Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Veterano
29/05/22, ore 17:56

Buongiorno Agrifoglio, che bel capitolo colmo di dialoghi serrati!!!
Questo, tra Oscar e Josephine mi è piaciuto particolarmente:
Perché mi state dicendo queste cose, Madame de Beauharnais?
– Con tutto il rispetto, Generale de Jarjayes, a Voi interessa la veridicità delle mie parole e non la ragione che mi induce ad aprirmi con Voi.
– Con tutto il rispetto, Madame de Beauharnais, la ragione che Vi induce ad aprirVi con me potrebbe essere alla base della veridicità delle Vostre parole.

Ed anche il battibecco tra Oscar e Girodel, cui André assiste impassibile per poi dare ragione a Girodel.
Oscar non è un bocciolo, Girodel non è un virgulto, ma che forza!
E poi abbiamo pure una spia che si aggira nelle segrete stanze.

A presto!

Recensore Veterano
29/05/22, ore 15:53

Ciao!
Piacere, sono Strega1981, e seguo la tua storia da tempo, ma non ero mai riuscita a recensirla...ed a me piace iniziare dal principio!
Intanto, parto con i complimenti perché la tua attenzione per la parte storica è pari solo alla fantasia che ci metti, modificando i fatti in modo per assurdo credibile, ed assolutamente non forzato!
Ineccepibile la grammatica e la punteggiatura (per me fondamentali, te lo dico...mi incazzo di più per un verbo coniugato at capocchiam che per una scena poco credibile, in fondo qui si lavora di fantasia!) e fantastico il tuo modo di alternare le scene, molto fluido!
Io AMO Lady Oscar, al punto che da bambina la consideravo una sorella maggiore, ed ho ispirato a lei alcune scelte della mia vita...in questo primo capitolo riesci a rendere molto bene la tensione tra lei ed André, la scanzonata onnipresenza di Alain, e tutta la suspance del Conte - in realtà imperatore - la cui identità celata fa da apripista per rivelare ad Oscar i reali problemi dell'uomo con cui ha condiviso l'esistenza.
Girodelle - altro personaggio che ho sempre amato e secondo me sottovalutato dalla trama sia manga che anime - al momento si è preso la nota bastonata, ma sappiamo che è un bravo ragazzo...
In ultimo, ecco in azione il Gatto e la Volpe, quel pirla del Duca di Germaine e quel presunto volpone del Duca d'Orleans.
Immancabile accoppiata che a me ha sempre fatto ridere, drammi a parte.
Recensirò ogni capitolo, quindi preparati spiritualmente!
Strega1981

Recensore Master
29/05/22, ore 09:49

Buongiorno Agrifoglio, grazie dell'aggiornamento e delle note finali.
Si, ricordo perfettamente cosa accadde quando la moglie di Girodel fu coinvolta in una missione, quella volta Oscar avrebbe dovuto esser prudente, la responsabilità dello spiacevole accadimento era da attribuirsi a lei...
Non ricordo invece il numero del capitolo in cui si parla per la prima volta del duca D' Enghien, nemico di Napoleone di cui ora si progetta l'omicidio.
Anche secondo me Giuseppina ha detto la verità ad Oscar, lei vuol vendicarsi del marito che l' ha umiliata e sostituita con una moglie giovane , da cui presumibilmente avrà dei figli, dimentico di lei e di tanti anni in cui era al centro dell' attenzione e godeva di tutti i privilegi.
Si ritrova di colpo sola, vecchia e inutile.
Comprendo il desiderio di Oscar, essere in prima fila in battaglia nei momenti di pericolo, anche a costo della sua vita, lo ha sempre fatto ed è nella sua indole, però André e Girodel hanno ragione e le motivazioni espresse dal suo secondo sono molto valide.

Succederà qualcosa di brutto forse di irreparabile quel 20 di giugno, mi preoccupa soprattutto Fersen , presente alla spedizione. Tale data , storicamente ricorda il suo assassino, forse la sua fine avverrà in altro modo ma avverrà e a questo punto credo che anche Girodel potrebbe lasciarci le penne.
Sono super curiosa per quanto accadrà nel/ i prossimo/i capitolo/i!
Complimenti per questa storia così avvincente e articolata , mai sotto tono e mai pesante.
P.S. Grazie mille per le delucidazioni e i chiarimenti. Quando arriva un nuovo personaggio in effetti lo considero poco, sbagliando, perché poi mi accorgo che il tuo romanzo è corale e tutti hanno un ruolo

Buon inizio di settimana, ciao!
(Recensione modificata il 30/05/2022 - 09:12 am)

