Recensioni per
Piccoli semi
di hikaru83

Questa storia ha ottenuto 56 recensioni.
Positive : 56
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/10/20, ore 02:48
Cap. 9:

Tranquilla, la creatrice del prompt apprezza eccome! Devo dire che l'hai sviluppato meravigliosamente, hai davvero colto l'essenza e soprattutto l'atmosfera che avevo immaginato quando ho pensato a questo prompt. In una parola la tua storia è intensa, di quelle che ti catturano da subito e dove ti ritrovi a pendere dalle labbra (o in questo caso dalla penna? Dalla tastiera?) dello scrittore. John è perfetto, ho sentito la sua pena, il suo dilaniarsi interiore. Ma ancor di più lo è Sherlock, la sua paura palpabile, che lo immobilizza e lo blocca. E infine il ritrovarsi insieme, perché non sono soli e non lo saranno mai. Che gioia mi danno le tue storie, non smettere mai di scrivere, please! A presto!

Recensore Veterano
23/10/20, ore 01:33
Cap. 11:

Salve tesoro! All'epoca ti ringraziamo sul gruppo, ma mi sono resa conto che non ho mai lasciato una recensione qui, cosa francamente imperdonabile!

Quindi oggi bazzicavo sul tuo profilo di efp (sai quanto amo rileggere le tue storie) e sono venuta a rileggermela, notando appunto la mia mancanza. Adoro le tue storie perché sono in grado di avvolgermi in una calda coperta di tenerezza e amore, loro due sono la cosa più dolce del mondo e loro due teenagers sono semplicemente stupendi. Tu lo sai bene quanto io ami la teenlock e quindi non posso che esserti ancora più grata per questo piccolo dono. Poi me li hai fatti in vacanza, il che mi rende ancora più felice. Sherlock è un piccolo pupetto confuso, ma in fondo chi non lo sarebbe dopo i baci di John Watson? Son roba che ti manda in pappa il cervello dai. Però una cosa la capisce fin troppo bene e cioè che deve continuare a baciarlo e a farsi baciare. Ben fatto Sherly, sono fiera di te!

Che altro dirti cara? Che devi tornare a scrivere perché questo profilo piange un po' e con lui anch'io! Attendo con ansia nuove tue storie, torna a farmi sognare con questi due.

Recensore Master
29/04/20, ore 10:12
Cap. 11:

Con questa storia hai realizzato un quadro perfetto della Johnlock in un contesto temporale che, solitamente, non prediligo, forse per ovvia distanza d’età, ma l’hai realizzato con un’intensità ed un’efficacia che mi hanno affascinato. Johnlock è magia, è lotta con i vincoli della ragione, è luce e calore che invadono la scena e la riempiono di vita.
Luce e calore da cui veniamo subito accolti fin dalle prime righe, arricchite perfettamente dal profumo del mare e da quello di quel ragazzo ( ho capito correttamente?) che l’ha attratto in maniera così irresistibile. Il tuo modo di raccontare è coerente con ciò che leggo qui perché anche nelle parole che usi (es: “...ruvido...caldo...furioso...pulsava...” ecc...) emanano l’energia e la forza sia della stagione estiva sia, soprattutto, di quell’incontro tra due persone che scoprono insieme emozioni meravigliose. Mi viene da pensare che, probabilmente, nella caratterizzazione “canonica” di John ci possa essere una certa maggior tendenza, rispetto a Sh, a relazionarsi ed a fare conquiste, ma qui vedrei più qualcosa di travolgente, di grande, come tu l’hai descritto. Infatti, senza dubbio, anche lui, è preso da Sh: qui hai rappresentato, in modo coinvolgente, un amore giovanile con una sete inesauribile di vicinanza e di contatto.
Poi quello che riserva il futuro non importa, si vive ora e subito. Comunque io sono sicura che, in un universo parallelo, se i due di Baker Street si fossero incontrati da giovanissimi si sarebbero ugualmente piaciuti. E, forse, la loro età li avrebbe portati subito l’uno verso l’altro, senza complicazioni razionali o paure e pregiudizi.
Perciò ho letto volentieri questo tuo pezzo perchè è, nella sua caratteristica AU, decisamente credibile. La tenlock, in effetti, è un aspetto piacevole della vera e propria Johnlock.
Tornando qui, io penso che il protagonista assoluto della tua storia non sua nè Sh nè John ma ciò che li attrae l’uno verso l’altro.
La caratterizzazione IC, sia pure se attenuata chiaramente dal contesto “fuori età” che hai scelto, la ritrovo, evidente, dove accenni all’età di Sh ed al suo precedente “ sentirsi più adulto” rispetto ai coetanei. Ritorna, infatti, uno degli elementi portanti della Johnlock e cioè l’assoluta impreparazione che Sh ha di fronte ai sentimenti, caratteristica umana per lui assolutamente sconosciuta. Citi giustamente la sua razionalità, la sua intelligenza ma diventa impacciato di fronte a chi ha sconvolto il suo cuore. John è sempre molto “fisico” nei suoi comportamenti e qui non dimentichi questa sua peculiarità, ritraendolo come “abbronzato e sorridente”, in netto contrasto con quella “pelle pallida” che, in Sh, esprime tanta solitudine.
Hai evocato, con parole adeguate, un clima di solarità, e non solo stagionale, di libertà, d’intensità.
Bello quel modo di comunicarsi reciprocamente la loro attrazione: John “invade” Sh con la sua concretezza, con il suo esserci libero e solare, Sh apre il suo cuore, abbassa le sue difese razionali e lascia che, a decidere cosa fare di fronte a quella cosa così inaspettata e travolgente, sia non la sua mente ma il suo desiderio di amare e di essere amato. E quel ragazzo è ciò che aspettava da sempre.
Un bel pezzo, davvero.
(Recensione modificata il 29/04/2020 - 10:14 am)

