realtà, riesce difficile capire chi ha ragione e chi ha torto, perchè a volte semplicemente nessuno ha ragione, perchè si ha torto entrambi.
La citazione di Nietzsche l'ho trovata semplicemente perfetta, la sintesi migliore di tutta la tua narrazione, il nucleo stesso dei pericoli che corriamo come umanità, rischiando di perdere quello che ci rende umani.
Un tema fin troppo attuale per una narrazione un po' cruda, spietata, diretta fino alla brutalità: perfetta, in una parola, considerando l'argomento.
è stata una lettura intensa e intrigante, con un finale che, francamente, non mi aspettavo. Eppure... non potevi trovare una conclusione più degna per una cronaca nera tanto attuale da far male.
Vivissimi complimenti!
Flos Ignis

Recensore Master
31/08/18, ore 00:03
Cap. 1:

Buona sera~! Questa volta passo tardi ^^’

Devi sapere che c'è un videogioco che adoro che parla di terroristi e agenti delle forze speciali, fra cui i Navy Seals, in una lotta continua fra bombe, agenti biochimici e ostaggi. Perciò non mi è stato difficile amare questa storia.
Sono partita da una posizione neutrale, e non nascondo di aver saltellato da una parte all'altra come una banderuola al vento durante la lettura. Entrambe le fazioni partono da motivazioni legittime, e sempre entrambi portano avanti i loro ideali con mezzi non propriamente leciti. D'altro canto il tema principale della storia è quel sottile confine fra bene e male, un'altra tematica per cui vado matta.
Ora, se devo unire le mie impressioni ad un'analisi dei personaggi, puramente personale, cercherò di evidenziare sia i pregi che i difetti.
Alpha e Thomas sono due personaggi consapevoli e indomabili. Seppure opposti sulla carta, sono molto simili per il percorso che affrontano, ma credono appunto in ideali completamente diversi. Grava su di loro un passato sofferente, carico di esperienze anche molto spiacevoli, ed è inevitabile che ciò li abbia segnati nel profondo.
Però, se all'inizio mi sono ritrovata molto negli ideali di Alpha, ammetto che con il proseguire della lettura il carattere spumeggiante e sfrontato di Tom mi abbia conquistata. La pecca in cui mi sono imbattuta qui è di genere caratteriale, quello di Alphonse purtroppo non risalta, non si distingue se non nelle scelte più estreme. Thomas invece è più esplorato, è quello che definiresti lo sbirro cattivo, che per raggiungere il suo obiettivo non si fa scrupoli a piegare le regole a suo favore o addirittura a infrangerle. È un cazz*ne perché compie scelte opinabili, ma le fa comunque e ciò non può che arricchirlo perché anche sbagliando è fedele a se stesso, si comprende e capisce la natura delle sue azioni. Non so se sia stata questa sua irruenza a renderlo padrone dei riflettori, sta di fatto che Alpha è uscito poco. Può essere che sia semplicemente un tipo chiuso, riflessivo e oltre misura monotono, in quel caso la caratterizzazione sarebbe riuscita, ma comunque preferirei Thomas xD
Comunque se il carattere di Alpha pecca di approfondimento, ciò che mi è piaciuto di lui per tutta la storia è stata la decisione di intraprendere la via più scomoda, pericolosa e non è nemmeno detto che sia efficace. A differenza di ciò che traspare dà l'idea di avere un uragano incontrollabile dentro di sé, una sensibilità dirompente, e non si sarebbe più accontentato dei piccoli e risicati successi. In questo senso, è un personaggio che apprezzo per la forza e determinazione che dimostra, aldilà del concetto di bene e male.
E parlando proprio di ciò, credo che mi fosse già capitato di parlartene in una recensione. Io condivido l'affermazione di Shakespeare sulla questione, da cui l'idea che il bene e il male di per loro non esistano. Per me Alpha e il suo gruppo hanno ragione, così come ce l'ha Foreman. Hai fatto un ottimo lavoro nel mantenere sul più vago possibile la linea di confine, per poi sbattere in faccia a entrambi i personaggi la realizzazione: che il confine era prossimo ad essere superato e ciò avrebbe comportato la perdita della loro umanità. Dei mostri, lasciarsi andare al male li avrebbe resi dei mostri. È una consapevolezza che però fa a pugni col finale, poiché uno dei due alla fine si è abbandonato all'abisso.
Una persona reggeva le redini del gioco, e un passo indietro avrebbe salvato tutti.
Dalla prospettiva di Tom è difficile giudicare se abbia sbagliato o meno a intevenire, dopotutto lui è un impulsivo, ha agito come ha sempre fatto, fedele a se stesso e al suo istinto.
Ma Alpha... un suo passo indietro avrebbe comportato solo il suo “sacrificio”, e probabilmente ciò l'avrebbe salvato dal diventare il mostro che temeva. Alla fine della fiera, anche se riconosci i tuoi errori, non è detto che tu possa salvarti... Un altro finale triste targato Old xD

In tutto ciò, vorrei ribadire quanto mi sia piaciuta la tua scelta di trattare un tema particolare come il terrorismo. Come al solito la tua cura per i dettagli e lo studio dietro sono lodevoli. Questo giro ho trovato anche un bell'intreccio complesso, dando un tocco meno lineare alla narrazione.
Se mi permetti, vorrei anche farti un'osservazione critica. Lo stile era diverso dal solito, mi hai abituato a un perfetto dosaggio fra dialoghi, narrazione e descrizione. I primi due sono stati il motore trainante della storia, che procedeva fluida e coinvolgente. Ho riscontrato però una carenza di descrizioni che in certi spezzoni si è fatta sentire. In effetti questa volta hai avuto molte scene da gestire, molti cambi di location e intramezzi vari. Però se devo proprio appuntarti una pecca è questa: specialmente le parti più corte hanno risentito di una mancanza di descrizioni, anche solo per delineare l'atmosfera o i gesti o le espressioni dei personaggi. Nulla comunque che tolga impatto o bellezza all'insieme della storia.

