Ma buonasera carissimaaaa!
Non ci sentiamo da un bel po’, spero che tu stia bene u.u
Allora, allora, allora, riordiniamo un po’ le idee.
Parlando sinceramente, nel fandom di Haikyu l’attività si è un po’ affievolita ultimamente.
Io per prima sono andata in stand- by per merito della “meravigliosa” sessione invernale che mi ha prosciugato anima e corpo, letteralmente.
Nel contempo, comunque, cercavo di entrare su Efp ogni tanto per spulciare le possibili succulenti novità. Il tuo nome, dunque, mi è subito saltato all’occhio oggi prima ancora di leggere il titolo e la descrizione della storia, strappandomi un “evvivaaa” di gioia…
Durato tipo due secondi.
Devo dirti la verità, io le fic tristi(issime) non le reggo.
Per “tristi” intendo quelle che ti afferrano il cuore, te lo torturano, te lo sbriciolano in mille pezzettini per poi cospargerli allegramente nell’atmosfera. Ecco, queste non riesco proprio a reggerle.
E’ più forte di me, sono un’inguaribile amante dei meritati happy ending (sebbene molte volte il finale richieda una certa drammaticità, che apprezzo vivamente se l’intera storia è ben congeniata).
Comunque, se la fic in questione riguarda Iwa-chan e Tooru…
Dio mio, è come se il mio petto finisse schiacciato da un masso enorme, senza possibilità di recupero. Personalmente adoro leggerli o porli in situazioni complicate o abbastanza drammatiche, ma la sola idea di separarli per sempre…
No, no, no, no, no, non riesco nemmeno a contemplarla! Sto male, troppo male, alla sola idea. Probabilmente è perché, anche scrivendo con una certa frequenza di loro due, ho finito inevitabilmente per empatizzare con loro. Diciamo pure che ogni volta che leggo/scrivo di entrambi mi immedesimo a tal punto che provare le loro stesse emozioni è diventata la norma, mi sento coinvolta come se ci fossi io al loro posto (specialmente per quanto riguarda Tooru che, come forse ti ho già detto tempo fa, sento più vicino di tutti.).
‘Sti due insomma hanno un’anima, nella mia testa.
Ecco perché ho titubato nel leggere la tua fic…
Poi però la curiosità (maledetta) ha sempre la meglio sulle mie misere intenzioni e diciamo che, tentando di prepararmi psicologicamente in anticipo, ho iniziato la lettura.
Comincio dicendo che l’idea mi piace tantissimo: strutturare in sei capitoli la storia seguendo le fasi del dolore di Ross è azzeccatissimo.
Il concetto della perdita… beh, è palesemente evidente in ogni maledetta parola di questo cap. Lo stile è perfetto: conciso, senza fronzoli, con lessico adeguato alla situazione. Non amo molto le storie permeate da un linguaggio poetico troppo astratto, che fanno distoglitore la lettura dal vero scopo dell’opera. Stiamo parlando di una perdita concreta, non servono virtuosismi letterari per descrivere la verità dura e cruda.
Anche per questo… beh, nonostante tutto, la scena di sesso è stata grandiosa.
Sarà assurdo da dire, ma è una delle scene rosse che più mi hanno convinta e coinvolta, seppur con un dolore che non ti immagini nemmeno (ma di questo ne parliamo da tra poco, don’t worry).
Semplicemente… straziante.
E’ davvero difficile esprimere a parole ciò che io abbia provato leggendola, ma tenterò di provarci.
Imposizione. Hajime impone la propria volontà su Tooru, che cerca inutilmente fra i singhiozzi disperati di negarsi all’uomo che lo sovrasta e che lo spoglia… e che, a sua volta, ha subito “l’imposizione” della volontà di Tooru (ancora non approfondita sebbene già chiara: il tradimento) e che si manifesta in tutta la sua disperazione con quel “Sei Tu. Sei tu che hai rovinato tutto.”
E’ a quel punto che Tooru sembra smettere di lottare, annegando nel suo stesso tormento.
(Dio, Sarck, non hai idea di quanto sia angosciante per me rileggere questa storia e soffermarmi su queste parti…)
Ci si poteva aspettare una sequenza violenta.
Una scena di sesso cruda, brutale, senza premure, senza nemmeno parole.
E invece no.
Invece no, perché oltre a quella rabbia, Tooru scorge tristezza negli occhi liquidi di Hajme.
Hajime… che, nonostante il tradimento, nonostante tutto ciò che abbia patito per le azioni di Oikawa, non si frena nel prepararlo con una certa cura e di penetrarlo con lentezza, prima di affondarvi ritmicamente.
Anche questo dettaglio ha reso il tutto ancor più straziante. Perché Iwaizumi, nonostante l’ira che sprizza da ogni poro, da ogni occhiata, da ogni parola… soffre.
Soffre e soffre e non oso nemmeno immaginare come sia ridotto, il suo cuore.
