Recensioni per
Separarsi è un sì dolce dolore
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/01/19, ore 21:47

E nulla, ecco un finale CSI stile (che adoro) preceduto dalla citazione..
“Ma quando penso a te,
mio caro amico,
ciò che era perduto è ritrovato,
e ogni dolore ha fine”
(W. Shakespeare)..
Una storia subli,me, incantata e bellissima che mi ha rapito il cuore.. che altro dire, se non alla prossima e BRAVISSIMA!! JQ

Recensore Master
03/01/19, ore 21:36

Passo secondo capitolo, WOW, hai una rara maestria nel tratteggiare queste situazioni, senza patetismi o altro, chapeau.. Come T. Capote., che scrisse "A Sangue Freddo" (tanto lo avrai già letto ..) AL prossimo cap

Recensore Master
03/01/19, ore 21:17

Ciao, eccomi di nuovo, mi ricorda le atmosfere di "Dead man walking", "Il Miglio verde", "Le ali della libertà " etc, In apparenza Roseland era, almeno apparentemente: "un educatore professionale di quarant’anni, esperto nell’accompagnamento di bambini disabili a cui insegnava a leggere, scrivere, disegnare, e per i quali organizzava campi scuola e campeggi, allegre gite nei boschi. " (quoto dal testo) E poi il mostro, che non sa dire o spiegare, da tutti abbondanonato nelle celle della morte, che legge il bardo inglese e la Bibbia.. A ogni buon conto, in sintesi, magnifica coesione e stesura senza sbavature..

Recensore Veterano
19/09/18, ore 17:17

Prima recensione premio per il secondo posto al contest "Buona la prima!" Da me indetto sul forum di efp.

Premetto che il genere drammatico non è mai stato tra i miei preferiti. Infatti lo escludo dai miei contest. Però stavolta ho fatto bene a non farlo.
Sia con questa storia che con quella partecipante sei riuscito a farmi apprezzare il genere.
Ho letto tutti e tre i capitoli con il fiato sospeso, immaginando ogni singolo attimo come se anche io mi trovassi in quella cella con il protagonista.
Continua così!

Recensore Master
23/07/18, ore 20:52

SECONDO POSTO PARI MERITO, CON UN TOTALE DI 49,5/50
Separarsi è un sì dolce dolore, di yonoi.

Grammatica e Stile: 10/10 (5/5 di g. e 5/5 di s.)
Per il parametro della grammatica non ho segnato tutti gli errori; inoltre non ho tolto punti per l’uso improprio della D eufonica e per errori che sono indubbiamente di battitura (spazi mancati, ecc.)…
La grammatica è perfetta, complimenti, e ho riscontrato un solo errore di battitura in un testo di oltre 12.000 parole:
***Il venerdì successivo, nel tardo pomeriggio, Roseland era stato trasferito allo Chalet con uno trasporto speciale*** – UN trasporto speciale.
Il tuo stile, inutile dirlo, è perfetto per la storia che hai raccontato, anche se è un po’ diverso qu quello tendente al sublime che utilizzi solitamente: è molto crudo, diretto, soprattutto nei dialoghi, ma non perde quel positivismo di fondo (difficilissimo da trovare, ma c’è) che caratterizza i tuoi scritti in cui tratti questo tipo di tematiche (praticamente tutti); c’è sempre una possibilità di speranza, anche se dopo la morte, nonostante in questo caso sia stata programmata con un macabro teatrino (ultimo pasto, testimoni, uno degli addetti che si pulisce gli occhiali come segnale, ecc.). Anche il lessico è adattissimo al contesto e soprattutto ai vari personaggi, come quello più volgare di Ramirez e quello pacato di Thiene, che cerca solo di risollevare il condannato (e non per metterlo sul lettino).

