Recensioni per
Stazione
di JustBigin45

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/01/20, ore 09:58
Cap. 1:

Ciao JustBigin45. Già dal titolo "Stazione" ho immaginato come metafora il viaggio della vita nelle sue tappe,positive e negative. Tanti sentimenti sfumati,diversi,dove vi è comunque una crescita. Leggendo questo scritto mi è venuto in mente un racconto che amo di Buzzati ,"qualcosa era successo",seppur nel suo si evince l'angoscia del protagonista,mentre nel tuo vi è anche la speranza. Nel tuo scritto poi il viaggio non è sul treno stesso,ma viene considerata proprio la stazione come tappa della vita,dove ognuno può scegliere,tutto incarnato dal prendere quel biglietto,simbolo del futuro. A livello stilistico è utilizzata la seconda persona,che è poco utilizzata,denotando maggiore originalità ed immedesimazione. Un saluto. :)

Recensore Master
30/11/18, ore 10:51
Cap. 1:

Bigin, eccomi finalmente! Avevo in programma da MESI di leggere questa storia, e finalmente ce l'ho fatta!! Perdona il mostruoso ritardo T.T
Davvero un bello scritto, sotto tutti i punti di vista! Innanzitutto hai ambientato la storia in una stazione, un luogo che mi piace davvero tanto, perché nella stazione mi ritrovo a osservare la gente e noto che son tutti diversi eppure così vicini, che ognuno ha una storia diversa alle spalle e un motivo diverso per partire. Mi affascina vedere l'umanità in movimento, e mi affascina pensare che persone così diverse possano stare una accanto all'altra, così vicine eppure così lontane.
E il viaggio è la vita. Lo immaginiamo in un modo, ma non andrà così. Ci sarà qualcosa che non avevamo calcolato (magari il nostro treno non passa) e noi dobbiamo essere pronti a reagire, trovare un'altra strada e un'altra meta, prendere sempre il positivo di ogni viaggio!
Grazie per questo scritto, porta a riflettere! Sono rimasta molto colpita! :3
Ancora complimenti e alla prossima!!! <3

Recensore Master
10/09/18, ore 14:52
Cap. 1:

Okay, calma calma e ancora calma, che qui ci sono un bel po' di cosine da dire.
Avevo letto questo racconto oggi al lavoro mentre ero in pausa e l'avevo pure recensito, ma devo dire la veritù l'avevo fatto piuttosto in fretta, e poi comunque la recensione mi si è cancellata. Forse è stato meglio così, forse era il destino, forse dovevo proprio tornare a casa, rifletterci meglio e poi lasciarti un commento più lungo e magari anche più decente.
Dunque, io direi di analizzare questo tuo testo sotto due punti di vista diversi: qiello strettamente letterale (il treno e la stazione come, semplicemente, il treno e la stazione) e gli stessi come metafora della vita, che poi è il senso che tu hai voluto dare, no?
Allora, non so se hai mai vissuto l'esperienza che hai scritto qui. Se davvero ti sei ritrovata in una stazione a porti tutti questi quesiti, a provare a darti risposte, a pensare alle possibilità, a decidere di rischiare e andare in una cittù che non conoscevi. Ma che tu l'abbia fatto o no, hai reso benissimo ciò che volevi dire. Mi è piaciuto il fatto che la te di questa storia (o comunque, le altre persone alle quali ti volevi rivolgere scrivendola) si siano fermate a guardare chi passava in quella stazione, ad ascoltare i loro discorsi, a cercare di capire qualcosa della loro vita. Quando andavo all'università lo facevo anch'io: era come se mi nutrissi un po' della vita delle altre persone ascoltando ciò che dicevano, se cercassi di capire qualcosa su di loro, se pensassi che parevano più felici e spensierate di me. Okay, lo so che magari non era così, che tutti abbiamo i nostri problemi, ma soprattutto dal secondo anno in poi andare in stazione era un modo per dimenticare le mie sofferenze e pensare ad altro, ad altri, ad altre vite, ad altre cose che non fossi io stessa perché mi sentivo morta dentro (e sai bene perché). Ed è vero, i treni a volte sono in ritardo e per me invece in parte era una osa irritante perché anche se mi piacea stare lì non vedevo anche l'ra di tornare a casa e di spegnere la testa almeno per un po', di provare a non pensare a niente o, al contrario, di immergermi ancora di più nel mio dolore. Ma per qul breve momento nel quale ascoltavo le voci delle altre persone, le valigie che venivano spostate, i passi della gente, mi sentivo meglio. E forse anche tu hai provato qualche volta questa sensazione, non lo so ma dal tuo testo si percepiva. Quando hai parlato del padre che saluta il figlio ho quasi pianto per il dolore, sperando che i due prima o poi si rivedano (sicuramente sì), ma comunque ci sono stata male per la loro separazione.
Non so se avrei il coraggio di prendere, fisicamente, un altro treno e andare in una cittù sconosciuta. Sicuramente non da sola, ma comunque non credo. Non son abbastanza coraggiosa quindi no, grazie, quel biglietto non lo voglio. Non riesco a prenderlo e a fare quel passo, non ce la faccio davvero. Non sono una persona che rischia, spesso le novitù nemmeno mi piacciono, sono fatta così.
Invece, considerando questo scritto come metafora della vita... una volta il mio professore di religione ci raccontò una storia. Sei su un treno e ti svegli quando sei giù in viaggio. Chiedi a varie persone e anche al macchinista dove va il treno o da dove è partito ma nessuno ti dù la risposta. Poi il treno passa sotto un tunnel e tu non sai cosa c'è dopo. La storia finiva lì e lui ci ha detto di riflettere sul significato di questo racconto. Io all'iinzio non lo capii, fermandomi solo al senso letterale che, alla fine, non era nemmeno tanto interessante. Poi parlandone con mio padre ho capito che il vero significato era quello della scelta: quando fai una scelta, nella vita (che è appunto il treno) non sai mai se alla fine sarù giusta o sbagliata e solo il tempo lo dirù. In questo caso, nel tuo testo la vita è anche la stazione, oltreché il treno, e sono felice di aver ritrovato questa cosa sulla quale ho riflettuto anni fa anche qui. E' come tornare indietro nel tempo... Comunque scusa, sto divagando. Tornando al tuo racconto, dicevo che in effetti nella vita ci sono sempre persone che vanno e vengono e questo può a volte lasciare indifferenti, altre far provare un fortissimo dolore o un senso di vuoto e di distacco che fa male, malissimo, che a volte provoca un dolore insopportabile. Hai potato appunto episo di molto realistici anche vedendola sotto questo punto di vista, episodi che possono succedere nella vita reale come il padre che saluta il figlioletto e loo bacia, i pianti, i sorrisi, insomma tutte le cose che si possono provare nella vita che alla fine è come un viaggio, anche fatto di ostacoli e di alti e bassi che per alcuni sono di più, altri di meno.
""perché non si è mai sazi della presenza di chi si ama.""
Questa frase mi ha fatta piangere sia oggi quando l'ho letta sia ora che l'ho ricopiata. E' davvero molto intensa, ha un significato profondo e forte. Ed è assolutamente vera. Se fossimo sazi della presenza di chi amiamo, secondo me ad un certo punto non esisterebbe nemmeno più l'amore.
"Allora, o vuoi questo biglietto?"
Vorei rischiare nella vita? Vorrei fare delle scelte anche se non so a cosa potranno portare? Vorrei fare cose che non ho mai fatto? Alcune cose e escelte le ho fatte e prese, altre no. E sinceramente non so se l'ho preso davvero, questo biglietto. Mi sono persa tante opportunità fermata dalle mie paure e delle mie insicurezze che sono tutt'ora presenti. Di alcune cose mi pento, di altre no. Di aver smesso di fare danza, per esempio, non mi pento affatto. Non era per me. E nemmeno fare nuoto faceva per me. Io non sono nata per gli sport. NOn sono fatta per essi. Sono fatta per i libri e la scrittura, per l'amore per gli animali e per i bambini... Ma ci sono cose di cui mi pento, scelte che al tempo ho fatto costretta dalle circostanze e che se tornassi indietro non so se rifarei. Aver smesso di suonare il piano, per esempio. E' stata una grandissima cazzata. Ma la scuola mi portava via troppo tempo, ero stanca, sempre così stanca e così in ansia, non avevo tempo di allenarmi! Insomma, ecco, in quesl caso non ho deciso di rischiare, non ho preso il biglietto ma l'ho lasciato cadere nel fango, non ho seguito una cosa che mi piaceva fare e l'ho fatto per la scuola. Anche per questo dico che am e la scuola più che dare ha tolto. E poi mi pento di tante altre cose. Mi sa che sono più i biglietti che ho gettato via che quelli che ho preso per davvero. Ma pazienza, sono fatta così... Anche se questa cosa mi rattrista, a pensarci. :(
Se ho fatto questa riflessione non era per divagare, ma per ragionare sul tuo scritto riferedomi a me. Spero si sia capito edi non aver divagato troppo.
Comunque è uno scritto molto profondo, pieno di saggezza e che dimostra che non solo sei una persona sensibile, ma anche molto matura. Insomma, molti ragazzi non ci riflettono nemmeno sulla vita secondo me. Parlo in generale, ovviamente, però tante persone davvero vivono la vita senza pensare ad essa, senza un minimo di introspezione soprattutto quando sono giovani e secondo me sbagliano. Tu invece sei diversa in questo, e credimi per questo tu hai una marcia in più, è positivo che pensi a tali cose.
La vita è un viaggio. Sta a noi decidere se viverla da spettatori o se agire. A volte lasciarsela passare davanti sembra più facile, ma anche non agire mai è sbagliato. Anche se agire, e reagire, non è mai semplice soprattutto se ci troviamo in un periodo difficile. Bisognerebbe stare nel mezzo, trovare un equilibrio, ma anche questo è complicato. E' tutto complicato, maledizione! Secondo me alla fine la cosa inmportante ècomportarsi come ci si sente di comportarsi. NOn si reagisce o non si agisce subito? Chi se ne frega! Bisogna prendersi i propri tempi, e questo me l'hanno insegnato e me lo stanno insegnando anni di dolore e di alti e bassi. E comunque, si posson ofare grandi e importanti cose anche se si soffre. Bisogna cercare di andare avanti in questo viaggio, in questa stazione, su questo treno. Non sarà sempre facile ma l'importante è provarci, e soprattutto circondarsi di persone che ci vogliono bene e che sanno rendere la nostra vita migliore, che ci danno una ragione per viverla.
Complimenti per questo scritto! Hai visto quante riflessioni mi ha fatto fare? Significa che vale moltissimo.
Come sempre scrivi divinamente.
Giulia

