Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
03/11/22, ore 11:12

A ciascuno il suo: il perfido tenente de Ligne ha toccato con mano cosa si ottiene a vivere da debosciati, ben gli sta! Bernadette ha diritto ad essere felice come chiunque altro, forse questa felicità inaspettata potrà arrivare proprio dal suo nuovo "amico".

Recensore Junior
21/10/22, ore 07:29

In questo capitolo diciamo addio per sempre e senza alcun dispiacere al conte di Compiègne che tanti crimini ha commesso e che è stato ignominiosamente privato dei funerali, come succedeva a quei tempi con assassini, prostitute ed anche con chi si suicidava. Anzi che gli hanno consentito di riposare nella tomba di famiglia perché in genere i reietti stavano in terra sconsacrata. Fosse stato per me, lo avrei gettato tra le ortiche ed i rovi o scaraventato in una fogna, tanta è l’antipatia che mi faceva. Il suo comportamento con Geneviève è stato abominevole, non si è mai interessato del figlio, ha rubato importanti documenti di stato, ha rapito i figli di Oscar e di André, ha ucciso il conte Jules de Polignac, ha brigato per tutta la vita in affari oscuri ed in attività di spionaggio, ha ingannato una suora ed alla fine ha rapito la povera Bernadette, trascinandola nelle catacombe di Parigi. Io lo avrei lasciato là a marcire in mezzo alle ossa. Oscar ed André sono stati sin troppo buoni a convincere il parroco ad attenuare l’ostracismo ed a riservargli qualche preghiera. Giusto perché c’era il figlio adolescente ed incolpevole delle malefatte paterne altrimenti questo losco personaggio non avrebbe meritato un bel niente. Anche la sua degna madre ha avuto un destino migliore di quello che le sarebbe spettato. Ha perso la ragione a causa della morte del figlio e forse anche per l’età ed il fratello, già provato da un grave lutto, ha scelto di risparmiarle il manicomio, forse anche per non screditare ulteriormente la famiglia. Così questa donna crudele, vera artefice di tutti i mali della povera Geneviève, trascorrerà il resto dei suoi giorni priva della ragione, ma al caldo, al pulito ed al sicuro, ben nutrita e protetta, a differenza di altri malati di mente di sicuro meno malvagi di lei.
Interessante la presa di coscienza dell’esangue e scialba imperatrice Maria Luisa, una donna bruttina ed insignificante alla quale la necessità fa crescere gli artigli.
E’ ancora sposata con Napoleone, ma già conosce il conte von Neipperg, al quale probabilmente non si è concessa, ma con il quale ha elaborato un altro modo di tradire il consorte. Se non c’è già del tenero tra i due, questo ci sarà ben presto e lo si evince dalla convinzione e dall’enfasi con cui il conte perora la causa della sua signora e noi tutti ben sappiamo quanto sia arduo vincere le diffidenze oscariane. André invece è più possibilista, ma concordiamo tutti che lui è un buono.
Cosa può avere spinto una donna che apparentemente ha tutto a mettere a rischio la sua posizione e la sua persona, imbarcandosi in un’avventura più grande di lei? Oscar non si capacita delle motivazioni della regale consorte del suo avversario, qualcosa non le torna e probabilmente teme una trappola. Sarà André come sempre a farla ragionare ed a farle capire che l’esasperazione può portare a gesti disperati e che Maria Luisa di motivi per essere esasperata ne ha a iosa.
Spiazzante è stato per Oscar conoscere la doppia vita di Alain, dal quale la donna non si aspettava la menzogna né tantomeno la doppiezza, ma come le ha fatto giustamente notare André ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio e dopo tutto loro tre, ormai, combattono su fronti contrapposti da troppi anni per pretendere completa trasparenza o per stupirsi veramente di qualcosa.
Risoluta e forte è apparsa la figura del conte von Neipperg, uomo d’armi che qui si dimostra anche un abile diplomatico. Se ha tenuto testa ad Oscar, è pronto per qualsiasi altra missione diplomatica che la vita gli riserverà!
Ritroviamo poi la sfortunatissima Bernadette e la sua giustamente preoccupata madre che la accudisce, tentando di rimetterla in sesto fisicamente e psicologicamente. Tazze di brodo fumanti, bistecche e purè sono sicuramente buoni e rifocillanti, ma non bastano di certo a rimettere in buona salute la pallida e provata ragazza né a toglierla dall’angolo in cui le persecuzioni del tenente de Ligne l’hanno relegata. A Rosalie quindi non resta che fare la voce grossa ed imporre alla figlia di andare alle terme di Vichy, così come le era stato proposto già qualche giorno addietro, prima del suo disgraziato rapimento. Un applauso quindi all’ex piagnona di Lady Oscar, perché Bernadette sembra buona e cara, ma è determinata come pochi e costringerla a fare qualcosa non è affatto semplice. Perlomeno conosco il tipo e so che è così.
Interessante è anche come Rosalie si stia misurando con le sue parentele vecchie e nuove. Sapere della sopravvivenza di Jeanne le ha suscitato molte sensazioni contrapposte e scomposte e, facendo mente locale, è riuscita a capire il ruolo giocato da Albrecht von Alois negli intrighi dell’ultimo anno e mezzo e nei suoi stessi rivolgimenti interiori. Ecco la ragione del malore che la colse nel corso della giornata musicale e del cuore in gola che sentiva ogni volta che incontrava il giovane conte svizzero. A Rosalie non resta che concludere che la maternità ha fatto sicuramente bene a Jeanne, se l’ha trasformata da egoista senza scrupoli in persona capace di gesti di altruismo nei confronti di una nipote appena conosciuta. In effetti, come la stessa Rosalie nota, non c’è paragone tra il contegno tenuto da Jeanne verso la sorellastra e la gentilezza dimostrata alla nipote Bernadette.
E’ proprio Jeanne che rincontriamo nell’isola natale del dominatore d’Europa, quella Corsica selvaggia e ventosa che fa da cornice all’ultima parte del capitolo. E’ li – e precisamente nel luogo dove avvenne il concepimento di Napoleone da parte di due genitori indomiti guerriglieri – che è stato nascosto il tesoro dei cavalieri di Malta ed è proprio lì che ritroviamo Jeanne nell’atto di fare ciò che le riesce meglio, affondare le mani in forzieri colmi di tesori, facendosi scivolare monete e gemme tra le dita. Questa donna senza scrupoli si è lasciata dietro una scia sterminata di cuori infranti ed uno di questi è quello di Alain che ancora sanguina dietro una dura scorza. Lui recrimina contro di lei, lei tenta di salvare il salvabile con tutte le armi a sua disposizione, compresa quella della seduzione. Soltanto una donna sicura di sé, sfrontata ed eccessiva come lei può giocarsi la carta della seduzione oltre i cinquant’anni! Mentre Jeanne espone il suo Jeanne-pensiero, il suo figlio omonimo e degno successore tenta di estrarre la pistola, ma è stoppato da Alain. La madre lo avrebbe fatto andare fino in fondo? E poi c’è un duello, quello tra Oscar ed Albrecht von Alois alias Jean de la Motte. E’ sorprendente come questa guerriera indomita riesca a tenere testa con perizia ed agilità ad un uomo di trent’anni più giovane di lei ed ottimamente addestrato ed altrettanto sorprendente è come questa new entry riesca a tenere testa, sia pur alla fine essendo disarmato e perdendo, alla spadaccina più talentuosa di Francia.
Fenomenale è la scena del ponte di legno e corda che traballa sotto la corsa dei nostri personaggi e cede infine al taglio inferto ad esso da Jeanne. Incredibile la scena della caduta di Alain e di come questi riesca a tenersi ben saldo, resistendo alla forza di gravità ed allo strattone della corda ed arrampicandosi infine per risalire, strappando un plauso finale alla ladra che decide alla fine di salvargli la vita.
Spiazzante la frase finale di Jeanne, a chiusura del capitolo ed idealmente anche dell’infuocato e passionale scambio di battute intercorso poco prima con Alain e che qui ci appare come una sorta di testamento spirituale di quest’avventuriera: “Qualche volta, fare la carogna è la sola cosa che resta a una donna”. Sostanzialmente Jeanne afferma di essersi soltanto difesa. A noi appare difficile crederlo, ma forse per lei è proprio così.
E’ un capitolo davvero entusiasmante, ricco di sfumature e di caratterizzazioni azzeccatissime. Il dialogo tra Jeanne ed Alain ha raggiunto livelli altissimi, sempre in bilico tra una rabbiosa resa dei conti ed una disperata dichiarazione d’amore. Brava davvero!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
19/10/22, ore 21:24

