Recensioni per
Fumo tra le mani
di JulyChan

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/06/18, ore 15:14

Quarta Recensione Premio per il contest "È nella mia natura..."

Ciao!
Ancora una volta, scusa per l'attesa. Finalmente giungo per l'ultima recensione che hai vinto. Stavolta, però, sarò un po' più breve: le ultime volte avevo avuto il tempo di recensire a mente fredda, rileggendo la storia più volte; stavolta commenterò a caldo, sintetizzando un po', ma spero di non dimenticare nulla.
Avendo carta bianca, non potevo non buttarmi sulla nuova new entry della famiglia "Draco/Daphne". Le ho lette tutte molto volentieri, e questa non fa eccezione :)
C'è una specie di costante nelle ultime tue storie che ho letto, e non è solo la cura per i dettagli che è diventata molto meticolosa e ricca (il che incontra il mio gusto): è la presenza di metafore e allusioni che sono in aumento, il non creare una trama spiccata ma lasciarla intuire appunto da allusioni o accenni mirati, la predominanza dell'introspezione e dello studio di come si evolve il rapporto tra i personaggi. Insomma, la parte emotiva e stilistica prende il sopravvento su quella più strutturale e fisica, se così posso dire. Non è una critica, è solo un'osservazione che volevo condividere arrivati alla quarta recensione di questo giro:)
Passando ai miei dubbi - eh sì, se non ho almeno uno-due dubbi ogni volta non sono io, provo gusto a scocciare la gente (in realtà no, ma è più forte di me, rompo) - ci sono due punti che non mi convincono:

Lui è in anticipo, ma non di trepidante attesa -> Non sarebbe più corretto dire "ma non in trepidante attesa"? Quel "di" avrebbe senso se "trepidante attesa" fosse subordinato a "in anticipo", mentre io credo che sia più legame più in senso di correlazione. Se fosse stato "Lui è pieno di dubbi, ma non di trepidante attesa" (non ha senso la mia frase, ma è per spiegare il senso del rapporto sintattico), "pieno" reggerebbe anche "di trepidante attesa", e sintatticamente avrebbe senso.

Sa che l’amaro di quei baci infedeli non le aveva mai lasciato in bocca abbastanza veleno da farla desistere: Daphne amava follemente, e aveva amato Draco fino allo stremo. -> Qui ho perso un attimo il senso dei tempi verbali, lo ammetto. Il verbo portante è il presente, fin qui ci sono; e regge la il trapassato prossimo per esprimere l'anteriorità di quei baci scambiati a cui lei non ha mai rinunciato, ed è perfetto. Ma è quel "Daphne amava follemente" che non mi convince, perché il verbo reggente resta comunque il presente e Daphne "ama" ancora follemente; il resto "e aveva amato Draco fino allo stremo" va bene perché è di nuovo un riferimento a un qualcosa che si è comunque concluso nel passato.

Ho finito di rompere!
Ancora una volta apprezzo la coerenza tra stile della storia e titolo: entrambi sfuggenti, allusivi ed evanescenti. Unica cosa che mi sorprende è la mancanza della maiuscola nel titolo, ma non so se è voluto e perché. Questo è un altro di quei tuoi titoli che apprezzo. Come quello della scorsa storia è perfetto per questa storia, e non solo per il motivo stilistico che ti ho già detto. Fumo è ciò che rimane a Daphne per le mani, una specie di nebbia che esce dalla sua mente, che sia dai ricordi o dai sogni, parte reale e passata, parte irreale e presente. Sia per una questione fisica - il fumo è impossibile da trattenere - sia quindi per un questione metaforica, il titolo mi è piaciuto molto.

