Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Junior
09/10/22, ore 12:42

Che bello questo capitolo che risveglia centinaia di sensazioni a partire dall’angosciante discesa nel regno delle tenebre, fondamentale per trovare il tesoro dei giacobini, ma della quale avrebbero fatto tutti volentieri a meno!
Spiazzante l’elenco delle personalità le cui nude ossa furono accatastate lì, insieme a quelle di tutti gli altri, nell’anonimato più completo. Sic transit gloria mundi! Tra l’altro la tua è un’ucronia, ma nella storia reale, dove le cose andarono molto peggio, nelle catacombe di Parigi finirono anche i resti di madame Elisabeth, la sorella di Luigi XVI che nella tua storia invece si salva come tutti gli altri.
Hai descritto molto bene l’acuirsi del disagio dei vari viaggiatori di questa discesa agli inferi, riecheggiato dalla scritta dantesca sulla porta. Il senso di oppressione e di claustrofobia aumenta sempre più e si manifesta nei capricci del tenente de Goncourt, nella rivendicazione delle competenze delle guardie municipali e nella sensazione del cacciatore Lisimba di non essere soli. Si cerca di sdrammatizzare e di vedere le cose meno nere, ma intanto i ghigni e le orbite vuote dei teschi accompagnano i passi dei nostri protagonisti, a ricordare che la loro è una condizione transitoria mentre lo stato definitivo è quello degli scheletri.
Impressionante il suono in lontananza di cose dure che cadono, probabilmente ossa urtate dagli sgherri il cui suono secco è amplificato dall’eco.
Tutto ciò è profondamente angosciante e paradossalmente quando arrivano gli sgherri la situazione migliora perché il pericolo incombe, ma almeno è umano e contrastabile con mezzi umani. Spari e clangori di spade incrociate rimbombano in quegli ambienti vuoti, contornati da ossa, che si infrangono al contatto coi corpi planati perché spinti. Orribile quel teschio che si spacca spargendo intorno i denti, selvaggio Lisimba che combatte a colpi di ossa e divertente Alain che sbatte le teste di due aggressori come fossero dei cimbali! Al di sopra di tutti però ci sono Oscar ed Andrè che combattono come due leoni.
Il colpo di scena più grosso di tutti è stato il ritorno della dark lady della storia, quella Jeanne de Valois indomabile col suo perenne sguardo di sfida e lo scintillio verde negli occhi insolenti. C’è qualcosa di selvaggio e di primordiale in lei che ha trasmesso in suo figlio che sembra la sua versione maschile anche nel nome di battesimo. E’fredda, determinata, sempre piena di risorse ed imbattibile, ma qui ha anche sviluppato un animo più umano che si manifesta nel salvataggio di Bernadette, quella nipote che nei colori ricorda più lei dei suoi stessi genitori. E’ sola contro tutti, quando arriva il figlio sono soltanto in due, ma questo non la impensierisce né la induce a credere che la partita sia finita.
Insopportabile ed indisponente, ma sempre molto affascinante è suo figlio che ha manipolato, ammaliato ed usato le ragazze bene della sua generazione per arrivare a mettere le mani sul tesoro che giaceva in una distesa di ossa.
Madre e figlio sono due criminali che però non difettano di coraggio e di intraprendenza. Il re dei vigliacchi alberga invece nel conte di Compiègne che si fa precedere dagli sgherri da lui assoldati e solo dopo che questi falliscono si presenta di persona, facendosi scudo di una ragazza di venti anni inerme e terrorizzata che sarebbe potuta essere sua figlia. Biascica due minacce che saranno anche le sue ultime parole, il testamento morale di chi moralità non ha. Un buco in fronte e via, a sancire la fine di una vita mal spesa. Colui che si sposò con uno stupro e si disinteressò del suo stesso figlio è morto per mano di una donna diabolica che neppure una condanna del parlamento di Parigi e le carceri del re di Francia riuscirono a fermare. Lui ha perso la vita per mano di una persona più carismatica, lei ha semplicemente buttato la spazzatura.
Il conte di Compiègne muore, Bernadette crolla, Jeanne de Valois ed il figlio fuggono ed Oscar ha un calo di tensione e riflette. Quanto sta costando la lotta contro Napoleone!
Attendo con trepidazione il seguito perché Jeanne de Valois ed Albrecht von Alois sono ancora a piede libero mentre il tesoro dei cavalieri di Malta non è stato ancora trovato, ma fa gola a tutti così come l’altro. Alain ha ricevuto una grossa delusione, passata la fase più cocente della quale potrebbe desiderare vendetta. Antigone accetterà finalmente la corte di Grégoire Henri de Girodelle? Perché Elisabeth Clotilde de Girodelle ha rifiutato il povero Honoré? Poi rimangono alcuni nodi tutti collegati a Bernadette: che ne è stato delle lettere? Cosa significa il fazzoletto con le iniziali che, a questo punto, sono del figlio di Jeanne? Il tenente de Ligne si farà una ragione del rifiuto di Bernadette o continuerà a perseguitarla? Fra Bernadette ed il marchese de Saint Quentin sboccerà un sentimento più profondo della semplice amicizia?
Sono aspetti che pesano e che pungolano la fantasia del lettore. Oltre questi, c’è un particolare insignificante, Napoleone che incombe.
Resto in attesa di leggere il prosieguo di questa storia fantastica e multiforme che mai mi ha deluso.
Aggiorna presto!

