Recensioni per
Masala Chai
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
27/03/18, ore 03:13
Cap. 1:

Eccomi qui, mi ero ripromessa di recensire tutta questa MAGNIFICA storia e finalmente posso iniziare. Rileggere il primo capitolo mi ha dato i brividi, il rigore di John e la sua insofferenza agli ordini e alla sfrontatezza di Sherlock, l'alterigia di quest'ultimo. Guarda io ci provo a non scrivere una serie di recensioni in cui non faccio che ripetere quanto fantastica sia questa storia, ma non prometto niente! Perché ogni volta che la rileggo non faccio che emozionarmi e gasarmi e vorrei solo costruirti una statua per averla scritta. Ma mi impegnerò per verbalizzare ciò che mi trasmette. Al prossimo capitolo con annessa recensione! Un abbraccio!

Recensore Junior
24/03/18, ore 21:25

Scrivo un'unica recensione riassuntiva di tutti e sette i capitoli. L'ambientazione storica, molto curata, è deliziosa e insolita. l'ho davvero amata. I personaggi sono caratterizzati benissimo e questo John mi fa a dir poco impazzire. Vorremmo tutti un uomo così! Il tuo Sherlock è molto molto interessante. Non dico nulla di Mycroft e degl'altri personaggi, non perché non siano stati inseriti molto bene, ma solo in quanto hanno una parte piuttosto piccola.
Il finale merita applausi da qui a Natale!
Un abbraccio
SB

Recensore Veterano
16/02/18, ore 17:08

Ciao
Finalmente, eccomi quì. 
Perchè la tua storia mi ha incuriosita sin dall'inizio, di solito le tue cose le compro a scatola chiusa in realtà, ma, a causa di tanti motivi non l'ho cominciata a leggere che ieri sera... e ho fatto le due.
Quindi esrdisco chiedendo venia per il ritardo con cui mi faccio sentire, ma l'emozione e l'rario hanno ancora posticipato tutto ad questo momento.
Splendida, affascinante, sensuale e appassionata... dimentico nulla?
Sherlock altero e fragile, innamorato possessivo ma capace di enormi rinunce
John coraggioso e fedele, generoso, impulsivo e pieno di passione
Per non parlare dei profumi, quello che sin dal primo momento, nella stanza del principe, ci hai fatto respirare e che ci hanno accompagnato fino alla fine.
Non so se ho reso chiaramente quanto ami la tua storia.
Nel secondo capitolo, la frase di Mycroft arriva dallo speciale, vero? "L'abominevole sposa". Perchè anche se l'originale faceva riferimento alle suffragette: "noi abbiamo torto e loro ragione" viene da lì, o sbaglio?
Comunque grazie di avere condiviso con noi questo bellissimo affresco pieno di poesia, aspettiamo tutti altro.
a presto 

Recensore Junior
12/02/18, ore 23:11

Mi sento sempre un po' idiota a iniziare una recensione, perché  non so cosa dire, o meglio, lo so ma spesso mi capita che le parole non rendano giustizia a ciò che ho letto. Ecco, in questo istante è più o meno così. La tua storia mi è piaciuta tantissimo ma mi sembra riduttivo dirlo così.
Volevo farti i complimenti, ti ho letto tutto d'un fiato. La tua storia mi ha catapultato in un mondo lontano, Londra, seconda guerra mondiale. Nella casa di un principe indiano raffinato, dove tutto mi richiamava alla bellezza, mi sembrava di essere nel suo palazzo, ti giuro!!! Giuro che potevo vedere i colori (la pelle, gli occhi di Sherlock, ho adorato persino lo smoking blu con le scarpe coordinate, ho un problema: amo quelle scarpe), sentire gli odori delle essenze (I contenitori a forma di diamante, sai che a un certo punto era come se avessi ficcato le dita nella crema io stessa? Sentivi quella sensazione), inmaginare vividamente la vasca da bagno con i petali di rose (lo devo fare anche iooo!!!), i bracciali tintinnanti. Insomma, mi credi se ti dico che mi sembrava di essere lì nelle stanze con Sherlock e John?
Ho amato Sherlock, principe spocchioso e John, soldatino arrabbiato ma in grado di ammansire il suo bel principe  (e le lemon! Oh le tue lemon!!!) tanto da prenderlo in modo dolce ma con decisione, come fosse solo suo. Per non parlare del duello, emozionante!! Mi è piaciuta la dolcezza di Yasmine e la sua tenerezza nel confronti del fratello (che pazienza, ragazza). E Greg!! Lo amo sempre più.
E niente, questi due sono l'amore in qualsiasi universo li metti. Io li amo ogni giorno di più e amo come scrivi. Le tue parole scivolano via leggere, descrivono con una facilità aerea mondi nuovi e lontani. Hai uno stile magnifico, leggero come il profumo dell'incenso, come l'aroma dei petali di rosa. E ti ringrazio per questa splendida storia. Mi ha fatto sognare e ultimamente ne ho bisogno.
Un abbraccio,
Johanna