Tooru… beh, Tooru è un miscuglio di sentimenti tanto contrastanti da contorcere lo stomaco. Non vuole che le cose vadano in quella maniera, non vuole fare sesso con Hajime in quel modo, non vuole godere al suo tocco, non vuole che lui soffra così, non capisce il perché di quell’azione a parer suo senza senso…
E poi, quella frase.
Quella frase che ha fatto venire da vomitare a me, cacchio.
“Perché è l’ultima volta.”
…
<<“L’acqua straborda dagli occhi di Oikawa. “No, non è vero, non dire…”
“Girati”
Toru inspira tremulo, mentre continua a guardarlo negli occhi, con tutto il coraggio di cui dispone. Anche gli occhi di Hajime sono rossi.
“Cosa?”
A quel punto Iwaizumi grugnisce, lo afferra per i fianchi e lo gira con forza. “Mettiti a quattro zampe, Oikawa” ordina, con una durezza che non gli è mai appartenuta.”>>
Non so nemmeno dirti quanto mi abbia fatto effetto questa parte e… beh, male.
Dopo che si è trattenuto, dopo aver continuato ad ingoiare dolore e rabbia, Hajime si manifesta in tutta la sua irata disperazione.
Quel “girati” ha una potenza che non riesco a descrivere.
Hajime non lo vuole vedere in faccia. Non vuole scorgere quel viso che ha tanto amato e che gli ha fatto qualcosa di così orrendo. Non vuole vederlo piangere magari, forse per paura di rimanere anche lui scottato nuovamente…
Iwa-chan ti è uscito un capolavoro, davvero. Non avrei saputo descriverlo meglio. Combattuto tra il disgusto per quello che era il suo ragazzo e la tristezza disarmante che prova. L’hai reso perfettamente nella contrapposizione tra “Sei proprio una puttana, Oikawa” sputato con sdegno… e il momento in cui si china sulla sua schiena.
Piangendo.
Forse è lì che sono davvero crollata, assieme a lui e Tooru.
La parte finale è stata un po’ come il prolungamento di un supplizio che vede opporsi la facciata straziata e ostentatamente ricucita dei due, che si danno le spalle (metaforicamente e fisicamente).
Il “Cerca di stare bene” di Iwaizumi fa male. Fa male perché è in bilico fra una frase di cortesia con cui le persone si congedano e lo strascico del forte sentimento che li ha sempre uniti e che vuole palesare che davvero Hajime desidera che Oikawa stia bene.
Io non so se avrei dovuto provare biasimo per Tooru o per chicchessia. So solo che questa lettura mi ha svuotata. Ho potuto solo provare dolore per entrambi, tutto qui.
E ho mille domande in testa. Tooru, ma che cazzo hai combinato? Per quale diamine di motivo hai tradito, tradito maledizione, Hajime? Cos’è successo?
Ma la cosa che mi preme più sapere, sia essa più o meno indiretta…
Le cinque fasi del dolore… vogliono dire che la loro relazione è finita per sempre...?
Perché è questo ciò che più mi angoscia, proprio a livello fisico.
Razionalmente vorrei leggere fino alla fine questa storia il cui solo primo capitolo è una bomba di emozioni ed è stilisticamente grandiosa…
Ma irrazionalmente non so davvero se riuscirò a concluderla.
Ciò che ti chiedo è: mi spezzerai il cuore, Sarck?
Dovrò accettare… che non staranno più assieme?
L’idea è in sé bellissima, soprattutto quando specifichi nella nota che vorresti che questa storia aiutasse…
Questo perché vedendo quanto Tooru e Hajime tenevano l’uno all’latra, l’accettazione che la loro vita dovrà andare avanti senza l’altro può farci forza per compiere lo stesso senza una persona importante(?)
Lo sai che sto male, tanto male vero? Che non sono davvero sicura di farcela a finire questa storia perché mi sento troppo coinvolta?
Non so onestamente che altro dire, questa recensione è più un mix di sensazioni che altro e fidati se ti dico che mi ha emozionato, anche troppo. Praticamente ogni frase ha un significato che colpisce allo stomaco per la sua potenza… rileggo e rileggo e mi sento sempre peggio, quindi l’emozione, fidati, che c’è eccome.
Perdonami se non sono stata in grado di andare più a fondo con l’analisi, ma la tristezza pura non è il mio campo. L’angst mi piace molto, sì, ma accompagnato da una qualche speranza.
Spero vivamente che la tua storia ne abbia ancora un pochino.
Ah, tra paretesi: passi dal comico più assoluto a questo? Davvero? Ma perché? Perchèèèè c.c
Credo di aver straparlato troppo. Vorrei solo abbracciare i miei pulcini e farli riappacificare.
Ma non credo che stavolta sarà così semplice…
Speriamo in bene, aspetto tue notizie.
Bacini, ci sentiamo presto<3 |