Stilisticamente, stavolta, il modo in cui hai suddiviso la flash mi piace molto: non mi trasmette fretta né frammezza troppo la lettura. Il ritmo è calibrato. Forse all'inizio ci sono troppe pause per me, punti in cui avrei evitato la virgola, ma sono casi in cui può influire il gusto personale, quindi non sto qui a segnalarteli. Invece mi piace molto come dai ritmo a ogni inizio paragrafo. E' un altro dei tuoi tratti nello scrivere che io apprezzo molto. In questo caso, mi piace moltissimo l'evoluzione dell'età con le tre parole chiavi della lettura: la sua giovinezza legata ai suoi ricordi, qualcosa di passato e felice, giovane, quasi acerbo, pieno di speranze; l'età della maturità, l'età in cui si lascia il gusto e arrivano i problemi e quindi gli incubi, quegli ostacoli insormontabili che sfuggono al nostro controllo, quelle "disgrazie" che possiamo solo accettare e che la nostra vittoria o sconfitta non dipende dal fatto se le sconfiggiamo o meno, ma da come reagiamo alla loro invariabilità; e poi quel senso di non età, quel vagare legato al sogno, a qualcosa di irreale e intangibile, che proprio per quello che ho detto per il passaggio di mezzo acquista il senso di sconfitta, di abbandono, di una Daphne che si lascia andare alle proprie illusione, che si nutre di esse perché non ha veramente la forza di andare avanti e quindi si rifugia nel suo mondo. Un'altra cosa che mi piace, e che credo tu abbia messo in evidenza nelle note d'autore, è la chiave di lettura che queste tre parole offrono: "ricordi" è qualcosa che non c'è più ma che c'è stato, e che quindi è stato reale nel passato; "incubo" ha una doppia accezione e funge da intermediario, dando al lettore il primo distacco dalla realtà ma anche un bivio su come la storia può evolversi; e "sogno" che è completamente distaccato dal mondo tangibile e che quindi segna la fine di questo climax. In ogni caso, e ultima che ho notato su questo punto, è il fatto che tutti e tre i termini, a dispetto della loro accezione più reale o irreale, sono comunque tre termini che indicano qualcosa di non tangibile, qualcosa che può solo filare dentro la nostra testa; ed ecco un altro riferimento al senso del titolo.
Complimenti come sempre per la cura dei dettagli e per come soppesi il lessico. Una cosa che mi ha colpito molto è stata questa frase:

la casa è immersa nel silenzio e loro sono immersi nei segreti. -> Questo parallelismo, rafforzato dalla ripetizione del termine, mi è piaciuto molto.

Così come mi è piaciuto il modo in cui hai chiuso la frase con "sa già tutto" e poi ripetuto "Sa che" nelle seguenti due.

Ancora una volta non c'è futuro per questi due personaggi, il che mi dispiace perché mi piacerebbe davvero vedere come gli gestiresti in un lieto fine, o in un finale dolceamaro. Invece c'è sempre questa nota drammatica, quasi folle e irreale nella conclusione. Anche questo non è una critica, ma solo un'osservazione più generale sul tuo lavoro. Ognuno ha i suoi generi preferiti, figurati :)
Detto questo, mi sono piaciuti i riferimenti a un Draco che cerca di combattere i suoi demoni, di un giovane uomo diviso ancora in due che lotta con entrambe le parti, forse per trovare se stesso, forse per perdonarsi sia l'aver tradito i suoi compagni prima che aver tradito il suo signore dopo. Ho usato un termine forte, ma spero si comprenda ciò che voglio dire. Comunque, è solo Daphne che in questo frangente può stargli accanto e avere accesso alla parte più fragile di lui. Una fragilità che poi torna a mostrarsi nel suo aspetto più vile quando lui deve affrontarla dopo l'annuncio del suo fidanzamento con Astoria. Posso definire Draco un personaggio con un forte potenziale, ma che cede alle sue debolezze molto spesso. E tu non lo risparmi, tirando fuori proprio questo suo determinato aspetto. Comunque, in questa storia, Draco resta sempre sullo sfondo ed è Daphne a essere protagonista incontrastata.
Una Daphne che sembra "inattiva" sia nell'incipit che nel finale. Non so perché, ma me la immagino abbandonata, apatica, nel suo letto, a nascondersi dalla vita e a lasciarsi andare ai sogni; chiusa in casa, sepolta viva sotto le coperte, per conquistare almeno nelle sua mente l'uomo che ama. Mi ha colpito, nell'inizio, il fatto che sia l'annullamento di tutti i sensi, quella confusione che si prova quando ci si risveglia e non si sa dove o in che tempo ci si trovi, il momento in cui lei è più "felice", perché in fondo a lei c'è la consapevolezza della sua perdita, del suo dolore, un dolore e una separazione che finge di non sentire nei suoi sogni, ma che è comunque lì: lei illude se stessa, mente a se stessa.