Recensore Junior
08/10/22, ore 21:19

Mi è molto piaciuto questo capitolo a partire dalla parte storica dove si descrive come si è arrivato alla realizzazione delle catacombe di Parigi. Sono state messe insieme due diverse esigenze, quella di stabilizzare il suolo parigino riempiendo il vuoto lasciato dallo sfruttamento della cava di calcare in profondità e quello di decongestionare i cimiteri della capitale che si trovavano in una situazione prossima al collasso. L’episodio del temporale che fa crollare un muro e dei cadaveri che si riversano nelle strade circostanti ed alcuni persino nella cantina di un ristorante è semplicemente disgustoso, degno di film dell’orrore come Poltergeist. Immagino quel ristorante che clientela dovesse avere e quante stelle nelle guide Michelin dell’epoca!
Mi sono piaciuti anche i vari colpi di scena che ci sono stati, dalla comparsa di Jeanne de Valois de la Motte che io non mi sarei mai aspettata, alla scoperta che Albrecht von Alois è suo figlio. Bella la trovata di von Alois – Valois e bella questa coppia diabolica molto meglio bilanciata di quella Jeanne de Valois – Nicolas de la Motte! Quindi il fazzoletto da uomo con le iniziali JdlM appartiene ad Albrecht von Alois – Jean de la Motte, ma perché quest’ultimo ha lasciato un fazzoletto nel comò della cugina? Da ciò che si è visto in questo capitolo, Jeanne e Jean sono dalla parte di Bernadette e quindi è da escludersi che volessero incastrarla per qualcosa e farla incolpare di una relazione illecita, agli occhi di chi poi, se la ragazza non è sposata?
Mi ha fatto piacere che Bernadette si sia salvata e sia scampata alla violenza sessuale, come il rapimento mi aveva fatto temere. Certo, essere narcotizzata, legata, imbavagliata e trascinata con una pistola puntata alla tempia in mezzo ad un mare di morti non deve essere stata una bella esperienza ed infatti Bernadette alla fine è svenuta, ma l’importante è uscirne vivi ed in buona salute, poi il tempo aggiusterà tutto. In definitiva Bernadette è giovane ed avrà modo di risollevarsi. Temo, però, che le disgrazie della poverina non siano ancora finite perché le lettere inviatele dal tenente de Ligne sono state rubate e perché lo stalker de Ligne è ancora a piede libero e non credo che vorrà desistere ed interrompere la persecuzione. Bisognava rinchiuderci lui nelle catacombe di Parigi, nella parte inesplorata a rischio di crollo e di smarrimento!
Mi è piaciuto anche il ruolo ricoperto da Lisimba che simboleggia il riscatto di un uomo da una vita di inferno fino ad una di rinascita. Il poveretto era stato catturato dagli schiavisti ed imbarcato su una nave negriera, ma ecco che con l’aiuto di Oscar ed André ha avuto la possibilità di costruirsi una nuova vita, lontana da soprusi e violenze. Non si limita a fare il valletto, ma ha ricevuto anche un’approfondita istruzione ed ora si è reso parte attiva in una delicata missione dove ha messo a frutto il suo sesto senso da cacciatore della sua vita precedente e dove si è valentemente difeso a colpi di ossa.
Suggestiva ovviamente la descrizione delle catacombe di Parigi, un macabro memento mori nelle viscere della terra. Avevo sentito anch’io che ci organizzano rave e party illegali in quelle gallerie e ci sono dei film a questo proposito. Che gusti stravaganti però!
Mi è piaciuta la trovata di André di utilizzare i gomitoli di lana per non perdere la via. La mitologia applicata alla necessità per chi afferma che gli studi classici non servono. E poi magari la nonna lo metteva a reggere le matasse con le mani mentre lei faceva il gomitolo e se non obbediva erano mestolate! Che suspense quando Oscar ha urlato che il filo era stato mozzato, ma se vogliamo era prevedibile! E che suspense quando André si è chinato per riannodare i due capi dei fili di lana ed è stato aggredito da uno sgherro del conte di Compiègne!
Un po’ mi è dispiaciuto per la morte del conte di Compiègne. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso, ma la redenzione è arrivata per il duca d’Orléans, per il cardinale di Rohan e per la contessa du Barry e sarebbe potuto cambiare in punto di morte pure lui. Ciò che rendeva differente questo personaggio dagli altri però ne rendeva anche estremamente difficile la redenzione. Il conte di Compiègne era vigliacco, vanesio, infingardo, viscido, meschino, crudele, immorale, egoista e tutto ciò era di ostacolo ad una presa di coscienza ed alla salvezza finale. Era un personaggio che dalla sorte aveva avuto molti doni che però non ha saputo mettere a frutto e far prevalere rispetto alle cose negative. E’ stato vittima di se stesso e la mano di Jeanne è stata armata da tutte le scelte sbagliate che lo hanno portato, errore dopo errore, a rapire Bernadette ed a scendere nella catacombe per appropriarsi di un tesoro sul quale non vantava alcun diritto. Nessuno sentirà la sua mancanza se non la perfida madre che però vedeva in lui una prosecuzione di se stessa più che una persona autonoma con una dignità sua. Non ha coltivato la moglie né il figlio e non ha lasciato nulla dopo di sé. Se vogliamo era già morto, invecchiato precocemente dal vizio e sopravvissuto alla sua bellezza ed a tempi migliori. E’ morto in mezzo ai morti ed anche Oscar che generalmente era compassionevole ha concluso i suoi pensieri con una nota di biasimo per lui, osservando che era quasi impossibile pensare che fosse cugino del prode e nobile Girodelle.
Un capitolo davvero degno di lode e di alto pregio!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior
08/10/22, ore 00:53

