Lino. Quanto amo questo personaggio? Tantissimo.
Penso che questa storia sia cronologicamente ambientata dopo il manga e dopo l'anime, diciamo anche parecchio dopo, in seguito a un peggioramento della malattia del ragazzo ( in effetti, nel game non mi pare sia menzionata, quindi restiamo semplicemente la manga ). Mi dispiace tanto per lui, davvero, perché qui si legge chiaramente tra le righe quanto stia mentendo a se stesso, quanto vorrebbe in realtà poter essere un ragazzo come gli altri, ma visto che non può preferisce credere che la via delle medicine sia l'unica disponibile, piuttosto che rischiare possibili delusioni. Mi dispiace davvero per la prima volta in questa serie per il piccolo Lino, forse perché in fondo lui sta facendo del suo meglio per sopravvivere.
Inoltre complimenti perché in tutta la storia non c'è traccia di un errore (tranne la d eufonica), il lessico magari è molto semplice ma il testo scorre liscio come l'olio e la lettura procede spedita. Inoltre, ho particolarmente amato questa frase: "Mi sono anche arrabbiato: il dottore sa meglio di tutti quanto sono malato, non avrebbe dovuto togliermi le medicine. Forse ha voluto farmi stare male apposta." Chiamami pazza, ma mi fa pensare a Il Signore degli anelli, con Gollum al posto di Lino e l'anello al posto delle medicine. Riesci a mettere in evidenza la necessità del ragazzino di avere questi farmaci, che per lui diventano una vera e propria ossessione, qualcosa di prezioso, e chiunque provi anche solo lontanamente a separarlo da essi diventa un nemico. Persino se cerca di aiutarlo.
Il processo di autoconvinzione (perché di questo si tratta) diventa più evidente verso la fine, quando addirittura vorrebbe prendere più medicine. "Sicuramente non resisterei un giorno." Perfetta conclusione per questa storia, che sottolinea la completa dipendenza di Lino da questi medicinali.
E niente, in generale come sempre la prima persona ti aiuta molto a dare una parvenza di normalità al racconto, perché il protagonista cerca di convincersi che tutto ciò che pensa, che fa, sia la normalità, ma tu che leggi, seppur accorgendotene, ti rendi conto che non è così. Complimenti!
Alla prossima.
Alexa. |