In ultimo ho una domanda da farti: arriverà una tua storia che non mi piacerà, ma manco per niente, o vuoi continuare a strapazzarmi con i feels?? Eh???
Vabbene, ti dico un'ultima cosa sussurrata piano piano: sto preparando qualcosa che forse ti piacerà, tanto per abbandonarmi una volta per tutte all'oblio della tristezza =D

3° recensione premio per il contest “Solo Cenere”

Recensore Master
02/06/18, ore 10:45
Cap. 1:

Ciao!
Ho adocchiato una serie di storie tue che voglio leggere, perché ci sono un sacco di temi e ambientazioni che adoro. A passo di lumaca, ce la farò! XD
Uno degli elementi che rende una storia tale sia il conflitto e in questo racconto ce ne sono diversi: il conflitto interiore di Alphonse, il conflitto tra polizia ed ecologisti che diventa un conflitto tra Alphonse e Tom, il conflitto tra Tom e Frank, che hanno metodi e caratteri diversi. Ognuno dei tuoi personaggi ha un obiettivo e farà di tutto per raggiungerlo.
Mi hanno sempre affascinato le figure storiche convinte dei propri ideali, ma che finiscono per diventare peggio di quelli che hanno combattuto. Come i rivoluzionari francesi, ad esempio. Alphonse è una di queste figure: è un idealista, è convinto di quello che sta facendo, ma ad un certo punto comprende che non può fermarsi a metà strada né moderarsi e finisce per fare più male che bene.
Un perfetto esempio della frase o o muori da eroe, o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo.
Mi è piaciuto che la battaglia fosse non tra buoni e cattivi, ma tra uomini con obiettivi diversi: salvare la Terra contro salvare delle persone.
Il tuo stile è scorrevole, con i giusti termini tecnici (dico "giusti" perché prendi il punto di vista di personaggi esperti, che conoscono gli strumenti che usano o il gergo del mestiere) e molto diretto: rimane sempre focalizzato nel cuore dell'azione. Proprio per questo, se posso permettermi, basterebbe un nulla per renderlo ancora più incisivo: eliminare i "filtri". Per usare un esempio pratico:
La scena si svolse come al rallentatore -> Se tagli questa frase, aumenta la tensione, perché già con la frase successiva hai reso benissimo che quello che accade avviene al rallentatore. È un appunto minuscolo - e soggettivo - ma credo che le recensioni servano anche a questo, no?
Ancora una volta, sei riuscito a raccontare una storia completa nello spazio di un racconto. Anche le citazioni inserite (facevano parte del contest?) sono bene incastrate nella storia, perché sono in linea con Alphonse e con le sue idee.
Spero di poter tornare presto dalle tue parti! Ancora complimenti!

Recensore Master
22/05/18, ore 20:50
Cap. 1:

Ciao Old!
Beh, eccola qui la prescelta! E, devo dire, non mi sono affatto pentito della mia scelta, ho amato questa storia in ogni sua singola parola! Ho letto il tema del contest a cui l'hai fatta partecipare, e l'ho ritrovato completamente: qual è la differenza tra mostro e uomo? Esiste? A che punto il fine non giustifica più i mezzi? Sinceramente, non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Eppure Alphonse, il "nazi-vegano" della porta accanto che da Facebook è passato alle granate per difendere qualcosa di importante (anche se la sua visione è un po' troppo radicale) è una persona tremendamente reale. Come Foreman, il poliziotto incazzato con il mondo e con il disordine civile, colui che per punire azioni gravi ne compie altre forse peggiori; ognuno di loro, alla fine, ha tradito i propri ideali, e perchè? Per inquinare ancora di più avendo la soddisfazione di veder morire un nemico... è ciò, il rancore, che li ha offuscati ambedue.
E alla fine, sotto un velo nero di disperazione fendibile con un coltello, Sandra Shears narra il dramma al mondo, un dramma ambientale ma soprattutto umano. Una storia terribilmente bella come tematica, ma soprattutto reale e ben costruita; forse la migliore che abbia mai letto tra le tue... e lo stile, inutile dirlo, è ovviamente perfetto. Mi hai colpito e affondato, come la piattaforma Cormorant 6 portatrice di tutte queste sventure.
Alla prossima,
mystery_koopa

Recensore Master
24/02/18, ore 22:30
Cap. 1:

Molto drammatica questa storia. Tiene incollati fino all'ultimo e gira al lettore tutte le domande che i vari personaggi si pongono via via che il racconto procede.
Unica, fastidiosa superstite la giornalista. Peccato, l'avrei vista bene fare un volo d'angelo e raggiungere l'ostaggio ucciso, per il quale non si é scomposta più di tanto.
Terrificante finale giusto e ingiusto. Difficile dire chi abbia ragione, se sia peggiore la violenza diretta o quella indiretta.
Ho molto apprezzato le citazioni filosofiche. Il velo di Maya va strappato, non è detto che ci piaccia quanto apparirà lì dietro.
Complimenti ancora per l'idea e lo scritto!^^

Recensore Veterano
10/01/18, ore 22:46
Cap. 1:

Grammatica:
Ortografia 9.5/10
Ti consiglierei una rilettura veloce, dal momento che ho notato alcune dimenticanze ed errori di distrazione o battitura che, a volte, mi hanno lasciata spiazzata e confusa per qualche momento.
 