Trama e Originalità: 11,5/12
Devo dire che il modo in cui hai scelto di raccontare questa storia mi è piaciuto molto: inizialmente hai descritto la scena dello sgombero della stanza del “Quartiere delle nebbie” che per anni era stata occupata da Roseland, e poi hai ricostruito tutta la vicenda (il processo, il salvataggio dell’anziano giudice, l’opinione pubblica, l’ultima visita della moglie e infine il trasferimento allo Chalet) attraverso i flashback che i due protagonisti hanno durante gli ultimi giorni passati in compagnia in attesa della fine; credo che sia stata una scelta vincente quella di non raccontare attraverso il punto di vista del condannato ciò che accadde nel momento degli omicidi (dove effettivamente non era presente, ma non parli nemmeno di alibi). Anche il modo in cui hai presentato la malattia di Thiene è stato ben congegnato: si è capito fin da subito che l’ambiente malsano non ha assolutamente fatto un buon effetto sulla sua salute già abbastanza debole (se non sbaglio era pieno di allergie), ma la rivelazione del tumore è molto successiva a questi segnali (ti dirò che inizialmente avevo pensato a una malattia respiratoria).
Passando alla seconda parte, la scena del trasferimento è stata forse quella più forte dell’intero racconto: ormai Roseland era rassegnato da tempo, ma presentarsi sulle proprie gambe davanti alla morte dev’essere qualcosa di umanamente impossibile, e solo il fatto che ce l’abbia fatta, anche se con estrema fatica, rappresenta ampiamente la sua grande forza d’animo, che traspare anche dal fatto che sia andato avanti per un mese praticamente senza mangiare, continuando solo a rileggere quei versi della Bibbia e dei Sonetti nella sua prigione solitaria e isolata… la scena del telefono, infine, è l’unica cosa un po’ cliché (ne ho parlato anche nel gradimento personale), ma credo che non avresti potuto fare altrimenti dopo averlo descritto (anche se temevo veramente in un ritardo)! Tuttavia, proprio a questa scena è collegato il maggior problema della tua storia, ovvero la presenza di un buco di trama non fondamentale ma rilevante: dici che il vero assassino era stato scovato dopo il ritrovamento di un cadavere risalente a pochi giorni prima. Ecco, è possibile che Roseland sia rimasto in carcere per oltre dieci anni e che nessuno si sia mai accorto che intanto le sparizioni di ragazzini continuavano, anche senza il ritrovamento dei cadaveri?
Il finale invece mi è piaciuto molto, soprattutto per la tecnica Dei “ruoli invertiti” che hai utilizzato: quella sarà l’ultima visita di Chris (finalmente sappiamo il suo nome, è stato il punto giusto per rivelarlo!) al suo amico ormai morente (è già tanto che sia sopravvissuto per altri due anni, credo, ma qui l’assoluto esperto sei tu), e mi ha lasciato una bella sensazione, nonostante la morte di Thiene, perché comunque è una situazione vissuta con serenità, e non con l’angoscia che contraddistingue tutto il racconto.
Per concludere, ho apprezzato anche il tuo non raccontare cosa sia accaduto dopo a Chris, credo che sia stata una scelta corretta.

Utilizzo del Pacchetto Luna: 9/9
Genere – Drammatico: Non credo di aver molto da dire su questo punto… il genere è quello, senza ombra di dubbio, sia per le tematiche trattate che per il modo in cui avviene l’introspezione. 3/3
Prompt/Oggetto – Nebbia: Il “quartiere delle nebbie” è circondato da una nebbia di dubbia origine posta sopra alla palude e l’atmosfera decadente ha una grande importanza all’interno della narrazione. 3/3
Obbligo – Presenza di una citazione da una delle opere di Shakespeare: Le citazioni dai Sonetti ci sono e sono usate ottimamente nell’attesa dell’esecuzione. 3/3