Spero di aver detto più o meno tutto, o comunque aver affrontato i passaggi più importanti. Concludo facendoti i miei complimenti ancora una volta.
A presto!

Recensore Master
06/05/18, ore 00:17

3 - “Fumo tra le mani” di JulyChan
Totale: 49.5/55. 

1) Grammatica e ortografia: 10/10.
 
Perfetta. 

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10. 
Non ricordo se ti ho mai dato il massimo in questo parametro nei precedenti contest, ma questa volta te lo meriti tutto! Ho adorato il modo in cui questa storia è scritta: è estremamente curata, precisa, persino la struttura ha un andamento simmetrico (con queste tre parti divise tra “ricordi”, “incubi” e “sogni”, e quel “Daphne, esistiamo solo noi” finale che riprende quello iniziale) che mi ha deliziata. 
È un testo che ho trovato estremamente emotivo, non ci sono barriere tra i personaggi e il lettore: i sentimenti di cui soffrono – l’espressione è voluta! - arrivano diretti al lettore, senza sconti, con una violenza che lascia storditi. Di solito, trovo che tu sia molto “delicata” nel descrivere ciò che vuoi comunicare, ma non stavolta, ci sono certe frasi che veramente sono drastiche: “Poi la realtà la colpisce: frammenti di vita che le incendiano le vene, nuvole di fumo che le bruciano gli occhi – Daphne, esistiamo solo noi.”. Non c’è scampo né per Daphne né per chi sta leggendo, è un testo che non lascia tregua. 
Hai utilizzato davvero molte immagini, ma tutte giustificate e che si ripresentano nel testo, quindi non ne sono rimasta disturbata. Le mie preferite sono senz’altro quelle che si riferiscono alla passione che “divampa” in Daphne, bruciandola, riducendo le sue ossa in cenere, lasciandole tra le mani soltanto fumo; ma anche quelle legate alla relazione clandestina - “la casa è immersa nel silenzio e loro sono immersi nei segreti” – mi sono piaciute particolarmente. 
Hai fatto un largo uso – selvaggio! - di coordinate unite da una “e” e senza punteggiatura a dividerle. È un espediente narrativo che difficilmente incontra il mio gusto, ma in questo caso preciso l’ho apprezzato, perché utile alla caratterizzazione del personaggio: attraverso queste frasi dal ritmo rapido e non scandite da segni di interpunzione, riusciamo a scorgere ancora più chiaramente quanto Daphne sia consumata dalla passione illecita per Draco, e anche quanto questa stessa passione sia nociva, al punto da ridurla a tormentosi sogni in cui niente li ha mai separati, in cui “ha il suo respiro addosso e lo sente tremare tra mille promesse, e questa volta non si infrangono al suolo”. 
Inoltre, ho notato anche un altro aspetto che ha incontrato il mio gusto. Hai utilizzato uno stile pieno di sottintesi, che dice più di quello che è effettivamente scritto. Ti faccio qualche esempio: “l’ha ascoltata discorrere degli ultimi mesi felici, l’ha vista mostrarle timidamente l’anello”, in questa frase quel “l’ha vista” rende perfettamente l’idea di una Daphne straziata dal dolore che osserva da fuori, dall’esterno, ciò che le sta capitando, e allora non è Asteria che le mostra l’anello, è Daphne che vede sua sorella mentre le mostra l’anello di fidanzamento. È una differenza sottile, ma che ho percepito fin dalla prima lettura. 
Un altro esempio è: “Lui le accarezza il viso, le accarezza il ventre nudo, sorridono in sincrono ed emanano luce”, qui “ventre nudo” mi ha subito rimandato alla maternità, all’idea che Daphne sogni non solo di averlo per sé ma anche di costruire una famiglia con lui, e l’ho trovato quasi più straziante di tutto il resto. Una storia crudele! 
Ci sono alcune piccole imperfezioni – almeno dal mio punto di vista – che però vorrei segnalarti, per amor di precisione. 
“Ma lei lo accetta, ed è felice che lui voglia affrontare se stesso, ed è orgogliosa che lei sia l’unica a sapere, l’unica a essere degna dei suoi tormenti”: in questa frase il pronome “lei” lo avrei preferito spostato (“che sia lei l’unica”), per metterlo ancora più in risalto, per sottolineare che è solo “lei” ad avere questo privilegio. Inoltre, per mantenere l’andamento di tutta la flash che è molto piena di coordinate, avrei tolto la virgola dopo “se stesso”. L’avrei sistemata così: “Ma lei lo accetta, ed è felice che lui voglia affrontare se stesso ed è orgogliosa che sia lei l’unica a sapere, l’unica a essere degna dei suoi tormenti”. 
“E lui la intrappola e il fuoco esplode e Daphne brucia”: in questa frase – che per altro adoro –, secondo me, se mettessi “brucia” in corsivo per evidenziarlo ancora di più l’effetto sarebbe migliore, di totale perdizione. Rispetterebbe meglio anche il crescendo reso dalle tre coordinate. 