Questo è il capitolo dei colpi di scena oltre che di molti misteri svelati.
Che colpo di scena fenomenale il ritorno della contessa de la Motte! Tutti la credevano morta a partire da Oscar ed invece lei era viva e tramava nell’ombra per mettere le mani su ben due tesori. C’era proprio lei dietro la contessa Eve de Lis che infatti andava sempre in giro con una veletta per non farsi riconoscere. Possiamo immaginare perciò che se non ha mai avuto rapporti con Alain malgrado non fosse né timida né devota era per non fargli vedere il suo corpo sfregiato. Ed ecco perché aveva lo stesso colore di occhi di Bernadette e perché si interessava a lei e le faceva tanti regali, perché era sua zia! Ma come ha fatto Jeanne de Valois a scampare alla morte durante l’esplosione del rudere in cui si era rifugiata? Dove si è nascosta in tutto questo tempo? La rivedremo in circolazione?
Un altro colpo di scena eccezionale è stato quello sull’identità segreta, ma non troppo, di Albrecht von Alois, l’affascinante e misterioso conte svizzero che tanti cuori ha rubato ed infranto nel poco tempo di permanenza a Parigi ed a Versailles. Il giovanotto altri non era che il figlio di Jeanne de Valois e von Alois infatti è una modifica del nome Valois. Questo furbacchione ha usato tutto il suo fascino per manipolare fanciulle vanitose o ingenue, insinuarsi nelle loro famiglie e carpire informazioni riservate. Un po’ la stessa cosa che sua madre ha fatto con Alain che in questa storia è un pochino sfortunato. Anche lui aveva lo stesso colore di occhi di Bernadette oltre che della madre ed anche lui si interessava alla ragazza, proteggendola dal turpe tenente de Ligne e ne ho capito la ragione.
Questa coppia diabolica ha rinverdito i fasti dell’altra che accanto a Jeanne vedeva Nicolas de la Motte. Ora il posto del padre è stato preso dal figlio che mi sembra molto più abile e pericoloso di lui. Jeanne de Valois e suo figlio mi sembrano alla pari e non c’è uno dei due che va a rimorchio come era per Nicolas.
Abbiamo inoltre visto chi ha rapito Bernadette. Io avevo pensato al tenente De Ligne a scopo di libidine ed invece il colpevole era un altro e con ben diverse motivazioni! La ragazza è stata presa come ostaggio dal conte di Compiègne che voleva barattare la salvezza di Bernadette col tesoro dei giacobini senza però fare i conti con la determinazione di Oscar e con la destrezza di Jeanne de Valois. E’ stato davvero abile questo criminale a recitare diversi ruoli ed a seguire la pista meglio di un cane molecolare! Alla fine è riuscito a mettere insieme un discreto numero di sbandati ed a rapire Bernadette in pieno giorno ed in pieno centro. Si trattava senza dubbio di un uomo pieno di intelligenza, di furbizia e di risorse, tutte mal spese. Questa vita tutta dedita al vizio ed al delitto lo ha portato al suo appuntamento con il fato ed in effetti un altro grande colpo di scena è stata la morte di questo personaggio sgradevole, ma spesso determinante come motore propulsore della trama. Un unico sparo, un piccolo foro in fronte ed ecco che assistiamo all’uscita di scena di uno dei pezzi forti della storia, comparso nei primi capitoli. Questa uscita di scena coincide con l’arrivo di un altro pezzo da novanta eppure la morte a pochi capitoli di distanza di Girodelle, del duca d’Orléans ed ora del conte di Compiègne mi fa sospettare che la fine della storia sia vicina.
Dal punto di vista della narrazione sono stati validi colpi di scena la recisione del filo del gomitolo di André, l’aggressione subita da lui nei cunicoli e l’assalto improvviso degli sgherri del conte di Compiègne. Si è trattato di una scena corale e di forte impatto emotivo con una resa scenica fenomenale!
Il colpo di scena per eccellenza è il ritrovamento del tesoro dei giacobini, celato nell’impero della morte ed infatti esso era il frutto di massacri, assalti a castelli ed a palazzi e di ricatti. Si trovava però in mezzo ad un laghetto sotterraneo e l’acqua rappresenta la vita ed infatti questo tesoro servirà a potenziare l’esercito contro Napoleone ed a ristabilire la pace che è il presupposto della vita. Ho notato un forte contrasto tra lo scintillio dei lingotti d’oro e delle monete ed il buio di tenebra che pervade le catacombe di Parigi.
Adesso la mia curiosità va verso il tesoro dei cavalieri di Malta che occhieggia da qualche altra parte e verso la fine che hanno fatto le lettere che il tenente de Ligne aveva inviato a Bernadette. Posto che esse non c’entrano col tesoro dei giacobini e con quello dei cavalieri di Malta, chi poteva avere interesse ad averle? Un altro nodo importante è Napoleone Bonaparte che scalpita all’idea di annettere la Francia e tutto il resto del mondo conosciuto.
Un capitolo molto ricco di tutto e molto movimentato, i miei sinceri complimenti!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
07/10/22, ore 16:18

