Recensioni per
Amico di Dio, nemico di tutto il mondo
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/11/21, ore 14:22
Cap. 4:

Mio caro Old ^^ Finalmente e dico finalmente torno a leggere una tua storia! In questi mesi ho messo un po' in standby le letture sul sito, sempre con l'idea di tornare poi e riprendere a spulciare il tuo profilo dove trovo sempre cose ben scritte, appassionanti e con quel meraviglioso dono della sintesi che a me manca: una lettura compatta che mi accompagna con piacere, insomma.
Son passata qui perché ultimamente sono di nuovo in fissa con storie di viaggi nei mari del nord. Non conoscevo la figura di Klaus Störtebeker; confesso che di pirati son sempre un po' rimasta ai classici. Come atmosfere questa storia mi ha ricordato tantissimo quel bellissimo libro di Larsson, "La vera storia del pirata Long John Silver". Ho amato TUTTE le descrizioni, soprattutto quelle iniziali del porto, dove riuscivo quasi a sentire l'odore delle aringhe e del mare. Mi son subito immedesimata in Eike, devo dire, pora stella: anch'io me ne sarei stata bella al calduccio nella mia biblioteca, altro che mal di mare, freddo porco e pirati poco raccomandabili. Però mi sembra che Eike con quest'avventura abbia davvero assaporato la Vita, quella vita che restando nel nostro cantuccio non potremmo mai scoprire.
Ho amato l'accuratezza storica: il contesto è delineato senza mai essere pesanti, né eccedere nel linguaggio tecnico. E, vabbè, c'è bisogno di dirlo che ho amato Störtebeker? ^^' Ribelle, spavaldo, refrattario alle regole e alle gerarchie, con un suo "codice" che lo porta ad affrontare la vita secondo la sua legge. Mi è piaciuto anche come non l'hai idealizzato mantenendone il suo humus, se così possiamo chiamarlo, controverso: Störtebeker rimane comunque un pirata, un fuorilegge, l'artefice di violenze e razzie; gente come il fratello di Eike lo vedrà sempre così, dalla parte sbagliata della storia, mentre altri ne vedranno un salvatore. Eike riesce a vederne altro, tutte le sfaccettature magari, e non può che rimanere affascinato dalla forza e la libertà che la figura del pirata incarna, qualcosa che nella sua vita "protetta", lontano dai flutti del mare, coi suoi pericoli ma anche le sue meraviglie, non ha davvero mai superato.
La sto prendendo per la tangente come al solito (non sarei io altrimenti xD), ma perché come spesso mi accade le tue storie molto precise, compatte e scorrevoli, mi aprono grandi spazi di riflessione e qui il tema maggiore mi è sembrato la libertà, una libertà che arriva col suo prezzo ma anche un senso di liberazione dirompente. È stato bello scoprirla insieme a Eike e assimilarla del tutto in questo finale sospeso, per me azzeccatissimo, che non dice il suo destino futuro ma ce lo mostra nell'ultima risonante immagine: lui che prende in un certo senso il testimone di Störtebeker e si lancia a combattere abbracciando quella libertà.

Bello, bello, complimenti, è stato un piacere ritornare a leggerti ^^ 
Prim

Recensore Junior
10/11/19, ore 21:54
Cap. 1:

Amico di Dio,nemico di tutto il mondo. Un motto FANTASTICO per un personaggio davvero intrigante. Bellissimo quando tutti lo gridano all'unisono.
Francamente non conoscevo questa persona, questo pirata,quindi direi che è stato anche istruttivo da leggere. Bravo!

Recensore Veterano
08/11/19, ore 18:45
Cap. 4:

Ciao, carissimo!

A parer mio, questo finale è BEL-LIS-SI-MO. BELLISSIMO.

E' esplosivo e anche commovente.

Perchè da quello che ho capito questa è la storia di Eike, e di come ha capito che il mondo che lo circondava non gli era adatto. E' per questo che è diventato un pirata (anzi, ha preso il posto del Pirata) ed è come se lo spirito di Störtebeker lo guidasse.

Alla fine, quando urlano tutti il motto, ero a tanto così dal piangere.

Veramente una bella lettura.
Alla prossima!^^

Recensore Veterano
06/11/19, ore 15:38
Cap. 3:

Ehilà, eccomi a recensire questo capitolo.

L'ho molto apprezzato: come al solito hai uno stile impeccabile e le informazioni "tecniche" non appesantiscono il racconto, e poi questa parte è stata anche più introspettiva.