Lessico 8/10
Ho trovato un lessico di base molto semplice e famigliare che si addiceva al contesto e alla situazione in cui era inserito ma che, personalmente, non ho molto appezzato, soprattutto perché era piuttosto elementare e scarno, preferendo dare più spazio ai dialoghi, abbassando ulteriormente il livello.
Capisco che sia stata una scelta stilistica dettata dall’armonia e dalla verosimiglianza con il testo, ma mi è sembrato fin troppo semplice anche per il contesto, povero e poco articolato; arricchito, ogni tanto, dall’uso di termini tecnici specifici e appropriati, indugiando soprattutto sulle armi utilizzate e denotando un grande interesse e conoscenza in questo senso, con una ricerca retrostante. Per questo, nonostante non mi abbia particolarmente entusiasmata o colpita, ho voluto premiare questo sforzo di ricercare vocaboli precisi e tecnicismi corretti, senza soffermarsi semplicemente alla denominazione di “bomba” e “fucile”.
 
Sintassi 9/10
Nonostante la sua elementarietà e basilarità, senza troppe pretese, è una sintassi con una struttura precisa, pulita e ben fatta.
Ho notato che tendi spesso a omettere il verbo o la preposizione “con”, e in alcuni casi può anche starci, ma ripetuto diventa disarmonioso e brutto a leggersi; in alcune occasioni, infatti, l’aggiunta del verbo o della preposizione avrebbero giovato e reso più scorrevole e piacevole la lettura. Mi piace come le tue proposizioni, nonostante non siano eccessivamente articolate e piuttosto brevi, mantengano un ritmo fluido e continuo; spesso, con questo genere di frasi, capita che si crei un ritmo singhiozzante e spezzettato, che alla lunga stanca, nel tuo caso sei riuscito a evitare questo effetto in modo da creare un tipo di sintassi che unisca semplicità e armonia.
 
Stile:8/10
Non ho idea di come sia il tuo stile abituale dal momento che in quelle due o tre storie che ho letto si adattava alla situazione e al contesto e si trasformava con esso Potrei quindi affermare che sia uno stile: liquido, nel senso che assume la forma del recipiente in cui è contenuto è polimorfo e camaleontico e questa caratteristica mi piace molto. Avere la capacità di variare il proprio stile in base all’ambientazione è davvero difficile, perché si tende sempre a tornare al proprio stile, che spesso non combacia con il contesto. Nel tuo caso, invece, questa tramutazione sembra naturale e normale, e mi chiedo come tu ci riesca. In questo caso, dove vengono narrati fatti di cronaca, hai deciso di adottare uno stile semplice, colloquiale, ma senza scadere nel banale e nel parlato, mantenendo comunque una certa dignità letteraria, come se si trattasse di un articolo di giornale o di un servizio al telegiornale. Personalmente non è uno stile che amo particolarmente, soprattutto se corredato da un lessico piuttosto elementare e senza caratteristiche particolari che ti permettano di averlo impresso.
Hai preferito puntare sulla trama, i personaggi e il messaggio della storia, semplificando al massimo tutto ciò che poteva risultare superfluo (in questo caso tutti gli abbellimenti, i belletti e le pignolerie dello stile), prediligendo un modus di scrittura sobrio e asciutto, diretto e facile da comprendere, che catturasse ogni tipo di lettore senza lusingarlo con giri di parole o arzigogoli. È una scelta perfetta per il contesto, ma non è uno stile che mi ha particolarmente colpita o che lascerà impresso un ricordo o una particolarità.
 
Trama:
Originalità: 10/10
L’idea di raccontare un possibile fatto di cronaca attuale e vicino a noi è stata geniale, anche per l’impostazione, mostrando la lenta ma inesorabile trasformazione dell’attivista da uomo con sani principi e nobili fini che lentamente cede il passo alla violenza e al pungo di ferro nascondendosi dietro all’abusato “il fine giustifica i mezzi”; lo stesso vale per il poliziotto, che pur di mettere le mani sul terrorista è disposto a sacrificare innocenti che non c’entrano nulla. Il continuo parallelo tra i due e il doppio punto di vista mi sono piaciuti parecchio, così come i flashback dell’uno, inseriti nel contesto dell’altro quasi a mostrarne un profondo legame che li unisce a loro insaputa.
L’espediente di raccontare tutta la storia che ha condotto fino al punto crucciale ha permesso di aumentare la tensione e la suspense, oltre che di fare luce e chiarezza sull’avvenimento stesso scoprendo pian piano tutti i lati della questione da ogni punto di vista, così che se ne avesse un’immagine completa ed edulcorata.
La trama, pur nella sua semplicità, non è canonica: non mi capita spesso di leggere storie in cui sono raccontati così limpidamente e precisamente atti terroristici o presunti tali, ripercorrendone il percorso di cause e conseguenze che l’hanno portata alla sua nascita; solitamente sono avvenimenti di nicchia, o che fanno da espedienti per storie successive. Forse sono io che non leggo molte storie di questo genere e non so nulla a riguardo, ma mi pare che utilizzare come avvenimento principale una cosa del genere sia piuttosto innovativa e inedita.
 
