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di fra_eater

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/02/18, ore 12:05
Cap. 1:

Terzo Posto
Innocence
di fra_eater










Grammatica e Stile: 14.45/15

Per un testo così piccolo, ci sono un po’ di errori grammaticali.
che suscitarono la tua presenza in questo luogo dimenticato → -0.25 (ha suscitato… perché si riferisce a presenza, che è singolare. Inoltre il tempo portante della storia è il presente, quindi per esprimere qualcosa avvenuto al passato ma non molto lontano è meglio il passato prossimo.)
Ombre nere sorvegliano i corridoi e il gelo che gli accompagna penetra nel tuo scheletro afflitto → -0.2 (le accompagna… il soggetto sono le ombre, femminili quindi.)
Invano hai urlato la tua innocenza, schernito dagli abitanti rei di questo cimitero di vivi “Tutti siamo innocenti”. → -0.1 (qui manca un segno di interpunzione, probabilmente un due punti, poiché presumo che quella sia una frase pronunciata per schernirlo.)

La prima cosa che mi ha colpito è l’uso di ʻquestoʼ, ovvero di una aggettivo dimostrativo che indica vicinanza con il personaggio e la scena, o comunque vicinanza con l’oggetto di cui si parla. Inoltre il narratore che adoperi è in seconda persona. Si è creato quindi un contrasto che non mi è del tutto dispiaciuto, lo devo ammettere: è stato particolare. Di solito il narratore in seconda persona sembra avere un tono critico dei fatti, lontano dai fatti, parla degli eventi in maniera distaccata e da una posizione elevata, quasi a richiamarli alla mente con l’uso di un presente storico. Ma tu lo hai adoperato con questo tono personale, molto “dentro” la vicenda, tanto che la vicenda viene vissuta da vicino, sia protagonista che narratore l’ha affrontano insieme, sul momento. Il tutto sembra svolgersi sotto gli occhi del lettore, il quale viene messo a parte degli eventi attraverso una voce che parla all’orecchio del protagonista, il quale sta vivendo il momento in quel preciso istante. È stato, ripeto, un effetto davvero particolare.
Il lessico, sia pur semplice, si annovera di parole più particolari, molto suggestive, che danno il senso di tenebra e malessere e di colpa che aleggia dappertutto in quel luogo, e che ovviamente entrano in contrasto con il personaggio principale, innocente al contrario di tutti gli altri.
Anche il tono narrativo è suggestivo, carico di tensione. Questo è dovuto all’uso abile di frasi senza articolo, che hanno il fascino di caricare su di sé il pathos e l’importanza del momento, focalizzando l’attenzione del lettore. Sono dirette e ad effetto.
Il lavoro fatto in questa drabble è stilisticamente molto buono, mi ha convinto davvero. Brava!


Titolo: 8/8

Inutile dire che il titolo è perfettamente azzeccato: di per sé non indica il personaggio, dopotutto anche Sirius Black è finito in prigione da innocente. Il titolo di per sé è indicativo di un uomo che non ha colpe, però non dà ulteriori indizi, e quindi va bene.
Inoltre, seppure io non ami i titoli in lingua straniera (vuoi che sono un disastro nelle lingue) mi piace il fatto che tu abbia usato la forma astratta “innocence”, come se non fosse tanto il personaggio innocente a essere protagonista, ma l’innocenza che subisce il sopruso della pena ingiusta. Questo ti ha permesso di analizzare a fondo le sensazioni, l’aria che si respira in quel luogo, e tutto ha fatto da specchio al personaggio di Hagrid.


Caratterizzazione dei personaggi: 20/20

Inutile dire che la prima cosa che caratterizza il personaggio è la stazza, che viene subito chiara da quelle ʻmanette troppo grandiʼ. Fisicamente, quindi, è subito riconoscibile il corpo grande, ma che nel complesso in cui lo hai inserito suscita ilarità, quasi come una bambino troppo cresciuto. Hagrid è un pesce fuori dall’acqua in quel luogo, soffre Azkaban in maniera molto interiore, quasi disperata e aggressiva: non chiude gli occhi, gli si gela il sangue, viene schernito e grida la sua innocenza a più non posso.
L’immagine dei sospiri incessanti degli altri, immagino, come soffi di vita che fuoriescono dalle labbra sono emblematici per caratterizzare la speranza che se ne va, la forza che abbandona i corpi degli uomini. Hagrid non perde sonno perché non vuole diventare come loro, perché ha paura, perché soffre. Sembra assediato dagli incubi, dalle ombre. C’è anche l’aspetto della solitudine: Hagrid non combatte solo contro i dissennatori e il luogo, ma anche contro gli altri abitanti dell’isola, i quali deridono la sua presenza, sembrano quasi contendersi la sua anima innocente, quasi volessero convincerlo di essere come loro, ʻinnocenteʼ come loro, e questo è stato davvero inquietante.
Hai espresso molto bene i suoi sentimenti, la sua condizione, ma anche hai caratterizzato alla grande i suoi tratti di persona innocente e buona, come il gigante che è.


Gradimento personale: 3.75/5

Va meglio dell’altra, soprattutto perché stavolta l’IC e la caratterizzazione del momento sono stati rispettati appieno. Però mi è mancato quel brivido di mistero che mi ci facesse pensare un po’ su. Diciamo che è stata una soluzione lampante, unica e impossibile da sbagliare.
Devo comunque dire che il grado di immedesimazione in Hagrid è stata forte, sei riuscita molto bene a far passare i suoi sentimenti, il freddo che emana dalle urla e che gela sempre più le vene, la luce che sembra perdere di forza, come la speranza che se ne va, come un veleno che toglie la voglia di vivere a poco a poco, sei stata davvero impeccabile in questo passaggio, hai espresso magnificamente le sensazioni provate dal guardiacaccia e custode di Hogwarts.
Se posso suggerirti, osa di più la prossima volta, nascondi di più il personaggio, gioca e sperimenta. Sicuramente puoi farcela. Intanto, ottima caratterizzazione.