Ci sono le due facce della medaglia: da una parte il ladro "gentiluomo", dall'altro il fuorilegge.

Comunque il nostro pirata è amato dalla gente. Albrecht, invece, che è il figlio di un mercante e ha sempre visto la pirateria come una minaccia, non crede ai valori di Störtebeker (d'altronde dubito che i figli dei nobili inglesi simpatizzassero per Robin Hood).

In tutto questo ho notato che Eike ha "ereditato" nave e equipaggio, e devo capire il perchè! Sono sempre pi curuiosa.

Alla prossima!^^

Recensore Veterano
04/11/19, ore 16:10

Carissimo, continuo la lettura di questa storia.

All'inizio uno s'immagina chissà che passato ha avuto Eike, mentre in realtà era un ragazzo che voleva dedicare la vita agli studi e si è trovato in mare.

La descrizione del porto è perfetta, e anche i personaggi. Il padre, ad esempio, che dà delle risposte identiche a quelle di un uomo moderno: "vedrai che ti divertirai", "ti piacerà", "un giorno tutto questo sarà tuo" ecc.
Anche il fratello premuroso è descritto bene, e così Magister Wigbold.
Di Störtebeker mi farò un'idea più avanti.

Non vedo l'ora di continuare, fin ora ho molto apprezzato la storia, che si sta rivelando una lettura molto avvincente.
Alla prossima!^^

Recensore Veterano
03/11/19, ore 11:28
Cap. 1:

Ciao di nuovo, carissimo!^^

Sinceramente, non ho mai sentito parlare di Klaus Störtebeker, però sembra un personaggio quantomeno interessante (oltre al fatto che la storia ha un titolo che invita tantissimo alla lettura).

La descrizione della nave in mezzo alla tempesta era semplicemente meravigliosa, il capitano pure è un ottimo personaggio, un uomo che con una flemma da lord britannico riesce a tirare fuori i suoi da una situazione mortale.

Il brano di pirati nella locanda rende benissimo la scena. Poi un giovane ubriaco fa un riferimento a Störtebeker, allora il capitano interviene.

A giudicare dalla descrizione, immagino che l'uomo sia il giovane prigioniero.

Beh, alla prossima!^^

Recensore Master
05/03/19, ore 23:44
Cap. 4:

Recensione premio per il Contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – giudice Shilyss

Caro Old Fashioned,
Non potevo resistere dal conoscere come avresti gestito il finale della storia. L’unica sua pecca è che finisce troppo presto, come il tiramisù 😉. Detto questo, trovo che la conclusione del racconto sia ben bilanciata e appropriata. Nello scorso capitolo, infatti, avevamo visto Eike cadere dalla nave, togliendosi fattivamente dalla cattura del coraggioso e controverso pirata. Eppure, nel suo racconto, già prima della palese fine appare chiaro quale sia stato il destino del ragazzo divenuto uomo: l’incertezza e il dubbio che lo avevano roso lo conducono alla scelta di intraprendere un cammino diverso da quello del padre e del fratello, e quale fato migliore ci può essere, per questo cadetto che s’è ribellato? La pirateria. Il raccoglimento di un’eredità che si è fatta leggenda, la scelta di una vita fatta di fughe e catture, passata in mare con fidi compagni, a dividere le prede e i bottini con uomini che diventano famiglia, casa.
Ecco allora che gli incauti giovinastri che nel primo capitolo tanto mi avevano ricordato i giovani studenti delle neonate universitas, sbruffoni e preda a scherzi goliardici, si trasformano in bambini che pendono dalle labbra degli adulti e sono curiosi e avidi di sapere, di chiedere qualcosa sul dettaglio pruriginoso o da servetta. Nel dialogo breve in cui viene chiesto nel dettaglio come morì lo Störtebeke compare il più puro chiacchiericcio della gente poi trascritto nelle incerte cronache medioevali, colorate per l’occasione d’un tocco di modernità: come non ricordare talune scene del bellissimo e ormai datato Braveheart, quando il popolo rifiutava di credere che William Wallace non fosse alto tre metri?
Il finale breve è azzeccato: rivela il colpo di scena finale, svela la vera identità di Eike, trasformato da figlio spaventato d’un mercante a figlio putativo d’un pirata di cui raccoglie l’idea. Complessivamente, si tratta di un lavoro egregio sia per lo studio delle varie parti nautiche, sia delle fonti. Oltre a ciò, hai usato uno stile sempre godibilissimo e piacevole, con l’uso di una terminologia che non definirei tanto come adeguata, ma come perfetta. Vincente è l'espediente di affidare la narrazione degli eventi a un narratore che, come noi, non sapeva nulla di pirati. Nella storia non c’è solo aderenza tra il narrato e quanto si vuole raccontare, ma anche un’aderenza ideologica che trova riscontro nell’ultima frase. Non è solo proclamarsi come “amico di Dio e nemico del mondo,” ma anche e soprattutto porsi nei confronti della propria ciurma di dannati (qui ci manca il pappagallo che gracchia, ma nell’ansa ce lo vedo poco) come un pari e l’intendere il gruppo come un’entità sola, che proprio nell’unità trova la sua forza. Insomma, tutto questo delirio per dirti: complimenti, davvero tanti complimenti. È una storia bellissima.
Un caro saluto,
Shilyss

