Ciao Robs, eccomi qui, di nuovo!
In realtà ti avevo già scritto una recensione, ma l'ho cancellata perché mi sono resa conto di aver saltato particolari importanti che avrei invece voluto sottolineare, perciò te la riscrivo.
Prima di cominciare, ti ringrazio molto per avermi nominata e per aver consigliato ai tuoi lettori di dare un'occhiata alle mie storie.
Detto questo, ho visto che hai pubblicato "Before November 8th 1997", e ho già dato una sbirciata, ma non sono ancora riuscita a leggerla completamente. Non vedo l'ora, però. Mi incuriosisce moltissimo, motivo per cui sono andata a darle rapide occhiate nonostante sapessi di non avere il tempo materiale per leggerla interamente.
Poi, passando invece a "November 8th 1997", ero rimasta indietro di quattro capitoli che sono riuscita a recuperare in questi giorni.
Allora, partendo dal quartultimo, ho apprezzato la riflessione che fa K sulla giustizia. Ti dirò la verità, in certi punti facevo un po' fatica a starle dietro e il discorso non mi era chiarissimo, ma penso di aver afferrato il nocciolo della questione. Mi sono trovata perlopiù d'accordo con il suo discorso, ma mi ha anche lasciato una sensazione di vuoto. Sono sempre stata abituata a vedere Kira come un elemento o con cui ti schieri, o contro cui combatti. O lo esalti, pensando che il suo operato sia giusto, o lo odi, desiderando che scompaia. K però dice: "il suo operato è inutile". Non lo afferma sentimentalmente parlando, ma attraverso un'analisi oggettiva. E questo dettaglio mi ha fatta riflettere per qualche istante, mi ha resa consapevole di qualcosa a cui mai avevo fatto caso. Non mi era mai venuto in mente che l'operato di Kira potesse essere definito "inutile", ma solo "giusto" o "sbagliato". Invece, K è stata in grado di dimostrarmi il contrario. Ti faccio i miei complimenti, e ti ringrazio anche per avermi fatto notare qualcosa che non vedevo. Poi be', certo, la morale resta sempre la morale. Anche K ne ha una, e pensa che Kira vada fermato in quanto rischia di uccidere innocenti, innocenti per cui lei stessa si ritrova a piangere. Quindi, possiamo dire che lei si schiera con coloro che sono contro Kira. Però, oggettivamente parlando, K ha ragione: l'operato di Kira è inutile.
Poi, voglio dirti che mi piace moltissimo il modo in cui stai sviluppando Light, estremamente fedele all'originale.
Per K non può non nutrire ammirazione. È stata la maestra di L, ed è sopravvissuta a moltissime atrocità. Anche se sinceramente non penso che a Light importi molto di ciò: il motivo principale per cui ammira K, per cui sta a sentire quello che dice, è perché ha colto in lei una mente d'arguzia e intelligenza pari a quelle di L, e dunque alle sue.
È perfettamente plausibile che Light non tardi a scoprire che Kendra Burton e Nathalie Banks sono in realtà la stessa persona, ma che nessuna di queste due identità rappresenta la vera identità di K, così come il fatto che lui capisca molto velocemente che K ha un figlio e che il padre del bambino potrebbe essere L. Sono certa che anche il vero Light sarebbe arrivato a tali supposizioni in poco tempo.
Il discorso che L fa a K quando lei gli rivela di chiamarsi Stephanie lo rende un po' OOC, è vero. D'altra parte, però, noi non abbiamo mai visto L fuori dal contesto investigativo, dal contesto lavorativo, ma non dobbiamo dimenticare che lui è anche umano. È umano, e K è cresciuta con lui. K lo ha protetto, gli ha voluto bene e ha avuto con lui rapporti sessuali. K è stata per lui madre, sorella, amica, figura di riferimento, maestra e amante. Non possiamo pretendere che lui mantenga la sua maschera di apatia anche con lei. O almeno, non possiamo pretendere che lo faccia sempre. È un po' OOC, ma ci sta. Anzi, è necessario, credo.
