Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Junior
24/12/21, ore 16:59

Ma quant’è cupa, tetra e gotica la Torre di Londra per André! E quanto sono prevenuti e vessatori con lui i lord ed i carcerieri! Giuria di suoi pari un accidente!
Rinchiuso da mesi con accuse pesantissime quanto infondate che gli pendono sul capo, fra interrogatori ed udienze estenuanti, bagni di folla di curiosi che vogliono vedere il mangiarane prigioniero e spostamenti in barca tra le brume del Tamigi, all’ombra degli spettri di Anna Bolena e di altri infelici condannati, la sua vita è un precipitare continuo nel vortice della disperazione e dello sconforto.
Più gli interrogatori si susseguono e più André è consapevole che per lui non c’è via d’uscita, perché il suo processo è una farsa, condotta da stranieri ostili che credono più alla parola di contrabbandieri che hanno già il collo nel cappio che alla sua. La testimonianza di Nelson e le lettere rubate da chi sa chi, poi, non fanno altro che peggiorare la situazione.
In questo scenario opprimente e scricchiolante, l’unica via di scampo è la fuga progettata da sir Percy Blakeney, una fuga ben orchestrata e rocambolesca, avvincente al punto giusto, ma che termina in un’ennesima cattura quando tutto sembrava ormai risolto e che sfocia immancabilmente in un inasprimento del regime carcerario.
Il naturale epilogo di questo calvario è la condanna a morte che era scritta sin dall’inizio e che la tentata fuga ha reso inevitabile, quasi fosse scolpita nella pietra. Straziante è la reazione decorosa ed ammutolita di André che pensa soprattutto ad Oscar ed ai figli che non rivedrà mai più.
Dall’altro lato della Manica e specularmente, assistiamo agli stati d’animo di Oscar, in un crescendo di dubbi e paure che porteranno alla scoperta della sorte del marito ed alle rivelazioni successive.
Inutili sono gli sforzi suoi e della regina di scoprire dove sta André e se lo stesso è vivo o morto. Soltanto supposizioni possono fare le due donne.
Poco dopo però entra in scena, seppure solo per lettera, sir Percy Blakeney che, con lo stratagemma dell’inchiostro simpatico col succo di limone, rende edotta la famiglia de Jarjayes delle sorti di André.
Assistiamo quindi ad un crescendo inarrestabile di paure, di letture spasmodiche della corrispondenza, di attese interminabili della missiva successiva, di nervosismo e di appostamenti dei bambini, fino ad arrivare alla rivelazione finale che lascia tutti impietriti: André è stato condannato a morte.
E’ davvero la fine per questo personaggio tanto tormentato o i giochi potranno riaprirsi?
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior
24/12/21, ore 12:23

Sono incredibilmente veri e palpitanti, scolpiti nei loro pregi e soprattutto nei loro difetti, questi due nuovi personaggi storici che sono di prepotenza entrati anche nella storia di Lady Oscar.
Napoleone è il genio militare che tutti conosciamo, competentissimo, chiaro ed assertivo, ma è anche chiuso, diffidente, ambizioso e tracotante. Consapevole della propria superiorità, tratta tutti con sufficienza, non sopportando di dovere rendere conto a persone che considera inferiori. Traumatizzato dall’esperienza della scuola militare, tende a valutare tutti col metro delle umiliazioni subite, riconducendo aristocratici come il generale de Jarjayes e Girodelle ai suoi vecchi insegnanti e compagni di corso.
Quello che preoccupa è l’astio che prova per André, tra l’altro incolpevole del comportamento della Beauharnais e l’attrazione – repulsione verso Oscar.
E’ descritto benissimo nella scena del consiglio di reggenza: puntualissimo che spacca il minuto e formalmente inappuntabile, si capisce però nella sostanza che, come Farinata degli Uberti, ha tutti a gran dispitto.
Alquanto singolare è la descrizione che ne danno Girodelle: “Era capace di stare in sella per tutta la giornata, di trascorrere intere notti immerso nella lettura, sopportava le punizioni con fermezza e stoicismo, senza mai lamentarsi, ma, quando si trattava di farsi delle amicizie, ogni abilità svaniva” ed il generale de Jarjayes: “Un ribelle e un misantropo! La peggior specie, soprattutto fra i militari. Questi individui sono i più irriducibili e riottosi, quelli dai quali ci si può sempre attendere un colpo di testa!”. A tratti sembra proprio di leggere la descrizione di Oscar!
Joséphine de Beauharnais invece è avvenente, sensuale, briosa, carica di fascino e di carisma ma anche molto imperfetta. Ha imparato l’etichetta da adulta e si destreggia con quadrupli salti carpiati tra amore per lo sfarzo ed il bello ed una costante penuria di mezzi.
Ha alle spalle un matrimonio disastroso, umiliante e male assortito che però ha dato il la alla sua ascesa successiva.
Disinvolta e non ingabbiata nelle regole, generosa e liberale coi servitori, ha tutto il fascino sensuale e pigro delle creole che popolavano le piantagioni della Martinica.
Vivace e leggera, civetta indifferentemente con gli uomini e con le donne.
Due personaggi così nuovi ed ingombranti attirano necessariamente l’attenzione di tutti.
Interessante è la posizione di Girodelle che diffida di Napoleone, ma inaspettatamente anche di Oscar che in questa storia è l’antagonista e la nemesi di Bonaparte, ma anche lo specchio riflesso. La considera azzardata, testarda e spregiatrice delle opinioni degli altri, non mandando giù l’incidente capitato alla moglie, ma continua ad esserle fedele.
Napoleone ottiene il comando della spedizione in Egitto, ma subito invade Malta e cinge d’assedio La Valletta. Oscar dovrà pertanto partire alla volta della terra dei faraoni e tenerlo d’occhio su incarico della regina.
Un altro gigante che emerge alla fine del capitolo è la piccola Antigone, figlia di Oscar ed André, che manifesta sin da bambina un carattere fuori dal comune. Veste abiti maschili o femminili alla bisogna, non ha complessi e vuole esprimersi e primeggiare. Il figlio di Girodelle già la corteggia, ma lei è sprezzante e disdegna quelle che giudica delle svenevolezze.
Bene, imbarchiamoci tutti per l’Egitto!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior
23/12/21, ore 20:02
Cap. 40:

Che belle le citazioni della tragedia di Sofocle che si mischiano con la trama del capitolo e che si fanno sempre più evocative con l’incalzare del racconto!
Effettivamente Oscar aveva delle grandi affinità con Antigone e fa piacere vedere che una volta tanto abbia trovato un modello femminile da non disdegnare!
Nel corso della narrazione, Oscar si immedesima sempre più in Antigone, alle prese con la prepotenza del tiranno Creonte e con la titubanza delle varie Ismene di turno.
Il capitolo si apre a teatro, proprio con la rappresentazione della tragedia, ma un’altra tragedia è in agguato. Della morte di Bernard Châtelet, è accusato Antoine Laurent de Lavoisier perché l’uomo, oltre che scienziato, era anche dirigente della fermée générale e pare che Bernard stesse svolgendo delle indagini su alcune malversazioni da lui compiute. Egli inoltre si trovava nella reggia, ad analizzare il contenuto della falsa ampolla, quando il giornalista fu assassinato.
Da alcune conversazioni con la moglie di Lavoisier, con Girodelle, con Alain e con la sempre piangente Rosalie, ora madre di una bella bambina e vice governante di palazzo Jarjayes, pare però che lo Châtelet non si stesse dedicando troppo a Lavoisier e che le accuse fossero il risultato del malanimo di Marat, scienziato dilettante ed uomo meschino, a suo tempo snobbato da Lavoisier. La bieca vendetta e qualche gioco politico sarebbero alla base della prossima caduta dello scienziato.
In nome della politica, Mirabeau non vuole muovere un dito mentre Robespiere, preso da Oscar per il verso giusto, fa forse l’unica cosa giusta di tutta questa storia, testimoniando l’innocenza di Lavoisier.
Con l’ordine di scarcerazione firmato dalla regina e contro il parere di tutti che la vorrebbero più prudente o più riguardata, dato il suo stato avanzato di gravidanza, Oscar porta il documento al governatore della Grande Force, la prigione dove è recluso Lavoisier. Lì la donna si imbatte in una folla guidata da Saint Just e da Marat, uomo dotato di discreta bruttezza.
Malgrado gli strepiti di Marat, l’ordine è consegnato ed è proprio questi, alla fine, a rimetterci la vita anzitempo, pugnalato da una donna che si dilegua nella folla.
Oscar torna a casa, ma l’agitazione ed i sobbalzi della carrozza ne provocano il parto prematuro. Scesa dalla vettura, manda il cocchiere a cercare soccorsi e, sotto un albero, partorisce da sola una bambina a lei molto somigliante, che chiama Antigone.
Sopraggiungono i familiari ed André, ammirando la figlia, riconosce in lei la protagonista di un sogno antico.
Colpiscono in questa storia la descrizione di Bernard Châtelet come uno svagato tiranno sognatore, capace di condannare la famiglia alla miseria pur di rincorrere i suoi ideali politici, il concatenarsi degli eventi, la fermezza di Oscar, sempre onesta e fedele a sé stessa ed il parto solitario della donna che da vera leonessa fa nascere da sola i suoi leoncini nella foresta.
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior
23/12/21, ore 12:03

Continuano le trame del duca d’Orléans che questa volta vuole sbarazzarsi del lontano cugino di Oscar, il conte di Canterbury, da lui ritenuto responsabile del cambio di politica di re Giorgio III e del principe di Galles.
Per portare avanti le sue macchinazioni, il poco gentiluomo si avvale della collaborazione non disinteressata del crudele, ma sprovveduto duca di Germaine cui basta sventolare davanti la contea di Lille per manovrarlo come un burattino. Non si accorge, nella sua stupidità, che il duca d’Orléans lo disprezza, considerandolo come carne da cannone e nulla più.
Oscar nel frattempo assiste, non vista, ad una conversazione tra il convalescente André e la nonna, la quale non sarà un pilastro nel mondo della cultura, scambiando l’ubicazione del celebre colosso, ma ci vede sicuramente lontano quando si tratta di scorgere la predilezione per il nipote negli occhi di una giovinetta. Oscar vede, sente ed ha un moto di gelosia.
Finalmente arrivano dei grandi riconoscimenti per André: una spilla e delle parole lusinghiere da parte del generale de Jarjayes, da un lato e degli splendidi doni dalla reggia, portati da dame importanti a nome della regina, dall’altro.
André del resto sembra essersi messo proprio in carreggiata perché ha iniziato a studiare con impegno agraria per svolgere al meglio il suo incarico di amministratore delle terre dei de Jarjayes ed ora conversa con proprietà di linguaggio e con convinzione di idee insieme ai nobili ospiti che sono venuti a trovarlo a palazzo Jarjayes. Ha ben chiaro cosa sarebbe opportuno fare per salvare la Francia dalla rovina e gli altri lo stanno a sentire, ma ecco che l’ingresso intempestivo di Bernard Châtelet guasta l’atmosfera distesa che si era creata. L’uomo, più ideologo che politico, attacca briga e si lascia andare ad uno sproloquio che indispone gli astanti, i quali, malgrado l’intervento pacificatore di André, vanno via infastiditi.
Torna a casa il generale de Jarjayes che rende edotti tutti quanti della cerimonia di premiazione che ci sarebbe stata nel giorno dell’Assunzione. L’uomo non prende affatto bene il blitz di Bernard e va alla reggia, probabilmente per rimediare.
E’ piacevole leggere in questo capitolo del trasporto di Oscar per André. La donna, prima, avverte un vago senso di gelosia, nel vedere confermati i suoi sospetti sui sentimenti di Diane e, alla fine, decide di chiedere al padre di donare ad André una tenuta e, insieme a questa, l’indipendenza economica.
Finisce il capitolo, lasciandoci con tutta una serie di interrogativi.
Cosa ne sarà del conte di Canterbury, preso di mira dai più instancabili cospiratori di Francia?
Come evolverà l’infatuazione di Diane per André? Sarà ricambiata?
Cosa avevano da confabulare i genitori di Oscar con gli altri nobili, fra cui addirittura con la sorella del re, alla reggia?
Soprattutto, che fine ha fatto la spada di André?
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior
19/12/21, ore 00:24
Cap. 74:

Buonasera _Agrifoglio_,
eccomi finalmente in paro!
La scena di quest’ultimo capitolo si apre nel manicomio della Salpêtrière, dove l’inferno ha preso forma ed imperversa. Le condizioni delle alienate sono deplorevoli mentre l’indifferenza del direttore e la crudeltà degli inservienti sono agghiaccianti.
In questo girone infernale, è rinchiusa Théroigne de Méricourt che Oscar vuole interrogare sul tesoro dei giacobini. La donna, però, è ormai un relitto umano, la ragione sembra averla totalmente abbandonata e dopo delle fasi di inerzia ed altre di violenza, prorompe in un fiume in piena di parole senza senso e di furenti invettive: distesa di ossa, mare di morti, monarchici, comitato di salute pubblica e chi più ne ha più ne metta.
Malgrado tutto, questa povera derelitta fa pena perché vive in condizioni disumane, incatenata ed esibita a pagamento come una fiera allo zoo da un direttore senza umanità e senza coscienza. Neppure un’assassina come lei meritava una fine così spietata. La ghigliottina, al confronto, sarebbe stata un’opera di bene!
Oscar non può accettare supinamente questo stato di cose e con l’ausilio dell’attività documentativa di André propone ed ottiene dalla regina la sostituzione del direttore con una figura più idonea ed all’avanguardia: il dottor Philippe Pinel, precursore della moderna psichiatria.
Ci spostiamo a Londra e ritroviamo i coniugi Wellesley, freschi sposi, ma ormai già ampiamente disamorati. Lui è donnaiolo, ambizioso, in una fase di crescita costante mentre lei è puritana, provinciale, in un climax irrimediabilmente discendente. Lui si sente gabbato dalla sorte mentre lei si vede rifiutata. Basterà la nascita di un bambino a mettere le cose a posto? Sir Arthur Wellesley intanto è già tutto proteso verso la gloria militare e pensa a come dare del filo da torcere all’esercito napoleonico nella penisola iberica.
A Jena, invece, Napoleone si trova nella paradossale situazione di chi ha stravinto, ma è scontento. La ragione di tanta stizza è la vittoria del maresciallo Davout che ha eclissato quella di Napoleone. In questo stato d’animo irritato, l’imperatore, che non sopporta gli incompetenti così come quelli eccessivamente competenti al punto di superarlo, sta quasi per far fucilare il maresciallo Bernadotte che si salva per il rotto della cuffia.
A palazzo Jarjayes, il tenente de Ligne getta finalmente la maschera e mostra a Bernadette la sua vera natura. La ragazza è totalmente incantata da quel bel giovanotto e quasi lo venera, leggendo le sue poesie e conservando i suoi doni. Poesie scelte ad arte perché parlano di innamorati divisi da un amore contrastato e non in linea con le regole della società. Meglio felici o meglio allineati? Se lo sarà chiesto tante volte anche Bernadette.
Ma il giovanotto in questione, che si presenta pure tardi agli appuntamenti come una primadonna d’avanspettacolo, non vuole una moglie, ma un’amante che soddisfi le sue esigenze mentre è in cerca di una moglie ricca con la quale mantenere sé stesso e la sua amante. Bernadette è figlia di una governante borghese e di un giornalista giacobino e quindi non va bene come moglie, ma come amante sì.
La ragazza è basita da tanta meschinità ed amoralità e risponde per le rime al bellimbusto, piantandolo in asso e fuggendo via disperata, in preda a dolore e delusione.
Che, dire, attendo l’aggiornamento.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
18/12/21, ore 23:38

