Una vita vissuta, un viso vissuto non può che generare una poesia vissuta. Ti dirò che quando ne (ri)tra(tt)i quel tuo paragonarsi a Dorian Gray ho riso, riso di cortesia però, in quanto l'ho trovato sensibilmente infantile, come quei bambini che si vergognano. Detto con stima amico mio.
In fondo, senza per forza estremizzare le conseguenze delle esistenziali rughe che comunque comportano saggezza, ciascun essere umano prova, almeno una volta nella vita, quel senso di smarrimento individuale, sia dinanzi a se stesso, sia dinanzi agli altri con i ricordi che tediano e raschiano trascorsi non proprio lasciati alle spalle.
Ciò che può penetrarvi comporta l'ineludibile monologo della ragione, la quale prosegue il proprio corso come un fiume in piena, pronto ad abbattere gli argini della tranquillità spirituale e della sicurezza psicologica ma al contempo il saper poetare come fai tu, in qualche modo paradossalmente ne ricrea un qualcosa che metaforicamente chiamo "lifting"
Nel mio caso, avendo 36 suonati, sembro dieci anni più giovane, ho solo un po' di pancetta. Rispetto ai miei coetanei mi ritengo fortunato, tengo gli anni in pugno. Eppure non seguo una vita proprio salutare, visto che mangio cibi non proprio sani. Boh, saranno le seghe! (secondo uno studio fanno bene alla pelle) che ti devo dire?
Scusami, mi sono lasciato scappare... la mano.
Versi "rugosi" ma belli.
Alla prox!!! |