È una storia meravigliosa. Mi ha strappato più di un sorriso, una risata, un ghigno malefico, mano a mano che la storia procedeva. Sì, ad Arkham scoppia una rissa per un mezzo sorriso, un mezzo sguardo, anche solo una mosca che ti gironzola sulla testa: insomma, di pretesti ce ne sono a frotte, basta solo cercarne uno che ci piaccia, che ci ispiri e che faccia pendant coi nostri calzini.
Quando poi sei reduce da una cosetta come la guerra tra enigmi e barzellette, tu capisci che non puoi pensare di passarla troppo liscia; qualcosa ti deve capitare, fosse solo per dispetto, o fosse solo per far dire ad uno dei due, "E adesso ridi".
Solo che Eddie non ride no, ché non è bello quello che gli è successo. Uno scherzo da prete, diremmo, un dispetto, e sinceramente, se qualcuno si fosse fregato il mio torrone così gelosamente custodito, altro che rivolta, altro che ostaggi. Avrei fatto una strage.
Di questa storia ho adorato tutti i personaggi, da Gordon che non batte ciglio quando lo informano che ad Arkham è scoppiata una rissa per un torrone (di Flamigni, eh; ma pur sempre un torrone!) perché coi matti non si sa mai. In un certo senso, è più logico ed auspicabile che ai matti salti la mosca al naso per una schiocchezza; c'è da preoccuparsi, seriamente, quando ai matti non salta il ticchio, ma c'è uno schema, dietro.
Certo, anche qui c'è, ed è meraviglioso vedere il Joker - che sa, in quanto mandante di tutto il casino - che sprona Eddie a cantargliene quattro. Meraviglioso.
Ma la palma d'oro se la becca Selina, splendida e splendente, e decisamente pratica: un altro gingillo di Cartier per mandare giù Demian - ché è tanto caro, ma alle volte è proprio una pigna - e un paio di torroni per placare il pupo riottoso.
Divina.
E anche le citazioni all'ultima run di Tom King, che arrotondano senza essere ridondanti.
Per buttare giù tutto 'sto torrone ce la facciamo una tisanina che stura tutto il possibile e immaginabile? |