Un capitolo bellissimo cara Agrifoglio che sin dalle primissime frasi ci catapulta nel contesto dove si svolgerà questa fantasmagorica avventura C’è una scala a chiocciola che sembra un’elica che perfora la terra od un vortice che risucchia tutto e più si scende più la luce sparisce più gli animi si fanno cupi . C’è un cunicolo basso e soffocante il cui unico collegamento al mondo superiore è una serie di targhe che fungono da richiamo impreciso alle strade di Parigi e ci sono degli ambienti ampi che preludono al pezzo forte delle catacombe . Alla fine troviamo una porta con sopra un’iscrizione dantesca molto inquietante ed infatti ad Andrè sembra la bocca dell’inferno……..
I nostri eroi procedono e subito alle pietre si sostituiscono delle mura fatte di ossa su ossa Teschi e femori si susseguono in un panorama di morte e di angoscia che sembra non avere fine Cappelle laterali, sarcofagi ed acquasantiere targhe che ricordano il trasporto dai cimiteri superiori all’ossario ,pilastri formati da ossa ed ancora ossa su ossa……. si delinea un conflitto tra guardie reali e guardie municipali ,tra Oscar ed il tenente de Goncourt che si vede scippare il comando da una che delle catacombe ne sa molto meno di lui e che non esita a far mostra della sua saccenza e della sua piccata suscettibilità Per ammazzare –sic - il tempo ed esorcizzare la paura i nostri fanno i discorsi più svariati e così sappiamo che diverse celebrità sono state traslate là sotto ed è stata fenomenale la battuta di Andrè sul fatto che i rivoluzionari e la marchesa di Pompadour è meglio che non stiano insieme se no chi sa le litigate ahahahahah!!!!!!!!
Lisimba ,l’africano salvato tanti anni prima da Oscar ed André , col suo istinto da cacciatore capisce che non sono soli ed infatti la situazione precipita nel giro di qualche minuto. Alcuni rumori si sentono in lontananza e gli animi si agitano Poi si giunge al punto che la mappa dice di andare avanti mentre le guardie municipali dicono di fermarsi perché il percorso conosciuto termina lì Ennesima discussione tra Oscar ed il tenente de Gongourt ed ecco che Oscar sbotta e minaccia……. Ecco che entra in scena André coi suoi gomitoli di lana a ripetere il mito di Teseo e di Arianna ma qualcuno mozza il filo ed Andrè tornato indietro per riannodarlo viene aggredito da alcuni sgherri e si ha la prima colluttazione della giornata Contemporaneamente nuovi sgherri assaltano Oscar e gli altri e tra battaglie a colpi di ossa e teschi fracassati la scaramuccia si conclude con un uno a zero a favore dei buoni .Oscar fa la paternale ai superstiti e ci rimedia degli sberleffi sanzionati da Alain a suon di ceffoni ahahahahah!!!!! I guai veri però devono ancora arrivare perché i nostri amici giungono nell’ambiente designato dalla mappa come luogo di ubicazione del tesoro ed ecco che ai loro occhi si estende un laghetto sotterraneo ,una sorta di vasca che racchiude le acque piovane e forse anche dei fiumi sotterranei Sott’acqua, nelle nicchie laterali ed anche su un isolotto al centro della piscina ecco emergere dei lingotti d’oro -quelli degli inglesi – ed anche statue armature quadri impacchettati e gemme
Dove c’è tanta ricchezza c’è anche la ladra più famosa di Francia rediviva che sceglie di manifestarsi proprio nel regno delle tenebre Bello come le due rivali tornano a fissarsi e come Oscar in tanta tenebra si accorge di un secondo scintillio Non quello dei lingotti e delle gemme ma un altro ,verde di sfida .Jeanne de Valois è tornata e con essa la sua baldanza, le sue risate la sua vorace ambizione ed il suo coraggio malefico e criminale Jeanne de Valois però non è sola . Accanto a lei c’è un figlio somigliante nel corpo e nell’animo che ne ha ereditato il sorriso beffardo ed i modi insolenti. Faccia da schiaffi irriverente e provocatorio si manifesta il conte Jean de la Motte che altri non è che il conte svizzero Albrecht von Alois che nella sua casata di fantasia cela ,neanche troppo faticosamente l’antica casata dei Valois…… von Alois – Valois……. Ma se Albrecht von Alois è Jean de la Motte, Eve de Lis è Jeanne de Valois ed Alain è a pezzi, poverino!!!!!!
Ma non è finita perché da un’altra galleria emerge il rapitore di Bernadette che non è de Ligne né Albrecht von Alois, ma il prezzemolino conte di Compiègne che ha sequestrato la ragazza per farsene scudo e ricattare Oscar .Gli sgherri erano i suoi e non di Jeanne de Valois che non ha sgherri ,ma solo alleati, per mettere in difficoltà Oscar e farsi consegnare i preziosi Ma ecco che succede l’imponderabile e Jeanne de Valois tira fuori una pistola e senza il minimo sforzo e senza alcun timore prende bene la mira e colpisce in fronte il conte di Compiègne che stramazza al suolo senza vita al termine di un’esistenza mal spesa……….. Bernadette si salva malgrado sia in evidente stato confusionale e riguardo a lei Jeanne de Valois sdogana il suo lato più umano
Arriva l’ultimo atto e Jeanne de Valois ed il figlio fuggono attraverso i cunicoli che Cagliostro usava per i suoi riti egiziani e che Oscar rifiuta di percorrere perché le guardie municipali non conoscono quei luoghi e la mappa di suor Leonilde termina là e non può essere d’aiuto Deve essere costato molto ad Oscar gettare la spugna ma prendere la decisione giusta e quella meno costosa in termini di vite umane caratterizza la natura del buon comandante .
Oscar alla fine ha dato libero sfogo alle riflessioni colpita da tutte le gran cose che erano successe nel giro di pochissimo tempo Innanzitutto c’era il rapimento di Bernadette che non si aspettava e poi il ritorno di Jeanne de Valois che credeva morta e sepolta ma che invece era lì ad aspettarla col suo ghigno sarcastico .E che dire della performance di Albrecht von Alois, poco più grande di Honoré e di Antigone che li aveva gabbati tutti come se i novellini fossero stati loro? Infine la morte ignominiosa del conte di Compiègne la colpisce come una grande occasione gettata via perché si trattava di una persona munita di buone doti di partenza che non era stato in grado di mettere a frutto a causa di una cattiva educazione di base di molti difetti e della totale incapacità di disciplinarsi Come poteva un uomo del genere essere imparentato con il prode e nobile Girodelle che invece aveva dato la vita per la patria e per il buon esito di una missione?
Oscar fa tutte queste riflessioni e non si dà pace tocca teschi e ritrae le mani ed intanto quelle orbite vuote e quel gioco di chiaroscuro sui femori le mandano un messaggio di precarietà e fragilità La frase finale tratta da Via col vento è quanto mai appropriata Adesso dobbiamo aspettarci il tesoro dei cavalieri di Malta? Ma dove?
Un capitolo emozionantissimo per favore aggiorna presto!!!!