Ho apprezzato il discorso che L fa a K, ma mi è piaciuto ancora di più lo scambio di battute tra K ed Hayer. L le dice: "permettiti di essere anche Stephanie", e sembra che lei abbia una scelta: o Kendra, o Stephanie. Come se dovesse decidere quale maschera indossare. Ma mentre K parla con Hayer, si capisce che Stephanie, Kendra e Nathalie non sono versioni di K, ma sono frammenti di K, parti di lei. Nessuna di queste identità è in grado di rappresentarla a pieno. L'essenza di K è molto più di Stephanie, Kendra o Nathalie. La sua anima non è "tutte e tre messe assieme", anzi. È molto più di "tutte e tre messe assieme".
E poi, arriviamo alla mia parte preferita, Bjarne. Il mio splendido, adorato Bjarne.
Il dialogo musicale tra K e suo fratello è sensazionale, in ogni sua parte. Lo sto ascoltando proprio adesso, mi sembra di sentire la voce di Bjarne che le dice, calda e rassicurante, che va tutto bene.
E lei che si agita, e gli grida di tornare, ché non sa come fare, ha bisogno che lui le dica quale strada prendere. E poi ripete le sue parole, come per sentirlo vicino, per convincersi che, come le ha detto Bjarne, va tutto bene. Ma non ce la fa, a crederci, e così ritorna ad urlare. Perché lei vorrebbe avere suo fratello lì, e lui non c'è, e allora strilla, non gli lascia nemmeno il tempo di parlare, di provare a calmarla. Continua a chiamarlo, sperando di poterlo riportare in vita con la sua foga.
E poi si calma un po'. "La verità è che mi manchi, Bjarne. Mi manchi e ti voglio bene", sembra gli dica così.
"Ti voglio bene anch'io, Kendra", ora è lui a parlare. "E anche se non mi vedi, staremo sempre insieme".
E lei si fida. Stringe i denti, per provare a credere nelle parole di suo fratello nonostante sia quasi un'esigenza fisica averlo lì, vivo e sorridente.
Ok, tutto questo l'ho scritto di getto, mentre ascoltavo la canzone. Grazie, grazie davvero per avermi fatto percepire tutto questo. Dio, è stato magnifico. Perdona il mio essere melodrammatica, ma non ho potuto farne a meno.
E L che accompagna tutto ciò con un invisibile violino, sottilissimo e meraviglioso richiamo a Sherlock.
Non ho ancora finito di parlare di Bjarne, però. È il mio personaggio preferito, scriverei una fanfiction solamente su di lui.
Dunque: penso che la tua scelta di riprenderlo sia stata eccezionale, degna del tuo modo di scrivere e di tutto ciò che hai creato.
Perché? Be', perché è facile far risolvere il caso Kira ad L o a K. Dopotutto, che ci vuole? Sono due detective geniali. Ma chi è in grado di estrapolare Kira dal cuore di una persona? Dal cuore di Kira stesso? K ed L non di sicuro. Ma Bjarne sì. Bjarne sì, perché lui è la personificazione dell'energia vitale.
E quando c'è di mezzo il cuore, l'essenza di una persona, non si può risolvere nulla attraverso concretezza e razionalità, dunque K ed L hanno poco da fare.
Difatti, questo non è il campo di K ed L, ma di Bjarne, e Bjarne sa perfettamente come muoversi.
Hai dimostrato che Bjarne, pur essendo completamente ordinario, era all'altezza dei due bambini prodigio. Anzi, secondo me, era anche parecchi passi avanti a loro.
Un'ultima cosa: hai creato una metafora perfetta. K la Luna, bianca e fredda, che ruota attorno ad L, la Terra. L, fonte di ogni sua preoccupazione ma anche della sua salvezza. Non è L a darle l'energia vitale, però. È Bjarne, il Sole.
Durante il periodo di prigionia, K voleva tenere al sicuro tre persone: Nate, L e Bjarne. Con Bjarne però, lei aveva un contatto. Con lui rideva, scherzava. Poteva sentire la sua voce, parlare con lui. E credo che quegli attimi condivisi con Bjarne le dessero la forza di continuare a lottare. Lui le trasmetteva la sua energia vitale, e lei la tramutava in carburante per tornare in piedi. Come il Sole, che nutre la superficie lunare con la sua luce.
Ecco qua, per ora è tutto. Perdonami se mi sono dilungata. Al più presto comincerò con "Before November 8th 1997". A presto! (Recensione modificata il 22/08/2018 - 09:01 pm) |