Recensioni per
Specchio riflesso
di JulyChan

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
17/06/19, ore 12:04

Ciao!
Finalmente riesco a passare a lasciarti l'ultima recensione premio per il contest "Nella mia libreria".
Devo dire che questa storia è abbastanza lontana da ciò che sono solita leggere qui, ma sono molto contenta di essermi buttata in sentieri per me un po' inesplorati.
In generale, non leggo moltissimo ambientato dopo l'epilogo, e quando lo faccio, mi ritrovo di solito a leggere cose sulla nuova generazione, nonostante il futuro di Draco mi abbia sempre incuriosita molto.
Io credo che tu qui abbia fatto un lavoro davvero interessante: di certo non è una storia facile, affronta tematiche molto complesse e lo fa senza pietà, senza cercare un riscatto per i protagonisti, senza cercare salvezza.
È una storia torbida e malata, la storia di dolori incurabili che si incancreniscono e trascinano in un abisso di distorsione i personaggi, ma ho apprezzato molto il modo "discreto" con cui hai affondato le mani nel torbido: certo non lo nascondi né ti risparmi, ma ho trovato tutto sommato delicato il tuo "far vedere" senza mai mostrare in maniera troppo esplicita. Il lettore comprende, non c'è spazio per alcun equivoco, ma mi piace che tu abbia comunque lasciato un velo di "non detto" all'interpretazione del lettore. Oltre a evitare di scadere in una narrazione fin troppo malata, trovo che questo sia anche maggior risalto al pathos, a questa lenta spirale discendente che finisce per intrappolare tutti.
I personaggi, pur nella loro visione distorta e piena di dolore, mi sono sembrati caratterizzati molto bene: mi piace il tuo Draco distrutto e svuotato, un Draco che forse, con Astoria, poteva anche aver ritrovato la luce, ma che dopo la sua morte si abbandona completamente al modo peggiore per affrontare un lutto.
Ho trovato anche molto bella e sottile la metafora del cambiamento di Daphne attraverso colori e stagioni: è estremamente efficace, e forse non sarebbe nemmeno stato necessario spiegarla nelle note.
Il tuo stile, come sempre, mi colpisce molto: mi piace la cura con cui cesello ogni frase, la precisione della struttura del testo (per me, condensare in una flash archi temporali e narrativi abbastanza lunghi è ancora una specie di magia fuori dalla mia portata XD) e apprezzo molto quell'atmosfera cupa e decadente, perché mi pare sia molto contestualizzata, e non usata solo come vezzo stilistico, ecco.
Davvero, spero di aver modo di continuare a leggerti anche al di fuori del contest.
A presto!

Recensore Veterano
14/12/18, ore 19:27

Seconda recensione premio "Introspezione e canzoni" di Ile_W:

Rieccomi! Come le altre fanfic che ho letto, anche questa mi ha colpito particolarmente. Ho notato che hai la capacità di rendere tantissimo quello che scrivi, oltre che i personaggi. Mi spiego meglio: riesci a dare mille sfaccettature a personaggi che magari generalmente si conoscono poco (vedi Daphne e Astoria) e creare una perla del genere attraverso scene che ti entrano per forza di cose. 
Amo il tuo stile, nel senso che scrivi poche righe e spieghi tutto, trasmetti ogni descrizione e ogni sentimento. Così come le situazioni, l'angoscia dei personaggi e il loro mutare, ma non basta perché vai oltre e arrivi a definire ogni lato della mente: dal più semplice al più complesso, dal più innocente al più oscuro.
E anche qui ho percepito la progressiva trasformazione dei due personaggi, il lavoro psicologico che hanno fatto. Il tema mi tocca poi da vicino, poiché sono ancora abbastanza in un periodo del genere, quindi queste sensazioni sono ancora più palpabili. 
Ho compreso l'annientarsi di Daphne, il suo annullare la propria vita per renderla così uguale a quella della sorella. Draco è lui; dopo anni, è vero, ma lo vedo esattamente così.
Mi piace molto anche il tuo passare dalla terza alla seconda persona in un certo frangente, molto bello! Le tue fanfic credo siano uniche e particolari, sempre piacevoli da leggere.
In futuro sicuramente leggerò altro di tuo!
A presto e scusami ancora il ritardo,

Ile

 

Recensore Master
28/04/18, ore 18:06

Prima Recensione Premio per il contest "È nella mia natura..."