Recensore Junior
29/05/22, ore 07:47

C’è un discreto affollamento nei giardini delle Tuileries!
Dopo anni di tentennamenti, di tira e molla e di alti e bassi (ma soprattutto di bassi), il giovane Lavoisier getta ingloriosamente la spugna e si piega definitivamente alla volontà genitoriale. Bernadette si vede piantare in asso senza una spiegazione plausibile e con tante chiacchiere che le lasciano l’amaro in bocca ed un profondo senso di insoddisfazione. Il giovane accampa una serie di scuse. Deve ancora studiare per migliorarsi, deve tentare la carriera universitaria, deve aiutare il padre negli esperimenti e quindi non può prendere moglie. A nulla valgono le rassicurazioni e la disponibilità di Bernadette che non gli farà fretta e non lo metterà sotto pressione. Lui ha soltanto fretta di andarsene e pur essendo anche lui provato ed emozionato non torna sui suoi passi. A Bernadette non resta che prendere atto del suo ennesimo buco nell’acqua e tornare a casa. Sarebbero stati una bella coppia questi due giovani insieme? Forse sì e forse no. Andavano d’accordo e si volevano bene, entrambi sono studiosi, eleganti, bene educati e di buon carattere, ma, quando da una parte o da entrambe non c’è la disponibilità a mettersi in gioco ed a lottare per il legame comune, il rapporto è nato male in partenza. Ezra Pound diceva che se un uomo non ha il coraggio di lottare per le sue idee o queste non valgono niente o non vale niente lui. E’ facile che se anche le cose fossero andate in porto e ci fosse stato il matrimonio, Bernadette si sarebbe trovata con un mezzo marito, poco solido nelle sue convinzioni e debole di fronte agli urti della vita, che l’avrebbe lasciata sola e senza un valido aiuto davanti ai problemi ed alle scelte più importanti.
Sempre nei giardini delle Tuileries troviamo Alain con la donna di cui si è perdutamente innamorato, la contessa Ève de Lis. Neanche qui fila tutto liscio ed Alain comincia ad udire i primi campanelli di allarme. Non capisce perché la donna non voglia concedersi a lui dopo due mesi di frequentazione. La signora non ha legami, è già stata sposata, non è a rischio gravidanza, non è timida, non è devota e non è una vecchia dal fisico cadente. La bella Ève pare apprezzare le gioie della vita e quindi se se le nega vuol dire che c’è qualcosa che la trattiene come, per esempio, il divario sociale che c’è fra i due. Ève de Lis è una contessa mentre Alain è un nobile minore che per quasi tutta la sua vita si è trovato in stato di indigenza. Se fosse questa la motivazione, Alain non la reggerebbe perché i due paiono molto ben assortiti per carattere e modo di prendere la vita.
La contessa de Lis a sua volta ci appare come una donna di polso che fa mettere sull’attenti Alain, ma allo stesso tempo è anche piena di fascino ed accattivante. Lo respinge quando oppone un netto rifiuto alle sue profferte, ma lo incoraggia scherzandoci, civettando e stringendosi al suo braccio. Come tutte le dame misteriose ed affascinanti ha una veletta scura e pur essendo un tipo conturbante indossa un fichu come le donne tutte casa e chiesa. Probabilmente sono anche questo alone di mistero e questa sintesi di contrasti ad attirare Alain e ad affascinarlo, ma noi non sappiamo se e quanto durerà e quale apporto Ève de Lis darà alla storia. Per ora la donna sembra interessata a Bernadette ed alle sue pene d’amore. Speriamo che non sia l’ennesima pietra dello scandalo per questa povera ragazza che proprio non ha bisogno di un inciampo in più!
Un altro giardino è molto affollato ed è quello di palazzo Jarjayes. I due fratelli de Jarjayes e de Lille come sempre parlano e si confrontano, tirando in ballo antiche questioni e nuovi problemi. Tra le antiche questioni ci sono l’amore non corrisposto di Grégoire Henri de Girodelle per la bella ed esigente Antigone ed il carattere un po’ troppo esuberante ed incauto di quest’ultima. Tra i nuovi problemi c’è l’impatto perturbante che il giovane conte Albrecht von Alois sta avendo sulle loro esistenze. Antigone per la prima volta è molto presa da qualcuno che non è lei stessa, ma rischia di rimanerci scottata, di piombare nel ridicolo e soprattutto di esaurire definitivamente l’ampia pazienza di un bravo ragazzo che non ne può più di vedersi posposto a damerini di cartone. La ragazza sembra avere notato ogni minimo dettaglio della fisionomia del conte svizzero, ma costui continua ad apparire un farfallone agli occhi di Honoré, da sempre molto sollecito con la sorella minore e con l’amica Bernadette.
E’ molto bello e simpatico quel vivace maneggiamento di mele, lanciate in aria e riprese, addentate, morse, mangiate, scagliate contro i fusti degli alberi (tanto non è la lanciatrice che deve pulire) ed ipotizzate come mezzo improprio di lapidazione. Fa piacere vedere come certi vezzi si tramandino di genitore in figlio e se prima era André a gesticolare con le mele, a maneggiarle ed a sgraffignarle, adesso sono i suoi figli che ci giocano e le piluccano, andando incontro alle ire paterne per avere esaurito la sua scorta personale.
Paura e perplessità suscita la situazione degli adulti. Oscar sembra assediata su più fronti tra appunti che appaiono e scompaiono, nipoti forse spioni ed una dama che ricompare dal passato per farle delle rivelazioni spiazzanti e riportarle alla memoria la sua infatuazione per il bell’André. Joséphine de Beauharnais è una spia o una povera disgraziata che, scaricata come un ferro vecchio, sta ponendo in atto una vendetta tanto straziante quanto per lei inutile?
Lo scontro con Girodelle porta in luce dei risentimenti non dimenticati ed una triste verità. Oscar è poco incline al lavoro di squadra ed alla valorizzazione dei suoi sottoposti. E’ al contrario una grande accentratrice poco propensa a delegare e questo suo atteggiamento oltre ad indisporre ha già causato seri problemi come il ferimento, in passato, della moglie di Girodelle.
Gli ingredienti per una favolosa continuazione ci sono tutti ed io attendo il prossimo capitolo.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
28/05/22, ore 23:11