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Anche qui hai fatto un ottimo lavoro, sia per quanto riguarda i due protagonisti che per i personaggi secondari. Partiamo da Chris Roseland: credo che il modo in cui hai trattato le sue emozioni, senza parlarne in modo diretto ma facendole capire dal suo comportamento (rassegnato fin dall’inizio del processo e ormai anche apatico), sia adatto alla situazione che hai raccontato. Parlando anche del momento in cui deve dirigersi alla stanza dell’esecuzione, credo sia corretto il fatto che, nonostante la rassegnazione, il suo corpo opponga una non si sa quanto volontaria resistenza, coerente anche con il suo stato d’animo nei giorni precedenti.
Ottima la contrapposizione tra le due guardie, con Thiene che, oltre al condannato vede l’essere umano (anche se lo ritiene colpevole) e Ramirez, che lo minaccia senza motivo e senza che egli opponga nemmeno resistenza, considerandolo come un fascicolo da archiviare; è quello che prova a fare anche il giudice subentrato, sono certo che non c’era altro modo per compiere quell’azione che, tuttavia, appariva così “giusta” (senza mettere in mezzo alcuna opinione personale). Ben delineata la figura della moglie, nonostante la sua breve apparizione, e quella dell’uomo che si pulisce gli occhiali.

Titolo: 2/2
Il titolo mi è piaciuto, l’ho trovato molto poetico: in effetti, per la storia narrata, trova il suo senso in quanto sia Roseland che soprattutto Thiene arrivano al momento della loro fine (e quindi della separazione) con “relativa” tranquillità, data dal fatto che si erano precedentemente preparati psicologicamente. Accettano ormai il loro destino, sostenuti dalla presenza dell’altro che lo “addolcisce”, ma nonostante tutto l’angoscia è palpabile.

Gradimento Personale: 7/7
La tua storia è molto forte, soprattutto per le tematiche trattate, ma grazie all’attenzione con cui è stata scritta non ho potuto evitare di apprezzarla ugualmente, nonostante il piccolissimo difetto di trama. Quando hai parlato di quel telefono sapevo fin da subito che sarebbe squillato, ma conoscendoti pensavo proprio che sarebbe successo troppo tardi…. leggendo l’epilogo non ho potuto far altro che tirare un sospiro di sollievo, nonostante la morte imminente di Thiene. Complimenti, come sempre!

Recensore Master
16/07/18, ore 00:05

Ciao Yonoi.
Sono così giunta alla fine di questa intensa storia che fondamentalmente narra della splendida amicizia che può nascere dalle circostanze meno felici, perché proprio come dice un vecchio proverbio "gli amici veri si vedono nel momento del bisogno".
Un racconto bellissimo e toccante, che mi ha tenuta con il fiato sospeso fino alla fine del secondo capitolo, perché da quando ho iniziato a leggere questo ho compreso subito la situazione. Roseland, che sembrava più morto che vivo, ha invece ritrovato la vita, mentre Thien... purtroppo la malattia non lascia scampo, non basta una telefonata (sebbene fortunatissima e tempestiva) a salvare la vita.
E' bello notare come i due amici si siano scambiati di ruolo, questi uomini di sicuro non peccano di non riconoscenza.
Una storia splendida, ricca e densa di significati che mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo per Roseland, ma intristire per Thien. Non si può avere tutto dalla vita, vero?
Ovviamente scritta in maniera sublime, scorrevole, tuttavia mai banale, sempre attenta a ogni particolare e descrizione che mi trasportano direttamente all'interno dell'atmosfera.
Complimenti, ancora una volta un lavoro ben fatto ;)
Da domani riprenderò la lettura dell'altra storia "La ballata di Heer Halewijn" ^^
A presto,
Nina