Recensore Master
06/10/22, ore 10:00

Ciao Agrifoglio. L'inizio di questo capitolo é stato davvero suggestivo, hai ben creato l'atmosfera oltre ad immagini ben scelte. Ho apprezzato tutti i dettagli. Mi ha colpita il filo. Ho sorriso all'espressione di Andrè " se no sai le litigate" Almeno in questo clima tetro c'é stato spazio per una battuta. Sono rimasta stupita di leggere di Jeanne e poi di Albrecht. Scopriamo quanto successo a Bernadette e per fortuna si é salvata. Poi il tesoro dei Cavalieri di Malta, il Conte di Compiègne, Ho immaginato lo stato d'animo di Oscar in tutto quanto accaduto. Come scritto nel finale " ne erano successe di cose." Mi é piaciuto molto questo capitolo per l'ambientazione, il senso di inquietudine e mistero nell'avventura e mi affascina il secondo tesoro. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 06/10/2022 - 10:03 am)

Recensore Veterano
06/10/22, ore 07:00

Tra orbite vuote e ghigni macabri, spiccano gli occhi verdi e il sorriso beffardo di Jeanne, ereditato anche dal figlio. Come nei migliori gialli il morto non viene mai preso in considerazione come colpevole...e invece? Bella trovata! Tra l’altro i due sembrano dotati di affetto parentale che, invece, lei sembrava aver completamente perso nella sua scalata (finita male) verso il successo e riescono a salvare Bernadette. Da bravi esperti del furto sono metri avanti ai soldati di Oscar e non credo scompariranno nel nulla...
“Qualcuno morirà” avevi detto; ma del Conte di Compiègne possiamo fare tranquillamente a meno...
A presto

