Eccomi qui, come promesso!
Come non recensire questa piccola magia delle tue? Rose, sappi che non ti dirò mai abbastanza quanto apprezzi il tuo stile di scrittura, le tue idee brillanti e tutte le emozioni e i sentimenti che riesci ad infondere nelle tue storie. Le parole scelte con cura mi hanno portato ancora una volta ad Hogwarts, a casa, e mi ci hanno portato plurime volte, tra salti temporali, flashback e il presente di questa one-shot così dolce e dolorosa, così struggente e melanconica.
Fare con ordine si presenta complicato... ma spero di non tralasciare nulla di ciò che vorrei dirti... nel dubbio, sappi fin d'ora che ho apprezzato ogni cosa! XD
Amo il tuo Ron. "Ma come? - dirai - Lo si vede appena!" Eppure quella bocca imbronciata a cuore, quegli occhi ancora chiusi nel sonno, mentre porta via inconsciamente la coperta ad Hermione, le braccia forti... Me lo lasciano immaginare come l'uomo che Hermione ha scelto, il perché, nonostante ciò che scopriamo su Draco in seguito, l'abbia sposato e il perché torni da lui, dopo una mattinata folle di ricomposizione con un passato mai chiuso, ma sempre lasciato in perenne stand-by a provocarle un vuoto, un'insufficienza, una mancanza al centro dello stomaco... quasi uno strappo da passaporta, pronta al primo contatto con Draco a far affiorare ricordi intatti, parola per parola, che avevano solo fatto finta di essere dimenticati e che in agguato si erano nascosti, come il "cecchino" della tua storia, pronti a sparare senza pietà.
Il Principe Mezzosangue credo fermamente sia il mio libro preferito della saga. Uno dei motivi è il conoscere tra le righe il destino di Draco, ciò che sta sopportando un ragazzo di appena 17 anni, cosa è costretto a fare, come deve subire pressioni incontenibili in virtù di un "bene superiore", quello della sua famiglia, che gli richiede di compiere il male più assoluto. Mi piace come tratteggi i missing moment dal punto di vista di Draco, la sua lotta esteriore con l'armadio che è specchio di una lotta interiore ancora più profonda; la sua ferita sul braccio destro che certamente fa male ed è il motivo che lo spingerà a creare un legame con Hermione, ma che sicuramente fa meno male di quel braccio sinistro fasciato a nascondere il marchio nero che tutto questo dolore ha portato con sé e che non se ne andrà nemmeno dopo essersi scarnificato, in una cella gelida di una prigione poco meno orribile di Azkaban.
Ho adorato il modo in cui i flashback di quei mesi ad Hogwarts, nella Stanza delle Necessità, si impadronivano della scena, in cui le parole di quei momenti nascosti, segreti, emergevano prepotentemente alla memoria di entrambi.
Ho amato i momenti di contatto sfuggente per tutto il castello, quegli spari ben mirati del nostro cecchino, dal soccorso in bagno di un Draco devastato, ridotto a nulla, non più altezzoso e glorioso Malfoy, ma solo Draco, fetido, putrescente, ferito e dilaniato sia fuori che dentro; sgattaiolare in silenzio, senza nulla poter esprimere o aggiungere, fugace tra le scale della torre di astronomia e le serre; fino a quel bacio infinito, lontano dal mondo, lontano da tutto il resto, simbolo eccelso di questo amore vero di notte, falso di giorno che non poteva che sfociare in un amplesso fuori dal tempo, in una capanna piccolissima, dotata quasi solo di un letto, perché in fondo cos'altro serviva a due amanti separati da così tanti anni, da così tanti non detti e non vissuti?
E ho amato i finali... sì, al plurale! Perché questa storia a ogni paragrafo sembra accompagnarti su un sentiero per poi mostrartene di scorcio un altro, perché non sai mai come finirà, se non all'ultima riga di questa amara fiaba. Hermione potrebbe andare a casa finito il colloquio, ma non lo fa. Hermione potrebbe andare a casa dopo aver fatto l'amore con Draco, così sembra a tutti, così appare anche a lui, ma non lo fa. Hermione potrebbe andare a casa dopo aver ascoltato una storia atroce dalla McGranitt, ma non lo fa. Deve sentirla da lui, un'ultima volta, fino in fondo, la sua voce soltanto può raccontare ciò che ha vissuto, ciò che la sua vita ormai andata, la sua vita-non-vita, ha dovuto sopportare per farlo giungere là dov'è, là com'è. E devo leggere "Oceano mare", mi sa che mi tocca, dopo essermi innamorata dello stile che hai preso in prestito per dare la parola ai dolori di Draco, che ha perso tutto, pezzo per pezzo, che ha perso se stesso e non si è più ritrovato, che ha svuotato in Hermione tutto ciò che di bello e di puro, per sbaglio, restava della sua anima, per conservarlo lontano da sé, per non parlarne mai più con nessuno. Poteva finire con le paure manifestate di Draco, ma non finisce così: Hermione lo sa, lui non la dimenticherà, perché lei non dimenticherà lui... simbolo estremo sarà un nome, come fai intendere tu, un nome, Rose, che, se i calcoli degli anni combaciassero, potrebbe essere frutto di un tradimento, di quell'unico tradimento... così non sembra essere, ma comunque dare il nome, una cosa così importante e preziosa, a tua figlia, per il ricordo di un amante perduto ma mai dimenticato credo resti comunque tradimento... Mi spiace che in questo universo non abbiamo uno Scorpius, ma il povero piccino non sarebbe mai sopravvissuto alle peripezie che i giovani coniugi Malfoy hanno dovuto affrontare, per cui in realtà è molto meglio così... (Tu sai quanto io ami Scorpius! XD)
Poteva finire, me lo hai fatto temere, con il suicidio di Draco. Sarebbe stato coerente per certi versi, così giusto nelle corde di chi suo malgrado è stato abituato e ridotto ad essere un codardo quando la ruota della vita non girava dalla sua parte. Eppure non finisce nemmeno così, e te ne sono grata!
Se c'è una cosa che ho apprezzato di quel mezzo abominio che è The cursed child (lo hai letto, tu?) è proprio il vedere tra le righe l'arco di redenzione di Draco Malfoy, un Draco certo profondamente diverso dal tuo, ma che come il tuo meritava il degno finale che gli hai dato. Un finale non certo allegro, non certo rose e fiori, più rovi e ortiche se dobbiamo dirlo, ma con un profumo nuovo di speranza, di scopo, di fine da dare alla vita prima di giungere alla fine: la forza di un pensiero, di un amore così bello che non può non essere conservato, che non può non essere onorato, testimoniato, custodito, cercando di riprendere a vivere, di rifiorire pianissimo in una primavera nuova.
Perciò che dirti, se non grazie, per avermi dato un biglietto per Hogwarts ancora una volta: una passaporta incantanta, un carillon antico e perduto, per tornare a casa con semplicità.
Grazie,
tua sempre,
Flame Blade. |