Ciao Valaroma,
trovare la tua storia è stata una sorpresa molto interessante!
Già trovare storie sul Silmarillion mi rende sempre felice, ma una storia con una coppia così insolita, ancora di più per il fandom italiano, (anzi, qua totalmente nuova direi XD), per di più coppia resa con un background come quello che le hai dato tu: decisamente una graditissima novità!
Non avevo mai pensato a questa coppia, e provare a immaginarla attraverso le tue parole mi è piaciuto molto.
Tu poi hai scelto uno dei momenti più strazianti del Silmarillion e della storia di Olwe soprattutto, e questo ha reso il tutto ancora più intenso.
Già subito l’inizio, con Olwe che si aggira disperato sul mare è una stilettata.
Il dolore del signore di Alqualonde che non si placa nemmeno allontanandosi dalla strage, nemmeno sentendo la spiaggia e il tocco del mare, nemmeno lavando via il sangue.
Il ricordo della sua gente che viene massacrata, delle urla, del sangue ovunque, è troppo doloroso, troppo indelebile.
Il piccolo flash-back di Olwe che tenta di salvare inutilmente quel marinaio… Oddio, è qualcosa di straziante, mi ha spezzato il cuore!
Olwe che spera contro ogni logica di poterlo salvare, d’istinto, e che poi deve arrendersi e può solo stare accanto al suo suddito mentre muore, e i pensieri e le parole del marinaio stesso che sono ancora presi dalle navi e dal tentativo di proteggere il porto… Mamma mia!
Un’immagine che da sola rende tutto lo strazio del massacro di Alqualonde.
E poi la rabbia di Olwe che si scaglia verso tutti, tutti quelli che hanno seguito Feanaro, tutti quelli che si sono resi complici del massacro anche solo usando o seguendo quelle navi.
In un momento del genere e con dei ricordi atroci come quelli non può che provare una rabbia immensa,impossibile da lenire perché mista alla confusione, all’orrore per qualcosa che fino a un momento prima era inconcepibile in Aman.
E ho adorato come tu abbia fatto intervenire il mare e la sua maia proprio in questo momento.
Con quella prima onda che non si sa se sia già parte della rabbia di Uinen o se sia davvero, come teme Olwe, un rimprovero, perché anche lui sta alimentando l’odio e la vendetta, con quei pensieri.è tutto vivo e partecipe: il vento, il porto, la spiaggia, il mare, Olwe e Uinen: stupendo davvero!
La tua immagine di Uinen è molto suggestiva, è davvero bellissima!
Diafana, ornata di perle e coralli, sinuosa e indecifrabile, in un modo tutto suo.
Perché Uinen resta per tutto il dialogo così, imprevedibile.
Nemmeno Olwe che l’ha conosciuta più di qualsiasi altro elfo riesce a capire cosa lei senta, finché non è lei a sorprenderlo con le sue risposte o con le sue affermazioni, con la sua preoccupazione, il suo dolore e poi con la sua rabbia.
È inquietante eppure perfetto questo suo essere sempre così irraggiungibile, indomabile anche quando cerca e accetta il contatto con Olwe, anche quando finalmente gli mostra, inaspettatamente, una possibilità di diventare davvero sua compagna.
Questo è quello che mi ha colpita di più: il fatto che abbiano avuto figli, e quindi siano stati vicini quanto lo sono stati Melian e Thingol, ma ancora Uinen non si consideri veramente compagna di Olwe.
Olwe ha accettato questa volontà della sua Uinen e ci si è adattato, sapendo che dono immenso gli è stato fatto ed essendo contento anche solo di questo.
La sua speranza la teneva nel cuore.
Ma immagino che Uinen la conoscesse bene, e chissà perché ha scelto questo momento per rivelare veramente qual è l’ultimo ostacolo che Olwe dovrebbe superare.
Ha avuto il mare, ma accettarlo davvero, affrontare l’amore e la paura per il mare in maniera totale è tutt’altra cosa.
Ma Uinen è questo, come è giusto che sia, e Olwe lo sa bene.
E ho amato il finale in cui Olwe deve affrontare anche la tempesta prima di riuscire a decidere veramente se è coraggioso abbastanza.
A proposito della tempesta,è un altro passaggio che ho apprezzato tantissimo.
Uinen sapeva oltre quale limite non poteva spingersi, ma si sente che anche lei covava vendetta, e assecondare la richiesta del suo Olwe è rientrato in ciò che lei aveva già deciso ancora prima di mostrarsi, forse già mentre si svolgeva il massacro.
La rabbia di Olwe è stata l’ultima goccia.
L’attimo di preoccupazione che mostra Uinen pensando ai suoi figli mi ha toccata, e mi ha fatto temere cosa sarebbe stata disposta a scatenare se uno di loro fosse morto…
Earwen e fratelli figli di Olwe e Uinen: i tanti accenni che hai lasciato lungo il testo mi hanno fatto sorgere un’infinità di domande sulla storia di questa coppia!
Su quando sia cominciata, sull’arrivo di questi figli che Uinen deve aver voluto e che ama, ma che dichiara suoi solo quando si lascia davvero andare con Olwe.
Fa parte anche questo del suo essere irraggiungibile, e non solo. Fa parte del periodo di gioia che ha condiviso con Olwe, e che ora è passato, e lei, essendo Maia, ne è consapevole ancora più di Olwe.
È così significativo come Olwe sia guidato dalle emozioni, tanto da accusare il mare stesso di averlo abbandonato, mentre un attimo prima lo rasserenava sapere che anche Manwe e Varda piangessero con lui: Olwe è un elfo, è un incarnato, vive il dolore e la paura e la speranza fino in fondo.
Uinen invece è diversa, percepisce e comprende più trame, dettagli e ragioni che Olwe non può vedere.
Eppure gli è legata e non può fare a meno di essere toccata anche lei dal dolore e dalle accuse di lui.
È bellissima questa diversità che li divide e li unisce!!
Davvero, il rapporto tra i due che hai tratteggiato è veramente particolare: Olwe che anche nel ricordare i momenti con Uinen sente ancora lo stupore, la gioia di avere l’amore della signora del mare, di sentire allo stesso tempo la passione e il potere di lei.
Si sente quanto Olwe e Uinen abbiano condiviso, fisicamente e anche spiritualmente, si vede anche solo dal fatto che entrambi comunicano col contatto.
Mi piacerebbe davvero leggere altre tue storie su questa coppia!
Grazie davvero per questa storia, per averla postata e aver portato un po’ più di silma e una nuova coppia!
Grazie, e tantissimi complimenti!
A presto!
Tyelemmaiwe |