3 - “Fumo tra le mani” di JulyChan.
Totale: 49.5/55.
1) Grammatica e ortografia: 10/10.
Perfetta.
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Non ricordo se ti ho mai dato il massimo in questo parametro nei precedenti contest, ma questa volta te lo meriti tutto! Ho adorato il modo in cui questa storia è scritta: è estremamente curata, precisa, persino la struttura ha un andamento simmetrico (con queste tre parti divise tra “ricordi”, “incubi” e “sogni”, e quel “Daphne, esistiamo solo noi” finale che riprende quello iniziale) che mi ha deliziata.
È un testo che ho trovato estremamente emotivo, non ci sono barriere tra i personaggi e il lettore: i sentimenti di cui soffrono – l’espressione è voluta! - arrivano diretti al lettore, senza sconti, con una violenza che lascia storditi. Di solito, trovo che tu sia molto “delicata” nel descrivere ciò che vuoi comunicare, ma non stavolta, ci sono certe frasi che veramente sono drastiche: “Poi la realtà la colpisce: frammenti di vita che le incendiano le vene, nuvole di fumo che le bruciano gli occhi – Daphne, esistiamo solo noi.”. Non c’è scampo né per Daphne né per chi sta leggendo, è un testo che non lascia tregua.
Hai utilizzato davvero molte immagini, ma tutte giustificate e che si ripresentano nel testo, quindi non ne sono rimasta disturbata. Le mie preferite sono senz’altro quelle che si riferiscono alla passione che “divampa” in Daphne, bruciandola, riducendo le sue ossa in cenere, lasciandole tra le mani soltanto fumo; ma anche quelle legate alla relazione clandestina - “la casa è immersa nel silenzio e loro sono immersi nei segreti” – mi sono piaciute particolarmente.
Hai fatto un largo uso – selvaggio! - di coordinate unite da una “e” e senza punteggiatura a dividerle. È un espediente narrativo che difficilmente incontra il mio gusto, ma in questo caso preciso l’ho apprezzato, perché utile alla caratterizzazione del personaggio: attraverso queste frasi dal ritmo rapido e non scandite da segni di interpunzione, riusciamo a scorgere ancora più chiaramente quanto Daphne sia consumata dalla passione illecita per Draco, e anche quanto questa stessa passione sia nociva, al punto da ridurla a tormentosi sogni in cui niente li ha mai separati, in cui “ha il suo respiro addosso e lo sente tremare tra mille promesse, e questa volta non si infrangono al suolo”.
Inoltre, ho notato anche un altro aspetto che ha incontrato il mio gusto. Hai utilizzato uno stile pieno di sottintesi, che dice più di quello che è effettivamente scritto. Ti faccio qualche esempio: “l’ha ascoltata discorrere degli ultimi mesi felici, l’ha vista mostrarle timidamente l’anello”, in questa frase quel “l’ha vista” rende perfettamente l’idea di una Daphne straziata dal dolore che osserva da fuori, dall’esterno, ciò che le sta capitando, e allora non è Asteria che le mostra l’anello, è Daphne che vede sua sorella mentre le mostra l’anello di fidanzamento. È una differenza sottile, ma che ho percepito fin dalla prima lettura.
Un altro esempio è: “Lui le accarezza il viso, le accarezza il ventre nudo, sorridono in sincrono ed emanano luce”, qui “ventre nudo” mi ha subito rimandato alla maternità, all’idea che Daphne sogni non solo di averlo per sé ma anche di costruire una famiglia con lui, e l’ho trovato quasi più straziante di tutto il resto. Una storia crudele!
Ci sono alcune piccole imperfezioni – almeno dal mio punto di vista – che però vorrei segnalarti, per amor di precisione.
“Ma lei lo accetta, ed è felice che lui voglia affrontare se stesso, ed è orgogliosa che lei sia l’unica a sapere, l’unica a essere degna dei suoi tormenti”: in questa frase il pronome “lei” lo avrei preferito spostato (“che sia lei l’unica”), per metterlo ancora più in risalto, per sottolineare che è solo “lei” ad avere questo privilegio. Inoltre, per mantenere l’andamento di tutta la flash che è molto piena di coordinate, avrei tolto la virgola dopo “se stesso”. L’avrei sistemata così: “Ma lei lo accetta, ed è felice che lui voglia affrontare se stesso ed è orgogliosa che sia lei l’unica a sapere, l’unica a essere degna dei suoi tormenti”.