Recensore Master
04/03/19, ore 18:15
Cap. 3:

Recensione premio per il Contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – giudice Shilyss

Caro Old Fashioned!
Il terzo episodio di questo racconto mi è piaciuto moltissimo, ma, ahimè, è il penultimo. Ciò significa che a stretto giro mi toccherà l’epilogo e non posso non simpatizzare con il pirata Störtebeker. È fiero e ha tutto il fascino dei briganti maledetti, anarchici e refrattari alle regole che trovano ingiuste. In questa storia non c’è solamente una robusta ricostruzione storica corredata da informazioni navali tecniche, ma mai pedanti, non c’è la semplice attenzione verso il modo di pensare della gente dell’epoca che denota lo studio anche della mentalità coeva e l’allontanamento di qualsiasi spettro anacronistico, ma anche il sapore sanguigno della migliore epopea. Eike rimane affascinato e prova rispetto e ammirazione per i valori di un pirata – di una serie di pirati – che si sono proclamati al di sopra delle leggi e agiscono alla maniera di Robin Hood. La gente li ama perché sono giusti, perché fanno loro quel prototipo d’ideale cristiano di condivisione e carità, ma Albrecht ha ragione: è, anzi, il fratello che fa la parte dell’incessante grillo parlante della situazione, ricordando al fratello gli omicidi, le razzie e l’altra parte della medaglia rappresentata da Störtebeker: è un fuorilegge e un pirata, che avrà un suo codice morale, magari, ma che fa ciò che fa (compreso aiutare i poveri delle coste) per un mero tornaconto personale. Non perde di vista l’obiettivo nonostante venga curato, perché nella sua ottica il pirata sta semplicemente salvaguardando un suo bene. E ha ragione, c’è anche questo nell’idea del fulvo pirata che beve da solo e senza fermarsi un intero boccale, come ogni bravo erede dei vichinghi che si rispetti.

Solo che a mangiar pane assieme ai propri carcerieri succede qualcosa e allora Eike non è semplicemente più sicuro di cosa sia giusto e cosa, invece, sbagliato. Inizia a capire, forse, che la realtà non esiste, ma è soggettiva e relativa e così le leggi, divenendo nel cuore più pirata dei marinai di suo padre che si sono improvvisati predoni. E proprio il lento passaggio introspettivo di Eike che rende la storia semplicemente grandiosa: il ragazzo, sensibile e colto, non se la sente di incanalare in una categoria persone che lo stanno trattando con umanità; rivedo, in queste tue scelte, l’eco lontana anche di Stevenson e dello strano rapporto che si crea tra Long John Silver e Jack: un legame che è difficile spezzare e che ci getta in confusione. In fondo, non sarebbe meglio essere come Albrecht, privi di dubbi, monolitici, sempre sicuri di quale sia la parte giusta dove guardare?

Sullo stile, pronunciarmi è quasi pleonastico: scrivi divinamente, ma soprattutto c’è sostanza, non sono solo belle parole. Complimenti, ci vediamo nel finale! 😉
Shilyss

Recensore Master
11/02/19, ore 22:12

Recensione premio per il Contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – giudice Shilyss

Ciao Old Fashioned!

