Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
17/09/20, ore 20:29
Cap. 58:

Cara Agrifoglio,
I miei complimenti la storia diventa sempre più intricata e avventurosa . Un racconto il tuo che farebbe impallidire Dumas!
Mi perdo purtroppo nei meandri della vicenda e non riesco nemmeno a distinguere il romanzato dal reale. Davvero appassionante la ricostruzione che ci hai regalato!
Wellesley soprattutto, che ruolo gioca in questa tua storia? Inoltre come faranno Oscar e Alain a rintracciare André in carcere per volere di Nelson che lo considera una spia dei francesi?
Altra domanda: come hanno fatto i nostri eroi a rintracciare il sicario che ha venduto André? Come hanno potuto comunicare se lui non sapeva il francese? Inoltre,com' é possibile che Napoleone , i suoi soldati e la stessa Oscar siano stati a contatto con i malati di peste e non abbiano contratto il morbo?
Infine, come ha potuto Alain uccidere quei prigionieri siriani? Anche donne e bambini?! Non me lo spiego.
Attendo tue risposte! Ciao grazie e alla prossima

P.S. Grazie della risposta completa ed esaustiva.
Tornando a questo (e altri) tuoi capitoli piuttosto cruenti, mi viene da pensare che forse sarebbe conveniente alzare il rating, che ne pensi?
Quanto ad Oscar, che in gioventù avrebbe voluto andare sui campi di battaglia, imbracciando un fucile come un vero soldato, diciamo qui è stata accontentata. Chissà che quel fuoco di cui parlava mastro Armand nel suo dipinto,si stia affievolendo dopo tali drammatiche esperienze belliche?
Sono veramente curiosa di sapere dove ci condurrai con questo tuo interessantissimo esperimento letterario!!
Alla prossima, ciao💖
(Recensione modificata il 24/09/2020 - 01:50 am)
(Recensione modificata il 24/09/2020 - 01:51 am)

Recensore Master
17/09/20, ore 19:01
Cap. 58:

La legge della guerra: è l'orribile leit motiv di questo capitolo! La guerra è la madre di tutti i mali (l'avidità ne è la nonna), e fagocita anche gli innocenti, civili e malati e feriti che siano; vero è che i saccheggiatori se la sono cercata, la peste suona come il giusto castigo. Ma ora più che mai viene fuori la natura da pezzo di m.. da di Napoleone, solo in parte giustificata dal dolore per la perdita dell'amore di Josephine.

Recensore Veterano
17/09/20, ore 18:08
Cap. 58:

Buonasera Madame,
noto che avete descritto in maniera impeccabile ciò che accade in battaglia. In effetti si tratta di avvenimenti lontani da ciò che avviene a Corte o comunque in Francia. Solo la guerra, quella vera, può essere così cruenta, falsa e senza pietà.
Non si fanno prigionieri, non si fanno sconti. I più forti sopravvivono, gli altri soccombono.
L'onore, l'onestà, la giustizia, la parola hanno senso solo tra gentiluomini, e la guerra non è fatta per questi.
Mia figlia lo ha appreso nel modo peggiore, vedendo con i suoi occhi gli scempi che accadono sui campi di battaglia.
Taccio su Napoleone, sarà la Storia a dare il suo giudizio, inesorabile.
Si vede che Vi siete documentata e me ne compiaccio, nonostante la mia consorte storca il naso.
A presto, mia cara amica.

Recensore Master
17/09/20, ore 16:44
Cap. 58:

Ciao,
un capitolo ben scritto e preparato. Si vede tutta la cura ed il tempo che dedichi anche ai dettagli.
Molto realistico, nella battaglia, nei saccheggi e nelle stragi.
Oscar riparte per la Francia alla ricerca di Andrè, disgustata da Napoleone.
A presto.