Recensore Master
26/04/20, ore 10:07
Cap. 11:

Ciao, sapevo che stavi lavorando a qualcosa in questo periodo (ma forse sono rimasta indietro io) quindi non pensavo di trovarti da queste parti. E poi non essendo più nel gruppo Johnlock certe cose me le perdo. Anche se l'altro giorno mi stavo domandando quando ti avremmo rivisto con una nuova storia, magari Johnlock ed eccola qui... diciamo che l'ho chiamata o che ho previsto il futuro, più o meno.

Non ho una passione smodata per le teenlock, ormai questo lo sapranno anche i sassi, ma io ho una curiosità ancora più grande e una voracità nella lettura che mi porta a leggere qualsiasi cosa mi trovi davanti e quando un qualcosa mi piace tanto come in questo caso, devo per forza recensirlo. E quindi mi ritrovo a leggere e a commentare anche storie su tematiche che in passato mi hanno fatta storcere il naso, come è il caso per le teen. Naturalmente ognuno fa le proprie scelte legittime in quanto a caratterizzazione dei personaggi, questo va detto, ma mi trovo più affine a certe visioni che ad altre, il che trovo sia naturale. Con te non ho mai avuto di che dubitare, non avevo dubbi sul fatto che sarei riuscita ad apprezzare una teen purché scritta da te. E infatti mi è piaciuta moltissimo, sia per come è stata scritta (ho notato che hai usato a terza persona, il dettaglio non mi è sfuggito e so che per te non è stato facile adattarsi a un nuovo stile di scrittura) che per come hai caratterizzato i personaggi. Non so quale sia la fanart che ti ha ispirata, ma dev'essere una cosa stupenda se ne è uscito un testo tanto delicato e leggero. Mi piace molto l'atmosfera che fa da sfondo, un'estate, una vacanza che all'inizio aveva rifiutato e poi conoscere una persona e restarne avvinghiato, e innamorarsene completamente. Mi piace l'idea del mare, delle vacanze, questa estate lunghissima che non finisce mai e settembre che sembra lontano anni luce. Così come i pensieri e i problemi che potrebbero esserci. Mi piace molto anche l'immagine di quel muretto caldo del sole e loro due premuti contro a baciarsi. Mi piace davvero tanto, hai reso bene un'atmosfera calda e romantica. Con questi giovani Sherlock e John che sono una vera delizia, me li immagino anche a sedici anni così giovani... davvero deliziosi, due amori insomma.