Recensore Junior
04/10/22, ore 18:19

Che capitolo eccezionale questo, con Jeanne de Valois che torna col botto! Quando ho letto di quel luccichio verde e scintillante di sfida e di minaccia, ho pensato a qualcosa di grosso, ma mai mi sarei aspettata di vedere ricomparire dal regno delle ombre, ma viva e vegeta, la ladra più famosa di Francia. Che colpo di scena emozionante e che passaggio ad effetto questo ritorno dall’oblio!
Le catacombe di Parigi con ossa su ossa, le torce assicurate alle pareti, lo specchio d’acqua, un isolotto al centro, lingotti d’oro e preziosi vari ed ai due lati del bacino le due antiche rivali che dopo tanti anni sono tornate a fissarsi. Lei ride fragorosamente e dimostra che gli anni sono passati e la gioventù pure -anche se l’età è portata divinamente- ma che il suo carattere d’acciaio, la sua feroce determinazione, la sua intelligenza vulcanica e la sua mente diabolica non si sono mai spenti. ‘Non mi arrendo ora e non mi arrenderò mai’ dice colei che non ha sgherri, ma soltanto alleati. Non molla, non demorde, ma ride, provoca e minaccia.
E’ una madre però Jeanne de Valois, di un giovane bello, intelligente, ammaliante ed insolente come lei. Un giovane che è la sua versione maschile sia nell’aspetto che nel nome. E’ quell’Albrecht von Alois che faceva strage di cuori e che almeno uno ne ha spezzato, quello della piccola Giselle, così come sua madre ha spezzato il cuore di Alain, zio di Giselle. Mi sembra di vederlo quell’uomo grande e grosso balbettare ed invocare il nome della sua Eve che in un istante ha cessato di esistere, così come l’inganno e la fascinazione da lei creati.
E’ diventata madre Jeanne de Valois e finalmente non pensa più soltanto a se stessa, ma anche a quel figlio che tanto le somiglia e che è il suo orgoglio. Desidererebbe che lui fuggisse anche se lei non vuole arrendersi per non cedere il tesoro e per non arretrare di fronte ad Oscar François de Jarjayes.
Parte di questo affetto viscerale si riversa pure su Bernadette che aveva adocchiato da tempo e che paradossalmente, con i suoi occhi verdi ed i ricci neri, assomigliava più alla zia che alla madre. Voleva difenderla da quel lestofante che la minacciava e l’ha fatto con determinazione, freddezza e presenza di spirito.
Una donna forte nemesi e giustiziera di un uomo debole. Jeanne de Valois, insieme ad Oscar, è la donna più coraggiosa della serie animata, sorretta da un’audacia maledetta e da un indomito cuore di tenebra. Tramite la donna più coraggiosa trova la morte il personaggio più vigliacco, quel conte di Compiègne che di inganno in inganno è scivolato fino ad un’età matura di privazioni e ad una fine ignominiosa. Con tutti i suoi difetti Jeanne è coraggiosa e si sceglie sempre avversari alla sua altezza, a differenza del conte di Compiègne che è un vigliacco e che se la prende sempre e soltanto con i più deboli. Per questo non si riesce a provare alcuna simpatia per lui ed a rammaricarsi della sua sempre troppo tardiva dipartita. Quando l’abbiamo visto disteso per terra con gli occhi sbarrati e con quel foro in fronte avremo tutti sicuramente pensato che era sempre troppo tardi ed avremo tutti sicuramente temuto che si rialzasse in qualche modo per continuare a far danno.
Ed invece l’unica che sopravvive sempre è soltanto la contessa de la Motte. E’ ricomparsa dalle tenebre e dal mistero e nelle tenebre e nel mistero è ritornata, risucchiata dai cunicoli di Cagliostro, dopo essersi assicurata che una parte del tesoro fosse per lei. Dove c’è un tesoro c’è sempre lei, l’avida ladra dalle mille risorse, che ne sa una più del diavolo e che non muore mai.
Oscar non credeva ai suoi occhi ed anche alla fine, quando le forze iniziarono ad abbandonarla, non si capacitava di come la certezza che Jeanne de Valois fosse morta e sepolta fosse stata sovvertita. Mi domando se fissando quel luccichio verde di sfida e di minaccia abbia provato soltanto una sorpresa crescente ed un senso di profonda incredulità od anche una segreta contentezza ed il riaccendersi del suo spirito di guerriera e del suo istinto di predatrice perché la caccia sarebbe ricominciata e l’avrebbe fatta sentire più viva.
Ora Oscar ha due avversari grandiosi davanti a sé. Da una parte Napoleone e dall’altra la contessa de la Motte ed al centro c’è lei. Tre titani a confronto.
Mi domando se la contessa de Valois de la Motte sparirà di nuovo o se continuerà ad avere una parte in questa mirabolante storia fatta di salite e discese, sfide e cadute e continui colpi di scena. Ha anche puntato il tesoro dei cavalieri di Malta oltre a quello dei giacobini e mettersi di traverso a Napoleone non è uno scherzo, ma io ho sempre pensato che Jeanne de Valois amasse tanto la sfida quanto l’oro e che l’oro da solo non era sufficiente a tenerla in vita.
Green Tourmaline