Recensore Master
27/01/18, ore 22:38

Oddio sappi che ti amo! Questa è al degna conclusione di una ff bellissima!
Il duello è stato bellissimo, e John in quelle vesti mi fa venir caldo. Sherlock è l'immagine dell'amore! E non posso non amare anche Mycroft Holmes!
Mike, che è un personaggio che non uso mai nelle mie ff, ci sta troppo bene qui.
E del finale cosa posso dire? Meraviglioso! L'amore vero! Davvero di una dolcezza indescrivibile!
Questa storia vola nei preferiti e grazie davvero d'averla scritta

Recensore Master
27/01/18, ore 22:13

Oh mio Dio che tristezza! Nel senso, angst a palate, ma capitolo davvero bello! Ho adorato il rapporto tra John e Lestrade. Ho amato la figura di Holmes (anche se non è presente nella scena). Trovo che hai introdotto molto bene il discorso droga, e, come ti avevo accennato già in un'altra recensione, Sherlock fragile e John geloso, per me sono il top!

Recensore Master
27/01/18, ore 21:51

La signora Hudson, seppur solo accennata, resta sempre uno dei miei personaggi preferiti.
Mycroft a dir poco un figo!
Sherlock è Sherlock (credo che chiunque stia sbavando immaginandoselo vestito così).
John è sempre il solito incazzuso. Lo adoro!
Moriarty, madò che nervi, mi sarei infilata nel sito x poterlo picchiare di persona!
Hai, in oltre, introdotto molto bene i personaggi di Mike e Greg

Recensore Master
27/01/18, ore 21:31
Cap. 4:

Allora allora allora, da dove cominciare? Io inizierei con un "ma che bello!". Lo so suona scontato, però è davvero detto col cuore. Questo è proprio un bel capitolo, hai messo in scena il mio John preferito (sanguigno, forte, ma premuroso) e il mio Sherlock preferito (altezzoso e arrogante, ma fragile e bisogno d'amore).
Bello bello! Detto col cuore

Recensore Master
27/01/18, ore 21:15

Ohhhhh O_O questo cap ha decisamente preso un'altra piega rispetto all'inizio della storia. Bene bene. Adesso sono molto curiosa di vedere come evolverà la cosa, perché entrambi hanno un'ego smisurato.
Ps riguardo alle note, anch'io sento in genere più mie le one-shot e anche per questo ho aspettato fosse completa x leggerla (odio el attese), comunque questa tua storia sta mantenendo in tutti i suoi capitoli un'ottima qualità, quindi vai tranquilla

Recensore Master
27/01/18, ore 20:47

Sappi che io sono una fervente bonapartista quindi il riferimento alle api mi ha mandato in brodo di giuggiole. Seconda cosa siamo una famiglia di storici. In altre parole mi stai regalando una ff nella quale mi ci ritrovo da Dio!
Ancora non ho deciso tra John, Sherlock e Mycroft chi mi piaccia di più in questo capitolo.
Dal punto di vista della trama ora la faccenda si fa decisamente interessante.
Non vedo l'ora di proseguire la lettura!