Come sempre hai fatto un lavoro stupendo, ti faccio i complimenti. Sono contenta di aver letto questa storia.
Koa

Recensore Master
23/03/20, ore 15:55

Prima di lasciarti qualche osservazione su questa ff, sono andata a rileggermi la tua splendida “Ombre” per rientrare nelle atmosfere così avvolgenti che solo tu sai far nascere intorno ai protagonisti. Bellissima anche questa tua storia, con uno Sh che accoglie e cura il dramma interiore di John. E con quest’ultimo che riesce a trovare la via giusta per salvare se stesso ed anche a comprendere che l’uomo di cui è innamorato non può fare a meno di lui.
In entrambe le ff Sh parla al suo cuore e gli indica ciò che è sempre stato davanti ai suoi occhi ma che il medico non ha mai potuto o voluto vedere.
Apri la storia con una notte insonne di John, una delle tante, troppe che hanno segnato il suo cuore. Nulla di urlato, nulla di banale...
Solo il tormento di un cuore che non riesce a trovare la pace. Ed è così coinvolgente per chi legge, scoprire che basta la vista del consulting addormentato per permettere a John di trovare momentaneamente la pace. Momentaneamente perché, poi, quel tenerissimo rito, quasi simile a quello di una madre che si rassicura durante la notte controllando il sonno del figlio piccolo, per vegliare su di lui e sui suoi incubi, si ripete, in un mantra indispensabile.
Mantra é anche la sequenza di frasi, che sembrano quasi invocazioni per ottenere il perdono, che John fa scorrere, come in una corsa impazzita e delirante, di fronte ad uno Sh addormentato davanti al pc; un’immagine che fa quasi tenerezza, nello scoprire il brillante consulting così indifeso nei confronti della stanchezza e dei pensieri. Pensieri che non sono, evidentemente, solo riguardanti il suo lavoro, ma sicuramente nati dalla percezione del tormento di quello che è stato il suo “conduttore di luce”. Rappresenti un sonno inusuale in Sh, che conosciamo per la sua continua iperattività mentale e la scarsa propensione al riposo, a causa della sua infaticabile mente. Ora, invece, ce lo rappresenti efficacemente quasi vinto dal percepire, intorno a sè, un mare in tempesta, cioè il cuore di John il cui silenzio diventa un grido lacerante. E Sh cede, e si addormenta al momento giusto, secondo me. Intorno a John non c’è il buio, l’irrealtà del vuoto apparente in cui una casa è immersa durante il riposo notturno ma la quotidianità, probabilmente, di un dopocena come tanti altri, in cui comunque non c’è il rallentamento dei sensi e della mente dovuto al sonno ma c’è la consapevolezza e la capacità intatta di pensare a cosa stia succedendo.
È così tenera l’immagine di uno Sh addormentato sul tavolino che, forse, scuote John dal suo delirio. Ed ecco, come ho scritto sopra, il mantra dei rimorsi che dilaga nella sua mente e nella sua anima, lasciandolo annientato e nudo, senza la penosa difesa dei suoi pregiudizi della sua rabbia, della sua disistima di sè.
Descrivi, in una specie di laico “salmo”, i motivi per cui John si sente in colpa (“...Lo aveva visto morire...”) ed elenchi così, lucidamente, tutte quelle volte in cui il suo ego ha voluto la precedenza...Qui, magnificamente, ripercorriamo, nella coscienza di John, tutte le quattro Stagioni che hanno visto la Johnlock come una nave indomita, sballottata in mezzo alla tempesta. Dalle prime volte in cui John, “tre continenti”, ha disperso la sua attenzione in tante avventure sentimentali di scarso, o nessun, valore invece di comprendere bene quale strano volto avesse la sua “amicizia” con Sh, fino ad arrivare alle “dita scheletriche” con cui il passato di Holmes aveva tentato di ghermire il consulting.
La conclusione della storia è qualcosa di invidiabile, di tenero e coinvolgente. Gli occhi di Sh, come un meraviglioso faro in mezzo alla tempesta, guidano John verso il porto più sicuro, verso le sue braccia. Splendido, grazie davvero.

Recensore Master
14/03/20, ore 12:01

Tesoro ma che bella questa storia!
Scusami se arrivo con vergognoso ritardo, avevo letto appena hai pubblicato ma sto procedendo davvero a rilento con le recensioni e con le storie in corso. Strano, visto che devo stare a casa tutto il giorno, eppure salta sempre qualcosa da fare, per no parlare dell'apatia che ogni tanto mi prende per inattività.
Cooomunque.
Mi piace tantissimo l'idea che hai avuto, John che ripercorre con consapevolezza tutte le volte in cui ha spezzato il cuore di Sherlock, uccidendolo una, due, cento volte.
È tutto molto toccante e dannatamente vero.
Si sente in colpa ed è una cosa che trovo molto plausibile, visto che ha realizzato finalmente quanto l'altro abbia sacrificato per lui.
Fortuna che alla fine ci pensa Sherlock ad alleggerirsi il cuore e a spazzare via ogni dolore.
Ma quanto sono belli insieme questo due??
Amo tantissimo!
Grazie per la bella storia, spero di ritrovarti presto da queste parti!
Un bacione
S.