Ciao!
Finalmente inizio con le recensioni premio per questo contest, e parto subito da te e da questa flash, perché ho praticamente letto tutte le tue storie su "Draco e Daphne" e non potevo perdermi questa.
Il titolo, di per sè, è molto "asettico", una volta letta la storia non mi trasmette quello sconvolgimento che la trama mi lascia dietro. Si adatta, certo, e leggendo le note ne colgo anche il senso, però sembra un po' messo in disparte, non catturare appieno la mia attenzione. Non so spiegarmi meglio... se posso permettermi: "sunday morning" era un titolo semplice, richiamava il quotidiano, e la sua trama sembra uno spaccato quotidiano, un giorno qualunque dove qualcosa "di insolito" nasce e si spegne; ed è perfetto quindi per il tipo di trama. Questo titolo, invece, gioca molto sul contrasto, sul traslare il significato di questo "gioco" per bambini (io non lo conoscevoXD) sulla trama, ma non riesce, come in quel caso, a coprire appieno sotto la sua "ala" la potenza della storia. Ha un tono diverso, ecco.
Detto questo, come ho già preannunciato, ho capito il senso che gli hai dato: Daphne è lo specchio in cui Draco riflette l'amore per la sua Astoria, ed anche colei che poi va in un certo senso a imitare la sorella (il vestito, i capelli, la donna di Draco). Sembra quasi che Daphne diventi una specie di "specchio delle brame". Inizia tutto in modo molto leggero, quasi consolatorio per Daphne, eppure Draco sembra alla ricerca di un proprio bisogno, un bisogno che diventa un gioco malato e poi una realtà in cui entrambi i personaggi cadono e si perdono.

Non ci sono errori grammaticali o di punteggiatura, che io abbia visto. La cura per il testo è sempre una certezza quando mi accingo a leggerti, ed è questo che rende l'avventura un piacere già prima ancora di cominciare.
Lo stile devo dire che è molto bello, mi ha conquistato soprattutto per questa tua capacità di insinuare il significato più "macabro" un po' alla volta, è una certezza che si fa largo nel lettore quasi serpeggiando. Eppure ha qualcosa che non mi convince, soprattutto all'inizio. Non ci sono errori, è solo che mi sembra meno elegante nelle prime due strofe, di una qualità diversa rispetto al resto. E' più una sensazione che un vero problema "fisico", forse perché dalla terza strofa in poi il mio coinvolgimento è stato massimo. Forse si tratta di incisività, e forse la tua scelta di intensificare solo dopo la seconda strofa è vincente per non far risultare il tutto troppo carico, però era una sensazione che volevo condividere, perché è giusto che l'autore abbia a sua disposizione tutte le impressioni di un lettore, in modo che possa avere un riscontro a trecentosessanta gradi, il più dettagliato possibile (sai quanto mi piace impicciarmiXD). Ingrani la marcia dalla terza strofa in poi.
Un effetto che mi è molto piaciuto è stato l'inserimento lungo il periodo narrativo di frasi in corsivo, dove la narrazione dalla terza passava alla seconda, come se narratore e pensieri di Draco (correggimi se sbaglio) si sovrapponessero. Un effetto riuscito alla grande e dal tocco molto elegante. Complimenti!
La mia frase preferita è questa: "Daphne è immersa nella foschia come il giorno che sta sorgendo." Sembra che Daphne sia ancora una creatura nel divenire, che abbia tutta una vita davanti e che possa ancora splendere. Splende la sua bellezza, splende la vita in lei di energie.
E mi piace come questa si contrappone a quest'altra, altrettanto bella e significativa: "Draco arriva quando il sole scende, quando le ombre mangiano la casa e disegnano maschere sul viso di Daphne." Le maschere sul viso di Daphne sono le illusioni a cui Draco si aggrappa, e anche l'immagine di lui che arriva quando il giorno muore sembra quasi un preludio a quello che succederà dopo, si percepiscono già le sue intenzioni, i suoi desideri di "ladro di vite". Bella anche l'immagine delle ombre che mangiano la casa, come Draco mangia a poco a poco l'individualità di Daphne.
E credo di poter chiudere questo tris con: "A volte Daphne spegne la luce, perché sa che lui al buio l’ama di più." C'è questo climax discendente dall'albore del giorno fino al buio più pesto, in cui è la stessa Daphne a lasciarsi cambiare, usare, a spegnere la luce per Draco.
Questo è il pezzo forte della flash, davvero brava.
Bello anche il parallelo della vestaglia, e ho apprezzato tantissimo anche il modo come Draco si insinua pian piano nella sua vita: portando una foto, un oggetto dopo l'altro, fino a far diventare Daphne un oggetto nelle sue mani, annullandola del tutto.
L'unico dubbio: l'ultimissima, seguendo il ragionamento di prima dovrebbe essere di Draco, ma a me sembra di Daphne. Può andar bene in entrambi i casi, ovviamente, ma è giusto per capire fino in fondo.