Recensore Master
17/09/20, ore 15:43
Cap. 58:

Ciao,
un bel capitolo, in cui si vede che ti sei documentata a dovere su eventi, battaglie ed abitudini degli eserciti.
Perdonami, è scritto benissimo e tu sei bravissima, ma non è nelle mie corde leggere di battaglie cruente, uccisioni, stragi e simili. Però .... non posso che farti i complimenti per la credibilità degli eventi descritti. 
Si vede tutto l'impegno che ci metti, il tempo che dedichi a questo progetto e l'attenzione e la cura per i dettagli.
Aspetto il seguito, perchè voglio sapere di Andrè.
A presto.

Recensore Master
15/09/20, ore 17:02

Ciao Agrifoglio. Quello che è fondamentale in questo capitolo è il confronto fra Oscar e André, ero sicura fosse vivo e belli i loro pensieri, sia esternati che interiori. Interessante anche quel che gira loro intorno ad arricchire la trama, come quanto succede con Girodel. Questa è la prima parte della storia come letto nelle note e sono curiosa di sapere quali eventi accadranno nella seconda. Una chiusura che non poteva che avvenire in questo modo, facendo ritrovare Oscar e André ma niente è risolto e penso che molto altro dovrà succedere. Una parte con molti eventi ben descritti, dialoghi avvincenti, sentimenti ben espressi nei personaggi e nelle loro caratterizzazioni oltre all'azione. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 15/09/2020 - 05:03 pm)

Recensore Master
06/09/20, ore 17:04
Cap. 29:

Ciao Agrifoglio. Leggo sempre con attenzione i capitoli proprio perché scritti con cura, per questo è necessario più tempo per analizzare il tutto. Anche in questo succedono molte vicende, innanzitutto si scopre chi è la spia, ben costruita e inserita nella storia, ma non si fa in tempo ad avere questa informazione che subito c'è un'altra vicenda che mette il lettore in condizione di porsi altre domande. Abbiamo un ricatto, che manda avanti la trama sempre ricca di eventi e sono curiosa di vedere cosa accadrà A livello emozionale invece abbiamo la presa di coscienza di Oscar e mi è dispiaciuto vederla a quelle condizioni dopo quanto abbia passato. Adesso il tutto si è ribaltato ed è lei ad essere disperata per André. Eventi che accadono uno dopo l'altro sempre ben descritti, anche mediante i dialoghi. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 06/09/2020 - 05:06 pm)

Recensore Master
29/08/20, ore 23:18

Ho riletto con attenzione il riassunto iniziale meravigliandomi: ridendo e scherzando ne sono successe di cose!

Sei stata brava nel raccontare di Oscar ed André: se è vero che sono stati sempre insieme fin da piccoli, è anche vero che il ruolo tra loro si è rivoluzionato. Ci vuole sicuramente del tempo.

Qui ti ricongiungi all'80% con la storia originale: sono tornati, salvano i soldati, potrebbe scoppiare la Rivoluzione ma non ho idea della parte che giocherebbero - l'incontro con la Regina non le vede così lontane, anche se il tempo innegabilmente è passato. André adesso ha un titolo, una rendita, un castello... davvero ha voglia di fare la Rivoluzione?
Soprattutto non c'è quella cupa tristezza dell'originale_ Oscar aveva la tisi, sapeva di stare per morire, André sapeva di stare per diventare cieco, lei beveva, lui pure... i tuoi invece sono allegri neosposi senza problemi economici che gozzovigliano per agriturismi consultando la guida Michelin;P

La Marchese e la Marchesina sono il comic relief (un poco triste, ma povera ragazza...), perso André si passa al successivo della lista. Del resto, stando a Lille, non credo ci fosse molto da scegliere.

Quindi il figlio di Giro nascerà a novembre... non vedo l'ora!

Recensore Master
24/08/20, ore 08:13

IL capitolo è denso e usa vari elementi narrativi - c'è l'umorismo di Blakeney e della scena col divoratore di cosce di pollo, c'è il sentimentalismo di Girodelle, la suspence nel duello, l'epica nella battaglia e l'assedio al fortino che a me ha fatto tornare in mente i vecchi film con gli indiani, quelli in bianco e nero sia tecnico che morale. Non ci si annoia.

Non so quanto sia credibile un assedio anche se ho letto della "grande paura dell'estate dell'89", ma funziona e non mi pongo troppe domande.