Che bel capitolo questo!
La parte che mi è piaciuta di più è quella che si svolge in Corsica ed infatti Jeanne ed Alain sono due personaggi estremamente affascinanti e sarebbero anche stati ben assortiti se non fosse stato per il piccolissimo particolare che lei è una ladra ed una grande egoista, almeno prima di imbattersi nella maternità mentre lui, dietro la scorsa rude e villana, è un uomo onesto e buono.
Mi è piaciuto tantissimo il loro dialogo che ho trovato uno dei più passionali di tutta la storia. Lei è spiazzata, quando invece è abituata a spiazzare e tenta di riprendere il controllo della situazione anche se non è facile perché Alain è un uomo intelligente e volitivo e non uno dei babbei che è abituata a manipolare. Gioca la carta dell’incentivo (non prendere ordini, ma mettiti in proprio), poi quella dell’identificazione (siamo uguali, due carogne ribelli), poi quella dell’esaltazione, poi quella più morbida della seduzione. Lui però non si fa ingannare un’altra volta e non cede anche perché non è vero che loro due sono uguali. Alain è un uomo onesto, leale, affidabile, amante della famiglia e non un ladro randagio e senza scrupoli. Le parole che Alain rivolge a colei che ancora chiama Eve sono dure e sarcastiche, ma in esse si avverte un fondo di dolore ed un residuo d’amore e mi piace pensare che anche Jeanne sia ancora presa da lui e che tutto quell’insistere trovi fondamento non soltanto nel desiderio di farla franca, ma anche in quello di portare Alain via con sé. Ho trovato molta tensione erotica in questo rovente scambio di battute, di frecciate e di accuse. Sia Jeanne che Alain infatti sono molto sensuali e carismatici.
Per citare la canzone, c’è qualcosa di grande tra di loro ed infatti lui le salva la mano e lei gli salva la vita. Qualche volta fare la carogna è la sola cosa che resta ad una donna, ma Alain non ha mai mancato nei confronti di Jeanne e lei non può che prenderne atto. Quante cose nasconde quel sorriso di fine capitolo! Io ci ho trovato anche e soprattutto del rammarico perché Jeanne ha compreso che Alain è l’unico uomo che potrebbe rispettare ed amare, ma anche l’unico che non si farebbe manovrare da lei, che non potrebbe controllare e che non riuscirebbe ad attrarre al suo stile di vita criminale e sregolato. Il sorriso di Jeanne è amaro perché sono Oscar ed André a salvare Alain mentre a lei, che si trova dall’altra parte del burrone con in mezzo un ponte spezzato, non resta che la via della fuga. E’ stata proprio lei a recidere le funi del ponte di legno e di corda ed a rendere impossibile qualsiasi ritorno indietro. Alain resterà coi suoi amici mentre alla ladra più famosa di Francia spettano la decima parte del tesoro ed un cammino di solitudine. Meno male che c’è il figlio ad attenuarla ed a riscaldare la vecchiaia di questa donna fuori dell’ordinario!
Dicevo che di questo capitolo mi è piaciuta soprattutto la parte della Corsica che, in effetti, ne è il pezzo forte come si evince dal titolo. Leggendo le essenziali, ma potenti descrizioni del paesaggio ho capito che Napoleone non sarebbe potuto nascere che lì. Questi scorci aspri, brulli, difficili da raggiungere, battuti dal vento, perforati da caverne che si snodano nelle viscere della terra e che celano chi sa quali tesori ben si adattano a Napoleone che è solitario, orgoglioso, forte, resistente, sopravvissuto chi sa quante volte e mai disposto a morire. Napoleone è spirito d’avventura allo stato puro e tra quei monti e quelle brughiere di avventura ce ne è parecchia.
Questo figlio della Corsica venne al mondo in circostanze eccezionali, dopo la cessione della sua isola alla Francia. Alcuni patrioti irriducibili non accettarono questa situazione e si ritirarono in montagna, su quelle stesse vette battute dal vento che hanno ospitato i nostri eroi. Facevano blitz, scorribande e subito dopo si ritraevano nell’entroterra come la marea dopo avere colpito, perché chi è inferiore numericamente deve puntare sull’effetto sorpresa, colpire velocemente ed altrettanto velocemente ritirarsi. Di notte si nascondevano nelle caverne attendendo il sorgere del nuovo giorno.
Tra di loro c’erano anche Carlo Maria Buonaparte e la moglie Maria Letizia Ramolino. In una notte gelida, dopo una giornata di guerriglia ed in attesa del giorno successivo che sarebbe potuto essere l’ultimo, in una caverna celata negli anfratti delle montagne, concepirono Napoleone. Questo condottiero senza pari fu concepito là dove si combatteva, nell’intervallo tra un giorno di lotta ed un altro, nella parentesi tra un’imboscata ed un assalto, in quello stato d’animo di attesa euforica, di esaltazione bellica e di precarietà che tante volte deve avere provato lui in battaglia. E non dimentichiamoci la madre che ha passato i primi sette mesi di gravidanza spostandosi tra le montagne, assaltando contingenti nemici e dormendo nelle caverne. Leggendo la storia del suo concepimento e della gravidanza della madre ho capito che per lui non ci sarebbe potuto essere altro destino che quello del combattente. Quante battaglie avrà udito dentro il ventre materno, quanti colpi di fucile e di moschetto, quanti boati di cannone, quanti ordini urlati perentoriamente, quante esplosioni, quanti assalti di cavalleria, quanti moribondi contorcersi negli spasmi e quanti inni di vittoria? Napoleone era Napoleone e tutti gli altri non erano che dei dilettanti.
Leggendo queste righe ho capito che per il selvaggio ed isolano Napoleone ci voleva la selvaggia ed isolana Giuseppina mentre la delicata ed arciducale Maria Luisa non era pane per i suoi denti. Troppo male assortiti erano questi due coniugi ed il disagio infine è esploso nell’animo dell’imperatrice, spingendola a mettere la caverna del concepimento nelle mani del nemico. Oscar ha osservato che, con quella lettera, Maria Luisa stava arrecando un immenso danno al suo imperiale consorte. In realtà, con quella lettera, la donna stava facendo di più, stava consegnando al nemico il luogo segreto dove scoccò la prima scintilla di quella vita straordinaria.
Complimenti per questo bel capitolo molto ricco di significati oltre la trama! Vorrei leggerne altre di pagine intense ed avventurose come questa!
Green Tourmaline