3) Titolo: 5/5. 
Il tuo è forse il mio titolo preferito, è proprio bello! Mi è piaciuto molto il richiamo nel testo – che è un particolare che adoro – e questa immagine di un amore svanito, evanescente come fumo che sfugge dalle mani disperate di Daphne. 
Penso tu abbia fatto una scelta davvero buona con questa espressione: è incisiva, secca, e richiama alla mente immagini e possibilità che ti fanno venire voglia di leggere la storia per vedere se le intuizioni iniziali trovano conferma nel testo. Davvero ottimo, brava! 

4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10. 
Sei stata davvero molto brava in questo parametro. Hai descritto una donna spezzata e un amore infelice, amaro, e sei stata sublime. 
Daphne è senz’altro la protagonista del tuo racconto, e mi è piaciuta tanto. La cosa che ho apprezzato di più di lei è questa passione che la contraddistingue e la consuma: lei ha amato Draco “fino allo stremo”, fin troppo, ed è questa la sua caratteristica principale, una sconfinata capacità di amare – Draco. 
Daphne è arrendevole, debole, non è una persona che sa lottare, nemmeno per ciò che desidera. Non è un personaggio che mi ispira simpatia, eppure non ho potuto fare a meno di sentirmi toccata dal suo dramma d’amore: il dolore lancinante quando scopre di essere la seconda scelta, quando capisce che la prima è la sua stessa sorella, che verrà addirittura sposata da Draco. Hai reso benissimo la disperazione che prova, il male che non guarirà mai. 
L’unico dettaglio che non mi è piaciuto – ma per cui comunque non ti ho penalizzata – è l’arrendevolezza di Daphne nel lasciare Draco a sua sorella senza una parola: va bene non volersi vendicare e capire che tutto è perduto, ma una persona così innamorata difficilmente si rende conto della realtà dei fatti e mi è sembrato un po’ strano che, semplicemente, lo lasciasse andare. Non ti ho penalizzata perché non credo sia una mancanza nella caratterizzazione o qualcosa di poco credibile, ma penso sia un lato caratteriale di Daphne che hai voluto sottolineare. 
Su Asteria meglio che non mi esprima: stereotipata. Lancio un appello a tutti coloro che scrivono di questa coppia: svecchiate il repertorio! 
Non ti ho dato il punteggio pieno essenzialmente per due motivi: la mancanza di originalità e la caratterizzazione di Draco. 
Partiamo da Draco. Per certi versi mi è piaciuto molto come l’hai descritto, perché non sei caduta nei cliché tipici del fanon, ma ne hai data una rappresentazione che ho trovato fedele all’originale: Draco tormentato dai rimorsi di guerra, che ha bisogno di spazio e tempo per far pace con se stesso; Draco che preferisce i segreti e una relazione clandestina piuttosto che affrontare la realtà dell’amare un’altra donna; Draco che passa sopra a tutto e tutti pur di soddisfare i propri desideri e non importa se vuol dire spezzare il cuore a una sorella perché se ne è scelta un’altra; un Draco codardo che si decide a parlare con la sua amante soltanto quando non può più farne a meno, quando ha già messo l’anello al dito a sua sorella, un Draco vile che sospira di sollievo quando si rende conto che non dovrà dare spiegazioni. È una caratterizzazione di Draco – e maschile, in generale – che ho trovato davvero valida. 
Ci sono però delle ombre sfocate che restano inespresse. Non si capisce perché Draco all’inizio abbia bisogno di Daphne – sempre ammesso che ne abbia, e non sia solo un capriccio o uno svago – né perché continui una relazione con lei – come mi è parso di capire non hanno chiuso da tempo né di recente, altrimenti non si spiegherebbe il chiarimento di nascosto, l’essere “immersi nei segreti” o i “baci infedeli” - quando desidera sposare sua sorella, né viene svelato quando abbia incontrato Asteria e perché alla fine scelga lei. Mi rendo conto che, visto la spazio esiguo, non potevi inserire tutte le risposte dilungandoti, ma la caratterizzazione di Draco così presenta delle falle, e sarebbe bastato qualche dettaglio in più per colmarle in una maniera più accettabile. 
L’altro aspetto che non ho apprezzato è la mancanza di originalità. Sarà che ho letto praticamente tutte le tue Draco/Daphne, ma questa storia, per quanto bella, mi dà l’impressione di qualcosa di già visto: non solo per i personaggi, ma per le atmosfere, la trama, il modo che hai di descrivere questo rapporto a tre, molto tuo e riconoscibile. È una bella storia, ma alla lunga mi stanca leggere sempre le stesse cose e, anche se di solito non mi esprimo sull’originalità se non in casi eccezionali – gli estremi -, ho pensato fosse giusto farti questo appunto. 