Recensore Master
12/03/20, ore 13:22

La speranza è l'ultima a morire.. ed eccomi qua. Potevo forse non commentare questa meraviglia? Sapendo per di più che la nostra conversazione ha fatto da taccuino xD
Puoi pensare quello che vuoi di questa fic, ma dal mio umile punto di vista è stupenda. Perchè parla di amore, del loro amore, che ripercorri in ognuno di quei "ti ho visto morire" che ci raccontano quanto questo loro amore sia stato sofferto e irrisolto per tanto tempo. E tu alla fine, come hai sempre fatto, dai loro una risoluzione, un approdo, e finalmente la pace e la serenità di amarsi come è giusto che sia. John si porta dentro il senso di colpa che si accumula e accumula, facendolo sprofondare.. eppure bastano quegli occhi, quelle braccia a stringerlo perchè possa tornare a respirare. Nulla di tutto questo è scontato.
Sono contenta che ti sia lasciata ispirare :)
Un abbraccio, Izu

Recensore Master
06/03/20, ore 15:38

Ciao, sono davvero contenta che quella (bellissima oltretutto) fanart sia stata postata e che tu ne sia stata ispirata, questa breve storia è davvero bellissima. Molto sofferta, ripercorre in poche parole e con un unico filo conduttore, che poi è la morte di Sherlock, quella che è stata la storia di Sherlock e John fin dall'inizio. John si sente responsabile per il dolore di Sherlock e associa il suo avergli fatto del male al suo vederlo morire. Vederlo spegnersi poco alla volta e sempre per colpa sua. Io non credo sia del tutto così, buona parte delle responsabilità sono di Sherlock. Del suo essersi chiuso, dell'aver convinto John di essere una macchina senza sentimenti. L'immagine del calcolatore senza un'anima con la quale ha convinto John, e di conseguenza il mondo intero. Parte della colpa, se così possiamo chiamarla, è senz'altro di Sherlock. L'altra invece John se la prende tutta, assumendosela in prima persona. Ci mette ogni cosa anche Mary o le fidanzate che portava a casa e di cui quasi subito si dimenticava. Aver visto Sherlock morire in questo modo, lo ha messo (ora) in agitazione e quindi eccolo qua. Che non riesce a dormire, ha il sonno agitato e l'ansia lo prende nel bel mezzo della notte. Uno scenario che trovo realistico, così come l'intervento di Sherlock nel finale. Fino a quel momento lo avevamo percepito in maniera molto più passiva, c'era attraverso lo sguardo di John, ma da quel momento prende parte all'azione ed assolve John dai propri peccati. Credo che a John basti questo e quell'abbraccio bellissimo, per tornare a vivere decentemente. Anzi molto di più... alla fine parli di felicità, credo che questa parola racchiuda tutto quanto.

Davvero un'ottima storia.
Koa

Recensore Junior
06/03/20, ore 07:49

Pure la dedica!
Ma grazieeee. Lo sapevo che ne sarebbe venuta fuori una cosa carinissima (me felice).

La notte risveglia gli incubi e il povero John si trova a combattere con la paura di perderlo un'altra volta. I pensieri di John corrono nella testa mano a mano che si legge, scendendo giù giù verso un incubo.
Per fortuna alla fine ci sono due braccia lunghe ad avvolgerlo e a tenerlo stretto.

Perché tutti gli Happy ending che si rispettano finiscono in un abbraccio. Non è vero tesoro? ;-)

Grazie mille e un abbraccio.
L.

