Recensioni per
Anche tu, sei stato forse abbandonato?
di Pally93

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
24/10/18, ore 15:15

Sarò brutale: essendo una gran brutta persona, scribacchio a tempo perso ma di norma non leggo mai fanfiction. Ebbene, sappi che con questa onepiece non solo sei riuscita a smussare la mia stronzaggine congenita ma anche a farmi ricredere su tutta questa mia reticenza. Mica poco, insomma.
Ho adorato questo viaggio nel passato di Yuri e ho trovato il tuo stile fluido, scorrevole, in altre parole piacevolissimo. Sei stata in grado di entrare nella testolina di Yuri bambino, a descriverne la determinazione, la solitudine, il rifiuto di prendere anche solo in considerazione la possibilità di poter fallire. Insomma, il Plisetsky in divenire, signore e signori.
Ho detestato Aleksej con tutta l'anima e quando si è beccato una testata sul setto nasale, lo confesso, mi sono ritrovata ad applaudire di gusto. E mi fa molto ridere che entrambe abbiamo scelto lo stesso nome per descrivere il bullo di turno, a questo punto dev’essere canon per forza LOL
Ho apprezzato come hai sviluppato le interazioni tra Yakov e Yuri perché hai gettato delle basi credibilissime del loro rapporto, chapeau! E anche il continuo nominare Nikiforov, come una specie di chimera fantasma, ammirata e temuta al tempo stesso, mi ha fatto una grandissima tenerezza.
E infine cosa dire dell’entrata in scena di Potya? Un raggio di sole, ecco.

Insomma cara, bravissima. Continua così, mi raccomando.

Uriel

Recensore Master
24/08/18, ore 15:49

Note random: 
- io ti adoro;
- ho letto questa storia senza conoscere l'opera originale e mi sono basata sulle informazioni che mi hai dato. 

Questo bimbo mi fa tenerezza. Costretto dal destino, dalla povertà e dalla sportività a crescere fin troppo presto si è ritrovato ad affrontare una realtà non proprio consona per un ragazzino di dieci anni. Durante la prima parte della storia ho quasi pianto pensando a come si dovesse sentire; la solitudine, come diceva Pirandello, non la si prova quando si è soli, ma quando si è in mezzo agli altri ed è proprio quello il momento peggiore per Yuri: tutti quei bambini infami (perché i bimbi sanno essere molto cattivi) lo hanno "messo da parte" un po' per invidia un po' per non essere vittima del bullo del giorno, e Yuri ha dovuto affrontare tutto.
L'addio alla sua piccola famiglia, la mancanza del nonno, il suo essere bambino (che tenero quando abbraccia il peluche!), la lontananza dagli affetti e da un posto sicuro, la sensazione di non potercela fare... 

Yakov mi è simpatico. Mi ricorda Yasu di Nana (non so se conosci; ma anche lui è pelato e pacato) e ho apprezzato la sua reazione. W i gatti.

Per quanto riguarda il flusso, l'ho trovato delicato, è stata una lettura molto piacevole (ma non avevo dubbi a riguardo) e scorrevole. 
In genere non amo molto il narratore interno ma tu hai un dono. 

Bravissima, come sempre. 
<3 


PS: "Se metto i pattini a Ninotchka è di sicuro più brava di lui." mi ha fatta morire. Sto ridendo da mezz'ora.