Passando alla caratterizzazione.
Questa Daphne sconvolta e a pezzi mi ha sorpreso, lo ammetto. Sembra meno combattiva e meno "folle" o "in lotta con se stessa" rispetto alle versioni che hai creato finora. Il suo personaggio è afflitto dal dolore, e non ho capito se lo sfondo sia sempre quello di un suo amore per Draco già presente prima del fatto o se questo sentimento si rivela nascere solo dalla morte della sorella. Per come mi hai abituato, tendo a credere che ci fosse già un certo feeling tra di loro, ma che non fosse comunque ai livelli a cui lo hai portato nelle altre storie, poiché Draco in lei cerca la sorella e non il viso della donna che potrebbe aver amato alle spalle di Astoria. Quindi, rimango un po' in bilico su questo punto.
Il personaggio di Draco è ben oltre quello presentato dalla Rowling: sono passati anni dai libri, quindi un vissuto parecchio lungo che potrebbe benissimo spiegare la sua reazione molto morbosa e malata. Mi inquietano sempre un po' le tue storie, ma le rendi così bene che poi non posso che farmi affascinare.
Comunque il personaggio e le sue azioni si presentano già inversione molto adulta: c'è un senso di protezione e di cura che un Draco adolescente non riuscirebbe mai a manifestare in questo modo; c'è l'atteggiamento di un uomo che desidera il contatto che studia con occhi vissuti Daphne. A questo proposito, ricordo il pezzo in cui lui copre di lei un pezzo alla volta, quasi che per magia gli cambiasse; e questo si ricollega anche al fatto che Daphne alla fine ha i capelli di un colore scuro e non più quello del grano.
Ci sono però anche alcuni aspetti del Draco originale, quelli che il personaggio si porta dietro e che si evolvono con lui nell'età adulta: la sua debolezza, prima fra tutte. E' un tratto su cui quasi tutti i lettori sono d'accordo: Draco cambia alla fine, ma non prende mai posizione, non ha la forza di accettare il cambiamento e di portarlo alla luce. Draco è un personaggio vigliacco (e credo che per questo si contrapponga molto a Severus) su cui il pensiero degli altri ha molto peso, purtroppo. Inoltre Draco è un personaggio che si dissocia molto: lo fa durante il sesto anno, in un certo senso, durante tutti i suoi tentativi maldestri di uccidere Silente (e credo che il preside abbia visto lontano quando gli ha detto che una parte di lui non vuole ucciderlo davvero); lo fa anche a casa sua, quando si rifiuta di riconoscere Harry. In un certo, anche qui si dissocia, ma in una maniera totalmente differente, molto più incontrollata e macabra, a livelli fatali.

Credo di aver detto tutto. Ti rinnovo i miei più sinceri complimenti.
A presto!

Recensore Master
21/04/18, ore 18:43

Nona Classificata (*note in fondo alla valutazione)
Specchio riflesso di JulyChan




◊ Grammatica e stile: 10/10

Inutile che ti dica che non ho alcun appunto da fare sul lato grammaticale, ho già avuto modo di valutare una tua storia e riconfermo quello che avevo scritto allora: non si vede un errore neanche a pagarlo e hai un modo di scrivere superbo.
E ti dirò, in questa fic è ancora più apprezzabile perché molto fine e poetico, curato come una piccola opera d’arte fin nei minimi dettagli: ripenso solo alle parti duplicate tra una frase e l’altra, che cambiano di significato a seconda da chi vengono dette e come inserite;
un dialogo intimo dove la seconda parte può rispondere solo alla prima, per sollevarla e confortarla, per mostrarle un’altra strada.
Sì, il tuo modo di scrivere non mi stancherà mai, sei veramente molto, molto brava.



