Recensioni per
It's not right but it's ok
di allonsy_sk

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
30/03/18, ore 10:07

Ciao Oddio il buonsenso! Com'è entrato? Da dove? Il tuo prof è adorabile. Anche la ragazza. Perché? Dare un versione così serena e "giusta" della nostra non-coppia? Sei stata brava, come sempre, solo perché? 😙 buona Pasqua?

Recensore Master
30/03/18, ore 01:37

Intanto bentornata, davvero.
Ti confesso che, alla fine di questo pezzo, sono rimasta pietrificata, basita e tutti i sinonimi di quei termini. Infatti la conclusione è stata non quella che noi johnlocker speriamo sempre, anche un po' irragionevolmente, ma una del tutto inaspettata, "normale", comunque, nel suo intreccio di relazioni. Dopo un primo (ed un secondo) momento di silenzio interiore e di sospensione, ho riordinato le idee e le tematiche che tu hai "visitato", cominciando a cogliere un senso, molto positivo, nella tua storia.
Il rapporto tormentato, e ostaggio dei malintesi, tra Sh e John, la presenza di Rosie, l'ombra ancora inquietante di Mary, l’esserci protettivo di Mycroft, il cambiamento evidente di Sh, così come l'abbiamo visto nella S4, il nuovo ritratto di John, lontanissimo dall'impareggiabile "conduttore di luce" delle prime due Stagioni: hai mixato il tutto e l’esito è stato originale, non scontato.
Merito anche, secondo me, dell’introduzione nella storia di un personaggio decisamente nuovo, il ruolo del quale assume un rilievo non ovvio.
Nathan è un’invenzione felice, caratterizzata in modo particolare e definito. A me il Prof è risultato subito simpatico e piacevole (“…Aveva gli occhi buoni… e calzini gialli decorati con ananas…”) anche se “usurpa” il ruolo che, da sempre, spetterebbe a John. Indimenticabili quel “suo pigiama con gli unicorni”, pure glitterati, ed i calzini rosa decorati con gli arcobaleni, se non confondo i piedi suoi con quelli di Sh. Una specie di tenerissima Mary Poppins al maschile, che ha saputo trovare la strada per affacciarsi al cuore perdente di un consulting che la vita, con le sue angosce e delusioni, ha arricchito di un’umanità nuova. Così Holmes riesce, sia pur malinconicamente, ad andare avanti lo stesso anche se, il lasciare alle spalle la foresta inestricabile del “non detto” e del “non fatto”, è stato duro e doloroso.
Una persona decisamente positiva, Nathan, che, con il suo sorriso e la sua umanità un po’ fuori dal tempo ed animata dalla dedizione a quell’uomo, bellissimo guerriero sconfitto, è riuscito a rendere concreta la convinzione, che diventa anche scelta di vita, che “indietro non si poteva tornare”.
Cos’è ovvio per un percorso che segua l’ispirazione della Johnlock?
Io credo, innanzitutto, un lieto fine che veda insieme per sempre Sh e John, oppure un’angosciante separazione tra i due, condannati ad una vita vuota priva di chi le avrebbe dato un senso o, ancora, un tragico epilogo che vede la morte dell’uno o dell’altro. Il perno attorno al quale ruota l’universo della Johnlock, a cui afferisco anch’io, è sempre e solo la coppia suddetta, in tutte le sue declinazioni, anche nel vuoto di una separazione.
Qui, invece, trovo una soluzione che, via via, ad una seconda rilettura, trovo veramente originale, credibile, comunque e sempre Johlock, perchè, anche se Sh sta con Nathan, il suo cuore, libero nei sogni dal vincolo della realtà, è sempre e solo con Watson.
Però ci hai regalato uno Sh splendido, quasi crepuscolare, tenero, che riesce a scaldarsi al calore di una stella che, certamente non è il suo John, ma che costituisce per lui un porto sicuro a cui approdare e trovare finalmente la pace.