“E lui la intrappola e il fuoco esplode e Daphne brucia”: in questa frase – che per altro adoro –, secondo me, se mettessi “brucia” in corsivo per evidenziarlo ancora di più l’effetto sarebbe migliore, di totale perdizione. Rispetterebbe meglio anche il crescendo reso dalle tre coordinate.
3) Titolo: 5/5.
Il tuo è forse il mio titolo preferito, è proprio bello! Mi è piaciuto molto il richiamo nel testo – che è un particolare che adoro – e questa immagine di un amore svanito, evanescente come fumo che sfugge dalle mani disperate di Daphne.
Penso tu abbia fatto una scelta davvero buona con questa espressione: è incisiva, secca, e richiama alla mente immagini e possibilità che ti fanno venire voglia di leggere la storia per vedere se le intuizioni iniziali trovano conferma nel testo. Davvero ottimo, brava!
4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10.
Sei stata davvero molto brava in questo parametro. Hai descritto una donna spezzata e un amore infelice, amaro, e sei stata sublime.
Daphne è senz’altro la protagonista del tuo racconto, e mi è piaciuta tanto. La cosa che ho apprezzato di più di lei è questa passione che la contraddistingue e la consuma: lei ha amato Draco “fino allo stremo”, fin troppo, ed è questa la sua caratteristica principale, una sconfinata capacità di amare – Draco.
Daphne è arrendevole, debole, non è una persona che sa lottare, nemmeno per ciò che desidera. Non è un personaggio che mi ispira simpatia, eppure non ho potuto fare a meno di sentirmi toccata dal suo dramma d’amore: il dolore lancinante quando scopre di essere la seconda scelta, quando capisce che la prima è la sua stessa sorella, che verrà addirittura sposata da Draco. Hai reso benissimo la disperazione che prova, il male che non guarirà mai.
L’unico dettaglio che non mi è piaciuto – ma per cui comunque non ti ho penalizzata – è l’arrendevolezza di Daphne nel lasciare Draco a sua sorella senza una parola: va bene non volersi vendicare e capire che tutto è perduto, ma una persona così innamorata difficilmente si rende conto della realtà dei fatti e mi è sembrato un po’ strano che, semplicemente, lo lasciasse andare. Non ti ho penalizzata perché non credo sia una mancanza nella caratterizzazione o qualcosa di poco credibile, ma penso sia un lato caratteriale di Daphne che hai voluto sottolineare.
Su Asteria meglio che non mi esprima: stereotipata. Lancio un appello a tutti coloro che scrivono di questa coppia: svecchiate il repertorio!
Non ti ho dato il punteggio pieno essenzialmente per due motivi: la mancanza di originalità e la caratterizzazione di Draco.
Partiamo da Draco. Per certi versi mi è piaciuto molto come l’hai descritto, perché non sei caduta nei cliché tipici del fanon, ma ne hai data una rappresentazione che ho trovato fedele all’originale: Draco tormentato dai rimorsi di guerra, che ha bisogno di spazio e tempo per far pace con se stesso; Draco che preferisce i segreti e una relazione clandestina piuttosto che affrontare la realtà dell’amare un’altra donna; Draco che passa sopra a tutto e tutti pur di soddisfare i propri desideri e non importa se vuol dire spezzare il cuore a una sorella perché se ne è scelta un’altra; un Draco codardo che si decide a parlare con la sua amante soltanto quando non può più farne a meno, quando ha già messo l’anello al dito a sua sorella, un Draco vile che sospira di sollievo quando si rende conto che non dovrà dare spiegazioni. È una caratterizzazione di Draco – e maschile, in generale – che ho trovato davvero valida.
