Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Junior
14/07/22, ore 15:43

Mi ha fatto piacere leggere di questa nuova Oscar così conscia dei suoi limiti collegati all’età ed alla vetustà delle tecniche militari utilizzate dall’esercito in generale e da lei in particolare e così decisa a crearsi un nuovo ruolo che possa fare la differenza per la Francia e ritagliare a lei un nuovo spazio nell’esercito.
I giovani scalpitano e sono desiderosi di crearsi uno spazio tutto loro nel mondo. Scalpita Honoré che si fa applicare all’armata di Vandea senza neanche dirlo alla madre, se non a cose fatte e scalpita soprattutto Grégoire Henri de Girodelle desiderosissimo fino all’ultimo di vendicare il padre. Il giovane stupisce tutti con le sue abilità tattiche ed in primis il maresciallo Marmont costretto a fare un bel bagno di umiltà. Riuscirà finalmente questo ragazzo di bella presenza e di tante qualità, ma finora rimasto relegato in un cono d’ombra a conquistare la bella e difficile Antigone?
Antigone ha stupito tutti con il suo lato umano ed empatico. Si è data molto da fare intorno ai due giovani Girodelle dimenticando per un attimo il conte Von Alois. Che questo sia un primo passo verso la riconciliazione con Grégoire Henri de Girodelle e magari verso qualcosa di più? Certo non si costruisce un rapporto sulla compassione, ma potrebbe essere l’inizio per scoprire un sentimento condiviso.
Quella che invece preoccupa di più è Bernadette che non riesce a trovare pace. Il giovane Lavoisier si è defilato e del resto il loro rapporto non era mai decollato veramente ed ecco che vecchie conoscenze sono riemerse dagli abissi. Il tenente de Ligne è insistente, sfacciato ai limiti della maleducazione e molto pericoloso, non soltanto per ciò che potrebbe fare, ma anche per le reazioni non del tutto lineari che suscita nella ragazza. Se da un lato lei lo biasima e vorrebbe tenersene alla larga, dall’altro se ne sente ancora profondamente attratta tanto da indugiare su quelle labbra frementi in occasione del secondo bacio rubato. Lui è antipatico da morire, ma esercita il fascino dell’uomo pericoloso e mascalzone che tante donne ha sempre tratto in rovina. Bernadette saprà guardarsi da lui e da se stessa? Non ci sarà sempre un conte Von Alois pronto a vegliare su di lei ed in fin dei conti si sa che il maggior pericolo è nella testa di chi il pericolo affronta ed a volte si crea da sé. Questa giovane sembra posta al centro di forze oscure che vanno dal tenente de Ligne fino ad arrivare ad Albrecht Von Alois ed alla contessa de Lis che nel capitolo precedente ha mostrato verso di lei un’attenzione tanto improvvisa quanto inspiegabile. Siccome nessuno dà niente per niente, mi chiedo cosa vorranno questi due in cambio di tante attenzioni.
Poi ci sono i funerali dell’eroico generale de Girodelle, fonte di dolore per i più e passerella per qualcuno. Commuovono soprattutto la moglie ed i figli mentre tutti gli altri si fanno notare per le loro reazioni. Come al solito gli eventi dolorosi risvegliano in ognuno di noi delle reazioni e dei sentimenti in linea col proprio vissuto. Ecco che il generale de Jarjayes si preoccupa per la figlia che a sua volta è ancora afflitta dalla perdita e soffre per non avere potuto fare di più per salvare il suo secondo. André invece ricorda il passato, il dolore provato quando Girodelle chiese la mano di Oscar e la stima successiva che si era cementata nel tempo. Degni di nota anche il conte di Fersen ed Alain, così diversi eppure affiancati, non soltanto sulla panca in chiesa, nell’estremo saluto a quell’uomo valoroso che entrambi in occasioni diverse hanno avuto l’opportunità di conoscere ed ammirare. Non spenderò neppure una parola per la zia degenere se non per dire che ogni famiglia ha la sua pecora nera ed ogni villaggio il suo scemo.
Gli eventi incalzano in questa mirabolante storia ed inevitabilmente conducono verso una piana belga in una giornata di giugno. Cosa succederà nel mezzo e gli eventi andranno effettivamente così? Quello che noto è che il parco personaggi sta iniziando ad assottigliarsi. Prima Girodelle, poi il duca d’Orléans e vedremo chi altro. Mancano ancora il tesoro dei giacobini da trovare, un grande nemico da sconfiggere (Napoleone), un piccolo nemico meschino ed invidioso, molto insidioso sotto tutti i punti di vista (il conte di Compiègne) e tutti i giovani da sistemare sentimentalmente e professionalmente.
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Veterano
13/07/22, ore 07:50