Recensore Master
25/01/20, ore 11:29
Cap. 9:

Il fatto che questa meraviglia sia stata lasciata “sola” per molto tempo mi fa pensare che, dire spesso ad uno che sa scrivere bene, non è sufficiente. Chissà cosa passa per la testa di voi Autori quando avete completato un pezzo, sia una long o qualcosa di più breve. Probabilmente vi siete liberati sì di un’idea che trovavate molto adatta ad essere sviluppata e raccontata ma, molto spesso e, credimi, di esperienza in questo senso ne ho, vi sorgono mille dubbi sulla reale qualità di ciò che avete scritto e proiettate queste ansie anche su lavori che hanno la colpa solo di essere stati prodotti, forse, in momenti in cui c’erano altri pensieri per voi. Ed ecco che li lasciate lì, al buio ed al silenzio, doni splendidi che aspettano solo di essere consegnati a chi, dopo averli letti, si sente un po’ più ricco nell’animo, davvero. Modalità “recensore pesantemente saccente”: off).
Tutta questa chiacchierata per arrivare a scriverti che il pezzo in questione è davvero valido perché, alla fine di una prima lettura, si è attivato un segnale inequivocabile in me e cioè ho provato commozione, ho capito veramente cosa Sh e John hanno dentro in quel momento che tu rappresenti con la tua consueta capacità di scrivere “del” cuore “con” il cuore.
La situazione, che io ricordi, è inusuale se non unica nella Sezione. Infatti ho il ricordo di molte ff in cui, appunto, si racconta di John e del suo tentativo di suicidio. Ma, di solito, trattandosi dello spazio temporale del post Reichenbach, più o meno immediato, l’immagine “John e pistola tra le mani” viene proposta per il fatto che lui non tollera il vuoto lasciato da chi si è ( per finta) gettato giù dal tetto del Barts, Quindi, tormentato anche dai sensi di colpa per non aver espresso prima ciò che, secondo lui, l’avrebbe trattenuto dal suicidarsi, la fa finita e, spesso, arriva il redivivo troppo tardi.
Qui, invece, la situazione che hai costruito è più complessa, più profondamente drammatica, più difficile da gestire. Sh c’è, c’è soprattutto Rosie, dunque le motivazioni che stanno inducendo John al suicidio sono molto più forti e tragiche rispetto alla non elaborazione di un lutto. Si tratta di sentirsi inadatti a vivere, indegni delle persone che amiamo, colpevoli per comportamenti che si stagliano agli occhi del nostro animo veramente inaccettabili. John prova tutto questo e tu, sempre in punta di “penna”, con immagini sfumate e dipinte solo con veloci tratti, lo descrivi. In effetti cogliamo il riflesso, alla luce che proviene dall’esterno, della canna della pistola, i particolari dell’abbigliamento di John che sono di un’inquietante eleganza. Sembra scomparso il medico soldato che ha portato il sole e la vita a Baker Street ed al suo posto, sdraiato sul divano, c’è un uomo distrutto, senz’anima, lui, che era un “conduttore di luce”, ora è divorato dal buio. E qui, con un colpo d’ala davvero coinvolgente, accendi in Sh quella che sarà la salvezza anche sua. Infatti il discorso ed i gesti che il consulting disperatamente mette in campo per cercare di fermare la tragedia che si sta consumando sotto i suoi occhi, non appartengono più, come gli verrebbe spontaneo, al campo della lucidità razionale, del controllo delle emozioni: Sh fa la cosa più difficile per lui e lascia liberi, finalmente, i suoi sentimenti. Indimenticabile quella sua affermazione per cui la vita di John gli appartiene, quel suo indifeso e struggente appoggiare la fronte alla fronte di chi gli sta disperatamente sfuggendo per sempre. Sh, stavolta, con l’uomo che ama disperatamente da sempre, ha trovato la chiave giusta e la porta del cuore di John si apre, torna la luce. Le ombre si sono dissolte, lasciandomi meravigliosamente con le dita in sospeso sulla tastiera ed una piccola, vergognosa lacrima che vorrebbe tanto uscire.
Che dirti, se non “Grazie!”.

