Recensioni per
Solo che lui si chiama Axel
di Tenue

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/05/19, ore 19:11

Ciao cara! Finalmente eccomi qui a recensire :) 
Che storia complessa, ti ammiro tantissimo. Hai trattato un argomento davvero spinoso e complicato, penso tu lo sappia bene, e lo hai fatto in modo egregio. Non sei stata ridondante, il tuo lessico è stato preciso e diretto, senza sbavature. Hai mantenuto un ritmo costante, nessuna caduta, nessuno zoppicare improvviso, e ci hai portato lentamente alla verità. Ho pensato tantissime cose mentre leggevo la storia di Axel e devo dire che è stata una sorpresa, non mi aspettavo la personalità dissociata. Quando poi ci ho ripensato ho rimesso tutti i tasselli al proprio posto, ma tu hai condotto il discorso con tale finezza che hai sorpreso il lettore nel bel mezzo della lettura. È un concetto davvero complicato, lo stesso Axel all’inizio non lo comprende e non ci crede, e le sue domande sembrano un po’ le nostre e Jennifer che spiega paziente un po’ come se tu stessa ci parlassi in maniera diretta/indiretta. Axel è una delle tante personalità di Byron, quella sopravvissuta e più forte quando il cervello è collassato a causa di un grave trauma, eppure è una persona? È Byron oppure è Axel? È qualcosa che tormenta non solo loro due, ma anche noi. Alla fine le risposte possono essere entrambe, in parte. Nessuno dei due scomparirà davvero, ma Axel sarà più presente. Lui che si è innamorato del suo dottore e che lo desidera talmente tanto. Mi piace come hai inserito il romance, molto sottile il modo in cui lo hai fatto intuire all’inizio della storia. C'è tutto un arrovellarsi esistenziale con cui io personalmente vado a nozze. Axel è una malattia, un errore, oppure una nuova persona nata dalle ceneri? Possiamo deciderlo noi, può deciderlo lui. La spiegazione scientifica e medica l’abbiamo, ma tu ci lasci aperti altri spiragli, anche più filosofici. 
Mi è piaciuto davvero tanto tutto ciò, ottimo lo stile intero della Shot. 
Complimenti, davvero :) 
A presto! 

Recensore Master
17/02/19, ore 14:51

Ciao, cara!
Eccomi qui per lo scambio.
Perdonami il ritardo, ma sono stati dei giorni pesanti e in più mi sono ammalata di nuovo.
Ho davvero amato la tua storia, sopratutto le sensazioni di Axel.
Molto interessante il suo discorso con Jennifer.
Anche il personaggio di Jasper è molto bello.
Il finale mi ha sorpreso moltissimo con Byron che accetta che Axel sia innamorato di Jasper.
All'inizio credevo che Axel e Byron fossero due persone diverse con caratteri ancora più diversi sembravano opposti, poi man mano che leggevo ho capito che erano la stessa persona, ma molto diverse.
Ti faccio tantissimi complimenti e scusami per la recensione orribile.

Recensore Master
22/12/18, ore 11:55

Ciao!
Eccomi per la prima volta sul tuo profilo a recensire <3

Questa storia mi ha presa tantissimo! L'ho praticamente divorata durante la lettura, è super interessante e tiene incollati dall'inizio alla fine. I personaggi vengono svelati pian piano, la situazione si fa chiara solo proseguendo, e questo aiuta a mantenere l'attenzione costante nel lettore.
Lo sviluppo della storia è fatto benissimo. Hai avuto un'ottima idea, nel non chiarire subito di quale disturbo mentale si trattasse. Hai gestito il racconto come se Axel e Byron fossero due persone distinte, che soffrono di amnesia, e solo proseguendo hai chiarito la reale situazione.
Jasper è quanto di meno professionale si possa trovare in un medico, eppure è un personaggio fantastico. Si è innamorato di questo ragazzo, ed è disposto a tutto per lui. È proprio quello che fa alla fine, decidendo di assecondare la richiesta di Byron, suppongo tramite l'uso di farmaci.
Ci sono dei quesiti che rimangono aperti, ad esempio il trauma di Byron. E mi chiedevo, per il nome di Axel ti sei ispirata ad un personaggio che esiste davvero? A me è venuto subito in mente Axel di Kingdom Hearts, sia per il nome sia per la personalità, ma lui non viene da un fumetto.
Ho amato tutto in questa storia, che va dritta tra i preferiti! (E nella lista di fanfiction da ricordare nel mio bullet journal)