Recensore Master
02/10/22, ore 18:13

Carissima, e dunque il tesoro dei Giacobini esiste!
Esiste ed è anche bello consistente!
Tu pensa che io mi ero persuasa di un colpo di scena di tutt'altro genere, ovvero che il tesoro, che noi ritenevamo -e non a torto, solidamente aureo, consistesse, invece, in un oggetto simbolico e prezioso (che so, una reliquia, o simili): "Indiana Jones e l'ultima Crociata", con quel Graal così insolitamente contrario a ogni aspettativa, docet!
Invece, accidenti, che colpo di scena hai saputo ideare!!!
Complimenti e ancora complimenti, e lo dico da grande ammiratrice di Jeanne, la sola e unica dark lady di RoV.
A prestissimo, con un grande abbraccio,
d

Recensore Master
01/10/22, ore 14:19

Ciao Agrifoglio, ho letto ben due volte questo portentoso capitolo ed ho deciso di non recensire a caldo poiché avevo bisogno di elaborare tutte le informazioni ; alcuni punti si sono finalmente chiariti con la scoperta che Jeanne Valois è ancora viva e che Jean Von Alois non era nientemeno che suo figlio. I due si erano alleati a Maxence per dare la caccia al famoso tesoro dei giacobini e, con tale scopo si erano insediati nella vita di Bernadette, Alain, Giselle e Antigone.
I punti interrogativi però restano. Perché Jean ha rubato quelle lettere di de Ligne? Come mai ha solamente " spostato" la mappa ma non l' ha rubata? Voleva solo accertarsi che fosse identica a quella sottratta con l' inganno a suor Leonilde?
E Jeanne Valois che noi avevamo lasciato in Lady Oscar, morire suicida accanto al marito, come mai è riuscita a sopravvivere all' incendio?
Con la veletta voleva nascondere i suoi lineamenti, ma se l' avesse vista Rosalie, l' avrebbe riconosciuta sicuramente, già vedere il figlio le ha procurato uno strano malessere .
Maxence ha commesso un passo falso, non sapeva che Bernadette era la nipote di Jeanne, ma Jeanne da chi lo ha saputo? Ecco spiegato il motivo dei misteriosi doni, dunque era sincera.
Io credo che Oscar ha scelto consapevolmente di lasciar libera Jeanne, è vero che se avesse mandato i soldati a seguire i fuggitivi, correva il rischio di perdersi fra i meandri delle catacombe, però c' era il filo di André che li avrebbe guidati!
Meravigliose veramente le immagini e potenti , suggestive le descrizioni di quegli ambienti lugubri e inquietanti .... già inizio capitolo si percepisce un' atmosfera macabra ed era logico che ai cadaveri antichi e vecchi resti di generazioni intere, si sarebbe aggiunto un altro morto....
Ora finalmente ci si potrà dedicare alla scoperta del tesoro però la frase di Jeanne, riguardo i preziosi del Cagliostro mi ha lasciato perplessa.
Riuscirà a fuggire con parte della refurtiva?
Buon proseguimento, a presto e non vedo l'ora di leggere il nuovo capitolo!
(Recensione modificata il 01/10/2022 - 04:15 pm)

Recensore Junior
30/09/22, ore 22:55

Capitolo eccezionale cara Agrifoglio. La descrizione delle Catacombe e delle sensazioni che rilasciano ad ogni personaggio è magistrale. Tanto quanto i colpi di scena che si susseguono lasciando senza fiato il lettore. Ève è la rediviva Jeanne Valois con pargolo annesso: Albrecht Von Alois (Valois, un bel gioco di parole). La dipartita di Maxence è la dimostrazione che il karma esiste. Adesso tocca al tesoro dell'Ordine di Malta, che, presumo, sarà altrettanto avventuroso. Sono contento che a Bernadette non sia capitato nulla di grave, grazie alla zia, che, per quanto cattiva, le vuole bene a modo suo. Complimenti e alla prossima.

Recensore Veterano
30/09/22, ore 21:25

Buonasera Agrifoglio, capitolo dall'ambientazione macabra ma molto efficace. La ricomparsa di Jeanne de Valois (Ève!..povero Alain!) e la rivelazione del figlio che  nascondeva la propria identità in piena luce (von Alois… Valois!) è stato un vero colpo di scena. Si è riscattata però, Jeanne, salvando la nipote.
Oscar che ordina e comanda e combatte è una vera furia.
Ma cosa succederà ora?
A presto!
 