Un altro valido titolo di questo capitolo potrebbe essere “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”.
Partendo da Oscar, la vediamo prima alle prese con un intruso che ha sottratto e riposizionato dal suo studio gli appunti relativi alla ricerca del tesoro dei giacobini approfittando dell’affollamento della giornata musicale svoltasi a maggio e di una certa vicinanza alla famiglia, se davvero il responsabile è il tenente de Ligne. La donna è seccata per il furto del risultato di tanti anni di ricerche e non sa di chi si può fidare e da chi si deve guardare le spalle.
Poi arriva la bomba, nella persona di Joséphine de Beauharnais che dà preziose informazioni ad Oscar, ma che le crea ben tre ordini di problemi.
Innanzitutto, Oscar non sa se crederle o no perché la donna potrebbe essere sincera, ma potrebbe anche essere una spia di Bonaparte.
Poi Oscar sente riaffiorare la gelosia del passato perché André è più propenso di lei a concedere il beneficio del dubbio alla viscontessa e ciò crea una momentanea frattura tra i due sposi, perché Oscar ricorda le attenzioni che madame de Beauharnais rivolgeva ad André ed il poveretto non sa che pesci prendere.
Infine le informazioni di Joséphine de Beauharnais sono preziose, ma poco tempestive. Se le guardie reali vogliono salvare il duca d’Enghien, devono sbrigarsi e ciò le costringe ad una missione in cui al rischio si aggiunge l’incertezza, a causa del poco tempo a disposizione per mettere a punto un piano valido e sicuro. Ed ecco che lo spirito accentratore ed il decisionismo di Oscar si scontrano con i saggi consigli di Girodelle che vorrebbe condurre da solo l’ultima parte della missione per una serie di buoni motivi che ad Oscar, già irritata dalle altre situazioni, sembrano una ribellione alla sua autorità. Ancora una volta Oscar si confronta con André che, in questa circostanza, è duro, dicendo senza mezzi termini alla moglie che ha torto marcio mentre il suo secondo nel comando ha ragione. Il senso di giustizia di Oscar e la sua intelligenza si manifestano alla fine del capitolo, quando seppure a denti stretti rinuncia ai suoi piani e decide di attuare quelli di Girodelle.
La seconda donna sull’orlo di una crisi di nervi è Joséphine de Beauharnais che, respinta ed umiliata da Napoleone e non potendo competere con una rivale più importante e giovane di lei e probabilmente anche fertile, decide di dare il colpo di coda e di tradire il suo ex amante, svelandone i piani ai suoi nemici, nella persona di Oscar. André, a sua volta molto esperto di pene d’amore, ne descrive bene lo stato d’animo, dicendo che non bisogna sottovalutare il desiderio di vendetta di una donna tradita e che amore ed odio possono benissimo coesistere. Dice bene André quando afferma che Joséphine de Beauharnais vuole pugnalare l’uomo che l’ha calpestata e che lei ama ancora totalmente e disperatamente, ma che, colpendo lui, trafiggerà se stessa. Anche Oscar, sicuramente meno empatica ed introspettiva del marito, ha intercettato nello sguardo della bella creola una luce torva e risentita che non le ricordava dalle frequentazioni di tanti anni prima.
Completa il trio Bernadette che si vede lasciare da Antoine Laurent de Lavoisier junior con dei pretesti più che con delle vere spiegazioni. Il giovane inventa delle scuse banali buttate lì, dicendo che è troppo impegnato per sposarsi, ma l’esempio dell’uomo più indaffarato del pianeta, Napoleone, sempre lui!, citato dalla stessa Bernadette, dimostra che si tratta di meri pretesti. Il ragazzo in realtà è un debole che non vuole prendere posizione contro i genitori. Bernadette reagisce con signorilità ed autocontrollo, ma si capisce che è sconvolta, come percepiscono Alain e la sua bella nei giardini delle Tuileries ed Honoré ed Antigone a palazzo Jarjayes. Purtroppo per lei questo è il secondo due di picche della sua vita, sebbene con modalità e motivazioni diverse ed almeno per adesso la situazione sentimentale della ragazza è negativa e senza prospettive.
Peccato che non c’è l’imperatrice Maria Luisa, che Joséphine de Beauharnais si ostina a chiamare ancora arciduchessa, altrimenti si sarebbe chiuso il cerchio aperto con la viscontessa ed adesso avremmo un quartetto.
Non è una donna sull’orlo di una crisi di nervi, invece, la bella Eve de Lis che sa far filare egregiamente un omaccione come Alain con polso e maestria. E’ un tipo affascinante anche se non conosciamo bene le sue motivazioni e le sue relazioni. Se mai, sull’orlo di una crisi di nervi ci sta Alain che vorrebbe portare i suoi rapporti con la signora su di un piano, diciamo così, meno platonico e più terreno, ma che si scontra con la ferma opposizione di lei che pure non è un’educanda. La ritrosia di Eve de Lis scatena tutta una serie di dubbi e di paranoie in Alain che lo fanno dubitare della forza di questo legame e della profondità dei sentimenti della donna.
Grazie di questo aggiornamento così rapido. Spero di cuore di trovarne presto un altro. Migliaia di complimenti ed avanti tutta!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Master
28/05/22, ore 17:52