Il conte di Compiègne è talmente fetido che quasi fa simpatia - un ratto! Che non si dica che è uno che non pensa, non fosse che quello che pensa è sicuramente nefando... possibile che non abbia mai trovato un canale per tutte queste energie e questo pianificare?

Bello il finale: e così li volevano tutti fuori dai piedi e ci sono riusciti.
La vicenda è ad una svolta interessante.

Sono contenta della scelta matrimoniale di Girodelle: avrà anche sposato una donna con un padre con un passato poco definito, ma non è certo una scema - ha disinnescato subito il ricatto, che 'ste cose alla lunga portano solo grandi guai. Peccato per le conseguenze.

Sir Percy Blakenay è simpatico e movimenta l'assedio con le sue guasconate - anche se è inglese.

Quanto a Oscar, è la dea della guerra, la Leonessa, insomma.
Bella descrizione quella del suo intervento - è un vero soldato insomma, anche se nell'anima sembrava fosse il vigile urbano di Versailles ;P

Interessante la loro dichiarazione d'amore - ci sono alcune frasi della notte delle lucciole, ma non si finisce con la passione: la preoccupazione è trovare / conservare il proprio spazio personale dentro questa storia. Del resto non sono più ragazzini.

Recensore Master
23/08/20, ore 18:21

Ciao Agrifoglio. Poetica l'immagine delle primule e poi, leggendo il capitolo, ho visto perché fossero nominate. Hai davvero tante idee oltre ai dialoghi realistici e ben scritti a partire da quelli iniziali, facendomi ben immaginare quelle sentinelle. Un capitolo pieno d'azione ben descritto dove quel che mi è piaciuto di più è stato il fatto che anche Oscar abbia fatto la sua parte usando la testa e la spada. Mi è piaciuto anche come sono stati rappresentati gli antagonisti ognuno nel proprio modo diverso di agire. Bello anche il finale dove André fugge per la felicità della donna amata, un gesto di grande nobiltà d'animo. Io non mi sento arrabbiata con André come scritto nelle note potendo immaginare cosa si potesse provare. Ogni cosa a suo tempo e sono sicura che i due potranno riunirsi. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 23/08/2020 - 06:24 pm)

Recensore Master
13/08/20, ore 19:22

Ciao Agrifoglio. Un capitolo molto movimentato e come sempre sono rimasta sorpresa. Adesso abbiamo la Compagnia della Rosa Bianca, dove vengono paragonati i vari personaggi nelle note finali, ma Fersen? :) Belle le associazioni letterarie che amo anch'io e il ruolo del Generale, direi che nella tragicità della situazione mi è venuto anche da sorridere, perché immagino tutti questi uomini riuniti con il padre di Oscar al comando. Si può ben vedere quante persone vogliano bene alla donna e cosa farebbero per lei. Mi è piaciuta molto questa frase: "I due gentiluomini si allontanarono, lasciando la Contessa a recitare da sola", ho ben immaginato la scena. Per un attimo ho pensato Oscar riuscisse davvero a scappare, invece deve intervenire la Compagnia. Oscar comunque non è tipo da stare ad aspettare ed almeno ci ha provato. Interessante il dialogo fra Bernard e Alain. Sono davvero curiosa di vedere cosa accadrà. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 13/08/2020 - 07:24 pm)

Recensore Master
12/08/20, ore 22:38

Un capitolo bello denso. Mi aspettavo l'entrata in scena di Napoleone.
Mi è piaciuta molto la parte in cui Antigone viene punita da un duro nonno, punizione a cui non si oppongono né Oscar né André di ritorno dalle sue terre.
Il Duca d'Orleans e i Compiegne sono riusciti a far scoppiare la guerra ma scommetto che nei prossimi capitoli Napoleone Bonaparte avrà molto da dare.
Diane si è finalmente sposata.
Mi domando chi sia la gentile dama che André aiuta ad uscire dall'acqua.
Infine, permetti una domanda. Non c'è speranza di rivedere Andossene? 😁😁😁