Buonasera _Agrifoglio_,
continua la mia maratona per mettermi in paro!
Fra sir Arthur Wellesley e l’ex bella Kitty finalmente matrimonio fu, ma il racconto lascia l’amaro in bocca. Lei era la donna da lui tanto sognata, l’innamorata che per calcoli economici e ragioni mondane gli fu negata. Ora invece le carte sono state sparigliate e lui ha i requisiti mentre lei non li ha più perché è sciupata ed imbruttita ed a trentatré anni ha l’età di una zitella. Lui è deluso, si sente come un assetato tradito da un miraggio, ma la sposa lo stesso per senso dell’onore.
Ammirevole, in tutto ciò, l’insistenza di lei per incontrarlo prima del matrimonio anche se ciò avrebbe potuto costarle un rifiuto.
Fu vero amore? Ho i miei dubbi.
Certo però che le cose cambiano col passare degli anni. Lui è cresciuto, lei è regredita ed ora come due estranei hanno affrontato il grande passo. Che tristezza infinita!
Una gran tristezza la suscita anche la lettura della storia dello schiavo africano Lisimba, venduto agli europei da altri africani come lui e deportato su una nave negriera. Dopo aver vissuto l’inferno nel castello degli schiavi e sulla Brookes, inferno che a tanti altri come lui fu fatale, riuscì a rivedere la luce grazie ad una fuga rocambolesca ed al buon cuore di Oscar e di André.
Un’altra ingiustizia, meno cruenta, ma altrettanto grave, si sta consumando a Parigi: Antigone, Bernadette ed Élisabeth Clotilde de Girodelle sono state rifiutate dalla Sorbona in quanto donne. Oscar non può accettare questa prevaricazione ed affronta il rettore in uno scontro senza armi, ma altrettanto epico che si conclude con la vittoria di Oscar e con l’ammissione delle tre ragazze e di tutte quelle che in futuro vorranno iscriversi all’università.
A Milano, invece, Napoleone si autoincorona imperatore e la sua gloria è completa anche se offuscata dall’assenza del papa. Napoleone è orgogliosissimo di se stesso e del punto al quale è riuscito ad arrivare, ma nonostante la felicità ricorda i soprusi vissuti in gioventù ad opera dei cadetti dell’accademia militare di Brienne e minaccia mentalmente di ritorsioni e di annientamento i sovrani europei e lo stesso papa.
Sempre all’incoronazione, Joséphine de Beauharnais, esclusa in quanto amante dalla tribuna d’onore, è di umore mesto, perché avverte che il suo tempo sta per scadere. Una nuova amante con la metà dei suoi anni sta intrattenendo l’imperatore e la bella creola teme che questo sia soltanto l’inizio perché presto una principessa europea sposerà Napoleone e gli darà quello che lei non può offrirgli: un erede.
A palazzo Jarjayes, Oscar, André ed il generale parlano ancora del tesoro dei giacobini e di come Robespierre e Saint Just potessero essere stati tenuti all’oscuro dell’esistenza di esso.
Alla reggia invece, Antigone confida al fratello di desiderare qualcuno più movimentato ed eccitante di Honoré che oltretutto lei considera come un fratello perché lo conosce sin da bambina. La ragazza esprime anche i suoi dubbi sulla sincerità del tenente de Ligne.
Poco più lontano da loro, il tenente de Ligne (che il nonno considera un militare che fa carriera nei salotti anziché sui campi di battaglia) corteggia Bernadette, leggendole poesie, donandole rose e stentando a tenere le mani a posto. La ragazza arrossisce, ma tutto sommato acconsente ed io continuo a nutrire i miei dubbi.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
18/12/21, ore 22:47

Buonasera _Agrifoglio_,
sto quasi per mettermi in paro con questa storia bella e scoppiettante!
Devo dire che mi è piaciuta moltissimo la descrizione della battaglia di Austerlitz che ha sicuramente richiesto una grande opera di documentazione e mi sono piaciute anche le immagini e la citazione iniziale da “Guerra e pace”.
Napoleone qui ha dato il meglio di sé, emulando il successo di Annibale a Canne o almeno così pensa lui. Ha ingannato, simulato, recitato, al fine di scegliersi il terreno ed il momento della battaglia. Non poteva permettersi il lusso di spossare ulteriormente le truppe ed allora ha adattato la battaglia alle loro esigenze senza sforzarle dietro al nemico.
Quei continui rimandi al sole possono riallacciarsi ad un altro grande condottiero, Alessandro Magno? Napoleone voleva emulare pure lui!
Quel che è certo però è che si sta montando tremendamente la testa e la scena in cui dice “Sono Napoleone” ha del patologico.
Se Napoleone è stato geniale, gli altri fronti invece hanno lasciato molto a desiderare a partire da quello russo. Incompetente ed arrogante si è rivelato lo zar Alessandro che ha mortificato Kutuzov e gli altri ufficiali anziani per stare dietro alla sua cricca di giovani amici aristocratici inesperti e sbruffoni. I risultati negativi non sono tardati ad arrivare perché il malcapitato zar è caduto nella trappola come uno stolto!
Alain dal canto suo ha fatto di tutto e di più ed infatti lo attende la promozione a colonnello. Il suo senso etico però è stato messo un’altra volta a dura prova dalla disumanità di Napoleone. La fine della battaglia di Austerlitz, con l’eccidio sui laghi e sugli stagni, lo ha sconvolto. A proposito, sono stupende ed allo stesso tempo agghiaccianti le scene delle lastre di ghiaccio che si spezzano sotto i colpi di cannone e che si richiudono come lapidi sui soldati sventurati!
Ma la parte che secondo me sfiora il sublime è l’incontro col principe Andrej Bolkonskij, uno dei miei personaggi letterari preferiti. Con le sue riflessioni sulla precarietà della gloria terrena e sulla meschinità di Napoleone davanti al cielo infinito, acuisce la crisi di coscienza di Alain che, ancora infatuato del carisma di Bonaparte, preferisce non pensare, ma intanto ascolta. Sono stupita di come sei riuscita ad amalgamare la vicenda della bandiera con le prodezze di Alain o la parte della medaglietta d’oro donata dalla principessa Maria Bolkonskaja con l’economia del racconto.
Su un altro fronte (è proprio il caso di dirlo), (ri)troviamo sir Arthur Wellesley e l’eterna fidanzata Catherine Pakenham. Lei insiste per rincontrarlo prima del matrimonio, ma lui tira dritto per senso dell’onore. Sarà giusto così?
In quel di Versailles, invece, le giovani leve fanno carriera: Honoré assume il grado militare che in gioventù fu della madre, Antigone ed Élisabeth Clotilde de Girodelle (la figlia segreta della regina) saranno dame di compagnia di Maria Antonietta e Bernadette diventerà lettrice del re.
Le ricerche del tesoro dei giacobini sono invece ad un punto morto.
Continua il pressing del giovane de Ligne sull’ingenua Bernadette. Lui è molto disinvolto, la marca stretta e lei si vede che sta per cadere ogni giorno di più nel vortice dell’innamoramento. La cosa mi preoccupa, dato che il bel tenente dei dragoni mi sembra un tipo edonista e fatuo e, pur essendo un militare, non gode della stima del nonno generale.
Continuo a leggerti con piacere.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
17/12/21, ore 18:13
Cap. 74:

Un altro splendido capitolo, carissima Agrifoglio sebbene molto triste e cupo
Tutto si apre con Oscar Andrè ,il loro figlio Honorè ed altre guardie reali che si recano in un edificio . L’edificio è grigio e si fonde alla perfezione col cielo carico di nubi piene di pioggia e dentro è ancora peggio :corridoi disadorni ed anonimi, luoghi che comunicano un senso di gelo e di estraniazione finchè Oscar non scorge delle persone oltre una vetrata ed anziché accomodarsi nella saletta come le era stato chiesto, va a verificare. Scopriamo quindi che le guardie reali si trovano nella Salpêtrière un manicomio dove in assenza di cure adeguate , gli alienati mentali erano parcheggiati in condizioni di estremo degrado finchè non giungeva la morte a liberarli .Ciò che Oscar vede in quel cortile è avvilente:malate incatenate ed altre che girano intorno al cortile ripetendo sempre gli stessi rituali, donne che defecano davanti a tutti ,una vecchia che si alza la gonna e mostra ciò che non dovrebbe mostrare ed anche una giovane mamma che ha strangolato la sua bambina che piangeva ed ora si accosta al seno una bambola. Alcune malate si accapigliano, altre infastidiscono le guardie ed altre ancora sono semplicemente assenti , ebeti o perennemente terrorizzate Da questo terrore e dalle pose lascive di alcune malate oltre che dagli atteggiamenti sgarbati e spiccioli di alcuni inservienti Oscar deduce che le alienate subiscono percosse e molto probabilmente anche abusi sessuali
Arriva il direttore che conduce le guardie reali al cospetto della malheureuse che a loro interessa La discesa nelle celle interrate è un viaggio negli abissi attraverso molteplici giro ni infernali . Urla, lamenti puzze varie finchè non si giunge nella cella che interessa gli illustri ospiti Scopriamo quindi che l’internata in questione è Théroigne de Méricourt ( ricoverata dopo che il cavallo di Andrè l’aveva scalciata e sbattuta con la testa al muro a seguito del tentato rapimento dei figli di Oscar e di Andrè) e che il motivo della visita è interrogarla circa il famigerato tesoro dei giacobini .Théroigne de Méricourt è ormai l’ombra di se stessa è invecchiata ,imbruttita e con il cranio semi rasato Nonostante tutti i loro trascorsi burrascosi Oscar avverte all’inizio un moto di pietà per la poveretta che è prima assente, poi parla pochissimo ed alla fine aggredisce una guardia reale che aveva avuto l’avventatezza di accostarsi troppo a lei e gli morde a sangue un orecchio. Oscar perde la pazienza e da calma che era diventa nervosa ed imperiosa ,strattona la donna e ripete la domanda con maggiore rabbia e concitazione. Théroigne de Méricourt però sembra essere di nessun aiuto, è completamente fuori di sé e ripete ossessivamente frasi apparentemente senza senso come “distesa di ossa” “mare di morti”, “comitato di salute pubblica” , rivoluzione” ,”monarchici”
Ad Oscar ed agli altri non rimane che prendere atto della sconfitta ma Oscar non può permettere il perpetrarsi di alcuna ingiustizia. La condizione delle malate è troppo degradata ed il direttore sembra mancare di umanità e di competenza e lo si vede da come tratta i suoi sottoposti e dalla falsa benevolenza con cui si rivolge alle malate passando in un battito di ciglia da malheureuse a prostituta mentecatta. André inoltre viene a sapere che il direttore di domenica esibisce Théroigne de Méricourt ai visitatori paganti come fenomeno da baraccone. Oscar perciò chiede a Maria Antonietta di sostituire il direttore con un medico molto all’avanguardia .Andrè infatti ha fatto delle ricerche ed ha scoperto che un certo dottor Philippe Pinel usa terapie innovative fondate non sul contenimento e sull’isolamento ma sul dialogo, sul rapporto umano e sul lavoro. La regina accetta e la Salpêtrière passa sotto una nuova e più moderna direzione
La scena si sposta a Londra dove continuano le pene amorose di sir Arthur Wellesley e della moglie Kitty Malgrado i due si stiano abituando gradatamente l’uno all’altra e l’aspetto della donna stia rifiorendo lui non è contento della scelta, considera lei inibita gelosa e possessiva, si sente prigioniero di un matrimonio a lui imposto dal senso dell’onore ed è piuttosto insofferente . Capisce che se fosse stato libero di scegliere non avrebbe sposato quella che per lui era diventata a tutti gli effetti un’estranea deperita anzitempo e rimpiange amaramente di non essersi potuto sposare da giovane quando la fiamma della passione ardeva ancora. Kitty invece malgrado gli sforzi compiuti per renderlo felice si sente rifiutata . Entrambi i coniugi comunque seppure per motivi diversi, sono intenzionati a far funzionare il matrimonio . Sir Arthur Wellesley inoltre vuole dimenticare l’insoddisfazione coniugale con la carriera militare Si rende conto che Napoleone è troppo potente via terra e che le battaglie navali non sono sufficienti a piegarlo ma pensa che un piccolo esercito bene addestrato potrebbe fiaccare Bonaparte partendo dalla periferia dell’impero Desidererebbe quindi comandare un contingente militare nella penisola iberica combattendo contro Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone
Napoleone invece è paradossalmente scontento perché nonostante una splendida vittoria a Jena, si è visto sovrastare dal maresciallo Davout che ha riportato una vittoria ancora più schiacciante ad Auerstädt. Una volta tanto non è lui il mattatore ma è costretto a fare buon viso a cattivo gioco ed a tributare i dovuti onori al maresciallo Davout Di tutta questa frustrazione sta per fare le spese un altro maresciallo, Bernadotte che ha avuto un comportamento bellico biasimevole Napoleone vorrebbe deferirlo alla corte marziale e fucilarlo ma Bernadotte si salva perché ha sposato la cognata di Giuseppe Bonaparte e perché infierire contro di lui ,per Napoleone, vorrebbe dire rendere palese la rabbia per il miglior successo di Davout.
A palazzo Jarjayes ,Bernadette è sempre più presa dalla sua passione divampante per il bel tenente dei dragoni Robert Gabriel de Ligne. Pensa sempre a lui e legge ripetutamente una poesia che lui le leggeva ,in un libro che lui le ha donato e che ormai si apre da solo alla pagina desiderata, una poesia che sembra adattarsi perfettamente alla loro situazione. Conserva come una reliquia, usandola come segnalibro ,una rosa ormai essiccata che lui le aveva offerto. Purtroppo però, nel corso di un appuntamento vicino alla serra, lui le chiede di diventare la sua amante, perché fra di loro c’è troppa differenza sociale ed inoltre lui non è il primogenito, non erediterà il titolo ed il feudo e gli serve una moglie ricca con il cui denaro fare carriera e mantenere anche Bernadette. La ragazza è incredula e sdegnata, rispedisce la proposta incedente al mittente e tronca ogni rapporto con de Ligne ,ma dentro di sé è devastata, straziata umiliata e quando è fuori dalla portata dello sguardo di lui scoppia in un pianto dirotto.
Ti rinnovo i miei complimenti cara Agrifoglio un capitolo davvero superbo e commovente, aggiorna presto!!