Recensore Master
14/07/18, ore 19:15

Oh cielo, tu non mi puoi lasciare così! Con il telefono che squilla! Lo so che l'ultimo capitolo è già online, ma adesso non posso leggerlo!!! Accidenti!
Comunque anche questa storia si sta rivelando un capolavoro! Non scrivi mai di cose o casi banali, anzi! Affronti tematiche delicate con naturalezza, senza calcare la mano e rischiare di renderle kitsch!
A parte la bellissima amicizia che si è creata fra i due personaggi, così sincera e profonda, accomunata da una morte prematura per entrambi, ancora una volta ho incontrato tanta, tanta umanità verso chi è l'ultima ruota del carro, verso l'emarginato, l'escluso.
Come ti dicevo, in questa mini long affronti due temi molto difficili e soggettivi: la pena di morte e la religione. Ti dirò la mia: sono contraria alla pena di morte e non riesco a "fidarmi" completamente delle Sacre Scritture perché come hai scritto tu "a lui non interessa cosa può avere fatto un uomo, perché il suo amore resta, forte come una roccia". No, assolutamente no! Un assassino rimane un assassino, ci sono azioni alle quali non si può dare lo stesso peso: uccidere non equivale a rubare, per dirne una.
Un'ultima cosa, mi è piaciuta molto la metafora del tumore che sboccia come un fiore, l'ho trovata azzeccatissima e delicata allo stesso tempo.

Ti segnalo solo due disattenzioni super banali:
- seconda frase "che" invece di "per";
- sestultimo rigo "Mentre SI condannato si sforzava di" invece di IL.

Tutto qui ^^
Nina

Recensore Master
12/07/18, ore 19:39

Ciao^^
ecco, appunto, angoscia a badilate. Tu scrivi stra-bene come io non riuscirò mai a fare, ma le tue storie sono di una tristezza inaudita...
Intendiamoci, il lietofine zuccheroso mi fa venire il latte alle ginocchia, ma queste fini tristissime, di gente che si consuma, che si riduce a una larva per colpa del cancro, o che è destinata a passare l'eternità in un'isoletta di morti che si fumano e rifumano sempre le stesse sigarette fantasma, fa venire voglia di suicidarsi, poi ci ripensi e dici: aspetta un attimo, se mi suicido vado a finire là. E allora vai a vedere un documentario sullo sterminio dei cuccioli di foca per tirarti su di morale.
A parte gli scherzi e le battute cretine, una storia bellissima, struggente, piena di poesia e di amicizia. Come sempre complimenti, invidio molto la tua capacità di comunicare certi stati d'animo.

Recensore Master
11/07/18, ore 00:32

"Cheeseburger e patatine fritte" come ultimo pasto non si può sentire! Pfff, americani...
Gusti gastronomici a parte, le tue storie sono sempre una certezza! Belle e commoventi, scavano l'IO nel più profondo, lo scrutano e lo ribaltano come un calzino, andando a fondo, ma molto, molto a fondo, fino a farmi chiedere: e io? Cosa farei io al suo posto?
Come sempre il personaggio per il quale si dovrebbe provare odio e antipatia, in questo caso il condannato a morte, diventa in un certo senso la vittima di una società comunque non giusta come invece si vuole far credere. Allora si ha la sensazione che il "cattivo" abbia bisogno, meriti anzi una seconda chance (quasi si spera che qualcuno gliela dia, perché è cambiato, verrebbe da urlare, è diverso e pentito adesso). La scena della farfalla che si posa sul suo braccio mi lascia capire quanto di umano ci sia in lui che non cerca altro se non una dolce carezza.
Una storia emozionante, ma è la minilong di quella flash sull'ultima telefonata?
Nina^^

Recensore Master
10/07/18, ore 22:39

Ciao^^
l'altro Leitmotiv delle tue storie, quello che come ti dicevo mi fa leggere con una mano sul mouse e una sugli attributi, è quella della malattia terminale. Qui assume anche un altro significato, accomuna i due personaggi, Thiene e Roseland, in quanto condividono innocenti l'attesa di una morte prematura.
Terribile la scena dell'esecuzione. Io non sono contrario alla pena di morte, c'è gente che sta bene stecchita, ma il teatrino macabro che ogni volta viene allestito non lo digerisco proprio. La faccenda dell'ultimo pasto, dei testimoni, del lettino e quant'altro. Sei riuscito a rendere tutto ciò angosciante come dev'essere nella realtà.
Come sempre complimenti, alla prossima!