5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 9.5/10. 
Mi è piaciuto molto come hai sviluppato la coppia: vista attraverso gli occhi di una Daphne distrutta dall’amore, il loro rapporto si presenta senza filtri, senza sconti, e i lettori ne possono scorgere ogni difetto, finendo per amarlo ugualmente. 
Ho trovato molto piacevole che tu sia riuscita, in così poche parole, a descrivere tutta l’evoluzione del loro rapporto: gli incontri iniziali, discreti, riservati, per leccarsi a vicenda le ferite di guerra, la passione dei diciassette anni – non senza pensieri, ma comunque vissuta con più leggerezza. Il precipitare degli eventi e la relazione clandestina, segreta, che non avrebbe mai dovuto essere – sullo sfondo una sorella ignara, innamorata, così disgustosamente ingenua (io odio Asteria descritta così, anche se mi rendo conto che era funzionale alla trama!), e Daphne che non ha il coraggio di spezzarle il cuore pur di cercare di fermare l’inevitabile. E infine i sogni tormentosi, che minano la stabilità mentale di Daphne, che la torturano, mostrandole un futuro che non esisterà mai, in cui Draco la ama ed ama soltanto lei. 
Non ti ho dato il punteggio pieno perché, anche in questo parametro, la mancanza di originalità si fa sentire. La trama è la trama tipo: Draco e Daphne iniziano una relazione a scuola, poi Draco le preferisce all’improvviso Asteria e tutto va in rovina, e addirittura il finale mi ricorda qualcosa di tuo che ho già letto, con Daphne così labile, così vicina alla dissociazione – non è scritto esplicitamente ma si intuisce, l’atmosfera di un amore malato sempre quella è. 

6) Gradimento personale: 8/10. 
La storia mi è piaciuta molto e l’ho trovata perfetta sotto tanti punti di vista – lo stile, l’introspezione di Daphne e la sua caratterizzazione, il titolo, lo sviluppo del sentimento amoroso. 
Tuttavia, non ti ho dato il punteggio pieno essenzialmente per due fattori: la caratterizzazione di Draco, che penso andasse affinata maggiormente, in quanto la protagonista assoluta della storia risulta essere solo Daphne – poi la loro coppia e, al terzo posto, lui, e non va bene per un coprotagonista essere relegato in fondo! -, e per quello che ti ho già detto sul fatto che ho trovato la storia poco originale. 
So bene che ormai sei abituata a vedere i personaggi in una certa maniera e certo non mi aspetto che li snaturi per farmi contenta, però c’è da dire che anche le atmosfere e i sentimenti tendono a essere sempre gli stessi, non c’è mai una ventata di novità e, dopo un po’, “letta una, lette tutte”. Secondo me dovresti lavorare su questo aspetto, perché è un peccato: fidati che non è necessario cambiare le caratterizzazioni nel tentativo di essere un po’ innovativa. Ci sono molti autori che, pur scrivendo sempre delle stesse coppie, riescono a essere originali e a proporre sempre nuovi lavori. 
 