Recensore Junior
26/06/18, ore 01:06

Ciao!
Eccomi qui per lo scambio di recensioni ~
Questa storia è decisamente diversa dal solito, incentrata sul piccolo Yuri Plisetsky e l’inizio della sua vita come pattinatore professionista, a San Pietroburgo, strappato dalla propria casa e dal suo amato nonno Nikolaj.
È stato interessante leggere di lui da bambino e ancor più interessante leggere le sue vicissitudini in prima persona. Quello che vediamo è ciò che vede Yuri, osserviamo tutti i cambiamenti che ha vissuto lui attraverso i suoi occhi e in alcuni passaggi è una scelta che mi ha davvero fatto stringere il cuore: abbiamo un bambino che pur di rendere fiero il nonno si comporta come un ometto, come un soldato, e cerca di soffocare in tutto e per tutto gli istinti più spontanei di fronte al cambiamento come quello di piangere, di chiedere aiuto. Ma si sente solo e sa che per essere lo Yuri che tutti vorrebbero non può permetterselo, perché ha una grande opportunità. Ha dieci anni ed è coscienzioso, si rende conto di tutti i sacrifici che il nonno ha fatto per supportare la sua passione.
Trovo che in questa storia si vedano tutte le insicurezze di Yuri, quelle che guardandolo da fuori non si possono notare perché sono nascoste dietro tutta l’aggressività, le urla e il suo apparente sentirsi superiore. Da ciò che racconti tu invece dapprima si vede la sua consapevolezza di doversi guadagnare un posto sicuro per poter rimanere a San Pietroburgo, in seguito invece pare farsi forza con tutte quelle affermazioni che fanno sembrare si atteggi a persona superiore, quando invece sta solo cercando di trovare una fonte di forza dentro di sé perché non può sperare di averne una esterna, essendo solo.
Perché a conti fatti in Yuri on Ice abbiamo una visione del pattinaggio artistico molto rosea: vediamo personaggi che gareggiano uno contro l’altro e fanno nascere splendide amicizie o rapporti amorosi. E per carità, può succedere, ma non è sempre così; la condizione di vantaggio in cui Yuri si è trovato da piccolo sarebbe rimasta tale solo se lui avesse dimostrato di essere sufficientemente bravo da rimanere il migliore, mentre gli altri bambini lo disprezzavano sentendosi minacciati dalla sua bravura.
Trovo tu lo abbia reso davvero molto IC! Yuri Plisetsky è un personaggio che mi piace parecchio, è complesso e credo che tu sia riuscita a rendere molti aspetti di lui in questa storia. Li hai approfonditi con una tua visione magari, ma sono comunque nel personaggio.
Mi sono piaciuti gli avvenimenti che hai scelto di raccontare per caratterizzare il suo passato: la solitudine, curata almeno in parte da Ninotchka; i bambini che fanno i bulli; il legame con qualcosa di davvero importante che ricorda casa. Credo che in questa storia tu sia riuscita a richiamare un sacco di sensazioni che tutti intorno all’età che Yuri ha in questa storia abbiamo provato – pur non essendo magari degli aspiranti pattinatori agonistici che si sono trasferiti a San Pietroburgo – e questo rende possibile immedesimarsi per poter comprendere meglio quanto è accaduto a lui, ciò che prova.
Se non fosse che per aver attaccato briga Yuri le ha prese e che la violenza non risolve nulla, ad Aleksej avrebbe dovuto dare più che uno spintone e una testata! Perciò davvero, premio speciale a Yakov per avere poi cacciato quell’invidioso dalla pista di pattinaggio nonostante secondo Yuri fosse uno dei suoi pupilli.
Il senso di immedesimazione di cui parlavo prima è lo stesso elemento che mi ha permesso, ad un certo punto, di provare lo stesso nervosismo di Yuri, la stessa frustrazione, quando si è scoperto delle scarpette rovinate e poi di ciò che non sarebbe dovuto essere toccato, i pattini. Quello è stato davvero il colpo finale.
Lo stile è fluido e ho trovato la narrazione molto spontanea. Ho letto la storia senza accorgermene e mi è molto piaciuta.
L’unico appunto che mi permetto di farti riguarda le e maiuscole accentate. Invece che E’ sarebbe più corretto scrivere È. Credo che questa sarebbe la lucidatina finale per questa storia, che aggiungo alle preferite subito.
Leggo sempre poche Otayuri, ma ho visto che ne hai scritta una e credo proprio che nei prossimi giorni cercherò di leggerla!
Ancora complimenti e alla prossima ~

Recensore Veterano
22/06/18, ore 13:21

Ciao eccomi qua!Scusa il ritardo, ti confesso che me ne sono completamente dimenticata, pèerò adesso voglio rimediare, premetto che questo anime non lo conosco, ma proverò ugualmente a lasciarti lòa recensione.

Vediamo la storia di per se è divertente, mi ha fatta sorridere visto che il protagonista ovvero Yuri spero di aver azzeccato il nome, chiama il tipo che lo sta accompagnando a San Pietroburgo uomo pelato, lontano da Moscs e da suo nonno, devo ammettere che mi sono lasciata decisamente trasportare dall'immaginazione si insomma era come se io stessa fossi dentro la storia, forse sto esagerando, ma a parte questo devo ammettere che anche qui vi è un bullo del gruppo si insomma uno che a mio parere vuole solo attirare l'attenzione su di se, arrivando a sciupare gli oggetti che non gli appartengono, e devo ammettere che Yuri ha fatto bene a difendersi, nonostante questo fosse più alto e grosso di lui. La scriuttura è facile e scorrevole, ti faccio i miei complimenti, continuerò a seguirti ciao a presto!  

