Okay, calma calma e ancora calma, che qui ci sono un bel po' di cosine da dire.
Avevo letto questo racconto oggi al lavoro mentre ero in pausa e l'avevo pure recensito, ma devo dire la veritù l'avevo fatto piuttosto in fretta, e poi comunque la recensione mi si è cancellata. Forse è stato meglio così, forse era il destino, forse dovevo proprio tornare a casa, rifletterci meglio e poi lasciarti un commento più lungo e magari anche più decente.
Dunque, io direi di analizzare questo tuo testo sotto due punti di vista diversi: qiello strettamente letterale (il treno e la stazione come, semplicemente, il treno e la stazione) e gli stessi come metafora della vita, che poi è il senso che tu hai voluto dare, no?
Allora, non so se hai mai vissuto l'esperienza che hai scritto qui. Se davvero ti sei ritrovata in una stazione a porti tutti questi quesiti, a provare a darti risposte, a pensare alle possibilità, a decidere di rischiare e andare in una cittù che non conoscevi. Ma che tu l'abbia fatto o no, hai reso benissimo ciò che volevi dire. Mi è piaciuto il fatto che la te di questa storia (o comunque, le altre persone alle quali ti volevi rivolgere scrivendola) si siano fermate a guardare chi passava in quella stazione, ad ascoltare i loro discorsi, a cercare di capire qualcosa della loro vita. Quando andavo all'università lo facevo anch'io: era come se mi nutrissi un po' della vita delle altre persone ascoltando ciò che dicevano, se cercassi di capire qualcosa su di loro, se pensassi che parevano più felici e spensierate di me. Okay, lo so che magari non era così, che tutti abbiamo i nostri problemi, ma soprattutto dal secondo anno in poi andare in stazione era un modo per dimenticare le mie sofferenze e pensare ad altro, ad altri, ad altre vite, ad altre cose che non fossi io stessa perché mi sentivo morta dentro (e sai bene perché). Ed è vero, i treni a volte sono in ritardo e per me invece in parte era una osa irritante perché anche se mi piacea stare lì non vedevo anche l'ra di tornare a casa e di spegnere la testa almeno per un po', di provare a non pensare a niente o, al contrario, di immergermi ancora di più nel mio dolore. Ma per qul breve momento nel quale ascoltavo le voci delle altre persone, le valigie che venivano spostate, i passi della gente, mi sentivo meglio. E forse anche tu hai provato qualche volta questa sensazione, non lo so ma dal tuo testo si percepiva. Quando hai parlato del padre che saluta il figlio ho quasi pianto per il dolore, sperando che i due prima o poi si rivedano (sicuramente sì), ma comunque ci sono stata male per la loro separazione.
Non so se avrei il coraggio di prendere, fisicamente, un altro treno e andare in una cittù sconosciuta. Sicuramente non da sola, ma comunque non credo. Non son abbastanza coraggiosa quindi no, grazie, quel biglietto non lo voglio. Non riesco a prenderlo e a fare quel passo, non ce la faccio davvero. Non sono una persona che rischia, spesso le novitù nemmeno mi piacciono, sono fatta così.
Invece, considerando questo scritto come metafora della vita... una volta il mio professore di religione ci raccontò una storia. Sei su un treno e ti svegli quando sei giù in viaggio. Chiedi a varie persone e anche al macchinista dove va il treno o da dove è partito ma nessuno ti dù la risposta. Poi il treno passa sotto un tunnel e tu non sai cosa c'è dopo. La storia finiva lì e lui ci ha detto di riflettere sul significato di questo racconto. Io all'iinzio non lo capii, fermandomi solo al senso letterale che, alla fine, non era nemmeno tanto interessante. Poi parlandone con mio padre ho capito che il vero significato era quello della scelta: quando fai una scelta, nella vita (che è appunto il treno) non sai mai se alla fine sarù giusta o sbagliata e solo il tempo lo dirù. In questo caso, nel tuo testo la vita è anche la stazione, oltreché il treno, e sono felice di aver ritrovato questa cosa sulla quale ho riflettuto anni fa anche qui. E' come tornare indietro nel tempo... Comunque scusa, sto divagando. Tornando al tuo racconto, dicevo che in effetti nella vita ci sono sempre persone che vanno e vengono e questo può a volte lasciare indifferenti, altre far provare un fortissimo dolore o un senso di vuoto e di distacco che fa male, malissimo, che a volte provoca un dolore insopportabile. Hai potato appunto episo di molto realistici anche vedendola sotto questo punto di vista, episodi che possono succedere nella vita reale come il padre che saluta il figlioletto e loo bacia, i pianti, i sorrisi, insomma tutte le cose che si possono provare nella vita che alla fine è come un viaggio, anche fatto di ostacoli e di alti e bassi che per alcuni sono di più, altri di meno.
