Recensioni per
Devo lasciarti andare
di Madame_Padfoot93

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/06/18, ore 14:45

Eccomi, sono passato dalla storia het più recente.
Ti dirò che Draco e Astoria... beh, non so, non ho mai avuto un'opinione su di loro. Però la storia mi è piaciuta, è del genere che forse preferisco per le ff (drammatico/introspettivo) e l'ho trovata... "vera". Questo perchè ho visto la sincerità e l'incertezza delle emozioni, che rendono impossibile mentirsi anche in un momento come quello che Draco sta vivendo... Quando deve lasciarla andare: e queste cose sono vere, reali, vicine al dramma che racconti.
Mi scuso se il commento un po' corto, ma io sono sempre molto sintetico, anche nello scrivere... comunque ti saluto, e stata una lettura piacevole!
mystery_koopa

Recensore Junior
21/02/18, ore 18:27

Hola MaddyPaddy
Come stai? Ci siam perse di vista :(
Che dire, il dramma è il tuo pane, spero che tu lo recepisca come complimento, perché lo è!
Molto originale il punto di vista, soprattutto perché fino alla fine rimane un'incognita, non mi esprimo sul soggetto perché non sono ferrata sul canon della vita di Draco e Astoria... so che lei muore giovane per una malattia ma non ci sono molto dettagli; presumo sia stato lasciato a libera interpretazione, e giustamente ognuno la sviluppa come ritiene opportuno, o come la mente lo elabora.
Anyway... io apprezzo sempre i tuoi scritti..."always" come disse un grande uomo ;)
Ci leggiamo presto
Baci

Recensore Veterano
26/12/17, ore 13:03

Ciao, ti lascio la recensione anche qui!

Voto: 8
Commento: la narrazione è molto vivida ed è adatta, secondo me, ad esprimere il sentimento; proprio perché sei riuscita a far trasparire l’intensità del legame tra i protagonisti ho dato un voto piuttosto alto, nonostante abbia trovato lo stile un po’ troppo lezioso in certi punti. Apprezzo anche l’analisi di Draco e il fatto che tu abbia scelto di ripercorrere la loro storia con dei flashback. Purtroppo la narrazione in seconda persona non mi fa impazzire, ma è carina l’idea che sia la morte a parlare. Dal punto di vista più tecnico non ho nulla da obiettare, la grammatica è buona e utilizzi un lessico piuttosto vario.

Recensore Master
25/12/17, ore 18:13


Quarta classificata al contest "Flashiamo! - III edizione"


Grammatica: 9.5/10 
Va bene. Gli errori che ho notato non sono molto rilevanti. 
 • "E quando Lui tornò, credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo.": 'credesti che tutto ciò che possedevi' oppure ' credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi, ti avrebbe [...]'; o togli la virgola dopo 'quello', perché tronca erroneamente la frase, o metti due incisi (- 0.10). 
 • "un sussurro quasi udibile": seguendo la logica un sussurro è un rumore che, seppur basso, si sente; 'quasi' va quindi sostituito con 'appena' (- 0.20 per improprietà lessicale). 
 • "la collera la infiammava, le mani tremavano, la voce flebile era carica d’odio": 'le mani le tremavano' e 'la sua voce flebile' visto che non si sta parlando di 'mani' o 'voce' generiche, ma di quelle di Astoria (- 0.20). 