Recensore Junior
12/08/20, ore 19:13

Maria Antonietta è la protagonista assoluta di questo capitolo ed a lei il lettore istintivamente si rivolge, chiedendole “Quo Vadis?”.
Dopo settimane difficili sotto ogni profilo, un’inattesa e traumatica vedovanza ed una reggenza che la onera di mille responsabilità non richieste e non gradite, alla fine la regina crolla e manifesta tutta la sua debolezza. E’ una donna per l’epoca non più giovanissima, incupita, snervata, che si sente accerchiata e che, di conseguenza, è piena di rancore. Tutti per lei sono dei potenziali traditori e nemici e non lesina acidità e sarcasmo finanche a chi l’ha sempre fedelmente servita. Rifiuta la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino e la costituzione come fossero la peste, è del tutto irragionevole e nessuno riesce a farle cambiare idea. Andrè la paragona a Caterina de’ Medici e non ha tutti i torti.
Per tentare di sbloccare la situazione, Oscar la porta ad ascoltare il discorso del forsennato dei forsennati, quel Saint Just che condivide le idee radicali e fanatiche di Robespierre ma con molta violenza in più. Maria Antonietta lo ascolta ed allibisce perché il rivoluzionario non soltanto sputa sulla memoria del marito ma incita anche ad ucciderle il figlio piccolo che ha il solo torto di essere il nuovo re ed un re non può che regnare o morire.
Giunta al culmine dell’esasperazione, la regina decide di allontanarsi e di andare in cerca del conte di Fersen che reputa l’unico in grado di avere per lei parole di ispirazione e di conforto. Maria Atonietta però non tarda a perdersi fra i viottoli miseri della capitale e ben presto questo tragitto fisico diviene la rappresentazione metaforica del percorso dell’anima e lo smarrimento materiale rispecchia quello spirituale. Maria Antonietta deve fare suo malgrado un esame di coscienza e ciò la induce a capire che non tutti i torti stanno dalla parte degli altri e che se c’è un problema è perché lei ha trascurato i suoi doveri. Analizza impietosamente i suoi rapporti con chi le sta e le è stato vicino e non può esimersi dal notare le sue mancanze. Questo percorso diventa anche l’altra faccia della medaglia di quello effettuato l’anno prima, scortata da Oscar e dai soldati della guardia metropolitana di Parigi e se in quell’occasione gente becera le manifestò odio e risentimento, qui invece incontra soltanto brave persone pronte ad offrirle quel poco che hanno, una tazza di brodo ed un mazzo di fiorellini di campo. Nella saggezza e nella generosità di quelle popolane la regina vede un universo di valori, tutto ciò che manca a lei nel suo arido egoismo. Incontra poi il terzo popolano della giornata, Alain, quel soldato che la scortò l’anno prima e che ora la riconosce, offrendole anche lui il suo aiuto e scortandola in caserma.
In caserma la regina è accudita da Diane alla quale per gratitudine offre un invito alla reggia e poi si ricongiunge ad Oscar e tutto è bene quel che finisce bene.
Tornata alla reggia Maria Antonietta incontra il conte di Fersen ed il dialogo fra i due è molto toccante. Il conte di Fersen le dice all’incirca le stesse cose che le avevano detto Oscar André e Girodelle, ma ottiene maggiore successo sia per l’affetto che reciprocamente li lega sia perché ormai Maria Antonietta è stata ammorbidita da quella giornata dura ed atipica.
E’ molto commovente lo scambio di parole fra i due ed anche il loro affetto represso dalla necessità di celarsi ad occhi indiscreti suscita empatia. Fersen dice che tutto sta cambiando, che il loro mondo sta per finire e che chi verrà dopo non sarà migliore di loro ma soltanto diverso. Aggiunge però anche delle parole di speranza e di conforto perché governando bene il cambiamento ci si potrà ritagliare un angolo nel futuro che verrà. A questo scopo, Oscar sarà una figura essenziale perché onesta e fidata.
Maria Antonietta continua a ragionare con i valori dell’ancien régime ma qui è abbastanza flessibile ed arguta da capire che non potrà continuare per sempre a dire no a tutto e pur con mille riserve mentali si lascia convincere. La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino avrà il via libera e si avvieranno anche i lavori della costituzione, ma in cambio Oscar, André e Girodelle dovranno entrare a far parte del consiglio di reggenza.
Voglio adesso vedere cosa succederà, se la regina manterrà fede ai suoi propositi o se sarà soltanto un fuoco di paglia e cosa faranno Oscar, Andrè e Girodelle nel consiglio di reggenza e con chi si dovranno interfacciare. Non dimentichiamo, poi, che malgrado questi recenti sviluppi i rivoluzionari restano ancora lì, per nulla intenzionati a mollare la presa.
E la timida ed ipersensibile Diane cosa farà ora che è riuscita a coronare il suo sogno di un invito alla reggia, per giunta direttamente dalla sua regale signora?
Ti rinnovo i miei più vivi complimenti!