Devo dire che ho temuto il peggio dopo l'idea di Oscar di delegare il comando delle operazioni sul Monte Ventoso al figlio di Girodel ma per i giovani è tempo di spiccare il volo e anche lei comprende di dover fare un passo indietro. Dovrà essere lì, pronta a tendere la mano ma non più in prima linea.
Una infallibile legge del contrappasso si porta via "l’uomo con una delle voci più potenti della corte e con una delle risate più fastidiose del tempo". Mi è piaciuta la sua ricerca di redenzione e l'aspetto più "umano" che si intuisce del suo rapporto con la Polignac. Rimangono due antagonisti ma il 1821 è ancora lontano.

Recensore Master
12/07/22, ore 12:14

Carissima Agrifoglio mi sono commossa alla lettura dei funerali si Girodel. Hai riscattato quest'uomo che si è evoluto positivamente lasciando un grande vuoto tra le persone che gli volevano bene, compreso un ex rivale come André. Antigone sorprende tutti col suo atteggiamento accudente e il conte svizzero è ormai l'angelo custode di Bernadette che, purtroppo,rischia di cedere al tenente de Ligne. Il duca d'Orleans esce di scena riuscendo a chiedere perdono per le sue malefatte. Una nota d'onore la merita il capitano de Girodel, degno figlio di suo padre e ottimo allievo per una Oscar che si rivela, come sempre, un'ottima stratega. Aspettiamo la reazione di quel farabutto di Napoleone che ha fatto infuriare la leonessa di Francia. Vivissimi complimenti e a presto.

Recensore Master
11/07/22, ore 10:36

Cara Agrifoglio,
che grande sorpresa vedere che, dopo una vita di trame e inimicizie, di attentati e intrighi, e dopo anni passati sul fronte opposto a quello di Oscar, persino il Duca d'Orléans ha trovato un punto in comune col severo Comandante de Jarjayes. Menzione speciale per la Polignac, cui sai infondere un poco di umanità, almeno nell'imminenza della morte del Duca, mentre nell'anime è davvero un personaggio, passami l'espressione, spregevole a tutto tondo, e anche storicamente non doveva essere proprio una donna amabile; sicuramente, assai poco fedele alla sua "cara amica" Maria Antonietta, che l'aveva ricoperta di doni, prebende, ricchezze e benefici e che venne ripagata con una fuga alla velocità della luce ai primi sentori della Rivoluzione: tempra ben diversa, quella della Polignac, da quella della povera Principessa di Lamballe, che fece anche una fine orribile-
Ma la vera emozione del capitolo me la la danno i funerali di Girodel, in particolare lo sguardo tenero e buono che André rivolge a Oscar, frastornata e addolorata, e la notazione secondo la quale, nonostante Girodel gli avesse dato un grande dolore, anni prima, chiedendo la mano di Oscar, André, negli anni successivi, aveva saputo apprezzarlo.
A presto, la trama incalza e sono molto curiosa dell'evolvere degli eventi. Credo che una certa vedova, misteriosa et charmante, abbia ancora molto da dire...e da fare...
Buona settimana e ciao!
d

Recensore Master
11/07/22, ore 09:54

Ciao Agrifoglio. Triste leggere dei funerali di Girodel e ho immaginato le diverse persone presenti attraverso le tue parole. Mi é dispiaicuto leggere di quanto accaduto a Bernadette. Posso comprendere lo stato d'animo della giovane come scritto di agitazione, paura e vergogna. Mi é piaciuta quando Oscar ha detto se il Capitano De Girodel puó guidare l'Armata di Vandea. Ho letto con interesse il dialogo tra Oscar e il Duca d'Orléans. Questo capitolo inizia con i funerali di una persona e si conclude con la morte di un'altra e ho riflettuto riguarda entrambi i personaggi con le loro differenze e la tua caratterizzazione durante la storia. Come scritto nelle note rimangono l'antagonista per eccellenza Napoleone e il Conte di Compiègne. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 11/07/2022 - 09:55 am)