Recensore Master
01/05/18, ore 12:43

Sono rimasta con il fiato sospeso per tutta la storia (e fortuna che non era una one-shot). Complimenti, bravissima. La disperazione di Daphne è stata trattata con delicatezza, dolcezza, grazie a dei ricordi. Una scelta che amo sempre moltissimo. Scegli bene verbi e aggettivi, i tuoi salti temporali sono lievi, ma suscitano nel lettore emozioni forti. Come la tua scrittura, pulita ed elegante. C'è il ricordo di un amore passato e di una relazione passata, e lo strazio e la gelosia che solo una storia clandestina - che finirà in quel momento? Che è finita? - può dare.
Il non detto emerge prepotente, lasciandomi immaginare uno stuolo di situazioni.
Ho apprezzato davvero tanto questa tua fiction bravissima. 
A presto, spero,
S.

Recensore Master
27/04/18, ore 23:16

Ciao July! Ti riporto il commento come recensione!
È una storia molto sofferente, quasi dolorosa. Mi è piaciuta e ho amato questa Daphne a pezzi, che vive nei ricordi, negli incubi e nei sogni, ma non riesce a vivere nel presente e nella realtà. È un personaggio tragico, condannato sin dalle prime righe a subire gli eventi anziché viverli, a rivivere quei pochi attimi di bellezza che hanno caratterizzato la sua giovane vita, a reinterpretare l’amore come una malattia che distrugge lentamente e da cui è impossibile guarire. Sono proprio riuscita a viverla, questa giovane donna senza futuro. Una delle immagini che più apprezzato è stata “Sa che alcune cose, dopo averle amate tanto, ti appartengono per sempre o finiscono per distruggerti. […] E lui non era mai stato suo.”, perché racchiude tutto di questo rapporto distruttivo, fatto solo di ombre e in cui lei ha sperato pur senza averne il diritto – non puoi pretendere chi non ti è mai appartenuto, ma lei è giovane, innamorata e a suo modo spregiudicata e allora lo fa. In quei ricordi di diciassettenne lusingata ho rintracciato tutte le sue vane speranze, calpestate poi dagli incubi che la costringono a fare i conti con la realtà, dove la protagonista è Astoria e non lei.
È di certo una storia molto emotiva, molto incisiva e molto drammatica, un insieme che mi ha catturata! Gli elementi che mi hanno convinta meno sono soltanto due: un uso della punteggiatura che in taluni punti non ho condiviso (perché hai creato delle pause che, a mio avviso, hanno rallentato il ritmo dei periodi in maniera poco efficace) e il fatto che la figura di Draco resti molto in ombra. Di certo, la caratterizzazione di Draco focalizzata sulle sue fragilità e sulla sua codardia risulta convincente e in linea con l’originale, ma il fatto che non riescano ad emergere chiaramente (o forse sono io che non sono riuscita a notarli) cosa provi e/o abbia provato per Daphne e per quale motivo gli preferisca la sorella ne indebolisce la caratterizzazione e l’introspezione – Draco resta in ombra, offuscato rispetto a Daphne, che è indiscutibilmente l’unica protagonista di questo racconto.
A parte questi due elementi, comunque, come credo si evinca dal commento, questa storia mi è piaciuta molto.

Rosmary

Recensore Master
27/04/18, ore 11:02

Ciao July, ecco la mia valutazione!