A presto!!
Valeria

Recensore Master
24/08/18, ore 21:41

Ciao! Eccomi qui per la prima volta qui sul tuo profilo ^ ^ Piacere, mi presento: sono Stefania. Sono qui per il primo scambio del gruppo Boys Love di FB, e naturalmente sono in ritardo come sempre! (Lo so, è un pessimo esempio ma non ho mai troppo tempo a disposizione, e cerco di barcamenarmi tra recensioni, gestione del gruppo e scrittura. Beh, l'importante è essere arrivata dai!)
Non sapevo esattamente cosa scegliere, dunque sono andata sulle ultime proposte ed ho trovato un'originale dei generi che preferisco: angst, sentimentale, triste. Meglio di così, cosa potrei avere in una OS? Poi la presentazione è davvero interessante, un tema alternativo che non ho ritrovato molto spesso. Ok, adesso basta e prometto che mi metto a leggere. ^ ^
Il posto descritto fa gelare il sangue: non perché sia spaventoso, ma perché è anonimo, ripetitivo, ridondante. Pochi colori e sempre quelli, strada che non porta a nulla, edifici che non hanno nulla di particolare e salite, discese e gradini ovunque. Poi arriva l'hotel, con queste persone che lo conoscono e che Axel riconosce, anche se non sa indicare nome o altro.
Cambio scena: ospedale, paziente e dottore con una tresca, ed il problema del protagonista viene a galla. Potrebbe sembrare qualcosa di normale, se non fosse che non riesce a guarire dall'amnesia: la sua mente fa proprio resistenza, e scommetto centrano quelle persone che tentano di parlargli in quello strano paesaggio urbano.
Byron: altro paziente, altro caso. Non mi inquieta il disturbo, ma il fatto che lui abbia chiesto di non infastidire le voci, come se non le sentisse come un problema, anzi. Anche da qui si capisce che il dottore sembra molto professionale, empatico e di cuore, gentile e bravo nel suo lavoro.
Sembra tutto semplice, ben delineato e chiaro: eppure, ho una strana sensazione. Lo sapevo che Byron e Alex avevano qualcosa di strano! Due personalità di un unico corpo dunque? Il problema che mi pongo ora è: Byron è quello reale e Axel la seconda personalità? Effettivamente mi era venuto un dubbio, ma adesso comincia ad essere un filino più chiaro. I due sono completamente differenti in tutto, dal punto di vista caratteriale.

"-No, no… io… io mi chiamo Axel Jenkins e sono un paziente di questo ospedale, sono registrato con questo nome e io… io… soffro di amnesia…-
-Tu sei ricoverato come Byron Hughes, e soffi di disturbo dissociativo dell’identità.-"
Questo era quello che cercava di dire Jennifer, personaggio rimasto nella mente di Byron dopo il trauma?
Ho letto tutto il resto della storia d'un fiato, cercando di non perdere un solo singolo passaggio. Non è facile seguirla, ci sono passaggi importanti da seguire e da capire, altrimenti il tutto risulta più difficile. Alla fine insomma Axel si è reso conto della sua condizione, imparando a conviverci; Byron se ne va, e lascia il posto a lui così che possa interagire con la persona di cui è innamorato (naturalmente, correggimi se sbaglio). Immagino che non potrà più uscire da quell'ospedale, ma non capisco le dinamiche del dottore: lui si è innamorato di Byron, sapendo della sua condizione? Si è innamorato della personalità di Axel?
Deve essere stato difficile per te scrivere una storia simile, su una realtà complessa con cui non si ha familiarità. Sarebbe stato forse più esaustivo un capitolo più lungo, per le dinamiche: è comunque solo una mia opinione, tranquilla. ;) Ci sono dei refusi e qualche tempo del verbo scorretto, ma nulla che non possa essere gestito con una semplice revisione.
Sono rimasta piacevolmente colpita da questa storia, mi auguro di aver ancora l'occasione di poter leggere qualcosa di tuo. Alla prossima e buon lavoro. :3

Recensore Master
24/08/18, ore 15:54

Questa storia è pazzesca, dico davvero. Amo questo tipo di storie in cui le carte si scoprono pian piano. Lo ammetto, all'inizio ero molto confusa e credevo che Axel e Byron fossero due persone distinte e separate, tuttavia avevo capito che ci fosse un legame. Ho adorato le descrizioni e le sensazioni di Axel, che crede di esistere, di essere una persona reale, ma che poi apprende di essere soltanto una delle molteplici personalità di Byron. Questa cosa mi ha ricordato tantissimo un film, dove il protagonista soffriva proprio del medesimo disturbo. E a proposito di quest'ultimo, secondo me hai reso molto bene l'idea. La presa di coscienza di Axel e il suo dialogo con Jenniferi mi ha colpita veramente molto, così come la figura di Jasper, che si ritrova a seguire il caso di Byron. Il senso di confusione-perdita di coscienza dà a tutto un'aria davvero... realistica, come se stessi vivendo su pelle quello che vive Axel. Il finale mi ha proprio sorpreso. Byron praticamente accetta questa cosa ed il fatto che Axel... sia innamorato di Jasper, e addirittura sprona quest'ultimo a chiarire con lui. Alla fine dei fatti, Axel e Byron sono la stessa persona ma sono anche due persone diverse, detta così è difficile da spiegare, ma io lo trovo un concetto davvero affascinante. Io addirittura la vedo un po' come in Byron vivessero due persone distinte, solo invece sono una... insomma, mi avrai capito, sono io che non parlare XD
Quindi ti faccio i miei complimenti, perché io non sarei mai riuscita a trattare un argomento del genere senza entrare in confusione.
Storia davvero bellissima. Alla prossima ^^