Recensore Master
25/01/20, ore 09:54
Cap. 9:

Beh diciamo che è una storia piuttosto particolare... non riesco a trovare altre parole per descriverla se non questa. Senz'altro originale nell'ambientazione che hai scelto di trattare. Ho già letto molto riguardo il suicidio e John Watson, o meglio il tentato suicidio perché in genere viene sempre sventato, ma solitamente le fanfiction si concentrano sul post Reichenbach, ovvero quello che si presume essere il periodo peggiore della vita di John Watson. Questa è penso la prima volta che leggo una storia di questo genere, lo faccio notare perché sono solita sottolineare l'originalità (anche se è un parametro molto soggettivo) quando penso ce ne sia e in questo caso ce n'è a mio avviso. La cosa che poi ho trovato molto interessante è il motivo per cui vuole togliersi la vita. Siamo dopo la morte di Mary e questo potrebbe essere un motivo? Sì, credo di sì specie considerando tutti i lutti e i dolori che ha dovuto sopportare in vita sua. John già voleva togliersi la vita dopo l'Afghanistan e Sherlock lo ha salvato proprio da questo. Qua lo salva una seconda volta, anche se in una maniera differente, in un certo senso molto più diretta. Là lo salva riportandolo a una vita attiva, dandogli uno scopo per cui vivere, un qualcuno su cui affidarsi. Qua invece sono le parole, chiare e nette e finalmente aggiungerei! Nonché il chiaro gesto di levargli la pistola, a salvarlo. Come dicevo, interessante il motivo per cui John vuole togliersi la vita. Sì, ha una bambina da crescere ed è da solo (o meglio, lui si sente solo anche se non lo è affatto) e teme di fargli del male o di fare un brutto lavoro. Ha una moglie morta da poco, per la quale si sente in colpa perché non soltanto l'ha fatta uscire per prima quella sera, ma una moglie della quale si è disinteressato non aiutandola durante la gravidanza e tornando a vivere con lei solo perché ormai c'era la bambina. Ha anche pensato di tradirla e si è persino ritrovato a essere geloso di Sherlock, quando lui preferiva lavorare con lei invece che con lui. Quindi John ha diversi motivi per sentirsi in colpa, ma il più grave e quello che lo spinge a tutto questo, è senz'altro il comportamento che ha avuto con Sherlock. John si odiava già prima di pestare Sherlock a sangue, di accusarlo come ha fatto. Ma dopo che tutto questo è successo, dopo che lo ha preso a botte in quell'obitorio, dopo che lo ha accusato e che gli ha urlato contro, dopo che gli ha spezzato il cuore, il suo senso di colpa, il suo dolore aumentano a dismisura e lui non riesce più a controllarli. Credo che il fatto stesso che Sherlock sia lì ad aiutarlo gli provochi dolore. Non capisce perché Sherlock non l'abbia già mandato al diavolo. Diciamo che Sherlock è molto intelligente e lui sa che sono arrivati a farsi del male a vicenda per tantissimo tempo. Lo sa e quindi accetta le scuse di John, accetta di aiutarlo e stargli vicino perché allontanarlo o, peggio, vederlo morire sono prospettive ancora peggiori del dolore che gli ha causato finora. La cosa più importante è che John capisca e chieda perdono. Nella serie non lo ha fatto e il perdono è arrivato in modo scontato, quando Sherlock invece ha chiesto scusa a John per la sua finta morte per anni, ma vabbé... fingiamo che ci vada bene. Per fortuna ci sono le fanfiction, fanfiction come questa per la precisione. In cui viene approfondita anche questa faccenda. Lo sviluppo è romantico e molto ben fatto, perché non finisce nello smielato. John e Sherlock sembrano trovarsi e farlo in un modo diverso rispetto al passato e questo dà a entrambi nuova vita e un altro scopo per non morire. Questo vale per tutti e due, anche Sherlock ha i suoi bei problemi. Quindi si sono, di nuovo, salvati entrambi. E tu hai salvato me con questa stupenda fanfiction.

Grazie per averla pubblicata, alla prossima.
Koa

Recensore Master
13/10/19, ore 17:00
Cap. 8:

Che dire, amica mia, potevo non spuntare anche qui all'improvviso?
Grazie per aver scritto questo semino, che rende tanto onore al nostro amato John. Come scrisse Sir Arthur stesso, nelle parole di Holmes, Watson è "un punto fermo in un'età che cambia". Noi sappiamo bene che non lo è solo per un'età che cambia, lo è anche per Sherlock. Il suo punto fermo, quello che di notte lo stringe a sè placando ogni sua paura. Ogni abbraccio è una promessa di amore, di riparo, di sicurezza. Mi è piaciuto molto come all'inizio Sherlock sembri solo, a rimuginare nel suo letto, mentre alla fine la figura di John stesa accanto a lui sembra quasi emergere dal buio, pronto a riscaldarlo.
Mi ha stupito la prima volta che l'ho letta e mi ha stupito anche questa... penso mi stupirà sempre.
Bravissima♡
Un abbraccio stretto, Izu

