Recensioni per
For The Damaged
di SusyCherry

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
24/08/19, ore 17:31

Ciao. Sono qui per due motivi principali: adoro come e quello che scrivi, quindi non potevo avere ancora una storia delle tue non letta; poi per scoprire cosa potesse mai significare il "genere malinconico". Pazza, dovevi mettere un cartello luminoso con l’avviso “piangerete tutte le lacrime che avete”!! xD
 
A parte gli scherzi, è una storia che va letta quando si è nel mood giusto. La struttura del brano, già nell’impaginazione, è divisa in tre blocchi, e la canzone che è stata scelta un po’ anticipa il senso di quello che si va a leggere. Due persone che hanno subito un grave lutto, che sono danneggiate e che si trovano. Si scoprono simili, nel caso specifico viene esaltato questo aspetto del dolore e della solitudine, ma più in generale sono due anime affini per tantissimi aspetti.
 
Dei genitori di John non sappiamo praticamente nulla dalla serie. Ammetto che per capire di chi si stesse parlando sono dovuta andare leggermente avanti nella lettura, proprio per l’inediticità (si può dire o siamo a livello di "petaloso"? XD ) della scelta di far essere il signor Watson un capitano, medico dell’esercito, che è morto in guerra. Ovviamente questo risulta essere funzionale a quello che si vuole raccontare. La perdita di un padre è un evento straziante, che segna irrimediabilmente il piccolo John. “Le cose brutte accadono anche ai bimbi buoni”; le cose brutte accadono, punto. Sempre, a chiunque, e la morte arriva per tutti. Stavo per scrivere che John è un bambino, ma questo non c’entra, qualsiasi età si abbia è sempre difficile accettare la perdita di un proprio caro. E nonostante lui abbia altre persone accanto, la mamma e la sorella, avvertirà comunque il vuoto lasciato dal padre.
Per quanto riguarda il piccolo Sherlock, lui soffre per la perdita di Barbarossa, il suo cane. Solo perché si tratta di un animale dovrebbe essere meno disperato di John? Niente affatto, bisogna contestualizzare. Come è scritto, il cane è l’unico dal quale il bambino si è sentito amato e capito. I genitori appaiono del tutto assenti e Mycroft rispetta la tristezza del fratello minore ma sembra tenersi a debita distanza da lui.
Entrambi i pezzi hanno delle descrizioni puntuali delle tombe, la lapide dal marmo freddo, le pietre con accanto dei fiori, poi la spiegazione della perdita e dei flash su dei momenti felici passati con quelli che se ne sono andati. Un metodo che mi ha fatta entrare in punta di piedi nella scena per poi empatizzare al massimo con i protagonisti.
 
Nella parte centrale si consuma l’incontro tra Sherlock e John. Inizialmente si guardano da lontano, si studiano e ancora prima di riconoscere la condizione reciproca che li mette alla pari, mi sembra che nel loro non allontanarci ci sia la necessità di essere amati. È John che fa il primo passo, d’altronde è spiegato bene che essere premuroso fa parte della sua indole. Una sera, più fredda delle altre con la neve, è galeotta, e John che è un giovane ragazzino si reca a quello che è oramai un appuntamento fisso. Almeno questa è l’impressione che ho avuto, nonostante non sia specificato quante volte i due si siano incrociati nel cimitero.
 