Recensore Master
27/01/18, ore 20:29
Cap. 1:

Buona sera! Ho iniziato a leggere questa ff perché ne ho sentito parlare benissimo. Come primo capitolo niente male davvero. Molto bella e interessante l'idea generale. Mi piace anche la caratterizzazione dei personaggi e la descrizione degli ambienti. L'uniforme di John credo popolerà i miei sogni prossimamente.
Sappi che continuerò a leggere con molto piacere.
Bea

Recensore Master
25/01/18, ore 13:44

Beh, è stato un bel viaggio dall'inizio alla fine. Con un susseguirsi di colpi di scena, ma mai forzati e sempe stupefacenti. Una storia dalla trama originale e che si è conclusa nel migliore dei modi. Il che non era per nulla scontato e anzitutto perché a un certo momento ho temuto il peggio. Dopo la lemon, per esempio, ho avuto paura che John avrebbe deciso di lasciare Sherlock per sempre. Ma oltre a questo le insidie per i nostri amati erano tante, il duello sarebbe potuto finire nel peggiore dei modi e inoltre c'era di mezzo una guerra e un paese che non accettava legalmente una coppia come la loro. Quindi gli ostacoli erano tanti e il bel finale che abbiamo ricevuto in regalo non era ovvio per niente. Devo dire che mi ha fatto piacere scoprire poco a poco questo corposo capitolo (non lo definirei "lungo", ma più che altro ricco di fatti e non è un difetto per me, anche se so che tu preferisci capitoli più brevi).

Da un punto di vista strutturale, la prima e la seconda parte (il "sei anni dopo...") sono molto simili pur trattando temi differenti. La prima parte vede la risoluzione di una faccenda spinosa, la seconda di un'altra legata al contesto storico. Però, nonostante questi fatti, io ho avuto la sensazione che a far da collante a ogni parte fossero sempre solo John e Sherlock e il loro amarsi incondizionatamente. Questo amore si snoda lungo tutto un capitolo che prende nel proprio raggio un elevato numero di anni, con l'ultima parte che funge da epilogo. C'è un contesto storico che tu hai curato nel dettaglio e che hai arricchito di citazioni e fatti realmente accaduti, e che sono il frutto di un'attenta ricerca. Ciononostante, credo che la guerra faccia abbastanza da sfondo alla vicenda. Esiste l'Inghiterra, con le sue leggi. L'India nei retaggi culturali di Sherlock. Eppure non è importante. La guerra stessa non lo è. Sì, John e Sherlock passano probabilmente degli anni al fronte a curare i soldati, ma non è questo a contare. La guerra non fa da protagonista assoluta. Sono John e Sherlock in una qualche maniera i nemici di loro stessi. Già perché da un lato abbiamo John che è un reduce di guerra, ma che dal fronte non è mai tornato davvero e che come si può notare appena finito il duello, ha difficoltà nel ricordarsi cosa voglia dire fare il medico e curare le persone, invece che volerle ammazzare. In una certa maniera forse sente di dover cambiare e magari si chiede anche di quale uomo si sia innamorato Sherlock. Uno Sherlock che, al contrario di John, è vittima delle proprie maschere e dell'inesperienza nell'amare qualcuno. Vittima del voler fare tutto da solo per proteggere chi ama, cosa che è perfettamente in canone con qualunque altro Sherlock Holmes. Ecco, se si parla di differenze. C'è il divario culturale dato dal retaggio con la cultura indiana, e trovo significativo il voler chiamare John con parole come "amato" e "mio amato", segnano profondamente le differenze con un Holmes inglese. Ma fondamentalmente è Sherlock Holmes ed è per queste ragion che Sherlock e John sono un po' i nemici di se stessi. Il loro non fare mai un passo decisivo verso una vita insieme, ma decidersi solo alla fine, copre tutto quanto il resto. Da Moriarty (che pur ha un proprio peso), alla seconda guerra mondiale.

Quello che si vede alla fine è un quadro bellissimo. Siamo già nel '45 inoltrato, quindi sappiamo cosa sta per succedere. Ma, di nuovo, quella luce potente che è il loro amarsi oscura tutto quanto il resto. C'è tanta intimità tra loro, c'è questo Sherlock che forse un po' cambiato perché pensa all'acqua che John ha tolto a se stesso e che è lontano anni luce dal principe viziato visto nel primo capitolo. E soprattutto c'è questa maniera di amarsi pazzesca, senza confini e pudori, che li porta a sperare a una vita futura e insieme. 