Recensore Master
09/07/18, ore 22:37

Ciao carissimo,
eccomi qui come promesso^^
ci sono alcuni Leitmotivi nelle tue storie (come credo nelle storie di tutti): il condannato a morte, l'accusato di pedofilia, e poi un altro che verrà fuori nei prossimi capitoli.
E la tristezza, naturalmente. Sono tutte storie magnifiche, scritte meravigliosamente, struggenti, ma di una tristezza che ti prende l'anima, te la carda, te la fila e ci fa uno strofinaccio per il pavimento, e poi va a pulire con la suddetta i vagoni di terza classe ugandesi.
Tutto ciò per dire che hai un talento nel mostrare questi aspetti di disperazione, di morte imminente, di abbandono a una pace che non si è avuta in vita. Ci mostri persone gravate di colpe orrende, ma nonostante questo tranquille, quasi atarassiche, che sembrano guardare gli altri con una sorta di rassegnato distacco.
La tranquillità malinconica di Roseland fa da contrappunto ai due poliziotti, Ramirez e Thiene, due personaggi che più diversi non potrebbero essere. Il primo è emotivo, sanguigno, portato a procedure "personalizzate" in ogni campo, dalla giustizia sommaria che augura a Roseland al modo di vuotare la sua cella. L'altro sembra dapprima solo freddo e attaccato alle procedure, il suo lato umano emergerà col tempo, oserei dire quando si troverà in una situazione che forse lo porterà a empatizzare maggiormente con chi sta aspettando la morte da innocente.
Come sempre, leggerti è un privilegio. Alla prossima!

Recensore Master
09/07/18, ore 10:49

Hmm...interessante, questa vicenda. Abbiamo un detenuto, Roseland, rinchiuso nel braccio della morte in attesa dell'esecuzione. E' accusato di aver commesso dei crimini orrendi, e però si professa innocente. Poi, tra le guardie del carcere, c'è l'agente Thiene, che un pò alla volta instaura una specie di rapporto col condannato. E infatti, quando viene scoperta la verità su Roseland, questi va a trovare il suo amico che sta morendo in ospedale.

Devo ammetterlo, questa storia è molto toccante. Si parte convinti che la verità sia quella ben definita dai media, si scopre che invece le cose stanno diversamente, e nel frattempo ci si commuove per le vicende di due esseri umani che il destino ha fatto incontrare. Una gran bella lettura, insomma.

A presto!

Recensore Master
09/07/18, ore 10:04

Recensione premio 3/4 per il contest Ramm-Eros.

anche se questa sarà breve, data la brevità del capitolo. ^^

Speravo di saperne di più sul rilascio di Roseland, ma dato che il pezzo allegro l'hai solo accennato ci fantasticherò di più. :P
E' bello sapere che i ruoli si sono invertiti, alla fine il destino ha fatto incontrare due persone sensibili, che hanno saputo riconoscersi e starsi accanto nei momenti più drammatici. Ammetto che non credevo che l'agente Thiene sarebbe vissuto due anni, comunque è un bel finale vedere i ruoli invertiti, con Chris - ora possiamo dargli un nome - che va a trovarlo per rincuorarlo in quelle che sono le sue ultime ore di vita e, come egli fece due anni prima, leggere per lui, per aiutarlo ad andare via serenamente. ^_^
Il finale fa sparire l'ansia dei capitoli precedenti.

Recensore Master
09/07/18, ore 09:48

Recensione premio 2/4 per il contest "Ramm-Eros"

***Truman, di poco superiore in intelligenza e con un quoziente di prudenza pari a zero, gli comperava di tasca sua i lecca-lecca, li succhiavano insieme, si succhiavano anche reciproche confidenze. Finché un giorno qualcosa era scattato nella mente di Finnian, forse per colpa di un lecca-lecca non di suo gusto: senza dire una parola, e prima che il poliziotto avesse il tempo di aprir bocca a sua volta, il massiccio irlandese aveva preso Truman e gli aveva torto il collo come uno straccio da stendere.