Stile: 8.5/10 
È uno stile curato e chiaro, ma altalenante dal punto di vista dell'efficacia espressiva. 
Per esempio "Tradivano ogni sua emozione" messo a capo e in corsivo presenta l'Astoria sul letto di morte come nient'altro che l'ombra di se stessa, è una scelta che crea un forte impatto, a differenza di altre. Partendo dai dettagli segnalo "stupide membrane di pelle": 'membrana' significa 'pelle che copre le membra', aggiungere 'di pelle' è ripetitivo, sarebbe meglio scrivere 'lembi' - anche se suggerisco comunque di optare per una scelta più elegante. Invece con "ma quegli occhi… quei suoi occhi ti bloccarono" suona male il generico 'suoi' perché il climax che la ripetizione di "quegli occhi dovrebbe creare si perde; credo sia preferibile 'quegli occhi + *altro aggettivo*', magari uno che richiami l'indole di Astoria. 
"E quando Lui tornò, credesti che *tutto quello*, che *tutto ciò* che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo. Saresti stato al suo fianco, avresti avuto tutti ai tuoi piedi. Oh, adesso lo sai bene: è stato stupido e sciocco credere che chiunque, a parte *quell’essere*, potesse ottenere *qualcosa* da *tutta quella storia*; *qualcosa in te* sussurrava che stavi sbagliando, che *tutto ciò* era sbagliato, ma eri troppo orgoglioso e avevi troppa paura per ammetterlo.": ho messo tra asterischi le parti generiche che inaridiscono il testo, ridurre le informazioni a un "qualcosa" o a un "tutto ciò" appiattisce il testo. Si capisce a cosa ti riferivi in queste righe, ma non sono coinvolgenti, in più le ripetizioni non fanno altro che mettere ancor più in evidenza questa genericità descrittiva. L'idea di base da cui sei partita offriva ottimi spunti per arricchire il testo di sentimento, ma lo stile lo impoverisce. Al tuo posto avrei anche messo in corsivo le azioni compiute da Morte, perché a una prima lettura "avverte il mio lento avanzare" dopo un continuo "senti, vedi" ecc... mi ha procurato smarrimento, non ho capito subito che il narratore in seconda persona si sarebbe palesato anche all'interno della storia, né potevo immaginare chi fosse. 
Mi piace invece la struttura duale del "devo lasciarti andare", che nel passato è può essere risolto, mentre nel presente è una condizione inevitabile e tremendamente sofferta. Il tuo stile generalmente mi piace perché è permeato di malinconia, è di una delicatezza toccante, e qui avresti dovuto calcare di più la mano a livello emotivo. 



Titolo e introduzione: 6.5/10 
Al titolo ho assegnato 4.5, all'introduzione 2. 
Il titolo è generico, però ha il pregio d'incuriosire: "devo lasciarti andare" mette in allerta, può suonare come una sentenza, come una richiesta disperata o una scelta rassegnata, fatto sta che in ogni caso riesce a comunicare la sofferenza di chi pronuncia queste parole. L'uso della prima persona tocca da vicino il lettore, lo porta a mettersi nei panni del personaggio stesso e lo spinge a chiedersi il motivo della sua scelta. Non mi fa impazzire, ma mi piace parecchio, penso che possa davvero incuriosire ed è molto pertinente in relazione alla trama. L'introduzione, invece, non fa altro che girare attorno al significato del titolo senza aggiungere nulla di nuovo, quasi lo priva della sua forza. Si capisce che le ripetizioni di "lasciare andare" e di "a volte" sono volute, però sono ripetizioni nella ripetizione che rendono il tutto ridondante, a tratti fastidioso. Non reputo queste righe d'apertura incisive, non mi hanno trasmesso niente. 