Recensore Master
19/10/22, ore 10:11

Ciao Agrifoglio. Mi hanno colpita Oscar e André nella loro insistenza con il Parroco, mostrano sempre di essere delle persone meravigliose. Ho letto con interesse la lettera dell'imperatrice Maria Luisa e scopriamo del tesoro dei Cavalieri di Malta in Corsica. Come ha detto Oscar con queste poche righe l’Imperatrice arreca un grave danno al suo consorte ma ha le sue motivazioni. Quello che si nota é che Oscar e André non possono mai stare tranquilli in questa tua affascinante e avventurosa storia. Rosalie questa volta é davvero decisa e posso comprendere il suo stato d'animo. Alla fine non si deve stare poi cosí male alle terme di Vichy. La parte che mi é piaciuta di piú in questo capitolo é stata quella con Jeanne. Jeanne é sempre Jeanne nel parlare di diadema, brillanti, smeraldi, perle e ho letto con partecipazione il suo dialogare con Alain. Poi l'azione dove é suggestivo il ponte, il vento. Emblematico quel sorriso nel finale. Le immagini sempre ben scelte. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 19/10/2022 - 10:13 am)

Recensore Junior
18/10/22, ore 23:15

Un altro magnifico capitolo cara Agrifoglio che ci mostra al suo inizio che fine fanno i ribaldi che attentano alla pace degli altri Il conte di Compiègne ha condotto un’esistenza all’insegna del vizio e del crimine ed ha messo a dura prova la pazienza di tutti ed ora tutti sono ansiosi di sotterrarlo alla svelta e di non pensarci più . I funerali gli sono stati negati in quanto pluricriminale ed esclusivamente per non accrescere la vergogna del giovanissimo figlio Oscar ed Andrè riescono ad estorcere al parroco qualche preghiera per annacquare la damnatio memoriae e dare una parvenza di rispettabilità ad una vicenda molto scabrosa. Chi per un motivo chi per un altro tutti hanno disertato questa pantomima di esequie e quando la lapide è stata calata a copertura della cripta di famiglia tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Il figlio non userà mai il titolo del padre ,l’ex moglie non ha tardato a sostituirlo e la salute mentale della madre non è sopravvissuta di troppo al decesso del figlio segno che un legame simbiotico e non troppo normale li univa In tutto questo squallore attutito dall’assist generoso di Oscar ed André si è distinto l’intervento magnanimo del vecchio conte de Girodelle che malgrado gli attriti del passato, non ha esitato a provvedere alle esigenze della sorella ormai priva dell’uso della ragione anche se io avrei preferito vederla precipitare nella fossa insieme alla bara del figlio degenere ahahahahah!!!! André nel soccorrerla ha dato prova di assenza di perfezione e di una comune defaillance da essere umano come gli altri ahahahahah!!!!!!
Abbiamo poi scoperto le mire della principessa triste del diciannovesimo secolo, la dolente ed un po’ sbiadita imperatrice Maria Luisa In buona sostanza la diciannovenne sposa dell’ultraquarantenne Napoleone è stanca di tutto, della suocera delle cognate, dei cortigiani di un ruolo che non le calza a pennello ,di non poter vedere suo figlio e last but not least del consorte ingombrante e prepotente .Per uscirne fuori quale migliore soluzione che fargli lo sgambetto in modo da indebolirlo e coltivare la segreta speranza di tornarsene a casa insieme al bambino? Latore della missiva è quel conte von Neipperg che diventerà il suo amante e che qui troviamo nel ruolo indefinito di uno 007 che non si sa in quali rapporti sia con la sua signora Il conte ne perora la causa senza esporsi mai al cento per cento Alla fine riesce a convincere una recalcitrante Oscar ed un più possibilista ed indulgente Andrè ,ma il carico da undici lo mette la stessa Maria Luisa, svelando a conclusione della lettera che Alain qualche segreto al suo attivo ce l’ha Il nostro addirittura doveva curare la sorveglianza del tesoro dei cavalieri di Malta e ciò spiega l’interesse di Jeanne de Valois – Eve de Lis per lui. Sta di fatto che questa visita inaspettata ha aperto nuovi orizzonti ad Oscar che ora sa dove è ubicato il tesoro dei cavalieri di Malta e può sottrarlo a Napoleone anche se deve fare in fretta perché la concorrenza incombe ed è particolarmente agguerrita
Ci spostiamo a palazzo Jarjayes dove Bernadette sta trascorrendo la convalescenza a base di tazze di brodo e di bistecche con purè Scoprire che Jeanne è ancora viva ha procurato delle forti emozioni all’animo di Rosalie che finalmente si spiega tante cose come le attenzioni della misteriosa contessa de Lis verso sua figlia ( mai Jeanne era stata così sollecita verso di lei) ed il capogiro che ebbe la prima volta che incontrò Albrecht von Alois .Mai si sarebbe aspettata colei che per ordine di Jeanne fu crudelmente frustata, di dover ringraziare la stessa Jeanne per averle salvato la figlia dalle grinfie di quel degenerato del conte di Compiègne Apprendiamo anche l’origine del misterioso fazzoletto nel cassetto del comò origine che risale alla giornata musicale . Ricordavo la parte in cui Albrecht von Alois consolava Bernadette e le porgeva un fazzoletto, ma pensavo che fosse un episodio fine a se stesso e non