            Erano seguiti guai a non finire per l’ormai ex direttore del carcere, ritenuto responsabile di tutta la faccenda sia nei confronti dei familiari della vittima, che l’avevano spolpato fino all’ultimo dollaro tramite i loro avvocati, sia nei confronti delle autorità statali, che a loro volta avevano rosicchiato fino all’osso quel poco che era rimasto.***
Questa è un'assurdità: so bene che il "capo" si prende tante responsabilità - anche percheé quando succede qualcosa bisogna assolutamente trovare un colpevole sennò la gente non si sente al sicuro - però se la tragedia dipende dal fatto che si sono trovati insieme scemo e più scemo, il direttore che certe cose non può minimamente immaginarle, che colpa ne ha? Una volta il veterinario ci raccontò che non ricordo dove un cane di una razza particolare (ma non era il classico rottweiler, era una razza sentita in quell'occasione e che giudicano come la più feroce se gli gira) d'improvviso nella sala d'attesa di un altro veterinario aveva morso un cane di piccola taglia staccandogli la testa. E non è certo colpa del veterinario! O se ci sono in una scuola atti di bullismo messi in pratica sagacemente di nascosto degli adulti (insegnanti, bidelli, presidi), non è certo colpa del preside ma dei bulli!

Mi fa stare male leggere la descrizione di quello che succedeva all'agente Thiene per ciò che riguarda la sua salute. Quando scendi nel dettaglio per certe cose - io che grazie al cielo ne so poco e niente dato che sto bene - mi sento male: è questo tipo di dettagli a farmi venire la paura di vivere, la paura di fare prevenzione e casomai a togliermi il coraggio di affrontare le cose. Un conto è scoprirle man mano, un altro è se dovesse mai capitarmi qualcosa che mi tornerebbe in mente tutto all'improvviso con un carico di angoscia asfissiante (come nel racconto col tizio malato grave, dove non mi spaventava che stesse male ma dettagli come il bruciore alle vene dovuto alla chemioterapia. Ora che lo so, se ne avessi bisogno, con che coraggio potrei aprocciarmi alle cure magari con l'ottimismo che deve andare bene per forza), come il film the ring che sul momento non spaventava ma ogni volta che mi asciugo i capelli a testa in giù sento il gelo di quel pozzo putrefatto. Scusa, di tutta questa parte non tenerne conto, esula dal commento, ma come amica ti chiedo per favore di avvisarmi quando ci sono capitoli con questo tipo di dettagli, per impedirmi di leggerli. ^^

Invece non ti ho detto quanto mi piace il nome Roseland, che mi ha subito portato alla mente la poesia di 
Göethe sulla rosellina della landa.

***Brancolando nel buio, viso pallido cercava di rispolverare le nozioni di catechismo, ma quel che ricordava gli sembrò troppo pieno d’inferni e di diavoli per fare al caso suo.***
infatti mi sono sempre domandata: perché la maggioranza dei cristiani, se lo sono davvero, invece di parlare del Cristo in modo positivo seguendo il suo esempio e dimostrando di aver capito che Vangelo significa buona novella, parlano solo di Diavolo, di inferno, di condanne dopo la morte, di peccati, giudicano male gli altri, se un bambino durante la messa si fa le passeggiate in chiesa i più fedeli lo fulminano con lo sguardo fino all'ultima generazione di antenati?


***e quello scricchiolio era l’unico rumore che si udiva nel corridoio dalle luci schermate.       A mezza voce, aveva iniziato a leggere.*** Prima di A mezza voce c'è uno spazio enorme.

***sollevato all’idea di potersi rifugiarsi in quelle pagine,*** - potersi rifugiaRE...
***Mi hai detto che lei è cristiano,*** - Mi HA detto...