IC e caratterizzazione: 12.5/15 
Se da un lato i personaggi secondari sono difficili da gestire perché bisogna inventare, dall'altro è proprio l'assenza d'informazioni su di loro che permette di spaziare liberamente. Spaziare con questi personaggi, per me, è d'obbligo, specie se li si accosta a personaggi canon: dare loro un vissuto è un modo per aggiungere qualcosa a un nome che al lettore non dice nulla, un modo per non farli sembrare soltanto un'ombra sbiadita di fianco a quelli trattati nella saga. Comprendo le difficoltà che ci sono e devo dire che nel complesso non mi hai lasciata molto contrariata. In questa OS Astoria è sul letto di morte, quindi bisogna basarsi perlopiù sulla lei vista da Draco per inquadrarla. Scopriamo che è testarda e autoritaria, che ha un'avversione per l'operato dei Mangiamorte e che non riesce a nascondere le proprie emozioni, all'opposto di Draco (ho amato sia questa contrapposizione che il mondo indiretto in cui l'hai espresso!). Non sappiamo tuttavia quale sia la causa del suo male, c'è un buco tra la scena dell'Astoria ragazzina che biasima il Draco Mangiamorte e l'Astoria moglie di lui e morente, quindi il lettore non ha modo di conoscerla a fondo, né di prenderla in simpatia né di odiarla. Hai creato ottimi presupposti per delinearla (tra l'altro apprezzo questa versione diversa dalle solite in cui appare o ingenua o meschina), però non ha contorni definiti, percezione probabilmente accresciuta dalla sua condizione di salute che la rende statica. Per queste ragioni non ti ho penalizzata più di tanto. Draco invece, nonostante qui abbia il suo spazio solo in funzione di Astoria, è ben delineato. È immobile, bloccato nelle sue paure e impotente di fronte agli eventi. Il suo senso d'inadeguatezza si percepisce a ogni riga. Il Draco adolescente si sente inadeguato di fronte ad Astoria per il ruolo che gli hanno imposto, il Draco adulto si sente allo stesso modo quando la vede spegnersi progressivamente: seppur per motivi diversi mantiene sempre questo aspetto negativo che è radicato in lui, è una resa decisamente IC. Ho apprezzato tanto anche il contrasto che creano il coraggio di Astoria e la codardia di lui, è un modo per sottendere uno dei motivi che ha spinto entrambi a scegliersi. 



Sviluppo della coppia: 9/15 
Perché la morte di un personaggio commuove? Ci si affeziona a quei personaggi che s'imparano a conoscere, che ci accompagnano mentre leggiamo o guardiamo un film, ma qui di Astoria vediamo troppo poco. Sarebbe stato carino scoprire qualcosa sulla sua vita, soprattutto sulla nascita della relazione con Draco, visto che questo è un contest basato sull'amore di coppia. In questo modo anche la sua morte sarebbe stata più "sentita". Come siamo passati dal corridoio di Hogwarts col Draco inadeguato e l'Astoria biasimevole alla coppia innamorata? Purtroppo il discorso sulla caratterizzazione qui incide anche sul coinvolgimento emotivo e anche la presenza di periodi generici per descrivere il dramma vissuto dai protagonisti non aiuta. Seppur a primo impatto risulti poco chiara, invece, mi piace la presenza della morte che parla in prima persona, il suo arrivo spietato e irreversibile viene così percepito ancor più da vicino. Mi piace anche l'assenza di dialoghi articolati fra Draco e Astoria, perché credo che in punto di morte, specie se a veder morire la persona amata sia uno come Draco, il silenzio sia la risposta più credibile: Astoria non ha le forze per parlare perché soffre, Draco non ha le forze di farlo sia perché e nella sua natura che perché è sotto shock. L'idea di base è ottima per rappresentare un epilogo drammatico, avresti solo dovuto calcare di più la mano con l'introspezione. 



Totale: 46/60 



P.s ho cancellato la recensione precedente perché l'avevo tagliata :D

Recensore Junior
24/12/17, ore 23:09

Voto: 7/10 
Una storia molto carina, mi è piaciuto molto come si sviluppi un parallelismo tra il ricordo dell'incontro tra i corridoi di Hogwarts e, nella situazione attuale, la malattia di Astoria, la quale è ormai vicina alla morte. Draco e sua moglie si ritrovano tra l'altro in una situazione "ribaltata": il Draco di quell'ultimo anno ad Hogwarts è un giovane combattuto, soffre per la sua posizione che lo rende così vicino a Voldemort ma allo stesso tempo così vulnerabile, è il momento di transizione che lo porterà dall'appoggio totale e "cieco" al Signore Oscuro a delle scelte più ponderate e "sue", come, nel racconto, il non denunciare la Tassorosso e Astoria. 
Lo stile è semplice ed efficace, la grammatica corretta. 
Buone feste ^^