◊ IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

Non nego che era questo il parametro che più temevo, e questo non a causa tua.
Allora, io mi sono staccata da molto tempo dal fandom, e ci sono ritornata solo per leggere The Cursed Child, per curiosità più che fedeltà; temevo dunque di non sapermi muovere bene, di non ricordarmi la forza dei vari personaggi: tuttavia mi sono felicemente ritrovata, sì, è stato davvero come tornare a casa e riscoprire i volti che da bambina tanto adoravo.
Così, ho saputo vedere Draco in un modo nuovo, e allo stesso tempo famigliare: spazzata via la maschera di arroganza che per tanti anno lo ha segnato, mutato dalle vicende della Guerra e dalla perdita di Astoria già presentata in The Cursed Child, questo Draco è quello che ho imparato ad apprezzare, quello che lascia andare le falsità e inizia a rivelarsi.
C’è tutto il dolore per la perdita della moglie, il ricordo della quale non vuole abbandonarlo; è c’è quella parte più meditativa e triste, silenziosa e intima.
Questa dialogo in modo molto particolare con la protagonista femminile della fic, Daphne, la sorella di Astoria: completamente devastata, annientata, annichilita dalla morte della donna, tanto che sebbene la maledizione famigliare abbia colpito solo quest’ultima, viene detto nel testo che anche Daphne è morta lo stesso giorno.
Ed è qui che iniziano i guai, già. Nelle noti hai messo tematiche delicate perché c’è un problema, e bello grosso: a un certo punto, Daphne diventa succube dell’amore di Draco e delle sue attenzioni, tanto da implorare di essere amata almeno in parte, di ricevere una porzione di quello che aveva Astoria; e dall’altra abbiamo Draco che sembra sostituirla alla moglie, trattandola come lei e quasi vedendola come lei – dal vestito smeraldo ai capelli che diventano bruni, quelli di Astoria.
Comunque venga intesa, la situazione è decisamente ambigua, malata e sfuggita di mano: ma nessuno può porvi rimedio, anche se questo affetto è un tampone al dolore sembra che a entrambi possa bastare.
Il brutto è che potrebbe essere anche così: è una reazione comprensibile, dettata da un dolore troppo grande per estinguersi – e che sia molto forte lo si dice anche nell’opera originale –, che può essere fermato solo riempiendolo.
Pensiero devastante, triste, ma verosimile; e questo fa tanto male.



◊ Utilizzo pacchetto: 2,5/5

Colore e significato (+2 e 0,5 di merito per originalità): Il verde è presente nella veste smeraldina che da Astoria passa a Daphne; vediamo che ha importanza nella definizione del personaggio – letteralmente –, quindi punto assicurato. Tuttavia… tuttavia è il significato che mi ha lasciato sorpresa.
La rinascita è stata qui intesa come diventare qualcosa d’altro da sé, prendere le fattezze della propria sorella e diventare lei, ricominciando a vivere attraverso lei: e sarebbe un bellissimo messaggio in un altro contesto, che farebbe pensare all’inizio di una nuova vita di pace… invece, con tutto quello che abbiamo detto primo, ha la sua nota ambigua e triste.
Ti ho dato un mezzo punto in più per l’originalità dell’utilizzo perché direi che è assolutamente meritato.



◊ Gradimento personale: 10/10

Anche se mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, mi è piaciuta, sì; sara stata la delicatezza delle scene, dei pensieri dei personaggi, la luce tenue e molto malinconica con cui hai dipanato la trama, ma l’ho sentita veramente forte.
Anche l’indagine dei personaggi è ben curata, mostrata a ogni tappa di questa evoluzione che ha il sapore della decadenza, di un arrestarsi progressivo negli ingranaggi di un ricordo, che ha tutto quell’angst che io tanto adoro.



◊ Eventuali punti bonus (3 per situazione BONUS + 2 per uso personaggi contrassegnati): non presenti.



PUNTEGGIO FINALE: 32,5/40
(Recensione modificata il 21/04/2018 - 06:45 pm)