Grazie Agrifoglio per questo nuovo aggiornamento, quando ancora abbiamo nella mente cosa sia appena accaduto durante la giornata della musica a Palazzo Jarjayes.
Ritroviamo una Oscar stanca nel suo studio alla reggia che riflette su qualcosa che deve essere accaduto durante quella giornata, poiché aveva trovato alcuni documenti, che recavano dettagli sulle ricerche del tesoro dei giacobini, manomessi. L’indiziato principale per tutti, Generale compreso, è il nipote Robert de Ligne, il quale può frequentare la casa senza problemi: di qui, quindi, la decisione di tenerlo sotto sorveglianza in maniera discreta, per cercare ragguagli in merito.
Ma la vicenda più sorprendente è la visita di Josephine de Beauharnais, la quale ha deciso di vendicarsi del trattamento infertole da Napoleone, mettendo a parte di alcuni piani dell’uomo, il suo più acerrimo nemico. Svela infatti che, di lì a pochi giorni, il duca d’Enghien sarebbe stato rapito proprio nei pressi del luogo dove era stata rapita l’attuale Imperatrice Maria Luisa, moglie del suo ex amante.
Oscar e André, dopo che la donna ha lasciato il suo messaggio, confabulano sulla possibilità che quanto appena udito sia o meno una sorta di trappola in cui farli cadere e ordita di concerto con lo stesso Bonaparte. Oscar ha la sua visione delle cose, come sempre, ma André è più possibilista e crede che le parole della viscontessa contengano una verità che sarebbe opportuno ascoltare per non incorrere in un danno maggiore. Oscar si sorprende sempre, ancora dopo così tanti anni di matrimonio, di alcune prese di posizione di André, che è la voce della calma e del ragionamento, a cui normalmente poi la conduce, o quantomeno la invoglia a vagliare tutte le possbilità che hanno a diposizione. Certo che il tempo per organizzare un salvataggio è davvero risicato, ma Oscar non intende rinunciare, partecipando addirittura in prima persona a quella missione decisamente frettolosa, e non preparata con la solita cura dei dettagli che fanno sempre la differenza. A porla di fronte a questa situazione è Girodel che, inaspettatamente per Oscar, le si rivolge con un tono perentorio che sa di accusa, nel voler sempre decidere tutto solo ed esclusivamente con la sua testa, senza tenere in considerazione quello che possono apportare i punti di vista del suo stato maggiore. Girodel, non con arroganza, le ricorda il ferimento della moglie avvenuto tanti anni prima, proprio in funzione del fatto che Oscar aveva agito con la sua testa, senza consultarsi, con i risvolti che tutti conoscono. Oscar è infuriata per un tale comportamento, che sa di insubordinazione bella e buona, tanto che potrebbe addirittura deferirlo alla corte marziale se solo lo ritenesse opportuno, e cercherebbe una sponda in suo marito il quale,però, non appena Girodel ha lasciato lo studio dopo aver salutato con deferenza il suo superiore, le conferma che lui abbia ragione da vendere e che questa volta farebbe meglio ad imparare ad ascoltare, anche perché, le fa notare che lei sappia perfettamente quanto Girodel sia dalla parte della ragione, mentre lei abbia completamente torto. Le conseguenze prospettate dal suo sottoposto potrebbero creare problemi di notevole entità e n on solo nell’immediato ma ripercuotersi nel tempo: e solo di fronte a questi ragionamenti Oscar, ancora infuriata sia con Girodel che con suo marito, impartisce gli ordini al suo attendente seguendo le direttive prospettate dal suo vice.
Ma, mentre si parla delle sorti del regno, e ci si predispone ad ingaggiare battaglia, anche Bernadette, nel suo piccolo, ha ingaggiato la sua di battaglia, vedendola ahimè sconfitta di fronte all’irremovibile addio che Lavoisier junior le ha dato, con tutta una serie di scuse, neanche motivazioni, che trovano il fondamento unico nel non voler andare contro le volontà genitoriali, poiché avrebbe troppo da perdere. Bernadette ha tentato la sua ultima carta, ha preso il coraggio a due mani e si è fatta avanti ancora una volta, come già aveva dimostrato di aver fatto, durante la giornata della musica, ma il risultato non è cambiato. Lì, presso i giardini delle Tuileries, Lavoisier l’ha liquidata, seppur con il cuore pesante.
E proprio presso i giardini troviamo Alain passeggiare con la sua misteriosa dama, alla quale si accompagna e della quale ancora sappiamo poco. Anche lei ha assistito alla scena fra i due giovani, ma la sua attenzione è stata stuzzicata dal cognome di Bernadette Chatelet. Alain ha spiegato chi fosse e come la conoscesse, rammaricandosi per non averle potuto prestare appoggio, dopo che il ragazzo l’aveva lasciata da sola. Come mai la vedova Eve de Lis si interessa tanto alla giovane Bernadette? Stanno per aprirsi forse nuovi scenari?
Intanto a Palazzo Jarjayes, Honorè sta solleticando sua sorella Antigone sul bel conte svizzero, al quale la giovane mostra più di un interesse superficiale. Honorè è amico di Gregoire de Girodel e sa che quest’ultimo ami sua sorella da tempo, pertanto prega Antigone di non farlo inutilmente soffrire poiché non se lo merita, ma le chiede anche di prestare attenzione al conte von Alois per non rischiare anche lei di rimanere scottata , finendo per fare una figura meschina. E’ sempre piacevole assistere al siparietto che crei fra questi due fratelli, i quali si punzecchiano con la speranza che ognuno possa far valere la sua tesi. Intanto, Bernadette, che è tornata, mette al corrente i due giovani del suo abboccamento andato male con Lavoisier. Noto che Honorè è sempre molto protettivo nei suoi confronti.
Un altro bel passaggio che ha messo nuova carne al fuoco.
Ti aspetto al prossimo step e ti auguro un buon fine settimana.