Continuo l’affascinante lettura di questa storia che, come ti avevo accennato, tratta di un periodo che mi è caro, ma di una zona che conosco poco se non per qualche riferimento vago. Anzitutto ho avuto modo di apprezzare la tua narrazione in prima persona. Gli altri tuoi lavori erano in terza e mi fa sempre piacere vedere chi si barcamena a seconda di dove tira il racconto piegando la voce alle finalità narrativa. Ho apprezzato anche l’uso di termini come “nari” in luogo di narici, un “tanghero” e altri che regalano un sapore antico alla storia e che danno la sensazione di udire davvero un racconto fatto in una taverna tra Medioevo ed età Moderna. Ma non credere che non abbia notato anche le merci (aringhe e ambra, esattamente!) e il Krampus, una creatura leggendaria piuttosto brutta che conosco grazie all’insana visione di molti – troppi – film horror. Sei riuscito a delineare molto bene i caratteri di Eike e di Albrecht e l’entrata dei pirati è scenica, d’impatto e mi è piaciuta moltissimo, così come le considerazioni totalmente vere sulla presenza dei libri, fonte preziosa di conoscenza solo per chi non ha bisogno di riempirsi la pancia, ma inutili quando si tratta di ingoiare il terrore e di curare alla buona il proprio fratello. Mi ha sorpresa moltissimo la scelta dell’Amico di Dio di non derubare il mercante delle sue ricchezze in merci, ma di prendergli i figli. A rigor di logica è la scelta più sensata e mi fa venire in mente un altro illustre ostaggio, il caro Giulio Cesare, ma non era una soluzione scontata all’interno del racconto, motivo per cui l’ho particolarmente apprezzata. Racconto e introspezione proseguono di pari passo in un capitolo che unisce descrizioni (poche, ma precise), termini tecnici che non risultano mai pedanti (spesso leggendo Salgari mi perdevo nella minuziosa analisi delle varie imbarcazioni) e della battaglia. Ho apprezzato che vi regni un clima di confusione perché credo che ritrovarsi nel bel mezzo di una battaglia significhi esattamente questo: non avere cognizione di ciò che ci sta succedendo intorno e pensare a poche, basilari cose, come per esempio sopravvivere a qualsiasi costo. Come tutto ciò che scrivi, anche questa minilong è un pregevolissimo esempio di scrittura. Sono sempre altamente scettica sugli storici perché detesto gli anacronismi, ma qui trovarne è davvero impossibile (bellissima anche la citazione di Lucrezio).

Insomma, tanti vivisismi complimenti e spero di passare già domani per il prossimo capitolo! Buona serata!
Shilyss
(Recensione modificata il 11/02/2019 - 10:32 pm)

Recensore Master
10/01/19, ore 18:41
Cap. 1:

Recensione premio per il Contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – giudice Shilyss

Ciao Old Fashioned!

Indecisissima tra quale storia iniziare a recensire per il meritatissimo premio, ho scelto questa perché curiosa di gettare uno sguardo su una zona, quella della lega anseatica, non sempre oggetto di studio e di scrittura o, almeno, non abbastanza. Lo stile è il tuo: efficace, correttissimo, puntuale, bello da leggere. Sei una delle poche persone che riesce a utilizzare “egli” in maniera corretta, senza farlo sembrare un inutile orpello, ma anzi, sfruttandolo per dare un sapore lievemente anticato al racconto. La descrizione della tempesta e del comandante che deve portare in salvo se stesso e l’equipaggio è estremamente vivida e ben costruita, così come la descrizione dell’imbarcazione stessa e della difficoltà nel gestirla in caso di maltempo. Tra l’altro sai che non so come si dovrebbe procedere con imbarcazioni antiche come drakkar o kogge? Se fosse un veliero di epoca moderna sono abbastanza certa che le vele andrebbero ammainate totalmente affinché le stesse non si lacerino a causa del vento, ma con il kogge non saprei dire, così come non conoscevo il senz’altro suggestivo, ma spaventoso, effetto ottico. Eppure la scena della tempesta, sebbene scritta magistralmente, non ha una funzione narrativa vera e propria: ti serve solamente per introdurre la figura di questo capitano abilissimo di cui i suoi uomini si fidano e presentare un’altra storia, quella che sta per raccontare al ragazzotto tronfio nella locanda.

Ecco, questo escamotage l’ho adorato perché denota un uso sapientissimo degli elementi che compongono la storia, dei vari dettagli, che servono per far immergere il lettore nel cuore della vicenda vera e propria, che non è quella d’una tempesta – non di questa, almeno, ma di un uomo con un motto che è diventato più famoso di lui, pare. Quindi complimenti, vivissimi complimenti. E perdonami per averti fatto attendere così tanto!

Complimenti per aver scelto il XV secolo come periodo storico, per la non facile e originale ambientazione, per la costruzione dei personaggi e per l'attenzione puntuale nelle descrizioni nautiche, difficilissime (Salgari e pochi altri proprio).