Nuovo recensore
30/06/18, ore 15:39
Cap. 1:

"perché non si è mai sazi della presenza di chi si ama"
Ciao!
Con questa frase, mi son venute le lacrime agli occhi. Personalmente mi sono molto ritrovato in tali parole, sto attraversando un brutto periodo e tutto ciò che ho appena letto è molto bello e il paragone della vita con la stazione, è qualcosa di molto originale e, a parer mio, reale. Gente che va e gente che viene, per un motivo o per un altro.
Leggerò sicuramente altro di te!

Recensore Master
17/06/18, ore 15:55
Cap. 1:

"Allora... lo vuoi questo biglietto?"
Chiesto così la risposta è...assolutamente Sì, peccato che poi subentrano sempre le paranoie e le insicurezze ma questa one-shot ha il dono di metterti davanti alla faccia l'importanza dell'esperienza, del viaggio, perché sappiamo bene tutti che ciò che perso è perso, poi gli anni passano, s'invecchia, ci si immobilizza sempre di più, quindi prima prendi quel treno e meglio è -mal che vada, avrai fatto un viaggio in più.
È una bella one-shot perché mette in luce molti pensieri che io stessa mi faccio per motivarmi, vedi "Si dice che l’immaginazione sia la ricchezza dei poveri..." ebbene sì, se non si fosse capito nelle mie storie e in tutto ciò che scrivo, io sono una di quelle che crede nei vecchi proverbi, e non so dove stia di casa accontentarmi, perché come disse Jim Morrison, "datemi un sogno in cui Vivere perché la realtà mi sta Uccidendo".
Spero solo che il messaggio di questa one-shot arrivi a tutti coloro che leggono, perché è così bello e significativo e non invecchierà mai per me perché ci saranno sempre giovani bisognosi di qualche scossone per riprendersi dal loro stato.
Complimenti vivissimi per aver dato voce al Viaggio e ai Sogni ma soprattutto per tutte le bellissime massime che hai sfornato "Il viaggio è l’imprevedibilità; la vita, spesso, si pone come un contrasto fra il coraggio di restare e quello di assentarsi". Maestrale.
Grazie, un bacio,
Karen.