Recensore Master
28/05/22, ore 11:56

André e Girodel hanno ragione, questa scelta di Oscar non è per niente ben ponderata; il rapimento progettato mi inquieta non poco, meno male che c'era Josephine! Come penso da sempre, una donna respinta può essere molto pericolosa.. anche Bernadette! Il giovane Lavoisier dovrebbe stare attento.

Recensore Junior
26/05/22, ore 23:55

Capitolo ricco e interessante come sempre. Maria Luisa ha accettato supinamente il matrimonio con Napoleone, nessuno è riuscito a salvarla e lei pare non avere molto carattere. Il ritorno di Alain mi ha fatto molto piacere. È sempre il solito anche se i molti dolori li tiene per sé. Simpatica la nipotina, molto sveglia. Il giovane Lavoisier non riesce a prendere una posizione e la piccola Bernadette ne soffre molto. Altri giovani amori sembrano prendere forma e anche gelosie. Il giovane Girodel è geloso dello svizzero che pare essere l'unico a far battere il cuore ad Antigone, però è anche galante con Bernadette. Dolce lo scambio di sguardi tra Oscar e André, il cui amore non sembra scalfito dal tempo. Molto amara la situazione per Josefine: lei e Napoleone si amano ancora, ma deve farsi da parte per la ragione di stato. Complimenti vivissimi e alla prossima.