Recensore Junior
10/08/20, ore 19:40

Il what if c’è stato e che what if!
Una svolta inaspettata ma credibilissima. E così era il re il vero obiettivo del complotto mentre la regina era soltanto un diversivo per trascinare tutti fuori del palazzo ed avere campo libero per agire. Hervé Huppert non era l’attore principale di questo thriller ma la spalla. Il mattatore era la nuova recluta, quello Charles de Valenciennes tanto ambiguo, quanto scostante ed antipatico, piazzato là dal duca d’Orléans ora capiamo perché ed ora sicuramente trionfante fra un ghigno satanico ed un bicchiere di vino rosso.
Lo sparo c’è stato ma era uno sparo in lontananza. La memoria dell’anime ci ha ingannati un po’ tutti, nel senso che il capitolo precedente, per come si era conclusa la scena e per le suggestioni della storia originale, portava a credere ad uno sparo vicino ma tu hai giocato con il lettore pur senza barare. Sparo sì, ma dal palazzo delle Tuileries e la vittima c’è ed è illustre che più illustre non si può. Luigi XVI muore in un attentato anziché ghigliottinato e la Bastiglia resta in piedi perché la folla, appresa la notizia, ha qualcosa di meglio da fare che prendere a cannonate l’antica fortezza.
La storia vira verso l’ucronia e sarà interessante vedere dove ci porterai.
Il re è morto ed il nuovo re è poco più di un infante e non potrà governare da solo. Questo cambio ai vertici a cosa porterà? Ad un governo più illuminato ed attento al benessere della popolazione? Ad un polso più fermo e capace di tenere a bada l’ingordigia dei nobili e del clero ed il fanatismo dei rivoluzionari? Questo scenario lo suggerisce l’impegno solenne assunto da Oscar nella parte finale, quando mette la sua vita nelle mani del popolo a garanzia delle riforme.
Questo capitolo è bellissimo a partire dalla concitazione inziale, quando la protagonista intuisce di essere stata gabbata ed avverte l’esigenza di tornare alle Tuileries. Divora la strada vicolo dopo vicolo e questo correre a ritroso rispetto al capitolo precedente manifesta l’affastellarsi dei pensieri oltre che delle vie e testimonia la confusione che regna nei pensieri di Oscar. La giornata a poco a poco si spegne così come si sta spegnendo la vita del sovrano ed Oscar giunge finalmente a palazzo ed in un crescendo di emozioni e di suspense, fra un grido e l’altro perché la confusione non consente di udire, si accorge di cosa è accaduto e di cosa ha involontariamente contribuito a creare.
Bella la premura di André che porta Oscar lontano dalla calca, ma non dai pensieri che l’assillano. La donna ricostruisce l’accaduto e comprende che il comportamento chiassoso del valletto e la scelta di un veleno odoroso avrebbero dovuto indurla a sospettare. Non si trattò di un attentato alla vita della regina ma di un depistaggio che apriva la strada ad un attentato ben più importante e destabilizzante per la politica interna e di riflesso estera.
Alla fine sono tutti ammessi nella stanza del re morente dove ogni cosa è buio ed oppressione. I discorsi di questo sfortunato sovrano, che neanche nei romanzi riesce a riscattarsi e ad essere felice, dimostrano i sensi di colpa ed i complessi che si porta dietro. Mescolando sapientemente le frasi del testamento del re e la tua fantasia, ci mostri un uomo consapevole di avere creato problemi alla moglie, facendola sentire rifiutata e respinta ed all’intera Francia perché regnare con titubanza e senza autorità equivale ad aprire la porta al caos ed all’instabilità sociale. Dopo essersi accomiatato dai suoi cari ed avere raccomandato l’anima a Dio, il re si spegne poco a poco senza clamore ma con tanta sofferenza, morendo per uno sparo, nella notte del tredici luglio, prendendo il posto del coetaneo André.
La notizia induce la folla a riversarsi sulle Tuileries, con scorno e frustrazione di Saint Just, di Théroigne de Méricourt e degli altri radicali sediziosi che volevano prendere la Bastiglia.
La folla è numerosa, sembra pacifica ma non si sa mai ed Oscar, giù provata dalle fatiche della giornata precedente, affronta anche il popolo radunatosi nel cortile del palazzo, con intenti non più bellicosi ma pacificatori perché dentro di lei non alberga la morte ma probabilmente la vita. Il discorso del re diventa il discorso della leonessa e la folla si calma e si disperde.
Alain aiuta il suo comandante e le dà manforte ed è emozionante vedere quest’omone arrampicarsi sui cancelli e questi due rappresentanti della nobiltà e del popolo che combattono per una stessa causa.
Ancora tantissimi complimenti!