Recensore Master
20/08/18, ore 00:28

CIAO! Eccomi qua per il primo giro si scambi del nostro bel gruppo!
Lo ammetto… ho scelto questa per il titolo principalmente
“Solo che lui si chiama Axel”
Perché nella mia long c’è un pg che si chiama Axells e anche perché uno dei salti del pattinaggio di figura (credo il mio sport preferito) si chiama proprio Axel!
Poi l’incipit era davvero molto bello!
Io e l’Angst poi abbiamo una lunga e duratura relazione!
Insomma dovevo proprio leggerla!!!
Molto suggestiva la parte descrittiva! Introduce bene alla storia, facendo calare il lettore nell’ambientazione.

“L’hotel è un vecchio edificio degli anni 70, con poche finestre. Sembra deserto e sembra reale, pur non essendo né uno né l’altro.”
Questa parte mi ha ricordato troppo l’episodio di doctor who 06x11 The God Complex fantastico! ^_^ Davvero. E anche Shining!

(Beh ora che ci penso mi fa pensare anche a Axl Rose dei Guns N’Roses)

Gli intrecci tra i vari personaggi sono fantastici e i dialoghi tengono davvero avvinti.
Mi è piaciuta molto anche il finale!
“Jasper addolcisce il suo sguardo a quelle parole e lo stringe di più a sé. Perché è davvero felice che lui abbia capito chi è.
È vero, lui e Byron hanno lo stesso corpo, lo stesso cervello, sono la stessa persona.
Però lui è Axel.”

Davvero avvincente! Tiene bene l’attenzione e appassiona di brano in brano.

Certo che i momenti in cui Axel comprende lo stato dei fatti lo hai reso davvero bene, difficile non empatizzare con lui.
Hai reso davvero bene le emozioni di ogni personaggio!
Davvero una piacevolissima lettura!


Alla prissima
Boingo!!!

Recensore Master
17/08/18, ore 23:17

Ciao! **
Ma io perché non ho scoperto prima questa storia? **
E' davvero bella e mi ha coinvolta parecchio, soprattutto nella seconda parte (nel senso che con me sei riuscita nell'intento di non fare intendere fino a metà della OS che in realtà si stava parlando della stessa persona con Disturbo Dissociativo dell'Identità - DDI, brava!). 
Parto dal presupposto che io sono psicologa e ti posso assicurare che sei riuscita a trattare il DDI più che dignitosamente. Si vede che dietro c'è stato un lavaoro di ricerca per poter argomentare almeno i sintomi principali di questo importante, quanto recente, disturbo.
Hai fatto benissimo a creare un contrasto tra la doppia personalità di Byron. Alex, infatti, rappresanta la sua parte più 'viva' e reattiva; inoltre, altro non è che un personaggio inventato dalla creatività letteraria dello stesso Byron. Mi è piacuta parecchio la resa del tutto e la delicatezza con la quale hai affrontato un tema delicato come quella di un disturbo psichiatrico severo.
Jasper è il medico che s'innamora della personalità 'non reale'. E' talmente preso dal desiderio di possederlo e di amarlo che in alcuni momenti mette da parte la sua professionalità per dare libero sfogo alla sua bramosia. Diciamo che inizialmente è lui che viene un po' deriso da Axel per il suo dualismo 'dovere/piacere'. Complimenti anche per questa tua capacità nel saper muovere i personaggi a dovere a seconda del contesto e della situazione narrata. :)
Jennifer è la voce appartenuta alla prima ragazza per la quale Byron si era preso una cotta, se ho ben inteso. La ragazza (irreale) ha il compito di far intendere ad Axel che le sue crisi di amnesia (uno dei sintomi principali del DDI che tu hai ben descritto) sono dovute proprio al fatto che lui altro non è che la doppia personalità di un'altra persona. 
Però dai, dovevo pur intuire qualcosa quando hai parlato dello stesso paio di occhiali indossato da entrambi, managgia a me! XD
Dal punto di vista della grammatica e della sintassi non sto a riscriverti le stesse cose che ti sono già state riportate in altre recensioni. Ti consigliere solo di correggere gli errori che ti sono stati segnalati perchè li ho riscontrati anch'io all'interno del testo.
Per il resto è stata davvero una piacevole lettura e ti rinnovo i miei più sinceri complimenti! ^^
Di sicuro passerò a breve a leggere qualcos'altro di tuo. Ormai mi hai incuriosita parecchio! 
A presto,
Mahlerlucia

Recensore Master
26/06/18, ore 23:24

Non ho davvero parole per descrivere questa storia, Tecchan.
Ho davvero avuto il piacere di leggere una vera e propria perla e sono davvero dispiaciuta di non averla notata prima di ora, ma sono felice che tu mi abbia chiesto lo scambio, perché avevo bisogno di leggere qualcosa del genere, che mi lascesse un po' l'amaro in bocca e allo stesso tempo fosse in grado di stupirmi, di darmi modo di farmi coinvolgere.