***Mentre si condannato si sforzava di annuire una volta di più,*** - mentre IL condannato...
Il telefono che squilla alla fine è un colpo di scena che mi fa passare i brividi per le descrizioni degli stati di salute di entrambi. Però, sincerità massima, lo sai, vorrei che qualcosa di simile a un "telefono salvavita" come quello suonasse per l'agente Thiene, che è troppo giovane! Non si tratta di giustizia o di ingiustizie, se nel primo capitolo l'ingiustizia più grande era per la moglie di Roseland di essere sua moglie e per questo considerata complice a prescindere; in questo secondo capitolo l'ingiustizia più grande è che la persona più umana e sensibile - nonché la più giovane - sembra destinata a una breve vita fatta solo di rogne sempre peggiori e se questi personaggi esistessero nella realtà sarebbe bello risparmiarglielo. :)

Vado a leggere l'ultimo capitolo sperando di non trovare descrizioni dettagliate sulla salute di Thiene. E ti chiedo scusa per questo commento. Poi posso anche cancellarlo, ma ormai sono arrivata al pezzo finale e siccome tengo le dita incrociate voglio sapere come finisce!

Recensore Master
09/07/18, ore 08:23

Recensione premio 1/4 per il contest "Ramm-Eros"

***Tra gli angeli, si cantano le lodi del Signore. E all’inferno, quelle del diavolo*** Ciao! Questa frase sembra una citazione e volevo quotarla per sapere eventualmente da dov'è tratta, semplice curiosità. ^^

Stavolta forse perché mi sono svegliata bene, mi sembra di cogliere tutte le sfumature: il poliziotto irriverente l'hai chiamato come uno dei serial killero più schifosi (quello di cui non cerco informazioni), tant'è che appena iniziato a leggere ho intravisto Ramirez e ho pensato Bleah!, temevo che scrivessi di quello. Sarei passata a commentarti altro, eh. :P E il giudice prima di questo novellino l'hai chiamato Hopkins, come l'attore conosciuto ne Il silenzio degli innocenti. ^^ Sono quasi tentata di cercare se gli altri nomi corrispondono a qualche criminale più o meno famoso della realtà vera o di quella cinematografica. 

***In fondo alle altre carte, quasi senza guardarle per evitare ulteriori ripensamenti, aveva controfirmato l’ordine di esecuzione, che stabiliva il giorno, l’ora e - con puntigliosa e burocratica precisione - anche luogo e modalità con cui la condanna a carico di Roseland sarebbe stata eseguita.***
Detestami pure ma una cosa che non trovo giusta è che li addormentino prima. Per me se si decide di condannare a morte qualcuno, colpevole che più di così non si può, quello deve rendersi conto di tutto sino alla fine, deve soffrire, provare angoscia, panico, ecc. ecc. Non è un animale innocente malato e sofferente da sopprimere, se è stato giudicato schifoso tanto da meritare la pena di morte bisogna cogliere l'occasione per fargli provare almeno un tot di ciò che ha fatto provare lui per primo a persone che non meritavano di morire. Le prime volte che sentii parlare dell'iniezione letale pensavo che gli dessero direttamente una dose di qualcosa che li facesse morire. Forse evitano non per "umanità", bensì per dimostrare che la Legge deve seguire sempre la Giustizia e mai la Vendetta, o per evitare scene disgustose per gli "spettatori" e/o che non facciano sentire in colpa i vivi. Però non è neanche giusto che i condannati all'iniezione letale con la prima vengono addormentati, mentre se non ricordo male quelli condannati alla sedia elettrica vengono lasciati svegli in più mi sembra che prima viene loro bagnata la testa per essere più sicuri che si fulmineranno per bene. Insomma: visto che i condannati a morte dovrebbero essere tutti "pericolosi gravi" uguali, perché nelle esecuzioni vengono usati due pesi e due misure? O "umanità" per tutti o per nessuno.