Coerenza: 10/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda il primo punto, non ho nulla da ridire, in quanto ogni gesto, ogni azione e ogni conseguenza ha la sua causa perfettamente chiara e comprensibile.
Nulla d ridire nemmeno sul secondo ponto, se non farti i miei più sentiti complimenti. Credo tu sia stato capace di capire l’essenza di questo contest e delle mie richieste: non chiedevo di palesare il problema che rappresenta la labilità dei concetti “uomo” e “mostro”, e più in generale “buono” e “cattivo”, ma sei riuscito a farlo intuire, a dare degli accenni, dei punti da cui partire, senza mai dichiarare nulla apertamente e senza dare una definizione. Ed è quello che stavo cercando: qualcosa di nascosto ma presente, sottile ma pregnante, che facesse sentire il suo peso e la sua presenza senza mostrarsi. Hai indicato dove guardare ma non cosa vedere, ed è quello che chiedevo: una storia che pungolasse la coscienza e la mente, senza spiattellare, però, la questione davanti al naso. Una denuncia sottile e una discussione nascosta, come è stata la tua.
Hai preso due uomini completamente diversi, oserei definirli agli opposti, ma hai mostrato come entrambi, alla fine, possano ricadere in entrambe le definizioni “buono” e “cattivo”, di “uomo”  e “mostro”: sono entrambi spinti da alti ideali, hanno uno scopo che non può essere disprezzato perché è giusto per entrambi, ma tutti e due hanno metodi che non riesci a condividere fino in fondo e che per quanto cerchino di essere giustificati non si riesci ad accettare completamente, lasciandoti in un continuo stato di sospensione e indecisione; i concetti continuano a rimbalzare da un personaggio all’altro e spesso sono sia mostro che umano nello stesso momento, senza che tu riesca a discernere le due parti in maniera nitida, ma continui a vedere l’una e l’altra figura, come le figure di Rubin e Boring, in un’illusione ottica continua che ti manda fuori di testa (ed è quello che volevo, non fraintendermi).
In tutto questo, però, credo che il mostro più grande e spaventoso sia la giornalista: il suo attaccamento quasi morboso a voler riprendere, a pretendere una testimonianza, ma senza un intento istruttivo, solo per avere uno scoop, è agghiacciante, soprattutto perché non le interessa quello che succede, a lei basta che sia sconvolgente e possa farci un bel servizio.
Esemplare il dialogo:
Sandra, hanno appena ucciso un uomo.”
Sì, e tu l'hai filmato, vero?”
Questo semplice scambio di battute mi ha lasciata basita e senza parole, oltre che vagamente terrorizzata da quella donna, dal suo egoismo e dalla sua indifferenza. Credo che tra tutti sia il mostro peggiore, perché non si ferma davanti a nulla (Sia Alphonse che Tom cercano di non provocare vittime e di salvare il salvabile) e nulla la tange. Mi fa venire i brividi quella donna, lei credo proprio che non possa essere considerata umana.
 
Scorrevolezza:8/10
Nonostante i continui (e presunti) salti temporali, che mi hanno confusa, unificando il tutto in un unico tempo fuori dal tempo che mi ha messo in difficoltà nel cercare di collocare sulla linea temporale i vari avvenimenti, è una storia che procede in maniera fluida e scorrevole, senza intoppi e così semplicemente che quasi non ti accorgi che sia terminata. La trama è accattivante e incalzante, e i misteri e i tasselli che man mano vengono aggiunti contribuiscono ad acuire la curiosità e l’interesse del lettore, lasciato in sospeso all’inizio del racconto (come se la scena iniziale del film si fosse interrotta per offrire un’enorme flashback che costituisce la panoramica di tutto quello che ha condotto fino a quel momento, come una sorta di “riepilogo delle puntate precedenti”) per poi ripescarlo e dargli il colpo di grazia finale. Tutta la questione viene introdotta e indagata, i personaggi vengono scoperti, così come le loro storie e il loro passato, si rincorrono affannosamente nella ricerca di uno e nella fuga dell’altro per poi giungere al punto crucciale e scoprire come tutto sia destinato ad andare in fumo e le parole, le azioni e i propositi siano bruciati assieme ai loro possessori.
 