Ci sei riuscita e sebbene la cosa non mi stupisca, trattandosi di te, penso che a questo punto la tua capacità narrativa ha raggiunto un livello sorprendente.
Partiamo dal titolo. E' un titolo particolare, che mette curiosità. Un titolo che di primo impatto non vuol dire nulla, ma già verso la fine cominci a comprende il perché, fino ad esserne certo. E' geniale come tu te la sia giocata, sin dal principio!

Lo stile è mutato ancora, dall'ultima storia che hai scritto. Si è arricchito di dettagli, si vede che immagini perfettamente ciò che hai nella testa e che riesci senza difficoltà e senza alcun problema a descrivere quello che ti passa per la testa. Hai acquisito una consapevolezza narrativa, il che non può che ammaliarmi ancora di più.

La trama è un vero e proprio intreccio che, se avessi compiuto qualche errore narrativo avrebbe portato tutto fuori strada e invece sei stata attentissima. Hai diviso le due personalità di Byrion e di Axel, così bene che non avevo minimamente pensato potessero essere la stessa persona e non avendo letto quale fosse il tema del contest, ho letto la storia all'oscuro di quel dettaglio e sono felice dell'effetto sorpresa.
Jennifer mi ha messo i brividi, davvero. La spiegazione che dà, COME la dà, mi ha davvero sorpreso. E' un "personaggio" di passaggio ma ha davvero un fortissimo carisma e i dialoghi tra lei e Axel sono impeccabili, magistrali. E sono proprio i dialoghi il punto forte di questa storia, perché ti portano esattamente dove tu volevi che andassimo.

La spiegazione alla fine, dopo aver compreso la differenza tra i due personaggi, è spettacolare.
Tra la parte delle cuffiette (metti sempre le cuffiette in ogni storia, con un mp3, e adoro questa rindondanza. E' come una firma!) dove Byrion è stufo di parlare e parla attraverso la musica e quella in cui Jasper si ritrova di nuovo con Axel ma deve chiedergli se è lui, sono rimasta letteralmente folgorata dal ritmo, da come cambia già da metà storia, come ti coinvolge. Come riesce a farti amare dei personaggi che hai presentato in una One Shot. Non è da tutti, credimi.

Sei riuscita a creare il legame tra le personalità e ho notato un lavoro dietro a tutto questo davvero impressionante. Non deve essere facile riuscirci. Hai comunque parlato di una persona con un corpo che condivide altre personalità che anche loro sono convinte di vivere, di essere vere, e se non fosse per la spiegazione del nome di Axel che proviene da un fumetto, potevamo davvero avere il dubbio di chi fosse quello vero.


Ovviamente la storia non è solo scritta bene, ma riesce a trasmettere tutto. I tuoi dialoghi sono capaci di immedesimare totalmente il lettore, sono verosimili, sono intensi e sinceramente questa cosa è il motivo principale per cui questa storia funziona, oltre a tutto il resto. I dialoghi tengono banco, rendono le personalità decisamente a tutto tondo.

Ottimo lavoro Tecchan, e in bocca al lupo con gli esami.
Spero che, dopo esserti liberata finalmente dal peso della scuola tornerai a scrivere, perché ci vogliono più storie del genere e sinceramente ne ho bisogno.
Un bacio grande,
Miry

