[Recensione premio per contest “I’m no Superman”. Non proverò nemmeno a scusarmi per il ritardo, spero che almeno sia stata una sorpresa gradita.]
Questa piccola raccolta di drabble natalizie mi ha letteralmente incantato, e per parlarne con più cura tratterò ciascuna storia a sé stante.
Nella prima, ho adorato la caratterizzazione di Mary: in queste poche parole hai saputo descrivere un momento della vita di questa donna – che abbiamo conosciuto solo “per sentito dire” – talmente bene che è stato facile immaginarselo.
Anche io credo che Mary, cacciatrice, abbia tenuto la sua famiglia al sicuro dalle minacce “soprannaturali” anche dopo aver sposato John e mi è piaciuto che tu l’abbia sottolineato, mentre che abbia fatto di tutto per nasconderlo lo sappiamo anche dal canon.
L’appunto sul piccolo Dean che ha visto tutto – e la cosa le toglie il fiato – è forse quello che ho preferito, perché ci si legge tutta la preoccupazione di una madre per il proprio bambino.
La seconda è molto più cupa, e qui vediamo tutta la disperazione di un uomo che non solo ha perso la donna che ama, ma si è ritrovato solo con due bambini da crescere senza di lei. Ho trovato straziante e assolutamente verosimile il suo abbandonarsi all’alcol e a pensieri d’angoscia: senza Mary si sente perso, inutile, e il pianto di suo figlio non fa altro che peggiorare la situazione.
Ho molto apprezzato la caratterizzazione di Dean, che si prende cura di suo fratello nonostante sia un bambino lui stesso, e la considerazione di John che suo figlio non sa ancora andare in bicicletta ed è già un genitore migliore di lui.
Terza drabble, terza protagonista. Mi piace molto il personaggio di Jo, e trovo azzeccata la caratterizzazione che le hai dato: è una bambina che ha perso il padre da poco (presumibilmente), ma ha già una personalità abbastanza forte da non abbandonarsi al pianto e, anzi, stringere tra le mani il coltellino di ferro per rendere suo padre fiero di lei.
Molto bello anche il cenno alla madre, che, come tutte le mamme, cerca di tirarla su di morale a modo suo… e mi è piaciuto anche che “il modo suo”, in questo caso, fosse il fare finta di niente, il cercare – con quel ti va del pudding? – di dare a sua figlia almeno un briciolo di normalità che è stata loro strappata via.
Nella quarta drabble ritroviamo Dean, un Dean abbandonato dal fratello che ha deciso di seguire la sua strada e anche da suo padre, che è sparito alla prima occasione, ma non è una novità.
L’amarezza dei pensieri di Dean traspare con tutta la sua forza da queste parole, sia quando parli dell’abbandono della sua famiglia che quando sottolinei che anche se ci fosse stato suo padre non sarebbe cambiato nulla.
Dean si sente maledettamente solo, e la cosa più triste è che – nonostante faccia un male cane – ormai c’è quasi abituato: la bottiglia è l’unica compagnia che gli resta per sopportare questo Natale solitario.
Per ultimo troviamo Sam. Sam che è sempre condannato a una felicità a metà, perché mentre stava con Jessica aveva nostalgia della sua famiglia, ma ora che è con Dean sente la mancanza di Jessica – accentuata probabilmente dal fatto che la sua fidanzata non tornerà mai più.
Ho molto apprezzato che tu abbia sottolineato il fatto che anche quando stava con Jessica, quando quindi aveva abbandonato la Caccia, Sam pensava sempre alla sua famiglia: non è senza cuore, non lo è mai stato, e credo anche io che sentisse molto la mancanza di Dean – di suo padre un po’ meno, probabilmente.
Infine, mi è piaciuta moltissimo la parte finale, perché nonostante tutta la malinconia di questa raccolta l’immagine finale di Dean che canticchia – stonando – Jingle Bell Rock mi ha fatto concludere la lettura con un sorriso.
Sullo stile non ho molto da dire: è fluido e corretto, con una sintassi impeccabile e un ottimo utilizzo della punteggiatura per dare alla lettura un ritmo variegato e mai noioso.
E nulla, ti faccio tanti complimenti per questa raccolta e ti saluto.
A presto!
rhys89 |