Personaggi:
Caratterizzazione: 8.5/10
Per quanto le descrizioni siano veramente stringate, soprattutto quelle fisiche (accenni praticamente solo ad Alphonse, e il paragone con Gesù, per quanto possa far storcere il naso ai perbenisti, mi è sembrato subdolo, sarcastico e geniale, intriso di ironia nera che non tutti riuscirebbero a capire, ma che rendono il personaggio ancora più incredibile…Io, personalmente ho apprezzato, anche se a un primo impatto mi ha lasciata interdetta), permettono di ritrarre un quadro completo e particolareggiato dei personaggi, soprattutto di quelli principali, su  cui mi sento in dovere di spendere due parole in più, perché sono davvero incredibili e magnificamente congegnati.
Abbiamo Alphonse, Alpha, da un lato, e Tom Foreman dall’altro: due persone completamente diverse, tanto nel temperamento quanto negli ideali, ma profondamente e spaventosamente simili.
Il primo è un attivista che combatte per poter migliorare il mondo e poterne dare uno migliore ai propri figli, mi è sembrato più pacato, più freddo e più calcolatore del focoso Foreman, sebbene anche lui, successivamente, in quanto a violenza non scherzi e non ci pensi due volte prima di uccidere qualcuno. E queste sono le prime somiglianze: entrambi vorrebbero costruire un mondo migliore ed entrambi credono che sacrifici siano necessari e naturali per il raggiungimento di un tale scopo, per il cosiddetto “bene superiore”, ma entrambi sbagliano nel metodo per raggiungere questo obiettivo (che si concretizza anche con scopi minori diversi: da un lato si ha la salvaguardia della natura, dell’ecosistema e dell’incolumità umana attraverso la salute e la biodiversità; dall’altro l’incolumità e il benessere passano attraverso l’eliminazione di quelli che vengono considerati pericolosi e nocivi, il raggiungimento di un equilibrio è dato dall’ordine e dalla disciplina, dal seguire le regole e le imposizioni e da eseguire quanto viene detto dal governo, una visione forse riduttiva ma che fa comprendere come entrambi aspirino alla stessa cosa anche se per vie diverse…Ironia vuole che Tom consideri pericoloso Alphonse che considera pericoloso Tom).
Foreman mi è sembrato più impulsivo, avventato e ardimentoso, anche più propenso alla violenza e risolvere le questioni con il pugno di ferro e la forza; la guerra lo ha segnato profondamente, ma ha distorto anche la sua visione della realtà, e a mio avviso certi suoi atteggiamenti sono esagerati e non inerenti al contesto: per quanto un’azione forte e determinata possa essere stata utile e decisiva in guerra, non è detto che lo sia anche al di fuori di essa, ma Tom sembra vedere tutto nel medesimo modo e questo lo rende un tantino qualunquista e pressapochista (i terroristi sono tutti uguali, psicopatici che fanno saltare in aria la gente a caso; i vegetariani sono tutti fanatici che pensano più agli animali che alle persone, i poliziotti sono tutti imbranati e incapaci).
Grande rilevanza hanno avuto i personaggi secondari: la giornalista totalmente estraniata e assorbita dal suo lavoro in una maniera raccapricciante e inquietante, Frank e Sole che fanno la parte di mitigatori per sbollire gli estremismi dei caratteri dei compagni e che sono la via di mezzo (quella in cui notoriamente risiede la virtù) e mediano il carattere forte e ben chiaro dell’altro. Mi spiace che anche questi ultimi due che non c’entrano nulla siano stati coinvolti, aggiungendosi al novero delle vittime innocenti immolate al bene superiore.
 
Originalità: 9/10
Ti ringrazio per non avermi proposto l’ennesimobanale e stravisto serial killer/assassino/psicopatico/ pazzo o schizofrenico -che ormai sono stati rivisitati in ogni modo possibile e immaginabile- ma di aver messo in scena uomini, persone assolutamente comuni, che potremmo tranquillamente incontrare per strada, rivelarsi essere il mio vicino di casa e leggere di loro da qualche parte, e senza che abbiano necessariamente demoni interiori o istinti omicidi/suicidi a caratterizzarli (non in maniera preminente, almeno). Il modo così naturale e verosimile con cui li hai proposti è disarmante e contribuisce a renderli innanzitutto persone prima che personaggi.
Anche la scelta stessa nel vasto panorama umano è stata inusuale: scegliere un attivista vegano, armato di buone intenzioni e RPG mi ha lasciata davvero piacevolmente sorpresa, soprattutto perché l’hai presentato in una chiave controversa e ambigua (solitamente gli attivisti vegani li vedi come persone che, in fondo, non farebbero del male a nessuno, come una sorta di figli dei fiori anacronistici che parlano di pace e amore, assolutamente innocui e solo un tantino fastidiosi). L’agente dell’FBI mi sembrava più scontato, in un certo senso, in un contesto simile, ma tutta l’idea di privilegiare come personaggi terroristi e le forze dell’ordine che hanno a che fare con loro è stata davvero geniale! Complimenti!
 
