SECONDO POSTO PARI MERITO, CON UN TOTALE DI 49,5/50
Separarsi è un sì dolce dolore, di yonoi.
Grammatica e Stile: 10/10 (5/5 di g. e 5/5 di s.)
Per il parametro della grammatica non ho segnato tutti gli errori; inoltre non ho tolto punti per l’uso improprio della D eufonica e per errori che sono indubbiamente di battitura (spazi mancati, ecc.)…
La grammatica è perfetta, complimenti, e ho riscontrato un solo errore di battitura in un testo di oltre 12.000 parole:
***Il venerdì successivo, nel tardo pomeriggio, Roseland era stato trasferito allo Chalet con uno trasporto speciale*** – UN trasporto speciale.
Il tuo stile, inutile dirlo, è perfetto per la storia che hai raccontato, anche se è un po’ diverso qu quello tendente al sublime che utilizzi solitamente: è molto crudo, diretto, soprattutto nei dialoghi, ma non perde quel positivismo di fondo (difficilissimo da trovare, ma c’è) che caratterizza i tuoi scritti in cui tratti questo tipo di tematiche (praticamente tutti); c’è sempre una possibilità di speranza, anche se dopo la morte, nonostante in questo caso sia stata programmata con un macabro teatrino (ultimo pasto, testimoni, uno degli addetti che si pulisce gli occhiali come segnale, ecc.). Anche il lessico è adattissimo al contesto e soprattutto ai vari personaggi, come quello più volgare di Ramirez e quello pacato di Thiene, che cerca solo di risollevare il condannato (e non per metterlo sul lettino).
Trama e Originalità: 11,5/12
Devo dire che il modo in cui hai scelto di raccontare questa storia mi è piaciuto molto: inizialmente hai descritto la scena dello sgombero della stanza del “Quartiere delle nebbie” che per anni era stata occupata da Roseland, e poi hai ricostruito tutta la vicenda (il processo, il salvataggio dell’anziano giudice, l’opinione pubblica, l’ultima visita della moglie e infine il trasferimento allo Chalet) attraverso i flashback che i due protagonisti hanno durante gli ultimi giorni passati in compagnia in attesa della fine; credo che sia stata una scelta vincente quella di non raccontare attraverso il punto di vista del condannato ciò che accadde nel momento degli omicidi (dove effettivamente non era presente, ma non parli nemmeno di alibi). Anche il modo in cui hai presentato la malattia di Thiene è stato ben congegnato: si è capito fin da subito che l’ambiente malsano non ha assolutamente fatto un buon effetto sulla sua salute già abbastanza debole (se non sbaglio era pieno di allergie), ma la rivelazione del tumore è molto successiva a questi segnali (ti dirò che inizialmente avevo pensato a una malattia respiratoria).
Passando alla seconda parte, la scena del trasferimento è stata forse quella più forte dell’intero racconto: ormai Roseland era rassegnato da tempo, ma presentarsi sulle proprie gambe davanti alla morte dev’essere qualcosa di umanamente impossibile, e solo il fatto che ce l’abbia fatta, anche se con estrema fatica, rappresenta ampiamente la sua grande forza d’animo, che traspare anche dal fatto che sia andato avanti per un mese praticamente senza mangiare, continuando solo a rileggere quei versi della Bibbia e dei Sonetti nella sua prigione solitaria e isolata… la scena del telefono, infine, è l’unica cosa un po’ cliché (ne ho parlato anche nel gradimento personale), ma credo che non avresti potuto fare altrimenti dopo averlo descritto (anche se temevo veramente in un ritardo)! Tuttavia, proprio a questa scena è collegato il maggior problema della tua storia, ovvero la presenza di un buco di trama non fondamentale ma rilevante: dici che il vero assassino era stato scovato dopo il ritrovamento di un cadavere risalente a pochi giorni prima. Ecco, è possibile che Roseland sia rimasto in carcere per oltre dieci anni e che nessuno si sia mai accorto che intanto le sparizioni di ragazzini continuavano, anche senza il ritrovamento dei cadaveri?