Recensore Master
16/03/18, ore 23:32

Ciao July, ti lascio la valutazione! 4.5/5 Rispetto alle tue Draco/Daphne questa versione della coppia risulta completamente nuova, ma ormai ho letto tante storie in cui si verifica la situazione che descrivi, con l'amante che si sostituisce in toto all'ex morta, per questo il colpo di scena del finale non mi ha colpita completamente (io stessa ho usato questo espediente con la Merope/Tom/Cecilia, quindi si tratta di un punto a sfavore filtrato dalla mia esperienza sia come lettrice che scrittrice). C'è però da dire che l'amante, cioè Daphne, prende il posto della sorella - cosa che rende il tutto più malato, inoltre hai creato una caratterizzazione ineccepibile che compensa il mio punto a sfavore. Draco appare come un faro nella notte al fianco di Daphne, usa la magia al posto suo per proteggerla, perché sa che Daphne l'ha persa, Draco sembra il compagno perfetto. Ma in realtà fa tutto questo con un fine insano, nel disperato tentativo di dare vita a un'illusione: da protettore Draco diventa l'assassino di Daphne perché la spinge ad annullare se stessa, un contrasto davvero agghiacciante. Lo stile delicato che hai usato, poi, è meraviglioso per rappresentare questa realta! "Daphne si trascina ogni mattina nella stessa vestaglia, e ne sta assumendo le fattezze: preziosa e regale quanto lisa e impolverata": questa è una delle frasi che preferisco e che reputo tra le più significative, qui sottolinei in modo netto la duplice valenza che ha una semplice vestaglia; per prendere il posto di Astoria Daphne s'annulla, diventa come un oggetto, ed è proprio tramite questa vestaglia che lo fa, è tramite questa vestaglia che lentamente si spegne e diventa a sua volta "lisa e impolverata" e declina verso il suo autunno personale. Mi è piaciuta veramente tanto. Nonostante avrei preferito vedere una Daphne più forte non ho potuto fare a meno d'innamorarmi della sua fragilità, fragilità a tratti ingenua. La sua arrendevolezza è plausibile, considerando il lutto, e si sposa bene con l'atmosfera generale della flash, è forse la caratteristica più giusta che potessi attribuirle, a tratti mi pare persino un'arrendevolezza cieca, che per assurdo rende ancora più triste tutto quanto! Vederla spegnersi lentamente attraverso questo stile così limpido è meravigliosamente spietato e spietatamente meraviglioso. La cosa più inquietante e originale è il rapporto che lega Daphne alla sorella, perché nonostante il gran bene che Daphne le voleva e la sofferenza che la sua perdita le ha causato non riesce a fare a meno di tradirla in un modo che va al di là persino della morte. Eppure al tempo stesso in questa Daphne ho visto anche il desiderio di riportare Astoria in vita, proprio come in Draco, se non più in lei che in lui! Daphne rinuncia a se stessa anche per farla rivivere, amando Draco e prendendo il posto di Astoria non appare soltanto come una ragazza che s'arrende all'unica alternativa possibile per averlo, ma come una ragazza che compie una scelta... voluta! Sono stata contorta, lo so, ma tutto questo serve per dirti che nella tua Daphne ho visto tantissime sfumature in un testo estremamente corto, sfumature che fanno l'una a pugni con l'altra e che mi sono piaciute da morire. Non so se questo fosse il tuo intento, ma stai certa che ho amato questa compresenza d'arrendevolezza e volontà, l'ho trovata veramente geniale - malata - ma geniale (e io sguazzo in questo tipo di problematiche). Non è nemmeno facile usare più volte una coppia senza scadere nel ripetitivo, perciò ti faccio tanti complimenti per essere riuscita a presentarla in chiave differente.

Recensore Master
13/03/18, ore 15:59

Terza classificata al contest Citazioni in cerca d'autore!

Grammatica: 9.9/10
Perfetta, solo una svista:
“equel”: -0.10; un refuso di (credo) formattazione.

Stile e lessico: 8.5/10
Anche in questa occasione ho ritrovato uno stile che sembra evocare la narrazione favolistica, seppure il contenuto della storia sia ben lontano da questo genere letterario. È un contrasto sempre piacevole da ritrovare, perché alla sommaria linearità della struttura stilistica si contrappone una trama intricata, un groviglio di emozioni ed eventi. Nessun periodo è privo della presenza fisica dei protagonisti, espressa attraverso la ripetizione del nome proprio (Daphne e Draco) sottoforma di soggetto grammaticale della frase – nella tua storia, il soggetto del periodo e il protagonista della narrazione coincidono sempre, e questo in un certo senso personalizza il testo, che esiste solo in funzione dei protagonisti anche dal punto di vista formale.
Particolarmente caratterizzante è il ritmo della storia, che è davvero molto lento. Si procede un passo alla volta, con la stessa lentezza che accompagna le giornate di Daphne cristallizzate nel dolore e quelle di Draco rallentate dalla graduale dissociazione dalla realtà. A creare questo ritmo è sia la suddivisione del testo in paragrafi – ognuno dei quali rappresenta un tempo diverso – che la sintassi adoperata: queste frasi grammaticalmente lineari eppure piene di circostanziali, di informazioni che riempiono la narrazione e fanno sì che il lettore incespichi nella lettura. È una tecnica piuttosto ben sfruttata, perché questo tipo di complessità rallenta la lettura e dunque il ritmo, e caratterizza a sua volta sia il racconto in sé che i personaggi che lo abitano.
In un simile contesto, ci sono state alcune espressioni che non mi hanno convinta, perché a mio avviso costruite in maniera non proprio efficace. Te le riporto:

• “La morte di Astoria ha turbato tutti, ma lei di più; ha fatto ammalare sua madre, ha sconvolto Draco, ma lei di più”: l’espressione in grassetto ho immaginato fosse quasi un modo per descrivere Daphne stessa, che è “di più”, intesa come più fragile, più empatica, più emotiva. Tuttavia, il fatto che l’espressione fugga alle regole della grammatica (suppongo per scelta, per questo ti riporto qui la situazione) fa sì che risulti poco scorrevole alla lettura, si ha infatti la sensazione che manchi qualche elemento – e in effetti manca. Nella prima occorrenza, la frase sarebbe dovuta essere o “ma a lei l’ha turbata di più [la morte di Astoria]” oppure “ma ha turbato lei di più” – “ma lei di più” risulta quindi tronca. Stessa cosa per la seconda occorrenza, la frase dovrebbe essere: “ma a lei l’ha fatta ammalare di più”. Non so se sia stata una scelta dettata anche da esigenze di spazio, ma è poco efficace proprio perché si ha l’impressione che manchino delle parole.

• “Daphne si trascina ogni mattina nella stessa vestaglia, e ne sta assumendo le fattezze: preziosa e regale quanto lisa e impolverata, Draco la trova così il giorno in cui decide di bussare alla sua porta”: in questo caso, la frase in grassetto non dovrebbe essere seguita da una virgola, bensì da un segno di punteggiatura più forte. Questo perché la frase che la precede è introdotta dai due punti, quindi è una specificazione dell’assunto precedente. La punteggiatura di questo periodo, sebbene non scorretta dal punto di vista grammaticale, è poco efficace dal punto di vista sintattico-stilistico – non c’è coerenza tra la disposizione sintattica delle frasi e il loro significato.

• “Ogni volta Draco le fissa gli occhi e le fissa la pelle prima di andarsene, e dopo sette giorni torna per rimanere”: qui c’è uno sbalzo temporale introdotto in modo poco efficace. L’espressione è introdotta da una temporale vaga (“ogni volta”) e si conclude con un riferimento temporale preciso (“dopo sette giorni”). I due riferimenti non sono bene amalgamati, e anche qui la virgola e la congiunzione “e” non sono l’elemento di coesione migliore. Il riferimento temporale preciso sarebbe dovuto essere introdotto in maniera migliore, in un periodo tutto per lui – la scena cambia, e cambia anche il rapporto tra i due protagonisti. Per tale ragione, ho trovato questa espressione meno efficace rispetto alle altre, malgrado descriva un momento fondamentale della trama.

Questi sono gli elementi che mi hanno convinta meno e sono il motivo per cui il punteggio non è superiore a 8.5/10. Per il resto, come già detto, trovo che la struttura stilistica del testo sia molto buona. Menzione a parte per il discorso diretto, che non abbonda ma è davvero efficace – le battute dei personaggi sono concise, dirette, inequivocabili, appartengono innegabilmente a personaggi scossi da un grande dolore, quindi poco loquaci e chiusi in se stessi. Davvero un ottimo lavoro!

Passando al lessico, l’ho trovato giusto per il tuo tipo di racconto e ho apprezzato e condiviso la scelta di non arricchire il testo con un registro linguistico troppo ricercato o troppo carico di sfumature. Le tue parole non sono banali né scontate, ma sono secche, non celano nessun significato nascosto, sono spoglie come i tuoi personaggi, ormai spogli di speranze e di futuro. In tal senso, dunque, non ho nessun appunto da fare a riguardo, anche perché una ricercatezza lessicale associata alla lentezza del ritmo avrebbe rischiato di rendere davvero ostica e poco piacevole la lettura della storia, perché il testo sarebbe risultato eccessivamente complicato e ancora più lento. Dunque, brava!

Come già anticipato, valutando pregi e difetti (che sono quelle espressioni fatte notare), ho reputato che 8.5/10 fosse il punteggio più giusto in questo parametro.