Gradimento personale: 5/5
Quando sono arrivata alla fine del racconto non volevo crederci e arrendermi all’evidenza, e credo di aver passato un paio di minuti buoni a pigiare freneticamente il tasto per scorrere il testo senza che questo, ovviamente, si muovesse minimamente, con mia somma delusione e un senso di vuoto atroce.
Pur essendo anni luce lontana dal mio genere, questa è una storia che mi ha preso in una maniera indescrivibile, segnandomi profondamente: l’ho letteralmente letta tutta d’un fiato, con il cuore in gola e la speranza che si sarebbe risolto tutto per il meglio.
Non contesto il finale, credo che nell’economia della storia sia quello più azzeccato e che, oltretutto, inviti a riflettere su come quasi sempre la violenza non porti a nulla se non a morte e distruzione senza alcuna ricostruzione successiva, ma mi ha lasciato comunque di sale e credo che una parte di me difficilmente si riprenderà da un epilogo tanto tragico e naturale, forse ancora più drammatico proprio perché verosimile.
Ho trovato estremamente coraggiosa l’idea di descrivere quella che è l’attualità, con un occhio così limpido e preciso da essere disarmante e sconvolgente, e questo ardimento mi è piaciuto tantissimo.
È una “comunissima” storia di cronaca che potremmo leggere su qualsiasi quotidiano, vedere al telegiornale della sera o sui social, condiviso da indignati dell’uno o dell’altro schieramento, e fa specie vederla proposta come un racconto che dovrebbe intrattenere e far trascorrere del tempo piacevolmente.
I riferimenti sono così precisi da avermi lasciata senza parole, la tua storia è un’accusa, una denuncia nemmeno troppo velata alla violenza, in primis, e a quanti ritengano che sia l’unica soluzione possibile ai problemi.
Inviti chi ti legge a domandarti fino a che punto i fini possano giustificare i mezzi, mettendo in discussione concetti estremamente controversi come la giustizia e l’ingiustizia, il bene e il male, la mostruosità e l’umanità, mostrando come il confine sia sottilissimo e facilmente valicabile. Non riusciremo mai a prendere le difese di una delle due parti, perché entrambe hanno principi giusti e condivisibili che sono stati applicati con metodi discutibili che si sono rivelati, appunto, disastrosi.
È una storia forte, controversa, con un messaggio ben preciso, che invita a riscuotersi, a svegliarsi e a farsi domande; è uno schiaffo in pieno volto che mette a nudo ciò che ci circonda e fingiamo di vedere, è come se avessi strappato la benda dicendo “guarda” e spingendo il volto nella direzione del disastro, è un grido quasi impertinente, ma necessario. È un invito che tutti dovrebbero leggere e che tutti dovrebbero capire, perché, per quanto gli accenni siano palesi, i riferimenti e i problemi che poni non li proponi in una maniera invadente, quasi volessi mostrare al mondo che tu hai capito e farti bello agli occhi degli altri. È una denuncia, non dico velata, ma nemmeno pirotecnica e arrogante, scuoti le coscienze ma non pretendi che ti seguano e ti capiscano, e dopo aver strappato la benda lasci comunque al lettore la scelta se vedere o guardare.
Sono ben lieta di aver letto una storia simile, e credo che la consiglierò perché merita di essere diffusa e che altri capiscano e guardino.
 
Punti bonus: 5/5
Uso magistrale della citazione, sia mettendola in bocca ai personaggi, sia facendo in modo che pervada tutta la storia. All’inizio non avevo notato che l’avessi usata e appena ho letto quelle poche righe pronunciate da Tom è come se mi fossi illuminata e mi fossi accorta che, effettivamente, la storia è incentrata su questo punto: combattendo con un mostro bisogna fare attenzione a non diventare un mostro ben peggiore, come, invece, è successo tanto a Tom quando ad Alphonse, che pur essendo opposti sono fin troppo simili. Da quel punto tutta la storia ha assunto un altro sapore. I miei complimenti per essere stato così bravo a inserirla ma a celarla e non manifestarla in maniera palese fino a metà storia, è stata come il sale (al momento non mi viene un paragone migliore): non lo vedi ma sai che c’è perché il piatto è saporito e ha tutto un altro senso, più pieno e completo.
 
Totali: 90/100

Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"

(Recensione modificata il 12/01/2018 - 10:20 am)

Recensore Master
27/12/17, ore 21:33
Cap. 1:

Recensione premio del contest "Dark chest of wonders" indetto da missredlights sul forum di EFP.

Questa storia mi lascia con l'amaro in bocca. Fino alla fine pensavo che Tom e Frank si salvassero, che sarebbero riusciti a uccidere il terrorista e con lui tutti i suoi ideali e sostenitori. Invece mi hai distrutto dentro tutte le speranze di un lieto fine. Non che non ci sia, visto che alla fine il cattivo di turno muore, ma con lui muoiono anche civili e persone che facevano il loro lavoro. Il terrorista che voleva un mondo migliore non ha fatto altro che creare un danno irreparabile. Oltre alla beffa il danno.
Scritto veramente bene (ho trovato solo qualche errore, nulla di che), in un modo che ti prende e non ti lascia andare. Mi sembrava davvero di vedere un reportage in diretta di quelli che, purtroppo, si vedono in tv in questi anni.
Tanto di cappello.
Alla prossima
missredlights

Recensore Master
11/12/17, ore 22:42
Cap. 1:

Recensione 1/3 per il secondo posto nel contest "Cronache di Cacciatori" indetto da E.Comper sul forum