Recensore Junior
23/05/22, ore 22:01

Mi ha fatto piacere rincontrare Alain dopo molti capitoli di assenza. Un Alain in grande spolvero promosso al grado di generale e nell’inedita veste di zio anche se tormentato dalla cacciata da parte della madre che non vede bene la sua militanza agli ordini di Napoleone ed il fatto che segua chi si è reso responsabile del rapimento del re e poi addirittura del papa.
Alain subisce come tutti il peso degli anni, ma è sempre lo stesso: guascone, malandrino, protettivo verso le donne di famiglia e soprattutto uno che si tiene i dolori per sé e che li sopporta stoicamente.
Mi ha fatto piacere vederlo di nuovo a proteggere una donna di famiglia, la nipotina Giselle, figlia di Diane, da cui ha ereditato il temperamento sognatore e la propensione a fare castelli in aria ed a cadere vittima di amori senza né capo né coda. Giselle è precoce ed a dodici anni già avverte il fascino dei bei ragazzi, ma ha una vera e propria propensione a prendere cantonate ed a soffrirne in modo eccessivo. Alain lo sa ed oltretutto vuole evitarle di rendersi ridicola, facendo la bond girl con il bellone mozzafiato di turno che di odalische intorno ne ha già a sufficienza. Divertentissima la scena della limonata ed anche quella dello scappellotto perché Giselle non è una damina di Versailles, ma una ragazza semplice che manifesta i suoi stati d’animo ed essere interrotta nella sua contemplazione del dio Apollo da quel ragazzino bruttarello inerpicato sulle sue zampette da ragno l’ha spazientita. Lo zio l’ha ricondotta nei ranghi ed ai doveri della buona educazione.
Mi ha commosso leggere la reazione di Alain nel rivedere i suoi vecchi commilitoni dopo tanti anni e mi ha divertito vedere con quale battuta li ha accolti.
Due cose però mi impensieriscono.
La prima è la donna di cui si è innamorato Alain. Si tratta di una bella vedova, molto affascinante e ritengo che sia anche un bel peperino, di quelli che piacciono ad Alain. Si tratta però di una donna molto misteriosa e questa pietra, gettata lì così, apparentemente con nonchalance, mi impensierisce non poco perché temo che Alain prenda una tramvata non indifferente.
In secondo luogo, proseguono la disillusione e la disaffezione dell’uomo nei confronti di Napoleone. Anche se Alain si ostina a non volerlo ammettere, perché Napoleone gli diede dei nuovi orizzonti ed una seconda vita in una fase molto difficile per lui, il lavorio mentale e psicologico c’è. Non vorrei che, dopo tanto affliggersi, Alain combinasse qualcosa di pericoloso.
Mi ha anche colpita l’incognita Maria Luisa. Mi ha stupito leggere di questa diciottenne che dopo pochissimi giorni dal rapimento e dopo una vita trascorsa ad odiare Bonaparte si sia lasciata convincere a sposarlo, trovando in lui addirittura un alleato e provando anche piacere nei doveri coniugali. Si trattava sicuramente di una persona insicura che aveva sempre bisogno di fare da cheerleader ad una figura autorevole, ma questo camaleontismo mi ha impressionata. Passare dall’odio al quasi amore e poi fare completamente tabula rasa dall’oggi al domani, come fece lei nella vita reale, vanno un poco oltre l’imperativo categorico di sopravvivere sempre e comunque. Mi viene il sospetto che dietro la mitezza di carattere di questa donna ci fosse il nulla più totale. Chi ha un carattere troppo docile ed arrendevole spesso o non ne ha affatto oppure cela un’indole approfittatrice e falsa. Inizialmente si tende a simpatizzare per lei con quella sua aria da cucciolo smarrito e con quel triste destino di sposa del tiranno, ma poi qualcosa non quadra. E’ troppo voltagabbana questa donna e troppo fredda. Sicuramente Maria Antonietta, pur con tutti i suoi capricci e con tutti i suoi sprechi, era un’altra cosa.
Luigi XVII ha perso in lei una sposa di grande lignaggio e dai costumi morigerati, ma non penso che insieme sarebbero stati felici. Lei era troppo immatura e concentrata su se stessa per accorgersi di chicchessia, figuriamoci di un marito con un passato traumatico alle spalle. Mi chiedo se questa duchessina che tanto lo ha colpito ed affascinato possa rivelarsi un’ottima alternativa. E’ un membro seppur minore della famiglia imperiale asburgica ed a Maria Antonietta sembrerebbe andare bene, visti i ricordi di infanzia e l’invito rivolto al figlio a visitare insieme all’ospite l’Orangerie. Vediamo, se son rose fioriranno!
Speriamo che fiorisca presto anche un altro capitolo! Al prossimo giro, alla prossima lettura!