Ci sono però delle ombre sfocate che restano inespresse. Non si capisce perché Draco all’inizio abbia bisogno di Daphne – sempre ammesso che ne abbia, e non sia solo un capriccio o uno svago – né perché continui una relazione con lei – come mi è parso di capire non hanno chiuso da tempo né di recente, altrimenti non si spiegherebbe il chiarimento di nascosto, l’essere “immersi nei segreti” o i “baci infedeli” - quando desidera sposare sua sorella, né viene svelato quando abbia incontrato Asteria e perché alla fine scelga lei. Mi rendo conto che, visto la spazio esiguo, non potevi inserire tutte le risposte dilungandoti, ma la caratterizzazione di Draco così presenta delle falle, e sarebbe bastato qualche dettaglio in più per colmarle in una maniera più accettabile.
L’altro aspetto che non ho apprezzato è la mancanza di originalità. Sarà che ho letto praticamente tutte le tue Draco/Daphne, ma questa storia, per quanto bella, mi dà l’impressione di qualcosa di già visto: non solo per i personaggi, ma per le atmosfere, la trama, il modo che hai di descrivere questo rapporto a tre, molto tuo e riconoscibile. È una bella storia, ma alla lunga mi stanca leggere sempre le stesse cose e, anche se di solito non mi esprimo sull’originalità se non in casi eccezionali – gli estremi -, ho pensato fosse giusto farti questo appunto.
5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 9.5/10.
Mi è piaciuto molto come hai sviluppato la coppia: vista attraverso gli occhi di una Daphne distrutta dall’amore, il loro rapporto si presenta senza filtri, senza sconti, e i lettori ne possono scorgere ogni difetto, finendo per amarlo ugualmente.
Ho trovato molto piacevole che tu sia riuscita, in così poche parole, a descrivere tutta l’evoluzione del loro rapporto: gli incontri iniziali, discreti, riservati, per leccarsi a vicenda le ferite di guerra, la passione dei diciassette anni – non senza pensieri, ma comunque vissuta con più leggerezza. Il precipitare degli eventi e la relazione clandestina, segreta, che non avrebbe mai dovuto essere – sullo sfondo una sorella ignara, innamorata, così disgustosamente ingenua (io odio Asteria descritta così, anche se mi rendo conto che era funzionale alla trama!), e Daphne che non ha il coraggio di spezzarle il cuore pur di cercare di fermare l’inevitabile. E infine i sogni tormentosi, che minano la stabilità mentale di Daphne, che la torturano, mostrandole un futuro che non esisterà mai, in cui Draco la ama ed ama soltanto lei.
Non ti ho dato il punteggio pieno perché, anche in questo parametro, la mancanza di originalità si fa sentire. La trama è la trama tipo: Draco e Daphne iniziano una relazione a scuola, poi Draco le preferisce all’improvviso Asteria e tutto va in rovina, e addirittura il finale mi ricorda qualcosa di tuo che ho già letto, con Daphne così labile, così vicina alla dissociazione – non è scritto esplicitamente ma si intuisce, l’atmosfera di un amore malato sempre quella è.
6) Gradimento personale: 8/10.
La storia mi è piaciuta molto e l’ho trovata perfetta sotto tanti punti di vista – lo stile, l’introspezione di Daphne e la sua caratterizzazione, il titolo, lo sviluppo del sentimento amoroso.
Tuttavia, non ti ho dato il punteggio pieno essenzialmente per due fattori: la caratterizzazione di Draco, che penso andasse affinata maggiormente, in quanto la protagonista assoluta della storia risulta essere solo Daphne – poi la loro coppia e, al terzo posto, lui, e non va bene per un coprotagonista essere relegato in fondo! -, e per quello che ti ho già detto sul fatto che ho trovato la storia poco originale.
So bene che ormai sei abituata a vedere i personaggi in una certa maniera e certo non mi aspetto che li snaturi per farmi contenta, però c’è da dire che anche le atmosfere e i sentimenti tendono a essere sempre gli stessi, non c’è mai una ventata di novità e, dopo un po’, “letta una, lette tutte”. Secondo me dovresti lavorare su questo aspetto, perché è un peccato: fidati che non è necessario cambiare le caratterizzazioni nel tentativo di essere un po’ innovativa. Ci sono molti autori che, pur scrivendo sempre delle stesse coppie, riescono a essere originali e a proporre sempre nuovi lavori.
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