Recensore Master
30/09/22, ore 17:18

Ciao Agrifoglio,
come ci avevi preannunciato questo capitolo sarebbe stato decisivo. E infatti molte verità sono venute a galla e, non da ultimo, il famoso tesoro dei giacobini è stato finalmente recuperato proprio grazie alle mappe che Suor Leonilde aveva consegnato ad Oscar e André durante la loro visita al convento.
E’ stato un viaggio nel viaggio, quello che ci hai fatto fare, calandoci, insieme ai nostri eroi, nelle Catacombe di Parigi. Le tue descrizioni preziose, e corredate da fotografie interessanti, quanto mai precise e pertinenti, hanno permesso anche al lettore di poter assaporare, se così si può dire, l’atmosfera di discesa agli inferi che stavano vivendo Oscar, André, Alain, il conte di Fersen, De Valmy, Lysimba e un nutrito gruppo sia di guardie reali che di guardie municipali, queste ultime che vi si addentravano per lavoro e controllo e quindi erano i soggetti più indispensabili affinché quella missione potesse essere portata a termine con successo.
Sei riuscita a trasmettere il senso di oppressione che, man mano, si impossessava di loro in quella lenta discesa fra corpi di defunti che erano disseminati per l’intero tragitto, disposti ordinatamente in ogni direzione lo sguardo si posasse. Interessanti anche le note storiche del luogo, dove hai messo in scena questa parte del tuo racconto.
Ma proprio mentre tutti sono intenti a cercare di leggere la mappa per prendere la direzione giusta, ecco spuntare un manipolo di derelitti al soldo del Conte di Compiegne, che come il prezzemolo lo si trova dappertutto, e qui finalmente ha il suo castigo definitivo, non prima di aver preso in ostaggio Bernadette e averla usata come scudo per tentare di venire in possesso del famoso tesoro. Ma un altro personaggio, che decisamente non mi aspettavo potesse ricomparire sotto mentite spoglie, fa il suo ingresso: Eve de Lis che altri non è che Jeanne Valois de la Motte. E’ lei che si para davanti ad Oscar e André, i quali increduli la guardano, e spara un colpo di pistola proprio a Compiegne, uccidendolo, liberando così la povera e spaventata Bernadette. Ma insieme a Jeanne c’è anche suo figlio, Jean, o meglio conosciuto come Albrecht von Alois. La sorpresa è grande, ma purtroppo non è il momento per potersi soffermare sull’antica rivale ricomparsa dal nulla, che si è insinuata nel cuore di Alain, sconvolto alla scoperta di chi sia in realtà, così come ha fatto il figlio, insinuandosi nella famiglia dei Jarjayes.
Jeanne Valois e il figlio riescono a fuggire, avendo già occultato una parte del tesoro ritrovato. Forse ci saranno future occasioni in cui le due rivali potranno confrontarsi nuovamente, poiché, nonostante il tempo sia passato, la grinta e l’astuzia di Jeanne sono sempre proverbiali.
Una marea di sentimenti e una ridda di ricordi e pensieri attraversano la mente di Oscar, la quale però non è in grado di ragionare lucidamente, sia per la stanchezza fisica sia per le emozioni contrastanti che l’hanno attraversata in questa ennesima avventura.
La riflessione finale trasposta da “Via col Vento” ci sta proprio a pennello: un altro giorno sarebbe sorto e lei, insieme ad André e a coloro che sempre aveva avuto intorno, avrebbe potuto pensare a bocce ferme su quanto appena vissuto e preparare le opportune contromosse.
Complimenti come sempre: ora attendiamo di metterci all’inseguimento del tesoro dei Cavalieri di Malta.
A presto!

Recensore Master
30/09/22, ore 11:29

Fantastico! Semplicemente fantastico questo capitolo. Molto affascinanti le Catacombe di Parigi e altrettanto lugubri. Maxence ha avuto il fatto suo, dopo una vita mal spesa e la misteriosa donna di Alain è addirittura Jeanne Valois, accompagnata dal figlio. Proprio non mi aspettavo che fosse Von Alois. La nemesi di Oscar è tornata e col botto, però ha salvato la nipote, mi dà sempre l'impressione che voglia apparire più cattiva di quello che è. Adesso un tesoro è stato trovato e parecchi misteri sono stati svelati, ci attende il Tesoro dell'Ordine di Malta. Complimenti, come sempre bravissima.

Recensore Master
30/09/22, ore 11:08

Ho visitato le catacombe di Parigi, e me le ricordo bene.. ero con una coppia di Americani, e nessuno riusciva a proferire parola per l'angoscia. Via col vento.. quella frase ci sta sempre bene, dappertutto! Il conte di Compiegne ha avuto la sua, che meritava, e abbiamo scoperto chi erano i rapitori di Bernadette. Che colpo di scena per Albrecht von Alois!

Recensore Master
27/09/22, ore 23:16

Carissima Agrifoglio, questo capitolo mi è piaciuto molto. Inizio dalla fine. La piccola Bernadette non ne può più dei soprusi di de Ligne e decide di acquistare una pistola, ma proprio mentre sta per compiere la propria vendetta viene rapita. Chi può essere stato? Forse avrebbe fatto meglio ad andare alle terme. Antigone non è addolorata per il comportamento di von Alois, invece Giselle è sconvolta e sconvolge tutta la famiglia. L'unica che ha un piano per aiutarla è Ève. Vedremo. Anche Maria Luisa ha un piano. Oscar, invece, scopre con sgomento che qualcuno ha sottratto la cartina del tesoro, chi sarà stato e perché. Ci sono molti punti interrogativi e credo che il prossimo capitolo sarà molto interessante. Complimenti e a presto.