Ciao, eccomi per lo scambio a catena!
Ho prenotato il tuo account a scatola chiusa, e quindi mi ha un attimino spiazzato il tuo profilo. Non leggo poesie, di solito, ma la parola "Haiku" mi è saltata all'occhio. Quindi ho aperto questa qui. La mia prima impressione è che hai usato un lessico preciso, che mi ha richiamato alla mente qualcosa di bello e delicato come "l'angelo" o "la camelia", ma che nella riga centrale racchiudeva proprio una parola più cupa e forte che andava completamente a cambiare il significato del tutto. La prima riga, infatti, è quella che illude, che da l'impressione di qualcosa di bello ed emozionante; poi arriva il contrasto con la seconda, netto; che si risolve in un terzo rigo dai connotati di sconfitta e tristezza.
Allora, avevo già sentito parlare dei componimenti brevi giapponesi, e devo dire che la prima cosa che mi è saltata all'occhio è stata proprio la scelta della tsubaki o "rosa del Giappone", per andare a chiudere questo componimento. Senza leggere l'introduzione, avevo pensato a una lotta interiore, dai connotati romantici, invece poi le tue parole di sopra mi hanno un po' confuso, lo devo ammettere.
Capito a cosa facevi riferimento, sembra che le prime due righe diano un senso diverso alla stessa cosa: tu/scrittore consideri i tuoi sogni un "volo d'angelo", qualcosa di bello, delicato, che va ammirato e curato; gli altri, invece lo considerano "peccato d'orgoglio", qualcosa di superbo e sbagliato, un qualcosa che ti allontana dagli altri e dalla realtà. Tutto questo mi ha fatto pensare a quanto la società sia chiusa e "invidiosa" di chi cerca di trovare la sua strada personale, di chi esce fuori dagli schemi, di chi non si lascia omologare. Non è peccato d'orgoglio non sacrificare i proprio sogni per vivere, non è detto che nella vita non si possa proliferare attraverso la realizzazione dei propri obiettivi, anche se quegli obiettivi non sono canonici e sembrano arroganti, fuori misura. Questo non rende arroganti, ma determinati.
L'ultima frase non solo mi rimanda al Giappone, ma soprattutto mi richiama alla mente questo contrasto tra la resa e la voglia di perseguire i propri sogni. L'accostamento, però, con "secca" getta sul significato di questo fiore un'ombra piena di angst e di mancata soluzione. Sì, perché la bellezza della camelia è che non perde i suoi petali, ma muore cadendo a terra integra. Il fatto che tu richiami alla mente una camelia morta, già caduta e staccata dal suo ramo, sembra esaltare il fatto che questo tipo di lotta non abbia ancora soluzione e che, peggio, semini solo dolore e contrasto sia nell'animo di chi prova questo sia nell'animo di chi lo causa.
E' un componimento delicato, intenso, dai molteplici significati, ma che comunque ha un impatto di sconfitta e demoralizzazione, come se qualunque soluzione tra le due si scelga, sarà comunque sbagliato, proprio come tu stesso dici accade in una guerra. E' una lotta che comunque segnerà.
A presto! |