***Quegli occhi sgranati dalla stampa scadente del giornale, i lineamenti tersi descrivevano Roseland per quello che era, almeno apparentemente: un educatore professionale di quarant’anni, esperto nell’accompagnamento di bambini disabili a cui insegnava a leggere, scrivere, disegnare, e per i quali organizzava campi scuola e campeggi, allegre gite nei boschi. Peccato che da una di quelle escursioni due dei suoi fragili allievi non fossero più tornati,***
Segno che voleva assolutamente farsi prendere, perché se fossi stata al posto suo avrei cercato in tutti i modi di non farli assolutamente sparire durante le gite. 
***Peccato, infine, che le vittime più recenti fossero puntualmente sparite dopo gite, lezioni e intrattenimenti organizzati da Roseland, o ai quali l’insegnante era stato presente.***
Ma si può? Segno che era diventato schiavo delle sue pulsioni e che quando gli venivano certe voglie non connetteva più.
***Così, quel volto dolce era dapprima diventato un enigma, di seguito - per la giuria e l’opinione pubblica - l’emblema di una mostruosità senza pari: chiunque altro, al posto del giudice Anders, non avrebbe esitato a firmare quell’ordine, e delle due si sarebbe sentito più in colpa per non averlo fatto immediatamente, tra i primi affari da sbrigare nella mattina.***
Qui non avevo capito subito "delle due". Prima credevo "dei due" (ovvero il condannato che se ne fregava e il giudice che si tormentava, e che ciò era natuale per via delle due diverse nature), poi credevo che parlassi della giuria a differenza dell'opinione pubblica, invece intendevi tra giuria+opinione pubblica e il giudice? Forse risulterebbe più immediato "rispetto alle due..."


whiskey le altre volte l'hai segnato whisky. Si scrive in uno o nell'altro modo in base alla sua origine.

***gli rispondeva Roseland senza neanche voltarsi, sempre impassabile come se tutto quel pandemonio non lo riguardasse affatto.*** - impassibile. ;)
***L’agente alle sue spalle, che lo sovrastava con il doppio della sua mole, gli tirò un calcio diritto negli stinchi***
gli stinchi sono davanti, l'ha colpito ai polpacci.

***Liberato dal sacco che venne caricato prontamente nel bagagliaio, Roseland salì sul furgone senza opporre resistenza.***
Liberato dal sacco?

***uno di quelle nutrie*** - una di quelle nutrie...

***“Ho tre agenti malati, questo posto è un inferno che avvelena la gente”*** ma sai che quando abitavo in collina mi capitava spesso di avere un mal di testa di tre giorni? Per via della nebbia che in città non c'era. Risento molto della nebbia, anche quando andai a Ravenna un solo giorno in tutta la vita mi bastò per ammalarmi e star male per giorni. ^^''

Però le farfalle dal corpo più sottile e appuntito sono i maschi che devono ... con le femmine, le quali sono necessariamente più cicciotte e arrotondate. ^^ Ti lascio pure l'angolo di educazione sessuale farfallesca. 

Quanto mi è piaciuto il pezzo sulla moglie! Se vogliamo è l'unica vittima viva, quella che la pagherà cara per l'eternità. Se una persona compie atti meschini è un mostro, se un'altra persona è spostata o fidanzata con luei/lui per l'opinine pubblica diventa doppiamente mostro perché quando la coscienza comune viene sconvolta da qualcosa, forse per effetto dell'istinto di sopravvivenza, si fa a gara di mostruosità reciproche. A questo proposito mi ha colpito molto il personaggio dell'agente più giovane che però è più alto in carica, il quale detesta la pena di morte, si comporta sempre in modo corretto, fa di tutto per compiere le scelte moralmente più eque, eppure razzista lo era diventato davvero a forza di stare accanto a quel disprezzatore dell'agente Ramirez.

Però l'agente giovane non è un idiota e non lo è nemmeno Roseland che trovo strano si sia fatto beccare in modo tanto stupido: Se l'agente Thiene si dispiace per lui, e lui si è sempre detto innocente, in più si era precipitato a salvare la pelle del giudice che aveva letto la sentenza in cui lo condannava a morte... non è che magari il vero mostro stupratore e uccisore è qualcuno che ha fatto sì di affibbiargli le colpe?

Sono curiosa di proseguire nella lettura. ^^