Recensore Veterano
03/06/18, ore 21:45

7°posto: Tenue - Solo che lui si chiama Axel 75/100

-Grammatica:
Ortografia 9/10
Un consiglio che esula dall’ortografia: se giustifichi il testo, ha un aspetto più ordinato e piacevole alla vista.
Per il resto, ho riscontrato l’utilizzo di “infondo” invece di “in fondo”; nel primo caso è verbo, nel secondo è congiunzione che, inoltre, andrebbe tra virgole, come inciso:
Infondo, compare per lo più nei suoi sogni;
Byron raramente esce e infondo non è nemmeno certo di poterlo fare;
infondo era nata per quello;
Ma a Jasper infondo non interessa;
- Credo che infondo sia quello che ha sempre voluto, starsene in santa pace a dormire, senza paranoie;
Lessico e sintassi 7/10
Ho riscontrato qualche imprecisione nell’uso della punteggiatura e una suddivisione delle frasi che tende a spezzare il ritmo del racconto (non so se volontariamente o involontariamente). Soprattutto all’inizio, concetti che potevano essere espressi in un’unica frase sono stati divisi per timore che diventasse troppo lunga.
Per esempio: “[…] o c’è chi magari è stato drogato. Alcuni hanno semplicemente bevuto e da ubriachi possono essere arrivati ovunque, ma ci sono anche persone che hanno il cervello un po’ andato[…]”. Io avrei unito la frase degli ubriachi a quella precedente, dividendo poi quella che parla della malattia mentale; in questo modo il concetto risalta maggiormente. Altro esempio: “[…] le immagini di fronte a lui sembrano sfocarsi tra loro. Il corpo di Axel che si alza, le grida…” Io avrei messo i due punti a collegare le due frasi e successivamente un punto, dal momento che l’una è la descrizione dell’altra mentre successivamente si ha una descrizione delle reazioni del dottore alla vista ed esula, leggermente dal contesto. Queste imperfezioni nell’uso della punteggiatura hanno inficiato la sintassi e il ritmo del testo rendendolo spezzato ma in punti che, a mio avviso, non andavano spezzati. 
Inoltre, tendi a concludere una frase e riprenderne le stesse parole con l’aggiunta di un dettaglio in più. Questo genere di espediente può andare bene un paio di volte, ma alla lunga stanca e diventa solo ridondante.
Cerca di costruire frasi più lunghe e complesse, senza spezzarle troppo con la punteggiatura, variando la stessa e non avendo paura di scrivere frasi elaborate (sempre che non diventino periodi lunghi chilometri) alternandole a frase brevi ed effetto, in modo che anche queste ultime risaltino maggiormente.
Per quanto riguarda il lessico, l’ho trovato fin troppo semplice e a tratti colloquiale con espressioni più tipiche del parlato che di uno scritto; non era molto vario e mi è parso piuttosto elementare e basilare, senza particolarità che lo abbiano contraddistinto e mi abbiano colpita
Stile: 7/10
Hai uno stile che è ancora in formazione, non so da quanto tempo tu scriva e non so se questo sia il tuo stile abituale, ma mi è parso molto incerto, ancora da definirsi, costellato di imperfezioni e errori tipici di chi è alle prime armi. Le proposizioni sono brevi, la punteggiatura è arbitraria, il lessico è molto ristretto ed elementare.
A mio avviso, devi ancora trovare uno stile che ti appartenga e ti contraddistingua, che può vertere anche sulla semplicità di un linguaggio che ricorda quello del parlato e del colloquiale ma che deve essere inserito in un contesto, comunque, letterario. Devi immaginare di scrivere un libro per un pubblico di ogni genere (anche nel caso in cui volessi rivolgerti a bambini e ragazzi), devi essere accattivante e sorprendente, ma senza esagerare e, sì, devi anche tirartela un po’ (almeno nel modo di scrivere: mostrare come ci sia una raffinatezza e un’eleganza di fono pur nella semplicità; una finta modestia in cui il linguaggio sembra molto basilare ma nasconde una grande ricerca…non so se mi sono spiegata):