Un caro saluto e a presto,
Shilyss

Recensore Master
31/07/18, ore 15:36
Cap. 4:

Un finale davvero appropriato. Più che la storia di Störtebeker, questa era quella di Eike, e della sua comprensione del mondo che lo circondava e di quale fosse la sua strada, tramite il suo incontro con il leggendario pirata. Non una lunga e approfondita conoscenza, ma una singola conversazione dal forte impatto, quasi un'illuminazione. Ma che alla fine l'ha portato su una strada di cui non si è affatto pentito.
Un'altra bellissima storia, complimenti davvero!

Recensore Master
31/07/18, ore 15:28
Cap. 3:

Wow, ma questi pirati sono dei veri gentiluomini. Tanto di cure ai nemici feriti! Certo, Albrecht serve loro come ostaggio, ma immagino ci sia di peggio della cordialità di Wigbold.
E vedo che compare Hein? Uno di quelli del prologo? Sembra proprio che Eike abbia ereditato questa nave, il che mi rende ancora più curiosa.
Questo Störtebeker sembra un vero e proprio Robin Hood, anche per quanto è benvoluto. Eike decisamente ne subisce il fascino, anche perché ci ha parlato direttamente, Albrecht decisamente no. Ma è anche quello che ha lavorato più a lungo per suo padre e ha visto più a lungo la pirateria come una minaccia: logico che non sarebbe stato suggestionabile quanto il novellino Eike.
E infatti alla fine è lui stesso a sabotare la nave -e seguendo il suo ragionamento, ha tutte le ragioni del mondo- ma alla fine è Eike che ne paga le conseguenze finendo fuori bordo.
Davvero un capitolo interessante, e con un bel contrasto nelle visioni dei due fratelli: complimenti!

Recensore Master
31/07/18, ore 15:03

Innanzitutto, mi piacciono davvero le descrizioni dell'atmosfera del porto: danno davvero l'impressione di essere lì.
Poi, fa abbastanza tenerezza questo povero disgraziato che vorrebbe darsi a una vita di studi, ma si ritrova con un padre attento e comprensivo quanto un sasso coperto di muschio, e un fratello poco meglio. Mi hanno fatta davvero sorridere le sue risposte 'convenzionali', per quanto sono realistiche in una simile situazione!
Almeno riesce ad adattarsi in fretta, dopo il mal di mare. E di sicuro è in grado di apprezzare la bellezza ... pure delle frecce che gli piovono addosso, davvero dovrebbe mettere le priorità in ordine, il ragazzino!
Bene, facciamo la conoscenza di Störtebeker e dei suoi pirati. Il primo è stato troppo di poche parole per farsene un'idea, finora mi è più piaciuto Magister Wigbold, con il suo modo di fare rilassato e amichevole verso Eike.
Davvero un bel capitolo, complimenti!

Recensore Master
31/07/18, ore 14:37
Cap. 1:

Ma quanto cavolo hai scritto? Seriamente, mollo efp per un delirante mese di esami, e trovo che ho abbastanza materiale da riempire una biblioteca per mettermi in pari. Parto con questa, che ha il titolo stuzzicante!
Okay, il capitano è un figo pazzesco. Se ne sta calmo e a sangue freddo nel bel mezzo di una tempesta, corre a salvare i suoi sottoposti e si fa il mazzo assieme a loro per portare a casa la pelle di tutti? Cosa si può volere di più dalla vita?
Ah, quindi si tratta di pirati. Comunque pirati fighi, a parte il gruppo di coglioncelli (che ha contribuito a rendere bene l'atmosfera della locanda, in ogni caso).
Non mi aspettavo che questa fosse una cornice narrativa! Adesso sono davvero curiosa di sapere di questo Störtebeker: quindi, complimenti per un'ottima introduzione!

Recensore Veterano
26/07/18, ore 10:31
Cap. 4:

Ciaooo, rieccomi! Chiedo venia per il mio super ritardo,ma, come si suol dire, meglio tardi che mai :P ho adorato questo finale, adatto alla circostanza, secondo me, perché ha contribuito a creare un alone di mistero e leggenda intorno alla figura di Stortebeker. Ti ringrazio perché mi hai fatto conoscere una cosa nuova, di cui non avevo mai sentito parlare prima. Come sempre, riesci a coinvolgere il lettore in ogni tua storia, quindi spero di poter leggere presto un altro tuo racconto :)
A presto e complimenti,
Rosa

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