Recensore Junior
23/05/22, ore 16:34

Mi ha fatto davvero pena in questo capitolo la figura di Joséphine de Beauharnais. Sebbene non sia mai stata uno dei miei personaggi favoriti per i suoi atteggiamenti intriganti e perché aveva allungato gli artigli su André scatenando la gelosia di Oscar, qui suscita in me commozione e compartecipazione. Napoleone l’ha gettata via come il sacco dei rifiuti ed è stato molto duro con lei anche se se ne è rammaricato lui per primo. Mi è piaciuto come si sia giocata il tutto per tutto, portando dalla sua parte i servitori ed infrattandosi dietro le colonne è mi è piaciuta la frase “né gli angeli né i demoni hanno il potere di tenerci separati”, ma purtroppo quando l’amante è Napoleone ogni cosa deve soccombere alla logica del potere, del gioco politico e della conquista. Anche una grande passione condivisa deve cedere il passo alla megalomania, alla necessità di perpetuare la dinastia con la procreazione di un erede ed alla logica del matrimonio di stato.
Temo che Napoleone se ne dovrà pentire se le cose saranno uguali od anche soltanto simili a quelle della storia vera. Maria Luisa d’Asburgo Lorena non seguì Napoleone né all’Elba né tantomeno a Sant’Elena, ma si limitò a piegarsi quel tanto che bastava per non spezzarsi, mantenendo molti silenzi e molte riserve mentali e finendo per risultare opportunista. Certo né qui né nella realtà storica se lo andò a cercare lei questo matrimonio. Esso le fu imposto dall’alto ed i sentimenti di entrambi rimasero abbastanza tiepidi, ma lei impiegò davvero pochissimo a tagliare i rami secchi quando l’ingombrante marito cadde in disgrazia.
Ora sono molto curiosa di vedere cosa farà Joséphine de Beauharnais. Napoleone le ha ingiunto di tornarsene a casa dal marito che in questa realtà alternativa non è stato ghigliottinato ed è ancora vivo. Mi sembra strano che lei lo faccia senza battere ciglio. Rimarrà a Milano e tenterà di riprendersi Napoleone? Ma come? La figlia dell’imperatore d’Austria è una rivale troppo al di sopra delle sue forze e lei rischia di restare senza nulla anche senza i sontuosi regali che Napoleone aveva promesso di lasciarle. Tenterà di avvelenare tutti? Non ce la vedo come protagonista di Arsenico e vecchi merletti….
Dall’altro lato del confine troviamo una famiglia Lavoisier sempre più coesa nel porre il niet al rapporto tra Antoine Laurent e Bernadette e quest’ultima sempre più afflitta e convinta che le cose stiano naufragando. Mi ha fatto molta tenerezza vederla così determinata a prendere in mano la situazione e parlare al suo timido amore in musica, celando dietro ai versi di Cherubino il suo stato d’animo e quello che realmente prova. Un tempo non spettava alle fanciulle fare il primo passo ed esporsi e lei si sta ingegnando dietro lo schermo di un’aria mozartiana. Purtroppo l’amato bene è troppo succube della famiglia e troppo privo di personalità per svincolarsi dai dictat genitoriali.
Su questo punto mi trovo d’accordo con Albrecht von Alois: Bernadette deve lasciar perdere quell’imbecille. Non so però se vedrei bene un rapporto tra quest’ultimo e Bernadette. Il bel conte svizzero è troppo misterioso e fa troppo il cicisbeo con Antigone e con chi sa quante altre. Non dimentichiamoci poi che è stato proprio il tenente de Ligne ad introdurlo in società. Bernadette rischia di collezionare la terza delusione e farebbe bene a procedere con i piedi di piombo.
A proposito di Albrecht von Alois, la scena del duetto canoro con Antigone mi è piaciuta moltissimo ed ho trovato azzeccatissima la citazione di quella scena del film Emma. Trovo anch’io che la licenza poetica di Silent worship sia stata ben presa. Mi chiedo però questo soggetto cosa voglia. Di sicuro ha capito bene il carattere di Antigone, quanto lei sia un pochino narcisista ed ami stare al centro della scena. Si tratta forse di un cacciatore di dote oppure è una spia del duca d’Orléans o del conte di Compiègne o di Napoleone? Antigone è di tutt’altra pasta rispetto a Bernadette ed ha le spalle molto più coperte e tuttavia farebbe bene a procedere con i piedi di piombo pure lei anche se con un carattere del genere che spacca il mondo la vedo un po’ dura.
E la piccola Giselle? Darà seguito alla sua infatuazione per il bel conte svizzero che però ha ben dieci anni più di lei? Ammesso e non concesso che lui la noti, c’è troppo affollamento intorno a questo giovanotto. Fossi in lei, farei più attenzione al marchese d’Amiens che oltre ad essere ricco, il che non guasta mai, è pure di buon carattere anche se è bruttino, ma la bellezza, si sa, non è tutto.
Non tralasciamo poi il malore della povera Rosalie. Io non voglio proprio pensare che stia male e faccio il tifo per la tesi che la vista di qualcuno in sala la abbia turbata, ma la vista di chi? Del giovane Lavoisier, del tenente de Ligne, della moglie del tenente de Ligne, di Albrecht von Alois o di un’altra persona ancora? Chi sa, tutti questi vagheggiamenti mentali e poi magari è soltanto inciampata!
Sono proprio curiosa di vedere come tutto evolverà.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Master
23/05/22, ore 12:01