-Trama:
Originalità: 7.5/10
Ho apprezzato soprattutto il fatto che, all’inizio, sembri la storia di due personaggi distinti e solo in seguito si scopre che, in realtà, sono la stessa persona; purtroppo, ho trovato il modo in cui avviene questa scoperta piuttosto banale e scontato, oltre che un tantino incoerente: se lui è convinto di essere se stesso, non penso crederebbe così facilmente a una ragazza che dichiara di essere una voce nella sua testa e che lui soffre di disturbo dissociativo; l’avrei gestita meglio, soprattutto perché le premesse stonano con il seguito (sembrava piuttosto sicuro che fosse reale, non è del tutto probabile che si convinca così semplicemente). Inoltre, ho avuto il sentore che la storia d’amore prendesse il sopravvento, lasciando in secondo piano quella della malattia che, in effetti, non si capisce bene come sia stata risolta. C’è un enorme buco, a mio avviso, tra la scena della canzone e l’epilogo: manca un vero e proprio scioglimento; con la sequenza della canzone ogni speranza sembra ormai perduta e nella parte successiva sembra tutto risolto e sistemato ma non si sa come, in che modo, se l’abbia aiutato il dottore, la terapia, lui stesso. Secondo me, è una parte fondamentale che potrebbe aver reso ancora più interessante tanto il rapporto con i due quanto la malattia, approfondendo entrambi e dandone nuovi significati. È una buona trama, interessante, con delle belle promesse ma che pare essere stata conclusa in maniera frettolosa, quasi non sapessi come farla proseguire.
Coerenza: 7.5 /10
Per coerenza intendo tanto la logicità tra le varie azioni e sequenze quanto l’inerenza con il contest e quanto richiedevo. per quanto riguarda il primo punto non ho nulla da ridire se non quel piccolo appunto riguardante la possibilità che un malato tanto grave si lasci convincere da una voce nella sua testa, soprattutto se crede che tutto quello sia reale. Il secondo punto è stato rispettato grazie all’espediente dei due personaggi distinti che si muovono in autonomia, hanno pensieri differenti e caratteri differenti quasi fossero, appunto, due persone diverse (molto bello il dettaglio degli occhiali, per evidenziare maggiormente questa distanza). Purtroppo, però, soprattutto nell’ultima parte, dopo la dichiarazione, questo aspetto è andato affievolendosi sostituito dalla storia d’amore e lasciando in secondo piano proprio questo disturbo. Se ne accennava, ma ho avuto l’impressione che non fosse l’argomento principale.
Scorrevolezza: 8/10
Nonostante la sintassi strana e la punteggiatura opinabile, la storia scorre in maniera fluida, soprattutto grazie all’aspettativa che crei con l’inizio misterioso e all’apparenza incomprensibile. Io avrei cercato di rallentare maggiormente la scoperta della verità, disseminando piccoli indizi che poi avrebbero portato alla conclusione. Con l’espediente da te scelto si perde un po’ della tensione narrativa che avevi creato con quell’inizio mirabolante. Altra nota dolente è la mancanza di una vera e propria risoluzione che lascia il lettore perplesso e insoddisfatto. È una storia che si legge in fretta, senza intoppo se non quello finale, in cui la vicenda si dipana lentamente per poi assumer un ritmo velocissimo (quello delle dichiarazioni della bambina), rallentare di nuovo con l’introduzione del fatto che il ragazzo non senta più le voci e ne senta la mancanza (solo accennato, purtroppo, ma sarebbe stato interessante sviluppare anche questo spunto) e il botto finale che lascia confusi perché non si capisce come sia riuscita a risolversi la faccenda; conduci a un’elevata tensione emotiva e crei molte aspettative per poi concludere in maniera frettolosa. Non si riesce a ottenere quell’effetto di sconvolgimento che volevi conferire.
-Personaggi:
Caratterizzazione: 7/10
I personaggi sono caratterizzati più da un punto di vista fisico che caratteriale; il dottore è un’ombra dagli occhi grigio-verdi che non sono riuscita esattamente a inquadrare: non mi è sembrato molto professionale e ho avuto l’impressione che fosse piuttosto indeciso ed emotivo; se questa è l’immagine che volevi dare di lui, non ho nulla da ridire, ma mi sembra strano che un medico si comporti in tal modo (pur essendosi innamorato del paziente) e, forse, avrei aggiunto qualche sfumatura in più (come a una storta di doppia faccia: quella che usa in pubblico e quella che usa in privato; ne hai accennato ma non è mai stato sviluppato come argomento).
Byron/Axel appare più interessante, soprattutto per merito di questa dicotomia in cui le due identità sono ben distinte da un punto caratteriale: da un lato il ragazzo timido, introverso, insicuro e dall’altro quello più intraprendente, vagamente menefreghista e più sicuro di sé (o sprezzante). Ha reso il personaggio più variegato e stratificato, dandogli un maggiore spessore. Purtroppo, ho avuto l’impressione che anche questo elemento non sia stato approfondito completamente: la coesistenza di due personalità tanto diverse avrebbe potuto portare a tutta una serie di comportamenti e atteggiamenti nei confronti di se stesso e degli altri che avrebbe sviluppato ancora di più il personaggio. Sono due personaggi più o meno abbozzati, ma che possono essere approfonditi e arricchiti ulteriormente.
Originalità: 7 /10
La scelta di un medico e di un paziente per questo genere di argomento è piuttosto scontata e, oserei dire, quasi obbligata. Ma, nel tuo caso, non sono presenti elementi che possano renderli personaggi unici, inediti, con caratteristiche che li elevino dal loro ruolo di “medico” e “paziente”; hanno una personalità piuttosto canonica e appena abbozzata, che non permette di farli distinguere e risaltare. L’unico che emerge un po’ di più è il ragazzo con il suo disturbo talmente radicato che è addirittura due persone diverse. Penso che questo sia il punto forte della tua storia.
-Gradimento personale: 7/10
La storia non mi ha emozionata particolarmente e non come avrebbe dovuto. Le premesse erano buone e ho apprezzato il piccolo colpo di scena in cui si scopre che i due personaggi, all’apparenza distinti, sono la stessa persona. Avrei puntato maggiormente sulla relazione tra il medico e il paziente, davvero interessante, soprattutto per il fatto che lo stesso pare avere una predilizione più per Axel che per Byron; così come avrei preferito una gestione meno banale e prevedibile delle rivelazioni circa la malattia di Byron e un approfondimento sulla presa di coscienza dello stesso che è un passaggio molto importante sia dal punto di visto dello sviluppo del personaggio sia da quello della trama. Non ho trovato quell’angoscia, quella suspense che mi sarei aspettata da un racconto simile; è ancora un po’ acerbo, scontato e prevedibile. La base è molto buona, ci lavorerei e la svilupperei sottolineando quegli aspetti che ti ho fatto notare (la gestione della relazione tra i due, la rivelazione finale, il percorso di Byron).
-Utilizzo pacchetti 8/10
Obbligo: 5/5: Ho adorato come hai gestito questo tipo di disturbo, non credo sia stato semplice rendere una cosa tanto complessa come la dissociazione; ma tu ci sei riuscita magnificamente: ho trovato davvero molto bella l’idea di due personaggi distinti che agiscono in maniera indipendente l’uno dall’altro, e all’inizio ho creduto fossero due personaggi diversi; invece, come Byron, anche il lettore si rende conto, a poco a poco, che sono la stessa persona, per quanto opposti e differenti. Questo espediente ha permesso di far capire perfettamente il disturbo e lo ha rappresentato in maniera esaustiva.
Bonus: 3/5: La canzone è stata inserita con un’espediente piuttosto comune, sebbene abbia un suo significato (il fatto che lasci sempre parlare gli altri al posto suo), ma, personalmente, ho sempre trovato questa canzone piuttosto forte e con un messaggio che non ho riscontrato nella tua storia se non per quelle poche righe in cui viene citato il testo; mi aspettavo che, quantomeno, la storia e fosse impregnata invece è stata, a mio avviso, relegata in quell’angolino. Stesso destino è toccato alla citazione su cui, però, hai lavorato maggiormente, insistendo sull’attaccamento del ragazzo alle sue voci e alla necessità delle stesse. Forse io avrei sottolineato maggiormente anche la solitudine del ragazzo, impiegando quelle parole in tutta la loro potenza.
 