Recensore Master
10/07/22, ore 18:02

Ciao Agrifoglio, che dire?
Non so proprio da dove iniziare, certo che questo è uno dei più bei capitoli che mi ricordo di aver letto.
All' inizio la storia non mi convinceva al 100/100 ero dubbiosa sul genere " ucronia " non sapevo se saresti stata in grado di mantenere la dovuta fedeltà ai personaggi e non allontanarti troppo dall' originale ikediano.
Più scorrevo i capitoli più la storia ha conquistato il mio interesse e la verosimilmente i fatti storici narrati mi sono sembrati credibili, lineari.
Qui ad esempio ritroviamo il vecchio duca d' Orleans, ormai agonizzante,pentito e disposto a donare ad Oscar i suoi beni pur di far giustizia contro il nemico comune.
A dir la verità io, a differenza di altre persone, non ho provato la minima pietà per questo criminale che fin dalla seconda puntata della serie originale tenta di accapparrarsi il trono, è un assassino, un ipocrita e un malvagio. Come dimenticare quando lui e il duca di Germaine tentano di uccidere Oscar e lei riesce a sfuggire al duello truccato grazie alla prontezza di riflessi e il sopraffino intuito? Come scordare quando ella viene catturata e imprigionata al Palays Royal e André perde l' uso di un occhio per correre a liberarla fingendosi il Cavaliere Nero? No. È vissuto anche troppo a lungo . La Polignac al suo capezzale mi sembra la Du Barry con Luigi 15° ma questa infida donna è insopportabile anche adesso che sembra innocua e pentita.
La figura di Bernadette è molto interessante, è (come la madre nella serie originale) un personaggio molto dinamico e con diverse sfaccettature, credo ci riserverà delle sorprese....chissà se diventerà forte come Rosalie e otterrà il giusto riscatto di tutte le sue disavventure e umiliazioni amorose?
Oscar ha fatto bene ad affidare al figlio di Girodel e a suo figlio dei ruoli di prima linea nel combattimento, lei è un soldato , un generale prima di essere un genitore, non può fare preferenze e cedere ai sentimenti ormai il giovane è abbastanza adulto da badare a se stesso ....e ora lei può vagliarlo da lontano come ha fatto suo padre con lei tanti anni prima.
Complimenti!
(Recensione modificata il 10/07/2022 - 06:08 pm)