Recensore Junior
15/05/18, ore 12:26

Arrivo in ritardo, ma non potevo non lasciare un mio pensiero. Che poi, in realtà, credo che tu abbia fatto la collezione dei miei pensieri, ma oh, fintanto che non ti lamenti!
Credo che le chiacchiere sulla danza classica abbiano portato a un ottimo risultato e se questa è la dinamica e il livello di scrittura, be', ben vengano altri confronti su sport & co.! Non c'è, di fatto, un passaggio da sottolineare più di altri in questa breve storia, visto che il flusso del racconto scorre davvero benissimo, molto leggero, molto delicato. Si intravede la cura e l'attenzione che hai messo per riuscire a interpretare il pensiero bambino di BabyP (yo! From the Russian block!), cercando di rimanere fedele al suo personaggio. Forse la scena che ho più apprezzato è stata quella della rissa, perché è stato un po' come passara da leggere di Yuri bambino, dei suoi pensieri innocenti e che, a un adulto, sembrano quasi sciocchi (il mal di pancia, il timore di uscire dalla stanza, la paura della novità), ma che, per un decenne, sono terribili, spaventosi, quasi che ne vada della sua stessa vita a osservarlo tirare fuori le unghie e preparare il terreno a quella che sarà la sua personalità da adolescente. Insomma, quando ho letto quel passaggio, ho proprio pensato, "Ah! Eccolo qui, lo Yuri che conosciamo tutti. Ecco dove è iniziato il tutto!". Mi piace immaginare questo breve tuffo nel suo passato come una vicenda canon, poiché plausibile e in tutto e per tutto in linea con le possibili cause della sua aggressività, che altro non è che difesa e paura di mostrarsi debole - e grazie, Beka, per avergli fatto capire che con te può farlo senza sentirsi morire! Ho adorato la parte finale, quando trova Potya, quando si accorge che, forse, anche lei è stata abbandonata e che, forse, due anime abbandonate insieme si fanno più compagnia di tante altre. E Yakov? Ti è uscito benissimo! Brontolone, un po' rude, ma paterno, inflessibile e dallo spirito bonaccione, che riesce a osservare Yuri al di sotto della scorza dura, che si intenerisce e si fa responsabile per lui, senza, però, impedirgli di affrontare le sue sfide personali, giorno dopo giorno.

Per l'appunto, mi è davvero piaciuto tutto di questa storia! La speranza del finale, i pensieri scombinati, l'impeto infantile... Ne dovrai scrivere un'altra! Che ne dici di una serie "Le Avventure di BabyP"?

Nuovo recensore
10/05/18, ore 14:59

Povero piccolo Yuri! Così sventurato e al tempo stesso puccioso! Comunque è stato un piacere renderti i tuoi innumerevoli favori nonché un piacere partecipare.

Dopo aver riletto la storia sono sempre più convinto che Yakov sia un orsetto del cuore! Yakov, ama!

DarkStar

Nuovo recensore
09/05/18, ore 19:38

Okay, l'ho amata.
La delicatezza della tua scrittura è confortante, ho letto ogni riga come una piccola, grande coccola. Il tuo Yuri è meraviglioso, come non adorarlo e, soprattutto, capirlo? Il rapporto tra lui e Yakov, poi... Fatto da subito di affetto ma anche di rispetto, lavoro duro, regole e impegno. L'immagine di Yuri che sbatte ripetutamente contro la valigia, le ferite ai piedi, la prima nottata col mal di pancia, le ginocchia coi lividi, i pattini comprati dal nonno rovinati dal bambino più stronzo del team junior russo... io voglio pigliarmi Yurio e coccolarmelo right now, aw. 😭
Ma ti devo dire che la parte che più ho amato è stata quella in cui ha fatto a botte. Quando ha tirato la testata a Aleksej. Perché lì è venuto fuori il vero Yuri, non l'hai edulcorato o addolcito, lui è una cazzo di tigre e basta :P non sta a pensarci (troppo) quando qualcuno gli tocca il pattinaggio, i suoi obbiettivi e tutto cio' che riguarda il nonno. Quindi, grazie per averlo fatto così IC. Per non parlare dell'ultima conversazione con Yakov. Quando gli dice che i nuovi pattini non sono un premio ma... anche la tenerezza con cui reagisce al suo racconto, il momento in cui capisce il peso che è capace di portarsi sulle spalle un bimbo così piccolo. Credo che lì sia nata un'alleanza, l'inizio di un rapporto meraviglioso tra coach e allievo, quello che tutti conosciamo e la cui genesi sei stata capace di raccontare splendidamente. E Potyaaa!! Adoro come l'hai fatto entrare in scena! Grazie anche di questo, Yakov xD
Ti esorto a non fermarti mai ♥️ aspetto trepidante nuove storie! Hai uno stile piacevolissimo in grado di comunicare una specie di calma, di equilibrio, che... Non so come altro potrei definire :) forse, una sorta di tepore che, come dicevo sopra, ha un incredibile potere tranquillizzante...
Un abbraccio, cara, e grazie!