Eccomi qui!
Pian pianino, sto cercando di rimettermi in pari con tutte le recensioni premio arretrate. Spero davvero di non essermi fatta attendere troppo ... comunque tra oggi e domani dovrei terminare tutte quelle del contest.
Passando, comunque, alla recensione vera e propria confessa che sono rimasta davvero senza parole.
Andiamo però per punti.
Come sempre, possiedi uno stile davvero incredibile, capace di adattarsi alla perfezione all'ambientazione da te scelta. Come se non bastasse hai saputo creare un racconto ricco di dettagli unici, segno di una vasta e dettagliata ricerca alla base della tua produzione ... ora, non so cosa ne pensino gli altri, ma tutti questi dettagli sulle varie tiplogie di armi d'assalto, sui metodi utilizzati dai torriristi ... dettagli apparentemente piccoli ma che fanno la differenza e permettono di apprezzare al meglio il racconto.
Se poi ci si aggiungono le tematiche profondamente attuali da te proposte non si può non esserne colpiti.
Il tuo racconto è un racconto fatto per spingere le persone a riflettere, una storia che fa riferimento a fatti reali e che accadono tutti i giorni, presentando temache fortemente conflittuali sulle quali si discute ancora oggi. Fino a che punto si può spingere la giustizia per punire i malvagi? Qual'è il reale confine tra bene e male, bianco e nero? E se anche dietro le azioni dei criminali più spietati si celassero ideali non diversi dai nostri?
Chi ha ragione, chi torto?
Un dilemma senza fine, a cui non si può venire realmente a capo.
L'essere umano è una creatura fragile e complessa, difficile da comprendere.
Siamo così accecati dai nostri obiettivi che spesso perdiamo di vista i nostri propositi iniziali e diventiamo proprio ciò che ci proponiamo di combattere. E la citazione di Nietzsche è a dir poco azzeccata.
Una storia veramente bella, e non posso quindi che augurarti il meglio per il contest a cui partecipa.
Complimenti!

Teoth

Recensore Master
09/12/17, ore 15:01
Cap. 1:

Buon pomeriggio.
Beh, non so il perché ci leggiamo così poco. Io dovrei vivere sul tuo profilo, in pratica xD
Invece mi perdo sempre tante cose, tanti racconti...
Vorrei leggere di più ma non ci riesco mai, alla fine. Peccato. Cerco sempre e comunque di fare del mio meglio.
Eccomi qui, quindi, dopo tanto tempo di assenza ^^
Premetto che avrei voluto leggere quel tuo racconto storico ambientato nel Medio Oriente, ma so che tu sei troppo bravo e mi sarebbe venuto un accidente, mentre lo leggevo. In senso buono, naturalmente! Che poi i racconti scritti così bene per me sono sempre al cardiopalma, poiché mi immedesimo e mi intrattengo così tanto che ci finisco, in pratica, tra le righe... xD
Comunque sono sbarcato qui. Boh, è che penso che questo fosse il racconto più enigmatico di quelli di cui ho letto l'introduzione, poiché non avevo idea di come avresti potuto sviluppare la trama.
Alla fine è stata una tragedia per tutti; mah, questi sono stati personaggi che non ho sopportato. L'agente e l'ambientalista erano due persone agli antipodi, ma anche agli antipodi della ragione, e il risultato è stato esplosivo, nel vero senso della parola.
Diciamo che ho detestato entrambi. Non fraintendermi, anche io amo il nostro pianeta e la natura(non so se lo sai, ma adoro le piante e gli animali xD) tuttavia non si deve mai dimenticare il fatto che il rispetto non lo si insegna con un detonatore tra le mani.
Credo che tutto questo putiferio sia stata una scenata inutile, senza senso, di sicuro non in grado di smuovere l'opinione pubblica.
Beh, hai sviluppato una trama molto originale. Che fa riflettere. Bene ^^
Buon fine settimana e buon proseguimento di giornata :)

Recensore Master
02/12/17, ore 11:26
Cap. 1:

Dove stiamo andando, caro Autore?
Io non lo so più, da molto tempo. Il mondo è impazzito, gira su se stesso ad un ritmo vorticoso, in una danza di folli.
Si impara da piccoli cosa è giusto e cosa è sbagliato, e si cresce con questo schema mentale: di qua i Buoni, di là i Cattivi.
E' cosa buona e giusta uccidere un essere umano? No di certo.
E' cosa buona e giusta uccidere la terra e le specie viventi? Men che meno.
Abbiamo tra le mani un tesoro immenso e lo stiamo facendo a pezzi, un giorno dopo l'altro, per il dio Denaro.
Siamo asserviti a questo perverso gioco di potere... "io, io, io, io"
Questo lo dicono Alpha, i giornalisti, il poliziotto travestito da eroe di guerra.
Nessuno è pulito, nessuno è sporco, e questo è perché, in fondo in fondo, ci va benissimo di vivere così, non raccontiamoci balle.
Questo racconto è un pugno nello stomaco: ma a volte un colpo simile sa essere salutare... io ci spero sempre.
Ce la faremo a fare dietro front, o è troppo tardi?
Cosa ne dici, amico mio?
(Recensione modificata il 02/12/2017 - 11:27 am)

Recensore Master
01/12/17, ore 17:13
Cap. 1:

Si dice che il fine giustifica i mezzi, in questo caso credo che i fini nobili dell'ecoterrorista e del poliziotto siano gradualmente passati in secondo piano per diventare un fatto dannatamente personale.

Quello che lascia sconfortati e un po' disorientati è che alla fine non ha vinto nessuno; il principio ecologista è bruciato nel rogo della piattaforma e la possibilità di ottenere giustizia se ne è andata definitivamente quando Foreman ha deciso di premere il grilletto.

Per il resto il racconto scorre via ad un ritmo molto sostenuto, sembra di vedere un poliziesco di quelli duri, che non concedono pause o anche un film d'azione.
In questo contesto perciò spiccano i dialoghi tra Alpha e Soledad, molto ben costruiti, profondi, confidenziali, eppure avvolti da un alone di ineluttabilità, come in una tragedia classica.
E qualcosa di tragico in questi personaggi in effetti c'è; hanno ben chiaro il loro destino eppure non rinunciano a combattere fino all'ultimo.