Recensore Master
24/12/17, ore 20:07

Ciao, cara!
Ti lascio la mia valutazione anche qui:
Autrice presunta: Madame_Padfoot
5/10
La storia non mi è piaciuta più di tanto.
In primo luogo, ho trovato estremamente fastidiosa la scelta di fare della Morte la narratrice. Non si capisce fin quasi alla fine della storia, ma questo espediente invece di creare suspense provoca delle spiacevoli incomprensioni linguistiche: in questa frase “Senti appena il tuo nome sfuggirle dalle labbra: un sussurro quasi udibile, una preghiera che solo noi due possiamo ascoltare” ho pensato ti fossi sbagliata a coniugare il verbo e non ho minimamente pensato che ci potesse essere un narratore esterno, e ho continuato a non capirlo più o meno fino all’allusione sul “portartela via”. Tra l’altro, sempre in questa frase suggerirei di cambiare “udibile” in “inudibile”, perché un sussurro è qualcosa che di per sé si sente, anche se pronunciato a voce bassissima: se volevi accentuare il fatto che si udisse in maniera impercettibile, è più appropriato renderlo col contrasto “un sussurro quasi inudibile”, perché “quasi udibile” significa che lo è “quasi”, quindi in fin dei conti non lo è, non si sente, il che è in contrasto con l’affermazione precedente “senti appena il tuo nome”.
La caratterizzazione dei personaggi in linea di massima non mi è dispiaciuta, anche se Draco, straziato com’è dal dolore, non si riconosce fino in fondo – ma, vista la situazione, lo considero appropriato. Per quanto riguarda Asteria, invece, mi è piaciuta questa descrizione di lei come ribelle, autoritaria, indipendente: mi è sembrato molto originale rispetto all’immaginario classico di lei nel fanon.
La coppia in sé si sente, anche se non ho avuto l’impressione che tra i due ci fosse una relazione (come invece si sa dal canon), e sicuramente si sente l’amore di Draco, mentre quello di Asteria non l’ho percepito. La storia non mi ha coinvolta più di tanto a livello emotivo, ma l’ho trovata comunque una lettura piacevole.
Inoltre, avrei voluto avere qualche ragguaglio in più sugli eventi: come si è sviluppato il rapporto tra loro? Come sono arrivati ad amarsi? Come mai Asteria è in fin di vita?
Infine, per mio gusto personale non amo particolarmente i Whaf if?. È vero che non erano proibiti nel bando e che questo non lo è esplicitamente, ma la vaghezza della storia e l’impossibilità di collocare temporalmente quanto scritto, unita alla caratterizzazione dei personaggi – che non mi ha fatto pensare a due persone sposate da tempo, ma, anzi, quasi a due sconosciuti –, mi hanno dato questa impressione.
Buon Natale!

Un bacio,
Mary

Recensore Veterano
24/12/17, ore 15:56

7.5/10 + Premio Pathos 
Bella la caratterizzazione di Astoria, molto originale; bello il richiamo duplice del titolo nella storia, soprattutto per la doppia valenza che esso ha; bello di conseguenza il parallelismo tra la vicenda del passato e del presente. La caratterizzazione di Draco è fedele, ma un po’ piatta e ripetitiva/ordinaria. Forse avrei diviso in maniera più grafica i flashback e le scene del presente. Per carità, si capisce subito se si sta leggendo una scena del passato o del presente, ma per questioni di forma avrei preferito una differenziazione. Ho assegnato il premio “Pathos” a questa storia perché credo che sia quella che più di tutte richiami il tema del contest, presentandoci un rapporto forte e complesso, ma inevitabilmente tormentato e dall’esito infelice. Mi ha stretto davvero il cuore il finale, nonostante la mia antipatia per la coppia in questione. 

Scusami per la recensione scarna, ma quando ho scritto i commenti ero in pieno tran-tran lavorativo, e alcuni mi sono venuti fuori davvero corti >.< Se hai qualche domanda riguardo la valutazione, chiedi pure :) Intanto, in bocca al lupo per la classifica finale e buone feste! :D

Giulia
 

Recensore Master
24/12/17, ore 13:21

Ciao ^^

La tua storia mi è piaciuta. Ho trovato Draco molto tenero, e il flashback su come si sono conosciuti interessante. Ma forse potevi spenderci più righe... capire affettivamente come Draco si fosse sbloccato con lei come le abbia effettivamente confessato l'amore. Mi è mancata un po' la parte di Astoria insomma e di loro due effettivamente insieme. Ma rimane una bellissima storia.