Attinenza al bando: 1/2

Devi stare più attenta alla dose di mistero e al modo in cui inserisci gli indizi: le manette troppo grandi sono state un indizio piuttosto esplicito sul personaggio, e il mistero non è stato più molto mistero. Anche perché hai indicato una parte del corpo, e da bando era meglio non usare descrizioni fisiche. Hagrid, poi, per la sua stazza è facilmente riconoscibile.
Per quanto riguarda l’introspezione, non è diretta però hai fatto ben parlare la scena e quindi è facile immedesimarsi nel personaggio, nei suoi modi di fare e nei suoi pensieri, quindi va bene.

Totale: 47.2/50

Recensore Master
09/02/18, ore 11:58

Non ci sono errori grammaticali, né ho suggerimenti da dare. Brava.
L’uso del narratore interno è stata, per questo contest, in molti casi, l’arma vincente devo dire, perché ha espresso in paniera più introspettiva il personaggio misterioso. Devo dire che qui il mistero c’è un po’, e ti dico anche di non aver indovinato il personaggio. Ho pensato a qualcosa di grande, avevo pensato alla stanza delle necessità, ma non capivo come si potesse ricollegare alla risposta che avevi dato per la drabble che ti era stata assegnata. Un albero della foresta non mi sarebbe mai venuto in mente. All’inizio pensavo che fosse qualcosa di troppo generico per poterlo ritenere valido, ma la foresta proibita è una parte essenziale di Hogwarts e del luogo della scuola, tanto che dare voce a un singolo suo albero è altrettanto emblematico della sua antica forza e suggestiva presenza.
Hai gestito bene il narratore, gli indizi stavolta sono stati ben calibrati. Il lessico, tra le tante cose mi ha colpito: mi è piaciuto il fatto che tu abbia usato termini come ʻmembraʼ e ʻbracciaʼ, che fanno pensare prima di tutto a un essere umano. Dare all’albero, e quindi alla foresta, connotati umani l’ho trovata un’idea ben riuscita, atta a mascherare ma anche a dare un’introspezione a tale creatura.
Il ritmo e il tono della drabble sono molto antichi – mi riferisco anche alla scelta nella prima frase di troncare il verbo essere – e conferiscono vecchiaia e un po’ di saggezza al personaggio. Le frasi sono ben calibrate, il tono solenne, savio, pacato, profondo come il fiato che si respira all’interno di una foresta, e la foresta proibita è parecchio vecchia.
Il titolo, ancora una volta in inglese (non fare caso alla mia avversione, è un problema dovuto alla mia ignoranza) è perfetto. Ti posso dire che è il suono che, per prima cosa, mi ha colpito: sa molto cupo, tetro, oscuro, e rispecchia poi il nome stesso del luogo che prendi in esame.
Il suo significato, infine, è emblematico di ciò che è la foresta: un rifugio in molti casi, vediamo le creature che vi abitano, Hagrid che vi nasconde il suo fratello gigante, un rifugio per Fierobecco e molti altri; ma è anche una tomba e un luogo insidioso, basti pensare al signor Crouch trasformato in osso e seppellito, alle creature che vi muoiono ogni giorno, in maniera atroce a volte come l’unicorno. Questa doppia valenza di questo luogo, questo fascino antico ma anche spettrale e minaccioso, rievocano perfettamente l’importanza di questa presenza per gli abitanti del castello.
La caratterizzazione, e gli indizi che hai fornito sono perfetti. Una volta che ho saputo la risposta tutto si è incastrato con una certa eleganza nel punto giusto. Hai fatto bene a marcare fin dall’inizio – dalla seconda frase – l’importanza della famiglia per il protagonista, in modo da chiarire al lettore che non dovesse essere pensato il protagonista come uno solo, alla foresta. Ma il mistero è tenuto bene proprio perché poi continui a puntare sul singolo (le mie membra, le mie braccia), in modo da non fare pensare all’insieme.
I riferimenti a Voldemort, ai tanti orrori che si sono nascosti nella foresta, anche dopo l’ultima battaglia magica nel settimo libro, l’ombra che era Voldemort nel primo libro, personaggi più confusi come Crouch. La penultima frase, invece, ha un tono più lontano, misterioso. Non ne specifichi la funzione, ma è comunque emblematica che spingere il lettore a tutto ciò che non sappiamo ma che la foresta ha comunque visto nei secoli della sua vita, fatti che noi possiamo solo immaginare in parte.
Ottimo l’accenno agli studenti che la guardano da lontano, e che fa capire che il personaggio di cui parli si trovi all’aperto (ed ecco che qui se ne era andata via la mia ipotesi della stanza delle necessità).
L’ultima farse a un che di inquietante, che richiama appieno il nome di questo luogo, fa capire perché è proibita. Mostri questo albero – e, per estensione di associazione, anche la foresta – come una creatura ambigua: solenne, protettiva, ma anche oscura e sadica, curiosa di giocare con la vita dei suoi ospiti. La foresta, infine, è un labirinto di molte cose, alcune che resteranno incomprensibili e inviolate.
Grazie per aver consegnato la terza drabble. Mi è dispiaciuto molto non aver potuto portare a termine questo turno, perché ho notato un miglioramento nei tuoi scritti, che è aumentato di drabble in drabble. Questa è stata originale, mi ha colpito perché mi ha sorpreso, hai trasformato un albero anonimo in un personaggio impensabile, rappresentante di un luogo importante come la Foresta Proibita. Mi hai fregato, brava!