Recensore Junior
10/07/22, ore 15:12

La morte del Duca d’Orléans ha reso questo pezzo molto doloroso ed al tempo stesso ha aperto uno spiraglio di speranza verso il futuro. La donazione dell’uomo infatti renderà possibile un migliore armamento delle truppe francesi, finora equipaggiate in modo obsoleto rispetto al ruggente nemico e consentirà ad Oscar di avere un margine di autonomia fino al ritrovamento del tesoro dei giacobini di cui tutti parlano, ma che nessuno sa dov’à ed a questo punto persino se c’è davvero.
Oscar non conosce il motivo della sua convocazione al palais royal e neanche sa fino a che punto le condizioni del suo antico nemico sono disperate. Le sue reazioni in questo capitolo sono tutte improntate al pieno stupore. Stupore per come è ridotto il duca d’Orléans, stupore per il pentimento dell’uomo e per il lascito finale, stupore per la sincerità del dolore della contessa di Polignac.
Il duca d’Orléans è irriconoscibile nel suo aspetto devastato: è magro, emaciato, pieno di occhiaie e soprattutto è afono. Lui che faceva risuonare ovunque la sua voce potente ed impostata e le sue risate fastidiose e sarcastiche adesso si esprime con un filo di voce, a causa di un cancro alla gola che lo sta uccidendo. Soltanto alcuni dardi di arroganza residua nello sguardo ricordano al lettore chi è(ra) questo personaggio.
Indubbiamente fa pena anche se non è la pena che egli vuole suscitare. Chiede perdono e vuole congedarsi dal mondo con un atto di civiltà, ma l’oltraggio della corona negata ed il rammarico per non ascendere al trono continuano a tormentarlo. Napoleone lo ha prima illuso e turlupinato e poi lo ha scaricato senza fare onore alla promessa di incoronarlo che gli aveva fatto ed in più ha tentato di porre fine ai giorni del figlio della sorella, quel duca d’Enghien che abbiamo incontrato nel capitolo precedente. Il duca d’Orléans, che ha finanziato l’ascesa di Napoleone, vuole ora finanziarne la caduta, affidando ingenti somme nelle mani di Oscar che in tanti anni ha conosciuto come persona integerrima che tiene fede ai giuramenti ed agli impegni presi. Pare di vederlo, quasi a litigare con la malattia e con la morte, desideroso di continuare ad andare avanti, per tramare e costruire scenari storici alternativi ed a scalpitare perché non potrà ascendere al trono né vedere Napoleone tirato giù da un altro trono. Vorrebbe vivere questo duca, ma sa anche morire con dignità e con spirito battagliero, stati d’animo che Oscar apprezza da sempre.
E’ incredibile questo legame che si è venuto a creare tra i due nemici negli estremi giorni di vita di uno di loro. Oscar si protende istintivamente in avanti per aiutare il duca mentre lui muove la mano a fatica ed è scosso da colpi di tosse che mettono alla prova le sue ultime forze.
Che disperazione e che pena quella medicina lenitiva di ora in ora sempre meno efficace! E che sorpresa il legame tra il duca d’Orléans e la contessa di Polignac! Congedandosi da Oscar chiede al suo segretario privato di farla chiamare e la contessa accorre così come all’arrivo di Oscar se ne era andata con gli occhi lucidi. Il legame tra i due era quindi più profondo di quanto si potesse a prima vista ipotizzare?
Mi piace molto questo stato d’animo indefinito: il duca d’Orléans è ancora molto legato a ciò che è stato, alla sua vecchia alterigia, ai sogni infranti ed alle battaglie combattute e perse, ma è anche proteso verso un futuro che non vivrà, verso i suoi atteggiamenti di uomo visionario di un mondo che deve ancora venire ed è desideroso di un perdono che arriva e che lo lascia forse in pace.
Un altro personaggio che mi ha colpito nel capitolo è Bernadette che sfugge al cliché puro e semplice della vergine concupita dal vilain di turno per dare invece vita ad una figura complessa con tanti sentimenti e tante passioni sotto traccia. Il tenente de Ligne la bacia a forza una prima ed una seconda volta. Entrambe le volte la costringe tenendola per i polsi, ma la seconda volta la ragazza sembra indugiare. Che avesse ragione lui quando ha affermato che il primo bacio era piaciuto ad entrambi?
Bernadette viene da una situazione difficile, un fidanzato la ha da poco lasciata ed il tenente dei dragoni è stato il suo primo amore, con ogni evidenza mai completamente dimenticato. Ci litiga, lo insulta, ma probabilmente queste schermaglie e questa alterazione emotiva celano un desiderio strisciante che ogni tanto riemerge a sorprenderla ed a disturbarla. La ragazza si sente impaurita e colpevole ed in queste condizioni la trova il conte von Alois che, capitato di lì per caso, le dà soccorso.
Sono estremamente curiosa di capire cosa si cela dietro questi stati d’animo contrastanti e quale di essi prevarrà. Sono anche curiosa di scoprire quale sarà l’esito di questo corteggiamento clandestino. Il tenente de Ligne ha sempre pensato a se stesso e non ha mai fatto mistero di volere da Bernadette una relazione illecita mirata soltanto all’edonismo. Lei rimase molto delusa dalla scoperta dell’indole e delle vere intenzioni dell’uomo, ma a quanto pare non ha mai del tutto chiuso la porta ad una relazione inappropriata ed il cattivo esito del suo rapporto con Lavoisier ha riportato a galla situazioni non del tutto risolte.
In tutto ciò, continuo a chiedermi cosa voglia il giovane conte svizzero Albrecht von Alois da Bernadette. Non era invaghito di Antigone? La giovane Bernadette gli piace di più? Sono curiosa di scoprirlo!
Grazie di questo nuovo aggiornamento, vorrei leggerne presto un altro!

Recensore Veterano
09/07/22, ore 21:56

Questa volta André si è preoccupato inutilmente. L' alzata d’ingegno di  Oscar di delegare il comando al giovane Girodelle è stata una mossa vincente e non ha posto  fine alla carriera militare di lei. Al contrario le ha fatto comprendere che oltre alla forza ed all'agilità con le armi, occorre anche un cervello da stratega. E lei ne ha da vendere.
Mi ha colpito molto la scena iniziale del funerale. I funerali sono spesso un inutile sfoggio di ipocrisia.
Nella testa mi è rimasta l'eco della risata potente e fastidiosa del Duca d'Orleans, contrapposta a questo povero moribondo scheletrico e senza voce. Cenere siamo e cenere ritorneremo. Scena efficacissima.
A presto!