Recensore Junior
17/12/21, ore 11:36

Ho iniziato la lettura di questa storia perché mi è stata consigliata e mi sono subito trovata catapultata in medias res, nel bel mezzo di un concitato inseguimento a cavallo. Sembra di vederli i cavalli al galoppo, i busti dei cavalieri piegati sugli animali e gli spari, complimenti!
C’è un imperatore da salvare ed un duca da smascherare, ma soprattutto c’è una realtà scomoda che viene a galla: la cecità di André. E’ proprio nel corso di una colluttazione che Oscar si accorge che André ha problemi alla vista e giunge all’unica conclusione possibile e logica: congedarlo dall’esercito. E’ una decisione sofferta e dolorosa e tuttavia inevitabile. André ha il cuore a pezzi, ma non può farci nulla ed Oscar si sente a disagio, ma forse è anche un po’ sollevata. Di sicuro, di sente in colpa.
L’imperatore si è recato in Francia sotto falso nome per parlare col cognato re Luigi e, dalle parole della regina Maria Antonietta, sappiamo che il colloquio non è andato a buon fine.
Il duca d’Orléans invece trama alle spalle e vuole sbarazzarsi di tutti in questa sua folle corsa verso il trono. Ma quante persone deve fare fuori, poi, per ereditare lui? Si tiene buoni gli alleati facendo promesse avveniristiche, denari e contee, ma ancora ha in mano il nulla. Vuole anche schiacciare Oscar, la sua rivale di sempre.
Compaiono i soldati della guardia metropolitana (siamo a maggio del 1788) in questa corsa contro il tempo in direzione di Shüttern e del confine austriaco. Scherzano come dei ragazzini nel padiglione in disfacimento, quello che un tempo fu usato per la remise di Maria Antonietta e che ora è tana di ragni e di bestie di ogni tipo. Scoppia un incendio ed il vecchio padiglione è ingoiato dalle fiamme e sparisce, come è sparita la gioventù di Oscar.
Tanti nodi sono già venuti al pettine e tanti altri penso che dovranno venire. Si adatterà André ad essere separato da Oscar? Che ruolo potrà svolgere ora che sta diventando completamente cieco? Riuscirà a superare il trauma di essere diventato inutile ed addirittura pericoloso per Oscar e per gli altri? Bella l’immagine dell’anello della catena che ha la consistenza di una mousse! Ed Oscar come fronteggerà la sua vita ora che è sola e che è privata dell’onnipresente figura di André, a volte un po’ scomoda ed ingombrante, ma di sicuro protettiva e rassicurante?
Soprattutto, ora che André è fuori dall’esercito, forse gli eventi cambieranno, lui non morirà sotto quel ponte ed a lei saranno risparmiati gli spari dei difensori della Bastiglia, almeno lo spero.
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior

Buonasera _Agrifoglio_,
sono sbalorditive le descrizioni che fai del palazzo apostolico, della scala regia e della sala regia!
Hai ricostruito nei minimi dettagli il cerimoniale da seguire anticamente per essere ricevuti dal papa ed anche l’abbigliamento del papa stesso.
Oscar sa perorare le sue argomentazioni con la consueta assertività ed il sommo pontefice la sta ad ascoltare perché riconosce in lei onestà, franchezza, purezza di ideali e forza delle idee.
Vediamo fronte a fronte due tipi di forza diversi: da un lato Oscar che rappresenta la forza militare, caratteriale, della volontà; dall’altro c’è Pio VII che dà vita alla forza della fede ed anche lui delle idee. Lei è più irruenta e lui è più mite, ma non per questo meno tenace e risoluto, pur apparendo come un uomo anziano magro e minuto.
Poi, troviamo altre strabilianti descrizioni delle grotte del Colle Oppio e del sacro bosco di Bomarzo, dove torna Don Paolo, il pretino che questa volta ha un antagonista d’eccezione, lo scultore Canova.
I ragazzi sono ammirati, si divertono, hanno più energia di un vulcano mentre Oscar riflette sulle parole di Canova e si chiede quale sarà per lei il tempio in cima alla collina.
Frattanto, in Corsica, va avanti la missione del colonnello de Valmy. La natura è selvaggia ed incantevole allo stesso tempo, ma i soldati francesi, purtroppo, non sono lì per diporto, ma in missione e dopo una marcia travestiti da pastori trovano il luogo di detenzione del re.
Dopo una scaramuccia rocambolesca con i carcerieri di sua maestà, riescono a liberarlo ed a trasportarlo sulla spiaggia e da qui sul brigantino che li ricondurrà tutti a Civitavecchia, ma il re ormai è l’ombra di sé stesso. E’ patito nel corpo e nello spirito e di questo non può non accorgersi Oscar al loro incontro nel palazzo vescovile della città laziale. Da madre, Oscar non può non provare pena al pensiero di come reagirà Maria Antonietta nel rivedere il figlio in quelle condizioni. Il giovane, nonostante tutto, dà mostra di una volontà integra e di ferrei principi morali.
A Torino, prosegue la storia d’amore tra il marchese de Saint Quentin e Paolina Bonaparte. La loro però non è una relazione felice perché lui è completamente succube e lei se ne approfitta. Vuole essere ammirata, viziata, venerata, obbedita ed ha trovato in lui l’ammiratore perfetto da rigirarsi intorno al dito e da comandare a bacchetta. Così dice al fratello imperatore, a suo modo preso anche lui dal fascino travolgente di quella sorella adorata che tanto gli somiglia.
Napoleone interroga il marchese de Saint Quentin, varcando ampiamente tutti i confini del buon gusto nel rivolgergli domande imbarazzanti e maleducate. Alla fine, lo fa visitare dal suo archiatra di fiducia e dà a malincuore il consenso alle nozze.
La scena si sposta in Piazza San Pietro dove Oscar e famiglia stanno passeggiando e, alla fine, ricevono la visita del cardinale Brancadoro in persona che comunica ad Oscar che il papa acconsente a non recarsi all’incoronazione di Napoleone e che mette a parte la donna dell’esistenza di un tesoro dei giacobini che potrebbe capovolgere le sorti della guerra, finanziando una campagna antinapoleonica. Sta ad Oscar trovare il tesoro e farne buon uso.
Complimenti, questo viaggio nella storia e nell’ucronia è sempre più affascinante!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
17/12/21, ore 00:01