Le conseguenze, le macerie di questo scontro epico saranno l'eredità di chi rimane.

Recensore Master
01/12/17, ore 09:50
Cap. 1:

Per essere un racconto frutto della tua fantasia, riassume bene l'ineluttabilità del punto a cui siamo arrivati: tra buoni e cattivi l'umanità è diventata un grosso cancro, proprio come quella piattaforma che vista dall'alto sembra un enorme crostaceo piantato a zampe larghe.

La cosa che più colpisce di questo racconto è che di fronte agli estremismi ogni via di comunicazione diventa impraticabile, ci si sente impotenti e basta: che si intervenga o meno, davanti alla follia di gente dalla mente annebbiata si rischia sempre solo di fare di peggio. Gli agenti avrebbero fatto meglio a non lasciarsi prendere dai ricordi neanche per un attimo; Frank peccato che c'era anche lui! non si fosse trovato lì non avrebbe trattenuto il suo collega, e prima ammazzavano quei terroristi, prima impedivano a tutto di esplodere, con le conseguenze che alla fine ci sono state. Potrebbe sembrare giusto così, d'altro canto anche gli ambientalisti invece di rendersi messaggeri di pace come il loro capo visionario tanto simile a Gesù, potevano darsi una mossa prima e fare qualcosa per evitare che si arrivasse a questo punto. La missione degli ambientalisti è difficile dato che devono agire senza armi (ed è innegabile che le persone si decidono a cambiare spesso solo quando si sentono in pericolo), nessuno dice loro di agire con le parole, se vogliono migliorare il mondo devono agire con esempi buoni. Quando però hanno visto che si sono scelti un compito difficile, invece di lasciar fare ad altri ambientalisti evitando di dare di matto, o di ingegnarsi in altro modo, che fanno? Scelgono la via più pericolosa INNANZITUTTO per ciò che si "vantavano" di voler salvaguardare?!
Una cosa che ho apprezzato è quando cercano di rintracciare i terroristi e l'esperto informatico insiste che bisogna aspettare che quello si insuperbisca. Il problema di quando un nutrito gruppo di persone si sente frustrato è che si comincia con le prove di forza, da lì le ostentazioni di potere fisico, quindi si passa alla manipolazione psicologica e alla necessità di vantarsi per essere riconosciuti e seguiti come una guida che, a quel punto, la massa di pecorelle seguirebbe senza guardare né domandare nulla circa dove tutto questo (e il loro amato capo) le porterà.
Il fatto che esistano simili tensioni significa che la gente è scontenta del mondo. Eppure la pigrizia umana alla fine la fa da padrone, il nichilismo è la forma di autodistruzione più grande: quando diventa difficile scegliere perché prendersi la responsabilità di scegliere? E' così facile prendere decisioni fregandosene anche degli altri, tanto se ne occuperanno i posteri!

Eppure ciò che sconvolge ancora più di un male che si ingigantisce pian piano fino a diventare molto peggiore di quello che si voleva sconfiggere, è la presenza degli sciacalli. Ci fosse un'epoca, un luogo, un contesto di difficoltà o di sofferenza in cui non ci siano esseri famelici sempre pronti a spintonarsi a vicenda, a pregare che tutto vada per il peggio, pur di accaparrarsi il boccone più grosso!
Sai chi meritava più di tutti di morire? La giornalista. Che come l'erba cattiva non muore mai, è quella che ha rischiato più volte e alla fine la fa franca? Una così merita come minimo di essere buttata in mare come il pover' uomo che le importava far riprendere al cameraman! o peggio, centrata in pieno ed esplosa in mille pezzi. ^^
In questo racconto tutti scivolano sempre più verso il baratro, sarebbe stato catartico vedere schiattare la giornalista, davvero. ^_^

Hai usato benissimo la citazione che avevi scelto per il contest, e mi è piaciuto come hai costruito questo racconto intrecciando vari punti di vista. Ho apprezzato anche l'aver sdrammatizzato un po' laddove era possibile - ovvero nella postazione dell'esperto informatico - inserendo degli oggetti un po' demenziali come la lampada di Iron Man. L'alternanza dei punti di vista e questi dettagli che, beato te, riesci a inserire con naturalezza, sono stati essenziali per tirare un sospiro di sollievo ogni tanto e rendere il racconto meno angosciante, meglio costruito e più completo.
Posso ricambiarti i complimentoni! ^__^

Recensore Master
30/11/17, ore 15:51
Cap. 1:

Ciao carissimo,
come sempre non ti smentisci mai^^
È davvero bella questa storia, che ha, oltre al non indifferente potere di coinvolgere e tenere col fiato sospeso, anche il raro pregio di suscitare profonde riflessioni.
Non è un duello tra buoni e cattivi, questo, e fino alla fine il lettore non sa davvero dalla parte di chi stare, perché ognuno dei due ha le sue buone ragioni, sebbene entrambe comportino un caro prezzo da pagare.
Una storia di terrificante attualità, quasi ai limiti della distopia.
La citazione di Nietzsche la trovo azzeccatissima, perfetta in questo contesto, perché in essa è racchiuso l'intero significato di questa storia, e forse anche di tante altre storie di cronaca attuale.
Magnifica, come sempre.
Complimenti anche stavolta.
(Recensione modificata il 30/11/2017 - 03:54 pm)

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