 

Recensore Master
09/07/22, ore 16:06

Ciao Agrifoglio,
dopo aver dato l’addio, con i funerali solenni, a Girodel, che sempre sarebbe stato ricordato per la sua lealtà e per il suo coraggio, da chiunque avesse avuto a che fare con lui nel corso degli anni, ecco che qualcosa si manifesta all’orizzonte, con la decisione da parte di Henri Gregoire di intervenire sul campo di battaglia, in maniera diretta, per cercare di sconfiggere le armate di Napoleone che stavano accerchiando Avignone. L’incarico affidato ad un giovane e inesperto non garba molto all’alto comando ma qui, a sorpresa, interviene Oscar che ne sostiene la candidatura, lasciando basito suo marito per quel nuovo colpo di ingegno della moglie. In verità è il desiderio di poter vendicare il suo antico sottoposto, e sostenerne il figlio deve esserle sembrata la maniera più conveniente. In verità anche Oscar si accorge del tempo che passa e alla soglia dei 55 anni anche lei non è più così efficiente come un tempo, soprattutto in virtù del nuovo armamentario militare che veniva messo in campo. Ma prima che l’armata di Vandea prenda il via, con il beneplacito del sovrano, che così può sperare di riprendersi i territori del sud, Oscar viene chiamata a colloquio con il suo annoso nemico, il Duca d’Orleans, ormai in fin di vita. Egli vuole congedarsi da questo mondo facendo un’ultima azione che possa salvare il mondo intero da un tiranno, in quanto l’evidenza della sua malattia implacabile, non gli concederà di assurgere al trono di Francia, ma nonostante questa sua sconfitta vuole lasciare almeno una buona azione, pregando Oscar, che ha salvato la vita di suo nipote da una morte certa, di tentare con ogni mezzo, e mettendo in campo tutta la sua abilità tattica e strategica, di debellare Napoleone, servendosi del lascito di molto denaro che le sta per donare. Sicuramente con quei soldi avrebbe potuto armare degnamente dei soldati con buone possibilità di vittoria.
Chi non avrebbe mai pensato di poter essere sconfitto è il maresciallo Marmont, il quale vanta una carriera militare di tutto rispetto, e quando viene a sapere chi avrebbe comandato l’attacco in Vandea, sorride pensando che avrebbe avuto vittoria facile. Ma il destino gli si ritorce contro e Henri si dimostra all’altezza della situazione, pur avendo la supervisione di Oscar, la quale valuta che, anche da stratega, potrebbe ancora fare la sua parte, e sconfigge l’astuto militare che ora dovrà trovare il modo per riferire a Napoleone della sconfitta subita e della perdita dei territori.
Intanto in questo capitolo che si è svolto tra il funerale di Girodel e la battaglia in Vandea, abbiamo avuto anche la possibilità di vedere Bernadette nuovamente alle prese con il Tenente de Ligne, il quale, impunemente la bacia una prima volta, alla quale lei si sottrae, e poi ritenta notando che Bernadette non si ritrae repentinamente come aveva fatto poco prima. Opportuno quanto mai l’intervento questa volta del conte Von Alois che salva dalle grinfie del tenente una ragazza agitata e impaurita e forse anche in preda alla vergogna per i sentimenti destabilizzanti appena provati.
Il capitolo si conclude con l’annuncio da parte di Honorè di aver avuto dal re il permesso di affiancare Henri Gregoire nei combattimenti. Anche lui, allevato come un militare, sta cercando di emergere per meriti propri. E’ una decisione che ha preso completamente da solo, senza informare i genitori, e in primis la madre, che però comprende, come comprende che il nuovo ruolo che lei potrebbe assumere sarebbe in grado di darle la facoltà di intervenire ovviando alle eventuali inesperienze di quei giovani, pronti a sfidare il mondo per guadagnarsi un posto tutto loro.
Fra le tue note finali hai annunciato che pian piano ci stiamo avvicinando al finale di questa storia maestosa per come l’hai condotta tra Storia e Fantasia: spero che ancora parecchi siano i capitoli con i quali ci allieterai.
Grazie come sempre per le emozioni e un caro saluto.

Recensore Master
09/07/22, ore 11:39

Un po' mi spiace per il duca, si era pentito e riscattato. Oscar ha ricevuto un grande aiuto da lui. Napoleone ha avuto quello che meritava, Henri ha reso giustizia a suo padre!