Buonasera _Agrifoglio_,
ma quant’è bella la città eterna e quanto è impertinente e senza peli sulla lingua la giovane Antigone!
Sembrava di stare lì con le visite del Colosseo, dei Fori Imperiali, della Fontana di Trevi e della volta della Cappella Sistina! Quest’ultima, in particolare, mi ha lasciato senza fiato con la descrizione delle pitture di Michelangelo e con la comparazione fra questo grande artista e l’altrettanto immenso Raffaello! Scontro tra titani!
Antigone è interessata ai paesaggi, ma è anche giovane e vivace e non si trattiene. Per lei l’argomento di attualità è l’infatuazione di Bernadette per un certo tenente dei dragoni e, adocchiata la preda, la ragazzina non si trattiene perché è una che inizia discorsi che farebbe meglio ad evitare e che non sa quando smettere.
Honoré, neo capitano delle guardie reali e novello cavaliere medievale, corre in difesa di Bernadette e rimprovera l’esuberante sorella con la quale scoppia un bisticcio.
Insieme a loro c’è un pretino petulante e saccente che allibisce, arrossisce, disapprova e si pavoneggia delle sue conoscenze.
Fra tutte queste amenità e frivolezze, ci sono anche Oscar ed André, per i quali quello non è un viaggio di piacere, ma una delicatissima missione diplomatica dalla quale dipende il destino dell’Europa intera. Ed è di fine capitolo la notizia che il cardinale Brancadoro fa comunicare ad Oscar: il papa ha accettato di incontrarla.
A Torino, invece, proseguono le ambizioni di Bonaparte e la storia d’amore fra il marchese e la bella Paolina.
Napoleone riceve il conte di Compiègne che disprezza per la sua vigliaccheria, ma del quale gli fa comodo avvalersi. Il conte sa di essere disprezzato, ma deve portare avanti le istanze del duca d’Orléans. Il conte di Compiègne è sicuro di procurare a Napoleone l’alleanza con il controverso zar Alessandro I, ingoia, incassa ed intanto chiede soldi.
Napoleone si bea di una lettera di Talleyrand che, come al solito, dice e non dice. Gli sta promettendo sostegno oppure sono soltanto manovre?
Sempre a Torino, il marchese de Saint Quentin continua a frequentare la bella Paolina e ad una festa in maschera non la vede e quasi ammattisce, facendo ammattire dietro di lui anche la sorella che teme che lui dia spettacolo. Alla fine è letteralmente rapito da una driade che gli si concede senza troppi preamboli, ma lui rifiuta perché ama un’altra donna e quella scappa sghignazzando.
Successivamente Paolina con lui è fredda ed altera. E’ gelosa, ma di che? Cosa sa Paolina? Le sue reazioni sono a dir poco strane. Non è gelosa tanto della driade, quanto di una fantomatica fidanzata francese ed il suo narcisismo è salvo nell’apprendere che nessuna dama gallica c’è all’orizzonte, perché nel cuore del marchese impera soltanto lei e lei soltanto.
Questa liaison nuova di zecca non piace alla sorella del marchese che ha con lui un colloquio tanto intenso quanto vano. Ormai Camille Alexandre ha deciso e non tornerà indietro.
In Corsica, frattanto, hanno inizio le operazioni di salvataggio del re.
Bellissimo capitolo come sempre!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
16/12/21, ore 23:17

