Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Veterano
06/08/19, ore 17:00

Una farsa è il  termine che trovo più calzante per descrivere, in una sola recensione, i primi 42 capitoli di questa storia che finisco di leggere solo ora.
Farsa perché i personaggi sono caratterizzati in modo farsesco, un esempio su tutti questa Oscar, incredibile, che eccelle solo quando si esibisce in colpi di tosse “nervosa” ed in esempi della propria inettitudine al comando.
Può un Comandante Supremo - a proposito, anche il grado militare sembra esserle stato affibbiato per “contrasto” o per compensazione alla sua mancanza di acume e capacità militari - perdersi due volte la Regina di Francia per i vicoli di Parigi? 
Può una donna partorire al clavicembalo “nel tempo” e al “tempo” di due “canzoni” e un’altra volta da sola, sotto un albero, come un animale, rivestirsi della propria stessa uniforme - immagine ridicola in sé - e continuare come se nulla fosse accaduto? 
Magari sono io che sottovaluto la donna straordinaria che la nostra Oscar è sempre stata ma sono qui ancora a domandarmi se le culottes le abbia rinfilate prima o dopo l’espulsione della placenta e se il cordone ombelicale sia stato reciso con la spada, lo stiletto oppure con qualcos’altro che al momento mi sfugge.
La scena di Diane che corre nuda per i giardini di Versailles, poi, è a dir poco surreale. Credo davvero che sia stata studiata per suscitare ilarità nel lettore.
In verità ho anche pensato che Leonessa di Francia potesse, in qualche modo, essere tutta una parodia o una parodia di tutto.
Il lettore a volte si ritrova confuso.

Anche il lessico risulta disomogeneo, si riscontrano espressioni dialettali, o idiomi che solo in Italia hanno modo di essere compresi, intervallati con altri anacronistici - svaporata, squagliare, nursery,  freak show, inurbano - ed altri più aulici ma stridenti e non sempre calzanti come : villici, villanzone e marrano.
Anche il periodo storico sembra essere inquadrato in maniera ambigua e non perché la storia appartiene al genere “ucronia”, ma perché a volte ho avuto la netta sensazione di essere stata trasportata in un’ambientazione di almeno 3 secoli precedente come nel caso della descrizione dell’assalto e dell’assedio al castello di Lille.
Sugli usi ed i costumi, di quella che pare essere una storia ambientata nell’ultimo ventennio del 1700, non mi soffermo molto, ma anche qui si rilevano incongruenze abbastanza grossolane ed evidenti anche ad un occhio poco “esperto” come il mio.

È una fiction che appartiene certo al genere avventuroso ed introspettivo e che rispecchia in pieno il suo rating verde, ma non sarei però capace di qualificare la totale mancanza di passione e sentimento da cui è affetta la storia, dove per passione non intendo certo soltanto quella fisica ma piuttosto quella che dovrebbe coinvolgere i protagonisti a livello di cuore ed intelletto. 
I protagonisti sembrano sempre troppo impegnati nella disamina delle proprie turbe mentali - e non dico che ne abbiano ma così paio essere descritti - per concedersi il tempo, non dico, di una carezza ma anche soltanto quello di una parola d’amore.

Mi spiace ma la recensione non può che essere critica.

Minaoscarandre

Non avevo avuto ancora tempo da dedicare alla lettura di questa storia. Non avendo ancora terminato la lettura, mi soffermo su questo capitolo per stilare un mio giudizio.
Seppur sia ovvio che ogni autore "sente" i personaggi di Vnb in modo diverso e personale, in questa storia i personaggi, praticamente tutti, sono caratterialmente molto lontani dall'originale. Soprattutto non riesco a riconoscere Oscar e Andrè, la cui disanima medica e psicologica è totalmente estranea all'originale.
È una storia molto avventurosa, in puro stile cappa e spada, ma molto confusa per quanto riguarda stile, usi e costumi. Arrivata a questo capitolo ho riscontrato assurdità storiche che, nel migliore dei casi, sfiorano l'inesattezza.
È ammirevole la voglia di inserire note che riportino il lettore a vivere le atmosfere e gli usi del Settecento, ma tutto ciò dovrebbe essere supportato da un minimo di veridicità storica, che fin qui è mancata.
Potrei stilare un lungo elenco di ciò che non combacia a verità, mi limiterò a far osservare che gli abiti indossati dalla regina Maria Antonietta, così come i gioielli, sono assolutamente fuori contesto visto che negli anni in cui si svolgeva questa storia, la moda era drasticamente cambiata.
Così come decisamente inverosimile il banchetto organizzato nei giardini di Versailles nel capitolo 15.
Nello specifico, in questo capitolo tutto sembra farsesco, i protagonisti dovrebbero essere nel 1788 ma tutto sembra essere ambientato nel medioevo o poco più.
Nel Settecento, e soprattutto negli anni ottanta del Settecento, non si indicevano sfarzose cerimonie nella sala del trono per​ consegnare medaglie, onoreficenze o titoli nobiliari. Persino il grado militare di Oscar è pura invenzione.
L'inserimento di links, pur se apprezzabile, è fuorviante vista la scarsa attendibilità storica che apportano alla storia.
Le poche, e non rilevanti, informazioni che ho avuto modo di fornire, temo siano stati piegate al volere di una trama surreale e anacronistica.
La mia lettura come ho detto non è terminata, ma la sensazione di leggere una storia poco centrata nel periodo storico interessato permane, amplificata da un lessico poco adatto al Settecento.​