Cara Mahlerlucia,
Di nuovo torno tra le tue pagine a bearmi di una scrittura sì tanto pulita, ricca, leggibile, fruibile e stilisticamente notevole, grammaticalmente perfetta. È sempre una piacevole scoperta leggerti, ma in questa storia non voglio toccare il già noto stile maturo dei dialoghi, ma il punto di vista e la sua gestione semplicemente da antologia. Come vede Milano e l’Italia un giapponese? Cosa prova vedendo i nostri monumenti, le metropolitane, la Madonnina e le vie brulicanti di negozi di altissima moda? Io li vedo, all’ombra del Colosseo, i giapponesi con il naso all’insù e tu invece entri nel loro cuore e nella loro testa. Gli fai dire che la tavola apparecchiata come in qualsiasi ristorante decente nostrano è pretenziosa, gli fai osservare con stupore l’architettura gotica di cui il Duomo e pochi altri esempi spiccano in Italia. In questo viaggio meraviglioso inserisci canzoni d’autore e l’amore e la gelosia. Tutto è descritto perfettamente, ma su tutto ho apprezzato – dovrei dire sono rimasta stupita – dalla bravura con cui hai mostrato gusti, odori e architetture della tua Milano che ho visto con te, grazie a te, come se la stessi visitando anche io in una dolce giornata di maggio. La città è funzionale per mostrare però le vicende sentimentali dei nostri giovani ed esuberanti ragazzi. Spicca Gino, cicerone affascinante, ma Mitsuru e Shun sono i protagonisti sbalorditi di questo viaggio che tiene il lettore incollato allo schermo per tutto il tempo. Ho letto la storia da cellulare e devo dirlo: sebbene sia un supporto che detesto, ho finito la tua storia senza alzare mai gli occhi. Tutti gli elementi della città, dalle canzoni al cibo, si mescolano nel rincorrersi dei due protagonisti deliziandomi per la ricercatezza delle soluzioni, ma anche per il semplice enunciare luoghi, parchi, vie e piazze, in un tour ideale. Delizioso momento comico è quello delle care metropolitane, in cui appare evidente lo sconforto e lo stupore per la realtà italica fatta di micro paesi. Lì ho ridacchiato perfidamente.
In conclusione, questa storia è proprio bella e non solo perché è scritta benissimo, ma per la precisione con cui descrivi ogni cosa, dagli sguardi ai cibi passando per i sapori. Una nota di merito anche per il lessico, che va dal forbito al vernacolare a seconda delle circostanze, ricalcando in maniera semplicemente perfetta l’uso quotidiano che si fa della lingua. BRAVISSIMA! **
Un caro saluto,
Shilyss
P.S.
E c’è pure una seconda parte… ^^ yeaaah! |