Recensore Master
11/10/19, ore 22:58
Cap. 8:

Seconda Stagione, secondo episodio...e già un moto di nostalgia mi avvolge . Sì, perché le prime due Serie dei Mofftiss sono quelle che mi hanno lasciato davvero il gusto della piacevole scoperta di un mondo, quello che ruota intorno a Baker Street, unico ed ineguagliabile.
 Per me, poi, l'episodio del Mastino è tra i più significativi rispetto alla Johnlock perché la famosa scena del cimitero, nella quale Sh rincorre John per chiedergli scusa del suo atteggiamento della sera precedente, rispetto al carattere particolare del consulting, certamente non incline ai rapporti umani ed alla considerazione degli altri, è una dichiarazione d’amore in piena regola, travestita da una conferma d’amicizia esclusiva (“…I don’t have friends, I’ve just goto ne…”)
Un momento indimenticabile, denso di significato, non solamente un semplice scambio tra due amici.
E poi tu richiami alla mente la scena terrificante della comparsa del mastino, che io ho voluto rivedere per essere più precisa. È vero, è John che spara con la mano ferma al mostro, uccidendolo. Greg lo fa prima di lui ma sbaglia il tiro, Sh è in preda allo stordimento provocato dalla nebbia allucinogena e vede il ghigno di Moriarty, gli altri si agitano intorno. Dunque, l’unico che mantiene la freddezza necessaria è il capitano John Watson, che salva tutti. Come dici bene tu, con un’immagine forte e rassicurante allo stesso tempo, egli diventa davvero “un porto sicuro in mezzo alla tempesta”.
Ciò che racconti lo fai mettendo al centro i pensieri di Sh. Non è proprio il suo POV ma sentiamo che è quello che lui prova nei confronti del suo conduttore di luce.
La conclusione è tenera ed accogliente perché, dopo le visioni terrificanti e l’angoscia che ne è derivata, è rimasta solo quella figura sicura e ferma in mezzo al buio ed alla nebbia. Ed ora quell’uomo è lì con lui, per lui.
Una storia, questa, scritta con slancio, che mira al cuore della Johnlock per svelarcelo del tutto. Il significato è quello di un grande, unico amore.
Le frasi si susseguono senza troppi indugi nelle descrizioni o nell’introspezione più profonda. Fai scorrere emozioni, sensazioni, ricordi ed ora, grazie a John, solo certezze. Tutto questo lo guardi con occhio partecipe ed attento a quello che passa per la mente ed il cuore di Sh, che viene fissato nei suoi pensieri. Sì, perché Holmes, pensa, e molto. Ma il trasporto che prova per chi, ora, dorme accanto a lui, non ha più bisogno del supporto continuo della sua formidabile intelligenza. È sentimento, forte ed unico.
Brava.

Recensore Master
11/10/19, ore 12:06
Cap. 8:

Ma che cosa stupenda! Adoro quell'episodio, è così meravigliosamente Johnlock, senza donne di mezzo, con l'accenno lampante al military!kink, John che si fissa con gli zigomi do Sherlock, il tizio della locanda che capisce tutto al primo sguardo... insomma un episodio stupendo, per me. E quella scena è fantastica, con il capitano Watson che resta fermo sul posto, che non indietreggia e non tentenna, ma mira e spara, come in Asip, senza remore.
E Sherlock ora lo capisce, John è il suo eroe e lui lo ama, quello l'ha sempre saputo ma ora si concentra sul suo valore, e non può non ammirarlo.
Un'idea davvero carina bravissima tu e un grazie ad Izumi per il contributo! ;)
Un bacione grande
S.

Recensore Master
10/10/19, ore 22:55
Cap. 8:

Buona sera^^
Ho adorato questa ff! È meravigliosa. Devo quindi per prima cosa ringraziare Izumi che ti ha inviato quella gif (che poi ho visto sul gruppo).
Mi hai riempito il cuore con questa ff, è dolcissima ma non è fluff, ha un equilibrio tutto suo particolare. Molto d'effetto. Poi questa è una delle poche ff che ho letto ambientata durante, anzi alla fine, dei mastini di Baskerville. Non ne avevo mai letta una così.
Mi è davvero immensamente piaciuta. Bravissima.
Baci baci,
Béa

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