Recensioni per
In memoria dei Cinquanta
di FeBookworm

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/02/18, ore 19:07

Sono senza parole. Non lo dico come frase fatta, ma perché lo penso davvero. Quello del tuo Farrier (si, tuo, perché Nolan ci dice pochissimo sui suoi personaggi; anche se quel poco basta per amarli) è un racconto che non si può nemmeno descrivere come straziante, perché non basta. Non rende tutto il dolore che il ricordo gli causa e che permea attraverso lo schermo. Mentre leggevo non mi è sembrato di essere in quella sala: mi è sembrato di essere proprio nella testa di Farrier, di tornare con lui indietro nel tempo e di vivere la sua storia: la storia di tantissime persone che hanno avuto coraggio e che, purtroppo, non sono riuscite a contrastare un nemico spietato e fin troppo organizzato.
Ho trovato molto bella e molto significativa questa frase: Le cicatrici e le ustioni non sono niente rispetto agli incubi della notte.
I racconti in prima persona li trovo sempre un po' rischiosi, perché ci vuole una immedesimazione maggiore, secondo me, ma tu ci sei riuscita alla perfezione: sembra davvero il racconto di un veterano quasi "costretto" a tornare con la mente a quei giorni. Farrier, come molti veterani, non si sente un eroe: per lui gli eroi sono i suoi compagni di prigionia, quei cinquanta che hanno messo su un piano di fuga che avrebbe dovuto condurre tutti alla libertà, ma che invece li ha condotti alla fine. Nelle parole di Farrier si vede il dolore per non essere riuscito a salvarli o, quantomeno, ad aiutarli (una sorta di rimorso del sopravvissuto); l'affetto nei confronti dell'amico di sempre, Collins (e anche leggendo di lui mi è sembrato in qualche modo fedele al personaggio: Collins è più giovane e, seppure abbia vissuto anche lui il trauma della guerra, non ha visto il lager); il fatto di aver preso la parola solo per loro, per i cinquanta che non ce l'hanno fatta.
Ho amato il fatto che Collins si sforzi di essere lì, a quella cerimonia, per David Dawson: un ragazzo che lui non ha mai conosciuto, ma per cui in qualche modo vuole fare qualcosa. C'è anche un parallelo molto bello con la scelta di Farrier di raccontare la propria storia, alla fine.
Ti posso dire che ho fatto una fatica immane a non piangere T.T . A me riesce sempre difficile scrivere di temi così delicati, e trovo che tu invece ci sia riuscita benissimo. Quello che leggo sembrano davvero i pensieri e le parole di qualcuno che ha vissuto tutto quello e vuole fare in modo che le generazioni future sappiano cosa è successo da chi c'era. Che sappiano di quelli che Farrier considera i veri eroi e che non sono li per raccontarlo, purtroppo.
Spero davvero che l'ispirazione torni ancora (e presto) per altre storie su Dunkirk e sui nostri piloti preferiti! Alla prossima! :)