Titolo: 2.5/5
Anche senza le note, avevo intuito il rimando al gioco per bambini, che come dici anche tu è in effetti abbastanza conosciuto. Ti dirò che associare il titolo a un contesto ludico non è stato un punto a suo vantaggio, considerando l’atmosfera sofferente che avvolge l’intera storia; tuttavia, se il punteggio non è superiore a 2.5/5, il motivo non è questo, passo dunque a spiegarti cosa non mi ha convinta del tutto. Nel testo non c’è mai un riferimento allo specchio, abbiamo invece degli “specchi” e il significato varia notevolmente, perché gli specchi del testo sono specchi reali, sono quelli che ritraggono Daphne per ciò che è: Daphne e non Astoria. Diversamente, lo “specchio riflesso” del titolo allude alla dissociazione della realtà di Draco e all’annullamento totale di Daphne, che per dolore e amore (malsano) lascia che lui la usi come un surrogato della moglie defunta. Tutto questo mondo, però, non è purtroppo espresso dal titolo; il titolo ci prova, la tua idea di chiamare in causa il gioco per bambini è carina e a suo modo originale (ed è il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 2.5/5), ma non è vincente, perché di fatto hai un titolo che dubito possa attrarre lettori, perché non riesce a comunicare né l’atmosfera del racconto né i risvolti drammatici dello stesso. Mi dispiace, ma credo che questo titolo non renda giustizia alla storia.

Utilizzo del prompt: 7/10
La citazione scelta è “C’erano giorni in cui a malapena s’alzava, erano quelli in cui la mancanza pulsava prepotente”, che tu hai inserito fisicamente nel testo utilizzandola al tempo presente. L’impressione che ho avuto è che il prompt sia stato presente nella prima metà della storia, mentre sia sparito nella seconda. Non posso dire che sia un concetto assente, ma non posso neanche affermare che sia il concetto attorno cui si articola la trama. Sicuramente la mancanza che intorpidisce sia l’anima che il corpo è presente nel racconto, e naturalmente riguarda la tua straziata Daphne; nella prima parte della storia questa mancanza è assordante, molto ben rappresentata, al punto che riesci a inserire senza alcuna forzatura la mia frase nel testo. Ciò nonostante, nella seconda parte della storia si fa strada un altro elemento, così totalizzante da spazzare via il prompt e il suo significato, che è l’instabilità psichica ed emotiva dei tuoi protagonisti – una tematica così importante e così opprimente da scacciare via tutte le altre. In tal senso, dunque, ho trovato che la citazione scelta smettesse di fare da prompt nella seconda parte del racconto, e che nel complesso risultasse anche un concetto meno forte e invasivo di questa instabilità psichica e dell’amore malsano che ne deriva – tuttavia, ho considerato anche, a favore del buono inserimento del prompt, che i risvolti nefasti per i personaggi hanno il loro presagio e la loro possibilità di esistere in quella mancanza pulsante che inebetisce Daphne (e anche Draco). Per questi motivi, facendo una media dei pro e contro, ho scelto di assegnarti 7/10 in questo parametro, che resta un punteggio comunque alto.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
In questo parametro sei stata veramente bravissima, non solo per le caratterizzazioni ottime, ma anche per essere riuscita a trattare dei personaggi con disturbi psichici e depressione in una storia tanto breve. Ma andiamo con ordine!
Inizio da Astoria, questo non-personaggio attorno cui si sviluppa tutto. La sua assenza è la presenza più ingombrante della narrazione. Ovviamente non ha una caratterizzazione, non può e non deve averla, è più che altro un’ombra sui protagonisti, ma un’ombra dai contorni ben definiti e ben impiantati nel groviglio del racconto. Questo non-personaggio è il pilastro della trama, il lettore lo intuisce sin dalle prime righe, e a fine lettura si ha la sensazione di aver voglia e bisogno di sapere altro di lei, di lei che ha stravolto tutti gli equilibri, soprattutto quelli psichici. Bellissima figura e ottimo inserimento.
Passo quindi a Draco, il tuo Draco in apparenza così diverso dalla controparte originale. In realtà, questo Draco ha molto del Draco dei libri: è principalmente un codardo e un debole, un uomo incapace di accettare la morte della donna amata e in grado solo di rifugiarsi egoisticamente tra le braccia di un’altra donna. Reso così folle dalla sua debolezza da finire per esserne psicologicamente vittima. E allora ecco un Draco inedito, un Draco che sembra dissociarsi dalla realtà, rifiutarla e poi alterarla, sino a smettere di essere in grado di scindere ciò che è vero da ciò che è falso. Tutto diventa finzione nella sua vita: l’amore, la felicità, la serenità – tutte menzogne che nascondono ai suoi sensi offuscati la perdita di Astoria. Trovo che tu sia riuscita a trattare bene, e con delicatezza, questo disturbo di cui diviene vittima; il rischio era quello di banalizzare una situazione tanto delicata, ma ciò non è accaduto e di conseguenza la caratterizzazione è stata davvero perfetta.
Infine, arrivo a Daphne, quella che a mio avviso è la reale protagonista della storia. Il personaggio più a pezzi, più vittima, più fragile. Non abbiamo una sua caratterizzazione dai libri, è solo un nome (che prima di approdare nel mondo delle fanfiction neanche ricordavo esistesse), quindi per lei non posso parlare di IC. Valuto la tua caratterizzazione, la maniera in cui l’hai voluta e il modo in cui l’hai presentata al lettore. Trovo che abbia saputo renderla molto reale, è un personaggio ricco di sfaccettature ed è anche un personaggio perduto sin dalle prime righe. Si intuisce immediatamente che Daphne non sia destinata alla felicità, che in lei vi sia sempre stato qualcosa di incrinato, che si è poi spezzato del tutto con la morte della sorella. Al subentro di Draco capiamo che il qualcosa di incrinato era un amore non corrisposto e che la rottura è data non solo dal dolore per la perdita della sorella, ma anche dalla speranza di poter ritrovare la felicità con Draco, che era l’uomo di Astoria. Questo fardello che lei porta su di sé la rende dapprima schiava della depressione e poi schiava di un amore malsano, ossessivo, che la convince ad accettare l’inaccettabile: fingere di essere Astoria pur di avere Draco. Tutta la fragilità di Daphne esplode nel finale, quando il lettore comprende che lei è paradossalmente lucida nella sua follia, perché annulla se stessa in favore di un surrogato della sorella con una folle consapevolezza. È un personaggio triste, che fa del male a se stessa credendo di poter essere felice solo in questo modo. È una caratterizzazione tridimensionale e convincente, non ho proprio nessun appunto da farti. 10/10!