8/10
Sono andata abbastanza sul sicuro quando ho capito chi era la coppia protagonista, ma è stato prevalentemente lo stile elegante a farmi propendere per questa ipotesi.
Ammetto d'essermi annoiata, ho trovato la storia poco originale e questa resa della coppia già letta. Ho comunque cercato di non lasciarmi influenzare da questo aspetto e di provare a considerare lo sviluppo della coppia nell'ottica di una "prima volta". Devo dire che è veramente triste l'atmosfera romantica che si respira, triste perché ingannevole e sbagliata: Daphne si rifugia nei sogni per essere felice, si rifugia nell'unico luogo in cui può ancora amare e lasciarsi amare come vorrebbe da Draco. Collocare quella descrizione nel finale dà appunto un tocco romantico alla storia, ma un tocco romantico di tipo rovesciato che è quasi inquietante, se ci pensa, perché vivere in una realtà fasulla per evadere da quella vera e riuscire a respirare è atroce. Ho trovato la caratterizzazione di Draco giusta, in particolare il suo "vile sollievo" quando realizza che Daphne sa già la verita, quando capisce che non ha bisogno di trovare il coraggio per dirle che sposerà Astoria. La disperazione di Daphne è ben resa, "e Daphne l’ha abbracciata sorridendo, cercando di non gridare, mentre le fiamme divampavano e le sue ossa diventavano cenere e tra le mani le restava solo fumo" mi ha ricordato una Fenice che muore su se stessa, ho trovato quest'immagine limpida e allo stesso tempo lacerante. Mi piace anche l'impostazione del testo, all'inizio vediamo Daphne svegliarsi e provare dolore quando capisce che stava sognando, alla fine la vediamo rifugiarsi ancora nei sogni per cercare la felicità: Daphne vive in una spirale infinita che non ha un punto di svolta, unicamente in funzione dei propri ricordi, dove Draco "non ha età" e il tempo non può passare (e qui ritorniamo alla tua OS... questa flash potrebbe essere un salto nel futuro!).
A non convincermi è Draco nell'ottica di coppia. Non mi è chiaro se abbia mai ricambiato Daphne o se per lui sia stato solo sesso. Dal momento che non sappiamo cosa significhi Daphne per lui avrei preferito leggere una one-sided, il suo apparire completamente distante e muto di fronte al lettore sarebbe così risultato giustificato ed emotivamente più forte.

P.s quindi il collegamento a "Quando il tempo non passava" l'accendiamo ahahah!
(Recensione modificata il 27/04/2018 - 11:03 am)

Recensore Junior
27/04/18, ore 10:34

Ma ciao carissima! Ormai ho divorato tutte le tue storie, cercando di carpirne (ce risulta... se dice così?) l'essenza e cercare di emularti... Lascia perdere il fatto che fallisca miseramente. Questo solo per dirti: "Vuoi che io non ti riconosca?" E infatti è stato proprio per poco. Ma vabbè! Ti lascio alla mia recensione sconclusionata.
L'hai presente il meme "So many feels", con l'omino che piange. Io sono l'omino in questo momento: perché vuoi farmi piangere? Ok, serietà.
La storia è bellissima, in uno stile piuttosto semplice ma che riesce a conquistare immediatamente.
Mi ha molto colpita il personaggio di Daphne, diversa rispetto alle storie Draco/Daphne/Astoria che sono solita leggere: qui è una donna rassegnata, vero, ma che vive il suo dolore stoicamente, impedendosi di gridare e non riversando né su Draco né sulla sorella il suo dolore; non si lascia trascinare da questo, non si crogiola nella sofferenza, ma, per sopravvivere, si rifugia nei sogni. Trovo questo personaggio meraviglioso, un esemplare di donna che, pur sconfitta e distrutta, conserva una certa dignità. Anche il personaggio di Draco, d'altronde, è stato ben caratterizzato, pur non possedendo, a parer mio, lo stesso tipo di cura che invece è stata data a Daphne, e non vive di luce riflessa di lei: ha una sua personalità propria, con i suoi momenti di debolezza e solitudine, con la sua passione, con la sua codardia.
La storia è straziante e non si può far altro che provare empatia per Daphne, costretta a vivere così vicino all'uomo che ama, ma poterlo avere solo nei sogni.
Ho amato moltissimo lo stile adottato e come sono state divise le percezioni che Daphne ha di Draco, collegando una specifica età (o assenza) al ricordo, all'incubo e al sogno, sottolineando come ciascuno di questi sia diverso.
Il titolo è perfetto, perché capace di racchiudere in poche parole il senso di tutta la storia e il sentimento di Daphne.
Credo, infine, che questa storia meriti il Premio Pathos, perché è riuscita a comunicarmi in maniera intensa e vibrante il sentimento di Daphne: la sua sofferenza composta, il suo dolore silente hanno gridato forte nelle mie orecchie e le ho sentite mie.