Il finale invece mi è piaciuto molto, soprattutto per la tecnica Dei “ruoli invertiti” che hai utilizzato: quella sarà l’ultima visita di Chris (finalmente sappiamo il suo nome, è stato il punto giusto per rivelarlo!) al suo amico ormai morente (è già tanto che sia sopravvissuto per altri due anni, credo, ma qui l’assoluto esperto sei tu), e mi ha lasciato una bella sensazione, nonostante la morte di Thiene, perché comunque è una situazione vissuta con serenità, e non con l’angoscia che contraddistingue tutto il racconto.
Per concludere, ho apprezzato anche il tuo non raccontare cosa sia accaduto dopo a Chris, credo che sia stata una scelta corretta.
Utilizzo del Pacchetto Luna: 9/9
Genere – Drammatico: Non credo di aver molto da dire su questo punto… il genere è quello, senza ombra di dubbio, sia per le tematiche trattate che per il modo in cui avviene l’introspezione. 3/3
Prompt/Oggetto – Nebbia: Il “quartiere delle nebbie” è circondato da una nebbia di dubbia origine posta sopra alla palude e l’atmosfera decadente ha una grande importanza all’interno della narrazione. 3/3
Obbligo – Presenza di una citazione da una delle opere di Shakespeare: Le citazioni dai Sonetti ci sono e sono usate ottimamente nell’attesa dell’esecuzione. 3/3
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Anche qui hai fatto un ottimo lavoro, sia per quanto riguarda i due protagonisti che per i personaggi secondari. Partiamo da Chris Roseland: credo che il modo in cui hai trattato le sue emozioni, senza parlarne in modo diretto ma facendole capire dal suo comportamento (rassegnato fin dall’inizio del processo e ormai anche apatico), sia adatto alla situazione che hai raccontato. Parlando anche del momento in cui deve dirigersi alla stanza dell’esecuzione, credo sia corretto il fatto che, nonostante la rassegnazione, il suo corpo opponga una non si sa quanto volontaria resistenza, coerente anche con il suo stato d’animo nei giorni precedenti.
Ottima la contrapposizione tra le due guardie, con Thiene che, oltre al condannato vede l’essere umano (anche se lo ritiene colpevole) e Ramirez, che lo minaccia senza motivo e senza che egli opponga nemmeno resistenza, considerandolo come un fascicolo da archiviare; è quello che prova a fare anche il giudice subentrato, sono certo che non c’era altro modo per compiere quell’azione che, tuttavia, appariva così “giusta” (senza mettere in mezzo alcuna opinione personale). Ben delineata la figura della moglie, nonostante la sua breve apparizione, e quella dell’uomo che si pulisce gli occhiali.
Titolo: 2/2
Il titolo mi è piaciuto, l’ho trovato molto poetico: in effetti, per la storia narrata, trova il suo senso in quanto sia Roseland che soprattutto Thiene arrivano al momento della loro fine (e quindi della separazione) con “relativa” tranquillità, data dal fatto che si erano precedentemente preparati psicologicamente. Accettano ormai il loro destino, sostenuti dalla presenza dell’altro che lo “addolcisce”, ma nonostante tutto l’angoscia è palpabile.
Gradimento Personale: 7/7
La tua storia è molto forte, soprattutto per le tematiche trattate, ma grazie all’attenzione con cui è stata scritta non ho potuto evitare di apprezzarla ugualmente, nonostante il piccolissimo difetto di trama. Quando hai parlato di quel telefono sapevo fin da subito che sarebbe squillato, ma conoscendoti pensavo proprio che sarebbe successo troppo tardi…. leggendo l’epilogo non ho potuto far altro che tirare un sospiro di sollievo, nonostante la morte imminente di Thiene. Complimenti, come sempre!
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