Totale: 37.9/45

Recensore Master
12/03/18, ore 01:30

Ciao cara!
Ti lascio anche qui il mio commento alla storia!
3.5/5 
In linea di massima, devo dire che la storia è proprio carina. 
Lo stile con cui è scritta è davvero delicato, riesci ad affrontare temi pesanti come l'ossessione o il non riuscire a superare un lutto con grande tatto, senza scendere troppo nei dettagli più macabri – anche se io avrei trovato interessante leggere meno della trasformazione e più del “dopo”. 
Ho trovato davvero belle le immagini che hanno accompagnato la storia e i personaggi: i rimandi alle stagioni sono tra i miei preferiti e ho trovato delizioso e agghiacciante insieme quel “i capelli, foglie d'autunno” finale, a sottolineare che la trasformazione è avvenuta con successo. 
Le caratterizzazioni, per quanto inusuali, non mi sono dispiaciute. Un po' al limite, magari, ma se consideriamo il momento – subito dopo la morte di una sorella e di una fidanzata/moglie – a parer mio ci può stare. Anche l'uso della citazione mi è sembrato ben fatto. 
Ci sono però un paio di cose che non sono state di mio gradimento e che mi hanno fatto abbassare il voto. 
In primo luogo il titolo: sarò diretta, lo trovo raccapricciante. Sarà che è troppo famoso come gioco per bambini, ma non riesco a prenderlo sul serio. Tra l'altro, trovo che lo specchio abbia un ruolo non marginale nella storia, ma nemmeno così rilevante da giustificarne la presenza anche nel titolo – più interessante poteva essere sottolineare questo legame con le stagioni, il decadimento, la trasformazione di Daphne, senza veicolarla con lo specchio. 
La seconda cosa che non ho gradito è che ho trovato la storia un po' noiosa. Sarà che ormai ho letto tutte le tue Draco/Daphne, ma mi sembrano tutte la stessa solfa. In questa storia sei stata più originale – con questo espediente malato di Draco che vuole trasformare Daphne in Asteria e lei che glielo lascia fare -, ma l'atmosfera infelice e malinconica mi sa di già letto. Immagino sia “colpa” della tua visione della coppia, ma, visto che quasi tutti descrivono la Draco/Daphne in questa versione amara e deprimente, mi sono decisamente stancata di leggerne. Per una volta, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di davvero innovativo, che mi facesse esclamare “wow, non è la solita Draco/Daphne!”. 

Un bacio,
Mary