Un bacione grande, ma grande grande,
M.P.

Recensore Master
26/04/18, ore 21:50

Ciao, riporto anche a te il mio commento.
Mi sento solo di aggiungere che tu sei stata il primo, e forse l'unico, abbinamento storia-autrice di cui sono stata convinta. Credo che, quando scrivi storie con Daphne protagonista, riesci a coinvolgere noi lettori in modo speciale.

Prima di scoprire che Draco aveva sposato Astoria Greengrass ero sempre stata convinta che avrebbe sposato la sorella maggiore. Il loro amore, anzi l'idea di esso, era forse nato sotto una cattiva stella, ma mi faceva battere il cuore e sono una coppia che mi piace da impazzire. La storia è riuscita ad emozionarmi con la condivisione dei ricordi del tempo passato insieme ad Hogwarts, degli incubi creatisi dopo che Draco si è fidanzato con Astoria e dei sogni che continuano a popolare la mente di Daphne. Ho particolarmente apprezzato la ripetizione della frase "Daphne, esistiamo solo noi. " che ha rafforzato l'intensità del sentimento che lega i due. Un sentimento che non si è sopito solo perché lui adesso ha sposato sua sorella, un sentimento che sono sicura che tormenta anche Draco tutte le notti e che nemmeno il tempo può scalfire. Potevo quasi vedere Daphne, al mattino, che si aggrappava ai ricordi per non doversi relazionare con l'amara realtà. E me la figuro che si rifugia nei sogni, momenti in cui lei e Draco hanno il loro Happy Ending anche se si tratta di un finale intangibile e crudele. Questa storia mi ha emozionato in maniera indescrivibile ed è per queste ragioni che, oltre ad essere la mia preferita, è anche la vincitrice del mio premio Pathos.

Buona serata.

Recensore Master
26/04/18, ore 21:29

Questa coppia mi piace sempre molto. Apprezzo ogni loro storia, c’è sempre del tragico e del vero in quello che trasmettono nel dramma che vivono amandosi ma non potendo stare insieme. Bellissimo l’incalzare sull’età, sull’incubo e sui sogni, in cui sono liberi, sono loro senza la famiglia né le intromissioni… ho trovato la storia scorrevole e davvero molto bella. Mi è piaciuto molto il finale: con il sogno, come se tutto non fosse davvero finito. Lei continuerà ad amarlo nonostante la sorella, nonostante il matrimonio, tutto è basato sui ricordi di Daphne sul suo non dimenticare, e lo fa di notte ad occhi chiusi. Inoltre, alcune espressioni che hai usato mi hanno fatto venire i brividi! (Sono quelli i momenti migliori, quando il rumore nella sua testa sembra spegnersi e gli artigli della memoria si ritraggono; Cosa posso fare? // Niente mi hai dato già tutto; e lui la intrappola e il fuoco esplode e Daphne brucia). La storia è davvero ben scritta e mi ha trasmesso molto. È cosi difficile questa edizione le flash sono tutto molto belle, e questa storia ne è la prova lampante. Bellissimo, stupendo, strepitoso il titolo! Mi ha colpito da subito! Trasmette questo alone onirico su cui si basa la flash: ricordi e sogni che spariscono, impercepibile, ma che sono stati vissuti e non abbandoneranno mai del tutto la ragazza. Hai guadagnato il mio 10/10 perché mi ha convinto in toto la protagonista, l’ho amata, sofferto con lei e mi ci sono rispecchiata. Una Daphne perfetta, mi ha davvero conquistata **. Vorrei solo aggiungere che sei l’unica autrice di cui sono stata piuttosto sicura (guarda te eh xD me so fregata da sola), l’unica che è rimasta quella dall’inizio alla fine. Speriamo che ci abbia preso.

Alla.prossima!