-Totali: 75/100

Recensore Veterano
19/05/18, ore 22:46

Dire che il tuo racconto sia uno dei racconti con la struttura tanto articolata quanto sapientemente gestita e dalla trama tra le più interessanti e delicate ch'io abbia mai letto da quando ho iniziato a lasciare recensioni qui sul sito di EFP sarebbe davvero riduttivo.
Inizio subito col scriverti che l'ho letto tutto d'un fiato e che hai fatto un lavoro di ricerca e di elaborazione dei tratti di quelle che sembrano essere due persone del tutto diverse l'una dall'altra che penso proprio che meglio non avresti potuto fare. E lo stesso posso dire della descrizione dei sogni e della stanza d'ospedale, perché grazie a dettagli inseriti un po' qua e po' là mi hai aiutato a crearmi nella mente le immagini dei vari luoghi che Axel visita durante i suoi sogni - o visioni? -, il che ha reso la lettura ulteriormente coinvolgente. Vorrei essere io così bravo nel descrivere il setting senza sembrare una specie di guida turistica priva di alcuna emozione o coinvolgimento.
Per quanto mi riguarda, pur non essendo un medico - e con la mia ipocondria non potrei nemmeno pensare di diventarlo e a malapena potrei immaginarmi in questi panni -, direi che hai trattato il tema del disturbo dissociativo della personalità con razionalità e sapienza, il che mi suggerisce anche che il lavoro fatto di documentazione sia stato esaustivo e in grado di dare i frutti - spero - attesi. E l'idea del pseudo-triangolo medico-paziente-paziente, non mancando di puntare uno sguardo sui rischi legati alla professione del primo e alla posizione di inferiorità psichica del secondo (terzo) con cognizione di causa, è stata la ciliegina sulla torta.
Quello che sto per scriverti è un segno di quanto mi abbia coinvolto il tuo lavoro, perché quando faccio questo parallelo con interpreti o serie TV che apprezzo particolarmente, vuol dire che non mi sono limitato a leggere, ma sono andato oltre, cercando di dare un volto e un corpo a personaggi fino ad un attimo prima, per quanto interessanti, comunque vivi solo sulla carta. Il cinema quanto la televisione, anche se in misura diversa, sono stati il mio primo amore, che dura da quasi vent'anni, da quando con mia madre guardavo le telenovelas degli Anni '80 attorno ai cinque anni, passando per il classico epico-romantico 'Gone With the Wind' (...e di lì a poco a scoprire 'La pianiste' e prendermi una cotta permanente per la Divina Isabelle Huppert per passare ai film della coppia Ingmar Bergman-Liv Ullman, ma queste sono altre storie) e, dulcis in fundo, alle soap opera statunitensi, in particolare 'The Bold and The Beautiful' (...e altra cotta per la Divina Heather Tom, ma anche questa è un'altra storia). Quest'ultima è stata persino oggetto della mia tesina per il diploma, tanto per dire quanto facciano parte di me determinati prodotti e i lavori di determinati interpreti (un gruppo molto ristretto).
Spero tu conosca il teen-drama '13 Reasons Why' e il drammatico romantico 'Call Me by Your Name', perché quelli dei loro protagonisti maschili sono i volti che darei ai tuoi personaggi, senza dubbio. Li vedo corrispondere con le tue descrizioni (più o meno) e sono certo che sarebbero in grado di immedesimarsi nei tuoi personaggi a tal punto da vedere, sentire e provare quello che provano quest'ultimi come se fossero loro da sempre. Riferendomi alla giovane scoperta Timothée Chalamet per il doppio ruolo di Axel e Bryton e a Armie Hammer per il ruolo del dottore, parto dalla pellicola, nella quale hanno mostrato una chimica più unica che rara, palpabile e coinvolgente. In breve, cinematograficamente parlando, sono una coppia collaudata e che non mi dispiacerebbe rivedere riunita sul grande schermo, meglio se alle prese con personaggi e trama complesse come questo tuo lavoro. Riferendomi a Dylan Minnette e al lavoro svolto per indossare i panni di Clay Jensen, cito ora la serie TV, in particolare all'episodio undicesimo della prima stagione, nel quale mi ha strappato letteralmente il cuore dal petto e ha trovato uno spazio tutto suo nella mia mente, nell'archivio delle 'interpretazioni da ricordare e tramandare ai posteri', nonché nel suddetto mio gruppo ristretto dei migliori interpreti.
Per ultimo, non posso non citare la soap opera 'One Life to Live', perché ha fatto del disturbo dissociativo della personalità un pilastro delle sue trame per oltre quarant'anni, tanto da farne soffrire la sua protagonista, Victoria Lord, che tanta fortuna hanno portato alla sua (grandiosa) interprete Erika Slezak in forma di sei Daytime Emmy, il massimo premio per chi lavora in quel mondo e record per un'attrice dal lontano 2005. Nel 2012 ha ricevuto la nona candidatura al premio per un episodio nel quale interpreta tutte e sei le personalità di Victoria, una più diversa dall'altra.
La mia parola vale poco o nulla, ma con questo lavoro sarai da tenere d'occhio come autore. È una cosa positiva, per nulla negativa: non sono un pazzo o un maniaco, ma solo uno scrittore e lettore con gusti particolari, un ipocondriaco che apprezza un racconto che tratti di malattie. Non a caso, sono una macro-contraddizione fatta di tante piccole micro-contraddizioni... Ma se scritto bene, il prodotto può diventare una fonte di informazioni che potranno sempre tornare utili per il futuro, il che può sempre tornare utile.
L'unico appunto che mi sento di farti è questo: nei miei racconti, le battute dei personaggi sono inserite all'interno delle virgolette, perché così riesco a distinguerle senza difficoltà dal resto e visivamente parlando ha un maggiore impatto. È più un appunto che una critica, come spero si capisca.
In conclusione, ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e... davvero ottimo lavoro!