Recensore Master
02/07/22, ore 12:23

Carissima, nel tuo racconto cambia la Storia e il Duca di Enghien non cade sotto il plotone di esecuzione napoleonico: ma trovi modo, in ogni caso, di presentarci a chiare lettere, la malvagità di Napoleone - non senza evocare il senso di inferiorotà e i complessi che certo dovette vivere ai tempi dell'Accademia militare, fra ragazzi più nobili, più ricchi, provenienti da famiglie meglio inserite rispetto alla sua - con la fucilazione di Girodelle. Ti confesso che, nonostante io punzecchi spesso questo personaggio, mi è tutto sommato simpatico, e pertanto mi piace
e apprezzo che tu lo abbia fatto uscire di scena con una mirte eroica, e che, benchè non direttamente, ma attraverso le parole di Fersen, si compia una sorta di postuma riconciliazione con Oscar. Quanto a Oscar che, per una volta, ascolta i consigli e le raccomandazioni di Andrè e trae dal suo sguardo forza e serenità....eh, beh, finalmente! Infine, molto molto interessante la figura dell' amica - diciamo così - di Alain: ci dpbbiamo aspettarebqualche sorpresa da lei, vero? AGGIORNA PRESTO! Ciao e buon, assolato e afoso, inizio luglio, D.

Recensore Junior
26/06/22, ore 15:44

Un nuovo capitolo che sin dalla tetra immagine iniziale si rivela per quello che è, un concentrato di dolore e di angoscia. Sin dall’inizio, si è capito che qualcosa di grave e di molto brutto sarebbe dovuto accadere. Era solo questione di focalizzare a chi sarebbe accaduto il male supremo e scorrendo le pagine si è compreso che la vittima predestinata era Girodelle, l’ufficiale gentiluomo di questa tua grande storia epica. Così il conte di Fersen è stato graziato e la data del 20 giugno 1810 non è stata ferale per lui. E’ stato graziato anche il duca d’Enghien sebbene con qualche anno di distanza, ma la morte, come in Final Destination, reclama sempre le sue vittime e ciò che non ha preso da una parte lo arraffa dall’altra.
Così Girodelle ci ha lasciati, comportandosi come sempre da perfetto gentiluomo. Di questo capitolo in effetti colpisce la grande contrapposizione di modi di essere. Da una parte, c’è Girodelle che è nobile d’animo, tanto nobile da dedicare gli ultimi potenziali minuti di vita a mettere le cose a posto con Oscar, per non farla sentire troppo in colpa, dopo. Le lascia delle parole di pace, rassicuranti, che consentono di addolcire lo screzio di qualche giorno prima. Pensa al suo comandante Girodelle e, nel dedicarle quelle poche parole, sottrae anche spazio ai pensieri per la sua famiglia. E’ nobilissimo quando pensa agli altri, esortando il conte di Fersen ad andare avanti per mettere a riparo il duca d’Enghien, perché la missione viene prima di tutto, ben sapendo che in questo modo si sarebbe precluso le già scarse possibilità di sopravvivenza. Si dimostra nobile anche di fronte a Napoleone che su di lui ha potere di vita e di morte, ma che non riesce ad eguagliarne la grandezza morale. Perché Napoleone in queste pagine, al contrario di Girodelle, colpisce per la bassezza e la grettezza morale. E’ inchiodato al passato, ne è prigioniero, ripensa al bullismo subito dai compagni di corso, all’insulto che gli rivolse Girodelle quando tentava di salvare la vita del marchese de Saint Quentin ed avendo il coltello dalla parte del manico ne approfitta per regolare crudelmente e vigliaccamente i conti. Il destino per ora arride a Napoleone, ma le parole conclusive di Oscar ci lasciano intuire che Girodelle non è morto invano e che dal suo eroico sacrificio scaturirà una nuova determinazione che metterà la nostra eroina in condizioni di combattere di più e meglio contro colui che sta diventando un tiranno pericoloso ed un guerrafondaio senza precedenti.
Poi, c’è il settore giovani.
Ritroviamo il figlio di Girodelle che rischia di diventare l’Orlando Furioso perché vedere la donna amata desiderare un altro è un dolore per lui intollerabile soprattutto quando si rende conto che il suo rivale non merita moralmente ed è probabilmente del tutto carente di qualsiasi virtù che non sia l’effimera avvenenza fisica. Proprio non ce la fa a capire come Antigone sia così ammaliata da una persona così immeritevole ed in questo conflitto tra opposti, tra nobili e gretti d’animo, lui si sente un vincitore incompreso e non riconosciuto.
A proposito di grettezza, torna in scena più antipatico che mai il tenente de Ligne, colui che con la mano destra gettò alle ortiche Bernadette per impalmare una donna orrenda e danarosa e che ora cerca di riprendersela con la sinistra, senza altro avere da offrire che il ruolo dell’amante. Bernadette da un lato non lo sopporta, lo biasima, gli si rivolge con sarcasmo, ma dall’altro si sente ancora attratta da lui e purtroppo la sua condizione è difficile e delicata perché è stata appena piantata in asso dal suo fidanzato e ciò la rende spaesata e facile preda di malintenzionati e di colpi di testa pericolosi.
A Parigi, la ragazza incontra una figura enigmatica, la nuova fiamma di Alain, quella contessa Eve de Lis tanto misteriosa ed insieme tanto affascinante. La signora aggiunge un nuovo tassello all’enigma che rappresenta perché gratifica Bernadette di doni costosi che mai una sconosciuta farebbe ad un’altra. Il legame tra loro due, Alain, è labile e non si capisce dove questa bella signora voglia andare a parare. Bernadette è basita ed interdetta, ma la bella Eve de Lis non lascia spazio alle proteste e la “costringe” ad accettare tanta generosità.
Mi chiedo quali saranno gli sviluppi. Da un lato abbiamo una ragazza in una condizione di fragilità e propensa a fare sciocchezze, concupita da un ex spasimante poco serio ed onesto e con tutta l’intenzione di approfittare della debolezza della sua preda. Dall’altra abbiamo madame de Lis, tutta compresa nel suo ruolo di benefattrice, ma che non si capisce alla fine cosa vuole ed a cosa mira. Aggiungiamoci Albrecht von Alois anche lui partito con la lancia in resta a consolare Bernadette, nel corso della giornata musicale, poco tempo dopo essersi esibito davanti a tutti in un duetto che lasciava intendere che il suo interesse amoroso fosse Antigone.
Insomma, un coacervo di emozioni e di misteri ed io non vedo l’ora di leggere il prosieguo!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
26/06/22, ore 11:58