Menzioni d'onore per Mycroft, prezioso e sagace sempre nei momenti giusti. Per Mike, che fa da buon amico e che parla di Harriet come se fosse un'eroina.

Insomma, è stata una bella storia. Originale, particolare. Spero tu decida di scrivere altro e presto.
Koa

Recensore Master
24/01/18, ore 23:49

Annoto subito un'impressione immediata dopo una prima, veloce lettura: hai fatto in modo che succedesse che lo sguardo si staccasse dal particolare di una grande storia d'amore al panorama più vasto del mondo in cui si potesse respirare un'aria nuova, un'aria di pace.
Il capitolo si apre con la scena del duello tra Watson e Moriarty, che si regge su un terreno tecnico di esattezza terminologica che lo rende verosimile e ricco di tensione (“…la punta elastica dal fioretto... sfida al primo sangue…priorità di attacco…un affondo...le cavazioni…ecc…”). Come al solito, prima di scrivere, ti sei documentata in maniera precisa ed approfondita, scremando l’effetto da tutte le possibili banalità in cui era facile cadere.
Così il tuo raccontare, qui, è decisamente cinematografico, e ci rende l’immediatezza della scena grazie al rapido seguire i movimenti dei due antagonisti. Davvero efficace quel “fermo immagine” sulla metamorfosi fulminea che John ha quando lo scontro ha inizio: nei suoi occhi hai provocato una tempesta, il suo braccio diventa tutt’uno con il fioretto e, frase che mi è piaciuta molto, “la macchina da guerra John Watson entrò in azione”. Il principe diventa, ai margini, uno specchio di ciò che accade tra il capitano ed il conte, e ciò che prova per il suo amato, uso i suoi stessi termini, diventa quasi incontenibile, tanta è la passione che il coraggio di John gli accende.
Hai fatto intervenire, con parole significative e perfettamente coerenti con il personaggio, Mycroft che riporta John alla sua natura di medico e quindi di cultore della vita. Ma, si sa, Moriarty suscita davvero sentimenti foschi e fa prudere le mani…
Un passaggio narrativo, questo del duello, davvero tra i migliori della tua long.
A ciò, segue la scena del “dono” che il principe offre dopo l’esito del duello: è molto coinvolgente, scritta con uno stile ai confini della poesia, dove non esiste volgarità e ci sono i due amanti, davvero loro due, ed il mondo è chiuso fuori.
L’ultima parte del capitolo ci trasporta in avanti di sei anni.
La guerra sta passando, come una terribile tempesta ed ha "lavato via" tutto ciò che era ipocrisia, orpello inutile, obblighi sociali spesso incomprensibili. Infatti, per esempio, il principe ha lasciato le sue splendide vesti ed i suoi gioielli ma, ora, splende di più nella sua naturale bellezza, esaltata dall'amore assoluto che lo lega a John. Quest'ultimo non ha più divisa, guanti bianchi, è ridotto a desiderare dell'acqua, del sapone e, soprattutto, medicinali per poter curare i suoi feriti.
Con loro un impareggiabile Mike, di cui hai espresso le potenzialità di umanità e di simpatia che avevamo intuito sin da ASIP. Oltretutto l’hai abbinato ad Harriet, pilota senza paura, e l’idea è davvero divertente.
Nonostante il trascorrere del tempo, troviamo immutato il sentimento che lega il medico ed il suo principe che attraversano insieme, inseparabili, il dramma della guerra.
Per queste ragioni la conclusione di questa tua preziosa storia ed il suo precisarsi in un contesto storico non banale, la rivestono di una qualità davvero palpabile. Sei riuscita a parlare in modo nuovo e credibile di John e Sh, del loro legame unico, e li hai resi ancora più irripetibili e mitici, inserendoli in una cornice assolutamente credibile e ricostruita con cura minuziosa.
La tua storia mi è piaciuta davvero tanto, l’ho trovata originale e non scontata. In più sei riuscita a mantenere l’IC anche in un Universo così lontano e diverso dal 221b. Ho letto con piacere anche grazie al tuo stile personale, curato e animato da una singolare proprietà di linguaggio. Brava. Brava, sinceramente.
Fine della storia…ma perché mettere davvero la parola “fine”?!
P.S. e gli altri finali alternativi? Potrebbe essere interessante condividerli con noi…