L’ultima parte prende in considerazione un arco di anni più ampio. Bastano poche parole a delineare il carattere dei personaggi e gli avvenimenti salienti che li vedono coinvolti. Di Sherlock mi ha stupito la frase “hai incrociato inutilmente le tue dita”, se non ho capito male prega. L’Holmes che ho imparato a conoscere sicuramente non crede in nessun Dio, ma da giovane, in un momento di difficoltà estrema trovo che sia ampiamente realistico che una persona, lui compreso, si affidi ad un’entità ultraterrena per essere salvato.
Credo che sia questo il momento nel quale il rapporto con John assume un valore ancora più profondo, parlo dell’amore. Solo che Sherlock lo vive come una necessità: Watson è l’unico che lo possa capire e che gli sta vicino. Mentre John trova una sua strada anche senza l’altro, infatti decide di partire percorrendo le orme del padre, questo però non vuol dire che non tiene a Sherlock. Non so spiegarlo bene a parole, il mio pensiero è che quello del biondo sia un amore più maturo, come se lui sia riuscito ad accettare il proprio dolore e la propria solitudine, ma che abbia scelto consapevolmente di dividere la propria vita con un’altra persona.
Il finale mi ha tenuta un attimo col fiato sospeso, l’uso di qualche parola che instilla un dubbio, fortunatamente infondato. E si consuma una delle scene più belle e profonde di sempre: John e Sherlock che vanno assieme avanti alle tombe del Capitano Watson prima, e di Barbarossa poi. Non solo condividono quel peso comune e si danno forza l’un l’altro, ma c’è anche una sorta di ufficializzazione del loro rapporto. Come se si stessero presentando a vicenda alle loro famiglie. E di certo, mi sento di dover specificare, è ovvio che aver trovato qualcun altro nella propria vita non significa aver trovato un sostituto o un tappabuchi, certe ferite possono smettere di sanguinare ma lasceranno per sempre delle cicatrici. Un finale meno triste, ma non un lieto fine irrealistico da favoletta.
 
Tu che sei la regina del fluff e anche con una certa vena umoristica, come prima storia hai pubblicato proprio questa. Son felice di averla letta, inconsciamente ne avevo bisogno. È vero che è carica di malinconia, ma non tutte le emozioni che sono raccontate sono per forza negative.
Bellissima storia, scritta benissimo. Se non fosse così non mi avrebbe commossa e appassionata tanto.
Alla prossima, magari col capitolo finale de “Il colore dell’acqua” coff coff, o con qualche altro meraviglioso racconto,
K.

Recensore Junior
12/02/19, ore 18:32

Giuro che stavo per venire a prenderti a male parole su facebook, per tutto questo, dopo le prime strofe (perché in fondo anche la tua è una bellissima canzone) ma poi ho deciso di aspettare fino al finale. 
E credo proprio di aver fatto bene, perché un finale più realistico ed umano non potevi trovare: non è stucchevole, non è inverosimile come un "lieto" fine che dietro si porta sempre degli strascichi che non conosceremo mai. 
Due solitudini che si incontrano sono potenti, proprio perché hanno imparato la sofferenza mascherata da aspettativa: come pensare i nostri genitori come eroi immortali, quando siamo piccoli ed inesperti; o come il voler proteggersi dalle emozioni, quando siamo ancora troppo strani e scomodi per gli altri, anche se siamo cresciuti. 
Due solitidini sono potenti perché la solitudine ad un certo punto impara a bastare a sé stessa, ed insegna a noi a fare lo stesso, per cui il legame che si instaurerà con un'altra persona libera ed indipendente come noi sarà il più fragile ma anche il più resistente che potremmo mai instaurare. 
Ovviamente, poi, non ho notato errori o refusi di stesura, ho apprezzato tantissimo la descrittività delle scene che grazie ai dettagli sapientemente distribuiti non ti permettono di capire fino alle ultime battute chi sia il reale protagonista del pezzo. 
Insomma, bravissima come al solito, Susy. Grazie per questa piccola perla! 
 

Recensore Master
14/03/18, ore 09:58

Ora io posso solo chiedere a me stessa, cosa ho fatto nei giorni tra la scrittura di questa storia ed oggi. perchè non l'ho vista prima?
è magnifica. mi ha lasciata con le lacrime agli occhi, letteralmente, non per dire una cosa "carina"
c'è una carica emotiva che alimenterebbe 10 fiction da sola, e questa doppia visione di bambini, poi ragazzi e infine uomini davanti a quelle tombe così care strugge il cuore
ma soprattutto mi piace da impazzire una cosa, una che ancora non ho letto mai
finalmente qualcuno che capisce che anche se Redbeard fosse stato "solo un cane" la perdita non sarebbe stata poco grave. Ho odiato che tutti trovassero accettabile che quella pazza di Eurus lo avesse ucciso, eventualmente. Ma qui non c'è, il che è meglio!
Mycroft che ha rispetto della tomba del cagnetto mi è piaciuto tanto, e Sherlock e John come due uccellini caduti dal nido... che si riconoscono e rispettano nel primo momento, quando resta una distanza, poi si trovano
e infine non possono che amarsi. La fine mi ha fatto prendere un infarto, perchè il tono di tutta la storia è così alto e drammatico che la morte ci poteva stare. Poi serviva anche la mia, di tomba, però.
La seconda persona è un narratore stupendo, anche se difficilissimo, e mostra direttamente il cuore dei personaggi
è di una bellezza rara, e sarebbe la prima? non posso immaginare cosa sarà la ventesima!
non mi aspettavo così tanto, davvero. la amo!
un bacio grande,
Setsuna