Che tragedia, amica mia, che ci hai servito su un vassoio d’argento, fatto di una prosa sempre avvincente, impeccabile e ricercata!
E’ difficile accettare la dipartita di uno dei personaggi principali della storia e questa circostanza, unita alla frase finale di Oscar, molto eloquente nella sua brevità fa capire che essa sta volgendo alle sue fasi finali. Oscar è addolorata, ma più che mai determinata a porre fine a questo conflitto ormai ultradecennale.
E’ complicata la psicologia di Oscar in questi frangenti. Da un lato, la donna freme e scalpita perché, contro il suo modo di essere, è stata lasciata indietro. Non più punta di diamante, non più protagonista assoluta dell’avventura, non più padrona della scena, ma spettatrice e riserva. Dall’altro lato, però, la nostra beniamina si rende conto che questa è la scelta migliore, per tutte le ragioni illustrate da Girodelle nel corso del precedente capitolo e perché questo è probabilmente l’unico modo oltre che il primo passo per ricucire i rapporti e farsi perdonare l’arroganza e la prepotenza di alcuni giorni prima. Assistiamo poi a tutti i suoi pensieri ed all’avvicendarsi di presentimenti che la stanno angustiando. La missione è rischiosa e qualcuno potrebbe rimanere ucciso. Intuisce che il mancato chiarimento con Girodelle potrebbe essere il modo conclusivo della loro avventura su questa terra e non si dà pace. Di nuovo i presentimenti si susseguono e si affastellano. Lo stato d’animo agitato della donna soldato è ben rappresentato dal galoppare frenetico dei cavalli, anche loro esausti, poveracci e dal dipanarsi degli eventi. Quella che doveva essere una missione sul filo del rasoio si sta per trasformare in un autentico disastro, perché il cannocchiale restituisce l’immagine degli sgherri napoleonici che hanno anticipato il tempo ed il luogo dell’agguato ed ecco che il correre diventa scapicollarsi. Ogni istante potrebbe essere prezioso, ma ogni sforzo è vano, perché degli spari cupi ed improvvisi pongono fine ad ogni speranza. Girodelle è riverso su un prato, senza vita e crivellato di proiettili (come lo era Oscar nell’ultima puntata della serie animata), lasciato lì come uno straccio e per tutti c’è solo dolore ed avvilimento. Oscar è affranta, disperata, perché ha perso il compagno d’arme d’una vita, quello che sarebbe potuto essere suo marito e perché per una come lei il non riuscire ed il non dare sempre il massimo, il fallimento in poche parole, è peggio della morte stessa. Oscar è affranta, svuotata, addolorata, ma le parole di Girodelle, riportatele dal conte di Fersen, la sollevano moralmente così come André la solleva materialmente. Girodelle non è morto odiandola ed avendocela con lei, conservava intatta la sua stima per lei e ciò, insieme al dramma subito ed alla vigliaccheria di Bonaparte, la spronerà a fare l’impensabile ed a portare a termine questo capitolo infinito.
Interessanti sono anche gli stati d’animo di due ragazzi della storia. Grégoire Henri e Bernadette.
Grégoire Henri da prima è offeso perché “i grandi” non lo hanno portato con loro. Poi l’offesa diventa tormento quando vede Antigone scendere trafelata dalle scale per recarsi ad una riunione tra giovani dove è stato invitato Albrecht von Alois, ma non lui in quanto troppo ombroso ed ingiustificatamente ostile al bel conte svizzero. Che diamine, lui è un soldato, un laureato, un uomo per bene, come fa ad essere posposto ad un damerino nullafacente e come fa Antigone a non vedere l’ovvio ed a non fare la scelta giusta? Io consiglierei una bella pausa di riflessione ed una tisana calmante per tutti e poi chi vivrà vedrà! 
Bernadette è l’eterna piantata in asso. Per un motivo o per un altro, i suoi natali tornano sempre a fare capolino ed a precluderle un buon matrimonio ed ecco che, mollata dal secondo amore, torna ad affacciarsi il primo che però ha già mostrato da lungo tempo il suo volto falso ed approfittatore e qua non fa che ribadirlo. De Ligne è odioso, dice chiaramente che il suo unico obiettivo è divertirsi con Bernadette perché così fan tutti ed ancora più strano è che Bernadette, pur essendo giustamente risentita, non abbia la forza di mandarlo a quel paese con tutte le scarpe, ma con una parte di sé ancora se ne sente attratta. Prevedo guai e lacrime all’orizzonte........
Sempre Bernadette rimane a bocca aperta al cospetto della generosità esagerata, inaspettata ed oserei dire assurda di madame de Lis. Cosa vuole questa donna è un mistero. Sappiamo soltanto che è la nuova compagna di Alain, che lo tormenta coi suoi ammiccamenti e coi suoi rifiuti, in pieno stile “il bastone e la carota” e che ci sono un po’ troppi occhi verdi in circolazione in questa storia! Quello che penso io è che sicuramente qualcuno bara e che qualcun altro si farà molto male. Ma se sono spesso i più buoni a farsi male, in questa storia, sono sempre loro a trionfare, salvo il povero Girodelle, of course, che deve accontentarsi di un trionfo morale.
Sempre in gamba ed aggiorna presto!

