Eccomi qui, a recensire questa OS che mi avevi consigliato l'altra volta e non posso che dire che sono stata molto contenta che tu l'abbia fatto.
Innanzitutto, torno a ribadire che scrivi molto, molto bene, con uno stile pulito e scorrevole,molto d'impatto, e che personalmente mi piace parecchio e mi rende interessante la lettura.
La vicenda da te presentata ruota intorno a due personaggi di cui trovo le lore molto interessanti, ma che non apprezzo particolarmente come personalità. Sulyvahn, nello specifico, mi è sempre stato particolarmente indigesto, anche se al contempo trovo parecchio affascinanti le sue vicende: mi suscita sentimenti ambivalenti e contrastanti, insomma.
Prima di passare al capitolo nello specifico, ci tengo a ripetere che adoro il modo in cui tratteggi i personaggi che presenti: sei molto brava a renderli realistici, a donare loro uno spessore che, a primo acchito, nel videogioco non hanno, dato che in Dark Souls la trama bisogna andarsela a cercare con molta attenzione; sei abile nel partile dalle vicende dei personaggi per costruirci sopra un carattere credibile e coerente, che ben s'addice con colui/colei che ci presenti.
Innanzitutto, credo che tu abbia trattato in maniera pertinente e matura la tematica delicata da te presentata, inserendola in maniera naturale e coerente nella narrazione: le hai dato un senso, non l'hai messa lì tanto per nominarla, e questo mi è piaciuto. Ha senso che Sullyvahn abbia fatto ciò che ha fatto, le motivazioni che ci sono dietro il gesto, che non sono di attrazione fisica, di stimolo sessuale, ma di predominio e potere. Mi è piaciuto il modo in cui hai analizzato la questione e la chiave di lettura che le hai dato.
Grandemente, ho anche apprezzato il confronto tra Oceiros (che mi fa sempre strano ricordare fosse un uomo, prima di diventare il dragonide che tutti conosciamo) e il Gran Sacerdote, il loro discorrere di religione. Hai reso alla perfezione i loro punti di vista diametralmente opposti riguardo la fede, sottolineando il pragmatismo del re contro il sofismo dell'altro. Il primo crede se vede, si fida di dei che può toccare, che ha davanti agli occhi, in carne e ossa come lui stesso li definisce e rifugge gli insegnamenti e le credenze di Sullyvahn, poiché non ne vede prove concrete. Mi è piaciuto molto l'atteggiamento del Gran Sacerdote nei confronti del re, il suo farsi scudo con la sua stessa fede, che lo rende superiore a Oceiros stesso, superiore a chiunque e che lo sta portando a conquistare, a ottenere. Oceiros stesso rimane stordito dalla presenza di Sullyvahn, al suo agito: non riesce a opporvisi, non riesce a farvi fronte; le forze gli mancano, così come la capacità di reagire. Hai reso molto bene la discesa del re nell'impotenza: all'inizio, lo vediamo sicuro di sé, pieno di buoni propositi e certo di poter sopraffare colui che reputa una minaccia per la sua famiglia e per Lothric tutta; poi, piano piano, inizia a perdere sicurezza dianzi non tanto alle parole di Sullyvahn, quanto piuttosto davanti alla sua presenza, alla forza che emana. il Gran Sacerdote è superiore, e sa di esserlo.
Ho sempre amato i principi gemelli e il loro rapporto, e qui, seppur indirettamente, hai fatto passare quanto basta per poterne godere, per poter intuire quanto i due siano già profondamente legati, anche se non ancora in maniera totalizzante come accadrà più avanti; più esplicito è, invece, l'amore di Oceiros verso i propri figli e la sua ossessione per Lothric e la sua salute, per quel figlio fragile che pur deve portare sulle spalle un fardello tanto grande.
Ho molto apprezzato il fatto che tu abbia impostato il racconto come Oceiros che narra le sue sfortunate vicende a Ocelotte, quasi come una macabra favola. Troviamo un re già impazzito, che immagina (forse) un figlio che non c'è, sul quale riversa tutto il suo amore e tutte le sue attenzioni, amore e attenzioni che non può più rivolgere ai suoi adorati gemelli. Un re distrutto, profondamente cambiato dal suo incontro con il Gran Sacerdote, che lo ha portato a divenire la folle aberrazione che conosciamo.
Ho trovato molto ben riuscita l'alternanza di parti narrative e pensieri di Oceiros rivolti a Ocelotte: ha reso la vicenda più dinamica e coinvolgente.
Complimenti davvero anche per questa storia, che ho davvero adorato.
A presto :) |