generatore di tanto mistero……. Che il fazzoletto dovesse diventare un casus belli proprio non me lo sarei aspettata ahahahahah!!!! Invece non sappiamo che fine hanno fatto le lettere del perfido tenente de Ligne. Ad un certo punto però Rosalie cambia totalmente umore e si impone con decisione sulla figlia dicendole che a casa combina solo guai e quindi deve cambiare aria accettando l’invito di Oscar ad andare alle terme di Vichy .Bernadette abbozza una protesta, ma questa volta non c’è niente da fare perché la madre ha già deciso Mi domando cosa succederà di interessante a Vichy e come tutto ciò si integrerà con la trama generale e con le singole trame particolari. Come faranno ad impedire a de Ligne di seguire Bernadette? Con lo scacciacani? Con una fionda?
Arriva infine il pezzo forte del capitolo quella Corsica col suo vento ed il suo paesaggio brullo ed inospitale .Nella parte montuosa si celano più caverne ed in una di queste fu concepito niente di meno che il futuro imperatore In questa stessa caverna Napoleone ha celato il tesoro dei cavalieri di Malta . Grazie alle carte di Alain tra le quali ha frugato ,Jeanne è riuscita a carpire l’informazione ed infatti noi la ritroviamo nella caverna con le mani immerse nei tesori ,gli occhi da pazza ed una velleità da designer di diademi ahahahah!!!!!!!!!! L’incontro – scontro con Alain non tarda ad arrivare I due si sono piaciuti e continuano a piacersi, ma troppe cose sono successe dall’ultima volta che si sono frequentati Lui è sarcastico ed amareggiato mentre lei dopo un primo istante di sconcerto ha recuperato la sua lucidità proverbiale ed ha tentato con scarso successo di portarlo dalla sua parte La donna fa leva sulle similitudini che li legano, ma non ha dato la dovuta considerazione alle profonde diversità riassumibili in queste poche parole : entrambi appartengono ad una razza che non tollera padroni ,sono dei sopravvissuti, dei ribelli e degli anticonformisti ,ma lui non è una carogna di quelle cui accenna lei a chiusura del capitolo, ma un uomo d’onore che non tradirà mai la sua causa il suo destino ed i suoi amici .E’ molto bello il confronto tra questi due , così come sono belle le scene del duello e del ponte semovente Albrecht von Alois – Jean de la Motte si scaglia ,spada sguainata in mano , contro Oscar, ma lei gli tiene testa e lo disarma con la tecnica del mulinello Poi è la volta di Jeanne di essere disarmata quando punta la pistola contro Oscar, ma Alain si rifiuta di farle male sparando sulla pistola e non sulla mano della ladra ,così come dopo si rifiuterà di fargli male la stessa Jeanne che non avrà il coraggio di sparagli mentre lui si arrampica sulla fune da lei stessa recisa Formidabile la scena della corsa sul ponte traballante sospeso sul nulla e fenomenale è quell’altra in cui Oscar e Jeanne si guatano dalle due sponde opposte del crepaccio a sottolineare che si trovano su due mondi diversi e che in mezzo a loro c’è il baratro Io avrei voluto vedere un duello tra le due E’ troppo tardi per averlo? Ci sarà mai o ce lo dovremo dimenticare? Queste due eterne nemiche sono fenomenali :si attraggono come ferro e calamita e si respingono come due magneti messi vicini Due caratteri titanici a confronto ed in opposizione come Sherlock Holmes e Moriarty in versione femminile
Un altro capitolo mozza fiato dalle atmosfere incredibili, dai panorami fantastici ,dai colpi di scena inenarrabili e dai caratteri ben definiti ed affascinanti . Ti prego aggiorna presto!

Recensore Veterano
17/10/22, ore 21:01

Quasi quasi mi dispiace per Napoleone: tutte le sue mogli lo hanno tradito fornendo informazioni al "nemico". Ma d'altronde è noto che chi semina vento raccoglie tempesta.
Come è tempesta quella che sferza la Corsica dove troviamo Jeanne sempre metri avanti agli altri che, ancora una volta, arriva per prima a mettere le mani su un altro tesoro. Davvero sorprendente la sua tenacia, quella di una sopravvissuta e, in fondo, mettendosi nei suoi panni, se non fossero gli altri a mettersi sul suo cammino non farebbe male a nessuno, no? ;)
Ma l'età l'ha addolcita e probabilmente per Alain provava qualcosa di vero. Bella la scena finale con le due eterne nemiche che si fissano ai lati opposti del burrone forse con reciproco rispetto per la perseveranza nei loro intenti. Chissà se il destino le metterà ancora di fronte...

Recensore Master
17/10/22, ore 16:18

Carissima,
questo è un capitolo ricchissimo di transizioni di scenario, di cui mi restano impressi due personaggi e due momenti: il primo è il colloquio con Oscar di Neipperg, un personaggio che mi è sempre stato simpatico (al contrario di Maria Luisa, anche se, dice il detto, "Chi s'assomiglia si piglia"). L'altro personaggio, ça va sans dire, è quello di Jeanne, per la quale ho una speciale predilezione (una "cattiva con l'anima ... nera"), perfettamente a suo agio mentre affonda le mani fra gli ori e i preziosi.
Insomma, confermo l'assoluta unicità, se ancora ce ne fosse bisogno, di questa storia, e credo che mi sentirò un po' orfana delle scorpacciate ucroniche che mi ha fatto fare.
A prestissimo,
d