Recensore Master
19/01/18, ore 16:34

Ti ritrovo con molto piacere perché, ogni tuo aggiornamento richiede una sosta senza interruzioni, prevista proprio per gustare meglio le sue prelibatezze. Sarò anche malata di decadentismo, ma mi piace molto l'atmosfera in cui prevale la sensorialità ricercata nei colori, nei profumi, in tutto ciò che è soffuso e velato perché c’è il ripiegamento su stessi e sulle propri desideri, senza volere o potere fruire dell’energia della vita al di fuori di certi schemi o di certe paure. Il principe, alla fine del capitolo precedente, si è, appunto, ripiegato su se stesso, cercando la fuga, da Watson e dalla nitida realtà del sentimento che ormai li lega, nell’oblio dell’oppio e dell’autodistruzione. Il pericolo di Moriarty era troppo concreto e John troppo vivo nella sua irruente passionalità per non creare pericoli mortali. Quindi Sh ha deciso di allontanarsi dal capitano per proteggerlo da se stesso, anche se la scelta è troppo dolorosa. Ecco quindi la fumosa atmosfera de “il loto nero” in cui il principe cerca di perdersi per amore di John.
Leggendo la descrizione del posto e di madame Shan mi sono tornati in mente i momenti conclusivi dell’indimenticabile TBB, in cui i nostri due sono alle prese con la mafia cinese; le atmosfere dei luoghi in cui hanno un’avventura terribile le ritrovo proprio qui, nella fumeria a Chinatown. Notevole la precisione con cui segui le sfumature di ciò che passa per l’animo di John, dal momento in cui viene chiamato da Greg, all’arrivo nel posto in cui trova Sh semincosciente e al suo rapportarsi con lui, una volta che il principe è in salvo nella sua stanza.
Ed è proprio come potessimo guardare, ciò che passa nella testa di Watson, attraverso gli occhi onesti di Lestrade, che tu vai caratterizzando in modo sempre più efficace. John è allibito, furioso, si blocca incapace, al momento, di attivare una reazione che sia giusta. Poi, ritrova una freddezza (“…Ho capito…”), che spaventa il buon Greg e che, secondo me, è data dal riaffiorare, dopo la sorpresa e lo sconcerto iniziali, della sua anima di soldato, pronto a rispondere con efficienza in situazioni di estremo pericolo. Infatti il luogo, il tipo di stupefacente, Fu-Jing, che il principe ha scelto e, soprattutto, il suo grande amore per lui, lo scuotono dall’essere quasi pietrificato dallo sconcerto e lo animano a correre, imprecando “senza ritegno” tra le varie, lussuose “postazioni” dei clienti in cerca di chi sta cercando di annientarsi proprio per lui.
Scena che descrivi in maniera superba ma, con te, è difficile non ripetersi negli apprezzamenti, perché tutto è reso con grande capacità narrativa, senso del ritmo e costruzione culturale credibile del substrato su cui si svolgono le vicende. In più ti muovi, pur in un Au lontano dal 221b dei giorni nostri, in modo tale che i due protagonisti soprattutto, ma anche gli altri personaggi di contorno, come, per esempio, Lestrade, risultano decisamente IC, anche se nei panni di uno strepitoso principe indiano. Poi, a dirla tutta, è un IC che mi riporta ai “bei tempi”, quando John era John e non un fantoccio nevrastenico (S4).
A questo proposito, ho trovato portentosa quell’immagine del nostro capitano che, di fronte all’uomo che ama in condizioni non certamente ideali ma bello da far star male chi lo guarda, sferra un pugno violento sul cuscino, in seguito al quale i preziosi boccoli neri ondeggiano per aria. Geniale contrasto tra l’umanità e la perfezione, tra il sentimento e la fuga dalla realtà. Ma Sh non si scompone perché sa che John non gli farebbe mai del male. Brava, brava, brava.
Naturalmente non mi è sfuggita la profondità del significato del titolo che hai assegnato al capitolo, giuro che ci sto pensando ancora. Cioè alla ricerca dell’equilibrio nella vita, datoci da quello che facciamo sulla traccia di determinate vie del destino. Raccogliamo quello che seminiamo, mi pare di capire anche in seguito ad una “rinfrescatina” che ho attivato nelle mie conoscenze pregresse sul significato dei due termini che citi. Ma credo si debba arrivare alla fine della long per comprendere meglio il messaggio.
Chiudo qui con i miei sinceri complimenti per ciò che hai scritto e, credimi, nell’ultimo capitolo, mi dispiacerà molto lasciar andare il caro John ed il suo magnifico principe.