Recensore Veterano
17/04/18, ore 20:49

Molto bello il racconto, poi il fatto che ci sia il lato sentimentale tra due uomini, per me, è un valore aggiunto :P
Scherzi a parte, a mio avviso hai fatto un ottimo lavoro e all'inizio il senso di mistero mi ha spinto a voler continuare e man mano che capivo mi rendevo conto di quanto sei stata brava a rendere una situazione tanto complessa.
Mi piace molto la figura del medico, non tutta d'un pezzo, ma un essere umano con le sue fragilità che si è innamorato di un paziente, che sa quanti problemi una cosa del genere possa creare ma che, alla fine, accetta i suoi sentimenti, come è giusto che sia. Almeno, io sono felice che sia finita così^^
Complimenti ^*^

Recensore Master
15/04/18, ore 17:04

Buon pomeriggio.
Una storia ordinata, scritta bene e con cura.
Complimenti e in bocca al lupo per tutto.
Buona domenica :)

Nuovo recensore
15/04/18, ore 17:00

La storia è ben scritta, si vede che hai fatto ricerche al riguardo... Scorre anche molto fluida e coinvolge sin dall'inizio. Complimenti

Recensore Master
15/04/18, ore 14:23

Ciao carissima^^
osservare un vero distubo dissociativo, al giorno d'oggi, è rarissimo.
L'hai descritto molto bene, secondo me, riuscicendo a cambiare punto di vista in maniera così completa che il lettore pensa di avere a che fare con due persone diverse. E questa è anche la realtà, in effetti: se ne vedi uno vero, cambia letteralmente faccia, voce e fisionomia, a seconda che sia l'una o l'altra delle sue personalità.
Chiaramente, come peraltro anche nella realtà succede, le personalità sono in un certo senso "opposte": una è l'interfaccia sociale, chiamiamola così, e l'altra è la summa delle aspirazioni e dei desideri del paziente, spesso in contraddizione con l'aspetto "primario" della personalità.
Molto bello, complimenti!