Prima classificata a parimerito al contest "One shot per tutti i gusti!"
Stile: 10/10
Non manca nulla a questo stile. Curato nella forma, ricco, elegante, incisivo. L'introspezione è estremamente accurata, mi ha permesso d'immedesimarmi nei protagonisti, in più ha saputo dare spessore a due personaggi di cui nel canon non si sa quasi nulla, mi ci ha fatto appassionare, li ha resi vivi. Le immagini che ho sicuramente apprezzato di più sono quelle delle rose nere, così decadenti, da fiaba, in linea con la personalità che hai costruito per Evan e portavoce di un destino inevitabilmente tragico, ma anche i rimandi alla neve che cade mentre Evan e Dorcas si amano sono di una bellezza che toglie il fiato, le ho trovate perfette per esprimere quel misto d'intimità, sapore di casa, amore da un lato e di un futuro già morto dall'altro, d'ingenuità persa, di sangue versato da nascondere proprio sotto la neve stessa. Non eccedi mai né con le parti descrittive né con quelle dialogate, è tutto equilibrato, il che dà proprio l'idea di una storia che si racconta in maniera spontanea e realistica. L'ho letta tutta d'un fiato col coinvolgimento emotivo alle stelle, grazie a descrizioni e introspezione sempre vivide. Questa è solo una delle tante descrizioni che ho amato: "Le rose erano grandi, rigogliose, nere come l’inchiostro e dal gambo argenteo crivellato di spine sottili. Erano rose sempiterne, che fiorivano tra la neve danzante in uno splendore livido.", è così ricca di sottintesi da togliere il fiato, sembra un dettaglio, eppure è il cuore di tutto.
Titolo: 5/5
Pertinente, originale, intrigante, dal retrogusto gotico. Insomma, uno di quei titoli che adoro. L'accostamento di "rose", "amore", "assassino" rende il titolo ricco di sottintesi, di contrasti inconciliabili, in cui la delicatezza e la fragilità si fondono all'atrocità e al pericolo tramite l'amore. Questo titolo è pertinente alla trama perché rimanda alla vita di Evan, un Mangiamorte spregiudicato e innamorato, ma rimanda anche a Dorcas, la rosa tanto impavida quanto fragile sotto le sue mani, una rosa segnata da un destino tragico, sporcata e al contempo impreziosita dall'amore che Evan nutre per lei. Mi è piaciuto da morire!
Introduzione: 4/5
Non ha avuto su di me lo stesso impatto della storia, per me sarebbe stato più sorprendente vedere Sirius entrare in scena solo all'interno della storia, di modo che non si potesse intuire appieno il suo legame con Dorcas. Nonostante la presenza di Sirius serva a porre al centro la diversità tra lui e Evan nell'ottica di una relazione con Dorcas, avrei preferito che rimanesse una sorpresa, ed è per questa ragione che non ti ho dato il punteggio pieno. I dialoghi tra Dorcas e Evan, invece, sono in grado di riassumere, senza svelare troppo, il dilemma inconciliabile della loro relazione, spingono il lettore a volerne sapere di più, a scoprire cos'ha portato i personaggi a quel punto e cosa li spingerà poi ad allontanarsi. Introduzione quindi pertinente alla trama e in grado d'incuriosire.
Caratterizzazione e IC: 15/15
È il caso di dire che ho assegnato 15/15 solo perché 16/15 non è un punteggio ammesso. Seriamente, non ho mai spasimato più di tanto per Evan e Dorcas, ma il tuo Evan e la tua Dorcas li ho amati. Questo perché sei stata accuratissima con l'introspezione, le descrizioni vivide, col modo in cui li hai fatti relazionare, agire e reagire.