""perché non si è mai sazi della presenza di chi si ama.""
Questa frase mi ha fatta piangere sia oggi quando l'ho letta sia ora che l'ho ricopiata. E' davvero molto intensa, ha un significato profondo e forte. Ed è assolutamente vera. Se fossimo sazi della presenza di chi amiamo, secondo me ad un certo punto non esisterebbe nemmeno più l'amore.
"Allora, o vuoi questo biglietto?"
Vorei rischiare nella vita? Vorrei fare delle scelte anche se non so a cosa potranno portare? Vorrei fare cose che non ho mai fatto? Alcune cose e escelte le ho fatte e prese, altre no. E sinceramente non so se l'ho preso davvero, questo biglietto. Mi sono persa tante opportunità fermata dalle mie paure e delle mie insicurezze che sono tutt'ora presenti. Di alcune cose mi pento, di altre no. Di aver smesso di fare danza, per esempio, non mi pento affatto. Non era per me. E nemmeno fare nuoto faceva per me. Io non sono nata per gli sport. NOn sono fatta per essi. Sono fatta per i libri e la scrittura, per l'amore per gli animali e per i bambini... Ma ci sono cose di cui mi pento, scelte che al tempo ho fatto costretta dalle circostanze e che se tornassi indietro non so se rifarei. Aver smesso di suonare il piano, per esempio. E' stata una grandissima cazzata. Ma la scuola mi portava via troppo tempo, ero stanca, sempre così stanca e così in ansia, non avevo tempo di allenarmi! Insomma, ecco, in quesl caso non ho deciso di rischiare, non ho preso il biglietto ma l'ho lasciato cadere nel fango, non ho seguito una cosa che mi piaceva fare e l'ho fatto per la scuola. Anche per questo dico che am e la scuola più che dare ha tolto. E poi mi pento di tante altre cose. Mi sa che sono più i biglietti che ho gettato via che quelli che ho preso per davvero. Ma pazienza, sono fatta così... Anche se questa cosa mi rattrista, a pensarci. :(
Se ho fatto questa riflessione non era per divagare, ma per ragionare sul tuo scritto riferedomi a me. Spero si sia capito edi non aver divagato troppo.
Comunque è uno scritto molto profondo, pieno di saggezza e che dimostra che non solo sei una persona sensibile, ma anche molto matura. Insomma, molti ragazzi non ci riflettono nemmeno sulla vita secondo me. Parlo in generale, ovviamente, però tante persone davvero vivono la vita senza pensare ad essa, senza un minimo di introspezione soprattutto quando sono giovani e secondo me sbagliano. Tu invece sei diversa in questo, e credimi per questo tu hai una marcia in più, è positivo che pensi a tali cose.
La vita è un viaggio. Sta a noi decidere se viverla da spettatori o se agire. A volte lasciarsela passare davanti sembra più facile, ma anche non agire mai è sbagliato. Anche se agire, e reagire, non è mai semplice soprattutto se ci troviamo in un periodo difficile. Bisognerebbe stare nel mezzo, trovare un equilibrio, ma anche questo è complicato. E' tutto complicato, maledizione! Secondo me alla fine la cosa inmportante ècomportarsi come ci si sente di comportarsi. NOn si reagisce o non si agisce subito? Chi se ne frega! Bisogna prendersi i propri tempi, e questo me l'hanno insegnato e me lo stanno insegnando anni di dolore e di alti e bassi. E comunque, si posson ofare grandi e importanti cose anche se si soffre. Bisogna cercare di andare avanti in questo viaggio, in questa stazione, su questo treno. Non sarà sempre facile ma l'importante è provarci, e soprattutto circondarsi di persone che ci vogliono bene e che sanno rendere la nostra vita migliore, che ci danno una ragione per viverla.
Complimenti per questo scritto! Hai visto quante riflessioni mi ha fatto fare? Significa che vale moltissimo.
Come sempre scrivi divinamente.
Giulia |