Recensore Master
17/01/18, ore 10:10

Devo confessare che avevo più o meno capito quel che sarebbe successo dato che, già dal precedente capitolo, si intuiva un qualcosa di simile. Cioè, data la comparsa di Moriarty e la successiva reazione di Sherlock (e Mycroft) a quel breve incontro, avevo ipotizzato che Sherlock si comportasse in questa maniera. Il che era presumibile da alcuni pensieri che lui stesso fa a un certo momento. Temevo più angst a dirla tutta, la risoluzione che hai alla fine trovato ha reso le cose tutto sommato più lievi di come me le ero immaginate. Certamente mi riferisco soltanto alla parte Johnlock della vicenda e non al principe che finisce in una fumeria, praticamente avvelenato da quello che sta assumendo. Quella parte era angst e molto realistica e l'hai adattata benissimo agli anni '40, dando prova di esserti documentata a fondo e questo lo apprezzo tantissimo. Mi è anche piaciuto il rapporto di fratellanza che si è andato a creare tra Greg e John e che viene fuori specialmente dopo che è chiaro che Lestrade ha capito tutto riguardo la relazione tra John e Sherlock. John ha capito che Greg lo sa e sa che potrebbe, in linea teorica, essere denunciato. Eppure Lestrade tace, anzi tenta quasi di aiutarlo. E io non credo che sia soltanto per amore di Yasmine, ma appunto anche per una sorta di amicizia che è nata tra lui e John. Questo aspetto è messo forse più in secondo piano dallo stato di Sherlock e dal dialogo che ne segue, a villa Holmes, ma mi ha fatto piacere trovare un rapporto di amicizia simile.

Molto interessante la parte centrale, che poi porta alla conclusione. Mi aspettavo un John diverso in effetti, forse più rabbioso e focoso. Un John che non le manda troppo a dire e che si rivolta contro l'atteggiamento, sbagliato, di Sherlock. Però non succede nulla di tutto questo, le reazioni di John sono addolcite e smorzate un po' dallo stato fisico di Sherlock stesso e in altrettanta buona parte dal fatto che John è riuscito a capire soltanto guardando Sherlock dopo giorni e giorni. La sofferenza nello star separati non è stata soltanto sua, ma soprattutto di Sherlock che credeva di agire per il meglio e di mettere comunque al sicuro John. Cosa che alla fine sappiamo non esser riuscita. Ma c'erano le migliori intenzioni e questo John lo ha compreso benissimo. Per questo le sue reazioni vengono mitigate e sono decisamente più dolci di quanto ci si aspetterebbe di vedere. Ora staremo a vedere, perché l'evoluzione è inaspettata e questo Lord Moran che compare all'improvviso portando un guanto di sfida di Moriarty, porta alla luce una svolta di trama che non avrei mai creduto. Anche se in effetti è logico, dopo aver capito he con Sherlock non c'è nessuna speranza, Moriarty ha fatto un altro giro convinto forse d'averla vinta.Fantastica la reazione di John a questa sfida, raccontata dalle sue stesse parole come una scelta pacata, forse di chi ha alle spalle una certa esperienza. La risoluzione non è scontata, ovviamente ma come dicevo staremo a vedere, perché sono molto curiosa.

Piccola nota di merito per alcune parti del dialogo tra John e Sherlock. Sherlock che continua a chiamarlo "John Watson", per esempio. Ma anche altri dettagli come: un ragazzo che mi ama. Piccoli segni di quanto la loro intimità sia profonda. Spero davvero che l'evoluzione sia positiva.
Koa

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