Dorcas la immagino come una ragazza cocciuta, scaltra, decisa, ma il fatto che di fronte a Evan si senta piccola e fragile è qualcosa che ho adorato, l'ho trovato realistico sia in relazione all'age-gap sia alla personalità ruggente di Evan, così spiazzante e ammaliante su di lei. Uno degli aspetti che più mi ha fatta sentire coinvolta e mi ha spezzata è la sua relazione con Sirius. Il modo in cui lei si lascia prendere da lui, per dimenticare, completamente vinta e sfinita dall'assenza di Evan, il modo in cui lui la vuole, così intenso e disperato sino al punto di farle male è qualcosa di così triste, ma di così umano che fa veramente mancare il fiato. E parlando di Sirius: "con quell’aria scanzonata, una giacca di pelle da motociclista, i capelli troppo lunghi, le mani in tasca, il sorriso beffardo di chi sa di essere nato per scioccare il mondo." cos'altro posso aggiungere? Come descrivere il Sirius ventenne in una frase, direi! Non hai bisogno di tanti giri di parole perché le scegli con cura, un altro dei tuoi pregi stilistici che si riflette così nitidamente anche qui. Evan, poi, così carismatico, superbo e provocatorio sembra essere stato inventato apposta per Dorcas, non potevi delineare uno sviluppo di questa coppia più intrigante e al contempo più nelle mie corde di così! L'aspetto che ho apprezzato di più è il suo restare in bilico tra le proprie convinzioni, il proprio mondo di sangue e di eletti, e l'amore vero per Dorcas, un amore senza secondi fini, inevitabile e senza filtri. Sei riuscita a renderlo credibile sia nel suo essere un Mangiamorte convinto che un innamorato convinto, hai davvero raccontato la storia di un "assassino che amava le rose". Meravigliosi, tutti quanti.
Gradimento personale: 9.5/10
La storia mi ha deliziata. L'unico motivo per cui non ti ho dato il massimo ha a che fare con un aspetto della trama che non mi ha convinta, ovvero l'atteggiamento del signor Meadowes nei confronti di Evan. Lucius Malfoy è un Mangiamorte libero di girare al Ministero perché nessuno ha prove concrete per incastrarlo, ma qui l'essere Mangiamorte di Evan è un fatto assodato da tutti, viene chiaramente detto che la gente alla festa dei Meadowes lo evita. Se il signor Meadowes è così influente come viene descritto perché non ha provato a proteggere sua figlia, magari appoggiandosi ai pezzi grossi del lato dei buoni, una volta venuto a conoscenza del corteggiamento di Evan verso Dorcas? Avrei trovato una giustificazione per coloro con una posizione sociale non rilevante, povera, senza potere o influenza sugli altri, ma non è questo il caso. Se i Meadowes avessero impedito alla figlia di vedere Evan lei sicuramente non gli avrebbe dato retta, vista la sua indole, quindi non penso che una resistenza da parte dei suoi genitori avrebbe compromesso il successivo sviluppo della relazione di coppia. Non mi ha convinto la passività del signor Meadowes, per questo non ti ho dato il massimo e al tempo stesso non ti ho tolto tanto, essendo questo un aspetto che non incide sulla trama principale.
Sai che preferisco una versione di Evan sì affascinante, ma non bello, eppure non c'è nulla di lui che mi abbia delusa, la sua caratterizzazione ricca, così umana e sfaccettata me l'ha fatto adorare. Stesso discorso per Dorcas e per Sirius, come ho già argomentato nella caratterizzazione. Mi sono commossa mentre leggevo, una cosa che non mi capita facilmente, e questa è sicuramente una storia che pur avendomi spezzata ricorderò sempre. Appassionante, struggente, vera, originale: la cosa che più ho amato è la tua capacità di farmi affezionare a due personaggi che si possono praticamente considerare OC, hai costruito per loro una vita a tutto tondo e l'hai raccontata in modo superlativo.
C'è poi un periodo che mi ha davvero fatto innamorare di Dorcas insieme a Evan:"Si sentiva sempre una bambina vicino a lui. Lui era arrogante, prepotente, imperioso... e lei era una ragazzina, disperatamente giovane, disperatamente ingenua. Non sapeva tenergli testa, non sapeva farlo smettere. Per quanto ci provasse, lui trovava sempre il modo di blandirla, di placarla, di farla sentire indifesa.
Evan la rendeva fragile. E quel che era peggio era che le piaceva. Amava sentirsi così."
Pur non amando questo concetto lo trovo perfetto per loro, non potevo non farlo presente! La storia fila nelle preferite.
Totale: 43.5/45 |