Recensore Junior
15/10/22, ore 23:05

Che squallore i non funerali del conte di Compiègne e quanto disagio e quanta vergogna hanno procurato! Dietro di sé quest’uomo ha lasciato soltanto macerie, un’ex moglie che non lo può vedere e che è venuta alla sepoltura insieme al nuovo fidanzato, un figlio il cui unico pensiero è cancellarlo anche dall’araldica, una madre impazzita ed una famiglia di zii – cugini che hanno fatto a scarica barile su chi ci doveva andare.
Il conte di Compiègne e la madre insieme sono vissuti ed insieme sono finiti, lui materialmente e lei mentalmente e menomale che c’era il fratello a deciderne la sistemazione altrimenti sarebbe finita in un manicomio e per lei sarebbe stato davvero meglio schiantarsi nella fossa!
Come al solito grandiosi Oscar ed André che si prodigano per attenuare il dolore di chi rimane. Il giovanissimo figlio del conte è quello che ha sofferto di più, trovandosi ad ereditare un titolo difettato al quale per sua fortuna può anteporre un altro più elevato. La madre non lo ha voluto lasciare solo, malgrado le angherie subite da quella coppia di mostri e poi vuoi mettere la soddisfazione di vedere la bara dell’ex marito calare nella fossa! Oscar ed André hanno fatto di tutto per mitigare la vergogna e l’emarginazione del giovane ed André ha salvato pure quella strega della contessa madre di Compiègne!
Poi finalmente scopriamo cosa aveva in mente Maria Luisa, la sfortunata moglie di Napoleone. In questa fiction le donne non sono molto fedeli all’imperatore e non se ne stanno a subire a braccia conserte e, se Joséphine de Beauharnais cacciata in malo modo da palazzo e dalla vita del suo amante si era vendicata rivelando ad Oscar la prossima imboscata ai danni del duca d’Enghien, Maria Luisa d’Asburgo Lorena rivela sempre ad Oscar dove è nascosto il tesoro dei cavalieri di Malta non per vendetta, ma per calcolo. Così facendo il marito godrà di minori risorse per potenziare il suo esercito e, se cadesse, lei potrebbe tornarsene a casa in Austria insieme a quel figlio che non le è dato vedere.
Oscar è naturalmente scettica di fronte alle parole del conte von Neipperg ed alle righe vergate dall’imperatrice e malgrado il gentiluomo austriaco si mostri rassicurante lei conserva le sue riserve mentali. Ci penserà André a sciogliere i suoi dubbi ed a fornire un’interpretazione sincera della lettera e delle rassicurazioni del diplomatico perché l’esegesi dello scritto e di quanto pronunciato fa propendere per la veridicità delle parole. E così Oscar dopo l’incontro con suor Leonilde che le schiude le porte delle catacombe di Parigi e del tesoro dei giacobini, a seguito del dialogo col conte von Neipperg e della lettura della lettera di Maria Luisa può fare i bagagli per la Corsica e per trovare anche il tesoro dei cavalieri di Malta.
Si respira aria di confidenze, ma anche di redde rationem a palazzo Jarjayes, nella stanza della graziosa, ma un po’ sfortunata Bernadette. Sarà la maledizione della governante, ma tutti i parenti stretti delle governanti di palazzo Jarjayes hanno una relazione privilegiata con la sfortuna cronica ed accanita. Perché, se André stava diventando cieco, la sua sfiga invece ci vedeva benissimo e se Bernadette si dava da fare per migliorare la sua sorte, qualcosa di negativo prima o poi le capitava sempre e gli incontri maschili che faceva erano tutti da potersene fare volentieri a meno.
Con pochi pensieri Rosalie ritorna al suo controverso e tormentato rapporto di amore – odio con la sorella ed a come questa sia un poco cambiata a giudicare dal contegno tenuto verso Bernadette. Che ci fosse un briciolo di invidia nelle considerazioni di Rosalie quando questa pensò che Jeanne fu migliore come zia che come sorella?
Mi è piaciuta la delicatezza di Bernadette, quando ha deciso di tacere per non interrompere le riflessioni materne, essendosi accorta che il dialogo con lei era in realtà un pretesto per dare forma ai pensieri della madre sulla sorella ritrovata e quel nipote appena conosciuto. Povera Rosalie, l’abbiamo lasciata moglie e sorella di ladri e la ritroviamo moglie, sorella e zia di ladri! Ci sarà per caso un mestiere che ricorre in quella famiglia?
Mi è piaciuto infine come Rosalie sia riuscita ad imporsi per una misera volta su Bernadette che con i suoi complimenti ed i suoi timori è riuscita costantemente a fare le scelte più sbagliate ed a mettersi nei guai. Rosalie rispolvera la sua autorevolezza ed un carattere che certo non le manca, ma che troppo spesso è stato nascosto sotto una maschera di lacrime ed ordina alla figlia di andare alle terme di Vichy. Chi sa se Bernadette riuscirà a rendersi utile, aiutando Antigone a far parlare Elisabeth Clotilde de Girodelle relativamente alla rottura del fidanzamento con Honoré o se la ragazza invece combinerà altri guai ai quali ormai è abbonata. E se alle terme sopraggiungesse il tenente de Ligne come già fece a Lille? Sarebbe tristissimo oltre che orribile!
Veniamo quindi al pezzo forte che dà anche il titolo al capitolo. Certo che quel vento di Corsica tirava forte e portava con sé tanti personaggi stupendi!
Innanzitutto mi ha fatto piacere apprendere tanti particolari interessanti sulla guerriglia di indipendenza corsa scaturita dalla cessione della Corsica alla Francia e scoprire in quali circostanze avvenne il concepimento di Napoleone! Certo che se le cose andarono davvero così, il futuro imperatore la guerra e lo spirito di avventura li doveva proprio avere nei geni!
Ritroviamo Jeanne nella posa che le è più congeniale, quella di mettere le mani in forzieri pieni di tesori con sguardo luccicante ed aria esaltata. Lei ed il figlio stanno caricando un carretto per trasportare il tesoro dalla caverna dove avvenne il fattaccio - il concepimento del grande corso- alla baia dove li attende il brigantino. Il pesante lavoro fisico non le impedisce di farsi accattivanti film su mirabolanti diademi a base di smeraldi, brillanti e perle. Ecco però che al ritorno dal primo di dieci viaggi, l’indomani ad attenderli c’è Alain ancora visibilmente scosso ed amareggiato dalla donna che ama.
Il dialogo che segue è uno dei più belli che ti abbia mai letto. Rabbioso e sferzante è lui, ma in realtà soffre molto e carismatica e forte è lei. Quello che colpisce di Jeanne e che emerge anche da questo scambio di battute è che lei ci crede veramente a quello che dice. Un certo vittimismo in questa donna io l’ho sempre constatato. Tornano i discorsi sulle cattive stelle e su una sorta di complotto mondiale per impedirle di essere felice, ma quello che Jeanne non vede o non vuol vedere e che Alain invece nota subito è che lei ci ha messo del suo nelle proprie disgrazie e nelle proprie cattive stelle perché se fosse stata più buona ed avesse compiuto azioni meno criminali il mondo non l’avrebbe ridotta a mal partito. Jeanne è stata morsa dal mondo perché lei è stata la prima ad azzannarlo! Jeanne sciorina tutto il suo repertorio per portare dalla sua parte Alain: esaltazione, vittimismo, fascino, seduzione, desiderio di indipendenza, accento sui molti punti in comune. Alain però non è uno sciocco e sebbene sia ancora preso da Jeanne – Eve e soffra ancora per lei non si fa irretire e soprattutto capisce anche la parte che Jeanne si è ben guardata dall’evidenziare: loro due sono simili, ma anche molto diversi.
Arrivano finalmente Oscar, André e le guardie reali e dopo un duello, uno sparo e tanti ribaltamenti di sorte –a proposito complimenti per la scena del duello, molto bella ed efficace! – Jeanne ed il figlio fuggono ed Alain li segue. Sembrano avere le ali ai piedi, neanche Mercurio era veloce come loro ed eccoli sfrecciare su un ponte di legno e di corda, come nei parchi di divertimento a tema! Qui però non c’è nulla da divertirsi e Jeanne mozza le funi e fa precipitare il ponte su cui stava correndo Alain che si salva soltanto grazie alla sua forza erculea ed alla sua prontezza di riflessi.
A questo punto però avviene qualcosa di inaspettato –ha qualcosa a che fare con la redenzione di cui parlava Rosalie? – e quel cuore di pietra di Jeanne risparmia Alain salvandolo da morte certa e ci mette pure un sorriso a suggello anzi due se si conta quello a chiusura di capitolo dopo l’arrivo delle guardie. Alla fine c’è la frase ad effetto, la citazione dell’ultima eclissi che riassume il Jeanne – pensiero: tanto rancore, tanto vittimismo, tanta smania di farcela, tanta autoassoluzione.
Come al solito tanti complimenti per questa ennesima perla!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Master
15/10/22, ore 21:21