Ciao Agrifoglio. Mi dispiace per Maria Luisa e l'ho immaginata posta nel centro tra la figura del padre e quella di Napoleone nel loro essere antitetiche. Mi é piaciuto leggere di Alain dove l'ho immaginato nel dialogare con Oscar e André. Che bello ritrovare i vecchi amici come Lasalle. Ho letto con interesse anche riguardo il dialogo tra Antoine e il padre e chissà se il giovane deciderà di ribellarsi al volere del padre. Mi é piaciuto molto leggere della giornata musicale, mi sono immersa nell'atmosfera e mi sono concentrata su Bernadette. Penosa purtroppo la scena con Joséphine. Un capitolo molto ricco, complimenti. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 23/05/2022 - 12:02 pm)

Recensore Veterano
22/05/22, ore 13:22

Così si arriva alla Storia con la "S" maiuscola e, anche se con diverse modalità, Maria Luisa diventa imperatrice consorte e bersaglio preferito delle "sorellastre cattive" di Napoleone. Sono un pò recidive e si meritano in pieno il titolo di "arpie" ;)
Intanto sul fronte "giovani" a far da padrone sono le pene d'amore. Bernardette, nonostante l'aiuto di Mozart, proprio non riesce ad ottenere una reazione da parte del giovane Lavoisier. Lo vedo molto lontano da una eventuale ribellione alle imposizioni familiari, ma, del resto, lui non fa Jarjayes di cognome. Il giovane conte dagli occhi verdi potrebbe essere la causa del mancamento di Rosalie e il mistero si infittisce se pensiamo al dejà-vu provocato in Oscar nel capitolo scorso (non è che il conte e Antigone insieme le hanno riportato alla mente un'altra coppia in un altro tempo?)
E intanto aumentano le persone con gli occhi verdi :) a proposito: Alain è fantastico!
Siamo nel maggio del 1810: sono curiosa e mi chiedo se la Storia tornerà protagonista il mese seguente, il 20 giugno per l'esattezza...a Stoccolma. Ma ovviamente aspetterò che tu ce lo riveli.
A presto

Recensore Veterano
22/05/22, ore 02:01

Buonasera Agrifoglio, il tuo è stato un vero colpo di genio!
La storia ci dice che Maria Luisa sposò Napoleone solo per la ragion di stato.
Nella tua variazione sul tema è oggetto di un vero proprio ratto e lo accetta, per la ragion di stato.
Il giovane Antoine Laurent de Lavoisier mi disturba sempre di più (sono ingiusta, lo so).
Alain è irresistibile!
Brava, a presto!
 

Recensore Master
21/05/22, ore 01:20

Complimenti vivissimi anche per questo capitolo cara Agrifoglio. L'Imperatrice Maria Luisa ormai deve accettare il proprio destino, non avrebbe, comunque, il carattere per opporsi. Come non ha carattere il giovane Lavoisier che cede alle dure richieste del genitore e decide di non considerare più Bernadette. Antigone e Alois formano una bella coppia e suscitano gelosia nel giovane Girodel ma lui ha un'attenzione speciale per Bernadette e la cosa mi piace. Josefine è ancora profondamente innamorata di Napoleone, ma il suo tempo è finito con la Ragione di Stato. Bello e commovente il ritorno di Alain e la piccola Giselle è molto simpatica e credo che farà strada. Brava come sempre a presto.

Recensore Master
20/05/22, ore 10:27

Cara Agrifoglio,
mi piace la tua "variazione sul tema" del primo incontro fra Napoleone e Maria Luisa (che, a Parma, di lì a molti anni, si firmerà MARIA LUIGGIA, con 2 g). Ma di questo capitolo mi piace molto la versione che ci dai di Alain, "più grigio ma non domo", innamorato della bella vedova, e che accoglie con il consueto stile guascone i vecchi commilitoni. E poi, come era protettivo e affezionato a Diane, così lo è a Giselle, la nipotina: non male davvero la sequenza in cui le strappa di mano il bicchiere di limonata e se lo scola, rimpiangendo che non si tratti di qualche bevanda alcolica più corroborante.
Infine: il racconto che segue il dipanarsi dell'aria - struggente - di Cherubino, è una bella idea, davvero; ma, del resto, Mozart è sempre una buona, buonissima idea.
Ciao, e a presto,
d