Recensore Veterano
11/06/18, ore 13:56
Cap. 1:

Il treno è un po’ la rappresentazione della nostra vita, ricca nel bene e nel male di eventi, occasioni e delusioni…fino a quando non viene il momento più amaramente temuto, diciamo la beffa finale.
Ma, ad ogni modo, per ognuno di noi si presentano diverse opportunità e dalla nostra scelta dipende il nostro percorso sociale e spirituale. Insomma ogni opportunità è fonte di esperienza, perciò meglio affrontarla e arricchirci moralmente, che lasciarla passare, proprio come un treno alla stazione, rimanendo così fermi a guardare il nostro piccolo cosmo. Quindi giusto acchiappare il biglietto e tenerlo stretto come fosse quello vincente.
Per essere il primo racconto, e parlo da lettore, sei già sulla buona strada. Perciò ti faccio i miei complimenti, nella speranza di avere la fortuna di leggerne altri.
Un abbraccio

Luca

Recensore Master
07/06/18, ore 16:16
Cap. 1:

Bigin cara! *____*
Oh mamma... lo sai che non me l'aspettavo di trovare un tuo racconto in prosa???
E la cosa mi è piaciuta TANTISSIMO! Sono rimasta estremamente ma estremamente colpita e felice, ci credi?
Questo vuol dire che non ti sei fermata solo alle poesie ma hai deciso di regalare a noi che ti amiamo e seguiamo tanto, qualcosa di diverso e di meravigliosamente perfetto!
Sono contentissima, ci credi?
Innanzitutto, sai, ho notato che hai scritto tutto in maniera perfetta, sei stata bravissima! Ma dov'era nascosto questo tuo talento incredibile?
Mi hai fatto riflettere con questa storia sulla stazione. Mi hai fatto pensare al punto di partenza di qualcuno, al non perdere nessuna occasione solo per paura di non farcela e di non essere all'altezza.
Hai mandato un bellissimo messaggio con questa tua OS, complimenti carissima Bigin!
Non vedo l'ora di poter leggere qualcos'altro di tuo, qualsiasi cosa sia *-*
Alla prossima e continua così ♥

Recensore Master
02/06/18, ore 09:40
Cap. 1:

Buongiorno.
Eh, vorrei aggiungere; avrai anche un viaggio in più per te stesso. Perché si viaggia anche e soprattutto per sé stessi, no?
Ogni nuova esperienza è qualcosa che torna utile; suggerisce la formazione di nuovi schemi nella struttura della nostra psiche, quindi aiuta ad aumentare la nostra adattabilità.
Non mi vorrei soffermare eccessivamente sul testo, quando sul fatto che sei riuscita a trasmettere emozioni, con quello che hai scritto, e questa è una grande cosa; però ti rassicuro, il testo è scritto bene e in modo ordinato, anche se poi, mentre leggevo, la mia mente si lasciava andare alla pura narrazione.
Bene così quindi, e un ottimo inizio; ho aspettato tanto tempo, sai, ma sapevo che saresti giunta a scrivere un raccontino così bello. E sai, ti auguro anche che questo sia il primo di tantissimi altri. Hai tutte le carte in regola per scrivere e scrivere tanto, poi sei giovanissima e vedrai che farai più che bene.
Ed hai anche un cuore grande.
Complimenti, davvero molto brava, e grazie ancora per la gentilezza che mi riservi sempre.
Buon fine settimana e a presto :)