Recensore Junior
09/08/20, ore 19:27

Un capitolo intenso e scoppiettante questo trentaduesimo, portatore di suspense sin dal titolo.
Il popolo è scontento perché il cibo manca o è troppo costoso e l’afa e le parole degli agitatori fanno il resto.
In questa situazione complicata, il re ha pensato bene di trasferire la corte alle Tuileries perché vuole fare un discorso al popolo. Di questa trasferta soltanto Luigi XVI è entusiasta e sembra di vederlo, eccitato come un bambino con la prospettiva di fare qualcosa di bello e di importante e col sostegno del suo nuovo amico. Gli altri sono chi più chi meno insofferenti, chi perché teme i pericoli insiti nello spostamento chi perché trova deprimente e scomoda la location chi perché deve lamentarsi sempre e comunque.
Sta di fatto che i guai non tardano ad arrivare nella persona del nuovo valletto Hervé Huppert che porta alla regina un caffè corretto col veleno. L’uomo sa bene ciò che vuole ed è ben determinato nell’ottenerlo. Sottrae il vassoio dalle mani di una cameriera dopo essere quasi venuto alle mani con lei e tutto quel trambusto richiama l’attenzione di Oscar, di Girodelle, di Valmy e di Andrè. La scena è veloce e coinvolgente con Oscar che arriva appena in tempo a salvare la vita di Maria Antonietta ed il valletto che si dà alla fuga costringendo le guardie ad un rocambolesco inseguimento fra i dedali della vecchia Parigi.
Hervé Huppert però è troppo scaltro e troppo ben preparato e ben presto fa perdere le sue tracce. Al gruppo degli inseguitori si aggiungono Alain ed i soldati della guardia metropolitana e tutti insieme si dirigono nel famigerato sottoponte. Questa volta però ci sono proprio tutti sia i realisti che i figli del popolo e la situazione è ben diversa anche perché qui Oscar indossa un’altra uniforme, ben collegata alla casa reale ed ha l’aria dell’inseguitrice e non della braccata mentre André ci vede da entrambi gli occhi.
Ciò non toglie che il copione finale è sempre lo stesso con l’incontro con il soldato del Royal Allemand ed uno sparo sordo che fende il tramonto. Chi sarà il morto? Che effetto avrà sui parigini il discorso del re ammesso e non concesso che glielo facciano fare?
Molto bella la descrizione del tramonto infuocato, della concitazione e dello stato d’animo di tutti.
La scena si tronca sul più bello e noi restiamo creditori dell’identità del morto (o del ferito) e del what iffone. Ti rinnovo i miei più sinceri complimenti!