Recensore Veterano
23/01/18, ore 11:26

eccomi qui, ho davvero amato questa storia anche se mi distrutto il cuore in tanti piccoli pezzi. è bello come due anime distrutte che credono di dover continuare da sole abbiamo la fortuna di trovarsi, completarsi, curarsi e "aggiustarsi" insieme.

"Ma poi vi siete incontrati e ognuno ha preso un po’ del dolore dell’altro, lo ha unito al suo e avete proseguito insieme scoprendo che quel peso che vi gravava sul cuore era meno opprimente se portato insieme a qualcun altro.

Questo pezzo in particolare mi è davvero piaciuto!
Complimenti davvero, sei molto brava, lo sia e spero vorrai pubblicare anche le altre!!!

Recensore Junior
22/01/18, ore 23:29

La cosa che mi ha colpito di più in questa storia è il fatto che tu abbia deciso di descrivere due punti di vista. In più hai parlato con Sherlock e John , li hai interpellati quasi tirandoli fuori dal loro ruolo di personaggi. Non è per nulla una cosa semplice ma ti ci sei buttata e ti è riuscito bene. In più mi è piaciuto molto il parallelismo tra John e Sherlock, il loro dolore e il loro scoprirsi amici, affini, compagni in questa esperienza. Mi è piaciuto molto il fatto che hai tenuto i toni delicati che un po' ti contraddistinguono. Ho amato molto la neve che li copre, candida, fredda e silente come loro davanti a quelle esperienze che nessun bambino dovrebbe fare. Bella la versione di Sherlock adolescente che tratteggi velocemente, solitario, schernito. Ha a cuore solo John che lo ama e lo fa sentire importante! E la sua rabbia quando John decide di partire infuria facendogli distruggere le cose della sua camera perché teme di aver perso il suo amato. Hai dato tante pennellate di questi due personaggi che mi sono rimaste nel cuore. Ma mi è piaciuto anche il "sugo della storia": il dolore schiaccia, incide un segno nel cuore ma diventa occasione se condiviso e portato insieme. Brava, buon tentativo, mi piace!! Aspetto la prossima storia!!

Recensore Veterano
21/01/18, ore 21:18

Ciao tesoro <3 eccomi qui :) , sono felicissima che tu abbia deciso di pubblicare questa oneshot perchè la trovo semplicemente splendida. L'ho riletta in questo momento e non potevo non fermarmi a recensirla. Non saprei da dove iniziare, non sono molto brava nelle recensioni, rischio di ripetermi in complimenti e nonostante possano fare piacere mi rendo conto che come autrice potresti  gradire qualche dettaglio in più... quindi cercherò di dirti le cose che ho preferito in assoluto. I sentimenti. Quelli su tutti, traspaiono in maniera totalizzante. E' una delle poche fanfiction che ho letto in cui mi siano arrivati con forza in ogni singola scena. E' una cosa difficilissima a mio parere e che tu hai fatto molto molto bene. Dall'inizio alla fine mi sono sentita sulla scena avvertendo chiaramente la sofferenza di John e Sherlock. Il dolore per la perdita di Barbarossa e la paura di John steso nella sabbia sono quelli che mi hanno fatto più male. In senso buono ovviamente. La scena più dolce in assoluto? Quella della neve. ADORO ADORO ADORO!!!
Non smettere si pubblicare tesoro, attendo quella della challenge e pure il seguito!!!! Sii buona ehhhhh!
Ti voglio bene Chia.