Buonasera _Agrifoglio_,
prosegue questa fantasmagorica avventura che ultimamente per me ha il sapore di un appuntamento quotidiano!
Sono passati cinque anni ed ormai Napoleone si è sistemato a Torino dove si è autoproclamato imperatore sebbene non dei francesi. Minaccia di fucilazione i prefetti, concupisce le mogli degli altri ed ha un incontro scontro col conte di Canterbury che anche per colpa sua è vissuto qualche annetto agli arresti domiciliari. Parlano di pace, ma ho l’impressione che per Napoleone la pace sia come la sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno se la piglia.
Ritroviamo anche Joséphine de Beauharnais che non è più il chiodo fisso di Bonaparte. Lui è un tombeur de femmes ed ha molte amanti mentre lei, non più nel fiore degli anni e nella scomoda ed insicura posizione di amante, deve fare necessariamente buon viso a cattivo gioco, ma in ogni caso, pur non essendo sposata, funge da first lady a Torino. Ciò non la salva dal disprezzo di Maria Letizia Ramolino e dalle angherie di Paolina Bonaparte.
Proprio in risposta ad uno degli scherzi feroci della bellissima Paolina, Joséphine le fa lo sgambetto, facendola cadere diritta nelle braccia del marchese de Saint Quentin, fratello della contessa di Canterbury e vecchio amico di André.
Paolina aveva già incontrato il marchese ed aveva fatto colpo su di lui. Non proprio una campionessa di buona educazione e di bontà, la giovane donna può esibire una bellezza statuaria ed una personalità fuori dal comune, fortificata dalla posizione intoccabile che ricopre.
Ho paura, però, che per il marchese innamorato non saranno rose e fiori.
Sir Arthur Wellesley intanto è rimpatriato dall’India. Non ha temuto le armi dei nemici, ma sembra trovarsi a disagio con la penna e, se vogliamo, non è facile riallacciare i rapporti con una fidanzata che non si vede da undici anni!
In quel di Versailles, invece, si respira aria di partenza perché Oscar deve andare in missione diplomatica a Roma, per convincere il papa a non presenziare alla prossima incoronazione di Napoleone mentre il colonnello de Valmy dovrà salvare re Luigi XVII prigioniero in Corsica ed il generale de Girodelle andrà a Torino a tenere d’occhio Napoleone.
Fra questo e quello, arriva un nipote di Oscar, il bel tenente de Ligne che a soli diciotto anni sembra un uomo di mondo consumato, di quelli che tengono banco nei salotti e fanno palpitare le dame. E su una dama, anzi su una damigella, egli mette gli occhi. Si tratta di Bernadette, la figlia di Rosalie. I due si piaceranno? Lo scopriremo solo leggendo.
Ancora tanti complimenti!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
14/12/21, ore 20:21

C’è tanta carne al fuoco in questo lungo capitolo, ma io voglio cominciare da André, catturato dai contrabbandieri e tenuto prigioniero nella stiva della nave. Devo dire che non ho mai letto di André prigioniero di pirati o di contrabbandieri su una nave e trovo questa scelta interessante ed originalissima!
Questo poveraccio, che già tanto ha sofferto, si risveglia senza sapere che pesci prendere e nel suo animo si fanno strada molti dubbi e paure, a partire da quelle sulla sorte dei suoi cari che potrebbe non rivedere più.
Piano piano si fa strada in lui la consapevolezza di essere su una nave, nella quale i marinai lo trovano. Lo Sfregiato del Mediterraneo, infatti, lo aveva ben nascosto per non dover dividere il riscatto con la ciurma. Bello l’ingarbugliarsi dei pensieri ed anche il modo in cui André giunge per gradi alle sue conclusioni!
Una volta trovato, le cose per lui si fanno difficilissime perché per quegli uomini egli è soltanto l’anello di congiunzione tra un animale raro ed un momentaneo trastullo. Partono gli insulti ed anche la passeggiata sull’asse.
L’arrivo dello Sfregiato del Mediterraneo lo salva dall’asse, ma non ne migliora la situazione, perché l’uomo, pur apprezzando chi ha fegato, non tollera che qualcuno gli tenga testa davanti alla ciurma, senza contare che la gallina dalle uova d’oro è stata scoperta ed ora gli tocca dividere il riscatto con gli uomini.
André finisce a pulire il ponte, medicato rudimentalmente alla nuca e preso di mira dai lanci di bucce e cibarie sputate dai marinai, ma nella sua cattiva sorte trova sempre un motivo per gioire: meglio lui lì che Oscar!
Il problema fondamentale di André è che non vuole cedere il giustacuore, nella cui tasca interna ha cucito le lettere trafugate dalla tenda di Bonaparte e questo netto rifiuto gli aizza contro la ciurma prima e lo Sfregiato del Mediterraneo poi che lo condanna alla flagellazione col gatto a nove code.
E’ salvato sul filo del rasoio da Nelson che cattura la nave contrabbandiera, ma soltanto per essere arrestato con l’accusa di spionaggio.
Parallelamente a lui, Oscar deve fare fronte alla sparizione del marito ed ai tristi presagi sulla sua sorte che la opprimono e le tolgono il sonno, culminati nell’orripilante scena del coccodrillo che divora il soldato smargiasso sotto gli occhi di tutti.
Oscar deve badare ai figli da sola e si trova in un contesto dove, eccettuato Alain, le sono tutti ostili e lei deve sbrigarsela da sola e guardarsi intorno con mille occhi.
Poi, ci sono i bambini che vanno a caccia di trampolieri, inseguono le gazzelle e fanno immonde poltiglie con le piante di papiro che finiscono invariabilmente gettate fuori bordo.
C’è Alain che ancora è in piena sbornia bonapartista, ma che comincia ad essere turbato da saccheggi ed eccidi.
Napoleone si sta inaridendo ed incattivendo perché dalla Francia gli hanno comunicato che Joséphine de Beauharnais lo tradisce e lui non si dà pace. Deve tenere a bada gli uomini che vorrebbero saccheggiare, così inimicandosi i nativi e sopporta a stento Oscar, nella segreta speranza che arriverà presto il giorno in cui potrà mandarla al diavolo.
In Francia invece il generale de Jarjayes e Girodelle si interrogano sulla sorte di Oscar ed è bello che Giordelle, pur biasimando la donna per aver messo a repentaglio la vita della moglie, le sia ancora devoto ed affezionato.
Fra questo e quello, la contessa madre di Compiègne secca perché vorrebbe perorare la causa del figlio, secondo lei ingiustamente esiliato mentre Joséphine de Beauharnais desidererebbe essere ricevuta a corte, ma, per ora, non trova spiragli.
Che dire, trovo tutto molto completo ed avvincente.
Ala prossima!
Match Point

Recensore Master
12/12/21, ore 21:57
Cap. 74:

Inquietante la descrizione delle prigioniere della Salpetriere, soprattutto della povera Theroigne.
Bernadette viene malamente respinta dall'uomo che ama, il quale la vorrebbe solo come amante. Non c'è insulto peggiore per una donna.

Recensore Master
12/12/21, ore 21:49

Non mi sorprende che le donne siano riuscite a laurearsi così tardi.
Bella la frase di Napoleone all'atto dell'incoronazione.