E' proprio vero, la scena iniziale della storia ricorda moltissimo la mia e anch'io credo proprio che sia lo stesso Tristan a suggerire certe immagini a entrambe: lui si gode la vita, lui è vivo e amante dei piaceri e, proprio come hai scritto tu nella tua recensione, è probabilmente uno dei motivi per cui attrae tanto Elijah, sempre represso e cupo. E magari è anche uno dei motivi per cui Elijah vuole reprimere questa attrazione: i piaceri proibiti, le gioie della vita, lui pensa di non meritarsele, perciò ha cercato di evitare Tristan per quanto gli è stato possibile nel corso dei secoli.
Eppure quell'immagine luminosa e solare, quel Tristan così pieno di vita, è irresistibile anche per lui che, sfuggendo alla repressione che si infliggeva da solo per via della famiglia, si è ora autoinflitto una repressione forse ancora peggiore, falsamente camuffata da libertà, con Antoinette e la sua schiera di puristi (ogni volta che penso a loro mi vengono in mente gli integralisti islamici o i quaccheri o qualcosa del genere, una tristezza assoluta!). Già, perché proprio leggendo questa tua bellissima storia mi sono venute in mente delle cose a cui non avevo mai pensato prima: l'Elijah che ha deciso di restare con Antoinette (come nelle prime puntate della stagione 5 e nella tua storia) "crede" di essere libero, si illude di essere davvero se stesso, emancipato dal giogo della famiglia e vivendo una vita selvaggia da cacciatore... ma in realtà è ancora più prigioniero di prima. E' prigioniero, perché non può più godere della vera vita e della luce del sole, è diventato una sorta di zombi a cui la maggior parte delle gioie sono negate; è prigioniero perché privo dei suoi veri affetti e della parte più autentica di sé (l'animale che caccia e uccide è solo l'elemento vampirico, noi conosciamo il vero Elijah addirittura da prima che diventasse vampiro e conosciamo la sua gentilezza, il suo amore per la famiglia, per i fratelli, la sua indole protettiva nei confronti di tutti, partendo dai familiari per arrivare a Tatia); è prigioniero in un mondo fatto di oscurità e di uccisioni. Ancora una volta, come quando credeva che "la cosa giusta" fosse stare con Hayley e occuparsi della famiglia, ora crede che la cosa giusta sia stare con Antoinette e vivere da vampiro selvaggio che se ne frega di tutto e tutti, ma anche questa è una finzione, una facciata, il vero Elijah non c'è. Ricorda la sua famiglia, ma non prova più niente per nessuno di loro. Come hai scritto giustamente nella storia "Un ipocrita, per dirla tutta, aggrappato ancora una volta alla persona sbagliata, a ideali di bontà e superiorità morale che non avevano riscontro nella realtà". Il vero Elijah noi lo abbiamo visto al party della Strix, sorridente, beffardo, ironico, provocatore, finalmente luminoso anche lui negli occhi proprio come la sua Creatura... perché non c'è libertà per Elijah senza Tristan accanto, è solo lui che lo rende libero senza togliergli niente, né la sua parte umana, né la sua parte di mostro, né la sua famiglia. Con chiunque altro Elijah sarà sempre spezzato e diviso internamente e secondo me è questa la vera tristezza della storia.
Ed è chiarissimo quanto il vero Elijah non ci sia, perché per la prima volta in questa storia lui cerca davvero di uccidere Tristan. Non lo fa soltanto perché ha bisogno del suo aiuto, ma questo Elijah senza memoria e senza più alcuna vera gioia nello sguardo e nel volto lo avrebbe fatto, se necessario, senza esitazioni. Plagiato da un essere oscuro che ha approfittato della sua perdita di memoria, avrebbe fatto infine quello che non era stato in grado di fare per secoli.
Credevo che la storia mi avrebbe fatta sentire triste per Tristan, e invece, paradossalmente, non è stato così: Tristan è il cavaliere medievale, appunto, l'eroe, colui che continua audace la sua battaglia e che, in rari momenti, riesce ancora a godere di piccoli piaceri come il calore del sole sul viso, il profumo del mare, anche il desiderio, seppure insoddisfatto. E' malinconico, certo, soffre, ma è ancora tutto intero, integro, non ha dovuto scendere a patti con niente e nessuno.
Invece mi ha fatto pena questo Elijah che pare comandato a distanza dalla sua nuova amante, condannato a vivere nel buio, senza più niente di tutto ciò che lo rendeva nobile e grandioso, incatenato a regole e doveri assurdi (mi vengono in mente le donne costrette a indossare il burka, a stare rinchiuse in casa e a sposare chi viene loro ordinato).
Sei riuscita a rendere in maniera perfetta questa atmosfera soffocante e cupa, asfittica, in netto contrasto con la vita piena e luminosa rappresentata da Tristan e dalla sua Strix, con i suoi party e i suoi scandali ed eccessi. Io non ho ancora visto niente della stagione 5, ma mi viene la claustrofobia solo a pensarci e mi sembra tremendo che Elijah scelga di vivere in un modo tanto deprimente e triste... Speriamo bene, davvero!
Come sempre, una storia scritta splendidamente, con una perfetta resa dei personaggi, l'atmosfera tanto intensa da sentirsela appiccicata addosso, sia la parte dorata e luminosa rappresentata da Tristan che la cupa e asfittica vita a cui Elijah si è consegnato.
Spero di leggere presto anche le tue prossime storie "in lavorazione"!
A presto!
Abby |