Recensore Master
26/06/22, ore 09:35

Ciao Agrifoglio. Quando Oscar all'inizio del capitolo ha detto " che Dio sia con voi " ho percepito che qualcosa di terribile sarebbe successo. Bernadette purtroppo al momento non é in pace tra il pensare a quello che poteva essere un dolce amore perduto e quel desiderio, come scritto, misto a vergogna di sé. Bernadette fa un incontro riguardo il quale saró curiosa di sapere di piú. Ho immaginato attraverso le tue parole il confronto tra Napoleone e Girodel. Mi é dispiaciuto molto per quest'ultimo e posso immaginare lo stato d'animo di Oscar. Grazie a te per ringraziare chi ti segue. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 26/06/2022 - 09:39 am)

Recensore Veterano
25/06/22, ore 21:43

Che capitolo avventuroso, Agrifoglio!
Sei stata perfetta in ogni descrizione, a partire da quella dei cavalli, fermi sulla sommità dell'altura. Me li sono immaginati, scalpitanti, mentre il fiato caldo usciva dalle loro froge .
Mi sono commossa per la morte di Girodelle. Pare che avesse capito il peso che Oscar portava sul cuore.
Il finale epico "O la leonessa o l’aquila, il mondo è troppo piccolo per entrambi", è da applausi!