Ciao Agrifoglio, con questo capitolo mi hai letteralmente sorpresa, eravamo rimasti addentrati nella profondità inquietante e sconvolgente delle catacombe parigine per poi riemergere e ritrovarci al cospetto di un altro " tesoro " nascosto: quello dei cavalieri di Malta , trafugato da Napoleone, di cui Alain ben conosceva il nascondiglio e che " stranamente " aveva rivelato a Jeanne. Già. Da chi altrimenti lei ne sarebbe venuta a conoscenza?
Fatto si è che ancora una volta, le due rivali , la rosa bianca e la rosa nera, si trovano una di fronte all' altra armate, ma ancora , per l' ennesima volta Jeanne fugge assieme al figlio dopo essersi assicurata una parte di refurtiva.
Alain non può o non vuole colpirla , e nemmeno lei.
C' è un breve confronto fra i due, Jeanne vorrebbe prenderlo dalla sua parte, è un uomo sicuramente che desta il suo interesse:coraggioso, valoroso e leale ,nel suo carattere indomito ,ribelle ed insofferente lei si riconosce in parte, tuttavia non è quella " carogna" avida di potere, danaro, fama che Jeanne pensa di circuire. Non assomiglia minimamente al suo Nicolas, né tantomeno al cardinale di Rohan, a tanti sgherri di cui lei si è sempre circondata per inseguire le sue brame.
La sua vita sembrava distrutta dopo il marchio di infamia e la prigionia ma ecco che, diventando madre ha potuto trasmettere al figlio le sue aspirazioni, ricevendo nuovi stimoli e ambiziosi progetti.
Chissà se veramente scomparirà con i suoi tesori trafugati, com'era venuta, oppure sarà catturata definitivamente?
Tante domande e alcune risposte anche in questo capitolo.
Mi piacerebbe che la povera Maria Luisa riuscisse a portare a termine il suo piano, fuggire assieme al figlio dopo il" tradimento " perpetrato ai danni dell' augusto consorte.
Si, mi accorgo che questa storia si sta avvicinando alla fine ma ci sono ancora misteri e nodi da sciogliere, forse anche qualche altro/ a defunto da seppellire.....certamente di Compiegne nessuno sentirà la mancanza.....
Ciao buona serata, a presto.

Grazie della risposta puntuale, ricordavo quel particolare di Alain ma non ci ho fatto caso, attribuendo il tutto a momenti di stress, tensione e preoccupazione. Invece no, l' artefice di quelle sparizioni era proprio lei, Jeanne Valois!
Attendo con curiosità il seguito!
(Recensione modificata il 17/10/2022 - 09:04 am)

Recensore Veterano
15/10/22, ore 16:14

Buongiorno Agrifoglio,
quanta azione in questo capitolo. Hai fatto correre anche il lettore per gli erti sentieri della Corsica, facendolo traballare sul ponte di corda.
Devo essere sincera, ho temuto che qualcuno dei nostri si facesse male. Soprattutto Alain che adesso dovrà dare qualche spiegazione. Ma Alain non è come Jeanne....sarà anche un ribelle, sarà anche tra quelli che non muoiono mai, ma le somiglianze finiscono lì.
Brava, aggiorna presto!

 