Recensore Veterano
21/01/18, ore 19:41

Sono qui a darti prima di tutto il benvenuto su questa piattaforma che, sono sicura, ti adorerà quanto già ti adoro io.
Questa fan fic è scritta molto, ma molto bene, ti ho chiaramente letto già altre volte altrove e questa qui non è calata né di qualità né ha tradito le mie aspettative.
Quando leggo le fan fiction di solito sono molto attenta al mio stato d'animo e di come mi sento, le emozioni che si muovono dentro di me, mentre leggo e con questa qui la frase "appoggia la testa sulla tua spalla senza proferire parola e restate così per ore, a farvi nevicare addosso" ci ha beccato in pieno. Questa frase, come tutta la fan fiction è stata come una carezza. Sicuramente la carezza ha un lato positivo, che è quella di scivolare dolcemente, di essere leggera, di essere tenera e come ho detto prima, non ho trovato nessuna difficoltà nel leggerla, anzi, è stata molto scorrevole nonostante ci siano pochissimi dialoghi (cosa che di solito non amo perché troppa descrizione mi stanca prima e a volte mi fa anche desistere dal concludere la lettura); il lato negativo della carezza è che però non ti entra sotto pelle, non spinge, non esige, non va oltre. So che è comunque una delle tue prime fan fic qui e quindi sicuramente ti sarà servita per rompere il ghiaccio qui su EFP, ma io già non vedo l'ora (per quanto secondo me scrivi bene) di essere molto più che accarezzata! Non vedo l'ora di ricevere qualche schiaffo ben assestato dall'angst e qualche brivido per lo smut, perché no!
Sei veramente brava e questo come inizio è assolutamente perfetto. Non vedo l'ora che cominci a scavare di più in quei due meravigliosi personaggi per rivoltarli e portarli alla luce... sono sicura che farai un ottimo lavoro. Hanno un mondo dentro di loro e non appena acquisterai più confidenza con loro, se questo è il tuo debutto, sono sicura che tirerai fuori qualche gioiello non indifferente.

Attendo le prossime al più presto!

Recensore Master
21/01/18, ore 14:12

Ciao, pensavo di non avere tempo di fermarmi e invece il vento forte ha cambiato i miei programmi. Quindi recensisco subito questa one shot piuttosto particolare.

Comincio col dire che mi è piaciuta per come è scritta, pur non essendo amante dei cosiddetti "pov alternati" che trovo inutilmente complicati, questo nella maggior parte dei casi. Non nel tuo, però. Qui la seconda persona è uno strumento efficace e riesce a far avvicinare molto al personaggio. Solitamente è difficile uscirne per passare all'altro pov, spesso invece è complesso persino il distinguere uno e dall'altro. Qui invece le parti diverse sono evidentissime e la fluidità della lettura non viene neanche intaccata. Più di un dettaglio chiarisce di chi sono quei specifici paragrafi e, come dicevo, la seconda persona permette di vedere pensieri e sentimenti da molto vicino. Questo è un modo di scrivere che mi è particolarmente caro e che con difficoltà trovo, sono felice che tu ti ci sia cimentata. Davvero. Per quanto riguarda la struttura, ammetto che il brano non è del mio genere, ma il testo è invece molto bello. E poi lo trovo adatto al contenuto della storia, e questo lo ritengo molto importante.

Ho trovato una certa cura nei dettagli, è ciò che permette di distinguere John da Sherlock. A me piacciono molto e mi piace trovarne. E a un certo punto crea quasi un fraintendimento, ovviamente voluto, che fa temere per la vita di John.

L'evoluzione è ampia, ma la struttura della storia te lo permette e ora della fine ti ci muovi con abilità. Quello che racconti è un bel frammento della vita di entrambi, legato dalla sofferenza. Sherlock e John sono persone diverse, ma hanno in comune una perdita e forse una vita eccessivamente solitaria. Non ti addentri troppo in quella che è la dinamica del loro rapporto (non è nemmeno la storia adatta per farlo), ma è chiaro quanto finiscano per tenere uno all'altro. Sherlock soprattutto che non ha mai avuto qualcuno di così importante come lui.

Nel mezzo c'è l'ombra della guerra e un finale che in un primo momento fa temere a peggio, ma che si rivela per un qualcosa di felice. In sostanza, una storia ben scritta e che mi è piaciuto leggere.
Koa