Recensore Junior
15/10/22, ore 02:33

“Qualche volta, fare la carogna è la sola cosa che resta a una donna”.
Anch’io come Ladybug avevo indovinato la citazione dall’ultima eclissi e l’ho ritenuta quanto mai appropriata per descrivere il Jeanne – pensiero.
Jeanne de Valois si è accorta sin da bambina della durezza della vita ed avendo un carattere oltremodo battagliero e poca attitudine al perdono ed alla generosità ha risposto ai ringhi con i ringhi, decidendo di diventare la carogna più carogna di tutti. Hai ragione Agrifoglio quando dici che Jeanne de Valois ha calcato un po’ troppo la mano ed ha preso questa frase un po’ troppo sul serio perché lei la carogna la fa sempre e non solo qualche volta ed oltretutto lei non è una semplice carogna, ma la CAROGNA per antonomasia.
La collana della regina non le basta più ed ora Jeanne de Saint Remy de Valois vuole ben due tesori e fa la spola tra le catacombe di Parigi e la Corsica per averli. Del resto la famiglia è cresciuta, al posto di Nicolas de la Motte c’è il figlio Jean aka Albrecht von Alois che sembra avere i gusti dispendiosi e le attitudini megalomani della madre ed un solo gioiello ecco che non basta più.
Lo scontro verbale tra la ladra più famosa di Francia ed il soldato più sfortunato del mondo intero è il punto clou del capitolo, come dice Fenice64. Jeanne passa dall’esaltazione alla seduzione, ma Alain è troppo deluso ed inoltre non è fesso e non si lascia manovrare ulteriormente. Quello che Jeanne non capisce o finge di non capire è che Alain è sì un ribelle ed un sopravvissuto, ma non è affatto una carogna bensì una brava persona e che se lei ha subito tante traversie come il carcere ed il marchio a fuoco ciò è accaduto per il suo cuore di pietra e le cattive azioni da lei commesse. Jeanne tenta di portare Alain dalla sua parte, ma non ci riesce. Alain vorrebbe essere senza padroni, ma si adatta ad averne, a differenza di Jeanne, se si accorge che questi lo superano ed hanno qualcosa di valido da dire. Alain è scalpitante ed irriverente, ma non è un ribelle ad oltranza e per partito preso e soprattutto non è una carogna, ma una brava persona.
Ad un certo punto però anche la carogna Jeanne si è addolcita ed ha compiuto azioni disinteressate. Ha salvato Bernadette dalle grinfie del pessimo Compiègne, mostrando alla nipote un affetto mai avuto per la sorella Rosalie. Ha salvato anche Alain, desistendo dallo sparargli mentre si arrampicava e consentendo ad Oscar, André ed alle guardie reali di tirarlo su. Distrugge il ponte mentre lui lo sta attraversando, ma non va fino in fondo e nel salvarlo sorride. Anche lui del resto l’aveva disarmata, rifiutandosi però di farle del male e mirando alla pistola e non alla mano di Jeanne. Una carogna dimezzata, una persona oramai invecchiata oppure una donna a cui la maternità ha fatto bene?
Il vento impetuoso ed il paesaggio brullo ed inospitale ben fanno da cornice alle avventure di questa senza Dio e le folate sottolineano ogni punto rilevante del capitolo. Lei è spigolosa come le rocce aguzze e con altrettanta facilità può ferire, ma per la prima volta ed inaspettatamente sceglie consapevolmente di non farlo.
Poi abbiamo una vecchia carogna, nella persona della contessa madre di Compiègne che di tanti torti si è macchiata, primo tra tutti quello di aver creato un assassino ed un vizioso. Ha perso la ragione dopo che è sopravissuta al figlio, ma a me personalmente non fa pena e mi sarebbe piaciuto se fosse caduta nella fossa! Il vecchio conte de Girodelle, suo fratello, si è dimostrato sin troppo buono e comprensivo impedendole di finire i suoi giorni in un manicomio o per strada. Quanto è stata malvagia questa donna ed ora emette gemiti ed ululati quasi fosse un animale selvatico ferito! Quando il figlio è morto ha perso di colpo la sua ragion d’essere, quel legame simbiotico si è spezzato e lei è rimasta sulla terra soltanto con il corpo, ma non con lo spirito. Ha tolto la dignità al marito ed alla nuora ed ora è lei ad averla perduta e soltanto il fratello ha arginato questa discesa inarrestabile, questa corsa nell’abisso.
Abbiamo anche una neo carogna in prova, quell’imperatrice Maria Luisa che tante traversie ha subito, rapita dal nemico storico della sua famiglia e di tutta l’Europa e da lui catapultata in una corte ostile, lontana anni luce dai fasti e dalle raffinatezze di Vienna.
Maria Luisa non ama il consorte, detesta la suocera e le cognate e si sente a disagio in una corte che non la capisce e che non capisce. Troppo militarizzati i cortigiani, perché quello di Napoleone è un impero maschio, troppo burini sono questi nuovi ricchi e soprattutto il re di Roma non si tocca anche se a volerlo abbracciare e cullare è sua madre.
Questa ragazza debole, allontanata proprio per questa sua fragilità dal figlio, ha dimostrato di non esserlo poi tanto e di imparare alla svelta. Si comincia a combattere il nemico indebolendolo ed è quello che sua maestà si appresta a fare. Se Napoleone fosse sconfitto, lei potrebbe tornare a casa con il figlio. La storia ha dimostrato quanto questo fosse un pio desiderio, ma l’importante è avere un sogno ed uno scopo.
Un pochino carogna in questo capitolo è anche Rosalie che trova il modo di imporsi sulla figlia e di far prevalere la sua volontà. La donna è preoccupata per la ragazza che da qualche mese sembra non imbroccarne una giusta e vorrebbe che Bernadette, dopo tanto patire, andasse alle terme per rimettersi in sesto e per cambiare aria visto che quella che si respira a Versailles ed a Parigi attualmente è abbastanza pestilenziale. Mi pare di vederla mentre tace, rimugina, cambia discorso ed alla fine sbotta. Ben fatto Rosalie, chi sa se Bernadette si rimetterà e chi sa se gli eventi volgeranno di nuovo al meglio!
Poi c’è Oscar che non è una carogna, ma che rischiano di farcela diventare con tutti questi colpi di scena e questi matti cui fare da balia. Termina un’avventura e subito ne inizia un’altra e la più grande è ancora da venire perché prima o poi la carogna numero uno, Napoleone, reclamerà lo scontro finale e la vittoria per sé e per la sua filosofia di vita che semina morte e distruzione.
Defunta è la carogna – maschio, quel conte di Compiègne che crea problemi pure da morto. I funerali sono negati, la famiglia lo porta lontano da Parigi per smorzare lo scandalo ed anche qui scoppia il caso. Oscar ed André convincono il parroco a recitare qualche preghiera affinché il figlio adolescente ed innocente non sia umiliato più del dovuto, ma il clima è quello che è ed il lestofante quasi chiama dall’aldilà la sua ingombrante madre, come se dovessero continuare a stare insieme e quel legame malefico non si dovesse spezzare. Quel che è certo è che quando la lapide è calata a coprire la cripta dei de Compiègne e con essa una vita disordinata ed abortita tutti provano un grandissimo sollievo. Il conte di Compiègne non mancherà a nessuno e già l’ex moglie si è presentata al funerale col nuovo fidanzato. Ad maiora!
Molto bello ed interessante questo capitolo, sono curiosa di leggere il seguito. Mi piacciono questi aggiornamenti ravvicinati che non spezzano il ritmo e che consentono di ricordare meglio i capitoli precedenti! La descrizione dei personaggi è sempre puntuale e credibile ed i dialoghi sono convincenti e coinvolgenti!

Recensore Master
14/10/22, ore 12:41

Ciao Agrifoglio,
ecco un altro capitolo che, finalmente, svela alcuni segreti e sembra, dico sembra perché non si sa mai cosa ancora potrebbe accadere a seguito di questo ritrovamento, porre la fine ad una ricerca durata tantissimo tempo, nella quale si sono profusi sforzi di vario genere ed energie anche intellettuali per cercare di localizzare il famoso tesoro dei Cavalieri di Malta.
Ma andando per ordine, ci ritroviamo al funerale di quel manigoldo assassino del Conte di Compiegne. Un funerale celebrato in sordina al quale hanno partecipato sia il figlio che la ex moglie, la quale non voleva lasciare solo il figlio in questa occasione. Sono intervenuti anche Oscar e André per accompagnare la famiglia Girodel, con l’anziano padre del compianto Victor e la moglie di quest’ultimo che mai si era ripresa dalla morte prematura e cruenta del marito.
Abbiamo incontrato nuovamente la madre del conte, impazzita chissà se per il dolore o per cosa altro, fatto sta che, per una persona nelle sue non stabili condizioni mentali ci sarebbe stato un destino terribile, se il vecchio Girodel non fosse stato mosso a compassione per quella sorella e le avesse accordato un rifugio in campagna dove poter essere curata e accudita fino alla fine dei suoi giorni, risparmiandole così un tratto di inferno in terra, destinato normalmente all’epoca ai malati di mente.
E mentre si chiude un lunga parentesi, che ha tenuto i Nostri sulla corda per moltissimo tempo, e con inganni su inganni, ecco che una mano viene porta per il ritrovamento del famoso tesoro, e questo aiuto giunge inaspettatamente dalla moglie dell’imperatore, la quale, con una lettera consegnata nelle mani di Oscar tramite il conte Von Neipperg, comunica il luogo dove è stato tenuto gelosamente nascosto il tesoro da parte di suo marito. Con questa rivelazione ella spera di poter depotenziare l’esercito di suo marito e fare ritorno a casa sua insieme al figlio che non può vedere e crescere come vorrebbe. Maria Luisa sembra sincera e svela anche che Alain sia una delle persone che hanno dovuto sincerarsi della validità del nascondiglio del tesoro.
Oscar e André non sembrano voler prendere le parole dell’imperatrice per oro colato, ma insieme le stanno soppesando, come soppesano la figura di Alain, che ha tenuto alcuni segreti proprio con loro, anche se entrambi devono ammettere che la cosa sia stata reciproca, poichè anche loro hanno tenuto nascoste certe informazioni a lui, proprio perché non militavano più dalla stessa parte ormai da troppo tempo.
Ed ecco che ci troviamo in Corsica, in quel territorio brullo, fatto di colline e caverne, nascondiglio ideale per celare qualcosa di prezioso. Sembrano tutti si siano dati appuntamento: Jeanne è con le mani nei forzieri e, con la sua fantasia, sta già fantasticando come potrà essere la sua prossima vita insieme a suo figlio. Ma a quell’appuntamento c’è anche Alain, che ancora non riesce a comprendere il tradimento nei suoi confronti da parte della donna. Secondo Jeanne anche Alain è come lei, un uomo ribelle che non vuole piegarsi alla volontà altrui, un lupo solitario che combatte per se stesso. Molto d’impatto lo scambio verbale tra i due, che condurrà alla scena della pistola con la quale Alain disarma semplicemente Jeanne, che l’aveva rivolta verso Oscar, prima di riuscire a fuggire mentre il figlio ingaggiava un duello con Oscar stessa. Il risultato finale di tutto questo trambusto è che Jeanne e il figlio sono riusciti a farla franca una volta di più, ma il tesoro è stato recuperato e verrà riconsegnato ai legittimi proprietari.
Un ultimo sguardo anche alle vicissitudini di Bernadette, la quale, su ordine perentorio di sua madre Rosalie, partirà per le terme di Vichy a far compagnia ad Antigone e a Elisabeth Clotilde, come avrebbe dovuto essere sin dal principio, prima che alcuni eventi precipitassero fino al rapimento della ragazza. Rosalie in questo caso si mostra intransigente, e prende decisioni anche per sua figlia che non sembra più lei a causa di tutti gli eventi negativi che l’hanno toccata e abbattuta. Ora lei spera che, quel lasso di tempo passato lontano, possa ridonarle la figlia solare e propositiva di prima, in modo tale che possa ripensare con lungimiranza ad un futuro possibile anziché continuare a chiudersi a riccio o peggio piangersi addosso. E, in questa occasione di confronto tra madre e figlia, veniamo a sapere il perché del malore di Rosalie alla vista del conte Von Albrecht, del ritrovamento del fazzoletto da uomo con le strane iniziali fra le cose personali di Bernadette, anche se le famose lettere di de Ligne sono apparentemente scomparse. Non da ultimo lo stupore di Rosalie per il salvataggio di sua figlia ad opera di Jeanne, cosa che mai si sarebbe aspettata da sua sorella per come l’aveva conosciuta, non pensando che potesse albergare nel suo cuore un qualche sentimento altruistico di cui mai aveva dato adito che esistesse.
Un altro capitolo interessante che ha donato altri tasselli che continuano a comporre il mosaico della tua storia.
Sempre e ancora complimenti e un caro saluto.

Recensore Junior
14/10/22, ore 00:13

Buona sera Agrifoglio. Un capitolo quasi tutto incentrato sulle figure femminili e su ciò che arrivano a fare per quella che, secondo loro, è una buona causa. Qualcuna è più "carogna" delle altre: Jeanne è sempre in cima alla top ten, ma, forse, ha voluto veramente un po' di bene ad Alain che le ricambia la cortesia, tanto per fare un'altra citazione, al contrario però.... L'Imperatrice impara a fare politica e Oscar trova il Tesoro di Malta. Intanto Rosalie riesce a mandare Bernadette alle terme, dove ci saranno altri nodi da sciogliere. Una donna che per tutta la vita è stata una grande carogna ha perso il senno dopo aver perso il figlio ma non viene punita ma perdonata. Veramente magnanimo il Conte de Girodel. Complimenti, ancora una volta la tua scrittura coinvolge e convince.

Recensore Master
13/10/22, ore 19:52

Innanzitutto complimenti! Parto dal fondo e dalla citazione: è ciò che dice la datrice di lavoro di Dolores Clayborne nel bellissimo film "L'ultima eclissi ",film che amo molto. L'Imperatrice Maria Luisa indica l'ubicazione del Tesoro di Malta per rallentare il marito e tornare in Austria col figlio. Il funerale di Maxence è fatto in sordina ma Oscar, André e l'anziano Girodel fanno in modo di non umiliare il giovane Marchese e Geneviève, che ne ha già passate tante. Rosalie, finalmente, riesce ad imporsi alla figlia e a farla andare alle terme. Jeanne è una carogna...ma, nonostante riesca a fuggire col figlio, non infierisce su Alain, anzi gli salva la vita. La maternità le ha fatto bene. Attendo il seguito con curiosità. A presto.

Recensore Master
13/10/22, ore 15:23

Jeanne non ha tutti i torti sulle cause delle sue azioni, ma sono le azioni ad essere sbagliate! E poi, è riuscita a fuggire ancora una volta..